Zoé De L'isle Whittier Omaggio alla Luna La scala di colonne laviche realizzata dalla scultrice francese Zoé De L'isle Whittier. «L'artista, frugando fra sciare di lava di Nicolosi, ha scelto un gruppo di prismi di varia altezza e dopo averli opportunamente proporzionati e rimodellati li ha installati secondo una impostazione a scalare. Sull'ultima colonna, quella più alta della scultura, ha collocato una luna di marmo bianco statuario già sbozzata nelle cave di Carrara e qui rifinita nei giorni della performance. Il risultato è di grande suggestione, ciò forse perché, nelle ore in cui il sole attraversa la vegetazione del parco, i prismi della Whittier, alla stessa maniera dei monoliti preistorici dei popoli primitivi d'Europa, si allungano con le loro ombre sul prato erboso.» Zoé de L`Isle Whittier è nata nel 1952 a L`Isle sur Sorgue (Vaucluse, Francia). Ha studiato a New York, a Marlboro College (Vermont), in Francia (istituto di Belle Arti di Grenoble e Beaux Arts de Paris). E' definita "una donna straordinariamente internazionale": è infatti nata in Francia, ha lavorato in America, Francia e Inghilterra ed ora divide il suo tempo tra Parigi e la Toscana. Ha esposto negli spazi espositivi più prestigiosi della Francia, dell'Italia e degli USA. Zoé lavora quasi esclusivamente in marmo di Carrara, sue opere sono presenti in tutto il mondo. | Meliton Rivera Espinoza Totem Omaggio ai miti religiosi del Sud America Per il Museo di Scultura all'aperto l'artista peruviano ha realizzato una grande scultura, equilibrata e imponente, ispirata ai modelli mitologici della cultura pre-colombiana dell'America del Sud. La massa lavica, chiusa dalla linea rigorosa di un uccello fantasioso, è segnata in ampie parti da un trattamento materico che rivela la sensibilità dell'artista. Simboli erotici ed incisioni legate ai valori più intimi della spiritualità dell'autore contrassegnano in alcuni punti l'imponente colonna basaltica». Meliton Rivera Espinoza è nato nel 1944 a Huàcar in un piccolo villaggio nelle Ande peruviane; ha studiato pittura, disegno ed arti grafiche alla Scuola Nazionale di Belle Arti di Lima. Nel 1970 soggiorna per due anni a Rio de Janeiro dove realizza due mostre personali poi in Argentina e Brasile; alla fine del 1975 si reca a Roma dove con una Borsa di Studio concessa dall'Istituto Italo-Latino-Americano studia all'Accademia di Belle Arti. Nel 1979 a Firenze partecipa ad un film biografico «Tre pittori» diretto dal giovane regista Rafael Guzman con Christaian Olivares (Cile) e Carlo Nakatani (Messico). Mostre personali ed esposizioni collettive in Perù, Brasile, Germania, Svizzera, Spagna, Olanda, Italia, Taiwan, Giappone. Dopo un continuo girovagare tra decine di nazioni dal 1980 Meliton Rivera, risiede e lavora ad Azzano nell'Alta Versilia, vicino a Pietrasanta dedicandosi per la maggior parte del tempo alla scultura. | Giovanni Migliara Incastro In quest'opera l'artista con la sua scattante scultura sfida l'aria e la luce. «L'opera è costituita da due grandi blocchi incastrati: uno fa da basamento ed è stato eseguito con un trattamento corticale che ricorda gli arbusti secolari del parco, l'altro è come mosso dal vento ed ha una superficie plasticamente articolata. Migliara ha saputo dare leggerezza e dinamismo alla materia forte e massiccia estratta dalle sciare laviche. La sua scultura è la testimonianza chiara e decisa di come la mano e il pensiero dell'uomo possano con la forza dell'intelligenza ricondurre la natura al disegno dell'arte.» Giovanni Migliara è nato a Termini Imerese (Palermo) nel 1931. Ha i suoi studi artistici a Palermo, dove ha frequentato l’Istituto d’Arte sotto la guida dello scultore Manzo. Per diversi anni è vissuto a Siracusa insegnando discipline plastiche presso il locale Istituto d’Arte. E’ morto a 77 anni il 4 aprile 2008. La sua prima esposizione è del 1948. Scultore tra i più sensibili del panorama artistico siciliano, ha eseguito numerose opere per enti e pubbliche istituzioni; ha esposto in diverse manifestazioni artistiche di carattere nazionale riscuotendo il parere favorevole della critica e del pubblico. Sue opere sono a Melilli, a Siracusa e alla Galleria d’Arte Moderna di Palermo. Sua è la struttura compositiva dell’altare della Cappella della Madonna di Pompei a Siracusa. La scultura di Giovanni Migliara sviluppa da tempo temi legati alla cultura religiosa e ai vari aspetti del sacro nella società contemporanea. | Karin Van Ommeren Germoglio La scultrice olandese, «...ha occupato i giorni della performance ricavando dalla lava una scultura dalla sagoma sinuosa tessuta con morbidi chiaroscuri. La forma ottenuta è ispirata al modello figurativo femminile e rappresenta il germoglio della vita, la nascita dell'essere. L'opera acquista monumentalità grazie al basamento di appoggio che spinge la forma verso l'alto accentuando il senso della crescita. Di buon effetto è il contrasto tra la finitezza della scultura e la scagliosità del basamento.» Karin Van Ommeren è nata a Utrecht (Olanda) nel 1955. E' stata sempre impegnata nella realizzazione di opere scultoree in marmo bianco statuario ed altri materiali lapidei pregiati. Ha studiato alla Huger St. Lukas Institut di Bruxelles e alla Ryks Academie Voor Schone Kunsten di Bruxelles (Belgio). La sua attività artistica è ricca di esposizioni personali e in collettivo e simposi di scultura in tutto il mondo con sculture monumentali che adornano parchi e piazze in molte nazioni. Diversi critici si sono interessati della sua ricerca plastica. Le sue forme, caratterizzate da una notevole rigorosità strutturale, sono monumentali e imponenti. L'artista cerca la sintesi in ogni aspetto della materia e i risultati ottenuti sono di una purezza difficilmente riscontrabile nella giovane scultura contemporanea. | Gaetano Arrigo Omaggio alla Trinacria L'artista siciliano legato agli aspetti figurativi della scultura popolare, per il Simposio ha realizzato un omaggio alla Trinacria fatto di simboli ed elementi legati alla cultura popolare ed alla civiltà contadina. «La struttura compositiva dell'opera, alquanto articolata, attraverso i forti chiaroscuri dei tagli e degli scatti di piano valorizza in pieno le potenzialità espressive del basalto lavico.» Gaetano Arrigo, scultore siciliano, opera nella provincia di Catania. A Randazzo ha eseguito alcuni monumenti pubblici in pietra lavica destinati ad esprimere i valori civili e religiosi del comprensorio etneo. L'artista da sempre lavora la pietra lavica e altri materiali lapidei del territorio siciliano. La sua ricerca plastica è orientata verso gli aspetti figurativi e tende a tradurre sentimenti ed espressioni legati alla realtà popolare. Arrigo possiede una notevole capacità tecnica derivante dalla lunga esperienza di scultore e dalla profonda conoscenza delle rocce basaltiche. Tale capacità gli consente di ricavare con facilità dalla materia forte forme ed espressioni care al suo immaginario artistico. | Giuseppe Pravato Farfalla Per il Simposio Internazione di Scultura ha realizzato una delicata "Farfalla" di basalto levigato. Inizialmente «posata», al confine del parco accanto a un muretto di recinzione, concepita con elementi piani incastrati secondo un equilibrio compositivo che sfida l'aria e la luce e crea una alternanza chiaroscurale tesa a costruire un rapporto cromatico-segnico col contesto ambientale in cui è inserita. Oggi la "Farfalla" è esposta all'interno del Museo della Pietra lavica. Giuseppe Pravato è nato a Guarda Veneta (Rovigo) nel 1955. Ha studiato scultura all'Istituto Statale d'Arte di Padova e all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Da diversi anni vive a Siracusa dove ha il proprio studio di scultura e svolge una intensa attività artistica. Ha partecipato a diverse mostre in Sicilia e nel Veneto. Per le sue opere, di varie dimensioni, utilizza in genere ferro e pietra che esplorano il legame tra l’uomo e gli animali nei suoi aspetti simbolici e mitologici. Tra le sue personali va ricordata la mostra allestita a Siracusa nella loggia del quattrocentesco Palazzo Gargallo. Paolo Giansiracusa e Vittorio Sgarbi si sono interessati della sua opera scultorea in termini critici. | Nélida Mendoza Tre forme La scultura dell’artista paraguaiana, recentemente invitata alla Biennale di Venezia, è costituita da tre elementi. Le tre forme, modellate sfruttando l’allineamento dei piani già indicati dai blocchi, si intrecciano in un dialogo chiaroscurale che genera forti effetti plastici. La precarietà dell’istallazione rivela la matrice minimalista della giovane scultrice. Nélida Mendoza (Asuncion, Paraguay, 1965) ha studiato a Buenos Aires e, stabilitasi in Italia nei primi anni ’90, si è specializzata in scultura all’Accademia di Belle Arti di Carrara. Opera nel campo della scultura e della grafica ed ha affiancato l’attività artistica con l’insegnamento. Vive in Italia dove svolge una intensa attività partecipando a mostre di grande prestigio ed a numerosi Simposi di Scultura. Diversi enti pubblici e privati figurano tra i collezionisti delle sue opere. Numerose le mostre personali e collettive di cui è stata protagonista in Italia, Stati Uniti, Belgio, Francia e America Latina. Nel 1990 è stata invitata ad esporre alla XLIV Biennale di Venezia in rappresentanza del Paraguay. | Toshihiko Minamoto Cassiopea L'artista giapponese dalla lava basaltica etnea ha ricavato una sorta di cristallo puro concepito come omaggio alla costellazione del cielo boreale, realizzando una scultura scattante, rigorosa e razionale, intitolata «Cassiopea». Dal basalto compatto è nata una forma agile che sfida la luce e si proietta verso ogni direzione dello spazio. «Le superfici levigate dalla colonna prismatica, il guscio tondeggiante, la base esile ma staticamente proporzionata al suo equilibrio spaziale conferiscono all'opera quel carattere strutturale che è tipico di tutta la sua produzione artistica. La scultura concepita da Minamoto sfida gli equilibri della staticità naturale ed infatti pur muovendosi verso la conquista dello spazio è rigidamente ancorata alla sua verticalità.» Toshihiko Minamoto è nato a Kagoshima (Giappone) nel 1950. Ha studiato a Tokyo e all'Accademia di Belle Arti di Roma. Vive in Italia ed ha il suo laboratorio artistico a Roma. Svolge una intensa attività di scultore partecipando a numerose mostre in Giappone, in Italia e in Belgio. Le sue opere figurano nelle più prestigiose collezioni artistiche italiane, giapponesi e statunitensi, moltissime sue sculture e fontane adornano le piazze di Italia, Giappone e di molte altre Nazioni. | Heidi Locher Il grande occhio La scultrice svizzera ha realizzato per il Museo una forma quadrata dominata da un grande occhio. Heidi Locher è nata a Reuchenette (Svizzera) nel 1951. Ha studiato presso la Scuola d'Arte di St. Gallen. Nel 1971 ha usufruito di una borsa di studio dello Stato Svizzero. Ha avuto lunghi periodi di permanenza in Italia dove è stata impegnata per la realizzazione di progetti scultorei in marmo bianco statuario. Ha partecipato a diverse mostre a Berna, a Losanna, a Basilea, a Pietrasanta (dove ha un laboratorio artistico). Ha realizzato opere monumentali per edifici pubblici (scuole, chiese, ospizi) in Svizzera e in Italia. | Gianni Pasotti Colonne laviche L'artista su un terrazzo a terrapieno del parco ha collocato due colonne irregolari di basalto lavico. La scelta è caduta su due elementi naturali caratterizzati da linee strutturali ondeggianti. Nella parte sommitale dei blocchi ha inserito due foglie coloratissime che omaggio all'ambiente, richiamano la ricca vegetazione del luogo. Gianni Pasotti è nato a Grado (Gorizia) nel 1945 e vive e lavora a Pordenone. Pittore di formazione, ha iniziato la sua attività espositiva negli anni Ottanta ma abbandonata la fase pittorica intraprende un percorso di sperimentazione che lo porterà a lavorare con maestria il poliestere sintetico e ad utilizzare materiali tra i più vari quali la gomma silicone, il compensato, il metallo e materiali vegetali. Artista molto prolifico ha al suo attivo numerose esposizioni personali e collettive; ha partecipato a numerosi simposi di rt. | Miguel Ausili Omaggio alla Sicilia L'artista argentino da tempo ambientato in Europa «ha progettato un omaggio alla Sicilia e all'ombra degli eucalipti e degli abeti ha dato vita ad una installazione composta da un'isola felice eruttata dall'Etna. Danno movimento e colore al suo triangolo lavico alcuni frammenti di traversine ferroviarie e alcune impronte di terra colorata che ritmano in termini cromatico-segnici la composizione.» Miguel Ausili è nato a Buenos Aires nel 1950. Laureato presso l’Accademia di Belle Arti della sua città, arriva a Carrara con una borsa di studio e impara la tecnica di lavorazione del marmo. Nella stessa città frequenta la Accademia di Belle Arti e parallelamente le botteghe artigiane. Nei primi anni ottanta comincia ad esporre e a realizzare opere di grandi dimensioni in Italia e nel sud della Francia. I suoi materiali preferiti saranno sempre la pietra o il legno, spesso abbinati a metalli o al colore. Ha esposto le sue opere in numerose mostre personali e collettive in tutto il mondo e partecipato a simposi di scultura in Italia, Francia, Spagna, Germania... Ha insegnato Scultura presso numerose Accademie di Belle Arti italiane. Molte le sue sculture sono esposte in musei od installate in spazi pubblici in Italia ed all'estero (Francia, Spagna, Germania, Giappone, Grecia, Taiwan, Romania). | Domenico Difilippo Stele «Il romagnolo Difilippo scavando sulla faccia levigata di una grossa scaglia basaltica ha modellato una stele nelle cui morbide pieghe la luce filtrata del parco si insinua per rivelare la finitezza delle superfici e l'equilibrio compositivo dei pieni e dei vuoti. Ricco della sua lunga e prestigiosa esperienza di pittore, ha frantumato la rigidezza della pietra ed ha piegato la resistenza strutturale della materia realizzando una scultura in cui l'azione e la forza dell'uomo si pongono come una continuazione della potenza creativa del fuoco che fonde e plasma il magma nelle profonde viscere della terra.» Domenico Difilippo è nato a Finale Emilia nel 1946. Ha studiato all’Istituto d’Arte di Modena, di Castelmassa (Rovigo) dove si diploma in Pittura e anche all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Espone per la prima volta nel 1963. A Milano condivide e aderisce spiritualmente alle idee del «Movimento Nucleare» di Bay, D’Angelo, Dova; con esperienze anche sulla «Neo Figurazione» e surrealiste di Martini e Usellini; ne escono interpretazioni del tutto personali, che lo portano ad essere considerato uno dei fondatori del «Neo Surrealismo» storico modenese. Parte importante della sua produzione riguarda l’imponente lavoro scultoreo realizzato tra il 1997 e 2003, formato da quasi cento opere, dedicate alla Sardegna. Nel 1991 ha fondato in Germania un nuovo movimento artistico chiamato “Astrattismo Magico”. E’ stato docente titolare presso numerose accademie di Belle Arti e nel 2000 docente all’Accademia di Belle Arti di Brera. Ha partecipato a diverse collettive ed ha allestito numerose personali. Numerosi le Istituzioni Pubbliche ed i Musei che espongono le sue opere. | Simon Benetton Struttura Monolitica Il trevigiano Simon Benetton ha realizzato per il Museo all'aperto una monumentale scultura, scattante e dinamica. «Da una colonna lavica l'artista veneto ha ricavato un parallelepipedo irregolare che si sviluppa in altezza, poi aggredendo la struttura compatta del basalto ha scolpito dei solchi profondi come a volere cercare nel cuore del masso il palpito della materia. Una tessitura profonda avvolge il blocco scultoreo. I segni fitti e scagliosi hanno direzione obligua e danno al volume uno scatto verso l'alto. Nel rispetto della materia originaria Benetton ha fatto sì che la superficie superiore della scultura restasse con il suo piano selvaggio, ancora coperto dalla lava calda e schiumosa.» Simon Benetton è nato nel 1933 a Treviso, dove tuttora abita e lavora. Fin da giovanissimo il ferro ha rappresentato per lui un mondo infinito: nella fucina di suo padre ha avuto i suoi primi incontri con questa natura, l’ha plasmata ora con rabbia ora con affetto, alternando espressioni gioiose e momenti commossi. Ha frequentato nel contempo i corsi delle Belle Arti di Venezia, per poi avventurarsi in una solitaria, liberissima ricerca individuale. Diversi sono i periodi della sua formazione: dal figurativo alla vibrazione plastica di «moduli» che tentano lo spazio, dalla piastra alla microscultura, all’intervento architettonico. La sua scultura è una testimonianza d’eccezione della supremazia dell’uomo sulla materia, espressione di una commovente sfida tra Simon ed il ferro. Ha insegnato scultura all’Accademia di Belle Arti di Macerata e diretto un laboratorio artistico a Treviso. Dal 1958 il riconoscimento dell’arte di Benetton è internazionale: impegnato in progetti di macrosculture per centri urbani italiani e stranieri, viene invitato alle più importanti mostre conseguendo premi e riconoscimenti in quasi tutta Europa, Cina, Giappone, Brasile e negli Stati Uniti. Innumerevoli le sue opere presenti in collezioni private e musei, con i suoi lavori permanentemente esposti in edifici e spazi pubblici. Ha partecipato a diverse mostre in Italia ed all’estero. Ha organizzato numerose personali in spazi espositivi di grande prestigio. | David P. Campbell Omaggio all'Etna L’artista statunitense ha modellato un grande blocco lavico e, rispettando gli equilibri plastici e cromatici della materia originaria ha realizzato una scultura carica di tensione e di forza, dedicata all’Etna. «... Ha scolpito una grande colonna di lava cercando nelle pieghe e lungo le superfici della materia ora morbidi passaggi chiaroscurali ora segni e colori generati del fuoco. L'imponente volume, ... è attraversato per intero da un trattamento materico che traduce l'emozione provata dall'artista dinanzi agli equilibri strutturali e formali del blocco basaltico. La lunga esperienza scultorea compiuta nelle cave carraresi è stata utilizzata da Campbell per affrontare un progetto che sfrutta in pieno tutte le potenzialità della pietra etnea». David P. Campbell - scultore e pittore - è nato nel 1956 in California. Dopo la scuola ha studiato arte presso la University of Utah. Dal 1981, ha vissuto e lavorato per un lungo periodo in Italia, vicino alle cave di marmo di Carrara dove ha frequentato la locale Accademia di Belle Arti. Ha esposto in Italia, Francia, Usa. Alcune sue sculture di grandi dimensioni fanno parte di prestigiose collezioni private. | Nello Bocci Strutture prismatiche «Utilizzando due colonne di basalto lavico, l'artista ha scolpito due strutture prismatiche che si contrappongono dal punto di vista segnico e materico ma si integrano dal punto di vista plastico e volumetrico. Un elemento si presenta con due facce perfettamente levigate sulle quali l'artista ha inciso dei segni a zig-zag che determinano un interessante effetto decorativo. L'altro elemento è attraversato da una tessitura scagliosa tesa a rendere la superficie rustica. Nell'accostamento compositivo le due colonne costruiscono un perfetto equilibrio plastico-formale scandito dal trattamento materico dei piani.» Nello Bocci è nato a Gubbio nel 1945 dove vive e lavora. Ha frequentato l’Istituto Statale d’Arte di Gubbio e l’Accademia di Belle Arti di Perugia e Venezia. Ha insegnato Educazione Artistica e tenuto corsi estivi di scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Perugia. Dopo alcuni anni di attività artistica in terra eugubina si è trasferito in Friuli Venezia Giulia permanendovi circa otto anni e partecipando alla vita culturale di quella regione. Della sua opera si sono favorevolmente interessati critici e studiosi d’arte, giornalisti, collezionisti. Un numero notevole delle sue sculture fa parte di collezioni artistiche italiane e straniere, pubbliche e private, in musei all'aperto e presso il museo del Bargello di Firenze. Ha esposto le sue opere in varie località italiane ed estere partecipando a diverse collettive ed organizzando numerose personali. | David Jacobson Studio plastico La scultura dell'artista britannico dà subito l'idea «di un volume compatto ricco di effetti plastici e materici generati dagli scatti di piano e dalle varie tessiture delle superfici. Una massa curva si incastra tra le pareti forti del basalto e la tensione di tale unione si rivela nella articolata e fitta struttura dei piani. L'artista non manca di sottolineare la morbidezza e le sfumature cromatiche della materia. Ciò si evince dal rispetto manifestato per il tono rossastro dei piani colorati dall'ossido di ferro e per le superfici rugose delle zone di distacco tra i prismi.» David Jacobson, inglese, è nato a Windhoek (Namibia) nel 1951. Vive tra Londra e Camaiore, alternando con notevole frequenza i suoi soggiorni. Ha studiato a Londra ed ha compiuto un’intensa attività di scultore frequentando studi e laboratori in varie parti del mondo. Ha esposto in Italia, Inghilterra, U.S.A., Spagna ed altre nazioni. Sue opere fanno parte di importanti e prestigiose collezioni artistiche in U.S.A. e in Europa; val la pena ricordare che alcune sue opere sono al Victoria and Albert Museum di Londra, all'Hamilton College, al Bradford Institute e alla Fondazione Pagani di Milano. Ha ricevuto commissioni artistiche da Società e Aziende operanti a livello internazionale. Scolpisce ogni varietà di pietra e di marmo. Notevole è il numero delle note critiche e delle recensioni riguardanti le sue opere. | Pablo Atchugarry Libertà «Dinamica e scattante, solcata da segni violenti che ne determinano un chiaro-scuro forte e deciso, è la scultura di Pablo Atchugarry. Il giovane artista uruguaiano ha lasciato sulla struttura forte del basalto lavico effetti materici che denunziano il suo particolare interesse per le superfici travagliate, per i volumi articolati. La materia scura della pietra gli ha suggerito la creazione di una scultura alata che cerca nella luce la possibilità dello scatto e l'energia per muovere il volo.» Pablo Atchugarry (nato il 23 Agosto 1954) è un scultore uruguaiano, specializzato nella lavorazione del marmo di Carrara, noto in tutto il mondo per le sue opere a volte di grandi dimensioni. Le sue sculture adornano diverse città della Lombardia e numerosi spazi pubblici in moltissime città europee e non (Copenaghen, New York, Parigi, Coira, Stoccolma, Kallo-Beveren, ...) e fanno parte di collezioni pubbliche e private. Ha avuto più di ottanta mostre personali e collettive in tutto il mondo. Attualmente vive e lavora fra l'Italia e Manantiales (Uruguay). Nel 2002 gli è stato assegnato a Carrara il premio "Michelangelo" in riconoscimento della sua carriera di artista. Le sue sono opere "vive" e allo stesso tempo "libere", la loro collocazione migliore è all'aperto, come nella retrospettiva a lui dedicata ai Mercati di Traiano, a Roma, aperta fino al 7 febbraio 2016. | Raffaele Biolchini Meridiana «Al Sole è dedicata la meridiana di Raffaele Biolchini nella quale la luce, attraverso i giochi d'ombra di un elemento piramidale in marmo chiaro, consente di leggere i tempi reali ed i tempi armonici. La scultura è ottenuta da una lastra di basalto lasciato volutamente irregolare lungo i lati. I piani sono invece portati al filo della levigatura e su quello superiore Biolchini ha tracciato i suoi segni ondeggianti. Una cavità circolare e l'emergenza della piramide si confrontano in un gioco di volumi basato sui contrasti cromatici e sulla contrapposizione plastico-formale degli elementi.» Raffaele Biolchini è nato a Pavullo nel Frignano (Modena), una frazioncina appoggiata ad un costone, con poche case raccolte attorno ad una antichissima torre. Dopo le tre medie a Pavullo frequentò la scuola d’arte «Venturi» a Modena e nel ‘64 la Accademia di Bologna. Poi si trasferirà a Carrara nei laboratori degli scalpellini. E qui lentamente si consoliderà la sua «scelta» e prenderà il via quel suo linguaggio, quel suo stile purissimo, (mutuato, da Arp e da Brancusi), così essenziale e dolce, così carico di spazio e di valori temporali che oggi lo contraddistinguono. Varie le superfici materiche delle sue opere: terracotta, legni, argento, bronzo, scagliola ed anche la lava dell’Etna. Dalla prima di Montevarchi del ‘67 - e fu una collettiva - le sue mostre sono state molte. Ma a lui, durante il Simposio, piaceva citarne una lontanissima: quella a «La Sfera» che gli organizzò Mario Cadalora. Molte delle sue sculture fanno parte di collezioni pubbliche e private. Raffaele Biolchini è morto a soli 48 anni nel 1994. Molte sue opere sono visibili a Pavullo nella mostra permanente “La Donazione”. Purtroppo la Meridiana di Raffaele Biolchini realizzata a Bronte durante il Simposio di scultura è quella maggiormente colpita dai vandali che l'hanno devastata con scritte e manomissioni. Ecco a destra un importante particolare della scultura (l'elemento piramidale in marmo chiaro) ormai irrimediabilmente scomparso. | Antonio Portale Elementi lavici e bronzo La scultura, equilibrata e imponente, è costituita da due elementi basaltici a sezione semicircolare. Nella superficie interna dei blocchi, lungo i piani che si accostano per comporre una struttura a colonna, Portale ha scolpito un modellato morbido e sinuoso che la luce rivela in tutta la sua plasticità. Nella parte sommitale dell'opera ha inserito un piccolo elemento di bronzo quasi a suggello dell'unione strutturale dei due blocchi. L’emblematica forma metallica aumenta lo slancio verticale della scultura e, come le guglie delle antiche cattedrali, lega la terra al cielo, la materia, alla luce. La scultura è ora esposta all'interno del Castello Nelson nel Museo della Pietra lavica e delle tradizioni artigiane ed agricole dell'Etna. Antonio Portale è nato a Randazzo (CT) nel 1956. Ha studiato all’Istituto Statale d’Arte e all’Accademia di Belle Arti di Catania. Ha partecipato a numerose mostre in Italia ed all’estero ed ha organizzato alcune personali in spazi espositivi di prestigio. Da anni conduce una ricerca diretta a studiare le potenzialità artistiche del legno e della pietra, materiali da cui ha ricavato sculture rigorose ed espressive. Alcune sue opere fanno parte di collezioni artistiche italiane e straniere. Ha realizzato e progettato porte bronzee per chiese e cappelle cimiteriali. Vive ed opera a Catania dove insegna Scultura all’Accademia di Belle Arti. Molti i critici che si sono interessati della sua opera. |
Dal maggio 2004 il complesso museale si è arricchito con un altra prestigiosa esposizione: il «Museo della Pietra lavica e delle tradizioni artigiane ed agricole dell'Etna».
E' stato allestito all'interno del Castello Nelson nei locali adibiti dai Nelson a dispensa, dove sono stati rinvenuti strutture dell'antico monastero di Santa Maria - archi a tutto sesto in pietra arenaria e pietra lavica - che delimitavano l'antico portico del monastero, nonchè due eccezionali camini di grandi dimensioni che, opportunamente restaurati, concorrono ad esaltare il complesso museale. Quì hanno trovato collocazione "le immagini della pietra lavica" acquisite nell'omonimo Concorso fotografico, organizzato dal Comune nel Maggio 2004 ed anche alcune sculture prima esposte all'aperto fra le quali citiamo: la delicata "Farfalla" di basalto levigato realizzata da Giuseppe Pravato; l'imponente scultura di Antonio Portale costituita da due elementi basaltici a sezione semicircolare con, nella parte sommitale, un piccolo elemento di bronzo. |
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