1799 - 1802 Giovanni Andrea Graefer Mr. Giovanni Andrea Graefer, natione britannicus, nominato direttamente da Horatio Nelson I° Duca di Bronte, giardiniere inglese sbarcato a Napoli per sistemare il parco della Reggia di Caserta e rimasto senza lavoro dopo la fuga a Palermo della Corte. «Al pari di Nelson, - scrive Sebastiano Angelo Granata (Inglesi sotto il vulcano. La Ducea di Nelson, Rubettino, 2020) - l’uomo non conosce la Sicilia e non capisce come mettere a frutto i territori che gli sono stati affidati: la sua presenza si risolve così in continue beghe con i locali, nella difficoltà di dare in affitto i terreni e, in ultima analisi, nell’incapacità di far rifiorire il feudo. (...) La sua gestione si rivela in breve tempo un completo disastro, costringendo Nelson a sollevarlo dall’incarico e addirittura a vendere un pacchetto di azioni della Compagnia delle Indie per sanare i debiti contratti dall’amministratore.» Il V Duca di Bronte nelle sue memorie scrive che Graefer “è sepolto nella Chiesa” di Maniace, dove però non esiste una lapide che lo confermi. Dopo la sua morte (7 agosto 1802) la moglie, Elisa, continuò a vivere a Bronte e ad occuparsi localmente della Ducea; Nelson le aveva concesso 100 pounds l’anno e nella contabilità di quegli anni figura ricevere periodicamente la "quota di mantenimento oltre ai diritti di carta, penne e cera di spa-gna” (A.N., voll. 326-1, 326-2). | 1802 - 1817 Antonio FOrCELLA e Abram Gibbs Marchese D. Antonio Forcella, nominato dopo la morte di Graefer mandatario generale insieme con il banchiere inglese Abram Gibbs. Quest'ultimo però si limitò solo, quale consulente di fiducia, a provvedere alle rimesse di denaro da e per l'Inghilterra. Nato nel 1758, era titolare dell'omonima banca Gibbs & Co. ed anche banchiere della corte napoletana, sia borbonica che francese. L’amministrazione era tenuta dal marchese Forcella a Palermo mentre a Bronte lo rappresentava Mrs Elisa Graefer, vedova di Andrea. Gibbs concluse una tragica parabola finanziaria con il suicidio, compromettendo fortemente le rendite della Ducea. Si suicidò all’età di 53 anni, la mattina del 16 Giugno 1816 nella villa di proprietà situata lungo lo stradone per Monreale, per il disonore e la vergogna subiti con l'ingente danno finanziario provocato a decine di investitori che a lui avevano affidato cospicue somme e per l’amarezza di essersi, a sua volta, fidato delle persone sbagliate. Forcella lasciò l'incarico e il 10 Aprile 1817, fatte le dovute consegne, se tornò a Napoli. Un mutuo di 3000 onze concesso da Gibbs al Duca e da questi contestato fu causa di una lunga lite giudiziaria che si trascinò fino al 1850 contro Forcella e i suoi eredi, lo stesso Gibbs ed altri. | 1817 - 1818 Bryant Barret Mr. Bryant Barret, morto improvvisamente nel 1818, un anno dopo la nomina (1 febbraio 1817). Il passaggio di consegne tra l’amministratore Antonio Forcella e Bryant Barret era stato fatto il 10 aprile 1817 (A.N., vol. 243-B2 p. 60). Alla sua morte gli subentrò per un breve periodo la moglie Martha. | 1818 - 1819 Martha Barret Mrs. Martha Barret, La vedova inglese che divise i brontesi, come la definisce L. Scalisi, nominata amministratrice con procura del 17 Aprile 1818. Amministrò la Ducea per conto del fratello di Horatio Nelson, il Duca Guglielmo, per appena un anno. In alcune lettere anonime inviate al Duca fu accusata di avere una tresca con un suo servitore (il barbiere Antonio) e di sperperare le rendite della Ducea. In una lettera inviata nel 1820 al Duca gli umilissimi e fedeli vassalli singoli naturali di Bronte definiscono, invece, la Barret "stimata da quella popolazione come una madre di famiglia, venerata e rispettata da tutti, anche dagli Esteri" (A.N., vol. 349-A2 pag. 30). | 1819 - 1839 Philip Thovez Philip Thovez, nato a Napoli nel 1789, amministrò la Ducea per 20 anni fino alla sua morte (ottobre del 1839). Fu nominato procuratore generale dal II° Duca, William Nelson fratello dell'ammiraglio Horatio, e successivamente, il 22 Marzo 1835, confermato nell'incarico anche dalla figlia Charlotte Mary Nelson. Era stato il responsabile della Ducea sin dal 1820, prima come una specie di “gastaldo” e poi, dal 1826, come amministratore unitamente a mr. Hutchinson, che però aveva adempiuto alle sue funzioni rimanendo in Inghilterra. Avuta la nomina Thovez giunse a Bronte con un piccolo seguito: la madre, Marianne Nun, e i figli William, Francis ed Helen, che alcuni anni dopo, come sposa del barone Francesco De Cristofaro si trasferirà a Scordia. Nel 1835 nomina suo procuratore speciale il fratello Enrico. Alla morte di Philip, Lady Carlotta Maria nomina amministratore il di lui figlio ventiseienne William. Philip Thovez ha avuto il privilegio di essere sepolto nella chiesa di Santa Maria di Maniace. | 1839 - 1872 William Thovez William Thovez, figlio di Philip Thovez Nun e di Elisabetta Paton, nato il 14 settembre 1813 a Portsmouth (Hampshire, Inghilterra, amministrò la Ducea, quasi da incontrastato padrone, per 33 anni (760 onze il suo onorario nel 1860; 36 quello di un campiere o di un guardaboschi). Sposò in prime nozze la siciliana Rosaria Fragalà, morta il 20 settembre 1856. Si risposò, due anni dopo, con la connazionale Hannah Wilkinson Arnold, cognata di Sophia Whitaker. William, proveniente da Marsala dove lavorava al servizio di un noto imprenditore vinicolo (il connazionale Benjarnin Ingham) a trent’anni, nel 1839, subentra ufficialmente nella carica di governatore della Ducea al padre Philip (morto nell'ottobre dello stesso anno). Fu licenziato in tronco a Novembre 1872 dal figlio di Lady Maria Carlotta, Alexander il futuro IV Duca (A.N., vol. 345-C p. 34) e, un anno dopo, anche citato per danni dal suo successore Samuel Grisley per non aver voluto consegnare al nuovo Duca il testamento della Duchessa (morta a gennaio 1873), i libri contabili ed altri documenti nonchè per trovarsi debitore di diverse somme verso la Ducea. Una bonario componimento troncò la lite il 21 aprile 1874. Scrive "benevolmente" il V Duca che «si mostrò reticente a conformarsi ai desideri di mio padre, circa la gestione della proprietà, e fu licenziato, con una pensione, subito dopo». E' morto a Messina all'età di 66 anni, il 13 aprile 1879; le sue spoglie mortali riposano nel cimitero inglese di Messina (nella foto a destra la tomba) e non accanto a quelle del padre Filippo, della nonna paterna Marianna e della moglie Rosaria Fragalà che i Duchi vollero tumulati all’interno della chiesa di Santa Maria di Maniace. Una figlia, Elizabeth, sposò, nel 1868, il viceconsole inglese a Catania John Jeans, rampollo di una nota famiglia di commercianti inglesi stabilitasi in Sicilia. La sorella Clorinda sposò Mariano Fiorini, sindaco di Maletto dal 1882 al 1884; il fratello Francis Thovez Paton (1823- 1881), fu nominato nel 1848 e nel 1860 comandante di una Compagnia della Guardia nazionale di Bronte, per difendere gli interessi del Duca. | 1872 - 1874 Samuel Grisley Samuel Grisley, nato il 29 Gennaio 1808 e morto il 28 Luglio 1874, fu nominato Amministratore dopo il licenziamento di William Thovez. Alla sua morte il IV Duca, Alexander Nelson Hood, «a segno imperituro di gratitudine e di stima, addolorato», lo ha ricordato con due lapidi commemorative nella Chiesa di Santa Maria di Maniace (in italiano e inglese) come «amministratore, e per 54 anni impiegato fedele, della Ducea di Bronte». Ma, vent'anni dopo, per motivi economici, intraprendeva contro i discendenti di questo fedele amministratore una lunga causa che, nel 1889, portò al suicidio il figlio Guglielmo che in una lettera si dichiarava «vittima della prepotenza» dei «suoi efferati nemici Nelson e Saitta (l’avv. Luigi Saitta, legale del Duca, Ndr), che perdonava lasciando al Signore Iddio il compito di punirli e nel loro capo ed il quello dei loro discendenti». (An, vol. 596-2, p. 215) | 1874 - 1908 Louis Fabre Monsieur Louis Fabre (francese di Carpentras, vicino Avignone), ha fatto l'amministratore della Ducea per 34 anni, un anno più di William Thovez. Anche lui alla fine, dopo 38 anni di servizio, trattato in malo modo e licenziato. Fabre si fece subito portatore di nuove tecniche sperimentali, dell'ampliamento dei vigneti e di una profonda modernizzazione degli strumenti di produzione. Sotto la direzione - scrive il V Duca - dell'«occhio acuto e vigile di Monsieur Fabre, il signore provenzale di questi selvaggi montanari siciliani» la Ducea diventò produttrice di pregiati vini, brandy e cognac che eguagliavano, per eccellenza, anche quelli francesi. Furono piantati estesi vigneti, introdotti nuovi vitigni (Grenache, Hermitage, Bordeaux ...) ma "fallirono nell'assicurare un vino per il mercato inglese". Monsieur Louis Fabre fu dal Duca prima, nel 1874, premiato per la sua integrità ed onestà e per i 15 anni di amicizia e servizio prestati (AN, vol. 590-B p. 3) e 24 anni dopo, nel 1908, accusato dallo stesso Duca, senza alcuna possibilità di contraddittorio essendo Fabre ritornato in Francia per problemi familiari, di falso e furto (p. 86), allontanato e privato della pensione. | 1908 - 1917 Charles Beek Cav. Charles Beek fu Guglielmo nato a Londra il 16 Gennaio 1850 morì di febbre malarica a Maniace il 6 Maggio 1917. Cavaliere della Corona d'Italia, per 26 anni fu un fedele servitore dei Nelson. Alexander Nelson Hood, il V duca, così lo ricorda nelle sue Memorie: "il nostro devoto amico Cav. Charles Beek, che ci diede il beneficio dei suoi consigli e della sua assistenza". E' sepolto nel piccolo cimitero inglese dei Nelson, all'epoca giudicato in una relazione dall'Ufficiale sanitario “un luogo aperto, ove pascolano gli animali e ove nessun riguardo si ha per i morti” (A.N., vol. 608-1, p. 223). | 1917 - 1922 Edwin Hughes Mr. Edwin Hughes del fu Michele nato a Londra il 18/1/1876, morto a Maniace il 2 dicembre 1922. Il suo stipendio di amministratore nel 1919 era di Lire 8.000 (A.N. vol. 468 p. 40), pari a Lire 25.355.299 (€ 13.094,92, capitale rivalutato a agosto 2022); quello di un guardaboschi L. 1.300 (€ 2.127,92). E' sepolto a Maniace nel piccolo cimitero inglese dei Nelson (la lapide porta l’enigmatica scritta "La notte nel suo silenzio, le stelle nella loro calma"). Dopo la sua morte il figlio diciottenne Charles Laurence e la moglie Margaret Elisabeth Fordi rimasero a Maniace; nel 1945 anche il figlio fu nominato amministratore della Ducea. | 1922 - 1928 Richard Forsyth Gray Major Richard Forsyth Gray fu Carlo vice Console Inglese a Marsala. Nato il 27 Luglio 1881 a Marsala, morto il 29 Luglio 1928 a Maniace. E' sepolto nel piccolo cimitero inglese dei Nelson. Nel 1926 lo stipendio corrispostogli dai Nelson era di L. 16.999,80, pari, rivalutati a agosto 2022, a L. 27.956.379 (€ 14.438,26); quello stesso anno lo stipendio di un impiegato era di L. 1.635 (A.N. vol. 363-B p. 38). | 1928 - 1937 George Dubois Woods Mr. George Dubois Woods (nato nel 1903), dimessosi nell’ottobre 1937 per poi lasciare precipitosamente ed in modo definitivo l’Italia verso il Canada. La moglie, Margaret Amy Ross Woods, era originaria di Montreal (Canada). Il suo vice, l'inglese Anthony Eric Heath (1912-1995), iniziò a Maniace nel 1930 una vita avventurosa al servizio nel MI6, l’Intelligence Service del Regno Unito alle dipendenze del “Foreign Office”. | 1938 - 1940 George Niblett Mr. George Niblett fu Carlo nato a Londra nel 1887, nominato nell’aprile 1938 dal 6° Duca, Rowland Arthur Herbert Nelson-Hood. Lascia l'incarico di amministratore ed anche l'Italia nel maggio 1940 con il precipitare della situazione internazionale e l'imminente dichiarazione di guerra all'Inghilterra. |
| 1940 Antonio Baiardi Dott. Antonino Baiardi fu Marianio nato il 259/5/1900 (nominato amministratore per conto dell'Engeli, Ente di gestione e liquidazione immobiliare, sequestratario della Ducea ), Banco di Sicilia / Gestione beni di proprietà dei nemici. La Ducea, in quanto bene di un cittadino di uno stato nemico, era stata posta sotto sequestro il 16 luglio 1940 con Decreto del Prefetto di Catania ai sensi della Legge 8/7/1938. | 1940 - 1943 Giulio Leone Dott. Giulio Leone nato a Portici il 30/7/1915, dottore in scienze agrarie, funzionario dell’Ufficio Bonifica della Confederazione Fascista dei Lavoratori, mandato a Maniace per dirigere l’Azienda agricola Maniace creata dall’ECLS (Ente di Colonizzazione del Latifondo Siciliano). Dopo lo sbarco alleato fu prima messo in carcere a Bronte con l'accusa di essere fascista e la prospettiva di un campo di concentramento, poi liberato con l'ordine di abbandonare subito la Ducea e di non rimetterci più piede. | 1943 - 1945 Luigi Modica Cav. Luigi Modica, nato il 23/5/1891, nominato Agent per conto del Governo di occupazione, l'Allied Military Government. | 1945 - 1960 Charles Lawrence Hughes Mr. Charles Lawrence Hughes (nato nel 1904), amministratore dei Nelson per 15 anni era figlio del precedente amministratore Mr. Edwin Hughes (1917-1922). D. Lorenzino, così era chiamato, da impiegato della Ducea (era responsabile dei boschi), prima della sua nomina fu accusato di approfittare della sua posizione per trescare con donne del luogo e per insidiare le mogli dei coloni (A.N. vol. 341-A1 p. 342; vol. 341-A2 p. 7). Nel 1937, si salvò da un tentativo di omicidio (ferito al braccio con arma da fuoco, v. A.N., vol. 247-C). | 1960 - 1981 Frank EdwaRD King Mr. Frank Edward King, nato a Londra l'11 novembre del 1922, giunse in Sicilia nella notte nel luglio 1943, sbarcando a Siracusa al seguito delle truppe dell'VIII Armata inglese, al comando del generale Montgomery. Fu l'ultimo amministratore della Ducea dei Nelson. Il 4 Settembre 1981, agli atti del notaio Nunzio Isola, firmò la vendita del Castello e dell'annesso parco al Comune di Bronte per l'importo di un miliardo e 750 milioni di lire. Nel 1992 la Regina Elisabetta d'Inghilterra, riconoscendo i meriti professionali e d'ordine religioso di Frank Edward King lo ha insignito dell'onorificenza di «Member of British Empire». |
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| «La città era divisa in due fazioni: una contraria alla Barrett e decisa ad intrattenere rapporti privilegiati con il gruppo dei mercanti inglesi esclusi nella nuova gestione, e un'altra, con a capo gli avvocati Spedalieri, che ne difendevano onore e competenza» La vedova inglese che divise i brontesi L'ascesa e la caduta di Martha Barrett amministratrice della Ducea di Maniace dal 1818 al 1819 di LINA SCALISI Sono note le vicende che condussero Horatio Nelson, l'eroe di Trafalgar, a divenire duca di Maniace. Era il premio dei Borbone a chi li aveva aiutati a ritornare a Napoli, ed era soprattutto il riconoscimento ad una fedeltà ritenuta oltremodo preziosa per una dinastia investita e travolta dalle conseguenze politiche della Rivoluzione francese. Altrettanto noto è il fatto che la ducea non venne mai visitata dall'ammiraglio, morto in battaglia nell'ottobre 1805; né dal nuovo duca, il reverendo William Nelson, che preferì lasciarne la gestione a vari amministratori: da Abraham Gibbs, appartenente ad una antica famiglia di mercanti la cui tragica parabola finanziaria, conclusasi con il suicidio, compromise fortemente le rendite della ducea; a Bryant Barrett, l'abile avvocato che liberò i Nelson dai danni causati dal Gibbs. Meno nota è invece la figura di Martha, moglie del Barrett e nuova amministratrice dalla primavera del 1818, dopo la prematura morte del marito. Eppure la vicenda di questa donna appare di per sé singolare. Nominata procuratrice dal marito sul letto di morte ma avversata da "alcuni abitanti" di Bronte, che ad una donna avrebbero preferito Mr. Skurray - console britannico a Messina, proprietario terriero e abile uomo d'affari, la cui fede cattolica e la conoscenza del dialetto siciliano rassicurava i locali -, Martha iniziò una densa corrispondenza con il duca e con il suo fidato assistente, Julius Hutchinson, per ottenere la nomina ufficiale. Dalla sua la Barrett ebbe l'aiuto dei fratelli Di Martino, gli avvocati palermitani che difendevano il duca nel lungo contenzioso contro l'Ospedale grande, antico proprietario dei territori che formavano la ducea; e la diffidenza del duca dal nominare mercanti - tali considerava lo Skurray o John Wood, altro pretendente legato al commercio dello zolfo - che non si sarebbero stabiliti a Bronte e che, in più, avrebbero stretto imprudenti accordi con i notabili del luogo. La Barrett venne quindi scelta, ma nelle sue lettere il duca fu chiaro e conciso: ciò che pretendeva dai suoi amministratori erano integrità, una certa competenza in materia economica, fermezza, buon temperamento, conoscenza del diritto siciliano e l'appartenenza al cattolicesimo per non alimentare frizioni con i nativi. La fiducia del duca fu ben riposta: in poco tempo Martha riuscì a pagare buona parte dei debiti lasciati dal Gibbs, ad affittare tutti i feudi della ducea, a far costruire una abitazione nella zona del Boschetto, per dimorare in estate e controllare da vicino gli agricoltori, a innovare le tecniche di conduzione delle terre. Ma la sua decisione di affittare i territori della ducea a più soggetti, e non agli esponenti della classe dirigente brontese legati al Gibbs, fu causa di una violenta campagna denigratoria nei sui confronti. Accusata di avere una relazione con un suo servitore e di sperperare le rendite della ducea nella manutenzione di tre case a Giarre, Messina e Palermo, la Barrett venne avvertita dall'assistente del duca, che definì la popolazione brontese "turbolent and crafty", e divisa in due fazioni: una a lei contraria, e decisa ad intrattenere rapporti privilegiati con il gruppo dei mercanti inglesi esclusi nella nuova gestione, e un'altra, con a capo gli avvocati Spedalieri, che intendevano difenderne l'onore e la competenza. Il duca doveva, quindi, decidere se lasciarla al governo, se vendere a chi nel frattempo gli faceva allettanti offerte, o se nominare un nuovo amministratore meno sgradito agli attori locali. Una scelta sofferta che si risolse a discapito della Barrett sostituita da Mr. Thovez, giunto a Bronte nel marzo del 1819 per "ispezionare" la ducea. Come tristemente comunicatole dall'Hutchinson, lo svantaggio di essere donna aveva indotto il duca, a malincuore, a concludere che non le sarebbe stato consentito di continuare il suo lavoro "in a manner satisfactory to His Grace". La ferrea logica del luogo, con la sua ferma e poderosa mano invisibile, aveva così determinato la vicenda della Barrett, precipitata in un universo dominato da logiche di potere e di efficienza diverse da quelle a Lei note. [Lina Scalisi, La Sicilia, 18 Dicembre 2005] |
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