I Sindaci di Bronte

Le carte, i luoghi, la memoria...

I personaggi illustri di Bronte, insieme

Ti trovi in:  Home-> Personaggi-> I sindaci di Bronte (dal 1943 al 1952) - 5/9


1800/1862, 1862/1903, 1903/1914, 1914/1942, Dal 1943 al 1952, 1952/1968, 1968/1993, 1993/2005, Dal 2005 a oggi

1943

Saitta Vincenzo

Vincenzo Saitta, socialista, avvocato, nominato dal generale Alexander commissario al Comune, nel luglio 1943, con l’entrata a Bronte delle truppe inglesi.

Vincenzo Saitta è stato anche deputato provinciale ed il terzo deputato brontese a sedere a Montecitorio (dal 1921 al 1924). Fece parte della Consulta Regionale Siciliana (1944-1945) e della Consulta nazionale (25 settembre 45 – 1 Giugno 1946, la prima assemblea democratica del nostro Paese).

In paese, con l'arrivo delle truppe alleate, «era ripresa  - scrive N. Lupo - anche la vita amministrativa con l’AMGOT e il sindaco nominato da essa nella persona dell’ex on. Vincenzo Saitta. Riprese anche la vita politica con i nuovi Partiti che costi­tui­rono anche il Comitato Liberazio­ne Nazionale (CLN), il cui unico atto di liberazione fu quello di stilare la lista dei fascisti, richie­sta dall’Autorità occupante. Detta lista fu firmata dall’ultimo Podestà Dott. Placido De Luca, cosa confermata dal fatto che il De Luca fu l’unica autorità fascista a non essere arrestata e portata in campo di concentramento, nonché dal figlio Saverio a mio fratello Elio.»

I compo­nenti della suddetta lista, convocati in Comune e lì trattenuti, il 13 ago­sto furono portati fuori Bron­te, trascorsero la notte in un pistacchieto lungo la strada per Adrano e l’indomani deportati nel campo di concentra­mento di Priolo.

Con la caduta del Fascismo riprese la vita politica ed a Bronte, fra altre sezioni di Partito, venne anche costituita nei locali dell’”Unione del Lavoro” la Sezione del Partito d’Azione Repubblicana.

1944

TORRISI, funzionario di Prefettura, nominato commissario al comune subito dopo la fine della guerra.
Non conosciamo nemmeno il suo nome. L'unico atto per cui si ricordi è l'affidamento "d'urgenza" della redazione del primo piano regolatore di Bronte all'ing. Russo (in seguito associatosi con l'arch. Aloisio).
Così, su "Il Ciclope" del 16 Maggio 1948 (n. 10) l'ing. G. Di Bella parlava di questo dott. Torrisi: "Commissario al Comune immediatamente dopo l'emergenza, quando cioè era necessaria un'opera ricostruttrice, che Egli non ha fatto, o fatto male, nelle sue saltuarie apparizioni".

Aprile 1944: Nascono a Bronte le Sezioni del PCI e del Partito d'Azione

«L’Anno millenovecentoquarantaquattro il giorno 16 del mese di Aprile in Bronte nei locali dell’Unione del Lavoro, si sono riuniti i sottoscritti compagni, allo scopo di costituire in Bronte la sezione del Partito Comunista.
Decidono di nominare a segretario Diolosà di Antonino, cassiere Bonina Nunzio fu Vincenzo, consiglieri Calì Nunzio di Giuseppe, Caudullo Salvatore fu Alfio, Galvagno Vincenzo fu Pasquale ….»

(Dall’archivio del Partito della Rifondazione Comunista di Bronte, foto tratta da Lo Specchio e il Piacere, Anno I n.1, Maggio 1994).

Tre giorni dopo, il 19 Aprile, sempre nei locali dell’Unione del Lavoro, si riuniscono anche gli aderenti al Partito d’Azione Repubblicana allo scopo di costituire in Bronte la sezione del Partito.

 

1946

De Luca Placido

De-Luca-Placido-(sindaco di Bronte, 1946)Placido De Luca fu l'ultimo Podestà fascista e, paradossalmente, anche il primo a ricoprire la carica di sindaco dopo il periodo fascista e la Costituzione della Repubblica (elezioni ammini­strative del 7 aprile 1946).

Nicola Lupo ci ricorda che (Il Partito d'Azione, nota 49) era medico come gli altri due fratelli (Nunzio e Bastia­nello) e che «era stato Podestà fascista nel 1929 (quando fu accoltellato dalla Guardia Comunale Marchese) e nel 41/43, quando firmò la lista di proscrizione sottopostagli dal Comitato di Liberazione Nazionale».

Placido De Luca, riciclatosi come militante nel partito della Democrazia Cristiana, capeg­giò una giunta bicolore (Democrazia Cristiana - Partito Socialista) ed ebbe come assessori Vincenzo Castiglione (del PS, futuro sindaco nel 1956), Leone Franchina e Giuseppe (della DC), Calogero Meli e Salvatore Di Bella (assessori supplenti, del PS).

Durò in carica pochi mesi, fino al mese di giugno, quando la Giunta fu sciolta per contrasti interni nella Democrazia Cristiana, il partito di maggioranza. Gli successe nella carica di Sindaco il consigliere Giuseppe Interdonato, con assessori effettivi Mauro Luigi (PS), Azzia Nunzio (DC) e Franchina Leone (DC); Gennaro Talamo e Di Bella Nunzio (DC) erano gli assessori supplenti.

Nelle elezioni amministrative del 7 Aprile 1946 (le prime che si tennero a Bronte dopo la caduta del Fascismo) furono presentate due liste di 24 candidati ciascuna: quella della Democrazia Cristiana (dove figuravano diversi notabili, esponenti dell'Azione Cattolica e delle classi più agiate del paese) e quella della "Spiga" (che comprendeva candidati di cinque partiti: PdA (Partito d’Azione), Comunisti, Socialisti, Repubblicani e Liberali.

Il Partito Comunista, anche se scarsamente organizzato, era attivo a Bronte nel dopoguerra ed aveva come leader il geom. Vincenzo Galvagno, impiegato comunale.

La DC, guidata dal notaro Nunzio Azzia, anche e soprattutto per l'esplicito appoggio del clero, stravinse le elezioni con il 73,3% dei voti contro il 26,7% della Spiga.


Il primo Consiglio Comunale del dopoguerra

(24 consiglieri della "DC" e 6 della lista "Spiga")

"DEMOCRAZIA CRISTIANA" (24 consiglieri)
Grisley Antonio (il più votato), Interdonato Giuseppe (futuro sindaco nel 1946), Lombardo Anna, Reitano Maria, De Luca Placido, Nociforo Salvatore, Camuto Carmelo, Franchina Leone, Paparo Biagio, Catania Nunzio, Saitta Giuseppe, Rizzo Vincenzo, Di Bella Nunzio, Badalato Giuseppe, Mazzaglia Vincenzo, Talamo Gennaro (foto a destra), Pinzone Nunzio, Saitta Francesco, Caudullo Giuseppe, Carastro Mario, Meli Pietro, Mauro Luigi, Lupo Tommaso, Azzia Nunzio

"SPIGA" (6 consiglieri)
Biuso Gregorio e Meli Calogero (del Partito d'Azione), Meli Nunzio, Attinà Francesco, Castiglione Vincenzo, Camuto Antoni­no 

Elezioni comunali del 1946


I 24 candidati della
Democrazia Cristiana


I 24 candidati della
lista "Spiga"

Azzia cav. Nunzio, notaro
Badalato Giuseppe, professore (Azione Cattolica)
Camuto Carmelo, muratore
Carastro Mario, impiegato ducea,
Catania Nunzio, agricoltore,
Caudullo Giuseppe, agricoltore
De Luca cav. Placido, dottore
Di Bella Nunzio, ebanista
Franchina Leone Vincenzo, insegnante
Grisley Antonino, avvocato (il più votato)
Interdonato Giuseppe, funzionario di banca
Lombardo Annetta, professoressa. (Azione Cattolica)
Lupo Tommaso Signorino, falegname
Mauro Luigi, negoziante,
Mazzaglia Vincenzo, mugnaio
Meli Pietro, cementista
Nociforo Salvatore, muratore
Paparo Santangelo Biagio, agricoltore
Pinzone Nunzio, muratore
Reitano Maria Concetta, insegnante (Azione Cattolica)
Saitta Francesco fu Pasquale, falegname
Saitta Giuseppe fu Francesco Paolo, reduce
Talamo Gennaro, sarto.

Attinà Francesco, avvocato
Biuso Gregorio, insegnante (del Partito d'Azione)
Camuto Antonino, falegname
Castiglione Vincenzo (sindaco nel 1956),
Caudullo Alfio, agricoltore
Di Caudo Gregorio, insegnante (del Partito d'Azione)
Di Franco Salvatore, muratore
Isola Antonino, sarto
Lazzaro Vincenzo, agricoltore
Lombardo Antonino, agricoltore
Longhitano Giuseppe, agricoltore
Lupo Silvestro, autista
Mauro Raffaele, sarto
Meli Calogero, insegnante (del Partito d'Azione)
Meli Nunzio (futuro sindaco nel 1962),
Palermo Giuseppe, ragioniere
Paparo Antonino, agricoltore
Parrinello Natale, falegname
Russo Vincenzo, commerciante
Scarlata Antonino, insegnante
Sciacca Sebastiano, agricoltore
Spatafora Nunzio Antonino, agricoltore
Venia Antonino (sindaco nel 1968),
Venia Pietro.

 

La Legge elettorale del 1946

La legge elettorale prevedeva il sistema del cosid­detto "voto limi­tato", che consentiva all'elet­tore la facoltà di votare per i 4/5 dei con­siglieri da eleg­gere, sce­glien­doli anche fra i candidati di più liste.
Ecco le istruzioni di voto stam­pate nella scheda elettorale:

Le avvertenze sulla scheda

Comune di Bronte - Elezioni comunali - Anno 1946 - Consiglieri da eleggere N. 30

1. Ciascun elettore ha diritto di votare per un nume­ro massimo di 24 candidati.

2. Il voto si esprime tracciando il se­gno di croce (X) nel­le apposite caselle a fianco dei nomi prescel­ti. È con­sen­tita l’espressione del voto tracciando il segno di croce nella apposita casella a fianco del contras­segno di lista in tal caso il voto si intende dato a tutti i can­didati compresi nella lista salvo quelli cancellati dal­l’elettore.

3. L'elettore che ha contrasse­gna­to una lista può votare anche per singoli candidati compresi in altre liste, ap­po­nendo il segno di croce nella casella po­sta a fianco dei rispettivi nomi, purchè il nu­me­ro dei voti complessi­va­men­te attribuiti non ecceda quel­lo indicalo al numero 1.
A tal fine:
 a) se la lista prescelta non è com­pleta, l'elettore po­trà ripartire tra le altre liste i voti che ancora ri­ma­nessero disponibili;
 b) se la lista prescelta ha il nume­ro massimo di candi­dati, o se, pur essendo la lista incompleta, il numero dei candidati in essa com­presi ecce­de, con l’aggiunta dei voti attribuiti indivi­dualmen­te a can­di­dati di altre liste, il limi­te massimo per il quale l’elet­tore può votare, questi dovrà pro­ce­dere alla cancel­lazione di tanti nomi (mediante un tratto di ma­tita) quanti ne occorrono per con­tenere nel limite predetto il numero dei voti attri­buiti.

4. È nulla la scheda che contenga un numero di voti superiore a quello indicato nella avvertenza n. 1.

1946, un depliant elettorale della D.C.

"... Non vi promettiamo miracoli. Giustizia, benefi­cen­za, strade, fognatura, nettezza Urbana, disci­plina, so­no i problemi che affronteremo nonostante le difficoltà dei tempi." ...


Il notaio Cav. Nunzio Azzia

Il notaio cav. Nunzio Azzia (Bronte, 1956)Il capolista della Lista Libertas (Democrazia Cristiana) nelle elezioni comunali del 1946, era il notaio cav. Nunzio Azzia (1.8.1896 - 15.5.1971), all'epoca fu uno dei maggiori protagonisti della vita politica ed amministrativa di Bronte. Già nel 1921 era stato nominato dal fondatore padre Domenico Cariola direttore responsabile di "Bandiera Bianca", il quindicinale dei "Popolari" brontesi (il partito fondato da Luigi Sturzo nel 1919) chiuso dal regime fascista nel 1924.

Vent'anni dopo, nel 1946, caduto il fascismo, Azzia guidava la sezione brontese della Democrazia Cristiana, di cui fu segretario per dieci anni fino al 1956. Ed è proprio in quegli anni (elezioni politiche del 18 aprile 1948) che la DC brontese raggiunse il 65,5% dei consensi, percentuale mai più raggiunta degli anni seguenti.
A partire dai 1944, si può dire che Azzia fu uno dei maggiori protagonisti della vita politica ed amministrativa cittadina. Era presente in tutti gli eventi, nei comizi, nelle conferenze, nelle riunioni dei partiti e dei sindacati, degli amministratori, ovunque, insomma, venissero affrontati i problemi della comunità brontese, imponendosi con la sua personalità, per la sua iniziativa e per la sua preparazione.

«Memorabili – lo storico scrive Santi Correnti in una pubblicazione del 1982 (Nunzio Azzia da Bronte) - le battaglie elettorali delle prime elezioni amministrative, del referendum nel 1946, delle prime regionali del 1947, delle nazionali nei 1948 e poi ancora di altre elezioni, ove la D.C. in Bronte, sotto la sua guida, supero la maggioranza assoluta dei consensi rispetto a tutti gli altri partiti politici, spesso registrando le più alte quote percentuali di partito rispetto agli altri comuni della Provincia. Bronte, in quel periodo, fu uno dei pochissimi comuni ove la D.C. seppe contrastare la piazza ai partiti di sinistra, ottenendone spesso il predominio.»

Nelle elezioni comunali del '46 il notaio Nunzio Azzia fu capolista della DC, ma non fece il sindaco. Un anno dopo, nel 1947, unita­mente all'avv. Vincenzo Schilirò, partecipò anche alle prime elezioni regionali ma non fu eletto (fu eletto invece l'avv. Luigi Castiglione che con l'avv. Antonino Isola e Giovanni Gorgone si erano presentati nelle liste del Partito Socialista dei Lavoratori Italiani).

Santi Correnti  lo definì un “popolare d’assalto”, scrivendo che «se guardiamo la figura di Nunzio Azzia come politico nel PPI prima e nella DC dopo, possia­mo serenamente affermare che fu un politico dal grande carisma rimasto sempre fino alla fine un grande idealista ed un incorreggibile sentimentale, con una visione sostanzialmente etica della politica, saldamente legata ai valori ed ai principi del popolarismo cattolico. Queste doti di uomo e di politico gli suscitarono simpatie e consensi, facendo della sua figura un autentico mito ricordato, ancora oggi, con commozione dai brontesi non più giovani.»

Alle elezioni politiche del 1956, la DC brontese perse le elezioni per appena 48 voti contro la coalizione di tutti i Partiti della sinistra. Lo stesso giorno Nunzio Azzia, sebbene non gli potesse essere imputata la responsabilità della sconfitta, si dimise da segretario politico della DC. Faceva parte del suo modo di stare in politica.

Nunzio Azzia, notaio e segretario della DC (1947)In quelle elezioni (giugno 1956) la sinistra, guidata da due leader, l'avv. Vincenzo Castiglione e il prof. Mario Lupo, si presentò per la prima volta unita sotto un'unica lista (Autonomia e Rinascita)e per la prima volta andò al governo della città con il 50,2 % dei voti (contro il 49,8% della DC). Fu un risultato storico e irripetibile che determinò anche, dopo dieci anni, la parabola discendente dell'impegno politico di Azzia.

Nel marzo del 1962 fu eletto consigliere provinciale della DC (ed anche Asses­sore al contenzioso, presidente della Provincia era l'ing. Antonino Drago) unita­men­te a Vincenzo Castiglione (PSI) e a Biagio Pecorino (MSI). Fu il suo ultimo impegno politico. Nel 1970, dopo 40 anni di attività professionale, chiuse lo studio notarile.

Cessò di vivere il 15 maggio dell'anno successivo, circondato dall'affetto dei suoi figli e dalla grande stima dei brontesi.

Nel 1989, la Pro loco gli conferì alla memoria il "Premio XXIV Casali". La targa di bronzo fu consegnata al nipote Filippo che aveva appena vinto il concorso di notaio.

«Nella Croce (la DC) la sua fede» così scriveva Il Ciclope del Marzo 1947 nella didascalia che accompagnava una simpatica caricatura dedicata al notaio Nunzio Azzia (a destra).

Bronte, dieci anni dopo la sua morte, il 31 marzo 1982, ha rinominato l'antica Piazza Maddalena dedicandola ad Azzia.
 

2-3 Giugno 1946

Risultati del voto a Bronte per

Assemblea Costituente

Totale voti pro-Repubblica 77,7%
DC 54,6% (4.800 voti) - PSIUP 13,7% (1.192) - PdA 5,9% (488) - PCI 3,0% (266) - PRI 0,5% (44)

Totale voti pro-Monarchia 13%
Udn 9,1% (788) - Bnl-Mnr 3,95%

Totale partiti agnostici 9,3%
UQ 2,2% - Indipendentisti 7,1%

Referendum Istituzionale

Monarchia 55,5%
Repubblica 45,5%

Il referendum istituzionale fu indetto per de­ter­minare la forma di governo da dare allo Stato ita­liano dopo la seconda guerra mon­dia­le, pro­cla­mando la fine della monar­chia del Regno d'Italia e la nascita della Repub­blica Italiana.

Bronte votò in controtendenza, favorevole alla Monarchia. A livello nazionale, infatti, votò a favore del Re solo il 45,7%. I risultati furono proclamati dalla Corte di Cas­sazione il 10 Giugno 1946. Per la prima volta il voto fu a suffragio universale e votarono anche le donne (da 21 anni di età).

 

1946

Interdonato Giuseppe

Giuseppe Interdonato, sindaco di Bronte nel 1946Giuseppe Interdonato (Bronte 3 Novem­bre 1888 - 15 Febbraio 1974), è stato sindaco di Bronte dal 1946 al 1952, gli anni difficili del dopoguerra, delle estreme ristrettezze econo­miche, della miseria e della ricostru­zione di Bronte distrutta dai bombar­da­menti alleati e dalle mine tedesche.

Eletto alla carica di primo cittadino nel giugno 1946, dopo lo scioglimento della Giunta De Luca, fu a capo di una giunta bicolore (DC - PS).

Ebbe, fra i 34 consiglieri comunali eletti, come primi assessori Luigi Mauro (del Partito Socialista), il notaio Nunzio Azzia (vicesindaco e segretario della DC) e Leone Franchina (DC) e, come assessori supplenti, Gennaro Talamo e Nunzio Di Bella (ambedue della DC). Succes­sivamente fecero parte della Giunta anche l'avv. Nino Grisley, Giuseppe Saitta, e Tommaso Lupo.

Il Cav. Giuseppe Interdonato ("Don Peppinello", così era  amichevol­mente chiamato), fu anche Presidente dell'Ospedale Castiglione-Prestianni nel periodo bellico e, fino al 1959, Direttore della locale «Ban­ca Mutua Popolare di Bronte» (l'antica Cassa Agraria di Mutuo fondata nel 1912), da pochi anni scomparsa perchè venduta ad una Banca del nord Italia (la ex Banca Popolare di Lodi, oggi Banca Popolare Italiana).

Interdonato (a destra e sotto in una caricatura del quindicinale Il Ciclope) si presentò quale candidato nelle file della Democrazia Cri­stiana alle elezioni ammini­stra­tive del 9 marzo '46 e fu eletto dai consiglieri comunali Sindaco di Bronte nel mese di giugno.

Fu lottato dai suoi stessi compagni di cordata (i demo­cristiani erano anche divisi in due opposti gruppi capeg­giati dal notaio Nunzio Azzia e dall'avv. Fortunato Attinà) ma era un tipo "tosto", tacciato di essere estremamente cocciuto ed amante della propria opinione.
«Il nostro sindaco - scriveva Il Ciclope agli inizi del 1950 - ha il grosso guaio di avere dei consiglieri che non lo consigliano e quando lo fanno e lui che non li ascolta. Possiamo dire che è più autoritario del Podestà.»

Si fidava, infatti, poco dei suoi collabo­ratori e degli "amici" di partito e pretendeva che tutte le pratiche in evasione dovevano essere da lui personalmente con­trollate. Fu lottato per questo ma tenne durò e nei sei anni della sua sindacatura riuscì a traghettare il paese dalla miseria e dagli stenti del dopo­guerra, verso un certo benessere.

Sempre al servizio del proprio paese, recepì, infatti, il desiderio di rinascita del dopo­guer­ra e la voglia di risveglio economico, politico nonchè culturale che animava la gente, pro­di­gandosi alla realizzazione di opere e di servizi sociali allora veramente urgenti e necessari alla collettività.

Molti lo ricordavano trascorrere intere giornate sul treno per raggiungere Palermo o Roma o davanti alle porte di deputati e fun­zionari a perorare e chiedere insistente­men­te finanzia­menti per opere da realizzare nel nostro paese.

Non a caso, durante la sua carica di Sindaco, pur tra mille difficoltà di ordine econo­mico, furono realizzati la rete fognante, le case popolari di viale Della Regione, il Pa­lazzo Comunale (il progetto, redatto dall'ing. Filippo Rao, venne dal Consiglio comu­na­le approvato il 3 maggio 1948 all'unanimità), il plesso scolastico «Mazzini», la casa del Reduce e, cosa importante, migliorate le strade del paese e realizzate altre strade in varie zone agricole.

Fu anche adottato il primo Piano regolatore di Bronte (redatto dagli ing. Russo-Aloisi, deliberato il 22.9.47 e definito dalle locali Associa­zione Pubblico Impiego e Camera del Lavoro "...assoluta­mente inattuabile nel tempo e nello spazio per gli iperbolici mezzi finanziari occorrenti, di giammai possibile disponibilità, prevedendo la demoli­zione integrale di interi quartieri e della maggior parte dei fabbricati del paese".

Infine parecchi progetti da intrapresi da Interdonato furono finanziati ed eseguiti dopo la sua sindacatura.

Restò in carica dal 1946 fino alle elezioni amministrative del Giugno '52, quando fu eletto consigliere ma non fu più eletto sindaco dal Consiglio comunale.

Le elezioni regionali del 1947
 

1948, la parola è all'opposizione

In questo articolo, pubblicato da Il Ciclope l'11 luglio 1948, Vincenzo Casti­glione (capo indiscus­so dell'opposizione in Consiglio comunale) parla del­l'amministrazione Interdonato.
L'avv. Castiglione era l'unica voce di opposizione rimasta nel Consiglio comu­nale. Infatti dei sei con­siglieri della lista "Spiga", Biuso Gregorio e Meli Calo­gero (del Partito d'Azione) abbandonarono il Consiglio per motivi personali, Attinà Francesco e Camuto Antonino dopo le dimissioni del prof. Meli Nunzio aderirono alla DC lasciando al solo Castiglione il compito di rappresentare la voce dell'opposizione.

«Errori a catena caratterizzano l’attività dell’attuale Amministrazione Comunale
«[…] In seno alla maggioranza democristiana non esistono veri e propri con­trasti di tendenze. (Potrei dire, anzi, che hanno tutti una stessa tendenza: quella di man­dare a rotoli le finanze del Comune). Esiste soltanto qualche piccola malcelata ambizioncella e qualche bega perso­nale, causata sempre da ragioni d'interesse.
I consiglieri di maggioranza, noi li conosciamo tutti: sono buoni padri di famiglia, ottimi amministratori della propria casa, instancabili lavoratori; di essi, però, l'80 per cento non ha alcuna idealità politica e sconosce i più elementari canoni di una pubblica amministrazione. Non si preoccupano di problemi collettivi e confondono gli interessi personali con quelli della comunità.
Fanno i consiglieri comunali un pò per stupida vanità ed un pò per aver modo, se­con­do loro, di salvaguardare meglio i propri interessi. Vengono al Consiglio soltanto per scaldare la sedia, con la stessa leg­gerezza con cui si recano alle fiere o al caffè o ad un pubblico spet­tacolo. Tante volte il povero Sindaco deve sguinzagliare tutte le guardie comunali per rintracciarli e trascinarli alla riunione. […]»

(Il Ciclope - Anno III, n. 14, Domenica 11 Luglio 1948)

Gli Anni di Interdonato

Interdonato visto da Il CiclopeInterdonato può essere con­si­derato il sindaco della rico­struzione quando Bronte doveva risorgere sotto tutti i punti di vista, a partire dalle macerie nate dai bombar­damenti degli alleati.

Fra le altre opere realizzò il Palazzo Comu­nale, le case popolari di Viale della Regio­ne, il plesso scolastico Mazzini e la rete fognante. Inoltre furono miglio­rate le strade e realizzate altre in diverse zone agricole.

I suoi anni furono quelli del dopo­guerra, anni di stenti e di vera fame; delle tes­sere per aver diritto al chilo di zucchero o al bac­calà, dei pac­chi inviati ai brontesi dai "parenti ricchi" emi­grati in America, del "vestiario, scarpe e generi alimen­tari donati dall'Unrra e distribuiti ai redu­ci, ai combattenti ed ai sinistrati".

Ma furono anche gli anni de "Il Ciclo­pe" che risvegliò so­cial­mente e cultu­ral­mente la sonnacchiosa Bronte ed anche di un indimen­ticato nubifra­gio che il 15 settem­bre 1948, in appena mez­zora, distrusse strade, ponti, l'acque­dotto, e migliaia di ettari di terreno della parte più fertile di Bronte.

Interdonato fu anche collaboratore del Il Ciclope che lo gratificò con una caricatura (vedi a destra) accompagnata da una sim­patica poesia di Luigi Margaglio.

Tratti dallo stesso quindicinale di seguito vi diamo alcuni flash di come si viveva a Bronte negli anni di Interdonato e, tratta dal Corriere della sera, una notizia della terribile disgrazia della morte atroce di tre bimbi per lo scoppio di un residuato di guerra.
 

Notizie annonarie

Sono in distribuzione i seguenti generi razionati:
Zucchero: grammi 200 a persona, per i mesi di Maggio e Giugno
Farina, ultima decade di luglio
Pasta, mezzo chilo a persona, a Lire 26,50 il chilo.
Baccalà senza tessera, a lire 90 kg.
Petrolio, due decilidri a persona, a lire 35 il litro (lire otto a razione), presso i rivenditori Camuto e Raciti».

14 luglio 1946 (Da "Il Ciclope", Anno 1°, n. 2 )
 

La fognatura

«Il consiglio comunale, nella seduta del 18 corrente, ha de­liberato all'unanimità di affidare l'assistenza  dei lavori per il 2° tronco della fognatura, all'Ing. Anfuso. Nell'ap­prendere la notizia ce ne congra­tuliamo, poichè siamo certi che ne verrà fuori un altro capola­voro tipo edificio sco­lastico, del quale l'Ing. Anfuso ne è l'autore.»

28 luglio 1946 (Da "Il Ciclope", Anno 1°, n. 3 )
 

Il “piccolo esercito dell’igiene”

L’appalto per la spazzaturA

Rilevato per un milione e mezzo – Un autocarro, 2 carretti, 4 asini e 12 uomini dovrebbero entrare al più presto in servizio

Pare che finalmente l'antico e pur sempre nuovo problema della pubblica spazzatura in Bronte sia stato risolto. La ditta Tomaselli Pietro di Adrano ha rilevato lo appalto per la somma annua di lire 1.500.000 ed ha già depositato la cauzione di lire 300,000. La cittadinanza, che già soffre tra fango ed immondizie, profusi in ogni dove, certamente si domanderà: Ma quando comincerà a funzionare questo benedetto servizio per la pulizia delle strade cittadine? Si può rispondere che tra breve anche tale servizio sarà un fatto compiuto.

La nuova ditta ha assunto l'obbligo di disimpegnare il servizio valendosi di un autocarro, due carri con muli, quattro asini con apposite ceste e quattro carrettelle a mano. Il personale deve essere composto di dodici spazzini oltre i conducenti dei mezzi semoventi.

Come si vede dunque è un piccolo esercito …dell'igiene che dovrà essere impiantato a Bronte, previa verifica e nulla osta dell'Autorità Sanitaria, poichè fra gli oneri di capitolato vi è anche quello che i cestelli, i carri e il camion siano attrezzati in modo tale da evitare nocive esalazioni. La ditta appaltatrice quanto prima, come ha assicurato, inizierà il servizio e noi non possiamo fare a meno dal ralle­grarci, nell’attesa di vedere una buona volta anche a Bronte, le strade pulite.

19 Gennaio 1947 (Da "Il Ciclope", Anno 2°, n. 2)
 

Niente baccalà per BrontE

La stampa ha avvertito gli spacci autorizzati del capoluogo e dei pae­si con popolazione superiore ai ventimila abitanti di pre­le­vare e distribuire agli aventi diritto una razione di baccalà. Bronte è escluso da questa assegnazione.
Se questo centro abitato raggiunge circa ventiduemila perso­ne, perchè il Comune non comunica a chi di dovere tale notizia per non vedersi escluso da eventuali bonifici?
 

Né baccalà né stocco fisso

"Ci sanno dire le Autorità Provinciali per quale motivo i cittadini debbono essere divisi in due categorie e ad una debba essere fornito il baccalà e all'altra debba essere negato lo stesso genere?" 

19 Gennaio / 2 Febbraio 1947 (Da "Il Ciclope", Anno 2°, n. 2 e n. 3)
 

All'Assessore dell'annona: e le uova?

L'Assessore all'Annona sa che le uova si vanno facendo sempre più rare e che il loro prezzo conseguentemente di giorno in giorno au­men­ta sensibilmente? Sa che le uova vengono portate via dai forestieri, cata­nesi in testa, malgrado ci sia un'ordinanza del Sindaco che ne vieta l'esportazione? Si rende conto che, fra non mol­to, se vogliamo comprare un uovo, dobbiamo recarci a Catania?
Non sarebbe opportuno che egli s'interessasse un po' della faccenda e facesse muovere le guardie comu­nali per l'os­servanza della dispo­sizione del Sindaco?
Crediamo di non pretendere troppo.

26 Settembre 1948 ("Il Ciclope", Anno 3°, n. 19)
 

Grave sciagura

Tre bimbi uccisi da uno scoppio a Bronte

Catania 10 maggio 1951, notte

Una grave sciagura è avvenuta nei pressi della stazione ferroviaria di Bronte.
Una bomba di aereo è esplosa improvvisamente, uccidendo sul colpo due bambini e ferendone gravemente altri due: di questi ultimi, che sono state ricoverati all'ospedale di Bronte, uno è deceduto subito dopo il ricovero e l'altro versa in condizioni disperate.
I bambini deceduti sono: Grazia Spada, di 6 anni, Nunzio Romano, di 9 anni, Alfio Spanò, di 6 anni; mentre è agonizzante la bambina Agata Spada, di 4 anni. L'autorità giudiziaria ha accertato che i piccoli provvedevano al recupero di residuati di guerra, per rivenderli. (Corriere della Sera, 11 Maggio 1951)

I SINDACI: 1800 al 1862  1862/1903  1903/1914  1914/1942  1943/1952  1952/1968  1968/1993  1993/2005  Dal 2005 A OGGI


Uomini illustri di Bronte
       

HOME PAGE  Powered by Associazione Bronte Insieme Onlus - Riproduzione riservata anche parziale - Ultimo aggior. dic-24