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Guttadauria e la commissione di Palazzo Minoriti hanno incontrato i dirigenti del «Parco». «Deve essere difeso, ma non può essere imbalsamato» Bronte-Maletto, turismo Appare utopia il terzo polo Territorio. Oggi sul vulcano è difficile persino sostituire una ringhiera Il “terzo polo turistico dell’Etna”, quello di Bronte-Maletto, torna d’attualità. Un atto d’indirizzo approvato dal consiglio provinciale, che impegna l’amministrazione a sollecitare l’approvazione di un’apposita legge regionale, costituisce motivo di “allarme” per il segretario siciliano di Rifondazione comunista, Luca Cangemi. Il presidente della commissione Territorio di Palazzo Minoriti, Sergio Gruttadauria, replica ricordando che il progetto è “di là dal venire e implica la modifica della legge istitutiva del Parco”, quindi sottolinea “la valutazione di impatto ambientale che comunque dovrà precedere ogni intervento”. Gruttadauria, che proprio ieri mattina insieme con gli altri componenti della Commissione s’è incontrato con i vertici del Parco dell’Etna, commenta: “Massimo rispetto per il vulcano, ma oggi in quell’area è difficile persino sostituire una ringhiera. La normativa è vecchia di vent’anni, va rivista. Deve essere difeso l’ambiente, ma anche valorizzato con un’azione di rilancio. E certo non può essere imbalsamato”. Di tutt’altro avviso Luca Cangemi. Dopo aver ricordato come il progetto preveda la realizzazione di “insediamenti turistico-ricettivi, strade di penetrazione, impianti di risalita e piste di discesa sciistica”, l’ex deputato nazionale definisce l’iniziativa “devastante sul piano paesaggistico e naturalistico”. E ancora, “un attacco diretto all’ordinamento normativo”. “Questo progetto - scrive Cangemi - negli anni scorsi (nel 2005 venne presentato un disegno di legge a firma di Salvo Fleres e Lino Leanza, più recentemente un’iniziativa analoga è stata assunta da Fausto Fagone) non si realizzò grazie alla netta opposizione delle forze ambientaliste, del mondo della cultura e dell’Università, di Rifondazione Comunista. Oggi, viene riproposto in documento del consiglio provinciale e inserito all’interno della bozza al Piano Strategico Locale”. “In diverse riunioni tecniche e politiche nei Comuni - conclude il segretario di Rifondazione - si respira un clima favorevole a nuove operazioni speculative su questa parte decisiva dell’ambiente della nostra isola”. [Gerardo Marrone, Giornale di Sicilia]
Terzo polo, arriva un nuovo «input» Si torna a parlare del terzo Polo turistico del versante nord ovest dell’Etna. Un gruppo di consiglieri provinciali hanno sottoscritto un odg (primo firmatario il consigliere Nunzio Parrinello) sull’istituzione di una zona C altomontana nel versante nord ovest dell’Etna. «Preso atto - scrive Parrinello con gli altri colleghi di Palazzo Minoriti - che il decreto istitutivo del Parco dell’Etna ha previsto sul Vulcano le zone C altomontane nei comuni di Nicolosi e Linguaglossa. Considerato che si ritiene opportuno completare l’offerta turistica con l’istituzione di una terza zona C nel versante nord ovest, voluta fortemente da decenni dalle comunità di Bronte, Maletto e Randazzo, le quali la ritengono necessaria per lo sviluppo turistico ecosostenibile dei propri territori, attraversati da una profonda crisi socio economica. Constatato che sono state in passato presentate due proposte di legge presso l’Ars firmate, la prima dagli onorevoli Fleres e Leanza e la seconda dall’on. Fausto Fagone nel maggio scorso, chiediamo al presidente della Provincia Giuseppe Castiglione ed al presidente del Consiglio provinciale Giovanni Leonardi di farsi promotori presso le istituzioni regionali affinché l’iter parlamentare per l’approvazione delle proposte venga accelerato». Infine i consiglieri firmatari, fra cui anche Aldo Catania che è di Bronte, hanno chiesto di trasmette l’ordine del giorno agli assessori al Territorio ed Ambiente ed ai Beni culturali, oltre che al presidente della commissione Ambiente ed a tutti gruppi parlamentare dell’Ars affinché vengano sensibilizzati a favore del così detto "Terzo polo". Del nuovo disegno di legge dell’on. Fausto Fagone se ne era parlato a dicembre a Maletto alla presenza del Comitato che ai tempi perorò l’idea, e dei sindaci del territorio che da tempo ne chiedono l’istituzione. Tutti sostengono, infatti, che l’Etna rappresenti un patrimonio dell’umanità di inestimabile valore naturalistico, ma anche una opportunità di fruizione razionale e turisticamente vantaggiosa, con gli esponenti del comitato che chiedono di poter sciare nel versante nord ovest dell’Etna. Finora sono stati più gli incontri, le conferenze e gli scontri con parte degli ambientalisti che i risultati concreti, con i sindaci che hanno promosso iniziative (non ultima quella dei bus navetta che raggiunga i rifugi più belli) per sancire il principio che l’Etna va salvaguardata, ma anche fruita come tanti parchi nel mondo che sono fonte di sviluppo senza per questo essere deturpati. [Gaetano Guidotto, La Sicilia] Maletto: proposta del sindaco De Luca «Autorizzazioni Parco ai Comuni» Un protocollo d’intesa che permetta agli uffici dei Comuni di rilasciare alcune autorizzazioni al posto del Parco dell’Etna, con l’obiettivo di snellire le procedure burocratiche ed abbassare il tempo d’attesa fra richieste concessione. «Tutto - prosegue - con un ufficio tecnico che conta pochissimi elementi in relazione al numero di pratiche da esaminare ed ha l’obbligo di salvaguardare l’ambiente e controllare i progetti più complessi come ricostruzioni o manutenzioni straordinarie. Per questo a garanzia del cittadino che ha diritto di ottenere un parere in tempi celeri e con l’obiettivo di snellire anche il lavoro dei funzionari del Parco, ritengo sia arrivato il momento di trovare una soluzione». E De Luca la sua proposta l’ha formulata: «Ho proposto al Consiglio - aggiunge – la stesura di un protocollo d’intesa con i Comuni facenti parte del comprensorio Ente Parco dell’Etna, affinché i pareri di routine possano essere emessi dagli uffici tecnici comunali, in base alle direttive del Parco e dettate nel protocollo d’intesa. Saranno poi i Comuni ad informare il Parco sulle autorizzazioni concesse nel rispetto della normative e delle direttive.» In effetti da tempo i sindaci chiedono al Parco maggiore celerità nell’esaminare le pratiche e concedere le autorizzazioni, con la gente che spesso ha lamentato il disagio di doversi recare a Nicolosi per ottenere delucidazioni o fornire spiegazioni. Per risolvere questo problema il Parco ha realizzato un ufficio a Randazzo dove è possibile presentare le istanze e ottenere risposte. Il problema dei tempi lunghi però rimane. [La Sicilia] Vertice a Maletto. Riecco il progetto sul versante nord ovest dell’Etna. Nuovo polo turistico dove sciare e fare business «Può diventare l’Alta Badia della Sicilia» Torna alla ribalta l’idea di praticare sci da discesa nel versante nord ovest dell’Etna. Il disegno di legge sull’“Istituzione del polo turistico nord ovest dell’Etna”, presentato all’assemblea regionale siciliana dall’on. Fausto Fagone, ridà speranza a coloro che ben 8 anni fa lanciarono l’idea sfociata nel ddl “Leanza-Fleres”, approvato dalla commissione competente ma mai approdato a Sala D’Ercole. Fra questi Enzo Sgrò, presidente del comitato sviluppo Etna nord ovest che ha collaborato con l’associazione “Arces” per l’organizzazione di un convegno che venerdì sera ha visto la partecipazione non solo di Fagone, ma anche dei senatori Pino Firrarello e Totò Cuffaro, dell’on. Fabio Mancuso, di tutti i sindaci dei Comuni dell’area nord ovest dell’Etna che vanno da Bronte fino a Castiglione e del commissario del Parco dell’Etna, Ettore Foti. «Il Parco dell’Etna è nato male - ha affermato il sen. Firrarello - non si può imbalsamare il territorio come pretendono alcuni ambientalisti». «Il Parco - ha affermato il commissario Foti - non si oppone ad iniziative simili, anzi vede a favore queste idee di sviluppo». Sì alla proposta anche da parte del sen. Cuffaro che ha anche aggiunto. «Bisogna che cresca l’iniziativa privata e si registri una crescita omogenea di tutti i settori economici». (La Sicilia)
Oggi forum su «Ipotesi di sviluppo possibile» A relazionare - moderati dall’avv. Ignazio Lombardo - saranno Enzo Sgrò, presidente del Comitato sviluppo Aetna nord ovest, l’avv. Luigi Cuscunà e l’ing. Lorenzo Capace, mentre sono previsti gli interventi dei sindaci Giuseppe De Luca, Ernesto Del Campo, Salvatore Pinzone Vecchio e Claudio Scavera. Con loro, il commissario del Parco dell’Etna, Ettore Foti, e gli onorevoli Fausto Fagone, Lino Leanza e Fabio Maria Mancuso. Le conclusioni saranno affidate al presidente della Provincia regionale di Catania, Giuseppe Castiglione, e ai senatori Pino Firrarello e Totò Cuffaro. LE CIMINIERE. Regione, Provincia, Cutgana e Università a confronto a vent’anni dall’istituzione delle aree protette «Nuova legge per valorizzare i parchi» Parchi e riserve naturali volano per lo sviluppo socio-economico del territorio siciliano tra difficoltà economiche, gestionali e normative a 20 anni dalla loro istituzione. Su questo tema Enti gestori e Istituzioni si sono confrontati nei locali del Centro fieristico "Le Ciminiere" nel corso del convegno sul tema «Parchi e Riserve Naturali: Strategie di Sviluppo del Territorio». Ad organizzarlo la quarta Commissione Territorio e ambiente dell’Assemblea regionale siciliana, la Provincia regionale di Catania e il Cutgana, Centro interfacoltà dell’Università di Catania. «La legge sui parchi risalente al 1981 è stata fondamentale e positiva, nel tempo è cresciuta la sensibilità e la voglia di fruizione di godere di questo patrimonio ambientale e culturale da tutelare e gestire - ha spiegato il presidente della Provincia regionale di Catania, on. Giuseppe Castiglione -. Il ruolo degli Enti gestori è stato fondamentale, ma ci sono stati diversi paradossi come i costi elevati a fronte di una difficile gestione e spesso sottoposta all’operato dei commissari straordinari. La revisione della legge è necessaria per migliorare la gestione, valorizzare il territorio e esaltarne la biodiversità. Ci sono stati esempi di Enti gestori che hanno ben operato, ma non tutti». C’è insomma la necessità di una normativa che dia la possibilità di cogliere le grandi opportunità che possono venire da una corretta gestione di queste aree. «In questi vent’anni l’atteggiamento della popolazione nei confronti delle aree protette è mutato notevolmente - ha spiegato Angelo Messina, delegato del rettore per le Aree protette - e da una iniziale avversione, oggi il settanta per cento della popolazione è favorevole ai parchi e alle riserve, autentico volano di sviluppo socioeconomico dei territori in cui insistono grazie anche all’informazione. Non a caso in Sicilia il dodici per cento del territorio è sottoposto a tutela. Oggi contiamo ben quattro parchi regionali, settanta riserve naturali e ben sei aree marine protette oltre a cento siti di importanza comunitaria e zone a protezione speciale. E dal 2007 - ha aggiunto il delegato del rettore per le aree protette Angelo Messina - si sta lavorando all’istituzione di ben quattro Parchi nazionali delle Egadi, Eolie, Pantelleria e Iblei». Nel suo intervento Angelo Messina ha invitato gli Enti gestori a «costituire un sistema di aree protette come l’Università di Catania, l’unica in Italia ad essere impegnata nella gestione delle riserve naturali grazie al Cutgana, con le proprie riserve naturali e l’area marina protetta Isole Ciclopi di Aci Trezza». Una tematica ripresa dal presidente della Commissione Territorio e ambiente all’Ars, Fabio Mancuso, che ha illustrato i disegni di legge in materia che in aprile saranno oggetto di discussione all’Assemblea regionale siciliana: «A distanza di 20 anni dalla istituzione delle aree protette abbiamo provveduto a realizzare due disegni di legge che mettano insieme le esigenze della popolazione e degli Enti gestori delle aree protette e che permetta anche la realizzazione di infrastrutture necessarie per agevolare lo sviluppo socio-economico del territorio con un turismo sostenibile». Disegni di legge ben accolti dal senatore Pino Firrarello: «Le norme di 20 anni fa non sono più attuali, ma allora sono state fondamentali per tutelare le nostre aree protette e per lo sviluppo del territorio. Adesso dobbiamo adeguarle per non penalizzare più le popolazioni che vi risiedono e per migliorare la conservazione della natura perché le aree protette rappresentano una grande occasione per lo sviluppo del territorio. Il Parco dell’Etna è stato spesso ingessato da numerosi problemi normativi». «Rivediamo la legge sui Parchi» Il senatore Pino Firrarello, sindaco di Bronte, invoca l'adeguamento della normativa regionale a quella nazionale affinché si possa finalmente avverare il sogno del terzo polo turistico siciliano sul versante Nord-Ovest dell’Etna - Ma cos'è, in definitiva, che ostacola il decollo del nuovo polo turistico etneo? - Al di là dei grandi insediamenti alberghieri che, così come temono gli ambientalisti, potrebbero realmente snaturare e sconvolgere gli equilibri del “tranquillo” ambiente montano, quale potrebbe essere l’“idea-forza” di questo nuovo polo turistico? - Cosa fare, dunque, con i “famigerati” ambientalisti siciliani? | ||||||||||||
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Parco. Interessati quattro Comuni Nord-Ovest dell’Etna - Un decalogo per il lancio Nicolosi. (*mcia*) Il Parco dell'Etna e il Comitato per lo sviluppo del versante Nord-Ovest dell'Etna (comuni di Bronte, Maletto, Maniace e Randazzo) sono tornati a discutere delle problematiche legate alla fruizione e allo sviluppo di questa porzione di territorio dell'area protetta. L'on. Lino Leanza a Maletto «Possibile la realizzazione del terzo polo turistico» Riparte fortemente da Maletto la proposta di istituire il terzo polo turistico nel versante nord ovest dell'Etna. Lo comunica il vice presidente della Regione siciliana, on. Lino Leanza che, ricevuto ufficialmente nella sua comunità d'origine dal sindaco Giuseppe De Luca, alla «sua» Maletto ha portato principalmente due regali: un finanziamento di 74 mila euro per il restauro dell'organo della chiesa Madre e l'assicurazione che la proposta di istituire il terzo polo turistico, necessario a far decollare il turismo anche in questo versante, non è mai stata accantonata. "Il vostro vicesindaco Enzo Sgrò mi telefona spesso a riguardo. - ha affermato l'on, Leanza - Chiederò all'assessore Interlandi di visitare questo territorio affinché si renda conto che realizzare un terzo polo, nel pieno rispetto dell'ambiente, è possibile". Ma la giornata malettese dell'assessore regionale ai Beni culturali e Pubblica istruzione è cominciata con la visita della scuola elementare, ricevuto dalla direttrice Caterina Indelicato che poi ha partecipato alla conferenza presieduta dal sindaco e dal presidente del Consiglio comunale Andrea Tomaselli cui hanno partecipato gli assessori Enzo Sgrò ed Arturo Avellina, la soprintendente ai Beni culturali di Catania, dott.ssa Maria Grazia Branciforti, padre Alfredo Longhitano, il baby sindaco, Francesco Lizzio, numerosi assessori e consiglieri comunali, oltre ai rappresentanti delle forze dell'ordine. "Per noi - ha affermato il sindaco - avere un vicepresidente della Regione malettese è motivo di orgoglio ed un vantaggio nel chiedere sviluppo. Stiamo puntando al campo da golf, ma anche alla valorizzazione delle nostre risorse come la scuola di ciaramelle ed il museo archeologico”. “Non ci sarà certamente nulla di straordinario - ha risposto l'on. Leanza - se rivolgerò al mio paese tutta l'attenzione necessaria. Sì al museo ed alla scuola di ciaramelle puntando certamente alla cultura ed alla formazione. Senza scuola non c'è democrazia, futuro e sviluppo”. Etna, è guerra sul Terzo polo Nel mirino le dichiarazioni dell’on. Pistorio. Coro di proteste da tutti i rappresentanti del versante Nord A Bronte e Maletto però le dichiarazioni di Pistorio hanno suscitato numerose polemiche. Per primo interviene il sindaco di Bronte, senatore Pino Firrarello: "Le dichiarazioni espresse dall'ex assessore alla Sanità - afferma il senatore - mi fanno capire che Pistorio non conosce il territorio e che, impegnato a risolvere i problemi della Sanità siciliana, abbia dimenticato gli interessi della provincia". "Prima di rilasciare una dichiarazione simile - aggiunge il sindaco di Maletto, Giuseppe De Luca - l'on. Pistorio avrebbe fatto bene a sentire la gente e gli amministratori dei Comuni di questo versante, che lo avrebbero informato meglio sul progetto che vogliamo realizzare". Anche Mario Bonsignore, componente del comitato esecutivo del Parco dell'Etna, dissente da Pistorio: "Il terzo Polo va istituito - afferma - perché, nel rispetto dell'ambiente bisogna permettere di dare sfogo al turismo e creare ricchezza all'intero territorio attorno al vulcano, che deve essere maggiormente fruito". Lapidario il presidente del Comitato Sviluppo Aetna nord ovest: "L'on. Pistorio dimostra di essere di parte e di avere scarsa conoscenza dell'argomento e del territorio che necessità di alcune infrastrutture capaci di determinare il rilancio economico. Pertanto -conclude - mi dissocio da questa presa di posizione ribadendo la ferma volontà a continuare la battaglia per l'approvazione del disegno di legge". [La Sicilia]
In merito alle considerazioni negative alla realizzazione di un terzo polo turistico sull'Etna espresse da esponenti istituzionali a margine alla festa dei parchi, l'assessore provinciale con delega allo Sviluppo dell'Etna Orazio Pellegrino precisa la posizione dell'Amministrazione Provinciale. "Fin dal suo insediamento l'Amministrazione Provinciale guidata dall'onorevole Raffaele Lombardo ha sostenuto la necessità di creare un nuovo polo turistico sull'Etna per rafforzare il turismo sul vulcano più alto d'Europa puntando a valorizzare anche quelle aree che hanno ancora importanti margini di crescita e sviluppo. La Provincia di Catania si è già spesa per questo progetto, che è stato anche sostenuto autorevolmente all'Ars, commissionando studi di fattibilità per contemperare l'impatto ambientale con la vocazione turistica di una vasta zona pedemontana del versante meno conosciuto dell'Etna. Mi riferisco a quello che ricade nei comuni di Bronte, Maletto, Randazzo e Maniace che insieme ad altri centri guardano con speranza alla realizzazione di questo terzo polo turistico, naturalmente integrato a quello di Piano Provenzana e Nicolosi. Credo infatti che sia molto riduttivo continuare a pensare allo sviluppo dell'Etna in maniera frammentaria, senza badare a una logica complessiva che ne governi il sistema, sia sotto gli aspetti conservativi e naturalistici con quelli della fruizione dei cittadini che amano la montagna, sia sul piano sportivo che su quello della valorizzazione dell'ambiente. Per questo riteniamo siano state poco opportune le valutazioni espresse da taluni esponenti politici, forse poco a conoscenza della materia, su una vicenda complessa e su cui l'impegno della Provincia regionale è invece molto chiaro: favorire uno sviluppo armonico del nostro vulcano in sintonia alle aspirazioni dei cittadini dei territori interessati per valorizzare la più grande risorsa che abbiamo, l'Etna appunto". Ieri a Trecastagni la giornata inaugurale de 5° congresso nazionale alla presenza del ministro Pecoraro Scanio «Terzo o quarto polo sull’Etna «Vivo apprezzamento per l’attività svolta dalla Federparchi a tutela delle aree naturali protette e dell'intero ecosistema ha espresso ieri, nel messaggio rivolto all'apertura del V Congresso Nazionale di Federparchi, il neo Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Un saluto augurale calorosamente applaudito dall'assemblea insieme ai messaggi dei presidenti di Camera e Senato, Bertinotti e Marini, che hanno voluto rappresentare la vicinanza delle massime istituzioni dello Stato a questo importante momento per la vita di una associazione che riunisce in Italia 23 parchi regionali, 127 parchi nazionali, 24 aree marine protette e un centinaio di riserve naturali. E a ospitare il V Congresso Federparchi è stato scelto quest'anno il Parco dell'Etna per sottolineare la centralità della Sicilia, dell'Etna in particolare, nella rete, ecologica nazionale e nella costituenda rete ecologica del Mediterraneo. L'apertura dei lavori (che proseguiranno oggi nella sede del Parco di Nicolosi, l'antico Monastero di San Nicolò la Rena) si è tenuta ieri al Teatro di Trecastagni, alla presenza del neoministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio e, fra gli altri, gli on.li Ermete Realacci, Giovanni Pistorio, Giovanni Barbagallo, gli assessori regionali all'Ambiente di Veneto, Emilia Romagna, Piemonte, Abruzzo, Liguria, l'assessore provinciale alla Cultura Campo, i presidenti nazionali di Wwf e Legambiente e di molti parchi, riserve, aree marine nazionali e regionali. Dopo il saluto presidente del Parco dell'Etna, Concetto Bellia, investe di padrone di casa, ha introdotto i lavori il presidente nazionale di Federparchi, Matteo Fusilli, che ha tracciato un quadro generale dello stato dell'ambiente, e dei parchi in particolare, in Italia: «I parchi sono un valore per il Paese e possono essere un fattore di crescita - ha sottolineato - Oggi, sull'Etna, si riunisce un sistema di aree protette esteso, articolato e maturo che per estensione si colloca ai primi posti in Europa, con oltre il 10% della superficie nazionale, che sale al 15% se si considerano i siti sottoposti a tutela ambientale. Una grande "rete" che lega una grande varietà di ambienti naturali e che è capace di coniugare tutela e promozione di uno sviluppo locale alternativo». Di politica ambientale nella Regione siciliana ha parlato pure l'on. Giovanni Pistorio, già assessore regionale alla Sanità: «Il nostro approccio ai temi dell'ambiente è aperto e flessibile senza chiusure ideologiche. Abbiamo grande attenzione per l'ambiente ma senza imbalsamarlo». E in tema di «terzo» e quarto polo sull'Etna Pistorio conclude: «Non sono convinto che vi sia la necessità di un terzo o di un quarto polo sull'Etna, penso invece che vadano irrobustiti e qualificati quelli già esistenti sia sul versante sud che sul versante nord. Del resto - conclude - anche in politica i terzi e quarti poli non funzionano... ». [Marisa Mazzaglia, La Sicilia] A SOSTEGNO DELL'APPROVAZIONE DEL DISEGNO DI LEGGE PER LA REALIZZAZIONE DEL POLO TURISTICO NEL VERSANTE NORD-OVEST DELL'ETNA Maletto, manifestazione per il 3° terzo polo turistico Enzo Sgrò, presidente del Comitato cittadino per lo sviluppo del versante Etna nord-ovest, ha annunciato per oggi, alle 11,30, una manifestazione pubblica a sostegno dell'approvazione da parte dell'Ars del disegno di legge per la realizzazione del "Polo turistico" nel versante Nord-Ovest dell'Etna. Il raduno al quale parteciperanno sindaci ed amministratori di Bronte, Castiglione di Sicilia, Maletto, Maniace, Piedimonte Etneo e Randazzo, si terrà sulla statale 284 all'altezza del bivio per Maletto. «L'iniziativa - ha detto Sgrò - mira a sensibilizzare l'Assemblea regionale siciliana ad approvare il disegno di legge per realizzare il terzo polo turistico sull'Etna, esitato favorevolmente dalla IV commissione “Territorio ed Ambiente”. La sua approvazione finale riveste importanza assoluta per lo sviluppo economico delle popolazioni di questo versante, in quanto verrebbe istituita una zona “C” altomontana ed in quest'area verrebbe realizzato un impianto di risalita (funivia o trenino a cremagliera), necessario per poter effettuare attività turistica in alta quota tutto l'anno, e n. 2 piste di sci alpino. Il tutto salvaguardando l'ambiente, anche in considerazione che le strutture ricettive sono previste nei piani regolatori dei Comuni interessati». «Siamo certi – scrivono gli organizzatori in un comunicato - che la realizzazione di queste infrastrutture garantirà una sicura attività turistica, con la presenza di numerosi appassionati sportivi e visitatori che potranno godere anche delle bellezze naturalistiche, ambientali, culturali e dei prodotti tipici locali che questo comprensorio offre». Alla manifestazione parteciperà anche il presentatore del DdL, on.le Lino Leanza. IL MONDO UNIVERSITARIO ACCOGLIE LA PROPOSTA DI DIALOGO E DICE SI ALLA FRUIZIONE DEL VULCANO Confronto sul Terzo polo turistico Firrarello: «Non vogliamo che si deturpi l’ambiente, bensì realizzare un campo da golf, degli alberghi a Maletto in un’area già prevista dal Prg, ed una funivia o un trenino a cremagliera che conduca al vulcano” E’ il risultato che il sindaco di Bronte, senatore Pino Firrarello, ha ottenuto a seguito dei due incontri organizzati nel Palazzo comunale per discutere e non scontrarsi con gli ambientalisti sulla questione del terzo Polo. Così ospiti di Firrarello, alla presenza del vice sindaco avv. Nunzio Calanna e di numerosi assessori e consiglieri comunali, sono intervenuti i sindaci di Maletto, Pippo De Luca, di Maniace, Salvatore Pinzone, e di Randazzo, prof. Salvatore Agati, insieme con la professoressa Marisa Vinciguerra ordinario di zoologia dell’Università di Catania, il prof. Guglielmo Longo direttore del dipartimento di biologia animale, il prof. Giuseppe Ronsisvalle docente di Conservazione della natura, nonché componente del Consiglio regionale per la protezione del patrimonio natura, il dott. Angelo Ronsisvalle del Comitato per la tutela e valorizzazione dell’Etna, il dott. Giuseppe Riggio di Etnavive e l’ing. Giovan Battista Condorelli: “Riteniamo possibile svegliare l’economia turistica legata alla fruizione di questo vulcano insieme con voi. – ha sostenuto Firrarello – Del resto noi non vogliamo che si deturpi l’ambiente, bensì realizzare un campo da golf, degli alberghi a Maletto in un’area già prevista dal Prg, ed una funivia o un trenino a cremagliera che conduca al vulcano”. I docenti universitari hanno accolto la proposta di dialogo anche per sfatare, come ha affermato il prof. Angelo Ronsisvalle i falsi miti del Parco incontaminato da una parte e le piste da sci tipo Courmayeur dall’altra. “Questa zona – ha affermato Angelo Ronsisvalle – meritava in passato ben altri investimenti da parte del Parco dell’Etna. Condividiamo molti dei problemi sollevati che potrebbero essere eliminati da una legge di riordino sui parchi in Sicilia. La fruizione controllata – conclude – è possibile, magari accompagnando i turisti sulla pista altomontana con delle jeep”. “Concordiamo con i sindaci – ha aggiunto il prof. Guglielmo Longo – sull’idea del Polo turistico, siamo invece contrari a quello sportivo, che poi a Nicolosi e Linguaglossa non ha certo portato ricchezza diffusa”. Per il Comitato sviluppo Aetna nord ovest, rappresentato da Enzo Sgrò, invece, la realizzazione degli impianti da risalita per lo sci sono indispensabili. Alla fine si è deciso che l’architetto Luigi Longhitano organizzerà un tavolo tecnico assieme ai docenti per realizzare un’ipotesi di sviluppo turistico su questo versante che non escluda a priori la funivia, ed un piano particolareggiato della zona “C” pedemontana già esistente. Trovata la soluzione migliore, il progetto sarà redatto dal Prusst Valdemone, chiamato dai sindaci a diventare strumento tecnico operativo per lo sviluppo turistico del versante nord ovest dell’Etna.
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Sos-Parchi siciliani esprime sorpresa Il Coordinamento Sos-Parchi Siciliani, costituito da tutte le Associazioni ambientaliste, da Associazioni culturali e da tour operators di Catania. avendo appreso dagli organi di stampa della manifestazione organizzata per giorno 19 nel versante ovest dell'Etna nei confronti dell'Ars che «al momento ha accantonato la discussione sul disegno di legge Leanza-Fleres sulle nuove zone C all'interno dei Parchi siciliani», esprime la propria sorpresa per una iniziativa che non tiene conto dello stato del dibattito e che sembra ignorare la necessità di sfruttare, attraverso un confronto con il Parco, le possibilità di sviluppo del turismo ecocompatibile presenti sia nel decreto istitutivo del Parco sia nel Piano territoriale.
Protesta per i parchi Domenica 19 il Comitato sviluppo Aetna nord ovest. guidato da Enzo Sgrò, organizzerà una manifestazione ai bordi della Ss 284 per protestare nei confronti dell’Ars che al momento ha accantonato la discussione sul ddl Leanza-Fleres sulle nuove zone C all'interno dei parchi siciliani. La decisione è stata presa a seguito di un incontro a Maletto per discutere sul terzo polo, ma che ha finito per rivangare la mancata realizzazione del campo da golf 15 anni fa. (La Sicilia)
Riunione a Maletto per il terzo polo turistico «Terzo polo turistico»: il ddl rallenta, i sindaci s’infuriano La Regione siciliana tarda a discutere il disegno di legge Leanza-Fleres sulla nuova zona "C" nel versante nord ovest dell'Etna e il senatore Pino Firrarello, sindaco di Bronte, inizia una campagna informativa paese per paese su quanto chiesto e quanto fino a oggi sindaci e cittadini di questo territorio non hanno ottenuto. Non è solo questa la forma di protesta ideata dai primi cittadini che sostengono il progetto. Giuseppe De Luca, sindaco di Maletto, proporrà al suo paese un referendum per sottrarre il proprio territorio dal Parco dell'Etna. E' quanto hanno annunciato i due sindaci durante l'incontro tenutosi a Randazzo e promosso da Forza Italia cui oltre a Firrarello e De Luca hanno partecipato il sindaco di Castiglione di Sicilia, Salvatore Barbagallo, l'europarlamentare Giuseppe Castiglione e il presidente del comitato Sviluppo «Aetna-nord ovest» Enzo Sgrò. Tutti ospiti di Francesco Rubino, Ernesto Del Campo e Salvatore Rizzeri i primi cittadini hanno chiesto con forza l'approvazione del disegno di legge. "Il disegno di legge è alla Regione da dicembre ed ancora non si discute - ha affermato il senatore Firrarello - Noi continuiamo per la nostra strada, convinti di dover per forza costruire un futuro migliore per questa terra, futuro che passa attraverso alla valorizzazione dell'intero territorio e di tutte le sue peculiarità. Le strade vanno migliorate, le risorse architettoniche e storiche valorizzate ed insieme a questo vogliamo costruire o una funivia che passi anche sotto gli alberi o un trenino a cremagliera che porti il turista sull'Etna". "Siamo arrabbiati - ha aggiunto il sindaco di Maletto, Pippo De Luca - e proporremo ai residenti di Maletto un referendum affinché, dopo le esperienze un po' di tutti sulla burocrazia e la gestione del Parco dell'Etna, ci dicano se hanno voglia di rimanervi all'interno oppure no". [R. C., La Sicilia]
Primo timido accordo con gli ambientalisti Ronsisvalle: «Uniamo i fronti del si e del no in un unico Ctv» Raggiungono un’intesa i sindaci del versante nord dell’Etna e parte degli ambientalisti che si oppongono all’istituzione del terzo Polo turistico. Durante un incontro promosso dal sindaco di Bronte, sen. Pino Firrarello, alla presenza dei colleghi dei Comuni di Randazzo, Maniace, Castiglione di Sicilia e Maletto con il dott. Angelo Ronsisvalle, componente del comitato a difesa del territorio, entrambe le parti sono convenute sulle necessità di rendere il versante nord ovest fruibile ai turisti. Il problema è come raggiungere quest’obiettivo. Per Firrarello la soluzione è sempre la stessa: “Ribadisco – afferma - che non vogliamo costruire alberghi o ristoranti sull’Etna, ma soltanto una funivia che passi sotto gli alberi o fuori dai boschi o eventualmente un treno a cremagliera”. “E’ vero che questa zona – ha risposto il dott. Ronsisvalle - ha diritto a maggiori finanziamenti ed investimenti, ma non credo che la funivia rappresenti l’unica soluzione. Il territorio va fruito di più è vero, - ha continuato – ed ha ragione il sindaco di Maletto, Pippo De Luca, quando sostiene che i cancelli della Forestale debbano essere aperti. A questo punto allora uniamo i fronti del si e del no in un unico Ctv (Comitato per la tutela e la valorizzazione dell’Etna) cui faranno parte i sindaci e le persone comuni del territorio etneo, spogliate delle sigle delle associazioni e dei partiti, ed insieme ragioniamo sulle proposte da formulare per una legge di riordino dei Parchi in Sicilia”. L’idea è piaciuta ai sindaci, ma ha lasciato perplesso il presidente del Comitato Sviluppo Aetna nord ovest, Enzo Sgrò: “Non ho nulla contro il nuovo comitato – ha dichiarato quest’ultimo – ma è bene che si approvi il ddl Lenza Fleres, sulle zone “C” in questo versante”.
Il Parco? Un freno allo sviluppo del territorio (...) Sul tema dello sviluppo economico, abbiamo posto un'attenzione particolare al ruolo propulsivo del parco dell'Etna. Purtroppo, dobbiamo prendere atto che, oggi, questo è diventato un freno allo sviluppo del nostro territorio. Il presidente ed il Comitato tecnico-scientifico, sono diventati controparte degli interessi legittimi dei cittadini dell'area etnea. Perchè sulle Alpi, sulle Dolomiti, sugli Appennini, sulle cime montuose d'Europa si possono realizzare infrastrutture turistiche, siano esse funivie, seggiovie, alberghi, punti di ristoro e da noi non solo non si realizzano le opere anzidette, ma per di più si vara un piano territoriale che vieta le escursioni con più di 10 biciclette, le visite a cavallo con più di 10 animali, con la giustificazione che deturpano l'ambiente!!! Perchè tutto ciò? Nel mondo vengono sperimentate nuove politiche per la montagna, dove la presenza dell'uomo e le sue attività economiche ne costituiscono il perno. L'ambiente è il valore primario e lavoreremo sempre per la sua tutela, ma non possiamo dimenticare che va promossa anche un'azione significativa per la sua valorizzazione. (...) (sen. Pino Firrarello, sindaco di Bronte) DENUNCIA DEGLI AMBIENTALISTI Parchi in fallimento Palermo - «La vicenda del calendario con nudi femminili realizzato dal Parco dei Nebrodi è l'ultimo, sintomatico atto che rivela lo stato che attraversa la politica, anzi la non politica delle aree naturali protette in Sicilia». Inizia così la lettera che i responsabili regionali delle associazioni ambientaliste (Lipu, Legambiente, Cai e Wwf in testa) hanno inviato alle autorità regionali. «Negli ultimi anni - si legge nella durissima missiva - si è progressivamente affievolita l'idea del parco come poderoso strumento di conservazione del nostro patrimonio naturale e come elemento identitario delle comunità locali che poteva innescare un circuito virtuoso per promuovere uno sviluppo ambientalmente sostenibile e legato alla valorizzazione delle risorse naturali e culturali e delle attività tradizionali. I parchi stanno per scivolare in un gestionalismo fine a se stesso, inghiottiti nel vortice degli enti di sottogoverno, importanti per attribuire poltrone ed incarichi, trasformati in stazioni appaltanti di opere pubbliche ed erogatori di contributi per sagre paesane, con una mortificazione del loro ruolo istituzionale che si accompagna con situazioni di degrado ambientale e di attacchi al patrimonio naturale protetto. Da un lato condannati alla precarietà con presidenti mai nominati e commissari che durano nel loro incarico oltre ogni ragionevole motivo, senza direttori di ruolo ma con funzionari inviati dall'Assessore regionale al territorio di turno per pochi giorni alla settimana, con piante organiche sguarnite e concorsi mai banditi. Dall'altro, scandalosamente privi di un servizio di sorveglianza nonostante gli obblighi di legge a dotarsi di guardiaparco, sono continuamente aggrediti da piccoli e grandi abusi, dai fuoristrada che imperversano nei boschi, al bracconaggio, sino alle grandi opere come il recente nuovo metanodotto approvato illegittimamente dal parco dei Nebrodi lungo tutta la cresta altomontana in piena zona A di riserva integrale. Gli ammiccanti turisti attratti dal calendario dei Nebrodi che vorranno recarsi nei parchi siciliani non solo non troveranno avvenenti modelle tra i boschi, ma neanche sentieri e centri visitatori, anzi immobili e punti base per l'escursionismo da decenni ristrutturati con fondi pubblici e rimasti abbandonati. I dirigenti del Parco dei Nebrodi, che hanno manifestato soddisfazione per il fatto che così si è parlato del parco in tutta Italia e che il sito internet è stato preso d'assalto, verosimilmente alla ricerca di altre foto del genere, dimostrano di avere scambiato un parco per un villaggio turistico o per un luna park: sono fuori posto e fuori ruolo. Chiediamo al presidente della Regione la nomina dei presidenti dei Parchi dei Nebrodi e dell'Alcantara, per chiudere la stagione dei lunghi commissariamenti, la nomina dei direttori dei quattro parchi e un pronunciamento negativo del Governo regionale sul ddl sui poli turistici». Parco dell'Etna, Lombardo: «No alla mummificazione» "Sono contro la cementificazione selvaggia. Dico sì allo sviluppo del territorio quando questo è rispettoso dell'ambiente". Dopo avere avanzato ufficiale
richiesta all'Unesco perché anche l'Etna sia inserita fra i siti patrimonio dell'umanità, il presidente della Provincia regionale Raffaele Lombardo, puntualizza la sua posizione in merito al disegno di legge in discussione all'Ars firmato da due colleghi di coalizione – Leanza di Mpa e Fleres di Forza Italia - che immaginano due nuovi poli turistici, con impianti, parcheggi e strutture ricettive, nelle aree protette del Parco dell'Etna. "Dico no alla cementificazione selvaggia - spiega Lombardo - cosi come alla scelta di 'mummificare' il nostro Parco. Non credo che la realizzazione di alberghi possa nuocere al territorio ma solo se qualunque iniziativa sarà presa nel pieno rispetto dell'ambiente naturale, il nostro vero patrimonio". Rey Bondin chiede di difendere il patrimonio mondiale dell’umanità Etna, non stravolgere il territorio Oltre all'appoggio della politica, coinvolgere il mondo scientifico L'esperto maltese - che ha incontrato il presidente dell'Ente Concetto Bellia, il direttore Alberto Tinnirello ed alcuni componenti del Comitato Esecutivo e Tecnico Scientifico - ha estremamente apprezzato gli interventi di restauro del Monastero di San Nicolò La Rena a Nicolosi, sede del Parco, e di Villa Manganelli, a Zafferana Etnea. Rey Bondin, che ha voluto raccogliere il maggior numero possibile di dati e informazioni sul vulcano e sull'area protetta, ha confermato il suo ottimismo per il successo dell' iniziativa. «Siamo partiti con il piede giusto. - ha sottolineato - Ma adesso sarà determinante, oltre all'appoggio della politica, anche il coinvolgimento pieno della cultura, del mondo scientifico, dell' associazionismo. L'Etna ha già un significato universale e l' Unesco cerca simboli con visibilità mondiale. Questo territorio, io credo, è un buon esempio di come l'uomo abbia saputo fare bene la sua parte in uno scenario naturalistico straordinario. Ciò è molto importante perchè, per l'Unesco, il paesaggio culturale, quindi le attività dell'uomo nel territorio (l'agricoltura, i prodotti tipici, la pietra lavica) hanno forse più valore rispetto al paesaggio naturale, che in questo caso è caratterizzato dal vulcano e da tutto ciò che da esso discende». Il presidente del Comitato internazionale delle città e dei villaggi storici, alla luce delle precedenti esperienze ha anche spiegato che «in termini di ritorno, per i siti che vengono ben gestiti, l'inserimento nel Patrimonio mondiale Unesco ha sempre portato un incremento del venti per cento dell'afflusso turistico, in particolare del turismo culturale». L'assessore al Territorio replica. «Urlano solo perché ho eliminato alcuni privilegi» Gli ambientalisti: Regione latitante sulle riserve Palermo. (pab) Tanto marketing, poca sostanza. È il duro il giudizio degli ambientalisti sull'operato dell'assessore regionale Francesco Cascio, che allo slogan «Sicilia a misura di natura» ha fatto seguire ben poco, «anzi, sembrerebbe voler capovolgere la linea seguita (negli ultimi 25 anni». Per bocciare la politica ecologica di Palazzo d'Orleans ieri mattina nella sede del Wwf c'erano tutti, a cominciare dal presidente nazionale dell'associazione Fulco Pratesi e dal direttore Gaetano Benedetto. Con loro i rappresentanti di Legambiente, Cai, Italia Nostra, Lipu, Amici della Terra, critici su questa legislatura agli sgoccioli e allarmati per il futuro. «Non una sola nuova riserva naturale è stata istituita; eppure per alcune, come quelle marine di Marettimo e Lipari, si è già in dirittura d'arrivo: perché non è stato portato avanti l'iter lasciando incompiuto il piano varato nel '91?», chiede Franco Russo del Wwf siciliano. Ma i timori sono legati soprattutto a ciò che si prepara, «l'attività legislativa sta intervenendo pesantemente sul territorio - ha spiegato Angelo Di Marca di Legambiente - La legge per i poli turistici nei parchi dell'Etna, dei Nebrodi e delle Madonie, in discussione all'Ars, è uno scandalo: azzera praticamente tutte le norme per la pianificazione e la tutela di aree finora protette». Per non dire di quella già approvata sul demanio marittimo. Gli ambientalisti inoltre denunciano «la precarizzazione delle riserve esistenti»; non mandano giù il «bando» per l'affidamento in gestione, che temono possa significare l'estromissione delle associazioni operanti a favore di altri soggetti ancora poco definiti. «Mancano i criteri di selezione», dice Di Marca, che sottolinea come il bando «riguarda solo le riserve affidate all'Università e alle associazioni, mentre nessuno verifica cosa succede nelle aree protette affidate ad enti pubblici. Eppure la Corte dei Conti aveva sollecitato un'indagine proprio su queste». «Urlano perchè gli ho abolito alcuni privilegi» è la risposta dell'assessore Cascio. Che replica alle accuse punto per punto e sul bando precisa che «verranno cambiati solo gli enti gestori che hanno operato male». Riguardo al ddl sui poli turistici, «è un'iniziativa parlamentare che non punta ad aggredire il territorio ma a realizzare strutture che creino sviluppo e occupazione, con grandissima attenzione verso l'ambiente», aggiunge. E ricordando che è assessore all'Ambiente da appena un anno rilancia: «Dov'erano questi ambientalisti quando il territorio veniva saccheggiato?». [Patrizia Abate, Giornale di Sicilia] «Attenti, si vuole declassare il Parco naturale dell'Etna» I soci dell'associazione Eurisko, composta da ex docenti ed ex alunni del liceo classico «Nicola Spedalieri» di Catania, nella seduta del giorno 16/01/2006 esprimono forte dissenso riguardo al disegno di legge sui poli turistici, in discussione all'Ars, e rivolgono a tutte le autorità responsabili, in particolare ai politici del governo della Regione Sicilia, la pressante richiesta di non cambiare la legislazione del Parco naturale dell'Etna. Declassare le aree a protezione integrale per promuovere la costruzione di nuovi impianti sciistici sui vari versanti del vulcano significherebbe la costruzione di nuove strade, funivie, ski-lift, alberghi ed altro, che porterebbero alla distruzione totale delle aree più integrate. L'aggressione dal vulcano è ormai costante e le sue pendici hanno oggi un ambiente naturale seriamente compromesso. Dato che si ritiene che l'esistenza di aree integre, con un alto livello di biodiversità, sia una necessità assoluta per la sopravvivenza umana, aree peraltro ormai estremamente rare nel continente europeo, si ha il dovere di evitare che esse scompaiano. I vari versanti dell'Etna rivestono anche un grande interesse scientifico per la loro flora e fauna e per le caratteristiche vulcanologiche: tutto ciò non può essere sottratto alle generazioni future solo per meriti e fini economici. Alla luce e di tali considerazioni l'associazione Eurisko auspica che l'Etna al più presto possa essere incluso tra i siti dell'Unesco quale Patrimonio culturale e naturale dell’Umanità, perché sia salvaguardato da quanti, politici e non, hanno a cuore la natura. [Prof. Salvatore Rossi - presidente Eurisko] «Il Vulcano, risorsa incompresa per lo sviluppo del turismo» Ho letto con molto interesse l'ottimo articolo del prof. Barletta (13 gennaio): Turismo in Sicilia tra sogni e delusioni. L'estensore si chiede: "sono loro - i governi di Roma - a non volerci migliori o siamo noi inguaribili masochisti a non volere migliorare?" A mio modesto modo di vedere la realtà che ci sta sotto gli occhi (mancato decollo del turismo sull'Etna), ritengo che la principale causa dell'insuccesso della politica fin qui portata avanti, sia da ricercarsi, principalmente, se non unicamente, nell'ottusità di volere considerare l'Etna, come patrimonio da sfruttare per un turismo legato essenzialmente al periodo invernale che, dalle nostre parti, è quasi privo di potenzialità effettiva, per molteplici ragioni che non sto ad elencare. E' mancato soprattutto uno studio approfondito riferito al valore intrinseco del Vulcano che, per la sua rarità ed unicità nel territorio, in senso assoluto, esprime una potenzialità turistica che nessun'autorità, (a cominciare dalla Provincia e dalla Regione) ha saputo o voluto focalizzare. «Etna e lo sci: rendere fruibile ciò che c’è già» Si continua a parlare di stazioni sciistiche sull'Etna, ma come si può proporre ancora di crearne delle nuove quando quelle esistenti sono l’esempio che su una montagna come1a nostra con condizioni metereologiche così variabili non potranno mai essere economicamente remunerative. I motivi sono evidenti e sotto gli occhi di tutti. Non si può paragonare il nostro vulcano alle stazioni del nord perché purtroppo da noi non ci sono le condizioni per praticare gli sport invernali in maniera regolare, le giornate sciabili sono un problema di vento, cenere vulcanica, scirocco, colate laviche, ghiaccio su strade vedi oggi sull’Etna, si contano sul palmo di una mano. Tutto ciò sul nostro amato vulcano è all'ordine del giorno ma penso pure che è ciò che lo rende veramente unico. Dove si può sciare accanto ad una colata lavica o su una pista di neve nera? L'Etna, poli sportivi invernali e turismo L'attività turistica connessa alla risorsa etnea è prioritariamente del tipo: a) ambientale di elevato livello di interesse, che si associa in parte agli aspetti sportivi dell'escursionismo; b) culturale, riferito ai diversi centri urbani di notevole rilevanza storica, dal notevole patrimonio di beni culturali; c) sportivo da innevamento. Le tipologie a) e b) della risorsa turistica etnea si allineano con quelli che caratterizzano le risorse di base della Sicilia in complesso. La tipologia c), evidentemente, è specifica dell'Etna. La risorsa turistica etnea determina un elemento di forte sinergia con le altre risorse turistiche della regione siciliana. Il turismo in Sicilia, quindi, risulta in parte legato alla presenza della risorsa etnea, e viceversa. |
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