H
Havi (dal lat. habet ) = ha. La “h“ del verbo lat. è rimasta anche in alcune forme italiane, come questa | Havi duannora chi t’indi fuisti e ancora nenti figghj!?
Hiacca = stanchezza, tediosa debolezza, spacco, fenditura | Oggi cci aiu 'na hiacca... (oggi ho una stanchezza...); ndà murammi cc'è 'na hiacca (nella parete c'è una spaccatura). La “f” di fiacca o di altri vocaboli come fiuri (fiore) o fiummi (fiume), seguita dal dittongo “ia / iu”, diventa muta e quindi va sostituita dalla “h” e perciò deve scriversi hiacca o hiummi, anche se rispecchia ben poco la tonalità brontese. In altre parole con la “f” ho visto, invece, che essa rimane foneticamente tale e quale, esempi: fammi = fame, fetu = puzza, fìmmina = donna, focu = fuoco, fumèri = letame; invece in "fiacca", "fiancu", “fiummi”, "fiatu", “fiuri”, “fiàvuru”, fiufialoru, ecc. la “f” scompare e diventa appena una aspirazione che io indicherei con la “H” per cui foneticamente scriverei "hiacca", “hiummi”, “hiuri”, “hiàvuru” (nl) | Qualcuno altro consiglia di usare invece per la "F" di "fiummi" (e di altre pronunzie consimili come ad es. fiàvuru, fiàscu) la lettera "X" (xiacca, xiùmmi, xiàvuru, xiàscu) con suono aspirato. Ma quel ch’è certo è l’impossibilità di trasformare in scritto l'esatta pronunzia brontese di queste parole. Vedi in merito anche quanto scrive N. Russo in questo sito. Hiaccari = fendere, spaccare. Hiaccari ligna ca ccetta (spaccare legna con l'ascia). Hiascu = fiasco, piccolo contenitore di argilla a forma di anfora adatto a contenere ben fresco vino ad uso personale da portare con se durante i lavori nei campi. La perfetta convivenza: vinu bbonu e fhiàscu ri crita. hiatàri = tirare il fiato, alitare. Hiatu = fiato | Hiatu me! (fiato mio, modo di dire di tono affettuoso) Hiàvuru (dal lat. fragare) = odore, olezzo | Fari hiàvuru r’acitu (odorare di vino guasto, di aceto, dare l’impressione o essere poco raccomandabile) o ri mari (odorare di mare, dare l’impressione o essere gay) | Altri modi siciliani di scrivere la parola: fiàvuru, sciàvuru, xiàvuru). Hiocca = chioccia. Hioriàri (dal latino fragrare) = odorare, emanare odore | Hiorìaru su pisci e viri si feti (odora il pesce e vedi se puzza). Hiuhiàri = soffiare | Hiùhia ‘u luci cu hiuhiaròru = alimenta (fiùfia, sciùscia) il fuoco con il soffietto (fiufiaròru). Hiuhiaroru = soffietto. Un piccolo attrezzo domestico fatto da un segmento di canna lungo circa 30 cm, svuotato all'interno, con il quale si soffiava sul fuoco per ravvivarlo evitando così di avvicinare il viso alla fiamma (aL). (v. anche "Fiufialoru") Hiummi = fiume. | ’U fhiummi per i brontesi è il Simeto che scorre ai piedi di Bronte | L'aforismo 'U fhiummi tira petri sta ad indicare un periodo di difficoltà economiche. (L. M.) Hjuri = fiore (altri modi siciliani di scriverlo e pronunciarlo: fiùri, ciùri, sciùri, xiùri). |