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ECONOMIA TURISTICA Maletto, malia per turisti i rifugi sull’Etna Il sindaco De Luca chiede alla Regione di far conoscere i lati «oscuri» del vulcano e creare il «terzo polo» «Pubblicizziamo al meglio le nostre risorse ambientali. Apriamo ai turisti i rifugi dell'Etna». E' l'appello che il sindaco di Maletto, Giuseppe De Luca, rivolge alla Regione siciliana, convinto più che mai che le bellezze del vulcano più alto d'Europa possano attirare quella massa di turisti che manca. «Attenzione - avverte De Luca - il nostro ambiente va salvaguardato, poiché rappresenta la nostra risorsa principale. Ma in quanti conoscono i pregi dei luoghi che circondano i nostri rifugi?» Il dibattito sullo sfruttamento del Vulcano ai fini turistici è aperto. Ne conviene anche il ministro allo Sviluppo e coesione territoriale Gianfranco Miccichè, ospite del senatore Pino Firrarello e dell'europarlamentare Giuseppe Castiglione, il quale si è reso conto che è necessario portare sempre più turisti sull'Etna. «Ringrazio il ministro - ha affermato De Luca - per aver ancora una volta fatto chiarezza sul terzo Polo turistico. Nessuno vuole cementificare o deturpare l'ambiente, ma sarebbe tuttavia giusto realizzare il Polo dell'Etna nord-ovest e non capiamo l'intransigenza di chi si oppone al progetto. Siamo d'accordo anche noi, infatti, che se accesso al vulcano debba esserci questo deve essere vigilato. Però dobbiamo consentire ai privati di poter anche offrire dei servizi, altrimenti la gente non verrebbe». Il versante di Maletto è uno dei più belli del vulcano, ricco di panorami e risorse naturalisti che, grazie al lavoro dei privati e dell'Azienda foreste demaniali, è rimasto intatto. Per raggiungerlo basta imboccare la strada rurale «Fontana murata» dalla statale 284; qui il bosco Maletto appare in ottime condizioni. Caratteristici i rifugi, e appena qualche centinaio di metri dal cancello della «Forestale», che impedisce l'ingresso alle auto, incontriamo le case Pappalardo a disposizione di chiunque voglia utilizzarle, basta fare una semplice richiesta all'Azienda forestale di Catania. All'interno gli appassionati escursionisti troveranno una cucina, un bel caminetto, tavoli a volontà. Il sacco a pelo è indispensabile per dormire la notte e godere delle meraviglie dell'alba. Da lì raggiungiamo il rifugio Monte Scavo, e ci sono tanti altri i rifugi da scoprire. Funghi poi, a volontà e qui non è difficile incontrare il profumatissimo porcino. Più in basso, vi sono i rifugi «Sciarelle» e «Trentasalme» dotati di tavoli rustici e barbecue per trascorrere un'intera giornata all'insegna della natura e sembrano fatti apposta per risvegliare l'economia turistica. [La Sicilia] I boschi di Monte Maletto OBIETTIVO TERZO POLO Il ministro allo Sviluppo e coesione territoriale, Gianfranco Miccichè, una giornata ospite del senatore Firrarello e dell'europarlamentare Castiglione alla «scoperta» del versante Nord-Ovest dell'Etna fra sviluppo economico, turismo e Circumetnea «Il paradiso perfetto del turismo» Il sindaco di Bronte, da sempre sostenitore del Terzo polo: «Fondamentale per lo sviluppo economico del territorio» Miccichè: «La Sicilia sta crescendo. Questo territorio non rimarrà indietro, statene certi». «Sono contro ogni tipo di demagogia messa in piedi da chi in nome della salvaguardia di tutto e a tutti i costi impedisce all'uomo di vivere e produrre. Non possiamo continuare a vincolare pesantemente il territorio» Lo sviluppo economico del territorio, la realizzazione di nuove strade e l'ammodernamento della Ferrovia Circumetnea saranno oggetto di discussione da parte del Governo centrale. A portare a Roma, sul tavolo del Consiglio dei Ministri, le richieste della gente che vive attorno l'Etna, ci penserà il ministro allo Sviluppo e coesione territoriale, Gianfranco Miccichè. «Ho cominciato a parlare dello sviluppo economico vero legato al turismo ed ai prodotti tipici attorno all'Etna - ci dice il Ministro - fin dal 2002, quando la furia del vulcano spazzò via Piano Provenzana. Secondo me bisogna trovare il sistema per far conoscere e visitare ancor di più e meglio questi posti, che emanano un fascino particolare, frutto di una forza della natura che spesso è distruttiva, ma che poi ci regala scorci mozzafiato. Sono stato fino in vetta e sono rimasto estasiato nel vedere questa distesa di sabbia vulcanica che rende tutto molto simile a un paesaggio lunare. Una meraviglia che dobbiamo far conoscere al mondo, consentendo l'accesso a più turisti possibili». Già, accesso al vulcano consentito solo da Nicolosi e Linguaglossa dove ci sono le piste da sci. Adesso però c'è chi vuole il terzo polo turistico anche sul versante nord ovest. Lei in proposito cosa ne pensa? Ministro, ma lei ha visto le nostre strade, le nostre Ferrovie. Si vede palesemente che non si investe da decenni. E certamente questo penalizza il decollo del turismo. Cosa proporrà in proposito al tavolo del Consiglio dei Ministri? Lei crede in questo progetto, che avrà necessità di notevoli investimenti da parte dello Stato? Parco dell'Etna. Soddisfazione del Presidente Bellia per la scelta della Commissione Ambiente dell'Ars, che ha scelto il metodo della concertazione per rivedere, alla ripresa dei lavori d'aula dopo le ferie estive, la Legge Quadro siciliana sulle aree protette. "Arrivare ad un testo di modifica della legge che sia condiviso e soddisfacente per tutti" Etna. È stata disposta l’ultimazione degli immobili che ospiteranno pure la scuola di sci Nicolosi, il Parco scommette sull’escursionismo Turismo sostenibile sul vulcano e strutture adeguate per gli escursionisti. Il Comitato Esecutivo dell'Ente Parco dell'Etna, proseguendo la sua azione volta ad una sempre più ampia fruizione sostenibile del territorio, ha approvato gli atti concernenti l'ultimazione dei lavori dell'immobile per l'escursionismo e scuola di sci di fondo, Punto base n. 7, in territorio di Maletto (importo 77.000 euro) e i progetti esecutivi di altri quattro "Punti base", strutture di accesso e divulgazione dei patrimonio naturalistico, scientifico e culturale del Parco espressamente previste dal Decreto Istitutivo dello stesso. I progetti approvati riguardano i lavori di riattamento della Casermetta di Piano dei Grilli, Punto base n. 6, in territorio di Bronte (importo finanziato 258.000 euro); il completamento delle Case Pietracannone, Punto base n. 16, in territorio di Milo (102.000 euro); il completamento e sistemazione esterna delle Case Lanzafame, Punto base n. 20, in contrada Cicirello, territorio di Trecastagni (l'importo di 455.000 euro è oggetto di una richiesta di finanziamento sui fondi Por 2000/2006); i lavori di recupero dell'immobile di contrada Cubania, Punto base n. 25, in territorio di Milo, che consentirà la realizzazione di 50 nuovi posti letto (505.000 euro). Soddisfatto, per le decisioni del Comitato Esecutivo, il presidente del Parco dell'Etna, Concetto Bellia, che è intervenuto anche in merito al recente dibattito, in seno all'Ars, sulla questione relativa alla fruizione dei Parchi in Sicilia: "Apprendiamo che la Commissione Ambiente dell'Assemblea Regionale Siciliana ha scelto il metodo della concertazione con gli Enti gestori per arrivare, alla ripresa dei lavori d'aula dopo le ferie estive, ad una rivisitazione delle Legge Quadro siciliana sulle aree protette, che risale al 1981. Molte cose sono cambiate da allora - continua il presidente del parco - e siamo perfettamente consapevoli, lo abbiamo sostenuto più volte in questi anni, che la normativa vada adeguata alle nuove esigenze di una maggiore fruizione e di una più ampia e concreta prospettiva di sviluppo, particolarmente sentite dalle popolazioni che vivono il territorio". Collaborazione tra parchi e comuni per un maggior sviluppo del territorio. "Riteniamo ed abbiamo sempre ritenuto - aggiunge il Presidente - che il pieno coinvolgimento dei Parchi con i loro organismi istituzionali (Consiglio del Parco, Comitato Esecutivo, Comitato Tecnico Scientifico) e dei sindaci dei Comuni che nei Parchi insistono, sia il metodo ideale per arrivare ad un testo di modifica della legge che sia condiviso e soddisfacente per tutti. Con questa convinzione - chiosa il presidente Concetto Bellia - ci dichiariamo fin da ora disponibili ad offrire la massima collaborazione del Parco dell'Etna, della sua struttura e delle sue competenze per questo percorso di rivisitazione della legge, che sarà certamente complesso". [S. Ma, Giornale di Sicilia]
Il Parco «apre» le sue porte, via ai lavori in 5 «punti base» I progetti esecutivi di cinque Punti base del Parco dell'Etna, «porte» di accesso e divulgazione del patrimonio naturalistico, culturale, storico e scientifico del vulcano previsti dalla legge istitutiva dell'Ente, sono stati approvati dal Comitato Esecutivo. Riguardano: i lavori di riattamento della Casermetta di Piano dei Grilli (punto base n. 6) in territorio di Bronte, (importo finanziato 258.000 euro, foto a destra); il completamento delle «Case Pietra-cannone», punto base n. 16 - Milo (102.000 euro); i lavori di recupero dell'immobile in contrada «Cubania» (Punto base n. 25) Milo (505.000 euro); il completamento dell'immobile destinato a punto base n. 7 per l'escursionismo e scuola di sci di fondo - Maletto (77.000 euro) ed il completamento e sistemazione esterna del punto base n. 20, in contrada Ciciriello, nel Comune di Trecastagni (l'importo di. 455.000 euro, è oggetto di una richiesta di finanziamento sui fondi Por 2000/2006). «Con l'approvazione di questi progetti -afferma l'ing. Agata Puglisi, dirigente tecnico del Parco - si fa un notevole passo avanti nel cammino relativo alla fruizione sostenibile del Parco, in tutti i suoi versanti. In particolare nel versante nord-ovest è previsto il completamento del punto base n. 7, in territorio di Maletto, che verrà dotato di arredi e di una riserva idrica, ed il recupero della casermetta di Piano dei Grilli, in territorio di Bronte, che sarà dotata di impianto fotovoltaico, di cisterna e di un recinto per il ricovero dei cavalli, in modo che la struttura possa essere utilizzata per l'attività escursionistica ed equestre». «Sul versante sud-est - continua l'ing. Puglisi - avvieremo il recupero ambientale dell'immobile di contrada Cubania che consentirà la realizzazione di 50 posti letto, ed il completamento delle «Case Lanzafame», in contrada Ciciriello, a Trecastagni». E non è tutto. Infatti, come conferma il direttore del Parco, Alberto Tinnirello «degli altri 25 progetti che il Parco ha presentato nell'ambito della Misura 1-11 del Por, ben 15 sono stati ammessi a finanziamento». Soddisfazione per la scelta della Commissione Ambiente dell'Ars, che ha scelto il metodo della concertazione per rivedere, alla ripresa dei lavori d'aula dopo le ferie estive, la Legge Quadro siciliana sulle aree protette, risalente al 1981, esprime il presidente del Parco dell'Etna, Concetto Bellia: «Molte cose sono cambiate dal 1981 ad oggi e siamo consapevoli che la normativa vada adeguata alle nuove esigenze di maggiore fruizione e di sviluppo. Riteniamo che il coinvolgimento dei Parchi, dei loro organismi istituzionali e dei sindaci dei Comuni che sui Parchi insistono, sia il metodo ideale per arrivare ad un testo di modifica condiviso e soddisfacente». [Marisa Mazzaglia, La Sicilia] Poli turistici a Bronte e Zafferana I geologi esprimono parere negativo «Assolutamente da evitare» Si conclude cosi la relazione sul rischio geologico nell'area altomontana etnea che due scienziati catanesi hanno consegnato nei giorni scorsi a Palermo alla Commissione ambiente dell'Ars, dove sono in corso le audizioni degli ambientalisti contrari alla creazione di due nuovi poli turistici invernali a Bronte e Zafferana. Gli studiosi sono Carmelo Monaco, docente di geologia dell'Università di Catania, e il vulcanologo Carmelo Ferlito. Tra i fattori di rischio il primo è quello legato alle eruzioni. «Centinaia - dicono i due scienziati - quelle dal 1971 ad oggi con colate persistenti fino alle basse quote. Come quella dei Monti De Fiore (tra i versanti di Bronte e Adrano) del 1974 con bocche eruttive a soli 1.400 metri. E quella del 1999 quando, tracimando dalla Bocca Nuova, il fiume di lava ha coperto in poche ore 1.500 metri di dislivello raggiungendo la zona di Monte Nunziata nel territorio di Bronte". Senza contare le colate di fango (tecnicamente lahar) dovute allo shock termico quando la lava si riversa su campi di neve. «Pericolosi- sottolineano - per le strutture e soprattutto per l'incolumità umana». Infine, il rischio sismico. «L'area in questione - dicono Monaco e Ferlito - è sede di faglie e di numerose fratture eruttive legate alla dinamica interna del vulcano e alle spinte delle masse di magma». [Carmela Grasso, Giornale di Sicilia]
AMBIENTE AGATI CONTRARIO «Terzo polo turistico», i Comuni sono divisi Maletto. (lpu) Dopo l'audizione presso la commissione «Territorio e ambiente» dell'Ars, il dibattito sul terzo polo turistico sull'Etna, ieri s'è spostato nella sala consiliare di Maletto, dove si sono ritrovati: comitato promotore, sindaci e assessori del comprensorio, associazioni ambientaliste, docenti universitari e componenti del comitato scientifico del Parco dell'Etna. Il sindaco di Maletto, Pippo De Luca, ha ribadito di non «voler cementificare e deturpare l'ambiente, il rispetto per la natura è nel nostro dna». Il primo cittadino di Randazzo, Turi Agati, invece, ha dissentito dalla previsione del disegno di legge di poter costruire sull'Etna, dicendosi propenso alle città-albergo. La professoressa Vinciguerra dell'Università, invece, ha precisato di non «avere nulla in contrario sullo sviluppo turistico dei comuni etnei e il parco già offre un patrimonio particolare. Le infrastrutture sconvolgerebbero tutto". Per la Lipu, Giuseppe Rannisi ha detto: "Bisogna creare strutture ricettive nei paesi e sviluppare la cultura dell'ospitalità». Intervenuti pure il consigliere di Maletto, Salvatore Barbagiovanni, e il consigliere provinciale Giovanni Germanà. Sulla risoluzione del conflitto fra chi si dice a favore e chi contro, tuttavia, non è emerso molto. [Luigi Putrino, Giornale di Sicilia] 15 Luglio 2005 RANDAZZO: TERZO POLO TURISTICO «Il Prusst valuterà le proposte per realizzare un progetto organico» Agati: «Subito una bozza del progetto del terzo Polo turistico, per meglio confrontarci con le associazioni ambientaliste e fornire alla Regione siciliana un documento su cui discutere» E' già al lavoro il Prusst che ieri ha ascoltato i Comuni ed i comitati a favore del disegno di legge Leanza e Fleres per la realizzazione dei due Poli turistici sull'Etna e di quello dei Nebrodi. Così alla fine i sindaci Salvatore Agati di Randazzo e Pippo De Luca di Maletto in conferenza stampa hanno comunicato quali saranno i compiti precisi del Prusst: "Al Prusst - hanno dichiarato - è stato dato mandato di raccogliere le proposte dei Comuni, individuare le macro-aree interessate dai Poli turistici ed il gap infrastrutturale che queste presentano. Individuare le iniziative, le strutture turistiche e le loro relative modalità d'insediamento. Ma soprattutto verificare la sostenibilità economico-finanziaria e della convenienza economica sociale dei 3 macrosistemi turistici, oltre alla loro verifica della compatibilità ambientale". MALETTO: RIUNIONE DEI COMUNI ADERENTI AL PROGETTO Terzo polo turistico, amministratori e ambientalisti a confronto Il confronto fra ambientalisti e sostenitori del disegno di legge Leanza Fleres sui poli turistici, tenutosi ieri sera a Maletto, non è servito a eliminare le polemiche. All'incontro hanno partecipato i sindaci di Castiglione di Sicilia, Salvatore Barbagallo (perché è possibile che il Comune alcantarino sia inserito nel disegno di legge), quello di Randazzo, Salvatore Agati, l'assessore di Bronte Vincenzo Sanfilippo, il sindaco di Maniace, Salvatore Pinzone, l'assessore di Sant'Alfio, Alfio Bonanno, il consigliere provinciale Ds Giovanni Germanà ed Enzo Sgrò del Comito sviluppo Aetna nord ovest. Con loro le prof. Nuccia Di Franco Lino, del Fondo siciliano per la natura, e Marisa Vinciguerra, rappresentante il comitato a difesa del territorio, e tanti ambientalisti ospiti del sindaco di Maletto, Giuseppe De Luca. «Saluto i rappresentanti di entrambe le posizioni - ha dichiarato De Luca - Dobbiamo però essere capaci di cogliere la verità per il bene del territorio. Noi sindaci non vogliamo il cemento, vogliamo solo utilizzare il patrimonio Etna ai fini turistici per evitare l'impoverimento del territorio». «Senza la Forestale, in questa zona - replica Agati - non ci sarebbe economia. Nessuno vuole deturpare l'Etna, ma creare meccanismi lavorativi all'interno del centro storici trasformati in città albergo». Poi gli interventi del consigliere di Maletto, Salvatore Barbagiovanni, che ha sottolineato come ormai sia impossibile sull'Etna anche praticare l'agricoltura e di Salvatore Spadafora, secondo cui l'eccessiva tutela della flora e della fauna rischia di cacciare l'uomo. «Non abbiamo nulla contro lo sviluppo turistico - ha replicato la professoressa Vinciguerra - Ci preoccupa la trasformazione in zone C di aree protette che sono A e B. Impianti da sci vuoi dire cemento. Vogliamo comunque capire quali sono stati gli ostacoli che hanno impedito il decollo di uno sviluppo alternativo». Per il prof. Monaco i rischi sismici esistono anche in questo versante, con l'ing. Salvatore Grasso ha replicato che sono meno frequenti. Tutti gli ambientalisti hanno rappresentato il rischio di perdere un patrimonio unico ed il dott. Francesco Alaimo del Wwf Italia ha offerto gratuitamente la propria professionalità affinché si realizzi uno sviluppo sostenibile. A Maletto sono intervenuti anche le associazioni Etnaviva, Legambiente, Etna Sci e Italia nostra, con il prof. Ronsisvalle dell'Università di Catania che ha dichiarato: «Siamo qui per opporci al principio di smantellare un area naturale come il Parco dell'Etna». Alla fine ha risposto De Luca: «Il Parco non approva i progetti rispettosi dell'ambiente, ci uccide con la burocrazia, non ci permette di promuovere turismo alternativo, ed adesso diciamo basta. «Guardiamo al Parco d'Abruzzo - ha concluso la prof. Lino - che in 20 anni ha portato sviluppo». [La Sicilia]
3° Polo turistico Progetto affidato ai tecnici del «Prusst Valdemone» Saranno i tecnici del Prusst Valdemone che comprende parte delle Province di Catania, Messina ed Enna a redigere il progetto del Terzo Polo turistico del versante nord ovest dell'Etna. Lo ha deciso l'assemblea dei sindaci del territorio riuniti a Randazzo, insieme con i componenti dei comitati che sostengono l'iniziativa, Daniele Sindoni, Benedetto Lazzaro, Enzo Sgrò e Cettina Foti, per discutere la proposta formulata a Palermo dal sindaco della medievale cittadina, prof. Salvatore Agati: «Durante l'audizione davanti alla commissione regionale - ci dice il sindaco di Randazzo, prof. Salvatore Agati - ho chiesto di redigere già subito una bozza del progetto del terzo Polo turistico, per meglio confrontarci con le associazioni ambientaliste e fornire alla Regione siciliana un documento su cui discutere». Così a Randazzo, insieme con Agati i sindaci di Bronte, Maletto, Maniace, Castiglione di Sicilia, Milo, Sant'Alfio, Zafferana ed una rappresentanza di Tortorici hanno deciso di incaricare del compito il Prusst Valdemone che è presieduto proprio da Agati. «Il Prusst - ci dice il senatore Pino Firrarello sindaco di Bronte - garantisce qualità ed affidabilità. Ha già progettato con successo in passato ed abbraccia tutti i Comuni interessati all'iniziativa. E' uno dei pochi Prusst che funziona ed oltre a ciò l'operazione è praticamente a costo zero». Così oggi i sindaci si recheranno a Randazzo presso la sede del Prusst per proporre le loro idee: «Con noi - aggiunge il sindaco di Maletto Giuseppe De Luca - ci saranno i tecnici comunali». Domani invece a Maletto presso la sala consiliare alle 17 si svolgerà l'incontro che l'onorevole Lino Lenza ed il sindaco Giuseppe De Luca hanno concordato con le associazioni ambientaliste ed il comitato per approfondire l'argomento. Saranno presenti oltre agli aderenti ai comitati spontanei, tutte le Associazioni riconosciute (Etna Sci, Gre Maestri di Sci). [L. S.]
NUOVI PROGETTI PER PUNTA LUCIA: LE REAZIONI DOPO IL DDL REGIONALE Un terzo Polo turistico nel Parco dell’Etna? I sindaci sono a favore, universitari e ambientalisti si oppongono Recenti iniziative parlamentari hanno riportato alla ribalta la questione del terzo polo turistico nella zona nord-occidentale dell'Etna. Il progetto è stato avanzato nel disegno di legge "Leanza - Fleres" nel 2002 e prevede la possibilità di istituire strutture turistiche e alberghiere in prossimità di Punta Lucia e nei paesi di Bronte, Maletto, Maniace e Randazzo. Il ddl, dopo aver dato vita a numerose polemiche da parte degli ambientalisti e a divergenti pareri, è stato approvato il 22 giugno 2005 dalla Commissione regionale Territorio e Ambiente, presieduta da Angelo Antonino Bennati, creando da una parte grande entusiasmo presso i paesi etnei interessati e, dall'altra, ampie polemiche nel campo universitario e ambientalista. Dopo pochi giorni è arrivato lo stop al sì della Commissione dietro la richiesta di un membro, Salvo Raiti, di dare ascolto ai presidenti del Parco dell'Etna e di quello dei Nebrodi. Adesso, i favorevoli al progetto attendono con impazienza una soluzione. «Insieme ai sindaci di Bronte, Randazzo e Maniace - ha detto Giuseppe De Luca, sindaco di Maletto – sono favorevole all'istituzione nel nostro territorio del polo sciistico programmato dal ddl Leanza-Fleres. E’ nel nostro Dna conservare incontaminata l'Etna. Non vogliamo sfruttare quello che il Parco dell'Etna ci offre, ma chiediamo le stesse opportunità offerte all'altro versante del vulcano. Qui la disoccupazione è elevatissima lo spopolamento ha raggiunto cifre esorbitanti. L'unico bene che possediamo è l'Etna. Il nostro progetto non prevede di costruire strutture turistiche e alberghiere nella parte più elevata del vulcano ancora incontaminata, ma nei pressi del centro abitato. Ciò sarà d'aiuto ai nostri cittadini e ai nostri figli. Desideriamo utilizzare le strutture già esistenti e mi riferisco alla pista di sci da fondo che il Parco dell'Etna, anni fa, ha istituito a 1800 m.. Sul fronte opposto circa 180 docenti di diverse facoltà universitarie di Catania, che hanno firmato un documento in difesa del versante nord-occidentale dell'Etna. «Le ragioni - spiega Stefano Branca, dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia - della nostra opposizione sono molteplici. In primo luogo il territorio etneo è unico nel continente europeo per la originale coesistenza di ambienti alpini con l'asprezza di un sempre mutevole paesaggio vulcanico. In questo ambiente l'uomo si è storicamente insediato integrandosi con esso e un mutamento di questo rapporto potrebbe turbare quell'equilibrio con l'Etna. Il vulcano è già in gran parte urbanizzato: sette strade asfaltate si inerpicano fino a superare i millecinquecento metri di quota, cioè la metà della sua altezza, inoltre due strade sterrate ne raggiungono la sommità; due stazioni sciistiche esistono nei versanti meridionale e nord-orientale. Il territorio di Punta Lucia e il versante nord-occidentale rappresentano l'unico lembo ancora incontaminato dando un senso al Parco dell'Etna. Una seconda ragione riguarda la validità della proposta: la scarsità e la breve durata della neve, l'impossibilità di innevamento artificiale, la presenza di costanti attività eruttive che, quando non distruggono le strutture, rendono molto spesso la neve non sciabile vanificherebbero gli obbiettivi della proposta. Gli sciatori locali hanno già ben due possibilità, a Nicolosi e Linguaglossa. Una terza ragione riguarda il rischio rappresentato dall'attività vulcanica. Dagli anni '50 fino al 1986 la bocca subterminale di Nord-est ha riversato sulle alte quote di quel versante innumerevoli colate di lava, circondando Punta Lucia. L'eccessiva vicinanza di una stazione turistica ai crateri sommitali costituisce un rischio anche per le vite umane a causa di veloci colate di fango che si possono determinare per il rapido ed improvviso scioglimento delle nevi durante le fasi eruttive. Va compreso infine che l' esistenza di luoghi dove sia possibile camminare per alcune ore senza sentire rumore di motori, puzza di gas di scarico e senza incontrare strade asfaltate è un'esigenza di primaria importanza per la mente e per lo spirito dell'uomo. «Le legittime aspirazioni - prosegue Branca - di miglioramento economico espresse dalle popolazioni etnee vanno dunque sostenute dirigendole verso uno sviluppo che non distrugga un bene già in loro possesso e che può essere fonte di ricchezza duratura solo se non alterato. I comuni che si affacciano su quel versante dell'Etna dovrebbero sviluppare una proposta turistica alternativa a quella esistente che, come ormai è ampiamente provato, attira solo i locali. In quest'ottica sollecitiamo l'Ente gestore del Parco dell'Etna a produrre progetti e iniziative che promuovano il turismo sull'Etna nel pieno rispetto del territorio». [Angela Marina Strano]
TERZO POLO TURISTICO I sindaci incontrano gli ambientalisti A Maletto venerdì 15 luglio prossimo, presso l’aula consiliare del Comune, alle ore 17, i sindaci del comprensorio di Bronte, Maletto e Maniace incontreranno gli ambientalisti per discutere del terzo Polo turistico: “Noi siamo certi della legittimità dell’iniziativa. – dice il sindaco di Maletto, Giuseppe De Luca – Vogliamo però anche capire se, nel rispetto dell’ambiente, possiamo utilizzare il vasto patrimonio naturale che ci offre l’Etna ai fini turistici, o se solo il nostro versante deve rimanere imbalsamato a fronte di un aumento della disoccupazione e dell’emigrazione. Chi si ostina – continua - ad opporsi al nostro progetto, sarebbe più giusto che proponga una valida alternativa, tenendo presente che a Maletto abbiamo una pista da sci da fondo realizzata dal Parco dell’Etna, che in nome della salvaguardia ambientale è irraggiungibile e quindi inutilizzata, e quattro sentieri naturalistici che il comitato tecnico scientifico del Parco dell’Etna non ha approvato dopo due anni”.
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RAPPRESENTANTI ISTITUZIONALI ALL’ARS Maletto, per il terzo polo audizione alla Regione Audizione presso il presidente della "Commissione Territorio e Ambiente" dell'Ars, dei soggetti interessati al "Terzo Polo Turistico" dell’Etna. A darne notizia è il presidente del comitato promotore di Maletto e vicesindaco, Enzo Sgrò, che dichiara: "Dopo l’approvazione in Commissione del disegno di legge sul terzo polo nel versante nord-ovest dell'Etna, presentato dagli onorevoli Lino Leanza e Salvo Fleres, mercoledì il presidente della Commissione, onorevole Nino Beninati, ha voluto ascoltare i soggetti a vario titolo interessati, per approfondire gli aspetti emersi dopo l’approvazione".
TERZO POLO DELL'ETNA «Strutture sì, ma all'interno dei Prg» Per discutere sulla costituzione dei "poli turistici nelle zone alto montane" di riserva integrale del Parco dell'Etna lo scorso 10 luglio, a Maletto, si sono riuniti gli organismi esecutivi delle sezioni dei Democratici di Sinistra di Bronte, Maletto e Randazzo, unitamente ai giovani della Sinistra Giovanile, al consigliere provinciale Giovanni Germanà, al deputato regionale Giovanni Villari e ai consiglieri dei tre Comuni. Vi è al vaglio una bozza di disegno di legge discusso dalla quarta Commissione Ars che dovrebbe avere il voto finale dalla stessa commissione per essere trasmesso in aula. L'on. Villari ha rilevato che questo ddl, che accorpa due ddl di iniziativa parlamentare, prevede che il presidente della Regione con decreto da emanarsi entro 90 giorni individui discrezionalmente all'interno del Parco dell'Etna e del Parco dei Nebrodi l'area dove realizzare strutture turistico-ricettive, culturali, aree di parcheggio, nonché trasformazioni edilizie.
SULL'ETNA. CONTESTATO IL DISEGNO DI LEGGE Poli turistici, scontro alla Regione Cominciano stamani a Palermo le audizioni di quanti si oppongono ai disegni di legge «Leanza e Fleres» che vorrebbero istituire due nuovi poli turistici sull'Etna. L'appuntamento è in IV Commissione territorio e ambiente presieduta da Nino Bennati. Fra le testimonianze autorevoli è attesa quella dì Concetto Bellia, presidente del Parco dell'Etna, nella cui zona C altomontana ricadrebbero i due poli turistici invernali. In difesa del Parco dei Nebrodi, dove si vorrebbero realizzare alberghi e ristoranti nei comuni di Tortorici, Longi e Galati Mamertino, parlerà il commissario dell'ente Toti Seminara. La Commissione ha anche convocato alcune associazioni ambientaliste come la Lipu, il Wwf, Legambiente e il Cai Sicilia. Da Catania, invitati all'audizione, partiranno anche Guglielmo Longo, direttore del dipartimento di Biologia animale, Maria Teresa Vinciguerra, docente di zoologia e il vulcanologo Carmelo Ferlito, ricercatore del dipartimento di Scienze della terra. Curatori, questi ultimi, di due relazioni tecnico-scientifiche dedicate alla salvaguardia di flora e fauna del Parco e al rischio sismico e vulcanologico che pure interessa quella zona. "Insieme a queste relazioni - spiega Longo - consegnerò anche il documento firmato da 200 docenti dell'Ateneo catanese in difesa del Parco e una copia della delibera del nostro dipartimento che si schiera contro questo tentativo di speculazione e devastazione territoriale". A difesa dell'Etna si leva anche la voce del deputato regionale Gianni Villari (Ds): "La legge istitutiva del Parco prevede campi da golf, sci di fondo, valorizzazione di ruderi, itinerari naturalistici e sportivi con specifici finanziamenti. Perché dall'87 ad oggi non è stato fatto ancora nulla?". [Carmela Grasso, Giornale di Sicilia] AMBIENTALISTI E SCIENZIATI BOCCIANO IL PROGETTO. «PERICOLOSO E DANNOSO PER LA NATURA» Poli turistici invernali, si allarga il fronte del «no» Sarà quella del professore Guglielmo Longo, direttore del dipartimento di biologia animale dell'Università di Catania, la prima voce che, in una sede ufficiale, dirà i motivi del suo no ai due nuovi poli turistici invernali sull'Etna (Bronte e Zafferana) voluti dai deputati regionali Lino Leanza e Salvo Fleres. Ieri mattina, infatti, è giunta la convocazione da parte della commissione regionale territorio e ambiente che ha fissato per mercoledì l'inizio delle audizioni. E c'è attesa per quella che riguarda il presidente del Parco dell'Etna. Poi toccherà alle associazioni ambientaliste che ieri sera si sono riunite per definire tempi e modi per ribadire che "il Parco dell'Etna non si tocca". C'è il Fondo Siciliano per la Natura con Nuccia Di Franco Lino, Sinistra ecologista con Davide Longhitano, Stelle e Ambiente, l'Ente Fauna Siciliana, Etna Viva di Trecastagni con Giuseppe Riggio e Giuseppe Tomasello di Legambiente Acireale, le guide vulcanologiche e i maestri di sci di Aitne Med e Ariaperta Outdoor Activity. Da Riposto è giunto Giovanni Forzisi della Micologica Bresadola. C'è Salvo Bella (Wwf Catania), Giovanni Barbera (Difesa Ecologia Ambientale), rappresentanti del Comitato tecnico-scientifico del Parco dell'Etna, il presidente di Legambiente Catania Renato De Pietro, Italia Nostra; la Lipu. Senza contare che lo stesso Longo fa parte di un Comitato composto da duecento docenti universitari contrari alla legge. Fra tanti volti, persino qualche vulcanologo. Quasi a rammentare, soltanto con la sua presenza, che si sta tentando di imbrigliare una vera - sondabile ma non prevedibile -forza della natura. Provenzana docet.
Per i poli turistici di Bronte e Zafferana battuta d'arresto dalla Commissione Stop ai due nuovi poli turistici sull'Etna (Bronte e Zafferana) e a quello nel Parco dei Nebrodi. Dopo il velocissimo e strategico sì della settimana scorsa da parte della Commissione Territorio e Ambiente - a votare nel giro di pochi minuti erano stati soltanto i deputati regionali di centrodestra - nella seduta di martedì si è deciso di sospendere l'iter e, così come richiesto da uno dei membri - il catanese Salvo Raiti di Italia dei Valori -, di dare ascolto in merito ai presidenti dei due parchi in questione. "Ho scritto una lettera - spiega il deputato Raiti, di Linguaglossa - al presidente dell'Ars, Guido Lo Porto, per esprimere tutto il mio disappunto per la fretta con cui era stato approvato un disegno di legge di questa portata che va a stravolgere i piani territoriali di due aree protette. Gli articoli sono stati votati in due minuti approfittando della momentanea assenza di alcuni componenti del centro sinistra chiamati in aula o in conferenza dei capigruppo. Un vero colpo di mano". Sospeso, temporaneamente, l'iter per i tre poli turistici, si procederà ora all'audizione del presidente del Parco dell'Etna e di quello dei Nebrodi, attesi entrambi la settimana prossima a Palermo per la nuova seduta della commissione. In programma, cosi come richiesto dallo stesso Raiti, anche le testimonianze delle associazioni ambientaliste, Wwf e Legambiente, che da subito si sono opposte ai progetti. I disegni di legge - già accorpati a quello per i Nebrodi dove sono previsti alberghi e ristoranti all'interno del Parco - portano la firma dei catanesi Lino Leanza (Movimento per l'Autonomia) e Salvo Fleres (Forza Italia). Il primo progetta il cosiddetto terzo polo Bronte, Maletto, Randazzo e Maniace - con piste da sci che sfrutterebbero fino a primavera inoltrata il manto nevoso che a Nicolosi e Linguaglossa si scioglie velocemente per via dell'esposizione. Il quarto polo, invece, punta a dotare Milo e Zafferana di impianti di risalita per rilanciare economia e occupazione. Di certo non mancheranno i colpi di scena. Interrogato nei giorni scorsi sulla questione terzo polo, il presidente del Parco dell'Etna, Concetto Bellia ci aveva detto: "Anche se non fosse area protetta bisognerebbe studiare la sostenibilità del progetto. Se è vero che il terzo polo può dare sviluppo, qualcuno me lo deve dimostrare. Carte alla mano. [Carmela Grasso, Giornale di Sicilia] |
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