Benvenuti in "Bronte Insieme",
un
sito aperto a tutti, una piccola porta di Bronte nel mondo, che vuol aprire far conoscere
Bronte agli altri e far conoscere ai brontesi di Bronte gli altri brontesi
che stanno fuori.
Qui
parliamo della Città di Bronte, dei suoi personaggi e della sua storia, dei numerosi
monumenti e luoghi caratteristici che arricchiscono la nostra città.
Parliamo anche del variegato ambiente brontese, del suo territorio parte
integrante di importanti parchi naturali, di tradizioni e di economia ma sopratutto
vogliamo parlare dei brontesi sparsi per il mondo.
Vi aspettiamo quindi come aspettiamo i Vostri incitamenti, i
suggerimenti che riterrete opportuni, i Vostri elaborati (scritti, foto
antiche e moderne dei Vostri luoghi, l'indirizzo del Vostro web), ed anche
...le critiche (ci auguriamo ...sempre costruttive!).
Il Sito si rivolge a tutti i Brontesi che amano ancora la propria città, ma
soprattutto ai brontesi nel mondo (emigranti, oriundi, figli di brontesi
etc.) che non hanno dimenticato il luogo di origine o che hanno qualche volta
sentito parlare di Bronte dai loro genitori o dai loro antenati.
vorrebbe anche essere un punto d'incontro, in cui ritrovarci tutti insieme;
un raccoglitore delle idee dei brontesi che stanno fuori: dei loro
scritti e delle loro foto, dei siti web, di corrispondenze, prodotti etc.
Buona navigazione!

L'emigrazione L'emigrazione dalla Sicilia, sempre presente come una piaga inguaribile nel
corpo della popolazione, assunse un fenomeno di massa verso la metà del
1800. In quest'epoca, la popolazione dell'Isola, con un tasso di natalità
elevatissimo nettamente superiore a quello dell'Italia nel suo insieme,
non riusciva più a trovare in patria nessuna possibilità di lavoro e di
miglioramento delle proprie misere condizioni di vita ed iniziò una
migrazione verso Paesi nuovi. Anche lo Stato incoraggiò l'emigrazione, non potendo assicurare un lavoro
ad una popolazione sempre più numerosa.
I principali Stati esteri che a partire dal 1882 accolsero una parte
dell'eccedente popolazione siciliana furono gli Stati
Uniti, il Brasile, l'Argentina e, in proporzioni più limitate, l'Australia.
I primi ad emigrare furono i braccianti, seguiti dai coloni ed, infine,
dai piccoli proprietari.
Il numero annuo degli emigranti si mantenne tra
i 50 mila ed i 100 mila nei primi anni del 1900 per arrivare ai 146.000
nel 1913.
Quando l'emigrazione verso l'estero venne ristretta, a partire dal 1921,
numerosi siciliani, fra i quali anche molti brontesi, cercarono lavoro e
si installarono nelle province del nord.
Dopo la guerra ripresero il cammino verso l'estero: molti braccianti si
improvvisarono minatori nelle miniere di carbone del Belgio, altri
continuarono ad alimentare il flusso migratorio verso il nord Europa, le Americhe e
l'Australia. Impressionati i numeri di
questo continuo esodo di massa che caratterizzò l’Italia nei
secoli scorsi: sembra incredibile ma solo dal 1876 al 1915 furono ben 14
milioni i nostri migranti salpati verso l’Argentina, il Brasile o gli
Stati Uniti per “cercare fortuna”. Nei
cento anni che vanno dal 1876 al 1976 2 milioni e 500 mila emigrati
lasciarono la Sicilia, terza regione italiana per flusso migratorio (la
prima fu il Veneto con 3.300.000 seguita dalla Campania con 2.700.000
emigrati. (Fonte: Centro studi emigrazione - Roma 1978).
Dal 1876 al 1900 i siciliani che espatriarono in cerca di lavoro
all’estero furono 226.449 (su un totale di 5.257.830 italiani); nel periodo 1901
– 1915 furono 1.126.501 (su 8.768.680); dal 1916 al 1942 furono 449.093
(su 4.355.240) e, subito dopo la guerra, nel periodo 1946 – 1961, furono
427.251 (su un totale di 4.452.200).
Anche i brontesi emigrati all'estero, specie nei primi anni del 900,
sono stanti tantissimi.
Solo negli anni 1904-1905 lasciarono Bronte
oltre 400 persone.
L’emigrazione più massiccia verso le regioni settentrionali e le nazioni
del Nord Europa ebbe luogo tra il ’55 e il ’63; la tendenza si bloccò
per poi riprendere negli anni ’67-’71; in tutto tra il ’55 e il ’71
compirono migrazioni interregionali 9.140.000 italiani. Il Sud,
in particolare Puglia, Sicilia e Campania, si spostò verso il centro
europeo, Germania e Svizzera in particolare, e verso il Nord Italia.
Centinaia di migliaia di famiglie che avevano vissuto per generazioni
nel mondo contadino, immutabile e protettivo, si trovarono costrette ad
iniziare una nuova vita nelle dinamiche città dell’Italia
industrializzata e nelle sconosciute ed ostili nazioni del nord Europa.
L'esodo di massa ebbe dei costi umani elevatissimi. Significò anche
un drammatico sradicamento dalla propria terra, la perdita delle proprie
identità in ostili Paesi stranieri, dove i rapporti umani erano
difficili, e la vergogna di doversi accontentare di lavori umilianti,
faticosi e mal pagati.
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