| I Sindaci di Bronte Le carte, i luoghi, la memoria... |
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1862 | Zappia Giuseppe Il notaio Giuseppe Zappia del fu Notar D. Pietro, assume le funzioni di sindaco di Bronte dal mese di Novembre. Era amico dell'arciprete Salvatore Politi e ne condivideva molte iniziative; fini nel mirino del nemico acerrimo del Politi, il frate cappuccino Gesualdo De Luca, che così scriveva sulla sua sindacatura: «Se l’egregio Prefetto … si degnerà di mandare in Bronte commissari integerrimi, che vogliano sotto la guida di periti Brontesi esaminare l’amministrazione comunale di Bronte, resterà convinto della gravissima necessità di dare a quel popolo un sindaco buono e buoni assessori novelli. ... Egli vedrebbe abissi da inorridire. Che se n'è fatto di lire 3600 annue segnate nello stato passivo per opere pubbliche? che della pensione assegnata per la scuola serotina? In quali mani si perdono le migliaja di lire guadagnate per pascolo dato furtivamente alle capre? ... Il popolo mormora di cento e cento di siffatte cose, ed i suoi lamenti perdonsi in aria inutilmente.» (G. De Luca, Un gran fatto intorno alla suprema libertà naturale, Catania Tip. Galatola, 1863). Il Consiglio comunale che il 23 Novembre 1862 deliberò le quote di terreni e boschi da adottare nella divisione stabilita dalla transazione con Lady Carlotta Nelson del 1° Giugno 1861 era composto dal notaio d. Antonino Zappia, assessore funzionante da sindaco, dai Don Antonino Cimbali, Nicolò Leanza, Antonino Artale, Giuseppe Liuzzo, Antonino Rizzo, Antonino Spedalieri Calanna, Arcangelo Spedalieri, Graziano Messineo e Vito Margaglio; dai sacerdoti d. Placido Mauro, d. Emanuele Cannata, d. Gaetano Rizzo e d. Antonino Zappia, dai maestri Carmelo Reina, Gaetano Lupo, Lorenzo Luca, Antonino Saccullo, Gregorio Venia, Sebastiano Luca e dal Signor Graziano Messineo (AN. vol. 209-C p. 90). Il notaio Giuseppe Zappia era stato sindaco di Bronte anche nel marzo 1861; ci risulta sindaco di Bronte fino al mese di Luglio 1863 (AN, vol. 215-C, p. 250). | 1863 | Leanza Antonino (in carica almeno fino a 1864). Consigliere anziano era d. Bernardo Meli. Nel mese di Dicembre 1864 facevano parte del Consiglio comunale, che approvò la costruzione della strada rotabile "da Bronte alla Casina di Maniaci, propria della Duchessa Nelson", oltre al sindaco, i sigg.: Graziano Messineo, not. D. Antonino Spedalieri, not. D. Giuseppe Gatto, Giuseppe Camuto, Lorenzo Luca, Antonino Saccullo, D. Ignazio Caldarera, d. Antonino Artale, Dr. D. Luigi Saitta, sac. D. Domenico Artale, D. Giuseppe Liuzzo, sac. D. Nunzio Lanza, Gregorio Venia, Antonino Luca, Gaetano Lupo, D. Francesco Margaglio, D. Nicolò Leanza, D. Arcangelo Spedalieri, notaio Giuseppe Zappia, Gaetano Isola, sac. Don Gaetano Rizzo e Don Bernardo Meli. | 1865 | Massa avv. Angelo, Regio Commissario straordinario. | 1866 | MELI BERNARDO, in carica fino al mese di Febbraio 1869 (AN, vol. 215-C, p. 233). Suoi assessori furono, fra altri, d. Giuseppe Liuzzo e d. Antonino Leanza. | 1869 | CIMBALI dr. ANTONINO, in carica fino all’anno 1875. E' in questa sindacatura che Bronte ha il suo primo Piano regolatore redatto nel 1870 dall'ing. Pasquale Placido Luca. Una riunione del Consiglio comunale del 10 Novembre 1870 (per richiedere al Ministero competente la dichiarazione di pubblica utilità di una strada interna) vede partecipi il sindaco don Antonino Cimbali, d. Ignazio Zappia (assessore anziano), d. Nunzio Pace, d. Placido Lombardo, d. Antonino De Luca, d. Pietro Sanfilippo, sac. Domenico Artale, sac. Antonino Schilirò, mastro Giuseppe Camuto, mastro Getano Meli, sac. Gaetano Rizzo, mastro Gregorio Venia, d. Nicolò Zappia, d. Antonino Meli, sac. Antonino Liotta, e d. Nicolò Leanza. (AN, vol. 387-D p. 71). Antonino Cimbali era stato sindaco di Bronte anche due anni dopo i tragici fatti del 1860, nel 1862, e lo sarà ancora negli anni 1888 e 1890. | 1876 | BARATTA cav. GENNARO, originario di Ucria (ME), esponente di spicco del partito dei "ducali", sarà sindaco di Bronte anche nel 1881. Da una copia di deliberazione del Consiglio Comunale del 1887, riunito per discutere su una questione territoriale con Maletto, leggiamo che erano presenti i consiglieri: cav. Gennaro Baratta, sindaco, Dr. Arcangelo Spedalieri, Rosario Di Bella, Nunzio Sanfilippo, Vincenzo Politi, Guglielmo Leotta, Francesco Pettinato, Antonino Leanza, Antonino Parrinelli, sac. Francesco Fallico, Luigi Saitta e d. Placido Lombardo. Erano invece assenti: Antonino Isola, Errigo Spedalieri, d. Antonino Cimbali, d. Nicolò Leanza, sac. Antonino Fiorini, Giuseppe Camuto, sac. Gaetano Rizzo, sac. Antonino Schilirò, sac. Benedetto Meli, Nunzio Meli, Nunzio Pace, not. Antonino Spedalieri, Antonino Venia, sac. Giuseppe Di Bella, Nunzio Mauro e sac. Antonino Biuso. Come si vede il clero brontese era ben rappresentato: su 28 consiglieri ben 7 erano preti. (AN, vol.396-2 p. 183). | 1879 | LEANZA ANTONINO, cav. MARIANO MELI, d. GUGLIELMO LEOTTA, hanno avuto funzioni di sindaco da Ottobre fino al mese di Novembre 1879. Di Leotta Guglielmo si ricorda il dono di 61 volumi provenienti dai soppressi conventi dei padri Cappuccini, dei Minori Osservanti e dei Basiliani di S. Blandano alla Biblioteca del Collegio Capizzi. Fu sindaco di Bronte anche nel 1882, 1886 e 1889. Il Consiglio comunale che il 16 ottobre 1879 deliberò l’adesione al costituendo Consorzio per la costruzione delle Ferrovia Circumetnea era così composto: Presenti: cav. Mariano Meli (sindaco funzionante), notaro Nunzio Leanza, Leone Cimbali, Vincenzo Politi, Antonino Isola, Ignazio Caldarera, Felice Cimbali, Antonino Leanza, cav. Gennaro Ba-ratta, avv. Luigi Saitta, Guglielmo Grisley, Antonino Parrinelli, Vincenzo Mazzeo, Nunzio Mauro, Dr. Arcangelo Spedalieri, Guglielmo Leotta, Avv. Ignazio Liuzzo, Dr. Giuseppe Zappia, dr. Placido Lombardo, sac. Giuseppe Di Bella. Assenti: sac. Antonino Schilirò, sac. Benedetto Meli, Nunzio Meli, Nunzio Pace, Notaro Antonino Spedalieri, Antonino Venia, Francesco Pettinato, sac. Francesco Fallico, Barone Enrico Grimaldi Serravalle, Dr. Antonino Cimbali. | 1880 | LOMBARDO dr. PLACIDO, facente funzioni dal mese di Dicembre 1879. | 1880 | Baratta Gennaro Il cav. Gennaro Baratta, sindaco anche nel 1776, capeggiava una Giunta, nominata dalla Giunta Distrettuale di Catania ad Ottobre 1880, composta anche dal Notaio Pace Luigi, Cimbali dott. Antonino e Grisley Guglielmo. Era molto devoto e legato al IV° Duca Alexander Nelson Hood e personaggio di spicco del partito dei "ducali". Cognato di Franco Thovez fratello di Filippo e Guglielmo che erano stati amministratori della Ducea, Baratta era l'orecchio e la voce del Duca a Bronte e lo teneva aggiornato con una fitto e periodico carteggio, relazioni, lettere e dettagliati resoconti sulla vita sociale e politica del Comune e sugli sviluppi degli affari e degli interessi ducali che gli venivano affidati e che lui seguiva con puntigliosa obbedienza. Centinaia sono queste sue lettere conservate nell'Archivio Nelson. E, naturalmente, il primo a sapere della sua nomina a sindaco fu il Duca al quale il cav. Baratta così scriveva il I° ottobre 1880: «Ieri sera (...) mi fu comunicato dal Prefetto di Catania il R. decreto di nomina a Sindaco di questo Comune, ve ne do partecipazione sapendo bene che gradirete questa notizia». Otto mesi dopo ci furono le elezioni e questa volta la musica cambiava: «E' stata - scriveva Baratta al Duca - una lotta corpo a corpo ciò nondimeno restammo vinti». Pochi giorni prima, infatti, il suo "partito" aveva perso malamente le elezioni municipali e provinciali (alla Provincia fu eletto Enrico Cimbali) contro la fazione dei "comunali" capeggiata dalla famiglia Cimbali. E dopo averlo ringraziato a nome suo «e degli amici nostri» per «la valevolissima agevolazione che ci avete favorita per mezzo del Sig. Fabre (l'amministratore del Duca, ndr), il quale non risparmiò fatica per far risultare i nostri candidati», promette al Duca che, prima di dimettersi, «provvederà allo appalto della strada provinciale per allacciare le contrade (del Duca) a quella del Ponte Cantera» (che tanto interessava alla Ducea) e che avrebbe speso «tutto il denaro e quel che resta vincolarlo in modo che il Cimbali e composti resteranno a denti asciutti» (Archivio Nelson, vol. 592-3, p. 106). Insomma un perfetto servitore (si firmava sempre come "devotissimo servo") del Duca più che amministratore della cosa pubblica! Il 18 ottobre 1881, il Consiglio comunale fu chiamato a «deliberare sul progetto di ferrovia a scartamento ridotto da Catania per Adernò, Randazzo con possibile congiungimento alla Stazione di Giarre-Riposto», approvato pochi mesi prima dal Consiglio Provinciale. Solo dieci i consiglieri presenti alla seduta. La delibera fu approvata, per alzata di mano, da 9 di loro. L'unico astenuto, il notaio Luigi Pace (del partito dei ducali), non condivise il fatto di chiedere al Sig. Duca Alexander Nelson Hood, IV Duca di Bronte, di mettersi in consorzio con il Comune ed unirsi alle spese dato che la linea "avrebbe portato utili e vantaggi al paese ma per la maggior parte, per non dire nell’intiero al duca di Bronte”. | Il Consiglio comunale del 1881 Antonino Aidala, sac. Giuseppe Ardizzone, cav. Gennaro Baratta (sindaco), Ignazio Caldarera, dr. Antonino Cimbali, Felice Cimbali, avv. Leone Cimbali, sac. Giuseppe Di Bella, sac. Francesco Fallico, sac. Antonino Fiorini, Enrico barone Grimaldi Serravalle, Antonino Isola, not. Nunzio Leanza, Guglielmo Leotta, avv. Ignazio Liuzzo, dr. Placido Lombardo, Nunzio Mauro, Vincenzo Mauro, cav. Mariano Meli, Antonino Minissale, Luigi notar Pace, Francesco Pettinato (consigliere anziano), Vincenzo Politi, sac. Giuseppe Prestianni, sac. Gaetano Rizzo, Vincenzo Rizzo, avv. Luigi Saitta, dr. Arcangelo Spedalieri, Nicolò Spedalieri, dr. Giuseppe Zappia. Le lettere di Baratta «Credetemi per la vita, vostro divotissimo servitore», così chiude la sua lettera inviata al Duca il sindaco Gennaro Baratta. L'Archivio Nelson conserva tantissime relazioni, lettere e resoconti inviati, anche durante il periodo della sua sindacatura, da Gennaro Baratta al IV° Duca di Bronte, Alexander Nelson Hood, per tenerlo diligentemente sempre informato ed aggiornato sugli avvenimenti, sulla vita sociale e politica di Bronte e sugli affari ducali a lui affidati. |
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| 1881 | ALATI avv. TOMMASO, Regio Delegato straordinario dal 12 ottobre. Agli inizi del 1882 cercò di risollevare le sorti del Real Collegio Capizzi, in piena decadenza, il cui ginnasio, pareggiato da pochi anni, vivacchiava appena, stanziando nel bilancio un assegno annuo di lire 1000 e stabilendo d’accordo colla Deputazione una commissione mista di consiglieri, presieduta dal sindaco per l’amministrazione, soggetta alla Deputazione provinciale e al Consiglio provinciale scolastico per la parte didattica. Nelle elezioni del mese di dicembre per il rinnovo del Consiglio comunale, molti brontesi disertarono le urne: votarono solo 127 elettori dei 320 aventi diritto perchè, scriveva al Duca un suo impiegato, Guglielmo Grisley, consigliere comunale nel 1880 e 1889, «mancava un personale veramente buono a cui affidare l'Azienda Comunale, perchè o volere o nolere gli eletti sono sempre quei stessi che vi erano prima e prevedo che quanto prima si scioglierà nuovamente il Consiglio» (Arch. Nelson, vol. 603-E, p. 273). La previsione non fu esatta il sindaco eletto, Guglielmo Leotta, durò infatti in carica per quasi 4 anni. | 1882 | Leotta Guglielmo Guglielmo Leotta, in carica fino all’anno 1884, fu sindaco di Bronte anche nel 1879, 1886 e 1889. «Al Sindaco signor d. Guglielmo Leotta comunemente si attribuisce eccellente probità, pratica degli affari, cortesi modi, e lodevole amor patrio. Sono amicissimi e rassomiglianti a lui gli Assessori i signori Spedalieri Arcangelo, De Luca Domenico, Aidala Antonino, Isola Antonino. Speriamo che si mostrino attivissimi e laboriosissimi, intelligenti, e circospetti nel promuovere ogni sorta di patrio bene. (...) Fu dal Consiglio Civico assegnata la pensione annua di onze cento al Sindaco. Il signor Leotta d. Guglielmo, ritenendone ferma l'assegnazione, non l'ha voluta nella sua tasca, ma generosamente l'ha assegnata pel mantenimento di un secondo segretario a maggiore e più spedito servizio della Cancelleria Comunale e di tutti gli affari...» (P. Gesualdo De Luca, Storia della Città di Bronte, Milano 1883) Guglielmo Leotta nella sua qualità di sindaco era di diritto anche presidente della Deputazione del Real Collegio; il 23 ottobre 1883 "avendo abbastanza sperimentato la liberalità della Casa Ducale" verso l'Istituto e "rendendosi interprete della volontà dei suoi concittadini" nominò il IV° Duca Alexander Nelson Hood presidente onorario ed il ventinovenne Duchino, futuro V Duca, componente della Deputazione. (AN, vol. 240-B, p. 147) | 1885 | Palermo Filippo Filippo Palermo si dimise poco dopo essere stato eletto. «In Consiglio comunale il consigliere Luigi Saitta, dipendente del Duca Nelson, ingaggiò una guerra ad oltranza contro il sindaco reputato quasi reo di lesa maestà, tanto che quest'ultimo dovette dimettersi.» (Le vertenze tra il Municipio di Bronte ed il Duca Nelson, 1896). Motivo del contendere il fatto che il sindaco aveva elevato contravvenzione al Duca contestandogli di aver chiuso e vietato al transito la pubblica trazzera Ricchisgia che da Bronte conduceva in Contrada Barbaro ed al Comune di Adrano. | 1886 | SPEDALIERI NICOLO', ci risulta in carica con funzioni di sindaco fino al mese di settembre 1886 quando, il giorno 24, in qualità di sindaco presiedeva invece il Consiglio comunale l'Avv. Luigi Saitta. Il Consiglio in seduta ordinaria autunnale era stato convocato per approvare una richiesta al Ministro della P. I. per far dichiarare da pareggiato a governativo l'Istituto Convitto Ginnasio Capizzi (così allora era denominato il Real Collegio Capizzi). Era composto da: Antonino Aidala, not. Giuseppe Aidala, sac. Giuseppe Ardizzone, cav. Gennaro Baratta, Ignazio Caldarera, dr. Antonino Cimbali, avv. Leone Cimbali, avv. Placido De Luca, sac. Giuseppe Di Bella, sac. Francesco Fallico, Nunzio Isola, Leanza Antonino, Guglielmo Leotta, avv. Ignazio Liuzzo, Antonino Longhitano, Nunzio Mauro, Luigi Margaglio, Vincenzo Mazzeo, Antonino Minissale, notaio Pace Luigi, Nunzio Pace, Salvatore Pace, Filippo Palermo, Politi Nunzio, sac. Giuseppe Prestianni, Vincenzo Rizzo, sac. Antonino Saitta, not. Antonino Spedalieri, dr. Arcangelo Spedalieri. (AN, vol. 240-B p. 156) | 1886 | Leotta Guglielmo Guglielmo Leotta, in carica fino agli ultimi mesi del 1887. A differenza delle lodi che gli fa G. De Luca 4 anni prima, nel 1882, questa volta il sindaco si dimostra pusillanime ed indegno della carica. Benedetto Radice scrive che, un anno dopo l'elezione a sindaco, a causa di un'epidemia di colera, fuggì da Bronte con i suoi assessori ("scapparono sindaco e assessori") e venne nominato il Regio commissario Sorge. La precisa, ironica, denuncia del Radice porta la data del 15 Agosto 1887: «Il sindaco titolare sig. Leotta, assalito da parecchio tempo da una paura maledetta, dopo molto titubare, ieri l'altro finalmente prese l'e-roica risoluzione di scappare da Bronte. Si dice che sia andato a rifugiarsi in un paesello della provincia di Messina. Trovasi a Cannizzaro, ma è veramente malato, sia pure della paura di essere ammalato. Io mi affretto a raccomandarlo al sig. Prefetto perchè pensi a mandargli una commenda, o per lo meno una croce di cavaliere. A rappresentarlo in paese, dopo l'altra gloriosa fuga dell’assessore anziano avv. Saitta, è rimasto l'avv. Placido De Luca, il quale, a sua volta, ha delegato l'assessore Mauro.» Insomma, per salvarsi la pelle, fuggirono tutti tanto da costringere la autorità a sciogliere il Consiglio, mandare tutti a casa e nominare un Regio Commissario nella persona dell'Avv. Giuseppe Sorge. Anche a Maletto, scrive Giorgio M. Luca, "la maggiore parte degli amministratori fuggirono dal centro abitato per paura della malattia". Guglielmo Leotta fu sindaco di Bronte anche nel 1879, 1882 e 1889. | 1887 | SORGE avv. GIUSEPPE (Sutera 23-1-57 - Palermo 13-2-37), Regio commissario straordinario. E’ stato prefetto in molte città e direttore generale della Pubblica sicurezza del Regno d'Italia dal 29 settembre 1917 - 10 marzo 1919. Laureatosi in giurisprudenza presso l'Università di Palermo, a Bronte arrivò appena trentenne, all’inizio della sua carriera, come Regio Delegato Straordinario, durante l'epidemia di colera. Il Consiglio civico, infatti, era stato sciolto a causa del comportamento tenuto durante l’epidemia (scapparono sindaco e assessori) e tutti i poteri negli ultimi tre mesi del 1887 furono concentrati sul Commissario. In quel tempo Bronte contava una popolazione di circa ventimila abitanti e quattrocentocinquanta furono i morti. Gli amministratori si dileguarono ma Benedetto Radice ed altri istituirono una squadra di soccorso e molti altri volontari arrivarono da Catania (la valorosa Squadra Democratica catanese). Il commendatore Sorge, quale commissario regio, ebbe vigile cura e pubblicò una memoria dove descrisse la locale situazione sanitaria ed il terribile morbo. A nome del Municipio donò una pergamena a Benedetto Radice, insignito anche di medaglia d'argento. | 1888 | Cimbali Antonino Sotto la sindacatura di Antonino Cimbali furono iniziati i progetti di trasformazione del Convento dei padri Basiliani (adiacente alla chiesa di San Blandano) in "Casa Comunale" (fino al 1866 Bronte non ne aveva una propria, venivano utilizzati i locali del Collegio di Maria, dati a fuoco dal popolo nei tragici Fatti dell'Agosto 1860), di completamento del Camposanto e dell'allestimento del Teatro Comunale. Antonino Cimbali si dimise il 28 Gennaio 1889, durante una tumultuosa seduta del Consiglio comunale per evitare l'approvazione di una delibera, voluta dal partito dei Ducali che, guidato dall'avvocato e procuratore della Ducea Nelson, Luigi Saitta, aveva la maggioranza in Consiglio. La delibera obbligava il Comune a «ridurre a ruota la strada che dalla contrada Càntera porta al Castello centro degli affari ducali e dimora dell'Amministratore Generale della Ducea, signor Alessandro Nelson Hood, figlio del Duca». Costo dell'opera 50.000 Lire, «e si voleva perchè al Duca faceva comodo averla, senza che Egli d'altra parte volesse contribuire nelle spese occorrenti». (Le vertenze tra il Municipio di Bronte ed il Duca Nelson per reintegra di strade comunali, Roma 1896, Archivio Nelson, Vol. 193/6) Antonino Cimbali è stato sindaco di Bronte anche due anni dopo i tragici fatti del 1860, nel1862, e nel 1869 e lo sarà ancora nel 1890. «Tre volte - scrive in Ricordi e lettere ai figli - e in momenti difficili, 1848, 1860, 1870, mi sono messo alla testa della cosa pubblica, ho salvato il paese ... ricevendone l'infamia e il più nero tradimento». Dopo le sue dimissioni da sindaco del gennaio 1889 i brontesi furono chiamati alle urne nel novembre dello stesso anno quando il Partito Ducale (prima in maggioranza nel Consiglio comunale) andò incontro ad una sonora sconfitta riuscendo a portare in Consiglio appena un consigliere. Il fedele avvocato del Duca, Luigi Saitta, non fu rieletto (prese appena 198 voti) e l'unico consigliere dei ducali risultò Pace Saitta Nunzio fu Vincenzo (208 voti). I brontesi questa volta non avevano seguito la sirena del Duca e lo stesso Saitta ne aveva avuto qualche sentore. Così infatti, il 28 ottobre 1889, il "dev.mo servo" (era la sua firma), senza avvertire il minimo "conflitto di interessi" nè alcuna vergogna, scriveva al Duchino Alexander (il futuro V Duca): «Si fa correre la voce che io non voglio più immischiarmi in affari del Comune, e che del resto essendo un dipendente della Ducea non posso servire due padroni, Ducea e Comune, che sempre hanno o possono avere interessi opposti» (archivi Nelson, vol. 596-2, p. 253). Il risultato delle elezioni fu comunicato al Duca «Monsieur A. Nelson Hood» dall'amministratore Mons. Louis Fabre: «Je vous envoie le bien triste resultat des élections municipales, dû au caractere del Mr. Saitta!! Il ne a que Pace qui a passè de notre liste, tous le autres sont opposés». Pochi giorni dopo la batosta elettorale, l'8 novembre di quell'anno, lo stesso avv. Luigi Saitta così commentava il risultato elettorale, giustificando anche il suo comportamento, in una lettera indirizzata all'Arciprete sac. Giuseppe Minissale (Archivio Nelson, vol. n. 383-B): «Devo assicurarla che la mia presenza in Consiglio, è più nell'Amministrazione (del Duca, ndr), era l'anello di congiunzione, di avvicinamento, di reciprocanza di interessi, di unione, di comunanza di azione tra Comune e Ducea (...); eliminata la mia persona dalla rappresentanza comunale, senza mio dispiacere, non so quale le conseguenze potranno essere; sì perché nessuno occhiò sorveglierà nelle cose del Comune, sì perché i buoni rapporti tra Ducea e Comune, non so se per parte della prima, avendone ben donde rallentate, potranno farsi tese, per l'opposizione di ladroncelli e ladroni componenti una vera associazione di malfattori, sotto nome di rappresentanza comunale salvo qualche persona. Perciò solo la Ducea può essere disgustata come ogni altra giuridica persona, mai scossa, o compromessa. Qualche giorno proverò che il Comune corre in rovina per le interne ed esterne lotte, effetto delle elezioni 3 Novembre molto compromittenti ...». Pochi giorni dopo veniva eletto sindaco di Bronte Guglielmo Leotta. Una lettera di Antonino Cimbali «Signor Prefetto, io non sono uomo da lasciarmi imporre da nessuno nell'esercizio dei miei doveri. Amante sempre della Libertà del mio paese, fui io che con una transazione tolsi via le pendenze tutte tra la Ducea di Bronte e questo comune. Oggi siamo ognuno per proprio conto. D'accordo possiamo fare ciò che potrà tornare utile a tutti; ma volersi imporre con me alla testa è tempo perduto. Qui siamo in Bronte, provincia di Catania, Regno d'Italia, non mica in Irlanda.» E' la risposta data il 25 Gennaio 1889 dal sidaco Antonino Cimbali al Prefetto di Catania che, su input del Duca, gli aveva imposto la convocazione del Consiglio comunale per deliberare sulla costruzione, a totale carico del Comune, della strada Cantera-Ducea di Maniace. (Archivio Nelson, vol. 296-c, pag. 10) |
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| 1889 | BARATTA GENNARO, facente funzioni fino al 7 Settembre. Devoto al Duca Nelson ed esponente di spicco del partito dei "Ducali" era stato sindaco di Bronte nel 1880. | 1889 | Leotta Guglielmo facente funzioni. Era stato già sindaco di Bronte nel 1879, 1882 e 1886. Alla data del 26 Ottobre 1889 i 30 componenti il Consiglio comunale erano: Cannata Giuseppe fu Antonino, Cimbali Antonino fu Francesco, Cimbali dr. Antonino fu Giacomo, Ciraldo Nunzio di Nunzio, De Luca Placido di Vincenzo, Di Gaetano Ferdinando fu Giuseppe, Di Piazza Giuseppe di Signorino, Interdonato Giuseppe fu Angelo, Isola Antonino di Serafino, Isola dr. Filippo fu Antonino, Isola Filippo di Nunzio, Isola Gaetano di Antonino, Grisley Guglielmo fu Samuele, Leanza Antonino fu Placido, Leanza Antonino fu Pasquale, Leotta Guglielmo fu Rosario, Lo Turco Giovanni fu Vincenzo, Lupo Ignazio fu Giuseppe, Lupo Tommaso fu Nunzio, Margaglio Francesco di Francesco, Minissale avv. Michele di Antonino, Pace Nunzio fu Carmelo, Pace Saitta Nunzio fu Vincenzo, Politi Luigi fu Giosuè, Rizzo Giuseppe fu Luigi, Schilirò Giuseppe fu Ignazio, Schilirò Carmelo fu Giuseppe, Sofia Vincenzo fu Salvatore, Don Spedalieri Arcangelo fu Giuseppe, Spedalieri Pietro fu Francesco. Quel 26 ottobre il Consiglio era stato urgentemente convocato in seduta straordinaria per discutere sulle modifiche unilaterali ed arbitrarie apportate dalla Società concessionaria della Ferrovia Circumetnea sul luogo dove costruire la Stazione di Bronte e su «un nuovo tracciato in contraddizione a quello sanzionato nel contratto tra S. E. il Ministro dei lavori Pubblici e la Società Concessionaria». E' da notare che per le leggi dell'epoca i consiglieri restavano in carica per cinque anni, ma dovevano rinnovarsi ogni anno di un quinto, pur essendo sempre eleggibili, secondo una scansione casuale. Gli elettori erano i cittadini maschi che avessero compiuto i 25 anni, che godessero dei diritti civili, sapessero leggere e scrivere e che pagassero da almeno sei mesi un certo tributo rapportato alla classe del comune. Ecco di seguito un manifesto elettorale del Partito dei Ducali per il rinnovo, nel 1890, del quinto dei consiglieri comunali: | 1890, Appello agli Elettori «ELETTORI! Domenica prossima, 6 corrente, siete chiamati ad elegere Nove rappresentanti al Municipio. Sapete tutti che l'azienda comunale tocca direttamente i nostri più vitali interessi, ed è quindi nostro indiscutibile dovere scegliere amministratore probi, illuminati, ed indipendenti, che possano e sappiano riparare le basi di una malferma amministrazione comunale. Mosso pertanto, il comitato, solo dal desiderio di conseguire questo sacro fine, e di rendersi utile al paese, cui appartiene, à scelto e vi propone i rispettabili nomi de' signori Avv. Placido De Luca, Avv. Luigi Saitta, Avv. Salvatore Di Bella sac. Leone Zappia, Nunzio Pace Saitta, Nunzio Mauro Pietro Spedalieri di Enrico, Salvatore Meli di Gaetano Ora, se riconoscete in costoro l'onestà de' propositi, la lealtà, la fermezza di carattere, e la necessaria attitudine a raggiungere lo scopo di avere una vigorosa, e retta amministrazione, accorrete compatti all'urna e dar loro i vostri suffragi. Elettori! Il paese in questo momento affida a voi le sue sorti, a voi spetta quindi il dovere di tutelarne gli interessi, portando all'urna vostro voto spontaneo, e serenamente coscienzioso. Bronte 5 luglio 1890 Pel Comitato, Gennaro Baratta - Presidente L'appello rivolto da Gennaro Baratta con un manifesto agli elettori brontesi non ebbe successo. Per il Partito dei Ducali i risultati furono infatti alquanto deludenti: «Vi invio – scriveva l’Amministratore della Ducea Monsieur Louis Fabre ad Alexander Nelson Hood, il IV Duca - il ben triste risultato delle elezioni municipali ... L’unico che è passato della nostra lista è Pace, tutti gli altri sono dell’opposizione». L'unico eletto della lista, Nunzio Pace, prese 238 voti; l'avv. Luigi Saitta, che guidava i Ducali, appena 198; il primo eletto risultò il Dott. Filippo Isola (330 voti) seguito dal sindaco uscente Antonino Cimbali con 302 voti. |
1889, Una poesia dedicata a Bronte La politica d'allora in una poesia scritta dal medico-poeta Filippo Isola (1860-1919) nel 1889 consigliere comunale. | D’incliti ingegni terra mia feconda e di nobili cuori, onde orgogliosa va del tuo nome la sicana sponda qual fanciulla che al crin porti una rosa; or perchè giaci in apatia profonda per ogni bella e duratura cosa, e sol odio fraterno par t’infonda pieno ardore di vita bellicosa? Mentre per tutto a civiltà s’inneggia, emula alcuna, terra mia, non rida della gloria che in te più non lampeggia. I tuoi figli pei floridi sentieri sospingi, dove troveranno a guida Castiglione, Capizzi e Spedalieri! | Note dell’Autore: Verso 6: L’eccezione alla regola generale è fatta qui dal Rev. sac. Giuseppe Prestianni. Il quale ha compiuto il Collegio Capizzi, ne ha ristorato le condizioni economiche, l’ha fatto rinascere a vita rigogliosa dal languore in cui giaceva ed ha inoltre brigato per la erezione di un nuovo ospedale, non potendo quello del barone Castiglione più rispondere alle esigenze dei tempi presenti. Verso 8: Alludo all’accanimento pugnace nelle elezioni municipali e politiche avversando financo per odio di parte la candidatura di qualche degno compaesano. Io non posso che esprimere gratitudine per la vittoria costante nelle candidature a consigliere comunale e provinciale. |
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| 1890 | Cimbali Antonino Cimbali Antonino, dimessosi un anno dopo la sua elezione (il 9 Luglio 1891). Durante la sua sindacatura furono iniziati i lavori di trasformazione del Convento dei PP. Basiliani in Casa comunale, di completamento del Camposanto e del Teatro comunale e suo allestimento. Antonino Cimbali, morto a Bronte il 23 aprile 1897, è stato sindaco di Bronte anche negli anni 1862, 1869, e 1888. Di Lui vogliamo ricordare il lusinghiero giudizio che ne ha dato nel 1930 lo storico B. Radice in Uomini e cose del mio tempo: «Con nostro grande rammarico dobbiamo confessare che in ogni tempo il nostro Comune non ha avuto la ventura di avere saggi, intelligenti, onesti reggitori. Chi più chi meno, ognuno, dimenticando di essere tutore ha tirato l'acqua al suo mulino. (…) Un solo uomo tra i tanti credo degno di memoria, il Dottor Antonino Cimbali (…) che per molti anni ebbe il governo del comune non ostante le accuse e le calunnie dei suoi, più che avversari, nemici; anzi questi stessi arrabbiati, riconoscendo essere lui oltremodo esperto nell'amministrare, nelle varie crisi municipali lo invocarono aiutatore. (...) Di molta autorità presso il popolo, per il suo saper fare, transigette la secolare lite con la Ducea Nelson in modo vantaggioso al Comune. Nel Consiglio della Provincia, fin dal 1872, patrocinò la costruzione della Via Cantera-Maniaci. (…) Fu il Cimbali buon medico e colto.» | 1891 | MINISSALE MICHELE, avvocato. Il 23 maggio firma un'ordinanza che intima al Duca di eliminare i cancelli costruiti per vietare il transito in alcune pubbliche trazzere di Maniace e Santa Venera e di rimuovere la catena che impediva il passaggio sul ponte in legno sul torrente Saracena davanti al Castello Nelson, "restituendo al pubblico passaggio le strade". Questa vertenza contro i Nelson sul ripristino di alcune regie trazzere indebitamente ridotte, chiuse o transennate con cancelli si trascinerà per oltre 20 anni. Sarà risolta solo nel 1910 con una transazione notarile fra il Comune e la Ducea. | 1891 | ISOLA Dr. FILIPPO, sindaco f. f. dal mese di Giugno 1891. E sua la firma che reitera l'ordinanza emessa dal precedente sindaco per il reintegro della viabilità su alcune trazzere del territorio. | 1892 | LUIGI POLITI ebbe come assessori i sigg. Pietro Spedalieri, Placido De Luca, Nunzio Pace Saitta e Salvatore Di Bella e restò in carica fino al mese di febbraio del 1893. A Gennaio 1893, infatti, una relazione del Prefetto nella quale - sono le parole di Giolitti - «si parlava di trascuranza assoluta dell'igiene, e di una cattiva amministrazione finanziaria, di un Comune che aveva permesso perfino ad un signorotto che ivi possiede (il Duca Nelson, NdR), di chiudere delle strade comunali e di disordini amministrativi di ogni specie» ebbe come conseguenza un decreto di Umberto I che sciolse il Consiglio comunale. | 2 febbraio 1893, scioglimento del Consiglio comunale 2 Febbraio 1893 «Relazione del Ministro dell'Interno a S. M. il Re, in udienza del 2 febbraio 1893, circa lo scioglimento del Consiglio comunale di Bronte (Catania) Sire! Le ire dei partiti che travagliano il Comune di Bronte (Catania) hanno assunto un carattere di singolare gravità per le frequenti agitazioni di piazza, che mettono in serio pericolo l'ordine pubblico. Tredici consiglieri del Comune sono dimissionari; e il procedere, in questo momento, alle elezioni suppletive, mentre provocherebbe una nuova pericolosa agitazione, non gioverebbe alla risoluzione delle attuali difficoltà. Da un'inchiesta testè disposta sul luogo dal prefetto è risultato che le condizioni igieniche del Comune sono deplorevoli e che è necessario sia provveduto d'urgenza perché a quella popolazione venga fornita acqua buona ed abbondante. Se non che alle necessarie misure non potrebbe por mano l'attuale Consiglio debole ed impotente per le discordie che lo dividono. Nell'interesse pertanto del mantenimento dell'ordine pubblico e del miglioramento dell'igiene, si impone la necessità dello scioglimento del Consiglio comunale e dell'invio di un Regio commissario straordinario. Provvede in tal senso il decreto che il riferente ha l'onore di sottoporre all'Augusta firma della M. V. Il Ministro Giolitti» Umberto I ("per grazia di Dio e per volontà della Nazione Re d'Italia") firmò il decreto sciogliendo il Consiglio comunale ed inviando l'avv. Sansone Diodato quale Commissario straordinario per l'amministrazione provvisoria del Comune fino all'insediamento del nuovo Consiglio comunale. |
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| 1893 | DIODATO avv. SANSONE, consigliere di prefettura, Regio Commissario straordinario nominato il 6 marzo. Un mese prima, a febbraio, era stato sciolto il Consiglio comunale. E l'«amico» Prefetto della Provincia di Catania, conte Caracciolo di Sarno, con un telegramma cifrato del 9 febbraio così comunicava al Duca Nelson le decisioni prese: «Confido a Lei informevolmente che fu sciolto Consiglio comunale Bronte e che verrà da ora un abilissimo Commissario. Sono lieto che tale misura incontri pure suo favore.» (Archivio Nelson vol. 602-F, p. 77). Il Regio Commissario Sansone (Prefetto di Napoli dall'agosto 1919 all'agosto 1920) lasciò Bronte a fine maggio 1893 successivamente alle elezioni che rinnovarono il Consiglio comunale. Vi ritornò, sempre nella veste di Regio commissario, due anni dopo. SPEDALIERI NICOLO', sindaco facente funzioni, in carica dal 6 Giugno fino all’anno 1894. Ebbe come assessori Francesco Cimbali ed Giuseppe Interdonato.
| 1894 | Spedalieri Arcangelo Il dott. Arcangelo Spedalieri, si dimise da sindaco di Bronte il 24 Giugno 1894 per motivi familiari ma restò in carica ancora per molti mesi, almeno fino a Marzo 1895 quando fu nominato il Commissario Diodato. Il 29 Agosto firmava (come facente funzioni) un'ordinanza contro il Duca Nelson per il ripristino della larghezza di alcune trazzere comunali ed il successivo 23 aprile 1895 ancora "quale sindaco del Comune di Bronte" riceveva la comparsa conclusionale del giudizio intentato "ad istanza dell'Onorevole Duchino Alessandro Nelson Hood amministratore generale dei beni in Italia del di lui genitore molto onorevole Lord Generale Alessandro Nelson Visconte Bridport, Duca di Bronte" contro il Comune che gli aveva imposto la riapertura di alcune pubbliche strade e trazzere regie chiuse abusivamente (A.N., vol. 212-A p. 8). La causa si trascinerà per 15 anni concludendosi solo con una transazione il 7 luglio 1910 (vedi in merito A.N. vol. 220-A p. 161). | 1895 | DIODATO avv. SANSONE, Regio commissario. Lo era stato anche nel 1893. E' di questo periodo la scandalosa irregolarità delle liste elettorali brontesi. Scriveva il Corriere della Sera del 29-30 Maggio 1894 in un articolo intitolato Bricconate elettorali che il commissario prefettizio mandato a Bronte per la revisione delle liste elettorali, aveva scoperto che su 2847 elettori solamente 525 avevano titoli validi per essere tali e ne cancellava 2322 che non avevano il diritto elettorale. «Le indagini fatte sulle liste di quel comune - continuava il Corriere - hanno dato risultati meravigliosi. Tra gli elettori iscritti si sono trovati 150 morti, 1500 analfabeti, e fra i morti alcuni che erano passate all'altra vita da un ventennio. Il più doloroso è che questi morti, questi analfabeti non solo rimanevano iscritti nelle liste, ma figuravano come votanti in tutte le elezioni politiche.» | 1895 | Cimbali Francesco Francesco Cimbali, medico, facente funzioni di sindaco. Figlio di Antonino (il padre è stato diverse volte sindaco di Bronte negli anni 1862, 1869, 1888 e 1890), Francesco Cimbali ricoprì la carica di sindaco di Bronte anche negli anni 1903 e 1914. E' stato anche il nostro secondo deputato a sedere a Montecitorio. Similmente al 1860 in quel periodo a Bronte si fronteggiavano ancora i soliti due partiti: quello dei "ducali" (fautori degli interessi dei Nelson) e l'altro dei "comunisti" ("i cimbaliani"), che parteggiavano per quelli del Comune. Questa volta la causa della vertenza (fra qualche altra) era la chiusura da parte ducale di alcune regie trazzere che da Bronte conducevano a Marotta o, attraversando il fiume, ai boschi dei Nebrodi. E, come sempre, il Duca per vincere metteva in campo anche i "ducali" di Bronte, la sua notevole influenza, i politici amici (fra tutti il randazzese Vagliasindi e il deputato conte E. Del Verme), i suoi innumerevoli agganci ed anche, come nel 1860, il solito Console inglese di Palermo e l'ambasciata di Roma. Di Francesco Cimbali vogliamo ricordare l'interrogazione presentata, un anno prima, il 9 luglio 1894, alla Camera dei Deputati in relazione a queste trame poco decorose, alle volute lungaggini ed agli atti di servilismo nei confronti dei Nelson che si compivano dal Ministero dell'Interno e dalla Prefettura a danno del Comune di Bronte: «Il sottoscritto chiede d'interrogare l'on. Presidente del Consiglio, Ministro dell' Interno, sulle continue, gravi ed estese usurpazioni di pubbliche strade rurali consumate dal Duca Nelson nel comune di Bronte, e sulla dannosa lentezza dell'autorità tutoria ad ordinare gli urgenti provvedimenti di giustizia insistentemente reclamati dall'amministrazione Comunale». Francesco Cimbali lasciò la carica di sindaco a Maggio 1895. Gli succedette il cav. Placido De Luca che, con una maggioranza di 24 consiglieri su trenta, vinse le elezioni comunali tenutesi nello stesso mese. Nella guerra continua fra gli interessi del Comune e quelli della Ducea, De Luca era fortemente appoggiato dal partito dei "ducali" e, anche se non apertamente, dal IV° Duca Alexander Nelson Hood. «Prendo il piacere - scriveva al Duca il 27 maggio 1895 il "devotissimo servo" Gennaro Baratta (l'ex sindaco "ducale" del 1880) in uno dei resoconti periodici che gli inviava - di annunciare la brillante rivincita che abbiamo preso ... il Cimbali con tutto il suo partito è stato completamente battuto: le prepotenze, gli insulti, le aggressioni perpetrate da loro dal 92 a questa parte sono pienamente vendicati. (...) Stia contenta e tranquilla, possiamo prevenire e all'uopo sgominare qualunque attentato potran meditare.» (Archivio Nelson,vol. 590-C1, pag. 249). Ed un'altro esponente dei "ducali", il fedele avv. brontese dei Nelson nonchè consigliere comunale, Luigi Saitta, comunicava, questa volta al Duchino, "la completa sconfitta dei Cimbali" addirittura su carta intestata del Comune: «Dalla carta sulla quale scrivo, V. E. Ill.ma si persuaderà che sono nell'Ufficio (...), Bronte ha dato una lezione ben meritata". Tre anni dopo, a luglio 1902, il francese monsieur Louis Fabre, amministratore della Ducea, senza mezzi termini comunicava al Duca la vittoria della «nostra lista al Consiglio comunale». Francesco Cimbali si prese la sua rivincita otto anni dopo, nelle elezioni del 1903, successive allo scioglimento del Consiglio comunale da parte del Re con nomina di un Commissario regio. | 1895, il Manifesto dell'avvocato-notaro Saitta Un manifesto affisso dall'avvocato-notaro Luigi Saitta, dipendente del Duca, consigliere comunale ed esponente di spicco del Partito dei "ducali" Concittadini! Le molestie ed insulti che da quattro anni durano contro il Sig. Duca Nelson, costrinsero costui ad una lite contro il Comune. Prevedesi lunga, dispendiosa e qualunque l'esito, sarà sempre fatale pel Comune, che ha tutto da perdere niente da guadagnare. La mia posizione nella Ducea, non mi permette di temermi estraneo, tanto più che le molestie e gl'insulti avvengono allo scopo di dare a me l'ostracismo delle cose d'interesse pubblico colla pretesa anche di non ingerirmi, di lasciar fare. Il signor Duca è estraneo, superiore ai partiti: lo assicuro. Il non poter scongiurare la lire, mi rammarica; a nulla valgo; però se potrà venirsi ad un amichevole componimento, non mi terrò mai estraneo per concorrere con i miei buoni uffici, solo a riguardo del Comune, senza punto compromettermi nei principi del libero cittadino e professionista. Abbiatemi sempre vostro Bronte, Gennaio 1895 Luigi Saitta |
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| Placido De Luca Il cav. uff. avv. Placido De Luca, discendente (erano suoi zii) dai più famosi cardinale Antonio Saverio e dal prof. Placido, è nato a Bronte il 12 Giugno 1861, da Vincenzo De Luca e da Nunzia Minissale. E’ morto a Bronte il 16 marzo 1926. E' stato sindaco di Bronte da Agosto 1895 fino al 1903. (vedi ->) | |
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