Dopo il "no" dei sindacati ed il documento sottoscritto a dicembre 2003 da oltre 150 docenti e ricercatori dell'Università di Catania (così almeno si definiscono) contro il progetto di un terzo polo turistico sul versante nord-occidentale dell'Etna, si è riacceso il dibattito e tempestivi sono arrivati le puntualizzazioni ed i distinguo.
Riportiamo la risposta del Comitato e cosa dicono Mario Bonsignore, presidente dell'Associazione dei comuni di Bronte, Maletto, Maniace e San Tedoro, Nicola Azzarello assessore al Comune di Maletto, Enzo Bonina consigliere comunale ed i tre coordinatori dei comitati promotori di Bronte, Maletto e Randazzo. Intervengono pure il portavoce dei professori, Maria Teresa Vinciguerra, docente di Zoologia, il brontese Nunzio Saitta, l'EtnaSci, Felice Saporita rappresentante del TCI per Catania e Provincia, Mario Vaccarella presidente Cai-Sicilia, Giuseppe Rannisi delegato Lipu di Catania e Maurizio Musmeci, a nome del Wwf Catania. Presenti i sindaci di Bronte e Maletto a Gennaio 2004 si è svolto anche un incontro fra i docenti universitari, le organizzazioni sindacali ed i rappresentanti del Comitato Aetna nord ovest. Una “dichiarazione congiunta", presentata dal Comitato dei docenti è stata subito firmata dal sindaco di Bronte e, pochi giorni dopo, anche da Agati, sindaco di Randazzo. Da parte nostra facciamo solo notare che, fra i 20 comuni i cui territori ricadono nel comprensorio, Bronte dà al Parco dell'Etna 10.000 ettari su un totale di 58.000 (il 18%). Fra i 21 del Parco dei Nebrodi contribuisce con 3.871 ettari (su un totale di 85,587) di cui 1.495 nella zona A di riserva integrale e 2.141 nella zona B. Senza contare gli altri vincoli che gravano nelle zone protette delle Forre laviche del Simeto e del nascente Parco fluviale dell'Alcantara.
Praticamente oltre 14.000 ettari dei 25.000 che compongono il territorio di Bronte sono vincolati in quanto parte integrante e importantissima di parchi siciliani. Un territorio bellissimo e da salvaguardare con vincoli rigidissimi. Tutto questo, fino ad oggi, ha però comportato per la popolazione solo limiti, divieti e disagi, nessun'altra contropartita. Sarebbe ora (ed è quello che vogliono i promotori del 3° Polo) che per gli abitanti di Bronte e dei paesi vicini ci sia anche un dovuto ritorno occupazionale o l'avvio di un minimo di sviluppo economico. Intanto, in attesa dell'esito del disegno di legge per l'istituzione del 3° Polo, presentato all'Ars a marzo 2005 dai deputati Leanza e Fleres, il Comitato inizia una raccolta di firme per dare maggiore forza al testo presentato alla Regione ed il sen. Firrarello (a maggio eletto sindaco di Bronte) sposa la causa dichiarando "il progetto non più rinviabile". S'infiamma il dibattito e fioccano i pro e i contro l'ipotesi del 3° Polo: a giugno 2005 Bellia, presidente del Parco dice che "di cattedrali nel deserto non abbiamo bisogno"; Franco Russo, presidente del Wwf Sicilia ed il Gruppo consiliare dei DS alla Provincia di Catania esprimono "viva preoccupazione per l'iniziativa legislativa dei deputati regionali Salvo Fleres e Lino Leanza". L'on. Miccichè, in visita il 9 Giugno a Bronte, "spalanca le porte al futuro del 3° Polo turistico"; l'on. Villari (Ds) presenta all'Ars un'interrogazione sulla difesa della legge istitutiva del Parco; Salvatore Spatafora, del Comitato promotore, difende le ragioni del si; Nino Borzì, dell'Ass. Culturale L'Unione per Nicolosi, scrive che «per l'Etna vanno valorizzate le risorse specifiche»; la Lipu scrive che "verrebbero tagliuzzate e cancellate le aree più integre e selvagge che costituiscono il vero Parco naturale". Il sindaco di Randazzo, Agati che "la nascita del Terzo Polo Turistico non vuole assolutamente dire distruzione dell'Ambiente. Anzi, tutt'altro!"; come risposta ai "contrari", EtnaSci rinnova con una "analisi tecnica" il proprio appoggio al Comitato, Riccardo Tomasello, vice presidente nazionale dei Gruppi di Ricerca Ecologica "sente il dovere di esprimere un segnale di apertura alla realizzazione", il neo maestro di sci, Dario Teri, considera la realizzazione del 3° Polo "presupposto di sviluppo sul vulcano", Nino Montalto afferma che "col Terzo Polo non ci sarà scempio" e che "nessuno di quanti sono contrari ha avanzato una sola proposta alternativa", Gaetano Bonaventura si dichiara "contrario al progetto per molteplici ragioni", il dott. Maurizio Siracusa parla di "sviluppo certamente non compatibile", l'Associazione Etnavia chiede di conoscere il pensiero e le valutazioni dell'Assessore regionale al turismo e Angelo Rapisarda, nel condividere la posizione degli ambientalisti scrive "che sia necessario soprassedere, almeno per il momento, e riflettere". In data 22 giugno 2005 la Commissione regionale Territorio ed Ambiente dell'ARS approva il DdL Leanza-Fleres ma, prima di essere sottoposto all'esame dell'Aula, sette giorni subisce dopo un primo stop per dare prima ascolto alle istituzioni interessate, ai presidenti dei due parchi e alle associazioni ambientaliste. Il fronte del "no" si allarga: dicono la loro anche i Ds, le associazioni ambientaliste rimarcano la loro contrarietà ai nuovi poli turistici e per cercare un punto d'incontro, il sindaci del comprensorio, l'on. Leanza ed i membri del Comitato fissano per il 15 Luglio un incontro con le stesse associazioni, ma ognuno resta della propria opinione. Il dibattito e le polemiche continuano ma l'iniziativa va avanti: il 13 luglio la redazione di una bozza di progetto del 3° Polo è affidata dall'assemblea dei sindaci del territorio al Prusst Valdemone, anche se due scienziati catanesi consegnano alla Commissione ambiente dell'Ars una relazione negativa sul rischio geologico nell'area interessata. La stessa commissione, il 14 settembre, da il definitivo "sì" al DdL Leanza-Fleres che, fra le molte polemiche, passa all'Ars per essere discusso. Intervengono ancora Legambiente ("il Ddl è in contrasto con le norme costituzionali"), altre associazioni ("parchi in pericolo per il DdL"), l'on. Salvo Fleres (a difesa del suo DdL), il sindaco di Bronte che il 24 Settembre con una "gita dimostrativa" porta sindaci e parlamentari sull'Etna, i docenti Ferlito e Monaco che giudicano "sbagliata l'ipotesi di creare insediamenti ad alta quota", gli on. Granata, Vicari e Sammartino che parlano di "territorio in pericolo" e i rappresentanti di dieci associazioni ("Il Parco dell’Etna? Diventi nazionale"). Intanto, mentre il 4 ottobre inizia il dibattito all'Ars sul DdL, intervengono i sindaci di Bronte, Maletto, Maniace e Randazzo che con un documento chiedono all'Ars di approvare il disegno di legge, i media nazionali con Repubblica che titola "Etna, l'ultima del Polo: un'altra pista da sci (oltre alle due «lavate» via)", emerge il contrasto fra i due assessori regionali Granata ("Attacco pericoloso alle aree protette") e Cascio ("Gli ambientalisti dicono di no a tutto"), i sindacati ribadiscono ancora una volta il loro no ("il varo del ddl sarebbe un ostacolo") e gli ambientalisti ed i docenti organizzano per il 16 ottobre, al rifugio Citelli, una manifestazione-raduno ("...perché l'Etna non diventi un luna park"). I vulcanologi del Giv dicono la loro affermando "la necessità assoluta di mitigare il rischio vulcanico all'Etna e quindi che non sia opportuno incrementare la presenza di strutture ricettive", docenti universitari incontrano l'assessore al turismo Granata ("necessario bloccare il disegno di legge") e mentre Firrarello e Leanza difendono il DdL ("solo pregiudizi il no al 3° Polo") a Nicolosi nel corso di una tavola rotonda del 23 ottobre emerge il «no» alla "politica di versante" occorrendo invece "sinergie con Taormina e la Riviera dei Ciclopi". Intanto dopo che, nella seduta del 26 ottobre, l'Ars rinvia a Gennaio 2006 l'esame del Ddl Leanza-Fleres fioccano i convegni e le iniziative:a Maletto viene programmato per il 12 novembre un incontro tra l'assessore regionale al turismo Fabio Granata, il sindaco e il presidente del Comitato Sviluppo Etna; il 13 novembre, è organizzata una manifestazione a favore del DdL guidata dai sindaci di Bronte, Castiglione, Maletto, Maniace, Piedimonte e Randazzo; il "Coordinamento Sos Parchi siciliani" chiede di incontrare nella sede del Parco il presidente Bellia e il Consiglio dell'Ente, composto dai 20 sindaci del territorio; i sindaci dei paesi Etnei chiedono un incontro al presidente Cuffaro (fissato per il 7 dicembre). Nel Forum del 26 novembre organizzato a Maletto dal Rotary Club “Randazzo Valle Alcantara” spuntano i primi schemi di progetto ed "è guerra" fra gli stessi sindaci e Bellia che, nell'incontro nella sede del Parco del 31 novembre, difende se stesso ed il territorio affermando che "non è né dei sindaci né delle associazioni, ma è patrimonio del mondo intero". Mentre il presidente del Consiglio comunale di Bronte propone di "discutere e possibilmente approvare l'innalzamento dei confini del Parco dell'Etna", il Presidente della Provincia, Raffaele Lombardo, nella conferenza stampa di fine dicembre dedicata all'Etna,
lancia "ufficialmente la candidatura per il riconoscimento dell'Etna a Patrimonio dell'umanità" ma puntualizzando anche di essere "contro la cementificazione selvaggia" e di dire "sì allo sviluppo del territorio quando questo è rispettoso dell'ambiente". Lo scontro fra i fautori del sì e del no continua ed è totale. Qualche piccolo passo avanti ed un primo timido accordo con gli ambientalisti è raggiunto dai sindaci del versante Nord dell'Etna in un incontro tenutosi a Bronte alla fine Gennaio e a Febbraio 2006. Ma all'Ars rallenta l'approvazione del ddl e gli stessi sindaci s'infuriano mentre a Maletto monta la protesta, il consigliere Saitta chiede al sindaco De Luca di ritirare i propri rappresentanti dal Consiglio del Parco e a Giugno una dichiarazione dell'on. Pistorio ex ass. alla Sanità («Terzo o quarto polo sull’Etna non credo vi sia la necessità») suscita un nuovo coro di proteste da tutti i rappresentanti del versante Nord. Intanto ad Agosto il sindaco-senatore Firrarello annuncia un altro progetto ambizioso per il "Distretto turistico di Aetna Nord-ovest": «Realizzeremo un campo da 18 buche in contrada Difesa» e presenta una Relazione di pre-fattibilità generale. A Novembre l'on. Lino Leanza, vicepresidente della Regione, dichiara a Maletto che «... realizzare un 3° Polo, nel pieno rispetto dell'ambiente, è possibile». Pochi mesi dopo, a Marzo 2007, Firrarello, in un collegamento dal Castello Nelson con il Tg3, dichiara di aver deciso «di non voler litigare più con gli ambientalisti, anche perchè avevano idee sbagliate» e che porterà avanti l'idea del «campo da golf con un percorso sull'Etna utilizzando la viabilità esistente della Forestale». Per tutto il 2007 si spengono i riflettori sul 3° Polo e sul DdL Leanza-Fleres e tutto sembra tornare in sordina. Un'ultima notizia arriva a Dicembre con un "decalogo per il lancio" discusso fra il Parco e il Comitato dove, però, nessuna menzione è più fatta di un 3° Polo turistico, di funivie o impianti di risalita o di piste da sci. Sembrava tutto finito ma a dicembre 2008 il progetto Terzo Polo torna nuovamente di attualità: l’onorevole Fausto Fagone presenta a Palazzo dei Normanni un nuovo DDL (prevede l'istituzione di un «polo turistico nord – ovest dell'Etna»). A Gennaio 2009, sette anni dopo l'iniziale proposta istitutiva, il sindaco di Bronte, Firrarello, rilancia la proposta di rivedere la Legge sui Parchi; in un vertice a Catania fra Regione, Provincia, Cutgana e Università, a vent’anni dall’istituzione delle aree protette, si chiede nuova legge per valorizzare i parchi ed a Maletto, in convegno che ha visto la partecipazione dei senatori Pino Firrarello e Totò Cuffaro, degli on. Mancuso e Fagone, dei sindaci dei Comuni dell’area nord ovest dell’Etna e del commissario del Parco dell’Etna, si rilancia il nuovo polo turistico dove sciare e fare business. Ad aprile una non buona notizia arriva per chi nel progetto di un Terzo Polo intravede un pericoloso attacco alle aree del Parco dell'Etna: il Consiglio del Parco nomina vice presidente il sindaco di Maletto, De Luca, da tempo impegnato nella ricerca di consensi all'idea di sviluppo del comprensorio e di un Terzo Polo turistico nel versante nord-ovest dell'Etna. Pochi mesi dopo la nomina, ad agosto, la sua prima proposta è quella di permettere ai Comuni il rilascio di alcune autorizzazioni al posto del Parco dell’Etna. Nello stesso mese numerosi consiglieri provinciali presentano un OdG per l'istituzione di una "Zona C" altomontana nel versante Nord-Ovest ed a novembre torna alla carica la Provincia con il Consiglio che, fra qualche polemica, approva un atto d’indirizzo che impegna l'Amministrazione a sollecitare l’approvazione di un’apposita legge regionale. Poi, piano piano, giorno dopo giorno tutto lentamente svanisce, si dissolve, finisce. Il comitato promotore "Sviluppo Aetna" scompare dalla scena, i politici si dileguano e di Terzo Polo turistico o di Sviluppo turistico del versante non se ne parla più. Abbiamo tutti giocato! E' stato tutto... un bellissimo scherzo! Di «Alberghi e funivia al Piano Difesa» o «Turismo Mare – Neve», auspicati nel 1947 dal quindicinale brontese "Il Ciclope" se ne parlerà, forse, fra altri 50 anni. |