Collegio Maria
L'infaticabile opera delle suore di Don Bosco a Bronte |
Lo statuto
Una statua dedicata a Don Bosco
Giugno 2024: La chiusura | Alla sinistra della Chiesa del Rosario, in una viuzza quasi nascosta (via Giovanni Piccino), trovasi l’ingresso del Collegio Maria, un complesso edilizio che si estende a mo’ di rettangolo fino alla via dedicata ad un altro benefattore (Vincenzo Scafiti). Il Collegio fu edificato, su disegno dell’arch. D. Basilio Gullo, per iniziativa di alcuni illuminati benefattori: "donna" Maria Scafiti, dei suoi fratelli sacerdoti Vincenzo, Mariano e Raffaele e dell’arciprete Vincenzo Uccellatore ed aveva lo scopo della educazione delle fanciulle. Due anni prima della sua costruzione (1778) era stato inaugurato a Bronte l'altro imponente Collegio voluto dall'umile sac. Ignazio Capizzi che aveva risolto il problema della formazione e dell'istruzione scolastica dei giovani. Ma le ragazze brontesi ne erano completamente escluse: era inimmaginabile in quel periodo che qualcuna di loro potesse frequentare le aule delle «Reggie Pubbliche Scuole di Bronte» (così allora era denominato il Real collegio Capizzi). E questa situazione si protrasse per oltre un secolo fino al 1919 quando le aule del Real Collegio verranno aperte anche alle ragazze. | Per l'educazione e l'istruzione delle ragazze, specie povere ed orfane, il 19 febbraio 1780 Maria Scafiti chiese ed ottenne dal re Ferdinando la facoltà di fondare a Bronte un Collegio di Maria. Tali istituzioni (i collegi di Maria) erano rivolti alla società più debole e bisognosa, con regole approvate dal Papa con lo scopo di dare gratuitamente alle giovani, povere od orfane o figlie della "ruota", un ricovero, il mantenimento e l’educazione religiosa e letteraria, "andandole a cercare, se d'uopo, anche nelle strade". Furono numerosi in Sicilia, fondati e dotati da generosi benefattori in moltissimi comuni (il primo fu istituito a Palermo nel 1721). A Bronte i lavori di costruzione si protrassero per molti decenni, sia per alcune vertenze giudiziarie come, soprattutto, per mancanza di adeguate risorse economiche che consentissero di portare avanti un progetto così ambizioso e imponente. A favorire il completamento dell'opera, nel 1794 intervenne un altro benefattore, il generoso sacerdote, Giovanni Piccino. «Per atto di ultima volontà del dì 15 Aprile 1794», lasciava l'intero suo reddito «in tanti legati di maritaggio di onze 5 per ciascheduno da conferirsi ("dati a sorte") a donne povere e le più bisognose» e l'altra metà «per dote di un Collegio di Maria da fondarsi a Bronte, e di cui si erano iniziate le fabbriche». Ma neanche questo con generoso lascito di Giovanni Piccino si riuscì a completare subito le opere ed aprire le scuole alle giovani brontesi. I lavori andarono ancora a rilento anche perchè il Collegio dovette sostenere lunghe liti con alcuni eredi dei generosi benefattori e con la Ducea che vantava crediti per censi non pagati. Ne venne nel frattempo costruito il primo piano (nel frontone del portale d'ingresso si legge, scolpita, la data 1818) ma non si fu ancora in grado di aprire l'Istituto. L'apertura del Collegio di Maria voluto da Maria Scafiti stentava a avviarsi ed allora, come aveva fatto Ignazio Capizzi per i giovani maschi, un altro sacerdote, Pietro Graziano Calanna, di ritorno a Bronte dopo quarant'anni anni trascorsi a Monreale, Roma e Napoli, forte dell'esperienza romana a pro delle giovani, idea e progetta la formazione scolastica femminile a Bronte dando vita nel 1823 ad un'altra istituzione, le "Regie Pubbliche Scuole" destinate alle giovani donzelle brontesi. La "Pia Opera Piccino" intanto passò nella seconda metà del 1800 nelle mani della Congregazione di Carità. I suoi locali (quelli prospicienti alla via Luigi Capuana) furono anche adibiti a Cancelleria comunale e durante i tragici fatti del 1860 dati alle fiamme con tutto l'archivio comunale. «Questa istituzione, - scrive mons. Adolfo Longhitano - che per oltre un secolo aveva svolto in Sicilia un servizio meritorio di supplenza, entrò in crisi dopo l’unità d’Italia, quando lo Stato decise di istituire le scuole pubbliche in tutti i comuni e avviò una politica vessatoria nei confronti dei Collegi di Maria, considerati un relitto dell’antico regime, perché promotori di una scuola privata e confessionale; volendo affermare un modello di scuola pubblica e laica decise di sopprimere queste istituzioni. A Bronte il Collegio di Maria, per l’azione determinante del vescovo Giuseppe Benedetto Dusmet, riuscì ad evitare la soppressione e ad avviare la propria attività nel 1881, quando il modello originario era stato ormai superato e si cercava una nuova identità per adeguarsi alle nuove leggi dello Stato. Questa nuova identità fu data dalle Figlie di Maria Ausiliatrice, chiamate dallo stesso vescovo Dusmet, come informa nella sua relazione presentata a Roma nel 1881». Due anni prima, nel 1879 - su interessamento di due preti, Giuseppe Di Bella rettore del Real Collegio Capizzi e Giuseppe Prestianni allora procuratore della chiesa del Rosario - furono chiamate a reggere il Collegio le figlie di Maria Ausiliatrice (ramo femminile della Società Salesiana fondata pochi anni prima, nel 1872, da S. Giovanni Bosco) dedite all'educazione ed istruzione delle giovani. La sera del 15 ottobre 1880, accolte col più vivo entusiasmo dalla popolazione brontese, sei suore partirono per Bronte dalla lontana Casa madre di Nizza Monferrato. Ci piace ricordarne il nome: la direttrice Suor Felicia Mazzarello, le maestre Angiolina Buzzetti, Ice Bianchi, Carolina Sartore, Giacinta Marzone e la coadiutrice Suor Battistina Camera. |
| | | Così si presentava in un disegno della fine del 1800 l'ingresso e il prospetto principale del Collegio Maria, adiacente alla Chiesa del Rosario. Il dirupo sulla sinistra è ora la scalinata di via Piccino. A destra in alto, l'ala sud del Collegio Maria (la parte più antica); nelle altre foto, un particolare dell'ingresso (sul portale è scolpita la data del 1818), il Collegio Maria (in azzurro) in una mappa del 1875 ed una veduta dall'alto della chiesa del Ropsario e del Collegio. Per un certo periodo i locali del Collegio furono adibiti a Cancelleria comunale e nel 1860 dati alle fiamme dai rivoltosi brontesi («nella Cancelleria Comunale ossia Collegio di Maria (i danni ammontano) ad onze cento trenta» scrissero i periti della Commissione mista eccezionale di guerra nominata da Bixio nell'agosto del 1860). «L'architetto del Collegio Maria - scrive Benedetto Radice nella Memorie storiche di Bronte - fu certo D. Basilio Gullo abate basiliano. Addossato però alla chiesa del Rosario ed ad altre case, il Collegio non ha alcuna prospettiva ornamentale che avrebbe potuto essere di decoro al paese. All'abate architetto mancò il senso estetico ed architettonico.» |
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| Alle suore - scriveva il sindaco dell'epoca cav. Gennaro Baratta al Duca Nelson (1881) fu corrisposto uno stipendio «di L. 500 per ciascuna in ogni anno, oltre delle spese di viaggio e dello alloggio» che doveva essere «completo con tutti li mobili, biancheria ed arredamento, letto, tavola e cucina». Pochi anni dopo, grazie all'interessamento del sac. Prestianni e del vescovo, dopo quasi cento anni dalla sua fondazione, l'Opera Pia "Collegio di Maria" vide finalmente approvato il suo statuto (con regio decreto del 1 Agosto 1885) ed iniziò la sua opera benefica. Le Suore Salesiane (quella di Bronte fu la prima fondazione delle 16 che aprirono nell'Isola fino al 1908) hanno esercitato la loro generosa opera fino ai nostri giorni. Lo scopo per cui era nato il Collegio di Maria è oggi naturalmente superato; ma non sono cessati la vitalità dell'Istituto e l’opera infaticabile delle suore di Don Bosco nell’educazione e nella formazione delle giovani donne brontesi. (nL, Maggio 2006)
| Lo Statuto Lo “Statuto Organico” del Collegio di Maria, compilato e presentato dalla Congregazione di Carità amministratrice del Collegio medesimo, “composto di numero diecisette articoli” fu approvato dal Re Umberto (“per grazia di Dio e per volontà della Nazione Re d’Italia”) il 24 Luglio 1885. Vi proponiamo alcuni articoli: - Art. 1 - L’Opera Pia «Collegio di Maria», che ha sede nel Comune di Bronte, trae la sua origine dal testamento del Sacerdote Giovanni Piccino del 15 Aprile 1794, presso Francesco Saverio Stasuzzi, e dell’assegnazione dei Sacerdoti D. Raffaele e D. Vincenzo, fratelli Scafìti del 28 Febbraio 1811, presso Notar Nicolò Dinaro, ed oggi si regge secondo le orme tracciate dalla legge 3 Agosto 1862 e del relativo regolamento del 27 Novembre dello stesso anno. - Art. 2 - Scopo dell’Istituto del quale si tratta è il ricovero dell’orfane povere del Comune; si ammettono anche alunne a pagamento, che non dovrà mai essere inferiore al costo delle spese occorrenti al mantenimento di ciascuna alunna. - Art. 4 - L’Opera Pia “Collegio di Maria” è amministrata dalla locale Congregazione di Carità a cui venne affidata secondo la legge 3 Agosto 1862 e del relativo regolamento del 27 Novembre dello stesso anno. - Art. 6 - Per essere le fanciulle accolte nell’Opera Pia “Collegio di Maria” devono i loro congiunti presentare domanda al Presidente della Congregazione di Carità e con documenti dimostrare di aver le orfane povere l’età prescritta, l’onestà e la povertà, e le alunne a pagamento l’età prescritta e l’onestà. - Art. 7 - Tanto le une quanto le altre fanciulle non possono entrare nell’Opera Pia “Collegio di Maria” se non dalla età non meno di anni sette né più di anni 12. | Un monumento a Don Bosco Bronte ha voluto rendere omaggio a S. Giovanni Bosco dedicandogli una statua. E' stata inaugurata il 29 Maggio del 1988 a conclusione dei festeggiamenti fatti nel centenario della morte di Don Bosco e della festa di Maria Ausiliatrice. Il monumento, eretto all'interno di una aiuola all'ingresso del paese (allo "Scialandro") «...in segno di ringraziamento per quanto i successori di questo grande Maestro hanno fatto nella nostra Cittadina», porta la scritta "Bronte a Don Bosco". La statua è stata ideata dal salesiano brontese don Enzo Biuso, realizzata dalla Rebecchi di Pietrasanta (Lucca) e proposta e voluta a Bronte dalla Famiglia salesiana (salesiani, Figlie di Maria Ausiliatrice, ex-allieve/i, Cooperatori/trici) per ricordare il centenario della morte di S. Giovanni Bosco. L'idea è stata subito accolta con entusiasmo e condivisa dai cittadini e dall’Amministrazione Comunale che ha finanziato l'opera. Il giorno dell'inaugurazione l'ampio viale Catania e lo Scialandro non sono stati sufficienti per contenere le oltre 10.000 persone che hanno voluto assistere e rendere omaggio a Don Bosco. La statua è eseguita in marmo bianco di Carrara si compone di due blocchi uniti del peso complessivo di 6 tonnellate. Misura oltre m. 2 di altezza, per m. 1,50 di larghezza e m. 0,80 di profondità. La costruzione è a forma piramidale ed ha nel capo di Don Bosco il suo vertice ideale. Le diagonali insistono sul movimento delle braccia che danno, così, una spinta dinamica a tutto l’insieme. Ecco la descrizione che ne ha fatta lo stesso Don Biuso: «Il Santo, dall’aspetto giovanile ed affettuoso, è chino verso un giovane sfiduciato; lo ha afferrato per una mano mentre l’altra gliela tende in un gesto di invito ad alzarsi. Il giovane guarda il volto amico di D. Bosco e già riprende fiducia iniziando il movimento per alzarsi. Alle spalle di questi un altro giovane, sorridente, lo sorregge e l’aiuta in questo gesto di speranza. Il tutto a significare che D. Bosco nella sua opera verso i derelitti e gli abbandonati non fu solo ma ebbe bisogno degli altri.» La fontana su cui poggia la statua, disegnata dallo stesso Don Biuso e realizzata dall'impresa brontese Caruso & Conti, è costituita da una vasca circolare svasata del diametro di m. 5. All’interno, sfalsati rispetto al centro, si trovano cinque cerchi di m. 1,75 di diametro per m. 0,30 di altezza in cemento armato a vista. Essi insistono su un asse a forma elicoidale. Questo moto circolare conferisce a tutto il complesso un movimento ascensionale che si ferma sul gruppo statuario, che poggia in alto sull’ultimo rocchio. «Il gioco dell’acqua – continua Don Biuso - diventa molto suggestivo nel momento in cui la caduta avviene in forma discendente sull’esterno di ogni cilindro. Risulta, così, chiaro il significato di tutto l’insieme lì dove si evidenzia che l’acqua rappresenta il messaggio di D. Bosco e i cinque rocchi, i continenti, l’Europa, l’Asia, l’Africa, l’America e l’Oceania. Il messaggio d’amore di D. Bosco verso i giovani si è diffuso nel mondo ed ha anche oggi la sua validità e viene trasmesso dai suoi Salesiani e dalle Figlie di M. Ausiliatrice dappertutto.» «L’ingresso della città di Bronte, lato ovest, era il luogo ideale per questo monumento incastonandosi nell’equilibrio dello spazio circostante. È venuta così esaltata sia l’area a verde che profuma di ordine, sia lo sfondo della città con l’Etna che domina la vallata del Simeto, le nitide facciate, i tetti di coccio e i campanili delle molte chiese. «Questa sua collocazione ha trovato inoltre motivo di esaltazione nel fatto che l’usuale “passiata” dei Brontesi si è allungata fino alla fontana di D. Bosco. I credenti potranno così sostare dinanzi al Santo per un momento di silenzio e di preghiera; gli indifferenti per gioire di un fatto estetico, i ragazzi per giocare con un loro “amico”, i giovani per guardare un segno di speranza.» | Giugno 2024 Chiude il Collegio Maria Dopo oltre due secoli dalla sua fondazione, a giugno 2024 il Collegio Maria ha chiuso la sua secolare attività. Con la crisi delle vocazioni che attraversa la vita della Chiesa anche le suore sono in netta diminuzione con poche possibilità di ricambio e l'inevitabile chiusura degli istituti religiosi e delle scuole. Uno scarno Avviso sacro dell'Arciprete parroco e Vicario Foraneo di Bronte, padre Alfio Daquino, ha comunicato “con grande dispiacere e amarezza” alla popolazione
la notizia: la Congregazione Salesiana ha interrotto la missione che “tanti benefici umani, sociali e spirituali ha apportato ai figli, ai genitori, a tutti”. Il parroco ha voluto anche ricordare la sera del 15 Ottobre 1880 quando «sei suore salesiane, figlie di Maria Ausiliatrice, partite dalla Casa Madre di Nizza Monferrato, sono giunte a Bronte e calorosamente accolte dal popolo, per svolgere la missione affidatagli dal Card. Giuseppe Benedetto formazione e l’assistenza caritatevole delle fanciulle nei locali messi e disposizione dall’Opera pia ”Collegio Maria”». Ha quindi invitato i brontesi ad una «Celebrazione Eucaristica di ringraziamento per la presenza delle suore salesiane a Bronte». |
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