Sulla sua tomba fu eretto un monumento in marmo bianco a grandezza naturale che raffigura San Michele Arcangelo. I titoli nobiliari britannici andarono al figlio maggiore Arthur Wellington Alexander Nelson Hood, mentre la Ducea ed il titolo di Duca di Bronte, come da testamento depositato il 9 Luglio, furono trasferiti al quarto figlio il Duchino Alexander Nelson Hood. A lui il figlio nel 1905 ha dedicato l'obelisco nel punto più alto di Serra del Mergo.
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| 5° - Alexander Nelson-Hood (1904 - 1937) | L'On. Sir Alexander Nelson-Hood, V Duca di Bronte, grande Ufficiale della Corona d'Italia, Tesoriere di Sua Maestà la Regina d'Inghilterra, Visconte Bridport, nato nel Palazzo Reale di Cumberland Lodge Windsor il 28 giugno 1854, visitò per la prima volta la Ducea, giovanissimo, nel 1868. Figlio del generale Alexander Hood, I° visconte Bridport di Cricket St. Thomas e di Lady Mary Penelope Hill, è stato definito il gentiluomo contadino e letterato. Innumerevoli le prestigiose cariche ricoperte nella sua Inghilterra alla Corte della Regina Vittoria e della Principessa del Galles. Tra il 1910 e il 1919 ricoprì anche la carica di Tesoriere di Sua Maestà il Re Giorgio V. Ottenuta dal padre, a 19 anni, la gestione del feudo, vi visse stabilmente (tra Maniace e la villa di Taormina) fino alla morte, godendosi la proprietà ed apportandovi elementi nuovi di bonifica e di trasformazione fondiaria. Così descrisse i suoi primi anni di vita al Castello: «Il mio compito: amministrare un grande territorio, giovane com'ero, privo d'esperienza, ignorante della gente e dei suoi modi, con una incerta conoscenza della lingua, non era dei più semplici. Tuttavia mi impegnai a fondo e, lavorando a volte fino all'una di notte, o più tardi, tenni i conti, supervisionai il lavoro fuori, curai la corrispondenza e l'amministrazione, per un certo numero di anni, praticamente senza aiuto.» «Pare - scrive Nunzio Galati - che non gli creasse problemi, anzi, trovasse naturale il prendere tra le mani il piccone, la zappa o una mazza dandoci sotto fino a inzupparsi di sudore è tornare al Castello talmente scompigliato e sporco da sembrare un inquilino. E durante la vendemmia entrava sempre nella vasca del palmento a pigiare l'uva mischiato tra i suoi dipendenti.» Suoi amministratori furono il cav. Charles Beek, Mr. Edwin Hughes, Major Richard Forsyth Gray e Mr. George Dubois Woods. E' stato il primo ad essere sepolto nel piccolo cimitero inglese della Ducea. Intelligente e raffinato, ci ha lasciato alcuni libri fra i quali "Tales of Old Sicily" (Londra, 1906); "Sicilian Studies", storie e saggi relativi alla vita in Sicilia (George Allen & Unwin, London 1915), ma sopratutto un libro di memorie, "La Ducea di Bronte", un "diario scritto per la famiglia", edito recentemente, che rappresenta una vera miniera di minuziose informazioni sulla storia e sulla conduzione del feudo, sui criteri di gestione e sulle tipologie di coltivazioni ma anche sui costumi ed il carattere dei brontesi. Affascinato da Venezia e dalla sua storia scrisse anche un romanzo di ambientazione veneziana, “Adria a Tale of Venice” (Londra 1904), dedicato all'amico e compagno di viaggio W. Sharp, con il quale condivideva l'amore per la città lagunare. Governò a lungo e con amore e passione il feudo apportandovi continue innovazioni e migliorie. Nel suo periodo - il feudo gli fu affidato dal padre a soli 19 anni, nel 1873 - la Ducea raggiunge il suo massimo splendore. Piantò decine di migliaia di alberi di ulivo, mandorlo, pistacchio e, nei terreni di Malpertuso, Cartiera e Ricchisgia, 24.000 alberi di arancio con relativo sistema di irrigazione. Curò in particolare anche la piantagione di pregiate viti (700.000 solo nel I° vigneto, al Boschetto, dove furono costruiti palmenti, cantine e una distilleria). Con il sogno di portare la Sicilia alla ribalta mondiale nella produzione e commercializzazione di grandi vini e di brandy eccellenti partecipa ad alcune esposizioni nazionali dove fu premiato con medaglia d'oro e d'argento. Non riuscì però a superare le crescenti difficoltà causate dagli alti costi di produzione, dal diminuito costo del vino e, soprattutto, dal diffondersi della Filossera nei vigneti di Maniace. Fra le altre opere fece costruire diverse strade rendendole carrabili e ponti; ricordiamo la strada che dalla Ducea porta alla stazione ferroviaria di Maletto e l'altra che da Bronte porta alle contrade Ricchisgia e Marotta allora facenti parte dell'immenso suo feudo. «Il sottoscritto - scriveva il Duca nel 1935 - non è stato immemore dei suoi obblighi morali di proprietario, molto più che una gran parte del dispendio (per strade, ponti e costruzioni) è infruttifero!» (AN, vol. 312-C p. 107). Amante della letteratura e dei miti greci, Alexander Nelson-Hood fu di una intelligenza duttile, con interessi oltre che della poesia e della letteratura anche nel campo dell’economia, della sociologia e dell’antropologia. Discretamente omosessuale e ammiratore di Mussolini e del regime fascista, trascorreva molti mesi all'anno a Maniace e a Taormina dove si costruì una sontuosa villa (La Falconara) contribuendo a farla diventare un "luogo di villeggiatura per facoltosi omosessuali del Nord Europa". La Ducea e La Falconara divennero anche salotto letterario e buen retiro di poeti, scrittori ed artisti inglesi fra i quali spiccano William Sharp (morto e sepolto a Maniace), D. H. Lawrence, Robert Hichens, F. Marion Crawford e Frances Elliot. I ricordi, le impressioni ed i giudizi sui luoghi e sui brontesi di questi letteratiti, poeti, musicisti, grandi viaggiatori che, ospiti a Maniace dei discendenti di Horatio Nelson, visitarono Bronte dal 1801 al 1920 non sempre furono lusinghieri per noi brontesi. Per il suo impegno a favore della popolazione messinese colpita nel 1908 da un funesto terremoto, per interventi ad personam ma soprattutto per l’organizzazione di centri di distribuzione di latte e pane, di ambulatori e per offrire ospitalità ai profughi a Taormina, il Duca Alexander Nelson-Hood che era già Commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia per meriti acquisiti nel campo dell’agricoltura fu elevato molto meritatamente dal Re al rango di Grande Ufficiale. Il quinto duca morì ottantatreenne il 1° giugno del 1937 nella sua villa di Taormina (nella foto a destra la notizia della morte riportata dal New York Times). Non essendosi mai sposato non lasciò eredi diretti. Alla sua morte la Ducea passò ad un suo pronipote, figlio adottivo, Rowland Arthur Herbert Nelson-Hood visconte Bridport (secondogenito del fratello, Arthur Wellington Alexander) da lui nominato erede universale ed esecutore testamentario con testamento del 24 settembre 1935.
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| 6° - Rowland Arthur H. Nelson-Hood (1937 - 1969) | Rowland Arthur Herbert Nelson-Hood, nato il 22 maggio 1911 a Walhachin (British Columbia, Canada) fu il VI Duca di Bronte. Eredita nel 1937 la Ducea dallo zio. Fu stroncato da un infarto il 26 luglio 1969, a Maniace. È sepolto nel piccolo cimitero della Ducea. Nei trentadue anni in cui ha tenuto lo "scettro" è riuscito - anche se non sempre è stato facile - a rendersi benvoluto e stimato ed ad allontanare da sè quella figura e quegli atteggiamenti da "padrone" che nel passato resero invisi parecchi suoi avi. Anche se i tempi erano maturi perchè "l'ultimo feudo siciliano" fosse smantellato, il VI duca, sulle orme del predecessore, apportò notevoli miglioramenti sia nella gestione dei possedimenti che nelle condizioni dei contadini. Fece costruire la prima scuola, un mulino, pagava un'ostetrica ed un medico, fece arrivare l'acqua, migliorò le condizioni delle strade e dei ponti. Ciononostante, Carlo Levi, nel 1950 scriveva della Ducea «… esempio del più assurdo anacronismo storico, della persistenza di un perduto mondo feudale e dei difficili tentativi contadini per esistere come uomini». I suoi furono gli anni dell'esproprio della Ducea da parte del fascismo e della nascita dell'Azienda Agricola Maniace fra gli anni 1941-43. Ma furono anche, nella nascente Repubblica, anni di grandi trasformazioni sociali, della riforma agraria, delle occupazioni delle terre e della lotta che i contadini di Bronte, Maniace e Maletto sostennero dal '49 al '56 per l'applicazione delle leggi di riforma e la divisione del latifondo ducale. Dal 1963 al 1965, dopo decenni di lotte, ciò che restava dell'immenso feudo donato a Nelson dal Borbone, fu diviso in piccoli lotti (per un totale di ben 6.593 ettari) ed assegnato ai contadini. Alla Ducea restarono soltanto poco più di 200 ettari. Il VI duca sposò, nel 1934, Pamela Aline Mary Baker da cui divorziò nel 1945; successivamente, nel 1945, sposò Sheila Jeanne Agatha van Meurs (morta nel 1996) dalla quale ebbe Alexander Nelson Hood (nato nel 1948), settimo duca di Bronte. I suoi amministratori furono Mr. George Niblett, Mr. Charles Lawrence Hughes e Mr. Frank Edward King. Nella foto a destra, il British Passport rilasciato nel 1955 dal Consolato Inglese di Palermo a the right honourable Rowland Arthur Herbert Nelson Hood Viscount Bridport, di professione land owner, altezza 6 ft. 3 in., occhi blue, capelli white, special peculiarities: tatuaggio (drago) nell'avambraccio destro.
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| 7° - Alexander Nelson-Hood (1969) | Alexander Nelson-Hood, nato a Londra il 17 marzo 1947, è l'attuale Duca di Bronte, il VII, rampollo dei Nelson, degli Hood, dei Bridport, nomi storici legati alla storia della marineria britannica. Sposato il 5 gennaio 1972 con Linda Jacqueline Paravicini (dalla quale ha divorziato nel 1979), ha avuto un figlio, Peregrine Alexander Nelson Hood (nato nel 1974, il futuro 8° Duca di Bronte). Quando, nel 1969, la eredita, la Ducea non rappresentava più uno dei più grandi latifondi siciliani; dopo la transazione del 1861 e l'applicazione della riforma agraria degli anni 1963-65, erano rimasti solo i prestigiosi fabbricati e poche centinaia di ettari di fertili terreni, coltivati a frutteto. Prima di ereditarla, due anni prima, nel 1967, Alexander Nelson Hood era funzionario di un importante istituto finanziario britannico (la Kleinwort Benson, dove si occupava dei rapporti di affari con l'Europa e particolarmente con la Francia, l'Italia, la Spagna). |
| | Una veduta generale dall'adiacente torrente Saracena della antica abazia benedettina sorta intorno al 1173 a Maniace, probabilmente sulle rovine di una preesistente costruzione basiliana, per volontà della Regina Margherita. Oggi è, anche se impropriamente, denominata Castello Nelson. |
| | I leoni di marmo a guardia della porta che immette nel giardino inglese appoggiano la zampa sugli stemmi degli Hood-Bridport (un uccello marino con le zampe appoggiate ad una gomena e ad un'ancora) e dei Parravicini (il cigno), casato questo cui apparteneva la prima moglie dell'ultimo Duca Alexander. | | Veduta aerea del complesso della Ducea di Bronte (il cosiddetto "Castello Nelson"). L'ala destra, (gli ex appartamenti signorili che ospitano in atto il Museo Nelson), danno sul giardino interno progettato da Andrea Graefer, primo amministratore della Ducea nominato da Nelson. |
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| | | | | | Queste foto risalgono al periodo durante il quale la Ducea era ancora la residenza dell'attuale Duca di Bronte, Alexander Nelson-Hood. Sono tratte, dopo la decisione dei Nelson di abbandonare dopo quasi due secoli il territorio e la Ducea, da una brochure realizzata da una Società londinese per pubblicizzarne la vendita. Gli ambienti, poi acquistati nel 1981 dal Comune di Bronte, ora costituiscono il Museo Nelson ma molti arredi, quadri, suppellettili ed anche importanti documenti quali lettere, diari ed altro qui visibili non esistono più. Sono andati dispersi perchè non ceduti o scomparsi quando la Ducea, espropriata dal regima fascista, fu affidata all'ente di Sviluppo Agricolo o venduti prima della consegna al Comune o regalati da compiacenti incaricati o, addirittura, rubati (come il tavolo in noce stile XVII secolo della sala da pranzo della seconda foto, trafugato nel 1984). Nelle due foto a destra La Falconara, la residenza dei Duchi di Bronte a Taormina; fu costruita dai Nelson nel 1911 su un ripido pendio, alcune centinaia di metri più in basso del Teatro Greco: si compone di 20 stanze, di cui 8 camere, 10 bagni e ampi spazi con giardini e verde. Scrive Lucy Ryal (Under the Volcano: Empire and Revolution in a Sicilian Town, 2013) che il il V Duca, «Alexander Nelson Hood costruì anche una villa a Taormina, contribuendo a sviluppare la città come resort di lusso e luogo di villeggiatura per ricchi omosessuali del nord Europa» e che anche lo scrittore Robert Hichens, assiduo ospite del Duca a Maniace e a Taormina, "era molto interessato ad Alec Hood». Nella villa soggiornarono nell'aprile del 1925 re Giorgio V e la regina Mary con il principe Giorgio e la principessa Vittoria. A destra il busto in bronzo del V Duca Alexander Nelson-Hood, morto, ottantatreenne, in questa villa il 1° giugno del 1937: «Il busto di bronzo è mio, realizzato dal giovane scultore di Taormina Enrico Licari - non soddisfacente nella somiglianza, tranne che di profilo, forse.»
(Alexander Nelson-Hood, "La Ducea di Bronte") |
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| | Una foto (a destra) del matrimonio dell'attuale Duca di Bronte (il VII), Alexander Nelson-Hood con Linda Jaquelin Paravicini. La foto a sinistra è stata fatta a Londra nel marzo 1969 durante i festeggiamenti per il suo 21° anno di età. A sinistra di Alexander i genitori, il VI Duca di Bronte, Rowland Arthur Herbert Nelson-Hood, e la mamma, la duchessa Sheila Jeanne Agata van Meurs (di origine olandese). | Al centro della foto, il duchino Alexander, la madre ed il VI° Duca Rowland Arthur Herbert Nelson-Hood posano con i dipendenti nel cortile del Castello, davanti alla Croce dedicata al loro antenato. | Il VII° Duca di Bronte posa con lo staff amministrativo della Ducea: Il primo a sinistra è mister King (l'ultimo amministratore); alla destra del duca un giovanissimo Giuseppe Càrastro, padre del nostro socio Ing. Mario. |
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L'attuale Duca di Bronte e Visconte Bridport, Alexander Nelson Hood, con i figli Peregrine Alexander Nelson Hood (al centro, nato il 30/8/1974, avuto con Linda Jacqueline Parravicini, futuro erede dei titoli di Duca di Bronte e Visconte Bridport) e Anthony Nelson Hood (nato il 7/1/1983, avuto con Nina Lincoln vedova del pilota di Formula 1 Jochen Rindt. Alexander Nelson Hood, il 7° Duca, ha divorziato nel 1979 da Linda e poi nel 1999 da Nina. La foto risale probabilmente al giorno del matrimonio di Peregrine, amico del principe William e del principe Harry, con Serena Nikkhan direttrice esecutiva di moda di Vogue Gran Bretagna. Si erano sposati l'8 Giugno 2013 nella piccola chiesa di San Giovanni Battista a Charlton Park, a Malmesbury , Wiltshire, casa della madre di Peregrine , la contessa di Suffolk e Berkshire. |
| Subito dimostrò di non avere alcuna passione nè interesse per continuare a vivere nella Ducea che era stata di Nelson. Nei dodici anni di "regno" provvide a vendere tutte le proprietà rimaste e, nel settembre del 1981, anche il complesso dell'antica abbazia che fu acquistato dal Comune di Bronte per un miliardo e settecentocinquanta milioni di lire (di cui 950 per il "Castello" vero e proprio e per il terreno; 237 per gli altri immobili; 570 per i mobili, i cimeli, i quadri, ed ogni altra cosa mobile esistente nel "Castello"). Il VII duca di Bronte andò a vivere in Svizzera. Dopo la vendita della Ducea, Alex Bridport, «il più siciliano di tutti i duchi di Bronte», ha lasciato Bronte e non vi ha fatto ritorno per trenta anni: si è dedicato alla sua attività nel campo dell’intermediazione finanziaria passando al servizio della Chase Manhattan a Ginevra e della Shearson Lehman Brothers a New York, per poi fondare, nel 1991, un’azienda di servizi finanziari a Ginevra, la Bridport & C. s.a. «Nel 2010, - continua la Rial - la Bridport Investor Services possedeva un capitale netto di 17 milioni di franchi svizzeri, con un volume di vendite di oltre 31 miliardi di franchi svizzeri e sedi a Ginevra, Zurigo e nell’isola di Jersey. Se i titolari delle banche d’investimento, come generalmente si ritiene, sono la nobiltà del XXI secolo, allora il VII duca di Bronte può dire di aver finalmente realizzato il sogno della sua famiglia.» In una conversazione avuta con la Rial il 15 luglio 2011, il visconte Bridport ha spiegato come la sua decisione di vendere la Ducea fosse stato un esito scontato. All’epoca della morte del padre era molto giovane, appena ventunenne, e aveva davanti a sé una carriera nella City di Londra e ambizioni fra le quali non rientrava la conduzione di una tenuta in Sicilia. In ogni caso, negli anni Settanta la proprietà aveva subito una notevole riduzione ed era gravata da consistenti debiti. «Di grandi dimensioni, scomodo e con notevoli costi di gestione, sempre troppo lontano per essere una casa di campagna inglese e situato in un luogo in cui non c’erano molti divertimenti, il castello di Maniace era ormai quasi esclusivamente un ingombrante fardello.» L'unica proprietà che gli eredi dei Nelson continuano a possedere a Bronte è il piccolo cimitero inglese sito a pochi passi dalla Ducea. Lì riposano tanti loro antenati e rappresenta l'unico legame veramente affettivo con l'antica Ducea ereditata dall'Ammiraglio. Costruito nel 1898 per i Nelson, ospita otto tombe, tra le quali anche quella del poeta romantico William Sharp che morì a Bronte. Per quanto minuscolo e simbolico il possesso del piccolo cimitero consente di conservare in qualche modo il diritto giuridico e morale al titolo feudale di "Duca di Bronte". Quest'unica proprietà degli eredi di Horatio Nelson, oggi è in concessione al comune di Maniace per un periodo di 10 anni, per la promozione del turismo. Nella foto a destra, un busto in terracotta, conservato nel Museo Nelson, ritrae il 7° Duca, Alessandro, ancora bambino. Scriveva Il Ciclope del 5 Dicembre 1948 che «Il biondo e paffuto erede, il duchino Alessandro Nelson Hood, nato a Londra il 17 marzo di quest'anno, è stato presentato al folto stuolo d'impiegati della Ducea in una alle loro famiglie». | |
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