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Le prime due, a forma di “pseudo-piramide” e dal sapore vagamente messicano, si trovano a pochi chilometri da Bronte, fra i pistacchieti di in contrada Cuntarati, nei pressi della Masseria Lombardo. Non trovano origine dai Siculi o da qualche altro nostro antico progenitore, non sono state edificate per rendere omaggio a qualche divinità.
Per darle una parvenza di “nobiltà” le abbiamo denominate “torri di guardia”. Ma anche se suggestive dal punto di vista archeologico possiamo ammirarle solo come monumenti “a ricordo” del duro lavoro del contadino brontese. Privo di terre fertili – la maggior parte delle quali per secoli sono state per volontà papale di proprietà di un ospedale palermitano e per volere di un re borbonico appannaggio della famiglia dei Nelson e di pochi altri privilegiati – il contadino brontese per riuscire a vivere si vide costretto per coltivare la sciara a spietrare pazientemente molte colate laviche per trasformarle in aree coltivabili a vigneti od a pistacchio. Un grande aiuto lo ha avuto proprio da questa pianta, nata dalla roccia, che sul terreno sciaroso cresce spontanea e riesce ad adattarsi per la grande rusticità e la resistenza alla siccità. Con un apparato radicale molto profondo è capace di farsi strada fra le fessure della lava, crescendo agevolmente. Liberando il terreno dalle numerose pietre ed ammassandole in un unico posto, in molti secoli di laboriosa opera il contadino brontese è riuscito con questa tecnica a lasciarci queste pittoresche costruzioni ma, sopratutto, anche a sopravvivere trasformando molte sciare sterili ed infruttifere in aree dove poter seminare e produrre piccoli, saporiti frutti della più pregiata qualità. Questi manufatti, torrette o piramidi che siano, dal valore storico, architettonico e paesaggistico di indubbia importanza sono testimonianze di grande valore e meriterebbero maggiore attenzione e tutela di quanto fatto fino ad ora. | |||||||||||||||||
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