 |
 |
| La Ducea dell'ammiraglio H. Nelson | Visitiamo, insieme, la Ducea Nelson |  |
| Ti trovi in: Home-> Monumenti-> Ducea Nelson-> Museo Nelson | IL CASTELLO | CHIESA DI SANTA MARIA | ABBAZIA | MUSEO NELSON | MUSEO DI SCULTURA | L'OBELISCO | Ducea Nelson
Museo Nelson
Un mondo inglese ai piedi dell'Etna
L’ala
gentilizia della Ducea che oggi ospita il Museo era la residenza
brontese dei discendenti di Horatio Nelson (il Castello) ed
ancora oggi rimane una perfetta documentazione storica di vita
inglese. Gli ambienti che la compongono è probabile che
rappresentino la volumetria più consistente del vecchio
monastero benedettino. Sicuramente sono quelli arrivati
fino a noi in migliori condizioni in quanto, una volta
trasferiti per dono regale ai Nelson, furono ristrutturati ed
adibiti a residenza permanente. Molte strutture e locali
che compongono il complesso edilizio furono costruiti nella
prima metà dell’ottocento, quando fu risanato ed inglobato
quello che restava dell’antica abbazia benedettina; furono
ristrutturati soprattutto gli ambienti che si dipartivano dalla
destra del portale della Chiesa e circondavano il piccolo
chiostro. Una particolareggiata descrizione degli
ambienti, dei quadri e delle suppellettili ci è stata lasciata
dal V° Duca, Alexander Nelson Hood, nel suo libro "La
Ducea di Bronte", memorie scritte per la famiglia"
nel 1924. L’ala gentilizia, posta al piano superiore oggi
destinato a Museo, si affaccia sul giardino botanico e sul
cortile principale del complesso al centro del quale sorge, in
onore dell'ammiraglio Nelson, la grande croce celtica
voluta nel 1888 dal suo discendente, il IV Duca di Bronte Lord
Alexander Nelson Hood, barone Bridport. Un lungo corridoio
disimpegna tutte le stanze, esposte a ponente sul giardino
inglese, nelle quali si trovano la maggior parte degli arredi
lasciati dagli eredi della famiglia Nelson. Assume l'aspetto di
un vero e proprio percorso museale ricco di cimeli, reperti
archeologici, con le pareti coperte di quadri e marine giganti
che descrivono le vittorie di Nelson. Un ritratto, a figura
intera, di Nelson e Wellington, l’uno a fianco dell’altro, è, a
detta di tutti, l’unico in cui erano stati ritratti insieme. |
|
 |
 |
 |
 |
Le scale di accesso agli appartamenti signorili dei Nelson e il lungo corridoio di disimpegno delle numerose stanze,
oggi trasformate in museo. La foto in bianco/nero del corridoio risale al 1880 ai tempi del IV Duca di Bronte, Alexander Nelson Hood, Visconte Bridport (1814 - 1904). |
|
«Il
lungo corridoio, 150 piedi di lunghezza - scriveva nel 1924 il V° Duca
Alexander Nelson Hood (The
Duchy of Bronte), porta, alle pareti, dipinti e stampe quasi
esclusivamente di Nelson e degli Hood. Arrivarono da Cricket, dopo la sua
vendita, o da Royal Lodge, dopo la morte di mio padre (il resto dei dipinti
e delle stampe delle familiari battaglie, si trova
alla Falconara, Taormina, o a Londra al n. 13 di Pelham Crescent)».
Nel corridoio sono esposti quadri e stampe raffiguranti l'ammiraglio
inglese ed i suoi discendenti, lettere autografe dei reali inglesi, medaglie
e piani di battaglia navali, ordini militari, sarcofagi, anfore romane e
reperti archeologici ritrovati durante i recenti scavi eseguiti per la
ristrutturazione della Ducea.
Nelle
due foto a destra, il vasto ambiente che immette nel lungo corridoio e un dipinto raffigurante la battaglia di
Trafalgar.
«Nella
stanza n. 2 - scrive ancora il V° Duca, Alexander Nelson Hood,
nelle sue "Memorie
scritte per la famiglia" - ci sono ritratti della nostra
Famiglia Reale, regalati a mio padre dalla Regina Vittoria
in diverse occasioni. (...)
Dei cinque busti, tre di gesso, uno di marmo e uno di
bronzo, i numeri 1, 2 e 3 sulla sinistra partendo dalla Hall
sono: il primo dell'Ammiraglio Visconte Hood; il secondo di
Maria Marchioness del Downshire, la madre di mia madre; il
terzo di Elliot, Lord Heathfield, Conquistatore di
Gibilterra.
Quest'ultimo busto fu dato a mio padre, al
Castello di Windsor, dalla Regina Vittoria la quale,
informata che fosse un busto dell'Ammiraglio Lord Hood,
affermò che pensava che a mio padre avrebbe fatto piacere
averlo. Al suo arrivo a Cricket lo
stemma sul piedistallo mi confuse perché non mi sembrava
quello di Lord Hood.» (Attraverso
la Ducea Nelson in
La Ducea di Bronte di A. Nelson Hood, Bronte, 2005)
E William Sharp che fu "ospite dell'accogliente Castello di
Maniace" per ben tre volte
scriveva estasiato che «dalle mie stanze posso andare
nel grande corridoio centrale (un museo di oggetti belli e
interessanti, con deliziosi vasi, antiche sculture greche,
rari stampi greco siculi e un autentico museo di articoli di
ogni tipo appartenenti a Nelson, incisioni e stampe a colori
nonché altri oggetti simili legati al grande ammiraglio) e
dal balcone dell’estremità nord, che sovrasta i
rapidi flutti grigio verdi (a volte un corso sottile e
veloce altre un furioso torrente) guardo al di là delle mura
del castello i solitari pascoli collinari...» «O posso
recarmi all’altra estremità del corridoio e attraverso il
salottino [drawing room] e sala della musica entrare nella
scura stanza da pranzo [breakfast room] rivestita di quercia
e affacciandomi da una delle sue finestre ammirare l’Etna
che domina vicinissima: e rivivere scene come quelle
raffigurate in Empedocle sull’Etna». |
|
 |
 |
 |
 |
 |
Il
Museo è storicamente interessante ma anche ricco di
straordinario fascino e di bellezza. Sulla sinistra del
lungo corridoio si aprono i
sontuosi appartamenti dei duchi inglesi ancora ornati
delle suppellettili originarie
(le camere da letto, lo studio, la sala da pranzo, i
servizi, i bagni etc.) e in parte piastrellati con pavimenti
originali di maiolica del secolo XVIII. Le stanze stesse
sono state pure scrupolosamente restaurate. Repliche delle
originali mattonelle da pavimento sono state realizzate per ogni
camera e una sezione delle vecchie mattonelle è stata
lasciata, protetta, nel posto come paragone.
Oltre alle stanze, ai servizi ed alle cucine, rigorosamente
ammobiliati con mobili e suppellettili dell'epoca, altri
numerosi oggetti d'arte sono conservati nel Castello.
Gli ambienti conservano preziosi cimeli, oggetti di uso comune e
numerose opere d'arte appartenuti ai Nelson: ritratti di Lady
Hamilton o della Regina Vittoria col principe consorte Alberto,
lettere autografe dei reali d'Inghilterra, arredi e mobili di
grande pregio e di vario stile, vasi ed orologi dell'ottocento,
cassapanche di pregevole fattura, maioliche calatine del XVIII
secolo, stampe e dipinti di autori inglesi (Luny, Paton,
Spencer, Elliot), porcellane napoletane e gli stemmi dei Nelson.
Nelle stanze dei Nelson non si vedono più i maggiordomi o la numerosa servitù, le cucine, le stufe e i caminetti sono spenti e tutto è immobile, ma in un grande silenzio affiorano alla memoria la storia e la magia del luogo rimasta immutata ma anche le sofferenze del povero popolo brontese
angariato ed espropriato per secoli delle sue ricchezze a
favore dello storico Ospedale grande e nuovo di Palermo
prima e di Nelson e dei suoi discendenti dopo.
La mobilia è un miscuglio di stili: parte di essa è stata portata dall’Inghilterra, parte, come il tavolo da refettorio del 6° secolo, si crede sia parte dell’originale mobilia del convento. Altri pezzi erano stati comprati localmente dai Bridports ed includono alcuni magnifici esempi d’artigianato siciliano.
La casa è in vari modi un monumento a Horatio Nelson, con
ricordi della sua vita e delle sue vittorie dappertutto. |
|
Alcuni dei
numerosi oggetti esposti nel corridoio e nei vari ambienti
del museo. I due busti a destra sono
del V Duca (Alexander Nelson-Hood, 1854-1937) e di un
giovanissimo Alexander Nelson-Hood (VII,
attuale Duca di Bronte). L'orologio al centro in ottone
e tartaruga è del XIX secolo. |
|
Fra
i mobili d'epoca, gli oggetti di uso comune ed i cimeli di vario genere,
presenti nelle stanze del Museo, sono esposti medaglie e diplomi con
sigilli originali concessi ai Bridport, ordini militari, piani di
battaglia, l'asta terminale del pennone e la campana della nave di
Nelson e i due bicchieri di cristallo e la
bottiglia con i quali, prima di morire, l'Ammiraglio ed i
suoi ufficiali brindarono alla vittoria la notte prima della battaglia
di Trafalgar (21 ottobre 1805); il servizio di cristallo, era posto (e
lo è ancora) in una nicchia per tenerlo fermo nel mare più mosso.
Purtroppo il museo, appena tre anni dopo l’acquisto da parte del Comune, ha subito nel 1984 un gravissimo furto di una ventina di preziose opere (fra dipinti e mobili d'epoca) che ancora non sono state recuperate e che difficilmente potremo un giorno vedere esposte ed ammirare nel Museo Nelson.
Il compianto giornalista Salvo Nibali, appassionato studioso e ricercatore del monachesimo in Sicilia, nel suo libro "Il Castello Nelson" (Giuseppe Maimone, 1985) riporta un elenco delle cose trafugate: 1 - Seguace di G. Dughet, Figure in un paesaggio boschivo;
2 - Meadows, Paesaggio boschivo con contadini ed animali;
3 - Seguace di J. M.W. Turner, Figure su una banchina;
4 - J. Wyck, Soldati in un campo di grano; 5 - Monomy, Navi, battaglie e chiatte in mare mosso;
6 - Lietenant William Elliott, Victory con ammiraglio Hood vicino Bastia;
7 - Thomas s Luny, Azione durante la battaglia dei santi e La Cattura della città di Parigi. 8 - Incisione su vetro a colori raffigurante la morte di Nelson. Insieme a questi quadri furono rubati pure arredi e mobili di grande pregio e di vario stile: un tavolo in noce stile XVII secolo, quattro comodini in noce, uno specchio e tre comò in noce del XVIII secolo. |
|
|
|