Il Santuario di Maria SS. Annunziata, Patrona con San Biagio di Bronte, è uno dei più antichi monumenti religiosi della Città.
Sorge al margine ovest del paese, nella parte inferiore del antico centro storico, delimitato ora dal tracciato della circonvallazione che scende verso la contrada Sciarotta. Unisce in un’unica mirabile immagine la solida espressività del complesso e la forza innovativa degli elementi architettonici d’ispirazione rinascimentale. La costruzione
L'inizio della costruzione della chiesa risale sicuramente a molto prima della riunione dei Casali (voluta da Carlo V nel 1535): la campana grande, infatti, riporta la data del 1535 (riporta la dicitura "Antoninus Sagla me fecit, MCCCCCXXXV"), e la chiesa già appare nei registri matrimoniali del 1505. Qualche studioso però nutre seri dubbi su queste date affermando che «nel 1505 non esisteva di certo la Chiesa della Madonna Annunziata», che «la chiesa fu costruita dopo l’arrivo della Sacra Immagine a Bronte, cioé dopo il 1543» e che la data "1505" (quando fu celebrato, per la prima volta un matrimonio in quella chiesa) è da leggersi in "1595". Non è possibile neanche stabilire quale fosse la struttura originaria della chiesa; solo la parte esterna della cappella di Cristo alla colonna fa pensare che essa facesse parte dell’edificio primitivo. Nel periodo di trasferimento e di unificazione dei Casali ordinato da Carlo V (1535 - 1548), la chiesa, secondo quanto scrive lo storico brontese B. Radice ("Memorie storiche di Bronte"), fu rifatta e ingrandita e, dopo l’arrivo della statua dell’Annunziata verso il 1543, la nascente nuova città fu messa sotto la protezione della Madonna Annunziata, dando agli abitanti dei vecchi casali una comune nuova identità. Mons. Ludovicus de Torres, il vescovo di Monreale che visitò Bronte dal 29 settembre al 3 ottobre del 1574, scrisse di aver trovato "altare decenter ornatum" e lodò "illum (il vicario della chiesa, D. Antonius Ciraulus) et confrates (la confraternita della Madonna Annunziata) et monuit ad perfectionem novae fabricae". Quasi cinquant'anni dopo, nel 1625, fu costruito, il campanile (la porta originaria era dove si trova adesso l’altare della Natività, entrando a destra). La facciata del Santuario fu completata nel 1631, e pochi anni dopo (nel 1651) fu compiuta la travatura della tettoia, come si legge sulla trave vicina al coro. Il coro e la cupola aggiunti nel 1811. L’esterno
La parte esterna della chiesa, per il disegno dei fondi e delle aperture della possente struttura del campanile, risente notevolmente delle concezioni architettoniche e delle tecniche costruttive locali. Sulla facciata principale risaltano il portale e la finestra con timpano, che sotto il davanzale porta la data del 1631 (forse ne indica il compimento). Gli stipiti ed il frontone in pietra arenaria della porta, sebbene sfaldati dal tempo, presentano ancora con chiarezza il semplice disegno del fiorame e le figure di puttini e di demoni a rilievo che l'adornano. La scena raffigurata nella lunetta sopra porta ricorda il trasporto e l'arrivo sul piazzale della chiesa delle due statue del Gagini su un carro trainato da buoi. Intorno alla lunetta è riportata la scritta "B.M.V. hujus civitatis Patronae principalis restauratum vetustissimum monumentum mirae traslationis simulacri". Di particolare bellezza è il campanile, del 1625, cuspidato e di proporzioni massicce, che dà slancio all’insieme ed è caratterizzato dalle vistose parastre bugnate e dal coronamento merlato. La chiesa costruita in muratura in pietrame lavico, ha una cupola emisferica a sesto acuto con lanterna e il tetto a capanna con capriate in legno. Nei rilievi in bronzo della porta sono riportati i nomi di tutte le contrade e dei 24 Casali che dal 1535 al 1548 si riunirono per ordine di Carlo V nell'antica Bronte e che nella Madonna Annunziata, loro protettrice, ritrovarono una nuova "comune identità". La porta è opera è dello scultore brontese Mimmo Girbino. L'interno è a navata unica e presbiterio quadrato ante coro. |