I Sindaci di Bronte

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I personaggi illustri di Bronte, insieme

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Dal 1800 al 1862 - dal 1863 al 1903 - dal 1903 al 1914 - dal 1914 al 1952 - dal 1952 al 1968 - dal 1968 al 1993 - dal 1993 al 2005 - dal 2005 ad oggi

1968

Venia Antonino

Antonino Venia, sindaco di Bronte (1968)Il socialista Antonino Venia (Bronte 1915 - 1995), avvocato, è stato sindaco di Bronte dal 1968 al 1973.

Nelle elezioni amministrative tenutesi anticipata­mente il 24-25 novembre del 1968, in seguito allo sciogli­mento anticipato del Consiglio comunale (sindacatura Nunzio Meli), la Democrazia Cristiana riportò 5.015 voti, perse 4 consiglieri ed ebbe assegnati 13 dei 32 seggi disponibili (8 anda­rono a componenti della Sezione DC Sturzo e 5 a quelli della Sezione DC Centro).

Il Partito Socialista guidato da Castiglione ed il PSDI di Gatto (si erano presentati in una unica lista, il PSU) presero 2.923 voti con 10 seggi (8 al PS e 2 al Psdi).

Il Pci ed il Psiup che si presentarono uniti sotto la lista "Trivella" con capolista Mario Lupo (portava in quegli anni avanti la sua battaglia orientata all'impiego delle risorse naturali estratte a Bronte come strumento di crescita economica per il Comune e tutto il territorio circostante), ebbero un lusin­ghiero successo con 1.469 voti e 5 consiglieri (Mario Lupo, Biagio Saitta (Pacifico), Vincenzo Lupo, Antonio Fallico, Antonino Isola).

Una lista civica della Contrada Maniace "Unione e Pro­gresso" che aveva l'obiettivo di unifi­ca­re i voti dei ma­niacesi per meglio portarne avanti le rivendicazioni prese 3 consiglieri. Il Movimento Sociale Italiano portò in consiglio comu­nale il ventiduenne Mario Carastro.

Le elezioni confermarono la supremazia elettorale della DC che avrebbe potuto avere un peso determinante nella scel­ta del sindaco e della giunta, ma i 13 consi­glieri, inca­paci di unità e profon­damente divisi nelle due sezio­ni “Centro” e “Sturzo”, consegnarono il Comune alla sinistra.

 

1968, gli eletti al Consiglio

Democrazia Cristiana (5.015 voti, 40,2%), 13 seggi): Lom­bardo Nunzio, Papa­ro An­tonino, Papa­ro Luigi, Zin­gale Igna­zio, Zerbo Carmelo, Del­l'Er­ba Nicolò, Immor­mino Giu­sep­pe, Meli Nun­zio, Atti­nà Fortu­nato, Spitaleri France­sco (foto a destra), Paparo Vin­cen­zo, Ciral­do Ago­stino, Catania Signorino.

PSU (PSI-PSDI, 2.923 voti, 29,3% 10 seggi): Castiglione Vincenzo, Currenti Maria Nun­ziata, Ve­nia Anto­ni­no, Caltabiano Paolo, Bion­di Giu­sep­pe, Casti­glio­ne Pla­cido, Lupo Fran­cesco, Sait­ta Bia­gio, Gatto Giu­seppe (PSDI), Bonac­corsi Anto­nino (PSDI).

PCI-PSIUP (1.469 voti, 14,7%, 5 seggi): Lupo Mario (foto a destra), Lu­po Vin­cenzo, Saitta Biagio, Fal­lico Anto­nio, Isola Anto­nino.

Lista Civica Maniace (932 voti, 9,3% 3 seggi): Di Marco Sebastia­no, Liuz­zo Signorino, Lupica Rina­to Nun­zio.

MSI (415 voti, 4,2%,, 1 seggi): Carastro Mario.

PLI (181 voti, 1,8%, nessun seggio)

Nella foto a destra, il sindaco Anto­nino Venia con il consi­gliere comu­nale Nun­zio Lom­bar­do (DC, Sezio­ne Cen­tro) presidente delle ACLI ed  uno dei princi­pali espo­nenti della politica di quegli anni.

Vito Lupo (segretario sezione PCI di Bronte, 1960)La mancata intesa fra i due gruppi portò, infatti, gli 8 consi­glieri della sezione "Sturzo" ad un accordo con i socia­listi. Fu formata una Giunta di centro-sinistra con l'ap­poggio della lista civica di Maniace e fu eletto Sinda­co l'avv. Antonino Venia (PSI).

Avv. Fortunato Attinà, assessore comunale (1972)Venia ebbe come assessori Vincenzo Lupo (del PCI, foto a sinistra) e Fallico Antonio (del PSIUP), Giuseppe Gatto (PSDI), Castiglione Placido (PSI).

Gli assessori supplenti furono Sebastiano Di Marco e Paolo Caltabiano. Antonio Fallico, segretario del Psiup, fu nominato assessore alla Cultura; in seguito diverrà uno degli italiani più influenti a Mosca, il più importante trait-d’union tra l’Italia e la Russia con un ruolo chiave nell’interscambio tra i due Paesi.

Ignazio ZingaliLa Giunta Venia, tormentata da una lunga crisi interna, fu costretta a dimettersi nell'agosto del 1970. La crisi durò pochi giorni: il 29, infatti, una coalizione che comprendeva ancora gli otto consiglieri democri­stiani della Sezione Sturzo (sui tredici che aveva la DC), il PS e la lista civica di Maniace eleggeva a sindaco nuovamente l'avv. Venia cambiando solo gli assessori.

Tre assessori toccarono alla DC: avv. Fortunato Attinà (foto a destra), Ignazio Zingale (foto a sinistra) e Antonino Paparo; uno al Partito Socialista (Placido Castiglione) ed una alla lista civica di Maniace (Sebastiano Di Marco).

Il sindaco avv. Antonino Venia restò in carica altre tre anni, fino al 1973. Si contraddistinse sempre per uno spiccato senso di onestà, cor­ret­tezza e generosità; si ricorda ancora che non utilizzò mai per se le indennità che gli spetta­vano come sindaco, preferendo raccoglierle per acquistare la prima auto del Comune, pagando alla fine anche le tasse sulle indennità percepite. Nel 2003 Bronte gli ha dedicato la piazzetta costruita alle spalle del Palazzo comunale.

1973

Paparo Vincenzo

Vincenzo Paparo, sindaco di Breonte (1973)Vincenzo Paparo (Bronte 1922 - 1990), profes­sore di let­tere e preside al Liceo Capizzi, è stato sindaco di Bronte dal 1973 fino al giugno del 1979.

Militante nella Democrazia Cristiana capeggiò un manipolo di dissidenti della DC che faceva riferimento all'on. Russo (l'al­tra con a capo Nunzio Lombardo era legata all'on. Drago). Fu eletto sindaco successivamente alle elezioni ammini­stra­tive del 1973. quando la DC con 44,1 % delle prefe­renze conquistò 15 seggi, più del doppio del PSI di Vincenzo Castiglione giunto secondo con il 19,5% dei voti (7 seggi).

Formò una Giunta bicolore (DC - PSI) con il socialista avv. Vincenzo Castiglione (vice sindaco) e Biagio Saitta, anch'esso del PSI, e con Ignazio Zingale, Giuseppe Sarta e Anto­nino Paparo della Democrazia Cristiana.

Quest'ultimo due anni dopo, nel 1975, eletto commissario al Consorzio di Bonifica Alto Simeto dove rimase per 11 anni, ritenuti inconciliabili i due impegni cedette il posto all'amico Pino Firrarello che per la prima volta entrava al Comune come assessore.

Vincenzo Paparo restò in carica dall'anno 1973 fino al mese di Giugno del 1979. Oltre alla sue peculiari doti di specchiata onestà e rigore vogliamo ricordare la sua lungimi­ranza nell'avviare l’espansione del paese verso valle, in Contrada Sciarotta.

Qui le condi­zioni orografiche erano certamente più miti ed idonee all’espansione urbanistica e quì con il contributo dello stato (Legge 167) moltissimi brontesi riunitisi in cooperative costruirono la loro casa facendo diventare il quartiere fra i più popolati della nostra cittadina.
 

Le amministrative del 1973

I risultati

Dc 44,1% (15 seggi), Psi 19,5% (7 seggi), Pci 8,7% (3 seggi), Lista civica Maniace "Unione e Progresso"  9,3% (3 seggi), Psdi 9,1% (3 seggi),  Msi 5,6% (1 seggio), Pri 2,5%, Servire il Popolo 1,2%.

Gli eletti al Consiglio comunaleNunzio (Zino) Lombardo

DC: Lombardo Nunzio (foto a destra, successivamente lasciò Bronte optando per il Consiglio provinciale), Franchina Giuseppe, Paparo Antonino, Spitaleri Antonino, Leanza Biagio Antonino, Zingale Ignazio, Firrarello Giuseppe, Paparo Vincenzo, Longhitano Biagio, Spata Nunzio, Sarta Giuseppe, Faranda Nunzio, Spitaleri Francesco, Campagna Edoardo.

PSI: Castiglione Vincenzo, Currenti Maria Nunziata, Leanza Salvatore, Venia Antonino, Saitta Biagio, Costanzo Zammataro Antonino, Di Marco Calogero.

PCI: Lupo Vincenzo, Pafumi Nunzio, Foti Vincenzo.

PSDI: Gatto Giuseppe, Botta Biagio Luigi, Bonaccorso Antonino.

Unione e Progresso: Sanfilippo Giovanna, Parasiliti Giuseppe, Bevacqua Salvatore.Goiseppe (Pimo) Firrarello (1975)

MSI: Liuzzo Vincenzo (dimessosi dopo alcuni mesi e sostituito dal primo dei non eletti, Mario Carastro).

Nelle elezioni comunali del 1973 furono eletti per la prima volta in Consiglio comunale due personaggi che in pochi anni diventeranno leaders indiscussi dei loro partiti, Pino Firrarello (nella DC, futuro senatore della Repubblica, foto a destra) e Salvatore Leanza (nel PSI, futuro vice presidente della Regione siciliana).

Già dei anni dopo, nelle elezioni comunali successive del 1979, li troviamo l'uno (Turi Leanza) come capolista del Psi e l'altro (Pino Firrarello) candidato sindaco designato dalla Sezione Luigi Sturzo. 

 

1973, la DC brontese

Una foto del 1973 con (da sinistra) l'arciprete Anto­ni­no Marcantonio, lo "stato maggiore" della DC di allo­ra (Giuseppe Franchina, Vincenzo Paparo e For­tunato Attinà) e, sulla destra, i dott. Giuseppe Ca­mu­to e il pe­dia­tra Filip­po Onorante (foto archi­vio Acli).

Vincenzo Paparo - scrive Pino Firrarello - fu «un uomo dal grande sentimento umano, profondo cono­scitore delle materie classiche che insegna­va con entusia­smo. Per lui l’insegnamento rap­pre­sentava una vera mis­sione anche quando divenne preside al Liceo Ca­piz­zi.

Grandissimo oratore, capace ad ogni comizio di riem­pire fino all’inverosimile piazza Spedalieri. La città accor­reva per ascoltarlo e dalle sua parole sem­brava rimanere ammaliata. Solo all’ap­parenza però: la gran­de partecipazione ai comizi, poi, e ripe­tu­ta­men­te, non si traduce­vano in altrettanti consen­si elet­torali. Una stra­nezza o se vogliamo una co­trad­dizione di cui lui stesso era consapevole, ma che non riuscì mai a capire appieno.»

1974, Referendum abrogativo sul divorzio

Nel Maggio 1974 si votò per abrogare la legge sul divorzio. Gli italiani furono chiamati a decidere se abrogare o meno la legge 1.12.1970, n. 898 - "Di­sci­plina dei casi di scioglimento del matrimonio" (la cosiddetta legge Fortuna-Baslini, dal nome dei due pro­mo­tori Loris Fortu­na e Antonio Baslini), con la quale era stato introdotto in Italia l'istituto del di­vor­zio.

Fu ampiamente raggiunto il quorum (87,7% ) e vin­sero i “no”, con il 59,3 per cento. La legge sul di­vor­zio non fu abro­gata. Bronte voto in controten­denza l'abrogazione della Legge Fortu­na-Baslini con questi risultati:

Si 62,5%  -  No 38,5%

1978, la pista di motocross a Piano dei Grilli

E’ di questo periodo (ottobre 1978) l’iniziativa sconsiderata di costruire col beneplacito del­l’As­sessorato regionale al turismo che avrebbe concesso il finanziamento, una pista per com­petizioni sportive di motocross.

Ottima idea se non che doveva sorgere su circa sedici ettari a 1150 metri di altitudine nei pressi della casermetta dell’Azienda forestale di “Piano dei Grilli”, ai piedi di monte Minardo. Il progetto era stato già approvato dalla Commissione edilizia e pubblicato all’albo del Comu­ne.
Il Parco dell’Etna non era ancora nato (sarà istituito tre anni dopo, con la legge n. 98 del maggio 1981) ma se ne discuteva ed il Comune, come si dice, mette­va le mani avanti.

Sarebbe stato uno sfregio alla Montagna, la distruzione di una rilevante area del patrimonio ambientale e paesaggistico con un altrettanto grave danno d’inquinamento acustico e atmosferico per via del rumore assordante e degli scarichi delle moto e delle macchine impiegate nel motocross.

I lavori, per fortuna, non iniziarono e l’allarme lanciato in tempo da “Italia Nostra”, che segnalava lo scempio alla Regione, alla Sovrintendenza, alla Commissione per i Beni culturali dell’Assemblea Regionale e all’Istituto di vulcanologia dell’Università di Catania, riusciva a bloccare tutto.

«La vicenda di Bronte – scriveva L’Unità del 25 Ottobre 1978 - si Inserisce nella vivace polemica che appena due settimane addietro si registrò a Sala d'Ercole nel corso della discussione della mozione comunista che denunziava analoghe iniziative di presunto valore turistico in altre zone dell'Etna. (…) Soprattutto in vista dell'approvazione della legge sui parchi che è in fase di definitiva approvazione … »

1979

Franchina Giuseppe

Giuseppe Franchina, sindaco di Bronte (1979)Giuseppe (Pino) Franchina, inse­gnan­te, segretario locale del partito della Demo­crazia Cristiana (Sezione Centro), dal 1979 guidò inizialmente una Giunta mo­no­colore, come la pre­cedente ancora a mag­gioranza democristiana, con il PSI, che senza entrare in Giunta, garantiva l’appog­gio esterno.

Nelle elezioni amministrative del giugno 1979 la Democrazia Cristiana, infatti, su 12.404 elettori prese 4.910 voti (41,6%), il PSI 2.833 (24,0%) e 1.073 (9,1%) il PCI.

La lista civica di Maniace scese dal 9,3% delle precedenti elezioni all' 8,2% ma due anni dopo, l'11 aprile 1981, vede Maniace divenire comune autonomo.

Per la prima volta è presente nel consiglio il Partito Repubblicano Italia­no con un proprio consigliere, Nunzio Antonino Zingali. Con la modifica della legge elettorale, per la prima volta presero parte alle votazioni amministrative anche i giovani fra i 18 e 20 anni.


  

Il Consiglio Comunale (ad Aprile 1982)

DC: Salvatore Anastasi, Gaetano Costanzo, Giu­sep­pe Firrarello (foto a destra), Giuseppe Franchi­na, An­to­nino Galva­gno, Gio­vanni Isola, Biagio An­tonino Leanza, Fran­cesco Longhi­tano, Nunzio Meli, Anto­nino Paparo, Nunzio Petronaci, Giuseppe Sarta, Anto­nino Spita­leri, Fran­cesco Spitaleri, Anto­nino Trisca­ri, Ignazio Zingale.

PSI: Biagio Biuso, Gaeta­no Caruso, Vincenzo Ca­sti­glio­ne, Nunzia Maria CurrentiMaria Nunziata Correnti (foto a destra), Calo­gero Di Marco, Sal­va­tore Leanza, Biagio Ma­vi­ca, Biagio Saitta.

PCI: Salvatore Cittadino, Nunzio Pafumi, Biagio Meli.

PSDI: Luigi Cordaro.

MSI: Nunzio Ciraldo.

PRI: Nunzio Antonino Zingali.

L. Civica Maniace: Montagno Natale, Giovanna San­filippo.

Giova anche ricordare che in quel periodo, a differenza dell’attuale siste­ma elet­torale, il sindaco non era eletto direttamente dal popolo ma era il risul­tato di accordi politici che nascevano fra le mura delle segreterie dei partiti e si concretiz­za­vano dopo in Consiglio comunale dove i 32 consiglieri ratificavano con il voto la sua nomina.

Giuseppe Sarta (assessore, 1984)La prima Giunta guidata da Giuseppe Franchina («uomo furbissimo, asso­lu­tamente disinvolto nel gioco delle alleanze ma incapace di passione per l'attività am­mi­ni­strativa», lo definì Firrarello, suo rivale politico della Sezione Sturzo nella DC) fu un monocolore demo­cristia­no con l'appog­gio esterno del Psi composto dagli asses­sori Antonino Paparo, France­sco Longhitano, Leanza Biagio Antonino, Giuseppe Sarta (foto a destra), Anto­nino Spitaleri e Francesco Spitaleri (tutti di area DC).

Dopo questo monocolore seguì poco tempo dopo, dal febbraio 1980 al settembre 1981, sempre guidata da Franchina, una Giunta bicolore DC-PSI.

Questa seconda Giunta vide come assessori i socialisti Salvatore Leanza (vice sindaco, che nel giugno del 1981 veniva eletto deputato all'Ars), Biagio Mavica e Gaetano Caruso e, per la Democrazia cristiana, Antonino Leanza, Nunzio (Zino) Petronaci (foto a destra) e Antonino Spitaleri.

Un anno dopo (aprile del 1982) la Giunta Franchina-Leanza andò in crisi.

Fu formata una nuova Giunta che escludeva i socialisti e faceva entrare i due consiglieri del Psdi e del Pri: il democristiano Pino Firrarello fu eletto vice sindaco (al posto del socialista Salvatore Leanza) e come nuovi assessori furono nominati Luigi Cordaro (PSDI, dimessosi e sostituito nel marzo 1983 da Giuseppe Sarta), Antonino Leanza (foto a sinistra), Nunzio (Zino) Petronaci, Nino Spitaleri (di area DC) e Nunzio Antonino Zingali (PRI).

Il periodo di sindacatura del trio Franchina-Leanza-Firrarello fu uno dei più floridi della storia di Bronte del dopoguerra.
Oltre all'acquisto del Castello Nelson (4 settembre 1981, deliberato dalla Giunta comunale il 30 aprile dello stesso anno e finanziato dall'Asses­sorato ai Beni Culturali della Regione siciliana con i benefici pre­visti dalla L. R. 80/77), furono ottenuti notevoli finan­ziamenti ed intra­prese impor­tati opere pubbliche.

Vogliamo anche ricordare la costruzione della Pretura e della villa comu­nale (con un mutuo INA di 985 milioni di lire), il comple­tamento della piscina (si ottenne un finanzia­mento della Cassa DD. e PP. di 900 milioni di lire, ma l'esproprio del terreno su cui costruirla risaliva alla fine degli anni '60 e fu inaugurata 20 anni dopo), il rifacimento della pubblica illu­minazione, il potenziamento dell'acquedotto, il completamento della rete fognante ed i primi lavori per la co­stru­zione del depuratore, le opere di urbaniz­zazione della zona Sciarotta e della Zona artigianale del SS. Cristo.

Il 4 dicembre 1983 il sindaco Franchina davanti al palazzo munici­pale inaugurava anche la rete metanifera cittadina che faceva di Bronte uno dei primi comuni siciliani a dotarsi del gas per uso domestico. 

 

1981

Una delle giunte Franchina del Gennaio 1981 (foto a destra):

Nunzio Antonino Zingali, Antonino Spitaleri, il segretario co­mu­nale Catania, il sindaco Giuseppe Fran­chi­na, Pino Firrarello (vice sindaco), Nino Leanza, Luigi Cordaro e Zino Petronaci.

Foto sotto a destra: Il vice sindaco Firrarello, il sin­daco Fran­chi­na, con Nunzio (Zino) Petronaci (asses­sore), Antonino Triscari (asses­sore) e Antonino Paparo (consi­gliere comunale).


Nel 1981 si svolsero le elezioni politiche. Questi i risultati brontesi: Dc 4.982 voti (47,23%, 32,9% a livello nazionale); PCI 1.757 (16,75%, 29,9%); PSI 1.658 (15,72%, 11,4%) MSI-DN 687 (6,51%) PSDI 887 (8,40%), PRI 331(3,13%), PLI 63, Verdi 0, Radicali 54, DP 66, altre liste 62. 

Giuseppe Franchina (sindaco di Bronte, 1982)I baffi del sindaco Franchina

L'immagine è stata pre­sa dal n. 2 di "Bronte Noti­zie" (del 2 luglio 1982), il trimestrale autoreferenziale pub­blicato a cu­ra del­l'Am­mini­strazio­ne comunale dal 1 aprile 1982 al gennaio 1992. Sotto­titolato fin dal primo nume­ro "Organo  Ufficiale del Comu­ne", infor­mava anche se in modo apertamente celebrativo e auto­refe­renziale sull'attività amministrativa dell'Amministrazione comunale.

 

1970/1980, l'abusivismo edilizio

«Gli anni 70 e 80 - scrive E. Costanzo - sono gli anni in cui anche a Bron­te esplode il fenomeno dell'abusivismo edilizio. In questa città sen­za re­gole urbanistiche, il silenzio assenso dei pub­blici ammini­stratori aiuta a consumare gli scem­pi.

La tutela del territorio è inconsistente ed il pri­vato è lasciato libero di commettere ripu­gnan­ze inaudite. Le leggi di sanatoria san­cisco­no la fine della ragione. In nome della po­litica del mattone vengono sconvolti modi e for­me di vita radicati da seco­li. Culture sedi­men­tate da millenni, resistite a ter­remoti e colate laviche, crollano sotto i colpi delle ruspe.»

 

1881, i Cinque Referendum

Il 17 Maggio 1981 gli italiani furono chiamati a votare ben 5 referendum proposti dal Partito Radicale (4) e dal Movimento per la Vita (1). A Bronte sau 16.353 elettori votarono 8.745 (53,47%, 79,43% a livello nazionale); numerose furono le schede annullate

QuesitoSINONote
Ordine Pubblico (abrogazione della Legge Cossiga)1.4235.948Voti non validi 1.374 (di cui 684 schede bianche). In Italia vinse il NO con l'85,12%
Ergastolo (abolizione della pena dell'ergastolo)1.2986.153Voti non validi 1.294 (di cui 641 schede bianche. In Italia vinse il NO con il 77,37%
Porto d'armi (abolizione delle norme sulla concessione di porto d'arma da fuoco)8726.601Voti non validi 1.272 (di cui 632 schede bianche. In Italia vinse il NO con il 85,92%
Interruzione della gravidanza (abrogazione di tutti i procedi­menti, gli adempimenti e i controlli che si riferivano all'interru­zione volontaria della gravidanza. Proposto dai Radicali)1.110 6,202Voti non validi 1.433 (di cui 773 schede bianche. In Italia vinse il NO con il 88,42%
Interruzione della gravidanza (abrogazione delle circostanze giustificative e di ogni modalità dell'interruzione volontaria della gravidanza previste dalla legge 194. Di segno opposto al quesito precedente, proposto dal Movimento per la Vita)3.4563.995Voti non validi 1.294 (di cui 600 schede bianche. In Italia vinse il NO con il 68%

Altri Referendum

 

1984

Firrarello Giuseppe

Giuseppe Firrarello, sindaco di Bronte (1984)Giuseppe (Pino) Firrarello (Democrazia Cristiana) nato il 9 agosto 1939 a San Cono, fu eletto dal Consiglio comunale sindaco di Bron­te successivamente alle elezioni ammi­ni­strative del 1984.

La sua carriera politica lo aveva già portato nelle stanze municipali nove anni prima, nel 1975, quando per la prima volta era entrato come asses­sore della Giunta guidata da Vincenzo Paparo.

Nelle elezioni comunali del 1984 la DC aveva riportato 5.320 voti (45,49%) conquistando 16 seggi (su 32) contro i 3.220 voti del PSI (27,53%, 9 seggi, con ben 1.562 voti dati a Salvatore Leanza).

Con 11.694 voti complessivi validi, gli altri partiti riportarono i seguenti voti: 1.329 il PCI di Vincenzo Lupo (11,36%, 3 seggi), 822 il MSI di Nunzio Ciraldo (7,29%, 2 seggi), 549 il PSDI di Giuseppe Gatto (1 seggio) e 545 il PRI di Zingali N. Antonino (1 seggio).

Una delle due Sezioni brontesi della Democrazia cristiana, la Sturzo, vide eletti 12 consiglieri sui 16 conquistati dal partito con Pino Firrarello che, primo per numero di preferenze (858), precedeva l'avversario diretto e sindaco uscente Giuseppe Franchina della Sezione Centro (729 voti di preferenza).

Con l'accordo dell'on. Salvatore Leanza (allora leader brontese e regionale del PSI, primo eletto con 1.562 voti) Antonino Triscari (assessor3e comune Bronte, 1984)il democristiano Firrarello guidò una giunta bicolore (DC-PSI) con gli assessori Livio Castiglione (vi­ce sindaco, figlio del sindaco Vincenzo) e Nicola Fur­nitto del PSI e Vincenzo Caruso, Francesco Musarra, Salvatore Anastasi e Anto­nino Triscari (foto a destra) della Democrazia Cristiana.




 

1985: nella foto sopra a sinistra, il sindaco Firrarello, il consigliere comu­nale del­la DC Salvatore Anastasi (con gli occhiali scuri) ed il socia­lista de­puta­to regio­nale on. Salvatore Leanza.
Nelle due foto a destra, il sinda­co Firra­rello riceve nel­l'Aula con­si­liare del Comune il prefetto di Catania Verga (alla sua destra, con accanto il vice sindaco Livio Castiglione). Sulla destra, il segre­tario comunale Cata­nia (nel­la foto sopra) e (foto sotto) il socia­lista on. Salvatore Leanza.

1984: le sezioni Sturzo e Centro della DC

Il sindaco Firrarello (al cen­tro) con accanto il consigliere co­mu­nale Nino Papa­ro (alla sua destra) e (alla sua sini­stra) Nun­zio Lombardo (con­si­gliere provin­ciale) e Pino Franchina (consi­gliere comu­nale) durante il comizio di ringrazia­mento per la vittoria della DC alle elezioni comu­nali del 1984.

Un successivo rimpasto portò in Giunta nell''85 Giuseppe Catania (DC, suben­trò a Vincenzo Caruso) e, nell'86,  Salvatore Pizzuto (PSI, vice sindaco), Antonio Longhitano e Calogero Di Marco (PSI) e Nunzio (Zino) Petronaci (DC).

Quell'anno, per ricordare e riscrivere i tragici fatti del 1860, il sindaco Firrarello organizzò un convegno-processo a carico di Nino Bixio. L'intento era in qualche modo, dopo oltre cent’anni, di far luce su un episodio oscuro della spedizione garibaldina e, attraverso un giudizio sull'operato di Garibaldi ma sopratutto del suo luogotenente, porre nella giusta ed inequivocabile prospettiva i tragici avvenimenti di Bronte.

Il convegno ebbe notevole risonanza anche sulla stampa nazionale e vide la partecipazione di studiosi, giuristi, storici ed intellet­tuali di note­vole livello. Le conclusioni (estensore il prof. Ettore Gallo) furono  illu­strate dal sen. Alessi nel marzo del 1987.

Firrarello, che oltre alla carica di sindaco ricopriva anche quella di vice segretario provinciale della DC, il 22 giugno 1986 fu eletto deputato all’As­semblea Regionale Sici­liana (X Legislatura). Lasciò nell'ottobre dello stesso anno la poltrona di sindaco al fedelissimo, amico di sezione e di corrente, Nino Paparo.

Quell'anno Bronte, per la prima volta nella sua storia, aveva due depu­ta­ti (Leanza e Firrarello) eletti contemporaneamente a Palazzo dei Normanni.

Durante i pochi anni rimasto alla guida del paese, Firrarello riuscì a por­ta­re a termine molte iniziative intraprese dalle passate amministra­zio­ni, a programmare la costruzione di diverse opere pubbliche (nuovi quar­tieri, strade, edifici scolastici, fognature e fra tutte sopratutto l'area artigia­na­le di Ss. Cristo) ed a risolvere problemi che interessavano da tempo la colletti­vità brontese.

Nel 1996 Firrarello è stato eletto senatore a Palazzo Madama, carica che ha ricoperto fino al febbraio 2013. Nel maggio del 2005 e, cinque anni dopo, nel maggio 2010, è stato riconfermato alla carica di sindaco di Bronte.

 

1984, i 32 del Consiglio comunale

Nunzio Bonaccorso, cons. comunale 1984(Ottobre 1984) - Tra parentesi i voti riportati da ciascun consigliere.

Democrazia Cristiana (5.320 voti, 16 consiglieri, 12 della Sezione Sturzo, 4 della Sez. Cen­tro):
Anastasi Salvatore (585 voti), Bonaccorso Nunzio (568, foto a destra), Caruso Vincen­zo (455), Castiglione Nunzio (554), Catania Giuseppe (429), Firrarello Giusep­pe (858), Franchina Giuseppe (729), Galvagno Antonino (416), Leanza Bia­gio Antonino (444), Orefice Antonino (656), Paparo Antonino (586), Petro­naci Nunzio (468), Pinzone Alfio (469), Saitta Antonino Luigi (592), Spitaleri Francesco (567), Triscari Antonino (495).

Partito Socialista Italiano (3.220 voti, 9 consiglieri):
Capace Lorenzo Giuseppe (312 voti), Casti­glione Livio (316  foto a sinistra), Di Marco Calogero (360), Furnitto Nicola (331), Leanza Salva­to­re (1.562), Longhitano Antonino (301), Luca Salvatore (397), Musar­ra Francesco (444), Pizzuto Salvatore (698).

PCI (1.329 voti, 3 consiglieri): Longhitano G. Riccardo (216), Lupo Vin­cen­zo (514), Mavica Biagio (397).

MSI (822 voti, 2 consiglieri): Ciraldo Nunzio Biagio (196), Schilirò Pa­squa­le Mario (193).

PSDI (549 voti, 1 consigliere): Gatto Giuseppe (409).

PRI (545 voti, 1 consigliere): Zingali Nunzio Antonino (291).

1986

Paparo Antonino

Antonino Paparo, sindaco di Bronte, 1987Antonino (Nino) Paparo, nato a Bronte il 10 Maggio 1938, impiega­to, democristiano, è stato sindaco di Bronte dal novembre 1986.

Nominato dal Consiglio comunale, subentrò nella carica di sindaco a Pino Firrarello, dimessosi dalla carica in seguito alla sua elezione di deputato all'Assemblea Regionale Siciliana. "Fu un buon sindaco - scrisse Firrarello - grazie soprattutto alla sua non comune capacità di accontentare tutti».

Paparo confermò la Giunta bicolore precedente (DC-PSI): «l'Ammini­stra­zione comunale da me presieduta - ebbe a dichiarare - come formazione politica e programmatica è l'esatta continuazione della precedente».

Antonino Longhitano, assessore, 1985Il Consiglio comunale elesse quali assessori i consi­glieri Salvatore Pizzuto (PSI, con funzioni anche di vice sindaco), Calogero Di Marco (PSI), Antonino Longhi­ta­no (PSI, assessore ai Lavori pubblici e Urbanistica, foto a destra) e Vincenzo Caruso, Salvatore Anastasi e Anto­nino Triscari della Democrazia Cristiana.

Con un successivo rimpasto del 2 dicembre 1987, "in seguito ad una normale rotazione fra Consiglieri Comu­nali", come fu dichiarato, entrarono in Giunta Salvatore Luca (con funzioni anche di vice sindaco) e gli assessori Lorenzo Giuseppe Capace (PSI), Calogero Di Marco (PSI) e Vincenzo Caruso (dimessosi a fine 1987 e sostituito con Alfio Pinzo­ne), Nunzio Castiglione e Anto­nino Galvagno della DC.

Nino Paparo restò in carica fino alle successive elezioni amministrative del Maggio 1989.
 

1986, il Consiglio comunale

Il Consiglio Comunale a Novembre 1986:

Antonino Paparo (Sindaco), Pino (Giuseppe) Fir­ra­rello, Giuseppe Franchina, Antonino Ore­fi­ce, Anto­nino Luigi Saitta, Salva­to­re Ana­sta­si, Nunzio Bonaccorso, Fran­cesco Spita­leri, Nunzio Castiglione, An­to­nino Trisca­ri, Alfio Pinzone, Nunzio Petronaci, Vincenzo Caru­so, Biagio Anto­nino Lean­za, Giuseppe Cata­nia, Antonino Galva­gno, Salvatore Leanza, Salva­tore Pizzuto (PSI, foto a destra), Fran­cesco Mu­sar­ra, Sal­va­tore Luca, Calo­gero Di Mar­co, Nico­la Fur­nitto, Livio Castiglio­ne, Loren­zo Giu­seppe Ca­pace, Antonino Lon­ghi­tano, Giu­seppe Saitta, Vincenzo Lu­po, Gaetano Ric­cardo Longhi­tano, Nun­zio Ciral­do, Giusep­pe Minio (del Movimento Sociale Italiano, foto a sinistra), Giuseppe Gatto, Nunzio Antonino Zingali.

1989

Spitaleri Francesco

Francesco Spitaleri, sindaco di Bronte (1989)Nelle elezioni ammini­strative svoltesi il 28 e 29 maggio 1989 Francesco Spita­leri (detto Ciccio), nato a Bronte il 7 gen­naio 1943, impie­gato, fu con 897 voti il primo eletto nella lista della Democrazia Cristiana.
Non era nuovo alla politica brontese. Già 11 anni prima, nel 1968, era stato eletto per la prima volta nel Consiglio comunale.
Dietro di lui Nunzio Castiglione con 888 voti e a seguire Zino Lombardo con 827.

Il sindaco uscente, Antonino Paparo, fu il nono con 742 voti. L'on. Salvatore Leanza del PSI raggiunse gli 811 voti.
Quell'anno la Democrazia Cristiana superò la maggioranza assoluta, raggiungendo il 54,42%, con 6.727 voti e diciotto consiglieri su 32 (cinque anni prima aveva raggiunto il 45,49% con 16 seggi).

 

I sei asses­sori della Giunta mono­colore della sindacatura Spitaleri al 1 Luglio 1989.


A. Luigi Saitta, vice sindaco

Maria Schilirò

Franco Catania

Giuseppe Catania

Giovanni Luigi Franchina

Tommaso Lupo

La Sezione Sturzo confermò ancora una volta la supremazia ed il proprio potere facendo eleggere 14 consiglieri contro gli appena 4 dell'altra sezione brontese della DC, la Sezione Centro. Gli altri partiti raggiunsero i seguenti risultati: il PSI, guidato da Salva­tore Lean­za, il 26,45% (9 seggi), il PCI il 9,80% (3 seggi), il MSI-DN il 5,20% (1 seggio) ed il PSDI di Giuseppe Gatto il 3,13% con 1 consi­gliere.

Il 1° luglio 1989, presenti 27 consiglieri su 32, con 17 voti favorevoli il Con­siglio comunale elesse Spitaleri a sindaco di Bronte; i 9 voti del PSI andarono tutti a Sal­va­tore Leanza ed un voto a Giuseppe Gatto.

Spitaleri guidò una Giunta monocolore composta da Saitta Antonino Luigi (con funzioni anche di vice sindaco), Catania Giuseppe, Franchina Giovanni Luigi, Lupo Tommaso, Schilirò Maria e Catania Franco (tutti democristiani). Que­st'ultimo, eletto deputato all'ARS si dimetteva dalla Giunta comunale il 25 febbraio 1991 ed era sostituito da Biagio Papotto.

Il Partito socialista si disimpegnò dal governo della città perchè - dichiarò in Con­siglio Salvatore Leanza - si ritenne «oppor­tu­no non parteci­pare all'ammini­stra­zione in quanto, a suo parere, l'eletto­rato aveva demandato alla DC il com­pito di amministrare e pertanto preferiva restare ad osservare.»

Dal lato della maggioranza - scrive Firrarello - «essendo necessaria la coesione fra i 18 consi­glieri della DC, ognuno di loro si sentiva prezioso, indispensabile, pronto ad eser­citare piccoli e grandi ricatti ad ogni piè sospinto».

Spitaleri si dimise il 13 dicembre 1991 (si dis­se allora per accordi politici di alter­nan­za interna al gruppo democristiano ante­ce­denti la sua elezione).

Infatti la sua era una Giunta a tempo ed il sin­daco - come dichiarò in  Consi­glio comu­nale - si dimise «ritenendo ultimato il periodo per il quale l'amministrazione era stata costi­tuita». Nell'Amministrazione comunale doveva rien­trare dopo due anni e mezzo il Partito Socia­lista.

Al democristiano Ciccio Spitaleri subentrò die­ci giorni dopo un altro democristiano, Salva­tore (Gino) Anastasi: nella seduta del Consi­glio comu­nale del 23 Dicembre una "maggio­ranza bulgara" di 24 consiglieri (tutti Dc e Psi) su 32 eleg­geva il nuovo sindaco ed i sei componenti della sua Giunta.

Fra i 24 consiglieri che eles­sero Anastasi erano presenti anche gli onorevoli Pino Firrarello (DC, all'epoca Assessore regio­nale ai lavori pubblici) e Salvatore Lean­za (PSI, allora presidente della Commissione regionale della sanità). «Spitaleri - scrive Firrarello, allora consigliere comunale - resse la sindacatura per due anni e mezzo, ma nonostante l'attenzione e l'impegno si logorò in un'este­nuante opera di mediazione tra gruppi e singoli Consiglieri che ogni giorno mostra­vano un ego sempre più ingombrante.
Anche Anastasi visse la sua stagione di Sindaco tra infinite difficoltà, costellata da lettere anonime e veleni. Quotidianamente partivano fascicoli per la Procura della Repubblica confezionati da solerti personaggi appartenenti alla burocrazia comunale, che fornivano indicazioni circostanziate su presunte attività fraudolente.

Gli organi di polizia non riscontra­rono nulla di illegittimo nelle inda­gini che sca­turirono, ma è chiaro che l'attività amministra­tiva divenne impossibile da soste­nere sotto la minaccia costante di denunce. Anche la debolezza della nostra maggioranza giocò un ruolo fondamen­tale, atteso che non riuscì a cogliere, in quel particolare momento politico, la necessità di curare con zelo legittimista anche le minuzie amministrative. Non essendo possibile percorrere altre vie, io sollecitai le dimissioni per lo scioglimento del Consiglio comunale.»
 

Luglio 1989 - il Consiglio comunale

DC (18 consiglieri): Spitaleri Francesco, Castiglione Nunzio, Basile Giu­seppe, Ore­fice Anto­ni­no, Casti­glione Giusep­pe, Firra­rello Giu­sep­pe, Lupo Tom­maso, Paparo Antonino, Papotto Biagio, Franchina G. Luigi, Ana­stasi Sal­va­tore, Catania Franco, Sait­ta Anto­ni­no Luigi, Schilirò Maria, Messina Gae­tano, Costanzo Ni­nitto Anto­nino, Peco­rino Giu­seppe, Ca­ta­nia Giuseppe (primo dei non eletti suben­trato a Zino Lombar­do, dimissionario perchè eletto al Consiglio provin­ciale).

PSI (9 consiglieri): Leanza Salva­tore, Pizzuto Salva­tore, Luca Sal­va­tore, Cur­renti Car­me­la, Cor­daro Giaco­mo, Mu­sarra Fran­ce­sco, Gat­to Anto­nino, Sait­ta Bia­gio, Capace Lorenzo.

PCI (3 consiglieri): Longhitano Gaetano (foto a destra), Ciraldo Sebastiano, Schilirò Carmelina.

MSI (1): Ciraldo Nunzio.

PSDI (1): Gatto Giuseppe.

Luglio 1990 - Turi Leanza, vicepresidente della Regione, in visita a Bronte

Nel mese di Luglio del 1990 il vicepresidente della regione siciliana e Assessore alla Cooperazione, Commercio, Artigianato e Pesca, Salvatore Leanza, si reca in visita ufficiale a Bronte. ecco come il suo addetto stampa, Giuseppe Petralia, racconta l'episodio nel suo libro "On. Turi Leanza" (Algra editore).

«Nel palazzo comunale, l’illustre figlio di Bronte era stato accolto, con grande entusiasmo, da amministratori comunali e concittadini. Il sindaco Francesco Spitaleri, attorniato da assessori e consiglieri comunali, nel dargli il benvenuto, aveva sottolineato le sue doti umane e politiche, esaltandone l’impegno col quale era riuscito a dare valide soluzioni ai molti problemi della comunità brontese.

I capigruppo delle forze politiche rappresentate in consiglio comunale (Dc, Psi, Psdi, Pci) nel porgere il loro saluto, avevano posto all’attenzione del rappresentante del governo siciliano la necessità di portare a realizzazione quei programmi che dovevano portare alla comunità uno sviluppo socio-economico.

Un discorso degno di significato era stato pronunciato dall’on. Pino firrarello, il quale aveva voluto sottolineare le capacità e l’impegno dell’on. Leanza, che ricopriva, con prestigio e competenza, un’autorevole carica nel governo regionale, sottolineando che quelle doti sarebbero state messe al servizio non solo della Sicilia ma anche della sua città.

L’on. Leanza, che aveva seguito commosso la cerimonia, culminata con la consegna di una targa che ne ricordava l’avveni­mento, aveva ringraziato tutti impegnandosi a dare il suo aiuto incondizionato per offrire delle soluzioni vere ai problemi che gli venivano sottoposti dal consiglio comunale e dai cittadini.

Molti cittadini, alla fine della cerimonia si erano complimentati con il loro illustre concittadino per la brillante carriera politica, raggiunta a soli 42 anni con la carica di vicepresidente della regione Siciliana e di Assessore di importanti settori delle attività produttive, senza rinunciare alle sue grandi doti, quali quelli del contatto umano e quello sociale.

Dopo, l’on. Leanza aveva voluto percorrere la via principale del paese a piedi, accompagnato da consiglieri comunali, com­pa­gni di partito e semplici cittadini, raccogliendo applausi e strette di mano. Giunto nella piazza principale, era stato attor­niato da molti cittadini i quali gli avevano consegnato degli appunti per segnalare interventi per risolvere alcuni dei tanti problemi che da anni aspettavano risposte positive. Alla fine della visita l’Assessore era rientrato a Palermo per adempiere ai suoi impegni istituzionali.»

Nella foto sopra a destra: L'asses­sore re­giona­le Coope­ra­zio­ne, com­mer­cio, artigianato e pesca, Vice Pre­si­den­te del­la Regione, on. Salvatore Leanza, in visita al Comune riceve una targa ricordo. A destra il sindaco dell'epoca Francesco Spitaleri ed a sinistra Pino Fir­rarello, allora consigliere comunale e deputato regionale.

1992

Anastasi Salvatore

Salvatore Anastasi (detto Gino), nato a Bronte il 26 Agosto 1949, farmacista, militante nella Democrazia Cristiana, fu eletto sindaco, a scrutinio palese, il 23 dicembre 1991 successivamente alle dimissioni di Francesco (Ciccio) Spitaleri.

Guidò una Giunta DC-PSI (con una maggioranza "bulgara" di 27 consiglieri su 32) con tre assessori democristiani: Antonino Orefice (foto a destra), Biagio Papotto e Giuseppe Basile; e tre socialisti: Francesco Musar­ra con funzione anche di vice sindaco, Biagio Saitta e Vincenza Meli.ANTONINO OREFICE (ASSESSORE COMUNALE, 1992)

Al Consiglio comunale aveva presentato un programma molto ambizioso che toccava l’ambien­te e l’ecologia, il verde pubblico, l’acquedotto, la viabilità, i servizi sociali, l’ampliamento del cimitero, i servizi decentrati, lo sport e tanti altri rami della pubblica amministrazione, ma non se ne fece nulla.

Ma quella sindacatura durò appena un anno causa lo scioglimento anticipato del Consiglio Comunale. A fine 1992, infatti, i 18 consiglieri democristiani su indicazione dell'allora assessore regionale Pino Firrarello, si dimettevano dalla carica ed ad amministrare Bronte e prepararlo alle successive elezioni venne nominato un Commis­sario ad acta, Girolamo Di Benedetto.

Il periodo della sindacatura di Anastasi fu quello della fine della così detta "Prima Repubblica" (del periodo di "mani pulite", con il dissolvimento, anche a Bronte, dei due maggiori partiti politici, la Democrazia Cristiana ed il Partito Socialista, delegittimati dai media e dall'azione giudiziaria). Era il periodo in cui tanti sindaci o assessori furono chiamati a rispondere di presunti reati o illeciti commessi durante l’attività amministrativa.

Anche a Bronte qualcuno finì iscritto nel registro degli indagati ma nessuno fu successivamente condannato o ritenuto colpevole per fatti legati all’amministrazione del Comune.

Gino Anastasi fu l'ultimo sindaco ad essere eletto nelle segreterie dei partiti. Dopo di lui, una riforma elettorale (la L. R. 7/92) previde l'ele­zione diretta del Sindaco da parte degli cittadini con un voto a doppio turno con ballottaggio tra i due candidati più votati al primo turno e l'elezione del Consiglio con un sistema proporzionale con premio di maggioranza. Tra le due elezioni, effettuate con schede separate, non era previsto alcun collegamento funzionale.

La legge, inoltre, ampliava i poteri del sindaco, sia quelli di nomina che quelli di indirizzo, con nomina o revoca degli assessori che non potevano più fare parte del Consiglio e consentì la rimozione del sindaco, con conseguente scioglimento del Consiglio e quindi nuove elezioni, solo attraverso lo strumento del referendum.

1993

Di Benedetto Girolamo, dirigente della Regione siciliana nato a Catania il 21 febbraio 1934, Commissario ad acta, chiamato dopo lo scioglimento del Consiglio comunale a preparare il paese alle nuove elezioni del 21 Novembre 1993.
Un importante atto di Di Benedetto fu l'approvazione del piano particolareggiato di recupero dell’abusi­vismo edilizio della contrada Sciarotta, redatto l’anno prima dai tecnici Aidala, Caruso e Cusmano, dando così vita anche a tutte le opere di urbanizzazione di cui il popoloso quartiere, sorto nei decenni precedenti prevalentemente in maniera illegale, senza regole urbanistiche e col silenzio assenso dei pub­blici ammini­stratori, necessitava.

 I SINDACI: Dal 800 al 1862 - 1863 / 1903   1903 / 1914   1914 / 1952   1952 / 1968   Dal 1968 al 1993  1993 / 2005   Dal 2005 ad oggi


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