Cenni storici sulla Città di Bronte La Ferrovia Circumetnea Il trenino che fa il giro dell'Etna La realizzazione della ferrovia che circumnavigando l’Etna collegava Bronte a Catania e a Giarre, fu per il paese di Bronte un avvenimento d’importanza storica. Toglieva finalmente dall’isolamento una cittadina di 20.000 abitanti circa, economicamente sviluppata e con un prestigioso Collegio, il Real Collegio Capizzi, che ospitava numerosi studenti siciliani e calabresi (i convittori raggiunsero in quel periodo il numero di oltre trecento). I brontesi, i parenti dei convittori che si recavano a Bronte, erano costretti ad estenuanti viaggi in carrozza o a dorso di mulo per raggiungere Catania o Giarre. La commercializzazione ed il trasporto dei prodotti brontesi (pistacchio, vino, mandorle, legumi, olio, frumento) verso Giarre o Catania era effettuato con viaggi che duravano oltre un giorno con piccoli carretti, trainati da muli o cavalli, su trazzere tortuose e poco affidabili per il forte dislivello del terreno e con il pericolo di venire alleggeriti del carico dai numerosi banditi che infestavano le zone. La ferrovia portava benessere e toglieva finalmente dall’isolamento un paese di 20.000 abitanti con un'economia agricola molto florida, ma la sua realizzazione fu lunga e tormentata. L'idea di realizzare una ferrovia attorno all'Etna nasce con la costituzione di un "Consorzio per la costruzione ed esercizio" tra la Provincia e la Camera di Commercio ed Arti di Catania e i paesi pedemontani, stipulato ai sensi di un R. D. del 31 Dicembre 1883. La spesa prevista nel 1881 per la costruzione della linea ferrata era di 13 milioni di Lire (55.686.613,84 euro) dei quali 8.600 milioni a carico dello Stato, e 2.400 a carico della Provincia e dei Comuni consorziati. Il restante a carico della nuova Società che avrebbe ottenuto l'esercizio per 90 anni. Una delle prime delibere del Consiglio Civico brontese riguardante al costruzione della ferrovia è del 18 ottobre 1881. Dieci consiglieri dei 30 componenti il Consiglio deliberarono di mettere in bilancio la somma per il progetto di costruzione di una ferrovia a scartamento ridotto da Catania a Randazzo, deliberato dal Consiglio Provinciale il 13 agosto dello stesso anno. Un'altra delibera consiliare del 9 Gennaio 1882 stabiliva che la stazione di Bronte della Circumetnea non doveva essere distante più di 500 metri dall’abitato e che la quota di contribuzione per tutti i comuni consorziati "non debba eccedere le lire 60.000 per cinquant’anni". Anche il IV Duca, Alexander Nelson Hood, con una lettera del 23 marzo 1882, annunciava al Prefetto la sua adesione al Consorzio offrendo l'annua cifra di L. 500 per 50 anni ("senz'acchè questa cifra possa venire aumentata per qualunque siasi eventualità") ed a condizione che la ferrovia fosse almeno a scartamento ridotto e che «toccasse le terre ducali e nelle stesse terre, in vicinanza del Castello di Maniace, vi fosse costruita una stazione». Un anno dopo, il 22 Febbraio 1883, il Consiglio comunale di Bronte accettava il riparto delle quote fatto dalla Deputazione Provinciale, che per il nostro Comune ammontava a lire 5.174,10 (47,79 millesimi). Trascorrono due anni e il 7 Aprile 1884 il Consiglio Civico, «essendo a conoscenza di buona parte della popolazione che la stazione della Circumetnea dovrà sorgere in contrada Pietra Pizzuta, al di sotto del Teatro Vecchio, a valle dell’abitato», delibera che nel progetto iniziale fosse apportata una variante consistente nello spostare, la stazione nella più vicina contrada «nella contrada Carcerebovi, a risparmio, essendo quel terreno proprio del Comune». Ancora due anni dopo, il Consiglio, con delibera del 23 Gennaio 1886, nomina il barone Enrico Grimaldi-Serravalle rappresentante del Comune presso la società Circumetnea. Le speranze dei cittadini brontesi di avere la stazione "vicino casa" andarono però ben presto deluse. Il 26 Ottobre 1889 fu convocato urgentemente il Consiglio comunale per discutere sulle modifiche arbitrariamente apportate dalla Ferrovia Circumetnea sul luogo dove costruire la Stazione di Bronte e su «un nuovo tracciato in contraddizione a quello sanzionato nel contratto tra S. E. il Ministro dei lavori Pubblici e la Società Concessionaria». Una «variante proposta in flagrante contraddizione al capitolato» collocava, infatti, la Stazione «alla distanza di circa tre chilometri dal centro dell’abitato (…), in una latitudine altissima di circa m. 1100 di elevazione in una landa deserta di lava vulcanica incoltivabile ed in un clima siberiano ed avvicinata più che si può alla danneggiante Etna». Il Comune si vedeva defraudato di un suo diritto, ed il nuovo tracciato, stabilito unilateralmente a monte dell’abitato, comportava anche un’ulteriore spesa di 50.000 lire «per la costruzione di una strada a ruota per mettere in comunicazione il centro dell’abitato alla Stazione». La proposta del sindaco di «protestare energicamente verso il Governo, la Provincia ed i Comuni consorziati contro la variante proposta dalla Società Concessionaria» fu approvata all’unanimità da tutti i 30 componenti del Consiglio civico. Ma Bronte ebbe partita persa, non si ottenne nulla. La Società concessionaria, perseguendo solo i propri interessi economici, realizzò il tragitto e la stazione a monte (il luogo attuale), molto decentrata e lontana dall’abitato. Mentre l'amministrazione comunale (sindaco dell'epoca era Francesco Cimbali) dovette contrarre un mutuo per pagare le somme occorse (L. 49.000) per collegare l'abitato alla nuova Stazione. Il primo tratto ferroviario inaugurato il 2 Febbraio 1895, fu la "Catania Borgo-Adernò", "abilitato a tutti indistintamente i trasporti viaggiatori, bagagli e cani, merci a grande e piccola velocità, veicoli e bestiame". I 15 Km. del tratto Aderno-Bronte furono inaugurati il 2 Giugno del 1895. La stazione di Bronte fu costruita molto lontano dal centro abitato, in mezzo alla sciara della parte alta del Paese. Il Comune, per facilitare la commercializzazione dei prodotti brontesi, fu costretto ad un’ulteriore impegno di spesa di lire 50.000 per collegare la stazione della Circum "a mezzo di una nuova strada ruotabile". Nel 1899, arrivare in carrozza dalla stazione fino al centro di Bronte, costava 40 centesimi. La ferrovia fu completata intorno il 10 Luglio del 1898 con una lunghezza totale di 114, 90 chilometri (all'incirca la stessa di oggi). Molto limitata la velocità di spostamento: era assolutamente vietato superare in determinate tratte (quasi tutta la linea) la velocità di 22 o 25 Km/h, comportava per i macchinisti anche il licenziamento immediato. Da allora non è che sia cambiato molto. Dopo oltre un secolo la "Littorina" continua ad arrancare lentamente e con fatica per arrivare agli 833 metri di Bronte (nella foto a destra la stazione); ha perso via via quasi del tutto la funzione di "collegamento veloce" con Catania, rimanendo alla fine un mezzo solo per turisti "nostalgici". La Circum del futuro ha fin dal 1988 annunciato progetti ambiziosi che si fermano però ad Adrano. Il tratto verso Bronte è rimasto tagliato fuori dall'ammodernamento. Il progetto prevede per la tratta da Catania ad Adrano la trasformazione delle rotaie con scartamento ordinario, il tratto da Catania a Paternò trasformato in metropolitana (con linea elettrificata e doppio binario) mentre la Paternò-Adrano in metropolitana leggera, con raddrizzamento delle curve e tre chilometri in galleria (scavati nel durissimo basamento dell'Etna sotto Santa Maria di Licodia, Biancavilla, ed Adrano). L'opera è stata finanziata dal Ministero dei Trasporti con oltre 80 milioni di euro e con i fondi di Agenda 2000. Se questa "Metropolitana dell'Etna" sarà realizzata, la Circum si riprenderà in parte la sua funzione originaria di "collegamento veloce" verso Catania e ne guadagnerà sicuramente anche l'ambiente. Quando vedrà la luce? Risale al 1988 il primo studio di fattibilità di rinnovamento della Paternò-Adrano.
Nel 1993 si ipotizzò come data di consegna il 2005 ma sembra che si andrà
avanti almeno di altri tre anni e, purtroppo, per Bronte, Maletto, Randazzo
e giù di lì fino a Giarre non cambia nulla. |