XXXII Sagra del Pistacchio (2023) Verrà inaugurata venerdì 13 ottobre e sarà viva per tutto il fine settimana fino a domenica 15. Poi riaprirà i battenti il 20 e si concluderà domenica 22 31 Agosto 2023
Festa dell’Oro Verde dal 13 al 15 e dal 20 al 22 ottobre Slitta di due settimane la Sagra del pistacchio Slittano di 2 settimane le date della 32’ Sagra del pistacchio verde di Bronte dop. Secondo le stime dei produttori, infatti, i ritardi nella maturazione del prodotto tipico delle irte lave brontesi, causati dalla eccezionalità del clima di quest’anno, hanno fatto slittare i tempi della raccolta che da sempre ha avuto inizio intorno i primi di settembre (doppu 'a Bambina).
Quest’anno a sentire diversi produttori sarà inutile recarsi fra i pistacchieti prima del 15, con la campagna di raccolta che solitamente a Bronte dura un mese. «Ed allora – spiega il sindaco Pino Firrarello in un comunicato – è inutile organizzare la Sagra come da tradizione l’ultimo week and di settembre per finire la prima domenica di ottobre. Avremmo una Sagra senza il coinvolgimento dei produttori e soprattutto senza pistacchio fresco. Io non so – continua il sindaco – se quest’anno ci siamo trovati di fronte ad una stagione eccezionale e quindi unica o se le piogge di giugno e le condizioni meteorologiche estive sono state frutto dei mutamente climatici. Di sicuro so che il buon contadino ha il dovere di adattarsi. E se i produttori sono costretti ovviamente a ritardare la raccolta, noi abbiamo l’obbligo di assecondare le loro ragioni. Organizzeremo la sagra a metà ottobre e garantiremo ai visitatori pistacchio fresco». Così, come concordato in occasione di un partecipato vertice, la XXXII Sagra del pistacchio verrà inaugurata venerdì 13 ottobre e sarà viva per tutto il fine settimana fino a domenica 15. Poi riaprirà i battenti il 20 e si concluderà domenica 22. E se fino ad oggi la complessa macchina organizzativa della Sagra è stata ovviamente in “standby”, presto sarà pronto il bando per permettere agli stendisti di partecipare all’evento. «Ci pregiamo – continua il sindaco – di produrre il pistacchio più buono al mondo. Un pistacchio diverso nel gusto e soprattutto nei colori rispetto a tutti gli altri pistacchi del mondo. Riconoscerlo non è difficile. Anzitutto attenzione alla forma, perché quello di Bronte è allungato e poi guardate bene il colore. Tolto il guscio, infatti, la pellicina della buccia ha un colore che tende al violaceo con riflessi verde chiaro, mentre all’interno mostra il tipico colore verde smeraldo. Ricordate, – conclude - il pistacchio di Bronte non è mai giallo e non ha neanche quel verde acceso che spesso notiamo in qualche pubblicazione». Intanto al momento tutta la città è in fibrillazione. Quasi tutti i brontesi possiedono un piccolo pistacchieto e quasi tutti tengono sotto controllo la maturazione dell’Oro verde.
| CI PERDONERETE, ma appositamente per farvi venire l’acquolina in bocca vi descriviamo solo alcuni dei piatti prelibati che, durante la Sagra, la gastronomia locale vi può offrire, cominciando naturalmente con ciò che gli abili cuochi brontesi sono in grado di fare con il verde Pistacchio.
Tanto per iniziare il pistacchio non è solo sinonimo di dolci, ma nutriente condimento per i primi piatti. Se da una parte, infatti, la fama delle Pennette al pistacchio ha fatto il giro della Sicilia per la loro bontà, non meno prelibata è la pasta fresca fatta in casa realizzata con la farina di pistacchio o due spaghetti saltati in padella con il pesto di pistacchio o, per palati un po’ più pesanti, la salsiccia al pistacchio. Preparata qualche decennio fa dai macellai con qualche perplessità, ormai è richiestissima. Del resto la bolognese mortadella si condisce con il pistacchio che se è di Bronte è sinonimo di grande qualità. I dolci poi naturalmente la fanno da padrone: paste, torte e gelati sono resi ancor più gustosi con il prezioso frutto dell’Etna che è servito negli anni anche ad inventare prelibatezze nuove quali le crepes calde ripiene di crema di pistacchio.
Girando fra gli stand della Sagra (o «Expo del Pistacchio in tutte le sue forme», come è stata denominata da un paio d'anni la cara, vecchia Sagra del Pistacchio) o recandovi in qualsiasi pasticceria o ristorante di Bronte troverete tutto e forse di più, in un variegato cocktail di prodotti che però hanno un colore solo: il Pistacchio di Bronte, vero e proprio patrimonio della gastronomia: gelati, creme e dolci di ogni tipo, ma anche primi piatti, arancini, salsiccia, panettoni natalizi e colombe pasquali, splendide torte, ed anche il famoso “pesto”. |
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BRONTE
Arte, cultura e prodotti tipici a Bronte COME ARRIVARCI
Per il turista in visita in Sicilia recarsi a Bronte, vuol dire tuffarsi fra i Parchi dell’Etna e dei Nebrodi ricchi di flora e di fauna, incontrare una cucina particolare, scoprire tradizioni che caratterizzano la storia di un popolo che affonda le sue radici nel passato.
Situato sul versante nord-ovest dell’Etna a 54 chilometri da Catania, Bronte, denominata Città del Pistacchio, è raggiungibile da Catania attraverso le Strade statali che costeggiano il versante occidentale dell’Etna, mentre dalla costa ionica attraverso la Ss 120 fino a Randazzo, per poi imboccare la Ss 284. Ma è possibile arrivare a Bronte anche con la Ferrovia Circumetnea, che con il suo antico sbuffare da Catania ci porta fino al centro. E' raggiunto anche da una significativa rete di pullman che giornalmente la collegano con Catania. E difficile visitare tutti i tesori di Bronte in un solo giorno. Per questo la cittadina offre una variegata ospitalità con diversi alberghi, Bed and breakfast e ristoranti. BRONTE E LA SUA STORIA
La mitologia vuole che il nome Bronte derivi dalla mitologia con il Ciclope Bronte, ed è così.
La storia, invece, racconta come gli abitanti di questa cittadina per anni abbiano vissuto all'ombra di una fraudolenta usurpazione del loro territorio, trasferito nel 1494, con bolla pontificia, a favore dell'Ospedale Maggior di Palermo e nel 1799, con spregiudicata donazione borbonica, a favore di Nelson. In questo perenne stato di vassallaggio e di grave crisi, era cresciuto un desiderio di rivincita che sfociò nei moti rivoluzionari del 1820 e del 1848, raggiungendo il culmine con la rivolta del 1860 "i fatti di Bronte", soffocati da Nino Bixio con la fucilazione in piazza San Vito di 5 cinque presunti rivoltosi. L’ETNA
Bronte è la più bella porta del versante nord ovest dell’Etna, grazie all'affascinante strada in basolato lavico che, inerpicandosi sul Vulcano, permette al turista di ammirare il meraviglioso paesaggio di lave cordate della colata del 1651, raggiungere la Grotta della neve e la Casermetta di Piano dei Grilli a quota 1200 metri, punto base per l’escursionismo del Parco dell’Etna e punto di partenza per le escursioni più suggestive. I NEBRODI
Meno irto rispetto all’Etna il territorio dei Nebrodi è una meravigliosa riserva naturale ed ambientale. Un polmone verde ricco di sorgenti, flora e fauna.
Qui le faggete e le sugherete, infatti, la fanno da padrone, adombrando veri e propri angoli di macchia mediterranea. Una passeggiata fra i sentieri permetterà agli escursionisti di immergersi nella natura scorgendo alcuni animali come l'aquila reale e ristorandosi nei caratteristici rifugi. IL COLLEGIO CAPIZZI
Fra i monumenti e le istituzioni intrise di storia a Bronte spicca certamente il Real Collegio Capizzi che domina il principale Corso Umberto. La sua edificazione è il frutto della perseveranza del venerabile Ignazio Capizzi. Centro di cultura fu frequentato da personaggi illustri, tra cui Luigi Capuana. La sua storia ci racconta che fu “Reale istituto borbonico”, ed oggi ospita una ricchissima biblioteca Borbonica con volumi antichi ed atlanti preziosi, l'auditorium dedicato a padre Calanna, la restaurata Cappella dell’Immacolata e la Pinacoteca «Nunzio Sciavarrello». LA PINACOTECA
Bronte può essere considerata una piccola capitale delle arti figurative. All'interno del Real Collegio Capizzi si può visitare una delle più belle pinacoteche della Sicilia. Custodisce, infatti, la collezione del rimpianto maestro Nunzio Sciavarrello, illustre artista brontese. Il corposo nucleo di opere esposte, ci per mette di effettuare un significativo exursus artistico dei maestri del 900 ed in particolare ci regala una preziosa testimonianza del panorama siciliano e nazionale fra secondo e nono decennio del '900. Una galleria di valore apprezzata anche da Vittorio Sgarbi. LE CHIESE
Tantissime e molto antiche sono le chiese di Bronte che ci tramandano cultura e tradizione. Vale la pena visitarle per non perdersi il monumento dove giacciono le spoglie del venerabile Ignazio Capizzi che si trovano nella Chiesa del Sacro Cuore, l’imponenza della Chiesa Madre e del Santuario dell’Annunziata, patrona di Bronte, e la storia della restaurata Chiesa di San Giovanni, importante per il Crocifisso sotto il quale i brontesi di un tempo erano soliti stringere patti, e la bellissima la cappella dedicata a Santa Rosalia. |
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| PISTACCHIO
Il pistacchio caratterizza Bronte e l’ha resa famosa in tutto il mondo. Introdotto dai saraceni intorno gli anni 1000, ha occupato qualcosa come 4000 ettari di territorio per una produzione biennale che si aggira intorno alle 32 tonnellate.
Circa l’1% della produzione mondiale, ma con il vantaggio di essere coltivato sull’Etna dove sole e linfa vitale gli regalano un gusto unico, dall’elevato valore nutrizionale e dal riconoscibilissimo colore verde. Ciò ha permesso ai pasticceri ed ai cuochi brontesi di dare prova di grande abilità, ed oggi il pistacchio di Bronte si vende anche a New York. Famosi la filletta, il gelato, i cannoli e la torta al pistacchio. LA FRUTTA FRESCA
L’agricoltura a Bronte non è solo pistacchio. Nella valle dell'Alto Simeto oltre 1000 ettari di terreno è dedito alla coltivazione di pere e pesche. Fra le pere, la varietà più coltivata è la Coscia, ma sono presenti anche altre varietà. Famose anche le pesche a pasta gialla e sopratutto la pesca Tabacchiera dell'Etna, riconoscibile perché di forma schiacciata con la buccia rosso vivo e la polpa bianca. Anche in questo caso il terreno dell’Etna conferisce al frutto un odore intenso ed un sapore dolce delicato ed unico. LA GASTRONOMIA
Non è possibile venire a Bronte senza gustare gli ottimi piatti della sua cucina, tramandata dalla tradizione contadina e quindi ricca di bontà e genuinità. Chi non ha sentito parlare delle pennette al pistacchio o dei maccheroni conditi con il sugo di coniglio, la così detta pasta «’ncasciata», ovvero maccheroni conditi con i finocchietti selvatici.
In qualsiasi ristorante si cucina al meglio il capretto, il coniglio, la salsiccia condita con il finocchietto selvatico ed anche col pistacchio. Chi viene a Bronte e vuole fare uno spuntino velocemente troverà facilmente le buonissime arancine al pistacchio che ovviamente si possono trovare solo nella terra dell’ «Oro verde dop». I PRODOTTI TIPICI
Bronte ed il suo territorio sono uno scrigno di gusti e sapori unici al mondo. Vale la pena venire qui per fare una scorta settimanale di prodotti tipici, all’insegna del gusto, della bontà e della genuinità. Ci sono carni tenerissime, grazie a bovini, suini ed agnelli allevati nei campi dei Nebrodi. Ci sono formaggi, provole e ricotte che vengono arricchiti con una buona dose di pistacchio. Il pecorino pepato poi è particolare come il pane casarecchio che qui si inforna ancora rigorosamente nel forno a legna.
| Il PREZZO del pistacchio verde di Bronte dop, nonostante la Denominazione di Origine Protetta concessa dall'Unione Europea nel giugno 2009, naviga sempre a vista, comunque non dovrebbe discostarsi granchè dal prezzo degli anni passati (da 15 a 18/20 euro al chilo quello smallato ed in guscio, da 40 a 50 quello sgusciato).
Un buon prezzo è una delle speranze degli agricoltori per vedersi ripagare i tanti mesi di lavoro e di fatica; l'altra è quella del Consorzio di tutela che con i suoi poteri di verifica dovrebbe essere l’arma principale (se non l’unica), per proteggere il pistacchio brontese dalla diffusione del “falso” (per intenderci il pistacchio importato, troppo spesso spacciato per «Pistacchio di Bronte» o mischiato con il prodotto originale).
LA CERTEZZA di poter assaggiare il vero "Pistacchio verde di Bronte" si ha solo con l'acquisto di prodotti recanti nell'etichetta l'indicazione "Pistacchio di Bronte Dop" (Denominazione di Origine Protetta).
Ma, fateci caso girando fra gli stands, anche durante l'Expo del Pistacchio (o Sagra che dir si voglia) sono veramente pochi i prodotti a base di pistacchio che recano questa "preziosa" etichetta. Vi diamo un piccolo consiglio: prima di acquistare qualcosa chiedete e cercate i prodotti con l'etichetta Dop. Vi costerà qualcosa in più ma così premierete i produttori ed i trasformatori brontesi ma soprattutto... voi stessi e la vostra gola. [bi] |
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