Sono allevati bovini, ovini, caprini e suini con metodi estensivi e utilizzo di alimenti naturali. Capretti e agnelli vengono alimentati con latte naturale fino alla macellazione; i maiali vengono allevati allo stato brado nelle boscaglie e i bovini allevati al pascolo con aggiunta di integratori solo nei mesi più rigidi. L’economia è anche un incrocio di piccoli artigiani dalle grandi capacità creative, di commercianti ed esportatori di prodotti agricoli, di rimesse, di pensioni, di stipendi tratti dalla scuola, dall’ospedale o dal Comune, di piccoli allevamenti e soprattutto di agricoltura che continua ancora ad occupare un ruolo di primo piano nelle attività economiche. La frutta fresca
Nel vasto territorio di Bronte (25.000 ettari) è possibile coltivare quasi tutti i frutti e, tradizionalmente, il brontese è stato sempre un popolo contadino grazie anche al suo territorio particolarmente fertile. Il nero terreno, infatti, è ricco di strati cretosi che misto ai pietrischi calcarei ne fa un luogo atto a piante da frutta come le castagne, le ciliegie, le mele, le mandorle, le noci, le pere e l’uve. Nella parte non coperta di lava, ci sono i boschi che si estendono da Monte Minardo al bosco di Maletto. Da N-NO dominano i terreni argillosi. L’assoluta unicità di questo territorio, rappresenta uno degli scenari paesaggistici più interessanti di tutta la provincia catanese. Sono in merito ancora attualissime le parole di Giuseppe Cimbali ("Nicola Spedalieri", Città di Castello, 1888): "Bronte è il paese delle antitesi e de’ contrasti per la sua natura profondamente varia. Ma, cosa ben singolare, è il paese eclettico per eccellenza: quasi unico in Sicilia, riassume tutti i climi ed è capace di tutte le specie di produzione. Produce infatti, ciò che ha bisogno del freddo, produce ciò che ha bisogno del caldo, produce ciò che ha bisogno di una temperatura media." Sono coltivati a frutteti (pere, pesche, agrumi, etc.) e ortaggi i terreni situati nella parte bassa del territorio, lungo il fiume Simeto; nel restante territorio si coltivano olive, mandorle, fichidindia (una varietà spontanea offre un frutto bianco pressoché privo di semi), frumento e cereali in genere e, ancora, viti e, sopratutto, alberi di pistacchio. Pistacchio ed altro
La pistacchicoltura rappresenta la più significativa coltivazione (l’oro verde di Bronte) e – stranamente - a proprio agio giusto sulle rocce laviche che risultano proibitive per qualsiasi altro tipo di vegetazione ("i lochi", quasi 3.000 ettari di terreno lavico, con limitatissimo strato arabile). Il pistacchio è la principale risorsa economica del territorio di Bronte; si coltiva in buona parte in colture specializzate ma anche in associazione con l'ulivo, il mandorlo e anche con il ficodindia. Se ne raccolgono oltre 30 mila quintali e si vende a circa 8-10 euro al chilo con guscio e a 30-35 senza guscio. Rinomati e d’elevata qualità sono anche le varietà di frutta sia verde che secca (pesche, pere, albicocche, prodotte lungo la fertile vallata del Simeto, fichidindia, mandorle, noci), il vino e l'olio d'oliva. Spiccano per proprietà qualitative anche le produzioni casearie: la ricotta (fresca, salata o al forno), la provola e, soprattutto il formaggio. Primeggia per le peculiari caratteristiche ed il sapore antico e genuino il pecorino pepato (o anche fresco o "primo sale" oppure con pistacchio, con peperoncino o con salame). Un’organizzazione di produttori brontesi di frutta fresca ("Le Valli dell’Etna", soc. cons. a r. l.), nata alcuni anni fa con l’obiettivo di concentrare e promuovere le produzioni tipiche della zona (soprattutto pere e pesche), proprio per l’alta qualità del prodotto, in poco tempo è riuscita ad imporsi sul mercato dei grandi acquirenti nazionali ed esteri. Ma, dopo un promettente avvio iniziale, l'iniziativa è fallita per i soliti contrasti e la mancanza di mentalità cooperativa ed associativa che affligge da sempre i nostri produttori. L'artigianato
Bronte, da sempre centro con economia prevalentemente agricola, tale è rimasto: ha rigettato da tempo qualsiasi ipotesi di sviluppo industriale o processo di trasformazione dell'economia. E' fallita l'iniziativa di creare una zona industriale mentre è decollato egregiamente il progetto di una Zona artigianale. In tale zona, costruita in mezzo all’antica lava del SS. Cristo, si è sviluppato, fra le altre attività, un piccolo ma fiorente artigianato tessile di aziende façoniste (producono cioè vestiario per conto terzi) che danno lavoro ad oltre 1000 dipendenti (più i lavoratori dell'indotto, elettricisti, falegnami, muratori, etc.) con un movimento annuale di circa 20 milioni di euro. Nel territorio sono stati scoperti importanti giacimenti di metano ricco di prodotti liquidi (gasolina) lavorati in un grande impianto di degasolinaggio costruito dall'Eni a qualche chilometro da Bronte. Il turismo
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