Anno 1000 | Nel periodo di dominazione araba, il Governatore arabo dei Casali di Bronte invia all’emiro di Catania un rapporto con i risultati di un censimento, secondo il quale i casali di Bronte contano 1658 abitanti, di cui 994 mussulmani e 664 cristiani (più arabi che brontesi, ma forse i locali sfuggivano al controllo per non pagare imposizioni fiscali o le famigerate gabelle). Un documento del 1094 riporta per la prima volta il nome greco di "Brontimene" come confine di due vastissimi poderi. | 1308 | Uno dei primi documenti certi, nel quale viene citato il casale di Bronte, è del 1308: negli elenchi di coloro che riscuotevano i tributi per conto del papa leggiamo questa affermazione: «Il sacerdote Nicola di rito greco, del casale di Bronte, pagò 6 tarì». «È ovvio - scrive Adolfo Longhitano - che questo sacerdote non pagava il tributo a titolo personale, ma come responsabile del casale. Pertanto da questa testimonianza possiamo affermare che all’inizio del secolo XIV il casale di Bronte esisteva e gli abitanti erano cattolici di rito greco, collegati probabilmente alla popolazione bizantina sopravvissuta alla dominazione araba. Poiché troviamo questa comunità nei primi anni del Trecento dobbiamo presumere che occupasse quel territorio almeno fin dal secolo precedente.» | 1375 | In quell'anno, secondo un calcolo di B. Radice, la popolazione del Casale Bronte soggetta a pagare le tasse era di 350 abitanti circa (settanta fuochi, calcolando quattro/cinque persone per ogni famiglia o fuoco). «Senonché, - precisa il Radice - le città i casali per pagare meno, dichiaravano meno fuochi; alcuni perfino la metà.» | 1442 | Nel 1442 vengono calcolati 360 anime (90 fuochi); in questo periodo i feudatari, essendo aumentato il prezzo del grano, incoraggiarono l'emigrazione verso la Sicilia. Anche il territorio di Bronte accolse in quel periodo una nutrita rappresentanza di cittadini albanesi che popolarono casali rimasti vuoti a causa di guerre, terremoti e pestilenze. | 1535 | La riunione dei Casali (1535 – 1548) porta la popolazione di Bronte da 500 a 3.000 abitanti circa. "Avvenuta la riunione delle varie masse - scrive il Radice -, il paese crebbe, e crebbero naturalmente i bisogni e le imposte". | XV sec. | In questo secolo furono fatti a Bronte cinque censimenti ufficiali ("i riveli"): Nel primo censimento del 1548, che fu fatto per ordine di Carlo V dal vicerè Lopez De Vega, Bronte aveva da 2.815 a 3.545 abitanti con 709 case di abitazione o fuochi (quattro o cinque abitanti per fuoco). Il censimento, svolto in ogni singola circoscrizione da un commissario all'uopo nominato, aveva natura sia anagrafica che economica. La dichiarazione - il rivelo - era fatta sotto giuramento dal capo famiglia e doveva contenere il luogo di residenza, i componenti il nucleo familiare, i beni e i redditi. Col secondo censimento del 1570 la cittadina di Bronte contava 3.558 abitanti (870 fuochi). Con quello del 1583, ordinato dal vicerè Marcantonio Colonna a scopo militare e fiscale, si hanno maggiori particolari sulla condizione economica degli abitanti: aveva 3.646 abitanti (890 fuochi) di cui 1.882 maschi (atti alle armi 852) e 1.764 femmine (per curiosità, esistevano anche 36 cavalli, 66 giumente, 559 bovi aratori e 203 vacche). Un anno prima, nel 1582, nella chiesa della SS. Trinità (la Matrice) iniziava a tenersi una prima traccia di registri anagrafici: Mons. Don Luis de Torres, arcivescovo di Monreale dal quale dipendeva Bronte, nella sua visita pastorale del 27-29 Settembre ordinava, infatti, che il Vicario foraneo "...nella sacrestia faccia tenere quattro libri in uno dei quali si scrivono i baptezati e confirmati, nell'altro i comunicati, nel terzo i congiunti in matrimonio et nel quarto i morti et si mandi copia di essi a Monreale". Per molti secoli rappresenteranno l'unica anagrafe storica di Bronte. Con i censimenti del 1593 e 1595 (censimento ordinato dal vicerè Olivarez) Bronte contava rispettivamente 2.603 maschi e 2.815 femmine. Nel resoconto della visita pastorale fatta a Bronte dall'arcivescovo di Monreale nel 1594 risultavano: "anime n. 4.468, clero n. 16, sacerdoti n. 13, confessori n. 6 e confraternite n. 4 (L'Annonciata, il Soccorso, l'Abstinenta e la Catena)". In un decennio, le carestie, le ricorrenti epidemie e febbre malarica e l'esodo di molti brontesi verso altri luoghi avevano spopolato il paese. «Queste oscillazioni del numero degli abitanti - scrive Adolfo Longhitano - sono strettamente collegate ai cambiamenti che si verificavano nell’economia e nelle condizioni ambientali: bastava un’eruzione dell’Etna, un’epidemia, una crisi nelle produzioni agricole per obbligare gli abitanti a spostarsi nei luoghi in cui potevano sperare in migliori condizioni di vita.» Per avere un qualche elenco dei brontesi dell'epoca (con nome e cognome) basta sfogliare nell'Archivio Nelson qualche Libro de' censi o delle gabelle di quel secolo, per es. i Riveli di censi nel territorio di Bronti dovute di Persone nell'anno 1604 (Vol. 108): 500 pagine fitte fitte di nomi di poveri contadini costretti per poter vivere a coltivare le terre della loro città corrispondendo una buona parte del raccolto ai lontani Rettori dell'Ospedale Grande e Nuovo di Palermo al quale Bronte ed il suo territorio era stato donato un secolo prima (nel 1491) da un "buon" Papa (vedi in merito La grande lite). | XVI sec. | Nel 1632 esistevano a Bronte 1834 case con 6.115 abitanti. Nel censimento del 1639 gli abitanti risultano essere 9.138 (3.968 maschi e 5.170 femmine). Nel 1640, la popolazione raggiunse i 13.000 abitanti: il numero più elevato che troviamo nelle fonti storiche. Ma negli anni 1651-1654 una disastrosa eruzione dell’Etna devastò il territorio brontese, alla quale si aggiunse una pestilenza, e la popolazione subì un notevole ridimensionamento: gli abitanti si ridussero a 7.151 (3.514 maschi, di cui 1.488 dai diciotto ai cinquanta anni, e 3.637 femmine). Circa 3.000 persone emigrarono da Bronte a causa della terribile e lunga eruzione (1651-1654) che devastò il territorio ed il paese e di una pestilenza. Altre non ci riuscirono perchè l'Ospedale Grande e Nuovo di Palermo (al quale tutto apparteneva) corse ai ripari e con denunce anche penali obbligò i contadini a restare nel territorio brontese ed a continuare a lavorare la terra. Pochi decenni dopo (nel 1693) un devastante terremoto (che rovinò anche l'Abbazia benedettina di Santa Maria di Maniace e abbattè l'abside della chiesa) scosse e distrusse molte case a Bronte. A fine secolo una terribile epidemia provoca la morte di circa 800 persone. Nel 1681 c’erano a Bronte complessivamente 90 ecclesiastici (cioè sessanta sacerdoti e 30 chierici). A questi bisognava aggiungere i 20 sacerdoti dei due conventi dei Frati minori e dei Cappuccini e i 3 dell’Oratorio di S. Filippo Neri nella casa attigua alla chiesa di Santa Maria della Catena. | XVII sec. | In questo secolo furono fatti a Bronte tre censimenti ufficiali: nel 1714, sotto il regno di Vittorio Amedeo II di Savoia, la cittadina era composta da 1924 "fuochi" (6.936 abitanti con 3.411 maschi e 3.525 femmine); possedeva anche 116 cavalli, 331 giumente, 508 bovini e 524 "vacche da aratro". A quel tempo l'Universitas, così chiamavasi il Comune, era ancora sotto il dominio randazzese per la giurisdizione criminale (mero misto impero) e sotto il dominio amministrativo dell'Ospedale di Palermo; nel 1748, sotto Carlo III, ne aveva 8.000 circa, con 1.924 case di abitazione; pochi anni dopo, nel 1756, la popolazione residente ammontava a 2.336 capifuoco per un totale di 7.900 anime, di cui 3.708 maschi e 4.192 femmine. Vennero contati anche 129 cavalli, 324 giumente, 457 buoi e 635 vacche. nel 1798, sotto Ferdinando III, contava 9.200 abitanti, nonostante la carestia del 1764 e i numerosi decessi. Pochi mesi dopo Bronte e i cittadini brontesi, che si erano con grandi sacrifici affrancati dall'Ospedale di Palermo, venivano dati in regalo dal re borbone Ferdinando all'ammiraglio Horatio Nelson. | XVIII sec. | Nei primi anni dell'800, approfittando anche della libertà di movimento garantita ai contadini a partire dal 1812, i cittadini più umili, i più intraprendenti e i più disperati, cominciano a migrare nei paesi vicini, alla ricerca di pane e dignità. Gli abitanti, che nel 1806 erano 9.387, caleranno a 8.871 nel 1831. Nella foto sopra, Bronte nel 1832 (particolare tratto dal quadro di Giuseppe Politi «Eruzione dell'Etna - la notte del 31 Ottobre 1832»). Successivamente la popolazione aumentò gradatamente fino a eguagliare l'attuale numero di abitanti: 1806: 9.387 abitanti. Al 1819 (dal Diz. stat. di G. Ortolani) la popolazione risulta di 9.153 persone. 1831: 8.871 1832: 8.862. Del censimento si conservano le carte con le indicazioni nominative presso l'Archivio di Stato di Catania. Ecco alcuni dati: diverse centinaia le donne «filatrici» e «industriose». Su quasi 2.000 maschi adulti che dichiaravano una condizione professionale, i bracciali erano 1.212 e i pecorai 249. 19 coloro che dichiaravano titolo o professione di legali, 10 i medici, 65 i preti, 32 i monaci, 9 i notai e 3 i farmacisti. Venivano poi le diverse attività artigianali, tra le quali erano più rappresentate i calzolai (75), i falegnami (46), i muratori (43) ed i fabbri (40). 115, tra uomini e donne, erano i possidenti senza altro titolo, 8 quelli che, senza altro titolo, potevano fregiarsi di quello di proprietari. 1836: 8.488 abitanti. «La popolazione di Bronte è di 8.488 individui ridotta in 2122 fuochi. Nell'essa per ogni fuoco o sia famiglia, composta di quattro persone», si legge in un ricorso contro una perizia sui boschi promiscui presentato al Tribunale di Catania dall'amministratore della Ducea Nelson Filippo Thovez (AN, vol. 211-A1 p. 122). 1850: 10.137, su tale numero fu calcolata la somma (1208 Ducati e 71 gr.) che Bronte (come
anche tutti gli altri Comuni della Provincia) fu obbligata a versare per contribuire al completamento del molo di Catania "in esecuzione del R. Rescritto del 2 Dicembre 1850"; 1852, 11.000 abitanti, con 7.949 case di abitazione. Nei successivi censimenti della popolazione del Regno risultano: nel 1858, due anni prima dei tragici fatti del 1860, i brontesi raggiunsero il numero di 11.629 abitanti molti dei quali esercitanti attività agricolo-pastorale. I dati provengono da un documento dell'Intendenza della Provincia di Catania (dai "riveli", cioè autodichiarazioni fatte sotto giuramento): «Tavola della popolazione a tutto l'anno 1858, con la indicazione della dipendenza amministrativa Ecclesiastica e Giudiziaria dei Comuni" pubblicata il 13 febbraio 1860 dalla Intendenza della Provincia di Catania (vedi foto a destra). nel 1861 12.920 abitanti nel 1871 14.589 abitanti (censimento della popolazione) nel 1881 17.395 abitanti. Da altre fonti che citano un censimento del 1881, la popolazione risultò di 16.612 abitanti. Gesualdo De Luca scrive che "risultarono oltre 17.000, sebbene cittadini riputati bene informati affermino essere inferiore al vero numero del popolo; poichè vuolsi taciuto il numero dei figli per vecchi pregiudizi di accrescimento d'imposta e di altrettanti gravezze" (Storia della Città di Bronte, 1883). nel 1891 18.248 abitanti. Nonostante la mortale epidemia di colera del 1887 (morirono 450 brontesi) il trend di crescita continuò anche negli anni successivi. Dai registri d'anagrafe chiusi al 31 dicembre 1898 risulta il numero di 21.405 abitanti. Dal 1860 al 1901 la popolazione brontese aumentò da 12.185 a 20.366 abitanti, registrando un incremento demografico del 45.50% (leggermente superiore a quello di tutta l'Isola). |
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| XIX sec. | Alcuni censimenti ufficiali effettuati in questo secolo danno i seguenti risultati, che sono rimasti pressochè costanti per tutto il secolo: 1901 - 20.366 abitanti (10.650 maschi e 9.716 femmine per 4.517 famiglie) 1911 - 18.260 abitanti (negli anni precedenti erano emigrate da Bronte verso Paesi esteri una media di circa 200 persone l'anno). Scrive Benedetto Radice che in questo censimento del 1911 la popolazione fu deliberatamente diminuita "per cause locali, personali, politiche, ecclesiastiche, complici alcuni maestri elementari, ai quali fu affidato il censimento". Molto probabilmente il calo deriva anche dai molti emigrati che lasciarono Bronte in quel periodo. 1915/18 - Da ricerche fatte nell'Albo D'Oro dei Caduti della Grande Guerra 1915/18 ci risulta che furono 255 i brontesi che non ritornarono più nella loro città natale. 1921 - 20.284 abitanti 1931 - 18.253 abitanti 1936 - 17.918 abitanti 1939 - 19.322 abitanti 1941 - 20.319 abitanti 1946 - 21.050 abitanti ad Agosto (se si eccettua un lieve decremento della popolazione dovuto all'aumento di mortalità per cause belliche, gli anni del dopoguerra vedono una continua crescita della popolazione). 1947 - 21.053 abitanti ad Settembre. E' l'anno della ricostruzione di Bronte e del risveglio anche culturale: nella cittadina vede la luce il prestigioso quindicinale Il Ciclope. 1948 - 21.446 abitanti ad Ottobre 1949 - 21.643 abitanti ad Aprile 1950 - 22.119 abitanti (venne raggiunto il top, nell'anno ci furono 551 nati, 218 morti, 317 emigrati e 148 matrimoni) 1951 - 20.791 abitanti 1961 - 21.619 abitanti 1971 - 20.119 abitanti, come avvenuto nel 1951 il calo di popolazione è dovuto alla massiccia emigrazione di molti brontesi verso l'estero (in particolare Germania e Svizzera) ed il nord Italia alla ricerca di migliori condizioni lavorative. 1981 - 17.639 abitanti. Questa volta il calo demografico rispetto all'anno prima è dovuto all'autonomia amministrativa ottenuta dagli abitanti di Maniace; al nuovo Comune è stato assegnato un territorio di 3.588 ettari. Il Castello dei Nelson è acquistato dal Comune di Bronte. 1991 - 20.680 abitanti I due picchi massimi di abitanti sono nel 1898 e nel 1950. Rispettivamente prima dell’ondata di emigrazione verso le Americhe che spopolò letteralmente il paese, e prima dell’ondata di emigrazione verso il Nord Italia iniziata dai primi anni del 1950. Dopo quella data si è assistito ad un repentino calo della popolazione totale tranne una breve parentesi degli anni ’90. Attualmente ci si attesta intorno a quota 18.700 circa con una previsione alla diminuzione. Un evento in particolare ha contribuito allo spopolamento del Comune di Bronte ed è quello che vede il vicino comune di Maniace rendersi autonomo nei primi anni del 1980 (legge regionale n. 62 pubblicata sulla G.U. dell’11 Aprile 1981). | 2001 | Al 1° Gennaio 2001 la popolazione residente a Bronte era di 19.652 residenti. La tabella a destra da un'idea della suddivisione per età e sesso (dati Istat). | Alcune curiosità: Il numero delle famiglie brontesi è di 6.408. Le femmine in numero maggiore degli uomini: +798 (il 52,1%, a livello nazionale il 51,5%), i maschi non sposati, però, superano le donne: 4.355 a fronte di 4.186 femmine ancora nubili. Ciò era dovuto sia all'inversione di tendenza nelle classi di età dei giovanissimi (fino a 20 anni i ragazzi sono in numero maggiore delle ragazze anche se di poco (+27) sia al maggior numero di vedove (1.117) e divorziate (44) rispetto ai vedovi (217) ed ai divorziati (23). | Classe di età | maschi | femmine | totale | da 0 a 10 anni da 11 a 20 anni da 21 a 30 anni da 31 a 40 anni da 41 a 60 anni da 61 a 80 anni da 81 anni in poi | 1.344 1.340 1.405 1.454 2.021 1.615 248 | 1.343 1.314 1.451 1.558 2.156 2.006 397 | 2.687 2.654 2.856 3.012 4.177 3.621 645 | | |
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