Conosciuto il Parroco di San Giovanni Ilarione (VR), Don Antonio
Antognol, col quale strinse una fraterna amicizia, unitamente al
Segretario Comunale Dott. Giuseppe Fallica, originario di Adrano, decise
di trasferirsi presso tale Comune e qui rimase sino al giugno del 1945,
svolgendo la professione di insegnante elementare con incarico del
Provveditore agli Studi di Verona sia nella frazione di Cattignano che a
in quella di Lore, oltre all’incarico di addetto per l’Ufficio Comunale
Accertamenti Agricoli dal febbraio del 1944. Inoltre, animato da sentimenti di pura fede per la Patria, subito dopo
l’emanazione del Bando di Graziani nel dicembre 1943, collaborò, in
qualità di volontario della Libertà, con la Brigata “Stella” Battaglione
Gian dalla Bona, dal gennaio del 1944 al maggio del 1945, col grado di
garibaldino, fornendo informazioni e supporto. Il 27 aprile del 1944, in Cattignano (VR), mio padre venne preso come
ostaggio, quale collaboratore dei partigiani, dalla SS Tedesca, che era
venuta sul posto per arrestare il Ten. Col. Catazzo, ritenuto il
comandante dei partigiani della zona. Perquisita la casa del Catazzo, le SS trovarono della carte topografiche
del Piemonte e ritenendoli documenti dell’attività partigiana,
procedevano all’arresto del fratello del Colonnello, Catazzo Antonio,
che avrebbero sicuramente fucilato sul posto se non fosse intervenuto
mio padre, sebbene ripetutamente invitato da un ufficiale tedesco a far
silenzio sotto la minaccia di un mitra, per chiarire che le carte
topografiche non si riferivano alla zona di Verona e che del Colonnello Catazzo non si avevano più notizie dall’8 settembre del 1943. Venne così evitata non solo la fucilazione di un onesto e laborioso
cittadino, ma anche, sempre grazie all’intervento di mio padre, quella
di un ragazzo, tale Valentini Corrado, su cui le SS avevano spianato il
fucile per far fuoco mentre lo stesso, impaurito per quanto stava
accadendo, attraversava di corsa la strada che dalla Chiesa lo portava a
casa sua e che aveva fatto pensare ai tedeschi si trattasse di un
partigiano. Altresì, mio padre, con chiarimenti e quant’altro a sua disposizione,
evitò che un gruppo di ragazze sfornite di documenti personali venissero
portate via e, quello che più conta, fece sì che tutta quanta la
Frazione di Cattignano non venisse data alle fiamme dai tedeschi, come
loro abituale e brutale sistema di repressione. Tutto questo mi è stato raccontato direttamente da mio padre e si trova
confermato nella relazione del Comandante della “Brigata Stella Gian
della Bona” - Divisione Caremi, tale Zelito Giuseppe Corsaro, oltre alla
dichiarazione dell’allora Comandante della Tenenza di P. S. di Verona,
Dott. Luigi Benvegna, brontese, e del Sindaco di San Giovanni Ilarione,
Sihio Treviscu, documenti da me tutti gelosamente custoditi. L’altruismo e l’alto senso di responsabilità, accompagnate dall’onestà e
dall’integrità morale, hanno sempre caratterizzato la vita di mio padre,
che, tornato a Bronte nell’estate del 1945, operò fattivamente per porre
in essere una incisiva azione sociale e didattico-educativa a favore
degli strati più deboli: dal 1946 al 1949 insegnò nel ruolo
straordinario sia nelle Scuole Elementari di Bronte che di Maletto;
passato al ruolo ordinario nel 1952, insegnò, oltre che a Bronte, anche
nelle Frazioni di Maniace, Taiti e Mirto. In questi anni di grande impegno e di ricostruzione, dove alcune sedi
scolastiche si raggiungevano solo con i muli, si legò a fraterna
amicizia con moltissimi colleghi ed in
particolare con Vittorio Cutrona, Biagio Biuso, Giuseppe Sarta, Gregorio
Di Caudo, Vincenzo Battiato, Vincenzo Lombardo, Nino Cannata, Francesco
Longhitano Ferraù, Mimmo De Luca, Vittorio Leanza, Maria Lupo, Turillo
Longhitano e tanti altri ancora. Aderì, sin dal 1946,
all’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci, all’Associazione
Italiana Maestri Cattolici e alla Democrazia Cristiana; dal 1950 alla
CISL. Intanto, il 1° luglio 1947, veniva promosso al Grado di Tenente in
Congedo dal Ministero della Difesa, con relativa registrazione alla
Corte dei Conti. Dal 1968 al 1979, in qualità di Presidente prima e Segretario poi del
Patronato Scolastico, coadiuvato dal Direttore Dott. Salvatore Longo,
attuò e si adoperò per l’istituzione di ben otto Scuole Materne
Regionali e Comunali nelle aree più depresse del territorio, realizzando
la Refezione Scolastica aperta a tutti gli alunni non abbienti, creando,
al contempo, anche tanti posti di lavoro in diversi ruoli. Inoltre, fu più volte Componente sia delle Commissioni nei Concorsi
Magistrali per Titoli ed Esami, che delle Giurie Popolari presso le
Corti d’Appello di Catania e di Caltagirone. Con grande dedizione verso il Bene Comune, partecipò a tutte le vicende
politiche di Bronte sin dalla fine degli anni trenta, a fianco del
cugino Sac. Antonino Zingale, Presidente della locale Sezione del
Partito Popolare Italiano; ma soprattutto nel dopoguerra, insieme ad
illustri personaggi quali il Cav. Giuseppe Interdonato, il Notaio Nunzio
Azzia, gli Avvocati Luigi e Vincenzo Castiglione, l’Avv. Renato Radice,
il Sen. Biagio Pecorino, il Dott. Giuseppe Minissale, il Preside Nunzio
Meli, l’Avv. Antonino Venia, l’Avv. Fortunato Attinà, il Prof. Carmelo
Zerbo, l’Avv. Nunzio Ciraldo e i più recenti Dott. Nunzio Lombardo, il
Prof. Vincenzo Paparo, l’Ins. Pino Franchina, il Sen. Pino Firrarello e
Francesco Spitaleri. Difatti per oltre un trentennio, e precisamente dal
1956 al 1989, ricoprì la carica di Consigliere Comunale e più volte
quella di Assessore; fu, altresì, Vice Sindaco nella
Giunta presieduta
dal Sindaco Venia. Presidente dell’Assemblea Generale dell’USL N. 39 di Bronte dal 1982, si
spese con grande convinzione, tra le altre cose, per sostenere
l'avviamento dell’Ambulatorio di Ortopedia e specialmente
dell’Assistenza Neonatale, soprattutto per la dotazione di una
termoculla residenziale e di altre attrezzature medicali nel Reparto di
Pediatria. Il Suo ultimo (ma non per questo meno prestigioso) incarico fu quello di
Commissario Straordinario presso la Scuola Media di Maniace nel 1988… ma
soprattutto quello di Uomo, Marito, Padre, Nonno ed Amico esemplare. Per questi ed altri pregi, il Presidente della Repubblica Sandro
Pertini, nel giugno del 1984, gli ha conferito l’onorificenza di
Cavaliere Ordine al Merito della Repubblica Italiana. In conclusione desidero elencare, oltre i già sopra menzionati colleghi
insegnanti e amministratori, coloro che mio padre definì “gli amici di
sempre”, e che citava sempre nei Suoi ricordi e nelle Sue discussioni:
Vincenzo Lupo, il Dott. Nino Neri, il Prof. Peppino Guastella, il Prof.
Giuseppe Bonina, Gennaro Talamo, Nitto Santangelo, Giuseppe Carastro,
Nino Travagliante detto “Nino canetto”, Ignazio Prestianni, Pietro
Burrello (di cui è stato anche il cognato), i Marescialli dei CC
Sturiale, Carbone, Cipolla e Casella, il Comandante dei VV. UU. Faia,
Michele Mauro, il Prof. Lillo Meli, Giovanni Piazza, il Prof. Ciccio
Messina, l’On. Pippo Russo, il Prof. Pasqualino Spanò, il Preside Mimmo
Barletta, il Dott. Turillo Di Bella, il Dott. Peppino Camuto, “Rigo”
Cannata, Ciccio Longhitano, Nunzio Calì ed i Sacerdoti Antonino Rubino,
Giuseppe Modica, Biagino Calanna e il cugino Giuseppe Zingale, Rettore del Real
Collegio Capizzi.
Giuseppe Zingali
Febbraio 2014 |