17. Appendice - La biblioteca Radice
La Prof. Giuseppina Radice(1), nipote
diretta di Benedetto, perché figlia dell’Avv. Renato, e che ringrazio
anche qui pubblicamente, mi ha informato che la Dott. Giusi Longo ha
redatto la sua tesi per la laurea in Scienze dell’Educazione presso
l’Università di Catania (Relatore la Prof.ssa Silvana Raffaele)
fornendomene due estratti con questa precisazione: “Era un lavoro per me importante e necessario per poter valorizzare
questo patrimonio del quale siamo orgogliosi. E’ stato impostato
scientificamente con la consulenza di un bibliologo e svolto in
maniera puntuale e intelligente. Contiene una catalogazione
dettagliata dei libri con e senza autore, degli opuscoli con e senza
autore, delle riviste, e una serie di tabelle per luogo di edizione,
per editore, per anno e per argomento. Oltre alla parte generale che
descrive il metodo utilizzato e la fisionomia complessiva della
biblioteca, Le invio la tabella per argomenti che mi sembra riassumere
in maniera più completa le varie tipologie dei volumi.” I due estratti sono costituiti: da una introduzione che, delineata
storicamente la biblioteca, passa poi a parlare del fondatore della
biblioteca, “Benedetto Radice, che si distinse, sul piano
storiografico, per il suo tentativo di ricostruire e mettere in luce
gli avvenimenti e i fatti che interessarono il paese natìo, Bronte, e
in particolare l’attenzione politica del grave episodio della
repressione del 1860 ad opera di Nino Bixio. Leonardo Sciascia afferma
che “Bronte gli deve molto. E anche la cultura italiana, per una più
esatta visione e giudizio dei fatti risorgimentali, gli deve
riconoscenza(2).” Bronte, cittadina
dell’entroterra catanese, dopo Monreale, fu uno dei centri maggiori di
irradiazione intellettuale per i paesi circostanti dell’Etna” ebbe a
scrivere lo storico brontese Benedetto Radice.” Continua quindi parlando del Collegio Capizzi e dei “personaggi
che gravitarono intorno ad esso, come lo stesso don Ignazio Capizzi,
Nicola Spedalieri, Mariano Minissale, i fratelli De Luca, Michelangelo Crisafulli La Monaca, Scafiti, Artale, Schiros, Uccellatore, Biuso e i
fratelli Cimbali, i quali con le loro opere hanno esercitato un
notevole influsso culturale e spirituale segnando la società e la
cultura del tempo.” Passa quindi a tratteggiare la vita del prof. Radice che definisce
“quella di uno spirito liberale e di indipendente giudizio, ma
anche di grande impegno sociale e di difesa dei diritti umani. In
questo senso la sua opera si può considerare quasi la ricerca delle
verità nascoste, legata al problema dell’unificazione italiana, che
animò la storiografia garibaldina. |
La sua passione di storico,
tuttavia, è inscindibilmente legata alla passione per la cultura e per
i libri, che lo spinsero a raccogliere e conservare, oltre che
studiare, i volumi che oggi costituiscono la base del patrimonio
librario della biblioteca di famiglia.” (3) All’arricchimento di detta biblioteca, composta da opere di
storia, di filosofia e religione, ma anche dai grandi capolavori della
cultura francese, inglese e tedesca, hanno contribuito i libri del
figlio avv. Renato di carattere non solo giuridico, ma anche di
narrativa e di carattere storico-politico. La dott. Longo mette in evidenza che la suddetta biblioteca fino al
suo ingresso era rimasta priva di qualsiasi forma di catalogazione e
spiega come procederà alla creazione di un catalogo alfabetico; e
indica il luogo e gli armadi dove sono custoditi tutti i libri. Infine precisa che il suo lavoro è suddiviso in quattro capitoli:
I) Storia del libro e delle biblioteche;
II) Figura di Benedetto Radice e contributo da lui dato alla sua città
natale in termini di conoscenza storica;
III) Articolato in due paragrafi: Cultura brontese e biblioteca
Radice;
IV) Analisi delle opere della biblioteca, suddivisi in 3 sezioni. Chiude la tesi un’appendice documentaria fotografica con - veduta
esterna della casa della famiglia Radice, - portale d’ingresso, -
biblioteca, - mezzobusto in bronzo di Benedetto Radice, e n. 2
proclami di Nino Bixio. Sulla vita tratteggiata con dovizia di particolari dalla Longo rilevo
che “Continuò ad insegnare fino alla morte”(4) senza, però,
indicare in quale scuola (che non poteva essere che il Liceo Capizzi),
ma non se ne trova riscontro documentario negli annuari pubblicati da
“Nova Juventus”(5), il giornale scolastico del Collegio. Passando a parlare della biblioteca e trattandone prima “il quadro
di riferimento” la neo-dottoressa dice, con lo stesso Benedetto
Radice, che “Bronte, dopo Monreale, fu uno dei centri maggiori di
irradiazione intellettuale per i paesi circostanti dell’Etna”(6) e
che “il latinista monrealese
Biagio Caruso(7) chiamò enfaticamente
Bronte “Seconda Atene,” in quanto fu nota al mondo intellettuale e
dedicò una elegia in onore degli illustri brontesi.”(8) Facendo
quindi un elenco degli esponenti della cultura brontese cita fra gli
altri Paolo Artale ed Enrico Cimbali definendoli “giureconsoli”.(9) |
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Parlando di Ignazio Capizzi dice che “pietra miliare della
cultura brontese fu il progetto […] di costruire un istituto di
educazione nella piena consapevolezza che ove non vi è istruzione non
vi è progresso civile e sociale.” (10)
Il collegio fu fondato il 1° Maggio del 1774 e inizialmente fu un
Seminario che segnò, come scrive lo stesso Benedetto Radice,
“l’uscita dell’oscuro paese dalla notte dell’ignoranza alla luce
solare del sapere ed il fiorir dei campi fu come simbolo augurale al
fiorire degli studi e degli ingegni.” Il Collegio Capizzi “fu uno dei migliori istituti classici
nell’insegnamento del Latino. I maestri e gli umanisti che si
susseguirono nella direzione del collegio si distinsero come valenti
verseggiatori diretti a rivestire ed abbellire il sentimento ed il
pensiero cristiano epigrammando come gli eruditi del Cinquecento. Non
a caso, sostiene Benedetto Radice, il Bonghi, in una seduta
parlamentare del 1866, chiamò l’istituto “foro della lingua latina”.
Il nucleo della biblioteca del Collegio è costituito dalle
donazioni non solo dello stesso Capizzi, ma anche delle raccolte
private come quelle del sac. Giuseppe Rizzo, del prof. Placido De
Luca, di Giacomo Meli, prete olivetano, del dott. Luigi Saitta, del
sac. Luigi Giarrizzo, di mons. Giacomo Biuso ecc. Venendo infine alla Biblioteca Radice, la Longo descrive
dettagliatamente il locale in cui sono raccolti e custoditi, in armadi
di stile ottocentesco, i 2.530 volumi, raccolti nella maggior
parte dal fondatore Benedetto Radice e arricchiti dal figlio avv.
Renato, e rispecchiano gli interessi culturali del fondatore, a
cominciare dalle opere di carattere storico, letterario, filosofico,
religioso e pedagogico. Vi si trovano i classici della lingua
francese, in inglese le opere di W. Shakespeare, in tedesco la
traduzione di Lutero della Bibbia, oltre le opere più significative
dei maggiori come Schiller, Goethe, Heine, Conrad. Seguono i testi dei
classici greci e latini e poi di quelli italiani, da Dante a
Pirandello, la critica da Croce a Borgese, nonché le opere storiche di
Colletta, Botta e Gioberti. Seguono i libri di autori siciliani, come lo storico Michele Amari e
poi Bovio, Cavallotti e i brontesi fratelli Cimbali, Nicola Spedalieri
e Vincenzo Schilirò, le poesie del catanese Mario Rapisardi, per
finire con i libri raccolti dal figlio avv. Renato. Nel capitolo IV si passa all’analisi delle opere parlando delle
caratteristiche generali, e poi dei 33 dizionari, seguita da una
legenda che parla dei cataloghi; poi dei libri con e senza autore;
quindi degli opuscoli e delle riviste. Il tutto per 64 pagine. Segue
una Tabella per argomento che va da pag. 201 a pag. 245 e chiudendo
con una Conclusione da pag. 246 a pag. 249 che mette in evidenza
“l’evoluzione storica della Biblioteca Radice […] evidenziando i
modelli culturali che gravitarono intorno a Bronte, al Collegio
Capizzi ed a personaggi illustri come Benedetto Radice. […] Attraverso
la costruzione dei cataloghi si è voluto fornire agli studiosi uno
strumento scientifico di consultazione e valorizzazione storica del
patrimonio librario della Biblioteca Radice.” Ringrazio il sac. Giuseppe Zingale e Franco Cimbali, rispettivamente Rettore
e Bibliotecario del Collegio Capizzi di Bronte, il prof. Biagio Saitta, dell’Università di Catania, la prof. Giuseppina Radice, dell’Accademia di belle arti
di Catania, nonché il mio amico prof. Silvio Cirillo di Bari, i quali con libri,
notizie varie e consigli hanno agevolato questo mio modesto lavoro in onore di
Benedetto Radice, il quale, assieme a Vincenzo Schilirò, ha reso onore al nostro
Paese nella prima metà del secolo XX. Un particolare ringraziamento va al dott.
Mario Schilirò, che ha eseguito gli
schizzi del Radice e mio, aderendo di buon grado al mio desiderio di
impreziosire questo lavoro con le sue pregevoli opere. |
Note:
(1)
Radice Giuseppina è nata a Bronte nel 1950 ma per motivi di
studio prima, di lavoro e di famiglia poi, ha vissuto sempre fuori
Bronte. Appena laureata in Lettere Moderne ha iniziato a insegnare,
come Assistente di Storia dell’Arte, presso l’Accademia di Belle
Arti di Catania. Ottenuta la cattedra come Docente, ha insegnato
presso l’Accademia di Lecce e di Catanzaro. Dal 2002 insegna
nuovamente a Catania. All’insegnamento affianca un’attività di
Critico d’arte. Ha scritto di arte sull’Espresso Sera (fino alla sua
chiusura ) recensendo mostre ed eventi artistici, ha presentato
personali di numerosi artisti, ha ideato e realizzato un Laboratorio
sperimentale di arte intitolato Liberamente, ha curato
diverse manifestazioni artistiche tra cui: la IV e V edizione della
Biennale di Arte Sacra di Siracusa; le porte di Glauco a Falerna; E’
come accendere pensieri; Un’isola che c’è; Carte a misura d’uomo;
Segnodisegno; Giocando l’artegiocando; Senza perdere il tempo;
Permeazione; Percorsi etici; Arte e variazioni sul tema; Una
certezza sufficiente; Oltre un sorriso o della produttività del
fraintendere; “L’immaginazione è un albero. E’ radici e rami. Vive
nella terra e nel vento.” Edizione Scirocco & Koral, Terrasini (PA)
Maggio 2003. “La linea retta” in “Ma tu disegni ancora?” Opere
selezionate di Nicolò D’Alessandro 1973/2003, Edizioni Mazzotta,
Castelvetrano-Selinunte. Maggio 2003. (2) Cfr. Radice B. Memorie … cit. pag. 9
(3) Longo Giusi, La biblioteca Radice (tesi di laurea) pag.2
(4) Ibidem pag. 19 (5) Nova Juventus - Bollettino del Real Collegio Capizzi - Bronte -
Stabilimento Tipografico Sociale - Bronte - Marzo 1920 - Personale Insegnante
Anni Scolastici 19/20; 27/28; 28/29;29/30; (6) Radice B., Memorie cit. pag. 523. (7) Biagio Caruso in effetti era brontese (nota dell’A.) (8) Giusi Longo, tesi cit. pag. 25 (9) Ibidem pag. 26. Ma questo termine deve essere un neologismo non
riportato dal Palazzi-Folena che elenca: giureconsulto, giurista, giurisperito. (10) Giusi Longo, tesi cit. pag. 27 |
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