Due le categorie: la migliore torta ed il miglior gelato al pistacchio. Per la categoria “Torte” a vincere è stato il pasticcere Giuseppe Micalizzi, che ha preceduto Ignazio Faranda e Giuseppe Murabito giunto terzo. La giuria, inoltre, ha consegnato un premio speciale a Martina e Manuela Franchina. Per la categoria “Gelati”, invece, a vincere è stata Stefania Santitto, davanti a Ignazio Faranda ed ai colleghi, terzi in ex equo, Gerardo Sindona e Ignazio Incognito. Settembre 2012
Si prepara la XXIII Sagra A differenza degli anni passati il 2012 vede la Sagra del pistacchio sfidare la crisi e raddoppiare. Si svolgerà infatti per 2 week end: dal 27 al 30 settembre e dal 5 al 7 ottobre 2012, quando la città di Bronte si trasformerà, come ogni anno e per la ventitreesima volta, in una naturale vetrina del suo verde pistacchio, unico al mondo per gusto, bontà e caratteristiche. L'Amministrazione comunale in questi giorni è al lavoro per allestire il programma dettagliato di questi sette giorni di festa del pistacchio messi a disposizione dei tanti turisti che ogni anno affollano le vie del centro di Bronte assaggiando e comprando tutto quello che gli abili cuochi ed i pasticceri di Bronte con l’Oro verde riescono a preparare. Il 2012, anno pari, non è l’anno della raccolta del pistacchio che, caso unico forse nel mondo, come da tradizione secolare è biennale. I contadini, infatti, sanno bene che la pianta non producendo per un anno è in condizione di accumulare energie utili per moltiplicare la produzione dell’anno successivo. Negli anni di non raccolta, quelli pari, “di scarica”, con una tradizione che si perde nella notte dei tempi probabilmente risalente alla dominazione araba, si procede alla cosiddetta potatura verde (vengono manualmente tolte le gemme in fase di crescita) e la pianta non produce e "riposa". Ciò nonostante durante questa XXIII Sagra sarà anche possibile assaggiare il pistacchio fresco, appena «sfornato» dalla pianta. Diversi coltivatori, infatti, da qualche anno hanno rotto con il passato: negli anni pari non hanno tolto le gemme dalle piante, lasciandole fruttificare. Il tentativo sembra in qualche modo riuscito ed anche con discreti risultati. Ed ora anche in un anno di scarica come il 2012, i produttori che "hanno rischiato", con nonni, mogli, figli, nipoti, amici (e qualche lavoratore giornaliero) sono già nei “lochi” (i pistacchieti) a scuotere rami per raccogliere con tende o panieri, sempre con cura ed amore, il prezioso frutto. Dall'ottobre 2011 sono stati mesi di attenzioni, di lavori e di spese da affrontare e quindi il momento della raccolta è importante ed atteso. Ci si informa sul prezzo corrente, si ascoltano con ansia le previsioni meteorologiche e si guarda con apprensione il cielo sperando che almeno lui sia clemente, non porti tempeste o venti che scuotendo i rami farebbero disperdere nelle pietraie dei lochi il prezioso frutto e lasci asciugare “a frastuca” in santa pace. La raccolta del pistacchio, effettuata fra le irte e spigolose lave dell’Etna ancora con le tecniche di un tempo, dura in genere sui trenta giorni (dai primi di settembre in poi) e sono giorni durante i quali, a Bronte, il corso Umberto (“a chiazza”) diventa quasi deserto: tutti, giovani e vecchi, studenti ed impiegati, donne e bambini, incuranti del caldo, sono nei “lochi” a scuotere i rami, a raccogliere il prezioso frutto, a “sgrollarlo” ed a farlo amorevolmente asciugare al sole. E le “sciare” di Bronte si popolano, si risvegliano da un lungo letargo, si animano di gente festosa e diventano luogo di canti e di imponenti tavolate. L’annata 2012 (di scarica) non sarà naturalmente nè ricca né eccezionale per quantità, con alti e bassi a seconda delle contrade ma il frutto, come al solito, è eccellente. Il prezzo poi, nonostante la Denominazione di Origine Protetta concessa dall'Unione Europea nel giugno 2009, naviga a vista. Qualcosa in meno dell'anno passato: agli inizi del mese di settembre il quotidiano La Sicilia quotava la tignosella (pistacchio in guscio) a 10,00/10,50 euro il Kg ed il pistacchio puro brontese sgusciato a 30,00 contro i 15 euro del pistacchio estero sgusciato. Un buon prezzo è una delle speranze degli agricoltori per vedersi ripagare i tanti mesi di lavoro e di fatica; l'altra è quella del Consorzio di tutela che con i suoi poteri di verifica dovrebbe essere l’arma principale (se non l’unica), per proteggere il pistacchio brontese dalla diffusione del “falso” (per intenderci il pistacchio importato troppo spesso spacciato per «Pistacchio di Bronte» o mischiato con il prodotto originale). [bi] |