Altri monumenti

Visitiamo, insieme, i monumenti di Bronte

Le foto di Bronte, insieme

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Fino ad oggi solo un vignaiuolo ha avuto l'onore di una statua

Statue, busti e sculture nelle piazze di BronteBusto del ven. Capizzi (di M. Spina)

Le statue (o i monumenti), si sa, sono opere create trami­te la scul­tura, a tutto tondo, di marmo, bronzo o altro materiale. In genere riproducono figure umane ma anche oggetti o animali o un’idea.

Come le chiese o i templi, da sempre fanno parte delle comunità e delle città; ne caratterizzano l'aspetto, ne rappresentano la storia ed anche la cultura e sono veramente poche le città nelle quali almeno in un parco od in una piazza non ve ne sia una.

Bronte purtrop­po sembra rientrare nel numero di queste poche città; le sue strade o le sue piazze, infatti, non brillano certo per numero di statue o di monumenti. Se ne vedono pochissimi: uno eretto, di fronte S. Vito, che ci ricorda i fucilati del 1860 e due, di carattere religioso, che ci ricordano invece due santi: S. Pio da Pietrelcina, in piazza Cappuccini, e S. Giovanni Bosco nel viale Catania.

In giro per il paese non troviamo altro ma soprattutto non si vede nessuna scultura, nessun monumento che possa rappresen­tarci la storia o la cultura brontese o ricordarci uno qualsiasi dei tanti nostri illustri concittadini.
Di loro esistono solo alcuni busti che, per altro, sono quasi tutti posti in luo­ghi che po­co hanno di pub­blico.

Nell'atrio del Real Collegio Capizzi si può vedere il busto in marmo del suo fondatore, il ven. Ignazio Capizzi (a destra). Opera dello scultore acese Michele La Spina, fu realizzato a Roma nel 1883 in occasione del I° centena­rio della morte del Venerabile.

Nello stesso Collegio, nell’anticamera che un tempo im­met­teva nella Pre­sidenza, trovasi il busto in bronzo di Nicola Speda­lieri. La scul­tura, del 1886, è opera di Biagio Sal­vatore, abruz­ze­se. Una co­pia in gesso trovasi anche nei locali del "Circo­lo di Cultura E. Cim­bali".

Un altro busto del sac. Antonino Rubino, eretto nel 1986, ador­na una aiuola dell’Ospedale Castiglione-Prestianni da lui diretto per alcuni decenni mentre quello, in bronzo, di pa­dre Antonino Marcantonio, da poco inaugurato, è posto al­l’in­terno dell’Istituto S. Vin­cenzo de’ Paoli, da lui fon­dato e diretto per tanti anni.

Nel cosiddetto “fondo antico” della biblioteca del Collegio Ca­piz­zi sono conservati infine i busti di altri due illustri nostri con­citta­dini: lo storico Benedetto Ra­di­ce e il giurista Enrico Cimbali.

Anche del gesuita padre Antonio Messineo esiste un busto in bronzo opera del famoso scul­tore bulgaro Assen Peikov (Sofia 1908 - Roma 1973); è in in quattro esemplari ma nessuno di essi trovasi a Bronte: sono posti nella biblioteca di Civiltà Cattolica, nel Museo di Peikov a Sofia (Bulgaria), nella clinica Nunziatella di Roma e nella residenza di Roma del nipote Nunzio.

Tutto qui, purtroppo non c'è altro.

(nL)
 

Statue a Bronte

Nicola Spedalieri, illustre sconosciuto

I brontesi, popolo spesso violento e ribelle, nonostante vivessero in gravi disagi, riuscirono sempre a trovare le energie e il denaro per la costruzione di nuove chiese che hanno arricchito con sta­tue presti­giose e di grande valore. Si pensi solo al gruppo mar­mo­reo della Madonna Annunziata, scolpito dal Gagini.

Sempre guidati da un clero numeroso, di elevato livello di forma­zione e, cosa rara, con un’antica abi­tu­dine allo studio non riu­sci­rono però quasi mai a trovare risorse ed energie per abbellire con altret­tanta passio­ne le proprie piazze con statue o monumenti.

Il primo, e forse l'unico, sorse nei primi anni del '900, esattamente nel 1922, al centro di Piazza Spedalieri, nella par­te alta, davanti l’ex mona­stero di Santa Scola­stica. Si innalzò, idea pa­triot­tica, per rendere onore ai nu­me­rosi bron­tesi caduti durante la Guerra del 15/18.
La statua in bronzo, posta su un alto basamento di mar­mo (parte di quest’ultimo ancora visibile nell’at­tuale Sacra­rio) rappresentava la Vitto­ria, una donna con in ma­no una fiaccola e una palma. Ab­bel­liva e caratteriz­zava la piazza e, come si può vedere nella foto in basso a sinistra, ne dava un aspetto più armonioso e gradevole.

Durò poco, appena venti anni. Nel 1942, nella suc­ces­siva guerra, tutto il bronzo ed il ferro furono donati alla Patria per fare cannoni ed il monumento fu completa­mente smantellato.
Piazza Spedalieri ritornò spoglia e disa­dorna, solo uno slargo, e la nostra citta­dina orfana di qualsiasi monu­mento, statua o scultura.

Bisognerà aspettare oltre 40 anni per vederne sorgere un altro. L'occasione, questa volta, è data dal Processo a Bixio svol­tosi a Bronte nel 1985. La scultura, in ferro e bronzo, fu eretta nella piazzetta davanti alla chiesa di San Vito e fu dedicata ai cinque malcapitati brontesi ivi fucilati dopo il sommario processo voluto da Nino Bixio per i tragici fatti del 1860.

Di altre statue o monumenti eretti nelle piazze del cen­tro storico di Bronte non c'è traccia. E sì, invece, che potremmo sbizzarrirci nello sce­gliere quale erige­re in ricordo dei tanti per­sonaggi che hanno onorato Bronte. Cominciando dal più importante e famoso di essi, il nostro filo­sofo Nico­la Spedalieri, potremmo continuare con il ven. Ignazio Capizzi e magari finire con chi si rovinò per difendere Bronte o perse let­te­ral­mente la testa per lo stesso motivo: Matteo Pace o Luigi Terra­nova.

Oltre che ad onorare e ricorda­re l'eroico o l'illustre personag­gio che a Bronte ha avuto i natali, l’opera scultorea servirebbe anche a qua­lificare e a rendere più interessante e gradevole lo spazio di una nostra piaz­zetta.

N. Spedalieri, statua di M. RutelliImmaginate come sa­rebbe Piazza Speda­lieri che, dopo la recen­te ri­strut­turazione è stata anche definita “luogo senz’ani­ma”. Con al centro la statua di Ni­co­la Spedalieri final­mente pren­derebbe vita.
Pensate anche co­me sareb­be Piaz­za Cesa­rini Sfor­za, a Roma, senza  la sta­tua dello Spe­da­lieri (foto a destra).
Perché Roma, la ca­pi­ta­le d’Ita­lia, ha eretto una sta­tua in bronzo, alta 4 metri e 50 cm., in onore del no­stro filosofo. Bronte no!

E non si riesce a comprenderne il vero motivo (ma forse non esiste motivo che è peg­gio) se è da oltre un se­colo che si tenta di erigerne una.
Nel 1895, nel primo centenario della morte dello Spedalieri, fu co­sti­tuito addirittura un Comitato con questo preciso unico sco­po: che nella «migliore nostra piazza sorga un monu­mento degno di Lui».

Di tutto rispetto i promotori e compo­nenti. Rappresentavano tutta la società brontese: il Rettore del Real Collegio Capizzi, sac. Nun­zio Lanza, i presidenti del Casino de' Civili (Arcan­gelo Speda­lieri), del Circolo Annunziata (Nunzio Pace), della Socie­tà Operaia (Filip­po Isola), della Società Murifabbri (Giuseppe Piazza) ed il pittore Ago­stino Attinà.

Il Comitato ebbe anche a dichiarare che «non ostante le im­mense difficoltà che saranno per frapporsi lungo la via che si propone di percorrere, nulla, e con invitta costanza, lascierà d'intentato per riuscire ad ogni costo nello scopo prefissosi.»
Ma, trascorso il periodo dell'iniziale entusiasmo e passate le cele­bra­zioni per il centenario, le «immense difficoltà» ebbero il soprav­vento.

«Un monumento di 24.000 lire - scriveva in merito Giuseppe Cim­ba­li uno dei promotori del Comitato - non si può mettere a Bronte; fra le altre cose porterebbe una forte spe­sa per il Comune che deve fari riattare case e strade per portarle a livello del monumento».
L'«invitta costanza» del Comitato venne meno, lo stesso Cimbali si fece promotore di un altro Comitato, questa volta nazionale, per erigere la statua a Roma, dove ebbe successo (il Comune parteci­pò con Lire 1.000 lire) ed a Bronte tutto fu dimenti­ca­to.

L’ultimo timido tentativo di erigere un monumento allo Speda­lieri fu fatto nel 2005 nel corso di un Convegno a lui dedicato. Fu proposto al Sindaco di collocare una statua in suo onore in una piazza di Bronte e il sen. Firrarello, allora era lui il sindaco, accolse con entusiasmo l’idea. Ma anche questa volta non ci fu seguito.
Niente da fare, il nostro filosofo De' Diritti dell'Uomo nella sua Bron­te ha avuto solo una piazza (anche se è la più importante) intito­lata a suo nome mentre un «Vignaiolo» ha avuto più fortuna e l'onore di una sua statua nel Corso principale.

Un Vignaiolo?

Sì, proprio un vignaiuolo, nella Città del Pistacchio si è visto erigere una statua in uno slargo del centro storico di Bronte: fu eretta pochi anni fa fra la sorpresa generale e il disinteresse dei brontesi.
Nessuno l’aveva chiesta e nessun Comitato era sorto appositamente per perorarne o solleci­tarne la posa. Ma tant’è! Sta lì con la sua zappa biforcuta ormai da quasi sette anni, dimenti­cato o guardato con disinteresse o addirittura malcelato fastidio da chi passeggia nel Corso.

Oltre a lui solo il deserto.

Ma lui, il «Vignaiuolo», beatamente, con la sua zappa a due punte in una mano e un grappolo d’uva nell'altra, sorride sardonico e se la gode nel vedersi passare davanti tanta gente che nemmeno conosce: i brontesi.

Chi glielo avrebbe mai detto che sarebbe stato proprio lui ad avere l’onore di essere l’unica statua eretta nelle strade di Bronte!? Ed ai tanti forestieri che domandano "Ma chi è?", i brontesi non sanno che rispondere se non: "Booh!?"

«E’ anche vero - scrive Laura Castiglione - che è stata intitolata a Spedalieri una scuola, una piazza, si conserva un auto­ritratto nel collegio Capizzi e il suo clavicembalo, il busto nel Circolo di Cul­tu­ra, ma il suo pensiero filosofico sui diritti dell’uomo, per cui è stato al centro di tante polemiche, che fine ha fatto? Come spes­so ac­ca­de, l’apparenza è quella che conta e con un busto e un clavi­cembalo si è salvata la faccia.»
Per non rimanere critici solo sulla nostra “vilitudine” e fare una po­le­mica sterile, facciamo un appello a tutti i brontesi del mon­do di buona volontà, amanti del bello e della storia, a far sen­tire la loro voce, a dare un contributo di idee perché final­mente si realizzi un sogno, oltre che un dovere, di dare a Speda­lieri la visibilità che merita nella sua città natale.
(Nino Liuzzo, Novembre 2015)


Statue, buste e sculture  a Bronte

Benedetto Radice

Nelle 5 immagini: Il gruppo scultoreo in marmo bianco di Carrara dedicato a Don Bosco, posto nel Viale Catania e inaugurato il 29 Maggio del 1988 a conclu­sione dei festeg­gia­men­ti fatti nel cen­te­na­rio del­la sua morte; i due busti di Enrico Cimbali e dello storico brontese Benedetto Radice posti nel Fondo antico della biblioteca del Real Collegio Capizzi: il sac. Antonino Rubino, parroco della chiesa del Rosario e  per 23 anni presidente dell'Ospedale Castiglione-Pre­stianni e lo sconosciuto "vignaiolo" del Corso Umberto.

Monumento a Falcone e Borsellino (Villa comunale di Bronte)

1) Da un’idea del Prof. Nunzio Scia­var­rello è nato all’interno del parco del Castello Nelson un prestigioso Museo di sculture in pietra lavica all’aperto. Rap­pre­senta un unicum, un patrimonio del tutto eccezionale e irripetibile. Le opere, scolpite da artisti di fama internazionale (Simon Benetton, David P. Campbell, o Toshihiko Minamoto solo per citarne alcuni), hanno forme astratte e idealizzate.

2) Sunday (Domenica), un basso­rilievo di Nicola Dell'Erba, eretto nel 2003 nel Viale Catania adiacente all'ex parcheggio Multipiano.

3) Un altro bassorilievo (o sgraffito) dedicato alla Madonna Annunziata. E' stato regalato ai brontesi dall’artista Salvatore Cipolla. La targa apposta sul davanti recita che «quest'opera è stata realizzata e donata al popolo di Bronte da Salvatore Cipolla il 7 dicembre 2010».

4) Sulla destra il monumento che Bronte ha dedicato il 23 Maggio 1992 ai giudici  «Giovanni Falcone e Paolo Borsellino ed ai loro uomini di scorta, perchè il ricordo del loro sacrificio sia sempre esempio di impegno civile per la vita, la legalità e la pace». E stato eretto subito dopo l'ingresso della Villa Comunale.

Il monumento eretto ai pie­di della scalinata del­la chiesa di S. Vito, «Ad perpetuam rei memo­riam che nell'agosto 1860 di cittadini brontesi donò la vita in olocau­sto»  (così recita la targa che vi è stata apposta). E' opera dello scultore brontese Domenico Girbino ed è stato inaugu­rato il 10 Ottobre 1985 in occasione di un Convegno-processo a Bixio per i fatti del 1860.

Il busto di Nico­la Speda­lieri (al centro), scolpito nel 1886 da Biagio Salvatore, abbruzzese, posto nella Direzione del Real Collegio Capizzi (una copia è anche nel Circolo di Cultura E. Cimbali) e, a  destra, quello molto più recente di padre Antonino Mar­can­tonio, inau­gu­rato a giugno 2004 nel giardino di quel che un tempo era l'Ospizio dei Vecchi.

Uno sguardo  al passato: una imma­gine del monu­mento ai caduti del­la guerra 15/18 eretto a Bronte nel 1922. Fu smantel­lato 20 anni dopo, nel 1942, per donare il bron­zo ed il ferro alla patria e farne cannoni. Il piedistallo ed altri elementi in marmo sono ora accatastati  nel cosiddetto Sacrario dei caduti adiacen­te alla chiesa di San Silvestro.
L’autore del monumento fu lo scul­tore Luciano Condo­relli (Acireale 1887- Ro­ma 1968), che in Sicilia ne rea­lizzò altri anche a Ramac­ca (del 1926, tut­t’ora visibile), a Ce­sarò (1919), a Isnello (1921) ed a Ca­pizzi (1934).


Vedi pure:
Museo di sculture in pietra lavica | Pinacoteca Nunzio Sciavarrello | Museo Nelson | Artisti brontesi tra sette e ottocento
 

 

         

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