1956
| Castiglione Vincenzo Vincenzo Castiglione, avvocato, socialista, battagliero difensore dei diritti sindacali dei lavoratori e alfiere nella lotta che i contadini sostennero contro la Ducea dei Nelson per l'applicazione della riforma agraria e la divisione delle terre, è stato sindaco di Bronte dal 1956 al 1962. Dai primi anni del dopoguerra era stato il capo indiscusso dell'opposizione in Consiglio comunale ed il punto di riferimento degli artigiani, della classe operaia ma anche e sopratutto dei tanti braccianti agricoli che venivano inquadrati ed assistiti dalla Camera del Lavoro da lui diretta che ben presto, con la fattiva collaborazione di Nunzia Maria Currenti (Nonziamaria), diventò il luogo dove la povera gente poteva sottoporre i propri problemi e trovare soluzione. Uomo di grandi capacità professionali ed umane fu anche avvocato del Comune che difese "senza pretendere onorari, recuperando solo quelli liquidati dai giudici a carico dei condannati" (non recuperando in molti casi nemmeno le spese). Fu eletto sindaco di Bronte dopo le elezioni amministrative del 2 giugno 1956. Furono presentate solo due liste e l'avv. Castiglione fu a capo della lista di sinistra Autonomia e Rinascita (aveva come simbolo la Testa di Garibaldi e comprendeva socialisti, comunisti ed indipendenti, vedi sotto) che ottenne, fatto unico nella storia politica locale, la maggioranza assoluta dei voti (4.868, il 50,2%). L'avv. Vincenzo Castiglione, eletto sindaco, capeggiò la prima giunta di sinistra della storia politica di Bronte. I suoi assessori furono Cantaro Galeno Domenico (PCI), il prof. Mario Lupo, indipendente, vice sindaco (foto a sinistra), l'insegnante Vittorio Cutrona (foto a destra) e l'avv. Antonino Venia (del Partito Socialista, futuro sindaco del 1968) con Vincenzo Lupo (segretario della Sezione brontese del Pci) e Lorenzo Gulino (PS), assessori supplenti. «Non c'è dubbio – scrive Pino Firrarello in "Bronte, il paese della mia vita" – che dalla sua elezione i contadini del tempo ne trassero sicuro beneficio, basti pensare alla battaglia vera e propria che si intestò contro la Ducea per l'applicazione della riforma agraria e la divisione delle terre. Anche il Comune, nella sua definizione di “res publica” trasse giovamento, non solo dalla sua azione amministrativa, ma anche dalle sue capacità professionali ed umane. (…) Era uomo politico vero, forgiato dalla cultura e dall'esperienza accumulata in tantissimi anni di indiscussa leadership dell'opposizione in consiglio comunale.» A Vincenzo Castiglione, nato nel 1909 e morto il 23 luglio del 1981, Bronte ha dedicato ed intitolato una delle sue più importanti piazze (l'ex Piazza Roma). Facciamo un breve cenno alle elezioni amministrative che decretarono il suo successo. Nel 1956 furono presentate alle elezioni solo due sole liste. | La lista n.1 (aveva come simbolo la testa di Garibaldi e la scritta Autonomia e Rinascita) con i seguenti candidati: Castiglione Vincenzo, Lupo Mario, Bonina Antonino, Cantaro Galeno Domenico, Capace Carmelo, Castiglione Antonino, Cordaro Antonino, Cutrona Vittorio, D'Aquino Nunzio, Gangi Vincenzo, Gulino Giuseppe, Gulino Lorenzo, Lazzaro Nunzio, Longhitano Antonino, Luca Luigi, Lupo Giovanni, Lupo Vito, Martello Alfio, Meli Benedetto, Pappalardo Nunzio, Proietto Passé Nunzio, Sciacca Antonino, Sofia Carmelo, Venia Antonino. La lista n. 2 (Scudo Crociato con scritta Libertas) con i seguenti candidati: Amato Vincenzo, Attinà Fortunato, Azzia Nunzio (segretario politico della DC), Badalato Giuseppe, Bonina Giuseppe, Caruso Felice, Caruso Matteo, Ciraldo Nunzio, D'Aquino Biagio, Leanza Vittorio, Lombardo Vincenzo, Messina Francesco, Minissale Giuseppe, Paparo Alfio, Paparo Vincenzo, Parasiliti Rantone, Piazza Giovanni, Pinzone Nunzio, Prestianni Antonino, Reitano Salvatore, Schilirò Ignazio, Schilirò Vincenzo, Zingali Ignazio. I risultati delle elezioni del 1956 videro la lista "Autonomia e Rinascita" (quella con la testa di Garibaldi) ottenere la maggioranza assoluta con 4.868 voti (50,2%), contro i 4.821 (49,8%) della Democrazia Cristiana (scudo crociato). Il trionfo dei social comunisti ebbe profonde ricadute sugli equilibri della Dc brontese. Il notaio Nunzio Azzia, dopo oltre dieci anni, si dimette dal ruolo di segretario politico e gli subentra il prof. Giuseppe Guastella. 1960, Quattro anni dopo
nelle successive elezioni amministrative del novembre 1960, la Democrazia Cristiana si riportò nuovamente al primo posto ottenendo 4.784 voti con 14 seggi assegnati su 32. Il Partito socialista ottenne 4.286 voti (13 consiglieri), il PCI ed il PO 1.068 voti (3 seggi), il PSDI di Giuseppe Gatto 455 voti (1 consigliere) ed il Partito Monarchico di Alfio Saitta 455 voti (1 consigliere). La DC non riuscì a formare una Giunta democristiana e la sinistra brontese elesse nuovamente sindaco l'avv. Vincenzo Castiglione che guidò una giunta appoggiata dai 13 consiglieri del PS, dai 2 del PCI, da Brundo Placido del PO e Giuseppe Gatto del PSDI. Assessori effettivi furono Mario Lupo, Nunzio Pappalardo, Antonino Venia del PS e Gatto Giuseppe del PSDI di G. Saragat (assessori supplenti: Salvatore Longhitano e Alfio Martello del PS). |
| I 32 del Consiglio Comunale Della prima Giunta di sinistra (1956) PS: Castiglione Vincenzo, Venia Antonino, Gulino Lorenzo, Longhitano Antonino, Gangi Vincenzo, Cordaro Antonino, Capace Carmelo, Bonina Antonino, Castiglione Antonino, Pappalardo Nunzio (foto a destra), Gulino Giuseppe, Martello Alfio, Proietto Nunzio, Luca Luigi. Ind.: Lupo Mario, Cutrona Vittorio, D'Aquino Nunzio. PCI: Cantaro Galeno Domenico, Sofia Carmelo, Sciacca Antonino, Lupo Giovanni, Lazzaro Nunzio, Meli Benedetto, Lupo Vito (sarto, fratello di Vincenzo, il segretario della Sezione brontese del PCI). DC: Minissale Giuseppe, Azzia Nunzio, Attinà Fortunato, Zingale Ignazio, Bonina Giuseppe, Lombardo Vincenzo, Amato Vincenzo, Piazza Giovanni. ... e della seconda (Novembre 1960) DC (14 seggi): Meli Nunzio, Lombardo Nunzio (detto Zino, foto a destra), Attinà Fortunato, Isola Nunzio, Mancino Antonio, Castiglione Salvatore, Prestianni Vincenzo, Biuso Biagio, Ciraldo Agostino, Carastro Giuseppe, Schilirò Vincenzo, Caraci Nunzio, Longhitano Vincenzo, Ciraldo Francesco. PS (13 seggi): Castiglione Vincenzo, Lupo Mario, Venia Antonino, Gulino Lorenzo, Di Caudo Gregorio, Martello Alfio, Longhitano Salvatore, D'Aquino Antonino, Galvagno Angelo, Castiglione Placido, Pappalardo Nunzio, Liotta Carmelo. PCI (2 seggi): Lupo Vincenzo, Galati Sebastiano, PO (1 seggio): Brundo Placido, PSDI (1 seggio): Gatto Giuseppe, PMP (1 seggio): Saitta Alfio (fabbroferraio, foto a destra). I risultati delle elezioni del Novembre 1960 videro, dopo la batosta subita quattro anni prima, nuovamente la DC al primo posto con 4.784 voti (43,3%, 14 seggi), seguita dal PSI (4.286 voti, 38,8% e 13 seggi), PCI (1.068 voti, 9,7% e 3 seggi), PSDI (455 voti, 4,1%, 1 seggio) e il solito PM (il Partito Monarchico di "donn'Ăffiu Azzarellu") (455 voti, 4,1%, 1 seggio). L'affluenza alle urne fu da record: si raggiunse l'87,4% la più alta percentuale di tutti i tempi mai superata nelle elezioni amministrative brontesi. |
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| Questa seconda amministrazione dell'avv. Castiglione durò solo due anni. Si reggeva, infatti, su una risicata maggioranza di appena 17 consiglieri su 32. Fu facile per la DC (ed anche per qualche settore del clero locale) stravolgere tutto e "convincere" alcuni consiglieri a cambiare casacca per "salvare" il Comune «per la prima volta caduto - scriveva il clero - in mano ad uomini colpiti da una scomunica». Nel giro di due anni l'opposizione democristiana prima riuscì a portare fra le proprie file il consigliere Antonino D'Aquino del PS e successivamente a farcela nel "convincere" il sindacalista esponente del PSDI, Giuseppe Gatto (foto a destra), a togliere il proprio sostegno a Castiglione facendo cadere la Giunta. I due, cambiando casacca, lasciarono Castiglione confluendo in una nuova maggioranza che elesse un nuovo sindaco, il democristiano avv. Nunzio Meli. Vincenzo Castiglione non lasciò la politica. Nel marzo 1962 fu eletto consigliere provinciale del PSI, unitamente ad altri due brontesi: il notaio Nunzio Azzia (DC) e il sen. Biagio Pecorino (MSI). Nelle successive elezioni comunali del 1964, 1968, 1973 e 1979, capolista della lista del PSI, fu sempre eletto al Consiglio comunale. Il Comune in mano agli "scomunicati"
Per meglio capire il clima e le lotte (non solo politiche) vissuti a Bronte a cavallo degli anni '50, riportiamo di seguito un articolo pubblicato dalla "Voce Amica", Bollettino Parrocchiale della Forania di Bronte (Renato Magnani, direttore responsabile, anno III, n. 7 del Luglio 1951, stampato dallo Stab. Tip. Sociale) e (a seguire) alcune parti di un volantino distribuito a fine agosto 1956 nel quale il clero brontese fornisce ai fedeli il motivo dell'interruzione di una Processione per la partecipazione ritenuta dai preti "arbitraria" dell'amministrazione comunale "socialcomunista", "scomunicata dall'Autorità religiosa": Colpirne uno per educarne cento??
«Strascichi elettorali Le esequie negate Il giorno 22 giugno il giovane Germanà Antonino, investito da una motocicletta, morì improvvisamente. Portato all'ospedale, non si fece altro che constatarne il decesso. Chiunque sia, chi resta vittima d'un tragico incidente, lascia in tutti un senso di vivo cordoglio. Ma quando si domandarono i funerali solenni, poichè prima di morire aveva esplicato un'attività intensa a favore del Comunismo, che non si poteva occultare, l'autorità religiosa, a norma del Decreto del S. Uffizio del 1 luglio 1949 e del Codice di Diritto Canonico can. 1240, fu costretta a rifiutare. Non per lui, povero giovane! che già aveva reso conto a Dio, il quale speriamo (?!?, ndr), gli abbia usato misericordia, ma per quelli che ne condividono le idee e si illudono che si possa essere insieme cattolici e comunisti. Nel pomeriggio il corteo funebre, in cui spiccavano molte bandiere rosse, accompagnò l'estinto al cimitero. Avevano domandato che il Crocifisso, almeno, andasse innanzi al corteo. Ma non capivano che un corteo funebre, aperto dal Crocifisso e chiuso dalle bandiere rosse, avrebbe riprodotto al vivo la scena del Venerdì Santo, quando sulla via del Calvario, dietro a Gesù che portava la croce, andavano i suoi carnefici? Davanti al Cimitero l'Avv. Castiglione prese la parola. Disse fra l'altro che il defunto non era stato comunista. E perchè allora tutte quelle bandiere rosse nell'accompagnamento? Aggiunse che «se il paradiso c'è, le sue porte sono state aperte a quel giovane lavoratore». Se c'è... dunque non è sicuro, perchè il comunismo insegna che il paradiso e l'inferno sono in questa terra. Conchiuse con un'invettiva contro i preti e un ridicolo invito alla preghiera, perché avendo iniziato l’Ave Maria alle «gratia plena» si arrestò non sapendo come proseguire, e dopo aver domandato a bassa voce aiuto ai più vicini, che non erano in grado di darglielo, pose fine al suo discorso ripetendo «pregate, pregate». IL RICATTO dei "BOTOLI RINGHIOSI"
Lo stesso giorno delle mancate eséquie fu sparsa ad arte nel paese la diceria che un sacerdote brontese aveva preso la fuga, ammannendola con un contorno di particolari succulenti, che lasciavano perplessi i buoni e mandavano in visibilio gli altri, che facevano a gara per aggiungervi frange e coloriture, intramezzate da espressioni di scandalo farisaico. L'intenzione del ricatto è evidente. La canea dei botoli ringhiosi, che ebbe pestato il muso dalla disposizione dell'autorità religiosa che interdiceva i funerali solenni ad un loro iscritto, si sfogò addentando e lacerando la fama d'un povero sacerdote in ciò che ha di più delicato. La coincidenza è quanto mai significativa.» (Tratto da "Voce Amica, bollettino parrocchiale della Forania di Bronte") "Le provocazioni socialcomuniste", il clero di Bronte spiega
1956, La processione negata «Cittadini di Bronte, Una scena veramente incresciosa per noi e per tutti ha avuto luogo Domenica sera alla Chiesa Annunziata. I buoni ne sono rimasti addolorati, i fanatici del socialcomunismo hanno speculato per lanciare dei fischi che denotano il loro grado di educazione e di civiltà, altri sotto la veste farisaica si sono fatti in quattro protestando in loro favore come se Cristo e Satana potessero andare a braccetto. Il Sig. Sindaco arbitrariamente con i rappresentanti socialcomunisti al Comune, insolitamente al completo ed inappuntabilmente attillati, si è voluto inserire nel quadro delle manifestazioni religiose in onore della Madonna. Nessuno aveva invitato quei Signori a prendere parte in forma ufficiale ad una manifestazione religiosa, nè potevano essere invitati perchè essendo socialcomunisti professanti una dottrina anticristiana, dalla Autorità religiosa sono stati scomunicati. (...) L'Attuale Sindaco (Vincenzo Castiglione, nella foto a destra in divisa da aviere durante l'ultima guerra, NdR) con i componenti la Giunta e i 24 Consiglieri comunali essendo esponenti qualificati di una ideologia condannata dalla Chiesa e come tali scomunicati, anche se a parole si professano cristiani, non poteva pretendere di partecipare ad una manifestazione religiosa. (...) Nè vale l'osservazione che intendeva partecipare in rappresentanza del popolo, poichè il popolo veramente credente, e praticante era presente e rinunziava ben volentieri ad essere rappresentato da un esponente di idee anticristiane. Vi sembra poi logico che un individuo non invitato, poco educatamente si presenti a casa vostra? Perchè dunque costoro arbitrariamente si sono voluti presentare ed intrufolarsi con la prepotenza? Ed a che scopo? Era per un omaggio da rendere alla Vergine? o piuttosto una parata coreografica, ben studiata per far vedere al popolo che i socialcomunisti sono anche religiosi? Ma purtroppo si vedono ben raramente o mai in Chiesa!!! Il Sindaco tirò in ballo la consuetudine della partecipazione di una rappresentanza del Comune alle Processioni; dimenticava però che è la prima volta nella storia di Bronte che il Comune sia caduto in mano ad uomini colpiti da una scomunica. Ciò posto: visto che il loro gesto di prepotenza non aveva altro effetto che impedire la Processione, e determinare malumore nel popolo, perchè delicatamente e con senso di educazione non si sono ritirati tanto più che il Clero concedeva loro che restasse la sola bandiera quale emblema del Comune? E vi sono sembrati... cristiani i fischi durante la Benedizione? Non partivano certamente da bocche che desideravano rendere omaggio alla Vergine. Diedero invece l'impressione della manifestazione dei loro veri sentimenti che se ne infischiano (fischiando) della Religione quando non possono superare il loro scopo politico. Fedeli carissimi Il Clero, nel sospendere la Processione, non ha agito per capriccio, ma disciplinatamente ha seguito le direttive del Papa e dei Vescovi. (...) Domenica prossima, malgrado quello che è successo avrà luogo la Processione. Dimostrate come sempre la vostra Fede ardente e la vostra devozione alla SS. Vergine Annunziata, partecipando in massa, anche in riparazione alla grave irriverenza commessa per le provocazioni socialcomuniste. Bronte 29 Agosto 1956 - Il clero brontese» Nella foto a destra, Vincenzo Castiglione e alcuni consiglieri comunali e componenti della sua Giunta (l'amministrazione comunale brontese - a detta del clero - «per la prima volta in mano ad uomini colpiti da una scomunica») sfilano seguiti da centinaia di persone nel Corso Umberto in appoggio alle manifestazioni studentesche contro una delle tante riforme della scuola (legge n.1859 del 31 dicembre 1962). Da sinistra, si notano (clicca per ingrandire) il vice sindaco prof. Mario Lupo (con l'impermeabile bianco), il sindaco Castiglione e, dietro, il figlio Livio; Vincenzo Lupo (assessore, davanti a Mario Lupo), Giuseppe Gatto (assessore). Antonino Castiglione (Ninu Firiri, consigliere comunale) e Lorenzo Gulino (assessore supplente); sulla destra (con gli occhiali) Vito Lupo, sarto, fratello di Vincenzo.. | IL SINDACO VINCENZO CASTIGLIONE in un disegno tratto da un giornale brontese del 1957. Più che la caricatura è la poesia simpatica e un pò sfottente.
«Questa caricatura di mio padre, - afferma la figlia Laura che ce l'ha segnalata - è stata fatta da Angelo Mazzola e la poesia dal prof. Gino Saitta. La ritengo simpatica perchè prende in giro mio padre». Dieci anni prima Angelo Mazzola aveva dedicato un'altra caricatura all'Avv. Vincenzo Castiglione, pubblicata ne "Il Ciclope". Questo nostro sindaco «Questi che tu vedi, o forestiero è il sindaco, avvocato Castiglione, solerte assolvitor del magistero che il popol gli votò, ma che affarone! Che affarone per Bronte, voglio dire, che vuol vedere a forza rifiorire! E fiorirà, rifiorirà di certo, questo nostro paese sotto a uno che, da avvocato, ora si è scoperto abile reggitor qual mai veruno, uomo per eccellenza archimandrita, amator dei fiori e della vita. | Lavora tutto il giorno, e pur la notte dicono la passi a far progetti: sistemazion di strade che sono rotte, necessità di fogne, di pozzetti; poi pensa ai soldi che non vengon mai e tra sospir s'addorme, in mezzo ai guai.
Pur, l'altro giorno, la trovò qualcosa, e quella via, l'Antonietta Aldisio, tutta scassata e tutta tuberosa, sta facendola fare; un paradiso; lui presenzia ai lavor, quando può farlo per evitare della fiacca il tarlo. Quest'è il sindaco nostro, o forestiero, puoi ben vederlo scuro in volto ma il cuor sentimentale e veritiero ti fa inebriare e intenerire molto. Sentimentale: e questo io lo dico pel suo intenso amore dell'antico: (tipico il carro cui non sa che farne all'infuori del trasporto della carne).»
(Gino Saitta) |
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| Nonzia Maria Una vita
trascorsa a difendere diritti Parlando del sindaco Vincenzo Castiglione non possiamo fare a meno di ricordare anche una figura femminile, coraggiosa e determinata, presente allora con notevole forza d'anino e capacità organizzativa sulla scena politica e sindacale: Nunzia Maria Currenti (Nonziamaria, Bronte 28.12.1915 - 11.4.1986), titolare per diversi decenni della locale Camera del Lavoro. Comunista prima, socialista poi affiancò validamente l'avv. Vincenzo Castiglione nella lunga e aspra battaglia per la divisione delle terre della Ducea ai contadini, distinguendosi sempre nella difesa dei braccianti, dei lavoratori e delle classi più emarginate. Minuscola e poco appariscente, di animo mite e buono, ma determinata e battagliera, a Bronte fu la prima donna a militare apertamente e con molto coraggio nelle file della sinistra, benvoluta e rispettata dai braccianti e dalla classe operaia ma anche sempre osteggiata, ed a volte con violenza verbale, dal clero locale e dalle classi benestanti. Lei stessa raccontava che camminando per le strade di Bronte non era raro il caso di incontrare altre donne che nel vederla si facevano il segno della croce voltandosi dall'altra parte o cambiavano strada. Per l'Autorità religiosa Nunzia Maria era, infatti, "scomunicata perchè socialcomunista professante una dottrina anticristiana". Non volle mai far parte di Giunte comunali ma affiancò sempre l'avv. Castiglione nelle file del Partito socialista ed i lavoratori la elessero in Consiglio comunale ininterrottamente per 20 anni, dal 1964 al 1984 (quattro sindacature): nel 1964, 1968, 1973 e nel 1979. Nel 1984, le successive elezioni amministrative, lei stessa preferì appoggiare la candidatura del figlio del sindaco Castiglione, Livio, facendolo eleggere al posto suo al Consiglio comunale. (aL) |
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