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29 Marzo 2005 Versante nord ovest Etna, una legge per il terzo Polo La proposta presentata all'Ars da Leanza e Fleres. L’attesa di Bronte, Maletto e Randazzo Il dibattito sull'opportunità di un polo turistico anche nel versante nord ovest dell'Etna approda a Palazzo dei Normanni. I deputati regionali Lino Leanza (Udc) e Salvo Fleres (Fi) hanno presentato un disegno di legge per istituire l'area turistica anche nella parte del vulcano più generosa di vegetazione e di neve,accontentando le richieste del Comitato presieduto a Maletto da Enzo Sgrò che da tempo chiede di permettere la pratica dello sci da discesa sulle lave di Punta Lucia, e di tutta quella gente che chiede, nel rispetto della natura e dell'ambIente, di poter utilizzare il patrimonio naturalistico e ambientale dell'Etna a fini turistici. «Permettere ai turisti di fruire anche questa parte del vulcano credo che ormai sia diventato necessario. - ci dice l'on. Lino Leanza che è originario proprio di Maletto - Intendiamoci, non vogliamo togliere niente a chi come la gente di Nicolosi e Linguaglossa da tempo si occupa di turismo sull'Etna. Riteniamo solamente di dover dare un'opportunità in più ai turisti e a quanti nel versante nord ovest dell'Etna risiedono». Per la gente di Maletto, Bronte e Randazzo dove il Comitato per il terzo polo turistico ha riscosso i maggiori consensi una notizia importante che ufficializza il reale impegno della politica a livello regionale al riconoscimento delle proprie idee: «Non dimentichiamoci - continua Lino Leanza - che esiste già una volontà politica rivolta in questa direzione: non si piegherebbe altrimenti la scelta del presidente Raffaele Lombardo di istituire un assessorato provinciale sull'Etna o la presenza, nel primo piano territoriale della Provincia, dell'idea del terzo Polo turistico. Bisognava solamente passare alla fase operativa, per consentire la fruizione del vulcano tutelando l'ambiente». Leanza sottolinea come questo risultato sia il risultato del dibattito che la gente di questo territorio è riuscita a stimolare in questi anni, credendo nelle proprie idee così profondamente da sottoporle senza paura anche al giudizio dei più scettici. «Ringrazio l'on. Lino Leanza per aver presentato un disegno di legge per noi importantissimo. - ci dice il sindaco di Maletto, Giuseppe De Luca - Il fatto che il disegno di legge sia anche firmato da Salvo Fleres mi fa capire come sia l'intera coalizione di Governo a sostenere le nostre proposte». Adesso il disegno di legge Leanza-Fleres sarà sottoposto all'esame della quarta commissione regionale e se l'Assemblea dovesse accettare la proposta, entro la fine della legislatura questa potrebbe diventare legge. [La Sicilia]
La grande voglia di Etna da sostenere e regolamentare Non c’è solo l’assalto disordinato del weekend ma anche nuove iniziative come il progetto del «terzo polo turistico» Di questi tempi c'è tanta voglia di Etna. Forse troppa, dovrebbe dirsi, dal momento che ogni weekend si trasforma in un bollettino di guerra, con notizie di intasamenti sino alla paralisi della circolazione, incidenti dovuti ai soliti inesperti che si improvvisano «montanari» e persino rientri di fortuna a casa. Così Prefettura e Provincia sono dovute correre ai ripari (con un po' di ritardo) cercando di organizzare meglio i servizi delle forze dell'ordine e di protezione civile. Ma il bel manto di neve (che a dire il vero si sta un pò rarefacendo) che avvolge il nostro vulcano è un richiamo fortissimo, irresistibile per tutti, sciatori più o meno esperti, appassionati o semplici amanti dell'aria pura. E questa massa di persone che ogni fine settimana decide di trascorrere qualche ora sull'Etna, ovviamente va a mettere a durissima prova strutture e infrastrutture che perdipiù sono quelle che hanno subito l'ira del vulcano nel 2001 e 2002. […] Ma c'è, comunque - lo ribadiamo - tantissima voglia di Etna. Lo si capisce dal movimento che sì è creato per trovare nel versante di Bronte, Maletto, ,Maniace e Randazzo la sede per un «terzo polo» turistico (la Provincia ha recentemente annunciato di avere affidato l'incarico per uno studio di fattibilità e di compatibilità). Lo si capisce dal fatto che domani sul nostro vulcano ci saranno gare di fondo (versante Nicolosi) e di sci alpino (Linguaglossa). E poi ancora dalla notizia che - per contratto sottoscritto fra Parco dell'Etna e società che si è aggiudicata l'appalto - entro il 10 luglio (ma in giro si dice che il «lieto evento» avverrà a Pasqua) riaprirà il Grande Albergo dell'Etna, una struttura che prima ancora che di turismo sa di storia e di magici ricordi per tante generazioni di catanesi. Insomma ci sì muove su vari fronti, magari in maniera disarticolata ma con un unico obiettivo: tornare a fruire dell'Etna. E non sono solo i catanesi a sentire questo richiamo affascinante, basti vedere quanta gente giunge sul vulcano dalle altre province dell'isola e quanto interesse vi sia dappertutto. Ma, adesso, vista la situazione si pongono sul tappeto i soliti problemi, quelli di sempre: per esempio un coordinamento migliorare fra le strutture e i servizi dei due versanti (e, chissà, in futuro anche del terzo), in modo da poter assicurare certezze - e non ipotesi - soprattutto a chi viene da oltre Stretto per trascorrere qualche giorno o qualche settimana. Ancora ci si affida alla buona volontà degli operatori (messi a durissima prova dagli ultimi eventi sismici e vulcanici) ma per l'Etna si deve «studiare» un pacchetto che sia tutto basato sulla fruizione della montagna in senso lato: innanzitutto dal punto di vista ambientale (e quindi sciistico) ma subito dopo anche da quello culturale e, non ultimo, quello enogastronomico. Solo adesso (ma in Trentino lo fanno da almeno quindici anni) si sta riuscendo a «legare» i castelli presenti sul territorio etneo in un «unicum». Soltanto adesso bed & breakfast fanno la loro comparsa, soltanto adesso i prodotti della nostra terra (per tutti il pistacchio) cominciano- ad affermarsi sul mercato. Siamo in ritardo, come sempre, e scontiamo i nostri soliti peccatucci (indolenza e superficialità soprattutto) ma i mezzi per vincere la difficile partita sul terreno di gioco del mercato turistico, ci sarebbero tutti. [Alberto Cicero, La Sicilia] -Nella foto la Littorina della Circum attraversa, ai piedi dell'Etna, la Contrada Difesa a Bronte-
PROVINCIA Circumetnea, un progetto per la viabilità sul vulcano Avviato uno studio di fattibilità Il futuro dell'Etna passa attraverso la Circumetnea, il treno che dal 1895 collega Catania a Riposto attraversando moltissimi comuni del vulcano. È una delle soluzioni a basso impatto ambientale - e per di più già esistente - per rendere più scorrevole la mobilità ed i flussi turistici sulla montagna. L'argomento era all'origine dell'incontro di martedì scorso organizzato dall'assessore provinciale alle Politiche di valorizzazione dell'Etna, Orazio Pellegrino, con gli amministratori dei comuni interessati e il Parco dell'Etna. Obiettivo della riunione era quello di mettere a punto un Piano di sviluppo del versante Nord-Ovest: lo studio di fattibilità è già stato affidato a una società di Torino. "Della riunione - dice l'ingegnere Sergio Festa, direttore generale della Fce, Ferrovia Circumetnea - ho appreso dalla televisione ma non possiamo che sentirci coinvolti manifestando interesse allo sviluppo del territorio etneo. Confido in ulteriori incontri con la Provincia". Durante la riunione è stato messo l'accento sulle vie di accesso al vulcano e la connessione con porti e aeroporti ipotizzando interventi di "turismo sostenibile". La Fce intanto, è già al lavoro. Sarà firmato a breve un protocollo d'intesa con cui RFI (Rete Ferroviaria Italiana) cederà la tratta dismessa Alcantara-Randazzo. "E' una zona di grande rilievo paesaggistico - sottolinea Festa - che noi della Circum vogliamo prendere in carico". (cagr, Giornale di Sicilia)
Etna, piano di sviluppo del versante nord ovest Le risorse naturali potranno produrre sviluppo turistico solamente se gli interventi di promozione saranno opportunamente organizzati in una visione di insieme. A questo scopo l'assessore provinciale alle Politiche di valorizzazione dell'Etna, Orazio Pellegrino, ha organizzato un incontro per predisporre, assieme ai Comuni ed al Parco dell'Etna, un Piano di sviluppo del versante nord-ovest. Lo Studio di fattibilità prenderà in esame l'area che comprende 27 comuni, con una popolazione di circa 320 mila abitanti. Saranno analizzate e valutate le condizioni della domanda e dell'offerta, i beni e i servizi turistici, gli aspetti organizzativi e le competenze, il quadro delle risorse finanziarie attivabili, il rapporto finale, redatto dalla società torinese Itaca, definirà le linee di intervento soprattutto nell'ambito dei servizi di trasporto locale interurbano, così come previsto dalla legge regionale 9/86 (titolo III) che riconosce alle Province le competenze in merito alla predisposizione del Piano territoriale provinciale. (Fonte: Gazzetta del Sud) TURISMO E SVILUPPO. Promosso dalla Provincia uno studio sul futuro delle aree comprese fra Maletto, Maniace, Bronte e Randazzo Il «futuro» dell'Etna si trova a Nord–Ovest Etna e turismo, Etna e sviluppo. Binomi appannaggio, finora (fortunatamente), di Nicolosi e Linguaglossa. Da domani, però, il futuro dell'Etna potrebbe legarsi anche al versante Nord-Ovest, ovvero a quell'area ricadente nei Comuni di Bronte, Maletto, Maniace e Randazzo. Per questo l'assessore alle Politiche per l'Etna, Pellegrino, ha riunito politici, tecnici, amministratori e rappresentanti delle vocazioni del territorio. Un punto di partenza concreto culminato con l'incarico alla «Itaca srl».di Torino (la stessa impegnata nel rifare il look del Sestriere) di uno studio di fattibilità per la progettazione di un Piano integrato. E' partita dall'assessore provinciale alle Politiche per l'Etna Orazio Pellegrino, l'idea di mettere a confronto politici, tecnici, amministratori e rappresentanti delle vocazioni di un territorio, il versante Nord-Ovest dell'Etna, che da tempo punta a colmare il «gap» che separa questo versante, ricco di risorse naturali, paesaggistiche e culturali, dai più noti di Nicolosi e Linguaglossa. L'idea dell'assessore provinciale e del suo staff, tra cui l'ing. Vanni Calì, dirigente del Dipartimento pianificazione, infrastrutture e trasporti, è stata oggetto di un incontro, svoltosi ieri, cui hanno preso parte l'on. Nino Leanza; il presidente del Consiglio provinciale, Pagano; i consiglieri provinciali, Germanà, Gullotto e Valastro; il presidente di Itaca srl, Torre; il vice presidente Ufta, Bevacqua; l'ing. Di Paola, sovrintendente tecnico del Parco; i sindaci di Maletto, Giuseppe De Luca; di Maniace, Emilio Conte; l'assessore all'Urbanistica di Randazzo, Maccarrone; il presidente del comitato «Etna nord-ovest», Sgrò; Nunzio Parrinello e molti altri amministratori e tecnici dei quattro comuni interessati. Dall'incontro è emersa l'esigenza di un Piano di sviluppo del versante Nord-Ovest dell'Etna. Come primo atto verso questo obiettivo la Provincia - ha annunciato Pellegrino - ha assegnato l'incarico alla società Itaca srl di Torino, (la stessa impegnata nel rifare il look del Sestriere) di stilare uno Studio di fattibilità per la progettazione di un Piano Integrato Territoriale (Pit) relativo alle aree di sviluppo comprese nei comuni di Maletto, Maniace, Bronte e Randazzo, ma a quota inferiore ai 1.000 metri. Lo studio analizzerà il sistema viario che collega l'Etna con gli altri poli di attrazione turistica siciliani e con le grandi infrastrutture (porto, aeroporto, autostrade) e dovrà definire le linee di intervento nell'ambito dei servizi di trasporto locale interurbano. «Verrà studiato - ha spiegato l'assessore Pellegrino - il modo per rendere più scorrevole il flusso turistico, utilizzando anche sistemi di trasporto già esistenti e a basso impatto ambientale, come la Circumetnea. Occorre però partire dalla definizione del quadro di sviluppo complessivo del sistema Etna, in cui si inquadra anche lo sviluppo del versante nord ovest». «Questa iniziativa - ha affermato l'on. Leanza - è importante per il versante Nord-Ovest che ha attrazioni straordinarie e può essere valore aggiunto per tutto il sistema turistico dell'Etna, Mi farà carico di presentare un disegno di legge a sostegno delle comunità locali che hanno dimostrato di credere in questo progetto. [Marisa Mazzaglia, La Sicilia] Terzo polo: richiesta di incontro Il sindaco di Maletto, Giuseppe De Luca, facendosi portavoce delle richieste dei componenti dei due comitati "Sviluppo Aetna nord ovest" e "I figli dell'Etna", ha chiesto all'assessore regionale al Territorio ed Ambiente, Francesco Cascio, di essere ricevuto insieme ai due comitati, per portare a conoscenza della Regione il disagio dei suoi concittadini nel non poter investire in agricoltura e turismo: "La stragrande maggioranza dei 4.200 residenti, - scrive De Luca nella richiesta - che vive di agricoltura e pastorizia, attraversa nell'ultimo periodo enorme difficoltà di carattere economico e occupazionale, dovuto soprattutto alla errata interpretazione della legge e dei regolamenti attuativi sul Parco dell'Etna, spesso penalizzanti per attività, rispettose dell'equilibrio naturale, che si vogliono intraprendere". Alternativo a Linguaglossa e Nicolosi, completerebbe l'anello attorno al vulcano ”Aetna nord ovest, firme a favore del terzo polo turistico Il 2005 si apre con una nuova iniziativa del comitato «Aetna Nord Ovest», che da tempo si batte per la realizzazione di un polo turistico nel versante ovest dell'Etna, che permetta di praticare lo sci da fondo e non solo. Un polo alternativo a Linguaglossa (versante nord) e Nicolosi (sud) e che potrebbe completare l'anello attorno al vulcano. Il coordinatore del gruppo di Maletto, Enzo Sgrò, ha riunito i sostenitori del comitato, annunciando l'inizio di una sottoscrizione di firme a supporto di un disegno di legge di iniziativa popolare da presentare alla Regione [...] All'ultimo incontro ha partecipato anche il sindaco di Maletto, Giuseppe De Luca, impegnato da tempo nella ricerca di consensi a questa idea di sviluppo del comprensorio. [...]
Terzo «polo» turistico, a breve raccolta di firme Riprende il lavoro del Comitato "Aetna nord Ovest" che chiede con forza l'istituzione di un Polo turistico nel versante nord dell'Etna, che permetta di praticare lo sci da discesa. Il coordinatore del gruppo di Maletto, Enzo Sgrò, ha riunito i sostenitori del comitato che hanno deciso di iniziare la raccolta di firme per un disegno di legge di iniziativa popolare da presentare alla Regione: "E' arrivato il momento di agire. - dice Sgrò alla fine della riunione - Domenica 6 febbraio cominceremo da Maletto a raccogliere le firme, dimostrando alla Regione siciliana che a volere il terzo polo non sono in pochi, ma un intero territorio soffocato dalle restrittive norme del Parco dell'Etna. Dopo di che - continua - ci sposteremo nella provincia di Catania ed in tutti i principali Comuni della Sicilia, così la Regione sarà costretta ad affrontare seriamente la nostra richiesta". Il Comitato chiaramente ha anche pronto il testo da sottoscrivere ovvero il disegno di legge che spiega come l'istituzione del Polo turistico "contribuirebbe ad aumentare e accrescere le opportunità occupazionali della zona e creerebbe, in sinergia con i due poli turistici esistenti dei Comuni di Linguaglossa e Nicolosi, una migliore distribuzione del flusso turistico". All'incontro ha partecipato anche il sindaco di Maletto, Giuseppe De Luca: "Purtroppo - ha dichiarato - dobbiamo evidenziare la totale inerzia da parte degli Enti sovracomunali che non hanno mai pensato di realizzare uno studio per la valorizzazione delle vaste risorse ambientali di questa parte del vulcano ai fini dello sfruttamento turistico. Un immobilismo che alla fine ha provocato la nascita a Maletto addirittura di due comitati che chiedono la modifica del decreto istitutivo del Parco. Il Comune insieme con loro chiederà un incontro con l'assessore regionale al Territorio ed Ambiente". [La Sicilia]
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CONFRONTO FRA PARCO E UNIVERSITA' E ZOOLOGIA Verso il «dop» dell’Etna Potrebbe veder presto la luce un marchio dell’Etna per i prodotti tipici locali, utilizzabili magari nell’ancora inattivo Grande Albergo dell’Etna in cui “si dovranno trovare prodotti realizzati in prevalenza all’interno del Parco”. Sono due fra le tante proposte venute fuori da quello che il Presidente del Parco dell’Etna Cettino Bellia ha definito un momento di concertazione tra l’ente e il mondo universitario svoltosi nel salone del Museo di Zoologia, presso ilo Dipartimento di Biologia Animale “Marcello La Greca”. ”Di recente è stato varato un regolamento di fruizione del Parco - spiega Bellia - e abbiamo in cantiere molti progetti che valorizzeranno, senza dubbio, questa grande risorsa che la nostra provincia possiede". Si parla, infatti, di un sistema di sentieri, della promozione di attività agricole, della ristrutturazione di alcune cave all'interno del Parco. Per quanto riguarda l’autofinanziamento, invece, Bellia si è detto perplesso: “Noi possiamo governare, ma non gestire. I ticket serviranno soltanto per fornire servizi. Dobbiamo avere l’intelligenza di sfruttare il territorio per creare economia”. A riguardo interviene il vice presidente di Federparchi Angelo Messina, direttore del Cutgana, il centro interfacoltà dell’Università: “Vanno recuperate le- masserie, riscoprendo le attività che si svolgevano al loro interno e promuovendo tutte le attività locali”.
MA IL FRONTE DEL «SI’ ALLO SCI» RESTA COMUNQUE COMPATTO In alternativa all’ipotesi di realizzare piste da sci Ancora un progetto di sviluppo turistico Proposto dall'Associazione "Etna vive" un sistema integrato di fruizione del territorio dell'Etna Nord-ovest E’ la primavera a riproporre la discussione sulla valorizzazione dell’Etna ai fini turistici. Sciolta la neve, che in molti vorrebbero utilizzare per praticare lo sci da discesa, i sentieri del Vulcano più alto d’Europa, nel versante più ricco di vegetazione, sono diventate meta di turisti. Così l’associazione ambientalista catanese “Etna vive” il primo maggio ha non solo ammirato le bellezze ambientali che la Città delle Fragola offre, ma proposto all’Amministrazione comunale guidata dal sindaco, Giuseppe De Luca, un progetto turistico alternativo che, vedendo abbandonare l’ipotesi di realizzare le piste da sci, intenda valorizzare boschi e sentieri, offrendo dei servizi che in verità fino ad oggi mille divieti hanno impedito di realizzare. Nel progetto sono individuati alcuni obiettivi come: “l’ampliamento ed affidamento in gestione a privati dell’ex casermetta di monte Spagnolo e del rifugio forestale di Monte Scavo e l’accesso motorizzato (e qui "Etna viva" propone un idea innovativa) sino al limite delle nevi, e comunque al di sotto del limite della zona A, in modo da consentire un comodo accesso ai percorsi di sci da fondo. Per realizzare ciò - secondo il Consiglio direttivo dell’Associazione - si dovrebbe creare un sistema coordinato per la valorizzazione delle discipline invernali alternative allo sci da discesa, come la “battitura” dei percorsi per lo sci da fondo, permettendo l’accesso al “gatto delle nevi” fino ai rifugi sopra indicati una volta ampliati e per finire la realizzazione di percorsi nei pressi dei rifugi da percorrere con le racchette”. In effetti, "Etna viva" non si ferma solo a quanto già descritto. Propone ancora un sistema integrato di fruizione del vasto patrimonio naturale puntando a migliorare la ricettività nei rifugi montani, a realizzare dei percorsi per mountain bike nella vasta zona semipianeggiante che si trova a monte di Maletto e nel dintorni di monte Minardo, permettere a dei carri trainati da cavalli di far effettuare delle passeggiate lungo la pista altomontana, la realizzazione di un campo da golf e di sentieri tematici, entrambi già in progetto. Idee bellissime, insomma, ma fino ad oggi irrealizzabili in quanto i robusti cancelli dell’Azienda foreste demaniali hanno impedito a qualsiasi mezzo non autorizzato ad addentrarsi quotidianamente dentro il Parco dell’Etna, negando in pratica l’organizzazione dei servizi che il turista che paga e lascia economia vuole trovare. FA DISCUTERE IL PROGETTO DEL TERZO POLO TURISTICO Sciatori sul vulcano, valanga di polemiche Il comitato Sviluppo Etna vuole costruire nuovi impianti sul versante nord-ovest. Ma molti si oppongono Da una parte c'è un comitato che si chiama «Sviluppo Etna», dall'altra 160 tra docenti e ricercatori universitari che hanno appena firmato un appello. Pomo della discordia, la realizzazione del cosiddetto «terzo polo turistico», quello cioè che dovrebbe far nascere impianti sciistici e strutture alberghiere sul versante nord-ovest del vulcano, dalle parti di Punta Lucia: terzo polo rispetto a quelli di Nicolosi e di Linguaglossa. In prima fila nel comitato ci sono i comuni di Bronte, Maletto, Maniace e San Teodoro, pronti a dimostrare che proprio il fronte nord-occidentale è quello per vocazione più adatto allo sci, visto che è al riparo dai raggi primaverili e che la neve resiste fino ai primi giorni di aprile. Peccato che ci siano di mezzo una pineta e una zona A, cioè di riserva integrale. Un bene che, secondo gli studiosi, sarebbe irrimediabilmente compromesso con la realizzazione del terzo polo. Presenti i sindaci di Bronte e Maletto Terzo Polo: Il Comitato incontra i docenti Si è svolto a Catania, presso la sala conferenze della Cisl intitolata al sindacalista randazzese “Peppino Bonaventura”, l’incontro fra i docenti universitari e le organizzazioni sindacali ed i rappresentanti del Comitato Sviluppo Aetna nord ovest, che punta a far praticare lo sci da discesa nel versante nord ovest dell’Etna. Enzo Sgrò, Benedetto Lazzaro e Daniele Sindoni insieme con i sindaci di Bronte e Maletto, Salvatore Leanza e Giuseppe De Luca, e gli assessori La Ruota e Amato di Randazzo, moderati dal sindacalista Gaetano Camarda ed introdotti dalla professoressa Maria Teresa Vinciguerra hanno dibattuto l’argomento con i docenti ed i sindacalisti contrari all’iniziativa. La proposta: “Realizzando degli impianti di risalita per lo sci - ha dichiarato Enzo Sgrò - amplieremo l’offerta turistica in tutta l’Etna. Oltre a ciò, si creerà lavoro in una terra abbandonata che denuncia gravi indici di spopolamento. Vista l’orografia del territorio poi e la permanenza della neve fino a primavera sarà possibile realizzare impianti a fune alta a bassissimo impatto ambientale per un turismo destagionalizzato. Gli alberghi li realizzeremo nei centri storici”. Le perplessità dei docenti: Per il prof. Carmelo Monaco le zone interessate sono soggette all’apertura di fratture vulcaniche e quindi pericolose, mentre per l’economista Pier Luigi Catalfo gli impianti da sci porterebbero ricchezza ad un solo imprenditore, gli altri raccoglierebbero le briciole. Per la prof.ssa Angela Maccarrone bisognerebbe puntare sul turismo ambientale facendo conoscere le unicità del territorio. Ma il dito sulla piaga lo hanno posto i prof. Pietro Alicata e Nino Messina: “E’ vero - ha affermato Alicata - il Parco non ha premiato le vostre peculiarità, ma per favore non creiamo un altro mostro come quelli di Linguaglossa e Nicolosi”. “Le popolazioni - ha replicato il secondo - sentono i disagi delle promesse non mantenute da parte delle aree protette”. Di diverso avviso il prof. Angelo Ronsisvalle: “Le leggi ci sono - ha affermato - voi non ne avete saputo approfittare. Chi propone la legge d’iniziativa popolare lo fa per scavalcare i comitati scientifici”. La risposta: “Nelle vostre considerazioni - ha risposto l’assessore di Maletto, Nicola Azzarello - c’è molta teoria e poca pratica. Noi non vediamo tutta questa massa di turisti ambientalisti arrivare a piedi sui sentieri dell’Etna portando economia. Sentiamo invece la vostra ostilità sulla nostra proposta, che è fatta da gente che l’ambiente lo ha saputo salvaguardare anche senza il Parco. Costatiamo, inoltre - ha continuato - il vostro silenzio nei confronti del cemento buttato senza alcun rispetto nei versanti di Linguaglossa e Nicolosi”. I sindaci: “Bisogna parlare di pianeta Etna. - ha affermato il dott. Salvatore Leanza - La neve non pagherebbe e quindi bisogna puntare sul turismo naturalistico e rurale. Le leggi ci sono dobbiamo farle rispettare e metterle in atto”. “Tutti debbono fare autocritica - ha ribadito De Luca - perché il Parco, prima della nomina del presidente Bellia, ha offeso le nostre peculiarità, autorizzando, per esempio, una pista di sci da fondo lontana 5 chilometri dai cancelli dell’Azienda foreste demaniali. Come dire: non la raggiungerete mai. Per la verità con Bellia - conclude - le cose stanno cambiando”. La proposta finale: Alla fine i docenti hanno chiesto al Comitato ed ai sindaci di firmare un documento dove “riconoscendo che le finalità del Parco dell’Etna non sono state pienamente realizzate ci si impegna a promuovere iniziative per consentire una migliore fruizione di tutti i versanti” precisando che la zona A debba essere tutelata da qualsiasi alterazione”. Il sindaco di Bronte ha subito firmato, gli altri no. Il dibattito comunque rimane aperto come la collaborazione fra le parti. Alla fine, infatti, l’unico vero nodo da sciogliere è rimasto quello della realizzazione o meno degli impianti di risalita per lo sci da discesa, per il resto i docenti dell’Università di Catania sono concordi con il Comitato sviluppo Aetna nord ovest sulla necessità di dover sviluppare un territorio che della presenza del Parco dell’Etna ha avuto tanti vincoli e pochi vantaggi.
«Una seggiovia non deturpa l’Etna» Randazzo: Il sindaco firma il documento dei docenti pur ritenendo possibile la realizzazione dell’impianto di risalita Il sindaco di Randazzo, Agati, si dichiara a favore della realizzazione di una seggiovia che apra ai turisti il versante nord ovest dell'Etna, contemporaneamente però firma il documento che il «Comitato per la per la difesa dell’integrità del versante nord ovest dell’Etna», costituito dai docenti dell’Università di Catania, ha proposto durante l'incontro catanese con i presentanti del Comitato «Sviluppo Aetna nord ovest», opponendosi all'istituzione di una zona «C» altomontana nel versante nord ovest del vulcano. Per il sindaco, infatti, il testo del documento non precluderebbe la possibilità di realizzare impianti di risalita che permettano di far praticare lo sci nel versante nord ovest, né tanto meno le frasi del documento tanto contestate: «la zona A (riserva integrale) dell'area nord ovest … va preservata da qualunque modifica o alterazione. La fruizione turistica va incentivata nel rispetto della normativa esistente e del Piano territoriale», impedirebbero di far realizzare la tanto richiesta seggiovia. «Io ritengo, - ci dice il primo cittadino di Randazzo - e sono fermamente convinto, che l’integrità del versante nord ovest dell'Etna non debba essere alterata. Questo però non significa affatto che alcuni interventi, che non presuppongono trasformazione, non possano essere effettuati. A mio avviso le piste da sci possono essere costruite, purché la struttura del vulcano non venga modificata. Ritengo che la realizzazione della seggiovia non con contrasti con la salvaguardia dell'ambiente, anzi, come in tanti altri posti, si pone a difesa dello stesso». I docenti però, hanno dichiarato di opporsi alla realizzazione della seggiovia perché i lavori e gli stessi impianti sarebbero pregiudizievoli per la salvaguardia dell'ambiente. E poi: l'attuale decreto istitutivo del Parco, in zona A, consentirebbe di costruire qualcosa? Il sindaco però rimane fermo nella sua posizione, facendo intendere che, se realmente ecocompatibile, la realizzazione di strutture sia possibile. «Io non ho partecipato alla riunione a Catania, - replica Agati - ho solamente letto questo documento che mi sento di sottoscrivere, perché non chiude la porta a qualsiasi intervento ecocompatibile». La firma fa sì che adesso siano due i sindaci che concordano con i docenti dell'Ateneo catanese. Oltre ad Agati, infatti, il documento è stato firmato al momento della presentazione dal sindaco di Bronte, Leanza. [Gaetano Guidotto, La Sicilia] Il comitato ribatte alle accuse di chi si oppone alla proposta di installare sul terzo lato dell'Etna impianti sciistici e strutture alberghiere. In ballo c'è un progetto di legge Bronte, il polo turistico della discordia «Non intendiamo abbattere gli alberi» Continua senza tregua il dibattito «Terzo Polo Sì - Terzo Polo No» e, come è oramai noto, la questione riguarda non i partiti politici ma i promotori del «Terzo Polo» turistico (versante nord-ovest dell'Etna) e i 160 docenti e ricercatori universitari fautori del «No». Che a breve si ritroveranno a contrastare anche un disegno di legge, promosso dal comitato del «Si». La scorsa settimana da queste pagine si era levata anche la voce della professoressa Maria Teresa Vinciguerra, che soprattutto sottolinea il timore di un ulteriore scempio per l'ambiente, e la sostanziale inutilità di un eccesso di attrezzature sciistiche. Gli «Utopisti del 3° Polo» per voce dei membri del comitato Enzo Sgrò, Benedetto Lazzaro e Daniele Sindoni con una lettera hanno precisato: «Dai docenti avremmo voluto consigli su come realizzare il progetto senza deturpare l'ambiente, no un'opposizione che ha il sapore di un campanilismo fra chi risiede nel versante nord-ovest e chi, lavorando ed abitando nell'area metropolitana ricca di opportunità e servizi, vuole venire qui solo per respirare aria pulita. Ribadiamo che noi siamo i primi a non voler inquinare, ma vogliamo poter offrire un avvenire ai nostri figli». Poi continuando: «Non è nostra intenzione abbattere alberi per le piste da sci, né cementificare o riempire d'asfalto il vulcano. Amiamo i nostri boschi, ne rimaniamo affascinati ogni qualvolta riusciamo a recarci nelle quote più alte dell'Etna, dove purtroppo abbiamo la possibilità di andare di rado, perché, come è noto il vulcano oltre una certa quota è chiuso da robusti cancelli che vietano l'accesso ai veicoli, permettendo il passaggio solo a piedi». Infine hanno lanciato la sfida: «Inizieremo una raccolta di firme per chiedere alla Regione siciliana di approvare il disegno di legge di iniziativa popolare per l'istituzione della zona "C" alto montana sul versante nord-ovest dell'Etna». Dei sindacati contraria la «Triplice», il si dell'UGL, lo conferma il coordinatore locale Giuseppe Di Mulo. [Luigi Putrino, Giornale di Sicilia] Nuovo polo turistico dell'Etna? «Sì, ma a basso impatto ambientale» Parla la prof Vinciguerra: «impianto di risalita per ogni comune è follia» «La legge istitutiva del Parco dell'Etna non è in conflitto con le leggi europee. Quello che vogliono fare gli altri invece sì. Il versante Nord-occidentale del vulcano è un “sito di interesse comunitario”, non vedo perché dovremmo ridurre la zona A di riserva ed eliminare i vincoli di tutela; perché dovremmo costruire nuovi impianti sciistici quando sull'Etna già esistono». Dunque l'Etna va bene così, senza toccare una virgola? Ma i comuni promotori del terzo polo turistico appuntano le aspettative di sviluppo sulla realizzazione di nuove piste, strutture di risalita... In che senso? Quali? Quale modello di turismo proponete in alternativa?
Un terzo polo turistico dell'Etna? I promotori ribadiscono: perché sì Il presidente dell'associazione dei comuni interessati replica ai 160 docenti Sulla presa di posizione dei 160 docenti e ricercatori universitari, firmatari di un documento contrario alla realizzazione del "3° Polo turistico", schierandosi "a difesa dell'integrità del versante nordovest dell'Etna", si sono presto pronunciati l’assessore del comune di Maletto Nicola Azzarello e Mario Bonsignore, presidente dell'Associazione dei comuni "Bronte-Maletto-Maniace-San Teodoro". Nella loro "lettera appello", a difesa del Parco dell'Etna, i docenti e ricercatori dell'Università, fra le varie motivazioni, ritengono che: "L' attuazione di un polo turistico implica la costruzione di corpose strutture turistiche e sportive nell'area che dall'abitato di Bronte si estende fino a Punta Lucia (a quota 2 mila 340 metri), attualmente in gran parte ricadente in un'area di riserva integrale". L'assessore Azzarello nella sua risposta ha precisato: "Mi chiedo quanti degli aderenti al documento conoscono il nostro territorio e quanti vengono in vacanza nei nostri paesi. Non basta firmare un "dotto documento", continua Azzarello, bisognerebbe anche vivere e conoscere ciò che si vuole difendere, cosa che purtroppo fanno solo i residenti. Invito gli aderenti al documento, a far turismo alternativo sul nostro territorio, così potranno ammirare e conoscere un versante dell'Etna a tanti ancora sconosciuto. Chi verrà troverà...neve da novembre ad aprile. Se sarà necessario modificare la legge istitutiva, che ben venga". Più approfondito il presidente dell'associazione dei comuni. "La modifica del decreto istitutivo del parco dell'Etna - ha detto Bonsignore - è necessaria per lo sviluppo turistico non solo dei comuni che chiedono il "terzo polo", ma anche di quelli che ospitano impianti e strutture”. Aggiunge Bonsignore: "Sicuramente bisogna rispettare l’ambiente, ma ciò non significa che non si possono realizzare strutture turistiche che lo rispettino e lo valorizzino. Da quando si discute di terzo polo turistico, nessuno ha mai parlato di "corpose strutture turistiche", se poi si giunge a negare anche la vocazione di questo territorio all'attività sciistica è veramente paradossale e in contrasto con le affermazioni, nel tempo fatte, da addetti ai lavori (sia imprenditori del settore, che sportivi)". Per il presidente dell'associazione dei comuni "è necessario un confronto per una soluzione che concili il rispetto della natura con l'esigenza di dare una svolta all'economia di quei comuni che ricadono nell'area interessata dal progetto. Il rifiuto dell'iniziativa senza confronto è senz'altro penalizzante. Un punto è certo: il decreto istitutivo del Parco va modificato per realizzare strutture rispettose della natura, del paesaggio e dell'ambiente". [Luigi Putrino, Giornale di Sicilia] I coordinatori dei comitati promotori : A gennaio raccolta di firme per un DDL di iniziativa popolare Sgrò, Lazzaro e Sindoni «Essere uniti e non divisi da preconcetti» In riferimento alla lettera dal titolo dal titolo «a difesa dell’integrità del versante nord occidentale dell'Etna, e firmata da tantissimi docenti dell’Università di Catania, riteniamo che l'argomento affrontato non possa essere liquidato semplicisticamente con delle affermazioni di principio senza i necessari approfondimenti finalizzati alla ricerca di un fare comune che consenta una equilibrata fruizione del nostro territorio e la contestuale crescita economica e sociale delle nostre popolazioni. Noi, infatti, non abbiamo assolutamente intenzione di deturpare l'ambiente e svilire i valori naturalistici e paesaggistici che danno senso all'esistenza stessa del Parco, ma intendiamo soltanto, nel rispetto dell'ambiente, valorizzare il nostro territorio al fine di rispondere alle legittime esigenze della gente che nel versante nord-ovest del vulcano vive e lavora, quando lavora. Perché qui il livello di disoccupazione cresce ogni giorno di più, e gli indici Istat ci dicono che, rispetto al precedente censimento, il numero della popolazione è diminuito anche a causa del nuovo fenomeno dell'immigrazione. Qui non è esagerato dire che ci troviamo di fronte allo spopolamento. Oltre a ciò ribadiamo che non è nostra intenzione abbattere alcun albero per strutturare le piste da sci, né cementificare o riempire d'asfalto il vulcano. Noi amiamo i nostri boschi, ne rimaniamo affascinati ogni qual volta che riusciamo a recarci nelle quote più alte dell'Etna, e purtroppo abbiamo la possibilità di recarci di rado, perché, come sappiamo tutti benissimo, il vulcano oltre ad una certa quota è chiuso da robusti cancelli che vietano l'accesso ai veicoli, permettendo il passaggio solo a piedi. Ribadiamo che noi siamo i primi a non voler minimamente inquinare la nostra aria, ma vogliamo anche poter offrire un avvenire ai nostri figli. Non abbiamo, infine, alcuna intenzione di parcellizzare le aree del vulcano, tant'è che fin dall'inizio abbiamo chiesto di collegare l'impianto di risalita del versante nord ovest con quello di Linguaglossa, creando il tanto auspicato «Sistema integrato dell'Etna» che aumenti l'offerta turistico con pari opportunità per tutti i versanti. Comunichiamo, inoltre, ai docenti universitari che difendono il decreto istitutivo del Parco dell'Etna, la nostra volontà di organizzare un dibattito pubblico che ci permetta di chiarire le nostre posizioni, nella speranza di arrivare ad un accordo comune, perché, sia per salvaguardare l'ambiente, sia per promuovere servizi che svegliano l'economia abbiamo bisogno di essere uniti e non divisi da preconcetti. Per finire, coscienti della forza della nostra idea supportata da tantissimi cittadini, a gennaio inizieremo la raccolta di firme che ci permetterà di chiedere alla Regione siciliana di approvare il disegno di legge di iniziativa popolare per l’istituzione della zona «C» altomontana del versante nord ovest dell’Etna”. Enzo Sgrò, Benedetto Lazzaro, Daniele Sindoni, Coordinatori dei comitati promotori di Maletto, Bronte e Randazzo Enzo Bonina Terzo polo e modifica del decreto istitutivo del Parco dell’Etna "Tutto può essere certamente realizzato nel pieno rispetto e salvaguardia dell’ambiente" Appare evidente come quest’ultimo aspetto debba essere invece particolarmente privilegiato, laddove, in una realtà come la nostra, il turismo potrebbe e dovrebbe costituire fonte principale di crescita socio-economica. Riveste in tal senso grande importanza l’iniziativa volta a creare un terzo polo turistico sul versante nord-ovest dell’Etna che si estende dalla periferia di Bronte a Punta Lucia, in una zona con caratteristiche logistico-ambientali sicuramente idonee alla nascita di impianti di risalita e di strutture turistiche che possano portare alla crescita economico-culturale di tutto il comprensorio, in sinergia, e non in contrapposizione, con i due poli già esistenti. Tutto ciò può essere certamente realizzato nel pieno rispetto e salvaguardia dell’ambiente, del territorio e del paesaggio, così come è possibile ammirare nell’intero arco alpino, dove migliaia di strutture turistiche convivono armoniosamente con l’eccezionale spettacolo offerto dalla natura. Si rende perciò necessario modificare in tale direzione il decreto istitutivo del Parco dell’Etna: ce lo aspettiamo un pò tutti, al più presto! Enzo Bonina, Consigliere Comunale di Bronte e Componente dell’Assemblea dell’Associazione Intercomunale di Bronte, Maletto, Maniace e San Teodoro. Mario Bonsignore Necessaria la modifica del decreto istitutivo del parco dell'Etna "La modifica del decreto istitutivo del parco dell'Etna è ormai necessaria al fine di consentire lo sviluppo turistico non solo dei comuni che chiedono il "terzo polo", ma anche di quelli che attualmente ospitano impianti e strutture. E' noto, infatti, che molti siciliani preferiscono altre mete per andare a sciare proprio perché le nostre strutture offrono poco. Lo scambio di opinioni su "terzo polo si", "terzo polo no", ha lo stesso sapore dell'antica disputa sulla nuova apertura di casinò che certamente ha portato vantaggi solo ed esclusivamente ad altri. E' sotto gli occhi di tutti lo sviluppo turistico di Malta a danno anche della nostra Sicilia. Nicola Azzarello Chi difende l’Etna? Come e chi difende il versante nord-occidentale dell'Etna? In riferimento al documento in difesa della legge istitutiva del Parco regionale dell'Etna promosso da alcuni docenti dell'Università di Catania, pubblicato sul vostro giornale il 28/12/2003, il sottoscritto in qualità di cittadino ed assessore comunale di Maletto (posizionato sul versante nord-occidentale dell’Etna, per chi non lo sapesse) sente il dovere di precisare quanto segue: Inoltre mi chiedo, e vi chiedo, quanti degli aderenti a tale documento conoscono il nostro territorio? Quanti di loro vengono in vacanza nei nostri paesi? Non basta firmare un "dotto documento", bisognerebbe anche vivere e conoscere ciò che si vuole difendere, cosa che purtroppo fanno solo i residenti! Invito gli aderenti al documento, di cui sopra, a far turismo alternativo sul nostro territorio, così potranno ammirare e conoscere un versante dell'Etna a tanti ancora sconosciuto. Chi verrà troverà ospitalità, cordialità, genuinità dei prodotti gastronomici e… neve da novembre ad aprile. Se per ottenere così tanto sarà necessario modificare la legge istitutiva, che ben venga! I sindacati Parco dell'Etna e lo sviluppo ecocompatibile Le segreterie provinciali unitarie di Cgil, Cisl e Uil sono contrarie alla realizzazione di un polo turistico sull'Etna Gino Mavica della Flai Cgil, in linea con i colleghi della «triplice», Concetta Raia, Gaetano Camarda, Paolino Pintabona, Nino Marino e Raimondo Cavallaio, è convinto anzi che questa discussione distragga dai veri problemi: «Molti parlano tanto del terzo polo turistico - esordisce Mavica - quando siamo testimoni del ritardo decennale nell'approvazione del piano territoriale, che è lo strumento per governare lo sviluppo eco-compatibile del Parco. Abbiamo verificato come gli ingressi al Parco siano spesso degli immondezzai e se non li rendiamo decorosi è inutile parlare di sviluppo ecocompatibile».
Centosessanta docenti scrivono una lettera-appello a difesa del Parco «Etna, il polo turistico è un errore» «Di fronte alle crescenti pressioni dirette a creare un terzo polo turistico invernale sul versante Nord-occidentale dell'Etna, modificando a tale scopo la legge istitutiva del Parco dell'Etna, sentiamo il dovere di esprimere la nostra ferma opposizione a questo progetto che rischia di compromettere gravemente un territorio unico nel nostro continente...». Comincia così la lettera-appello degli oltre 160 tra docenti e ricercatori dell'Università «a difesa dell'integrità del versante». «L'attuazione di un polo turistico implica - spiegano i firmatari - la costruzione di corpose strutture turistiche e sportive nell'area che dall'abitato di Bronte si estende fino a Punta Lucia (a quota 2 mila 340 metri), attualmente in gran parte ricadente in un'area di riserva integrale». Non solo. Secondo gli studiosi ci sono almeno tre ragioni per opporsi alle nuove opere. La prima: «L'Etna è già in gran parte urbanizzato: sette strade asfaltate si inerpicano oltre i mille 500 metri di quota; due strade sterrate ne raggiungono la sommità; due stazioni sciistiche, con una funivia, esistono da prima della costituzione del Parco nei versanti meridionale e nord-orientale. Un impatto di tale portata non si registra in alcuna montagna delle Alpi e il territorio di Santa Lucia e il versante nord-occidentale rappresentano l'unico lembo ancora incontaminato...». La seconda riguarda la validità della proposta stessa: «La scarsità, imprevedibilità e breve durata della neve, la presenza di continue attività effusive ed esplosive, quando non distruggono le strutture, rendono molto spesso la neve non sciabile...». L'ultima ragione, invece, riguarda «il rischio rappresentato dall'attività vulcanica», dove negli ultimi 50 anni diverse colate si sono riversate in quell'area. [Vi. R., Giornale di Sicilia] |
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