L'Architrave di Via Victor Hugo
Ci ha sempre incuriosito una scritta scolpita su grosso blocco di pietra arenaria che funge da architrave in una antica casa di via Victor Hugo, nella cui lunetta soprastante si leggono ancora labili tracce di un antico disegno. Ci è apparsa subito degna di attenzione ma sempre misteriosa ed indecifrabile. Abbiamo portato in quel luogo diversi studiosi, spedito la sua foto ad altri ma nessuno ci ha dato una risposta certa sull’origine ed il significato di questo quasi rebus. Una spiegazione finalmente ci è giunta dal prof. Giorgio Flaccavento, ragusano, che in una sua recente visita a Bronte si è recato nel luogo visionando direttamente la scritta e dandone la seguente precisa ed esauriente decifrazione: «L'iscrizione di Via Victor Hugo non è di per sé difficilissima da spiegare perché si tratta di tre righe da leggersi in senso orizzontale e verticale, il cui significato ha la chiave nel primo rigo orizzontale, che è costituito dal monogramma (I.H.S.) di San Bernardino da Siena, fondatore dell'Ordine Riformato dei Minori Osservanti e cioè Jesus Hominum Salvator (in greco Soter). Il secondo e il terzo rigo hanno in comune la lettera greca X e quindi il secondo rigo si legge Filius Churion Xristos (Figlio del Signore Cristo) e il terzo Deus Jesus Xristos (Dio Gesù Cristo). In verticale il primo rigo a sinistra si legge Jesus Filius Dei (Gesù Figlio di Dio); il secondo Hominum Churios Jesus (degli Uomini Signore Gesù) e il terzo Soter Xristos (Salvatore Cristo). L'iscrizione è inclusa nella data 1559 e costituisce con molta verosimiglianza il documento della presenza dei Frati Minori Osservanti di san Francesco prima del 1593, anno in cui il Comune di Bronte mandava al Tribunale del Real Patrimonio il bilancio in cui la gabella della carne in onze 35 era destinata alla fabbrica del Convento dei Riformati. In effetti, secondo quanto riporta Benedetto Radice nelle sue “Memorie storiche di Bronte" (ristampa del 1984, pag. 296, edizione digitale pag. 248) in un memoriale del 1754 allegato in un volume del 1759, che si conserva nell’Archivio della Chiesa Maggiore, si legge che la Chiesa di San Vito e il Convento esistevano già fin dal 1555. Il Radice riteneva erronea la data, che pensava doversi leggere 1595, non trovandosi cenno delle Chiesa e del Convento nel “Liber Visitationes”. Si può invece ipotizzare che i Frati Minori Osservanti fossero già presenti a Bronte in quella data. Anche se la residenza conventuale non fosse ancora stabilita in un edificio proprio, per la cui costruzione abbiamo la documentazione relativa agli anni ’90. E' probabile, invece, che alloggiassero in più dimore sparse, come nello stesso periodo è altrove documentato, ad esempio a Ragusa attorno alla Chiesa di San Rocco. In questo caso la data del 1559 sarebbe perfettamente compatibile con il Memoriale del 1754 e confermerebbe la presenza dei Frati Minori Osservanti fin dal 1555. La cosa è molto verosimile; resta da stabilire se l’architrave, su cui è scritta la data, è nel posto originale, come sembrerebbe a prima vista, oppure vi è stata trasportata posteriormente.» (Professore Giorgio Flaccavento) |