Per cercare di fare conoscere ed apprezzare anche ai brontesi una preziosa ricchezza, in questa pagina vogliamo presentarvi un particolare aspetto religioso che, come in molti altri paesi dell’interno della Sicilia, caratterizza le stradine del centro storico e la profonda tradizione religiosa dei suoi abitanti: l'edicola votiva o il tabernacolo. Per noi brontesi, semplicemente, "a cunnicella". Libera espressione della religiosità e della pietà popolare, queste edicole rappresentano un patrimonio iconografico unico e spesso dimenticato o poco valorizzato ma comunque sempre oggetto di venerazione testimoniata dagli abitanti con fiori e lumini perenni o dal segno di croce quando vi si passa davanti. Le abbiamo cercate percorrendo i vicoli, le scalinate e le tortuose e strette strade di Bronte; si intravedono senza particolari difficoltà; s’incontrano, incastonate dentro muri o nelle pareti delle case, in ogni via, quasi ad ogni angolo ed in ogni crocicchio. Basta alzare gli occhi per apprezzare ciò che di bello c’è anche in luoghi impensabili. Fanno quasi parte integrante della struttura delle case e dell'assetto urbanistico del centro storico. Sono piccole composizioni architettoniche annesse alle case, incassate o dipinte nelle pareti esterne o sul muro di una strada; piccoli tempietti costruiti a protezione di un'immagine sacra, di una statua o di un’icona. Raramente sono collocate al centro della strada, la scelta ricade quasi sempre sulla parete esterna dell'abitazione, a pochi metri da terra o nei piani superiori; piccole opere pittoriche eseguite in affresco o su supporto mobile (foglio di lamiera zincata, raramente su lastre di pietra arenaria), ornate ed illuminate e fornite di norma di una semplice mensola. Molto rare le sculture, a tutto tondo o bassorilievi, in genere commissionate per le edicole più elaborate da una committenza facoltosa o culturalmente più elevata. Si rivolgono, comunque, sempre allo spazio pubblico, alla strada e da tempi antichi, come ancor oggi, scaturiscono da un culto spontaneo, dal bisogno di un rapporto continuo col "divino" che possa proteggere e rassicurare chi abita in quella casa. Continuano a trasmettere la certezza del loro sapere offrire protezione. Tolta qualche eccezione, nulla vi è di rilevante dal punto di vista artistico; nella loro semplicità costruttiva e pittorica ben poche possono definirsi opere d'arte. Alcune rivelano però notevole buon gusto, una particolare raffinatezza nel disegno e originalità nella fattura e molte, specie nelle stradine del centro storico, risalgono ad epoche antichissime. Tutte ben rappresentano la profonda religiosità ed i sentimenti d'antica devozione che legano i brontesi alla loro protettrice alla quale tante volte hanno rivolto preghiere nei momenti più difficili della loro storia in special modo in occasione delle frequenti devastazioni dell’Etna. La Madonna Annunziata è, infatti, il tema ricorrente della rappresentazione sacra.le stradine del centro storico brontese hanno una diffusione capillare, sorgono ovunque e testimoniano il bisogno popolare di affidare la propria sicurezza al soprannaturale. Poste a protezione della casa e delle famiglie e dei piccoli nuclei che le circondano servivano al loro culto. Sono l'altare, più che della casa e della famiglia, del vicinato, della piccola comunità che vive nelle vie adiacenti ed ogni "cunnicella" tramanda una propria storia, una tradizione o una testimonianza storica. Ogni brontese ne ricorda qualcuna in particolare per un evento, una sensazione o un ricordo d’infanzia o una devozione. Qualcuna ha una data certa come quella di Piazza Croce che porta scolpita la data del 1745, quando Bronte dipendeva ed apparteneva ancora all'Ospedale Grande e Nuovo di Palermo; qualche altra ha anche un preciso riferimento storico, come l'edicola posta nella zona del SS. Cristo a ricordo di una spaventosa eruzione lavica miracolosamente fermatasi alle porte del paese, davanti alla statua della Vergine. O come quella più recente di Poggio San Marco (la "Colla") eretta nel 1948 dagli scampati ai combattimenti ed alle incursioni aeree dell'ultima guerra. L’immagine sacra, in genere, come detto, rappresenta la Madonna Annunziata (nella foto a destra quella di Piazza Croce, risalente al 1745), patrona di Bronte, sempre diversa per dettagli, fattura ma quasi sempre ritratta accanto al paese, con una bandiera in mano dalla lunga asta che uccide un drago dalle sette teste (l'Etna, il Terremoto, la Tempesta, la Guerra, il Peccato, la Peste e la Fame). |