25 Settembre 2006
MANIFESTAZIONI, CONCERTI, CONVEGNI, SFILATE DI MODA E... TUTTA LE PRELIBATEZZA DEL PISTACCHIO DI BRONTE Il programma della Sagra Non solo la città di Bronte attende con frenesia il taglio del nastro della Sagra del Pistacchio più bella degli ultimi anni. E’ sempre più lunga la schiera di fedelissimi sostenitori e visitatori di una “festa vetrina” di un frutto dell’agricoltura che trova applicazione in vari settori. Chi verrà a Bronte in questi giorni per assaggiare il pistacchio avrà anche l’opportunità di godersi un palinsesto di manifestazioni di otto giorni che non hanno nulla da invidiare a quelle più importanti della Sicilia. “Questo - dice l’assessore allo Sviluppo economico Salvia – perché la Sagra del Pistacchio è una delle più apprezzate manifestazioni e non solo in Sicilia, ma ormai anche al di là dei confini regionali, dove sempre più frequentemente si consumano prodotti con il nostro Oro verde”. Intanto ogni sera piazza Castiglione farà da scenario a concerti in grado da soli di fare il pienone. Si comincia sabato 30 alle 22 con “I Parsifal”, il primo ottobre sarà la volta de “I Brigantini”, il 2 ottobre all’interno del Cine teatro comunale alle 21 e 30 sarà il momento della moda siciliana con la sfilata “Sicilia Atelier Creativo”, per ritornare in piazza Castiglione l’indomani alle 21 con il concerto degli Archinuè. Durante il giorno e fin dall’inizio delle manifestazioni gli sbandieratori, gli artisti di strada, la banda musicare e sfilate di auto storiche animeranno la via Umberto fino a piazza Spedalieri dove sono concentrati gli stand al pistacchio. La giornata più importante però è certamente mercoledì 4 ottobre, quando fin dal mattino tutti i bambini delle scuole di Bronte renderanno viva e festosa la giornata con la manifestazione “La scuola scende in piazza”, che prevede tornei di calcio giovanile, parata di musicisti, attori, animatori, giocolieri ritrattisti, statue viventi, il trenino dell’allegria e pure il concerto a cura degli studenti universitari, prima del saluto del sindaco Firrarello ai ragazzi in piazza Castiglione. Nel tardo pomeriggio sarà il momento del convegno sul tema “Dai risultati della ricerca alle nuove prospettive di commercializzazione del pistacchio di Bronte” a cura dell’assessorato regionale Agricoltura, prima dell’attesissimo concerto di Anna Tatangelo, alle 21 sempre in piazza Castiglione, che i più giovani attendono con entusiasmo. Per tutta la durata della Sagra il divertimento fra gli stand non mancherà mai e continueranno gli spettacoli serali con il concerto dei Teppisti dei Sogni il 5 ottobre e la finale di Miss Etna sempre in piazza Castiglione il 6. Sabato 7 e domenica 8 saranno le giornate clou che chiuderanno la festa fra le ultime vendite di pistacchi, le esibizioni degli sbandieratori ed i botti dei fuochi d’artificio. «Insomma – conclude il sindaco Firrarello - fra le tante cose buone che vi sono in Italia esiste anche il pistacchio di Bronte e la sua Sagra su cui puntiamo per continuare ad investire, constatando l’apprezzamento della gente. Non a caso lo scorso anno abbiamo registrato una presenza di circa 200 mila turisti nell’arco dell’intera manifestazione. Ma i record sono fatti per essere battuti».
IL PISTACCHIO, FRUTTO BIOLOGICO, NELLA CORNICE DI UN TURISMO CULTURALE E DI PAESAGGI AMBIENTALI UNICI
Il pistacchio e la Città di Bronte Non basta un solo giorno per visitare le bellezze architettoniche, storiche ed ambientali che la città offre o per assaggiare quanto di buono riescono a realizzare pasticceri e ristoratori con il pistacchio di Bronte. Il pistacchio, infatti, non è solo sinonimo di dolci, ma anche nutriente condimento per i primi piatti e contorno per i secondi. La fama raggiunta dalle pennette al pistacchio ne è la prova, anche se paste, torte e gelati la fanno ancora da padrone. Chi poi non ha assaggiato la “Pistacchiella” che è di una bontà incredibile. Tutti prodotti genuini, frutto di anni e anni di lavoro ed attaccamento al pistacchio fin dalla coltivazione negli irti pistacchieti: «Il pistacchio si raccoglie ad anni alterni, – dice il dott. Placido Caponnetto, dirigente responsabile dell’unità operativa 64 dell’assessorato regionale Agricoltura e Foreste - e negli anni di magra tutti i produttori eliminano le gemme dalle piante, impedendo la nascita del frutto. Questi, infatti, sanno bene che la pianta non producendo per un anno è in condizione di accumulare energie utili per moltiplicare il raccolto dell’anno successivo. Un espediente che, visto l’enorme costo della manodopera per la raccolta, evita che per poco pistacchio si sprechino risorse e pone in essere una vera e propria lotta biologica nei confronti degli insetti che, dopo una stagione senza frutto, l’anno successivo saranno sempre di meno. Se a ciò – continua - sommiamo il fatto che non è possibile in queste terre effettuare trattamenti particolari possiamo dire che il pistacchio di Bronte è un frutto biologico». Caponnetto spiega che la raccolta viene effettuata ancora con le tecniche di un tempo e che dal frutto sulla pianta bisogna togliere il mallo, il guscio e quella pellicina che protegge il verde pistacchio. Alla fine, di conseguenza, su 100 chilogrammi di pistacchio raccolto sulla pianta forse appena il 10% è utile per la vendita e questo è l’ulteriore prova delle difficoltà cui vanno incontro i produttori. «E’ a loro – afferma il sindaco Pino Firrarello - che dobbiamo dire grazie, perché ostinandosi a coltivare il pistacchio hanno mantenuto verde un’area dell’Etna che altrimenti sarebbe stata solo lavica, trasformandosi nei veri custodi dell’ambiente”. Salvaguardia dell’ambiente che a Bronte rappresenta il modo migliore per rilanciare il turismo. Ai tanti turisti che in questi 8 giorni visiteranno il paese, Bronte offrirà la possibilità di godere di paesaggi ambientali unici. Situato nel versante nord dell’Etna, la città del pistacchio, con il suo vastissimo territorio di oltre 25.000 ettari di terreno, infatti, contribuisce in maniera massiccia alla salvaguardia della natura siciliana. Ricadendo fra i Parchi dell’Etna e dei Nebrodi, infatti, ha conservato la sua terra permettendo all’amante della natura di trovare boschi, prati e paesaggi intatti, dove nessun rumore filtra se non quelli della stessa natura. Basta uscire dall’abitato in direzione sud est per incontrare le lave cordate del 1651, in un sentiero che permette all’escursionista di arrampicarsi sul vulcano, dove si potrà osservare anche il volo imponente dell’aquila reale o il passaggio fugace di altri esemplari faunistici, come la volpe, la donnola, il coniglio, la lepre e l’istrice. Da Bronte in contrada Difesa, al confine con Maletto, si potrà godere della migliore vista dell’Etna, con il vulcano che ci regala un’immagine imponente e suggestiva. Un’area, questa, da valorizzare e far conoscere sempre più, e dove il sindaco Firrarello intende realizzare un campo da golf. Venire a Bronte, inoltre, sarà anche l’occasione per trascorrere una giornata all’insegna del turismo culturale. Sono tanti, infatti, i monumenti che abbelliscono la cittadina dal punto di vista storico ed architettonico, ma su tutti il Castello Nelson e il Real Collegio Capizzi meritano la citazione.Cominciamo con il Castello Nelson, con gli storici che ne fanno iniziare la storia nel 1040, quando il generale bizantino Giorgio Maniace, vincitore di una battaglia contro i Saraceni, per devozione lasciò nel luogo dello scontro un’icona della Madonna. Vi dimorarono i Basiliani, ma nel XIX secolo divenne dimora residenziale dall’ammiraglio inglese Horatio Nelson. Per questo visitarlo vuol dire poter ammirare numerosi oggetti d’arte, quadri e stampe, lettere autografe, medaglie, piani di battaglie navali e ordini militari, ed attraversare le sue mura vuol dire tuffarsi in una storia che ci ha lasciato una grande testimonianza architettonica. Chi non vuole però spostarsi da Bronte potrà visitare il Real Collegio Capizzi, oggi sede della biblioteca borbonica con l’archivio di storia patria. Un patrimonio impreziosito delle opere letterarie originarie dell’illustre Spedalieri e di atlanti geografici di rara bellezza per fattura artistica e conoscenze fisico-politiche del 600 e del 700 e che presto ospiterà la più importante Pinacoteca della Sicilia, esponendo una preziosa raccolta del maestro brontese Nunzio Sciavarrello”. Firrarello: “Il pistacchio caratterizza la società brontese”
E’ tutto pronto per l’appuntamento più dolce dell’anno all’ombra del vulcano più alto d’Europa. Il pistacchio è pronto ad affrontare la sua 17’ sfida, facendo bella mostra di se nella vetrina più idonea, ovvero la Sagra dell’«Oro verde di Bronte», che quest’anno il sindaco, sen. Pino Firrarello, ha organizzato curando ogni piccolo particolare. «Non poteva essere diversamente. – afferma il primo cittadino - Il pistacchio è una delle realtà più importanti della nostra cittadina. Introdotto dai saraceni intorno gli anni 1000, ha occupato qualcosa come 4000 ettari di territorio per una produzione biennale che si aggira intorno alle 32 tonnellate. In verità – continua – non è che se ne produca tantissimo, tant’è che rispetto alla produzione mondiale quella di Bronte si aggira intorno all’1%. Il nostro pistacchio, però, ha il vantaggio di essere coltivato in un grosso fazzoletto della Sicilia dove il sole non manca mai e dove può trarre linfa vitale dalle irte lave del nostro vulcano, giovandosi anche di un’altitudine che gli permette di crescere rigoglioso e dare frutto fino a 900 metri sul livello del mare. Un cocktail di elementi che alla fine ci regalano un frutto dal sapore unico, dall’elevato valore nutrizionale e dal riconoscibilissimo colore verde che lo contraddistingue da tutti gli altri. «Questo ha permesso ai nostri pasticceri ed ai cuochi di dare prova di grande abilità, scatenando la loro fantasia e permettendogli di ottenere premi e riconoscimenti fin dall’altra parte del mondo, soprattutto nel settore della pasticceria. Se in tutta Europa – ribadisce - alla fine il pistacchio di Bronte ed i suoi derivati vengono venduti e reclamizzati come prodotti di grande qualità, a mio avviso lo si deve alle qualità organolettiche del frutto e le capacità dei brontesi, la cui cultura è certamente legata alla pianta del pistacchio. Chi possiede un pistacchieto, infatti, lo coltiva con passione affrontando certamente grandi sacrifici. Coltivandosi nelle irte ed a volte scoscese lave dell’Etna, infatti, diventa difficile la potatura e soprattutto la raccolta, effettuata ancora come le stesse tecniche di un tempo e con un costo esorbitante. I brontesi però a questo non fanno caso e sono legati ad ogni pianta come se fosse quasi un componente della famiglia, affrontando spese e sacrifici, oggi ripagate da un rilancio economico che permette ad ogni proprietario di integrare il reddito familiare «Vi aspetto per assaporare le nostre produzioni nell’allegria delle animazioni e dei momenti culturali ed artistici che il Comune ha organizzato per celebrare il suo diamante verde. Noi siamo orgogliosi dei nostri prodotti e della nostra terra. Per noi questo pistacchio non ha eguali. E’ unico e prezioso: facciamolo sapere agli altri.» |