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Notizie, eventi socio-culturali e non

Da Settembre 2020 a Dicembre 2024

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2 Dicembre 2024

Dopo quasi 100 anni pubblicata l’ultima opera di Benedetto Radice

Uomini e cose del mio tempo

Il libro sarà presentato l'11 Dicembre nell’Aula magna del Benedetto Radice

L’ultimo scritto dello storico brontese Benedetto Radice, “Uomini e cose del mio tempo”, rimasto inedito per quasi cento anni e sconosciuto a tutti, ben conservato in un cassetto della sua scrivania nella casa della via che porta il suo nome, ha visto finalmente la luce.

Nel 1936 l’avv. Renato Radice, figlio dello storico Benedetto, nel pubblicare il secondo volume delle Memorie storiche di Bronte, contenente le ultime 6 monografie scritte dal padre (compreso il saggio su Bixio, successivamente varie volte ristampato), scriveva nell’Avvertenza che avrebbe dovuto far parte del secondo volume anche la memoria “Uomini e cose del mio tempo” ma che preferiva non pubblicarla «almeno per ora, per motivi che può intendere chi conosceva l’integrità e la rigidità morale di mio padre e soprattutto il suo profondo disprezzo per le beghe che hanno sempre tormentato Bronte, disprezzo che lo portava a giudizi molto duri su uomini e cose che sono ancora del nostro tempo».

Questo nel 1936 ma faceva notare nel 2004 Nicola Lupo - del quale nelle nostre pagine pubblichiamo un florilegio delle Memorie storiche del Radice – che «la memoria di cui parlava l’avv. Renato, non è stata pubblicata neppure nell’edizione unificata del 1984. Come mai? Sussistevano, forse, ancora i “motivi” di cui parlava nella predetta Avvertenza? Si potrà scoprire la verità nell’archivio di casa Radice?» «Speriamo!», si augurava.

Oggi finalmente, ed è certamente una buona notizia per gli studiosi e gli appassionati di storia patria, la nipote Prof.ssa Giuseppina Radice ha rispolverato le ingiallite pagine, a volte interpretandole, avviando uno studio su questo manoscritto e pubblicandolo a quasi un secolo di distanza, all’interno di un suo corposo libro dal titolo “Benedetto Radice, il suo tempo, i suoi luoghi” accompagnandolo con saggi e contributi di studiosi di vari ambiti disciplinari.
 Il testo – scrive la Radice - comprensibile anche se in alcune parti lacunoso per la difficoltà a comprendere la scrittura di mio nonno ha infatti ormai soltanto un valore documentario lungi dal potere essere considerato oggetto generatore di conflitto, offese o risentimenti.

Queste ultime memorie che lo storico brontese ci ha lasciato sono state scritte nell'ultimo anno della sua vita (1930- 1931) e vertono su alcuni personaggi pubblici e su alcune vicende cittadine dei primi decenni del 1900. L’esposizione dei fatti e il disegno delle persone sono spesso interpolati o conclusi da considerazioni morali con una critica severa ed una tagliente ironia che a volte diventa sarcasmo e aperta denuncia. Lo stile è quello solito del Radice, sempre ricercato con una sintassi semplice e periodi per lo più brevi e senza congiunzioni, spesso con un costrutto latineggiante.

Il Libro, un omaggio che restituisce luce alla figura di Benedetto Radice e al suo fondamentale contributo culturale, verrà presentato mercoledì 11 Dicembre (ore 11:00) nell’Aula magna dell’Istituto d’Istruzione Superiore Benedetto Radice con la dirigente Maria Pia Calanna che dialogherà con l’Autrice e con interventi degli studenti.



6 Settembre 2024

Lo specchio e il piacere

Una voce libera che facciamo rivivere in Bronte Insieme

Fra i giornali che nel passato secolo furono pubblicati a Bronte spicca negli anni ’90 un quaderno di cultura politico-ambientale intitolato Lo Specchio e il Piacere.
Nasce a Maggio 1994 su iniziativa del “Circolo Arci Etna-Simeto”. In redazione, sita prima nella Piazza Saitta e successivamente nel Cortile A. Volta, troviamo Sebastiano (Nello) Ciraldo, Gaetano Bonina, Alessandra Ciraldo, Silio Greco, Vincenzo Sciacca ai quali successivamente si aggiungono anche le firme di Vincenzo Pappalardo, Angelo Ciraldo, Palmiro Mannino, Nunzio Sanfilippo e Giuseppe Severini.

Era una rivista libera, non di parrocchia" o filo... qualcosa, un quaderno con obiettivi chiari e ambiziosi. Realizzata da volontari, senza scopo di lucro, voleva essere uno strumento di comunicazione offerto ai cittadini senza discriminazione di idee, di religione, di razza o di sesso; sviluppava mensilmente attente problematiche ambientali, politiche, culturali attinenti al territorio brontese. «Una rivista - erano le loro parole - che serenamente ospiti tutte le discussioni, tutte le idee, tutti i malumori di questi travagliati anni che viviamo; con una sola pregiudiziale: l'antifascismo».

La tiratura della rivista, un mensile di circa 20 pagine, fu purtroppo di solo 16 numeri. Come ogni cosa buona durò poco: dal Maggio 1994 al Dicembre del 1995. Poi, non riuscendo ad ottenere solidarietà economica né dal Comune (all'epoca sindaco era Mario Zappia) né da privati, dovette sospendere le pubblicazioni per motivi esclusivamente economici e fu la fine.

Noi oggi nel ringraziare questo gruppo d’intellettuali guidati dal Prof. Sebastiano Ciraldo per il loro impegno sociale e il sacrificio dimostrato, vogliamo far rivivere la loro libera voce, mettendo in linea nelle nostre pagine tutti i sedici numeri della rivista per dare ai brontesi ancora la possibilità di leggerli. "Chi li leggerà non si pentirà di averlo fatto", ci dice oggi Nello Ciraldo. Buona lettura!



21 agosto 2024

Ecco le date della Sagra del Pistacchio

L’Oro Verde verrà celebrato dal 4 al 6 e dall’11 al 13 ottobre

Ecco le date dell’appuntamento più verde e prelibato della Sicilia. Per 2 week end, da venerdì 4 a domenica 6 Ottobre e dall’11 al 13 ottobre, il centro di Bronte si trasformerà nella vetrina privilegiata dell’originale Pistacchio, grazie alla XXXIII edizione della Sagra del pistacchio verde di Bronte dop. In pratica il Re pistacchio di Bronte prolungherà il calendario di grandi eventi siciliani che quest’anno, a fine settembre, vedrà organizzare l’Expo Agricoltura a Ortigia, in occasione del G7.

E quest’anno si prevede una Sagra del pistacchio ricca di grandi novità. Innanzitutto l’evento si avvarrà dell’esperienza dell’ingegnere Salvatore Peci, già organizzatore di eventi fieristici importanti, che, nelle vesti di direttore artistico, punterà alla valorizzazione del pistacchio dop di Bronte, migliorando le caratteristiche espositive di un evento che per volere del sindaco Firrarello quest’anno, più fattivamente rispetto agli anni scorsi, si aprirà alla Città ed alle sue associazioni.

Non a caso questa mattina il primo cittadino, con l’assessore agli Eventi Angelica Prestianni, ha organizzato un vertice cui hanno partecipato sia il neo direttore artistico, il vice sindaco Salvatore Pizzuto, l’assessore Maria De Luca ed il presidente del Consiglio comunale, Aldo Catania. Con loro il segretario comunale Giuseppe Bartorilla, l’ing. Salvatore Caudullo e Patrizia Orefice del Comune, assieme ad altri Capiarea.

Ospite d’eccezione l’on. Giuseppe Castiglione, nelle vesti oggi di componente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati. “Il pistacchio verde di Bronte dop – ha affermato – deve certamente il protagonista principale di un evento che deve garantire trasparenza e tracciabilità dei prodotti offerti ai visitatori. Deve essere poi il momento privilegiato per promuovere il dibattito sui temi della valorizzazione del pistacchio coinvolgendo la città, le associazioni e soprattutto il Consorzio di tutela del pistacchio che nell’organizzazione della Sagra deve essere protagonista”.
“Dobbiamo – ha aggiunto l’assessore Prestianni – organizzare una Sagra elegante nel rispetto delle tradizioni di Bronte”.

Ed al vertice hanno partecipato diversi rappresentanti di associazioni. Fra questi l’avvocato Giuseppe Gullotta dell’associazione dei consumatori Aiace e Giuseppe Di Mulo del Circolo Operaio che hanno già presentato delle proposte.
“La fama della Sagra è già arrivata in Giappone. – ha concluso Firrarello – Abbiamo l’obbligo di organizzare un grande evento nel rispetto della bontà del nostro pistacchio unico al mondo e della storia e della tradizione della nostra Città”.



5 marzo 2023

INTERESANTISSIMA CONFERENZA

Verga, Vancini e i Fatti di Bronte

La cronaca nella narrativa e nel cinema

Una bella giornata di cultura per tracciare il percorso letterario che ha visto Giovanni Verga ed il regista Florestano Vancini descrivere i Fatti di Bronte del 1860.

Questo è stato la conferenza dal titolo “Bronte 1860, Libertà” da Verga a Vancini, organizzato nell’Auditorium del Real Collegio Capizzi dall’Associazione “Bronte Insieme”, dal Rotary Aetna Nord Ovest Bronte, dalla Fidapa di Bronte, dal Circolo di Cultura Enrico Cimbali, dal Lions Club Adrano-Bronte-Biancavilla, dal Club Donna Insieme e dalla Pro Loco Bronte, con il patrocinio del Comune di Bronte e dalla Fondazione Verga.

Un evento organizzato in occasione del centenario della scomparsa di Giovanni Verga, autore della novella Libertà, e del cinquantenario della proiezione del film di Florestano Vancini, “Bronte: cronaca di un massacro che i libri di storia non hanno raccontato”.

Così dopo i saluti istituzionali da parte dei presidenti dei club e del sindaco, Pino Firrarello, magistralmente moderati dal giornalista, Luigi Putrino, hanno relazionato il prof. Gaetano De Bernardis, dirigente del Centro nazionale di studi Pirandelliani e grande estimatore di Giovanni Verga, il prof. Andrea Manganaro, vicepresidente del Consiglio scientifico della Fondazione Verga ed il prof. Pasquale Iaccio, professore in storia del cinema e documentario Italiano presso l’Università di Salerno. Presente anche l’on. Giuseppe Castiglione.

“I Fatti di Bronte – ha spiegato Firrarello – così come raccontati inizialmente dalla storia rappresentavano l’infamia più grande che i brontesi potessero subire. La verità è che il popolo fù illuso con la prospettiva di ottenere le terre. Il processo Bixio che da sindaco organizzai nel 1985 fu un tentativo azzardato, ma riuscito, di mettere in discussione la storia”.

E se il prof. De Bernardis ha delineato i percorsi del Verga dal risorgimento al verismo, descrivendo la vera ispirazione della novella Libertà, il prof. Manganaro ha chiarito come Verga non fosse uno storico, ma uno scrittore. Di conseguenza la sua novella va vista come solo come opera letteraria. “Libertá non è un documento, - infatti ha affermato - ma un monumento” (I Fatti di Bronte e “un monumento” del realismo letterario: Libertà di Giovanni Verga).

Il prof. Iaccio, invece ha ricordato le critiche che inizialmente Vancini fù costretto a subire per aver “dissacrato” la storia del risorgimento, raccontando però delle verità descritte anche nei 2 processi del 1860 e del 1863.

Una conferenza in grado di emozionare quando il prof. Giuseppe Di Bella ha recitato i versi delle poesie di Ignazio Buttitta e Lionardo Vigo e quando il Coro del Rotary Club Aetna Nord Ovest Bronte gli “Allegri insani”, con la partecipazione del soprano Serena Cassarà, diretti da Leda Castiglione ha cantato anche “Terra Madre” inno della Regione siciliana.
 

27 Febbraio 2023

Sabato 4 Marzo, Auditorium del Real Collegio Capizzi

“Bronte 1860 – Libertà, da Verga a Vancini

Alle ore 17:00 di Sabato 4 marzo, nell’Auditorium del Real Collegio Capizzi, si terrà un importante convegno dal titolo “Bronte 1860 – Libertà, da Verga a Vancini. La cronaca nella narrativa e nel cinema”, che ricorderà un tragico episodio storico del risorgimento Italiano ripercorrendo molti fatti allora accaduti.

L’evento, patrocinato dal Comune di Bronte e dalla Fondazione Verga, è organizzato dall’Associazione Bronte Insieme, Rotary Aetna Nord Ovest, Lions Adrano-Bronte-Biancavilla, Circolo di Cultura E. Cimbali, Fidapa, Club Donne Insieme e Pro Loco. L’Ordine dei giornalisti di Sicilia lo ha accreditato per numero tre crediti formativi.

Relatori del convegno, dopo il saluto del sindaco Pino Firrarello, saranno

- il prof. Gaetano De Bernardis, già docente presso la Scuola Interuniversitaria Siciliana di Specializzazione per l’insegnamento secondario; socio del Centro Nazionale Studi Pirandelliani di Agrigento; governatore 2021-2022 del Distretto Rotary 2110 Sicilia – Malta;

- il prof. Andrea Manganaro, ordinario di Letteratura italiana presso il Dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università di Catania; vicepresidente del Consiglio scientifico della Fondazione Verga; delegato del Rettore dell’Università di Catania nel Comitato per il Centenario verghiano (Regione Sicilia) e membro del Comitato nazionale per le celebrazioni del Centenario della morte di Giovanni Verga (Ministero della Cultura);

- e il prof. Pasquale Iaccio, associato di Storia del cinema presso il Dipartimento di Scienze dei Beni Culturali dell’Università di Salerno.

Con la moderazione del dr. Luigi Putrino (giornalista, collaboratore del Giornale di Sicilia), si parlerà dei fatti accaduti a Bronte nell’Agosto del 1860, e di come la narrativa, specie con Verga e la novella Libertà (1882) e il cinema con il film di Florestano Vancini Bronte, cronaca di un massacro che i libri di storia non hanno raccontato (1972) si siano occupati di una ricostruzione più vicina ai fatti rispetto alle cronache garibaldine, con una ormai assodata colpevolezza di Nino Bixio. Verga ha trattato l'argomento con il suo noto stile letterario da testimone diretto del periodo risorgimentale, Vancini, invece, per la sua pellicola ha usato come fonte principale gli atti del «Processo di Bronte» (1863)

La serata sarà allietata dal coro “Gli Allegri Insani”, con musiche della professoressa Leda Castiglione e la partecipazione del professor Giuseppe Di Bella.



Novembre 2022

Manifestazioni natalizie del Comune di Bronte

Il Programma


30 Agosto 2022

Dopo 2 anni ritorna la Sagra del Pistacchio

Il “Re Pistacchio” di Bronte cede il passo alla democrazia e fa slittare di una settimana l’inaugurazione della sua famosa Sagra. Prima ancora che fosse deciso che il 25 settembre doveva essere l'election day, ovvero il giorno in cui votare per il rinnovo dei parlamenti nazionali e regionali, il taglio del nastro era stato ipotizzato il 23 settembre.

Adesso si è costretti a spostare l’inizio il 30 settembre. «Naturale – afferma il sindaco Pino Firrarello – spostare di una settimana l’inaugurazione della Sagra che a questo punto si svolgerà dal 30 settembre al 2 ottobre e dal 7 al 9 ottobre. Per il resto non cambia nulla. Bronte sarà la tradizionale vetrina dell’Oro verde, con musica, attrazioni e tanto divertimento dopo 2 anni di pandemia che ci hanno privato della festa più bella per uno dei prodotti tipici più rinomati, buoni e famosi del paniere dei prodotti tipici dell’Etna.» Con la Sagra da sempre occasione per promuovere anche arte, natura e tradizioni, in Comune fervono le riunioni. E' stato già pubblicato il bando per consentire agli standisti di partecipare all’evento che negli anni hanno ha assunto un valore regionale, attirando turisti non solo dalla Sicilia, ma anche dall’Europa.

«Il calendario degli eventi ovviamente è in fase di preparazione. – continua a spiegare il sindaco – Di certo intendiamo offrire ai visitatori che verranno a trovarci tutto quello che di buono abbiamo. Bronte essendo situato fra i parchi dell’Etna, dei Nebrodi e dell’Alcantara contribuisce in maniera massiccia alla salvaguardia di un ambiente bellissimo da vedere. In questi mesi abbiamo puntato alla valorizzazione dell’Etna ed in particolare di Monte Ruvolo. Ma tanti sono i monumenti che vale la pena di visitare. Il Castello Nelson ed il Real Collegio Capizzi con la pinacoteca Nunzio Sciavarrello e la biblioteca borbonica sono fra questi, senza dimenticare che venire a Bronte vuol dire tuffarsi nella storia del risorgimento italiano con i fatti del 1860.»

«Ovviamente – conclude - non mancherà l’occasione per assaggiare la bontà della sua cucina al “Verde pistacchio di Bronte” e di tutti i suoi prodotti tipici. Insomma segniamo l’appuntamento nel calendario: dopo 2 anni di pandemia, torna la Sagra del pistacchio di Bronte». [IL PROGRAMMA]



8 Luglio 2022

Spionaggio a Bronte e Maniace

Dopo 79 anni ha un volto il «Ragioniere Donovan»
lo 007 che contribuì allo sbarco del '43 in Sicilia

Il maggiore Anthony Eric HeathDopo 79 anni ha un volto il «Ragioniere Donovan», è mister Anthony Eric Heath, ex vice amministratore della Ducea Nelson di Bronte, lo 007 inglese facilitatore dello sbarco Alleato del '43 (avvenuto nella notte fra il 9 e 10 luglio), nonché contatto degli indipendentisti siciliani Antonio Canepa e Salvatore Giuliano. Il misterioso personaggio è stato identificato dall’ingegnere Mario Carastro, cultore di storia patria, originario di Bronte.

«Secondo molti studiosi, il famoso ragioniere Donovan era stato amministratore della Ducea Nelson, negli anni Trenta. Ebbene, oltre Heath - spiega Carastro - tale ruolo in quel decennio lo ricoprirono: George Dubois Woods (partito per il Canada nel 1938), George Niblett (trasferitosi in Inghilterra nel 1940) e Lawrence Hughes (internato come nemico in un campo di concentramento a Parma dal giugno 1940)».

Prosegue Carastro: «Soltanto Anthony Eric Heath, quindi, poteva trovarsi in Sicilia nel 1943 ed essere riconoscibile come ex amministratore dei Nelson. Questo e altri dettagli consentono, con ragionevole certezza - puntualizza l’ingegnere -, d’identificare Heath con il ragioniere Donovan, capo operativo di Mario Turri, alias del professore Antonio Canepa, comandante dell’Evis e agente segreto inglese pure lui, ucciso durante il conflitto a fuoco vicino a Randazzo, all’alba del 17 giugno 1945».

Sulla prima permanenza siciliana del giovanissimo Tony, Carastro racconta: «Nel novembre del 1929, il V duca di Bronte, Alexander Nelson Hood, a Londra decise di assumerlo come aiuto amministratore. Le modalità del suo viaggio, comunicate da Scotland Yard personalmente al Duca, fanno dedurre che l’impiego fosse di copertura e che Nelson Hood lo sapesse, vista la sua posizione alla Corte britannica. Heath arrivò a Bronte, al castello di Maniace, il 4 gennaio 1930, ad agosto 1935 fuggì a Malta, per scampare all’arresto del controspionaggio italiano».

Mario Carastro non è nuovo a scoop sulla Ducea di Bronte, ambiente dov’è cresciuto e di cui conserva, oltre ai suoi, ricordi e documenti personali del padre Giuseppe e del nonno Mario (un tempo impiegati al Castello Nelson).

Ricerche nell’«Ar­chivio privato Nelson», riscontri nel diario personale inedito del V Duca di Bronte e altri approfondimenti - sia bibliografici sia con i figli di mister Heath, Philip (che, come l’ingegnere, abita a Roma) e Sebastian (che vive in Inghilterra) - hanno consentito a Carastro d’individuare l’agente segreto dell’MI6 «Heath-Donovan», tanto cercato per 79 anni da storici e giornalisti.

«Nel 1943 l’abile 007 fu inviato in Nord Africa, con la VIII Armata inglese, e poi in missione segreta in Sicilia, per facilitare lo sbarco alleato. Nel catanese, sotto le vesti del ragioniere Donovan - evidenzia Carastro -, Heath ordinava sabotaggi a Canepa e al suo gruppo clandestino antifascista di giovani guerriglieri, fiduciosi nel sostegno inglese per l’indipendenza siciliana. Il 10 giugno ’43, nella piana di Catania presso Paternò, ci fu il sabotaggio più clamoroso, alla base aerea militare italo-tedesca di Gerbini, che l’indomani - ricorda - consentì agli Alleati la presa di Pantelleria e il via libera all’operazione Husky».

«Nel 1950 Tony Heath è di nuovo in Sicilia, per parlare con il bandito Salvatore Giuliano, su richiesta dello stesso colonnello dell’Evis, il quale, alcuni mesi dopo quell’incontro, nella notte fra il 4 e il 5 luglio, sarà ucciso a Castelvetrano», conclude Carastro. Anthony Eric Heath (1912-1995), nella sua lunga carriera rivestì anche prestigiose cariche diplomatiche per il Governo britannico in diversi Stati, fra cui l’Italia, dove intrattenne relazioni di alto profilo politico-istituzionale e culturale.

Questo e altro, Mario Carastro affronta nella sua ultima ricerca storica sulla Ducea Nelson, dal titolo «Spionaggio e controspionaggio a Bronte e Maniace 1930-1945» (luglio 2022). (Luigi Putrino, Giornale di Sicilia)



4 Giugno 2022

Il "Benedetto Radice vince il concorso dei futuri geometri

Primo posto e premiazione l’8 giugno a Roma

I futuri geometri del “Benedetto Radice” sul tetto d’Italia in occasione della X edizione del concorso nazionale “I futuri geometri progettano l’accessibilità", categoria strutture per il tempo libero, indetto dall’associazione Fiaba Onlus e dal Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione.
Il gruppo di lavoro costituito dalle classi terze e quarte dell’indirizzo “Costruzioni Ambiente e Territorio”, infatti, con una proposta di intervento di abbattimento di barriere architettoniche su un’area dismessa del Castello Nelson, si è aggiudicato il primo posto.

Il concorso era suddiviso in tre categorie: spazi urbani, edifici pubblici e scolastici e strutture per il tempo libero, con i lavori presentati che dovevano rispettare la normativa vigente in materia di accessibilità e di abbattimento barriere architettoniche. I ragazzi hanno presentato la proposta intitolata “Uno splash per tutti” che prevede l’abbattimento delle barriere architettoniche nell’area della piscina esterna del Castello Nelson.

Gli studenti, utilizzando le tecnologie che l’istituto ha messo a loro disposizione hanno realizzato così bene grafici e disegni da stupire la giuria e sbaragliare la concorrenza. «La soluzione definitiva – affermano i ragazzi – nasce quasi naturalmente, rispettosa di quanto circonda la piscina e della storia che rivive attorno».

Soddisfazione per il risultato ottenuto è stata espressa dal dirigente scolastico dell’Istituto, Calanna: «Un prestigioso riconoscimento nazionale – ha affermato – tributato al nostro l’Istituto per un intervento che mette in risalto i temi dell’inclusione e della tutela della diversità. Un’esperienza formativa che ha consentito agli studenti di acquisire importanti competenze e confrontarsi con le tecniche e le procedure che caratterizzano l’indirizzo di studio». Adesso gli elaborati progettuali verranno messi a disposizione delle amministrazioni per migliorare la fruibilità del territorio.

Un gruppo di studenti delle due classi (Bonina Igor, Cairone Carlotta, Castro R. Stefano, Crimi S. Matteo, Franco Antonino, Gentile Andrea, Gulino Gabriele, Montagno Ausilia, Russo Paolo, Leanza Alessio), accompagnati dalla dirigente scolastica e dai docenti Salvatore Di Dio Romano e Ugo Modica, parteciperà alla cerimonia di premiazione che si terrà l’8 giugno a Roma, nell’aula magna della facoltà di Architettura “Valle Giulia” dell’università La Sapienza. [Fonte La Sicilia]



3 Luglio 2021

Un dipinto di Incorpora donato alla Pinacoteca

“Al mare” realizzato negli anni 80

La Pinacoteca "Nunzio Sciavar­rello", mostra permanente di opere d’arte tra le più importanti del panorama artistico italiano del 900, si arricchisce di una nuova “perla” e suggella l’incontro di 2 artisti che hanno fatto la storia dell’arte del secolo scorso.

I figli dell’indimenticato artista di Linguaglossa, Salvatore Incorpora, hanno donato alla pinacoteca brontese un bellissimo quadro. Si tratta del dipinto “Al mare” che l’artista ha realizzato intorno agli anni 80.

Presenti alla cerimonia, ospiti del sindaco di Bronte, Pino Firrarello e dott. Carmelo Indriolo presidente dell’“Associazione Culturale di Studi, Formazione Ricerche e Servizi Nicola Spedalieri” che gestisce la pinacoteca, i figli dell’artista linguaglossese Gemma, Giovanni ed Egidio Incorpora e la professoressa Giuseppina Radice, che con una dotta relazione ha spiegato i significati di una “unione” fra artisti contemporanei ricca di contenuti e significati.

“La donazione dell’opera d’arte del maestro Incorpora – ha affermato il dott. Indriolo - segna un momento augurale per la Pinacoteca, che riapre di fatto le attività culturali. Inoltre appartiene alle dinamiche proprie di una pinacoteca, che voglio ricordare non è soltanto un tempio dell’arte, ma è il “luogo dell’anima”, capace di custodire la memoria storica e di svolgere un grande ruolo educativo verso i giovani che si avvicinano alla dimensione della bellezza”.

Emozionante l’intervento di Gemma Incorpora che ha ricordato come il padre ed il maestro Sciavarrello, pur nelle diversità del carattere e delle scelte artistiche, fossero non solo grandi amici, ma si stimassero particolarmente. “Se fossero qui – ha affermato infatti – sarebbero stati felici di questa cerimonia”.



10 Febbraio 2021

IL COMPLEANNO

Bronte celebra nonna Fioretta

Brindisi virtuale per i suoi 104 anni

Festa a distanza per i 104 anni di nonna Fioretta a Bronte, i familiari, infatti, le sono stati vicini con un brindisi virtuale, per la prudenza che la pandemia da Covid-19 impone, senza affollarsi nella sua abitazione. La bisnonna, a figli, nipoti e pronipoti non ha fatto mancare, però, il suo sorriso e, nel giorno del suo compleanno, si è concessa per una foto-ricordo, con le 104 candeline su un cuore di cioccolatini, che la ritrae nella sua quotidianità.

Originaria di Sortino, nel siracusano, la signora Sofia Cannata, per tutti Fioretta, il 5 febbraio 1917 nasceva da Vincenzo e Marietta Papa e nel 1944 convolava a nozze con Vincenzo Russo da Bronte (rimanendone vedova nel 1982.

La signora Fioretta è mamma di due figli (Arturo, professore di matematica a Udine, e Aldo, chirurgo all’ospedale di Bronte, entrambi in pensione), nonna di 4 nipoti (Cristina, Valentina, Vincenzo e Sofia), bisnonna di 7 pronipoti (Matilde, Luca e Daniele, Damiana, Elena, Nora e Giulia).

Il professore Arturo Russo (foto a destra) ripercorre la love story dei suoi genitori: «Uno zio di mio papà, Antonino Di Bella, era un brontese commerciante di frutta secca, che viveva a Sortino, dove intratteneva rapporti con Vincenzo Cannata (mio futuro nonno materno), anche lui commerciante nel settore. Mio padre con mio nonno, sempre per motivi di commercio, periodicamente andavano a trovare zio Nino, fu lui l’artefice di quel matrimonio».

Continua il professore: «Si fidanzarono nel 1938, ma papà fu richiamato alle armi, per la guerra d’Etiopia e per la Seconda guerra mondiale, così mia madre attese il suo ritorno e si sposarono dopo quasi 6 anni, l’8 gennaio 1944. Dapprima si stabilirono a Sortino ma, ad aprile del ’45, si trasferirono a Bronte, portando con loro me ancora neonato di 6 mesi. A Bronte mio padre continuò l’attività di famiglia, dopo 7 anni mi regalarono il mio caro fratellino Aldo, anche lui nato però a Sortino, perché la mamma volle darlo alla luce avendo accanto nonna Marietta».

«Devota di padre Pio - ricorda Arturo Russo -, fino a due anni fa mamma leggeva il mensile dedicato al santo, oltre a tanti altri libri di orazioni. Oggi, recita le preghiere quotidiane e si diletta con i pronipoti nel ripetere loro le poesie imparate in quinta elementare». Infine, una curiosità sul nome della nostra ultracentenaria: «Appena si fidanzarono - racconta il figlio Arturo -, mio padre propose alla mamma di farsi chiamare Fioletta, perché Sofia a Bronte era diffuso come cognome. Mia mamma accettò con entusiasmo, ma da Fioletta per tutti diventò Fioretta. E per noi è sempre stata ed è uno splendido fiore».

A nonna Fioretta gli auguri del presidente del Consiglio comunale, Aldo Catania, anche a nome dei consiglieri, e del sindaco di Bronte Pino Firrarello e della sua giunta. Per concludere, formuliamo alla signora Fioretta i più sentiti auguri e la ringraziamo per aver condiviso con i nostri lettori la foto-ricordo del suo 104° compleanno. [Luigi Putrino, Giornale di Sicilia]



21 Gennaio 2021

Didattica al Benedetto Radice di Bronte

Borse di studio, campus di cinese online per 11 studenti

Campus universitario on line di cinese per undici studenti dell’Istituto d’istruzione superiore Benedetto Radice, vincitori delle borse di studio per il «Chinese Bridge online winter campus» alla Dongbei University of Finance and Economics di Dalian (Cina). Superata la selezione internazionale nel 2020, da inizio mese i ragazzi hanno partecipato a un ciclo di 4 lezioni sincrone e ieri c’è stata la cerimonia di consegna degli attestati di frequenza. La dirigente scolastica dell’Istituto Radice, professoressa Maria Pia Calanna, annuncia che da quest’anno, gli studenti conseguiranno la certificazione linguistica HSK, equivalente cinese delle certificazioni Cambridge per l’inglese e che vista l’importanza della Cina per i mercati internazionali e l’economia mondiale, nel suo Istituto è stato attivato lo studio curriculare del cinese, con 99 ore annue nel triennio, in un corso di economia e relazioni internazionali per il marketing (RIM) ... (leggi tutto, Luigi Putrino, Giornale di Sicilia)



22 ottobre 2020

Parte da Bronte il Museo diffuso dei Gagini

Tre diocesi, tante opere d’arte ed ecco che la Soprintendenza ai Beni culturali di Catania fa nascere il museo diffuso siciliano. Le diocesi sono quelle di Catania, Acireale e Caltagirone; le opere sono quelle scolpite nel rinascimento dai Gagini. Si è svolta a Bronte, nel Santuario dell’Annunziata, infatti, la prima di 6 conferenze che daranno vita al museo diffuso delle opere dei Gagini che a Bronte ha regalato una bellissima Annunciazione, recentemente restaurata.

Alla conferenza, ospiti di padre Nunzio Capizzi rettore del Santuario, hanno partecipato il sindaco Firrarello e la professoressa Rosalba Panvini soprintendente ai Beni culturali di Catania. Con loro la dott.ssa Carmela Cappa della Soprintendenza, l’arch. Luigi Longhitano direttore del restauro del gruppo marmoreo dell’Annunziata di Bronte e la restauratrice Maria Scalisi.

“E’ un momento importante – ha affermato la prof. Panvini - perché i Gagini segnano il rinascimento italiano. Domenico, Antonino ed Antonello hanno lasciato tantissime tracce nelle chiese della Sicilia. Fino a Caltabellotta troviamo una bellissima Madonna con il Bambino. E con questo progetto finanziato dall’Assessorato regionale dei Beni culturali cerchiamo di far conoscere i Gagini. All’inizio avevamo pensato ad una mostra, ma le opere sono intrasportabili, allora abbiamo ideato il museo diffuso che ha il vantaggio di avvicinare le comunità alla storia di questi illustri artisti del rinascimento”.

Il restauro della nostra Madonna Annunziata – ha affermato Firrarello - da inizio ad un processo positivo di valorizzazione delle risorse del nostro territorio”. Interessanti gli interventi dell’architetto Longhitano e delle dottoresse Cappa e Scalisi che hanno evidenziato come oltre al restauro della Madonna sia stata data luce all’arco nell’altare del Santuario, con le sculture del vecchio e del nuovo testamento fino all’Annunciazione.



1 Ottobre 2020

Il monumento che si trova nelle sciare di Santa Venera a Balze Soprane, ricorda i “cromlech” anglosassoni ed è stato scoperto durante i lavori di metanizzazione.

La spirale megalitica, enigma e mistero

Sembra che fosse utilizzato per le cerimonie di tipo iniziatico

L’equinozio di autunno appena trascorso ci porta alla scoperta di un monumento preistorico tra i più affascinanti e meno conosciuti dell’isola. Siamo nel territorio di Bronte, nel Parco dell’Etna, dove nelle sciare di Santa Venera, in contrada Balze Soprane, si trova la cosiddetta “spirale megalitica”, un monumento che ricorda i famosi cromlech anglosassoni, “riscoperto” durante i lavori di metanizzazione del secolo scorso.

Si tratta di un’area sicuramente frequentata in età preistorica per la presenza di tre grotte di scorrimento lavico di uso rituale e funerario, una necropoli tardo neolitica, compresa una possibile struttura di combustione di età neolitica.

La terrazza su cui sorge la struttura megalitica si affaccia su un’ampia valle percorsa dal torrente Saracena, nella sella tra i fiumi Alcantara e Simeto.

Questa ‘spirale di pietra’ è formata da lastroni di pietra lavica alti circa 1,70 m, scelti e semilavorati in modo che combaciassero perfettamente. L’andamento è vistosamente a spirale per una larghezza di 3 metri e presenta un corridoio che le gira attorno.

La struttura misura complessivamente 5 metri. In base alla tecnica costruttiva si può collegare all’architettura megalitica attestata in Sicilia tra la fine dell’età del Rame e l’età del Bronzo Antico (seconda metà del III millennio a.C.).

Si tratta di una architettura tanto affascinante quanto enigmatica. La mancanza di una vera e propria camera funeraria e di un percorso diretto verso di essa dall’esterno rende poco plausibile l’ipotesi che si sia trattato di una struttura funeraria, mentre sembra più probabile una destinazione rituale forse collegata a cerimonie di tipo iniziatico.

Lo studio archeoastronomico condotto dall’astrofisico Andrea Orlando avvalora la seconda ipotesi, cioè che la ‘spirale megalitica’ abbia avuto una valenza cultuale. «L’orientamento dell’ingresso della struttura megalitica è astronomico, ed in particolare equinoziale, spiega Andrea Orlando – ovvero i costruttori di tale architettura hanno costruito l’ingresso orientandolo verso il punto in cui il Sole tramonta nei giorni prossimi agli equinozi (primavera ed autunno)».

Ma l’analisi sull’orientamento della struttura megalitica di Balze Soprane non è il primo studio su un monumento preistorico che viene condotto in Sicilia. Pioniere degli studi archeoastronomici siciliani è infatti Sebastiano Tusa, archeologo di fama internazionale tragicamente scomparso nel marzo 2019 nell’incidente aereo in Etiopia.

«Pochi sanno infatti – continua Orlando – che fu proprio Tusa agli inizi degli anni ’90 dello scorso secolo ad iniziare una prima campagna di studio di astronomia culturale sull’isola. Il primo studio considerò i Sesi di Pantelleria, monumenti funerari megalitici risalenti all’età del Bronzo Antico siciliano (2200-1400 a.C.), e fu condotto insieme a Giorgia Foderà Serio, astronoma palermitana, e Michael Hoskin, storico inglese.

 Il secondo studio, svolto insieme all’astronoma siciliana, riguardò una parte delle architetture rituali siciliane costruite dal IV al II millennio a.C., come per esempio le necropoli a pozzetto eneolitiche di Tranchina e Roccazzo a Sciacca, e le tombe a grotticella del Bronzo Antico di Castelluccio e Cava Lazzaro nel siracusano».

[Salvatore Zappulla, La Sicilia, 28 Settembre 2020. Nella foto, di Emilio Messina, la "Spirale di Balze Soprane" con il dott. Orlando]

Per saperne di più:

Spirale megalitica (video di Gaspare Mannoia, Youtube)
La cosiddetta spirale megalitica di contrada Balze Soprane
Analisi archeoastronomiche della spirale megalitica di Balze Soprane (Bronte, CT) nell'area nord-occidentale dell'Etna - Atti del XVI Convegno della Società Italiana di Archeoastronomia (di Andrea Orlando, Orazio Palio e Maria Turco)
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