14 Luglio 2006
I manager della truffa Denunciati 4 imprenditori: incassavano contributi falsificando documenti Avevano sottoscritto regolare istanza in banca presentando pure un dettagliato business plan per ottenere i finanziamenti delle legge 488, poi però, incassato il contante, due società di Bronte non si sono accontentate di aver ottenuto il 50% di contributo ed hanno studiato il modo con cui lucrare in nero. Così una società ha ben pensato di incassare il danaro senza comprare nulla; ed un'altra; invece di acquistare beni e macchinari nuovi con l'aiuto di una seconda società del Veneto, ha deciso di acquistarli usati, ricevendo però in cambio fatture gonfiate. Tutto è andato bene fino a quando la Guardia di finanza di Bronte non ha deciso di indagare e mettere sotto il microscopio i finanziamenti che le aziende del territorio in questi anni hanno ottenuto con la legge 488. Alla fine sono emerse frodi fiscali e indebite percezioni di finanziamenti comunitari per circa 1,5 milioni di euro che le due società erano riuscite a truffare, con l'operazione che è culminata, con la denuncia dei due rappresentanti delle società brontesi e di due imprenditori veneti che, avendo emesso le fatture gonfiate, hanno favorito la truffa. Per tutti l’accusa è truffa aggravata per conseguimento di erogazioni pubbliche, utilizzo ed emissione di fatture per operazioni inesistenti e falso, Le società brontesi operano entrambe nel settore dell'industria ed insieme danno lavoro a circa 15 operai che comunque, al momento, non rischiano il posto di lavoro. Le «fiamme gialle», infatti, oltre a denunciare i rappresentanti hanno soltanto sequestrato i documenti, permettendo alle aziende di continuare ad operare. Certo l'accusa è grave e soprattutto indice di un fenomeno forse più esteso di quello che si possa pensare, soprattutto per un giro di affari che si svolgerebbe nel nord Italia dove, come in questo caso, delle imprese documentano false spese sostenute per la realizzazione del progetto alle società titolari dei finanziamenti o addirittura emettono fatture per operazioni in tutto o in parte inesistenti. Per questo le indagini continuano sia in Sicilia sia nel Veneto per verificare se e quanto le aziende del nord ci hanno guadagnato in tutta l’operazione e con l'obiettivo di rendere più trasparenti le spese di alcune aziende, che con il contributo della 488 dovrebbero aumentare le produzioni siciliane e dare lavoro, ed invece ne approfittano illegalmente per arricchirsi. (Fonte: La Sicilia) 14 Luglio 2006
Frode con la “488” La finanza scopre grisbì miliardario Frodi fiscali e indebite percezioni di finanziamenti pubblici per oltre un milione e mezzo di euro sono state scoperte dalla Guardia di Finanza di Bronte. Quattro persone sono state denunciate: dovranno rispondere di truffa aggravata per conseguimento di erogazioni pubbliche, utilizzo ed emissione di fatture per operazioni inesistenti e falso. Le Fiamme gialle, su indicazione del comandante provinciale, col. Agatino Sarra Fiore, hanno monitorato alcuni finanziamenti assegnati con la legge 488, uno dei più importanti strumenti d'incentivazione per rilanciare l’attività produttiva delle aree depresse del Paese. Dalle indagini è emerso che una delle imprese ha acquistato beni usati pari al 30% del finanziamento ottenuto, mentre invece un'altra, avvalendosi di fatture per operazioni inesistenti, non ha sostenuto alcun costo. Altre imprese, ancora avevano fittiziamente documentato spese sostenute per la realizzazione del progetto agevolato. Coinvolte nella vicenda anche società con sede nel nord Italia che avrebbero emesso a favore delle imprese beneficiarie dei finanziamenti pubblici, fatture per operazioni in tutto e in parte inesistenti. L'attività investigativa in questi “filone” proseguirà in tutta la provincia. (Gazzetta del Sud) 14 Luglio 2006
Frode Ue da un milione e mezzo La guardia di finanza ha denunciato 4 persone indagando sugli incentivi della 488 - C’era chi acquistava beni solo con il 30 per cento dei fondi disponibili, chi otteneva fatture per operazioni inesistenti chi aveva documentato false spese Frodi fiscali e indebite percezioni di finanziamenti pubblici per oltre un milione e mezzo di euro sono state scoperte dalla Guardia di finanza di Bronte che ha eseguito dei controlli a carico di due aziende brontesi, costituite nel 2000, impegnate nel settore industriale … (…) I finanzieri hanno denunciato all'autorità giudiziaria le irregolarità riscontrate e il fascicolo è, adesso, passato ai magistrati competenti, cui spetterà il compito di accertare le responsabilità contestate dagli uomini delle Fiamme Gialle. …[Letizia Carrara, Giornale di Sicilia]
12 Luglio 2006 NUOVA GRANDINATA
Agricoltura in ginocchio I produttori di frutta a Bronte ricorderanno la prima metà di luglio di quest’anno come uno dei periodi più funesti per l’agricoltura. Ai danni procurati dalla grandinata del primo luglio adesso si aggiungono quelli causati martedì sera, quando una seconda grandinata ha finito per distruggere quello che 15 giorni fa si era salvato: «Ormai possiamo dire che l’intero raccolto è andato distrutto – dice il consigliere Nunzio Castiglione – con gradi danni dal punto di vista economico. Il sindaco Firrarello ha già chiesto lo stato di calamità naturale nella speranza che la Regione si renda conto di quanto accaduto». Per i produttori di pere, infatti, neanche, i risarcimenti delle assicurazioni potrebbero coprire i danni provocati dalla grandine che a loro dire si ripercuotono anche negli anni successivi.
7 Luglio 2006
Abigeato. In quattro avrebbero sequestrato un pastore, portando via gli animali non si sa come. Molti aspetti poco chiari Ladri di bestiame a Bronte, svanisce gregge di trecento pecore Hanno portato via qualcosa come trecento pecore senza che il proprietario del gregge si accorgesse delle modalità utilizzate i rapinatori. L'uomo, che ha denunciato solo ieri pomeriggio l'episodio ai carabinieri, è avvenuto invece, lunedì scorso. Il pastore avrebbe raccontato ai carabinieri della compagnia di essere stato assalito di notte da una banda di malviventi, almeno quattro persone, che hanno fatto irruzione nell'ovile, in una contrada del comune pedemontano e che quindi hanno cominciato a spingere le pecore fuori. Certo, trecento esemplari è un bel carico di refurtiva che tre ad avere un valore ingente di circa trenta mila euro, così come dichiarato dallo stesso allevatore ai militari dell'Arma. Una refurtiva decisamente ingombrante per non accorgersi del modo con cui è stata portata via. Con molta probabilità, quindi, i malviventi erano attrezzati con un carro se non addirittura più d'uno. La vittima del furto sarebbe stato minacciato con delle armi e sarebbe stato impossibilitato a chiedere aiuto. A quell'ora tra l'altro, in piena campagna non ci sarebbero stati molti passanti a cui rivolgersi. In ogni caso, la denuncia è stata sporta addirittura tre giorni dopo. [Le. Ca., Giornale di Sicilia]
7 Luglio 2006 Passaggio della campana al Rotary Aetna di Bronte Con la cerimonia del passaggio della campana, comincia per il Rotary Aetna nord-ovest di Bronte l'anno rotariano 2006-2007. Dopo aver ricevuto le consegne da parte del "past president”, dott. Giuseppe Saraniti, il neopresidente dott. Lorenzo Scalisi ha comunicato ai soci e agli ospiti che per svolgere al meglio l'attività rotariana si avvarrà del vicepresidente Paolo Falanga, del segretario Rosario Batticani, del tesoriere Alfredo Meli e del prefetto Biagio Martelli. I consiglieri invece sono Nunzia Russo, Lorenzo Capace, Giuseppe Panarello, Michele Biondi e Michele Romeo. Valerio Saitta invece è stato nominato vicequestore. (...) (Fonte: La Sicilia)
3 Luglio 2006
DISTRUTTO IN ALCUNI CASI IL 90% DEL PRODOTTO. DANNI PER CIRCA 5 MILIONI DI EURO Grandine grossa come noci Il raccolto delle pesche e delle pere va in rovina La violenta grandinata di sabato sera ha messo in ginocchio l’intero comparto della frutta fresca del versante nord ovest dell’Etna che già si preparava a raccogliere i frutti di una intera stagione. Il territorio funestato è quello della vallata dell’alto Simeto compresa tra i comuni di Bronte e Maniace per un’estensione di circa 300 ettari. La grandine, grossa come noci, in circa 2 ore, ha completamente devastato le colture di pere e pesche che, proprio nel momento in cui il frutto si preparava ad ingrossarsi. Per i coltivatori un vero e proprio disastro, constatato con i propri occhi alla fine del temporale, quando buona parte dei frutti ormai erano completamente distrutti perché o caduti in terra o gravemente colpiti sulla buccia. In molti frutteti ad essere colpito è stato il 90% del prodotto con il rischio di gravi ripercussioni dal punto di vista economico. Da una prima stima, infatti, guardando l’estensione del territorio colpito che da Bronte si spinge fino a buona parte del territorio di Maniace e di Cesarò, si possono calcolare danni per circa 5 milioni di euro anche se per gli agricoltori i danni sono di entità di gran lunga maggiore avendo la grandine compromesso anche la prossima stagione: “Proprio così. – affermano alcuni agricoltori particolarmente preoccupati – I veri danni, che oggi non possiamo calcolare, sono quelli indiretti cui ci renderemo conto negli anni successivi. In quasi tutte le piantine e soprattutto in quelle più piccole la furia del maltempo ha strappato le foglie, con la grandine che ha finito per distruggere le gemme a frutto”. In pratica c’è il rischio che nelle ferite di insedino dei patogeni, ed allora si che i danni saranno incalcolabili, oltre al fatto che ci vorrà più di una campagna agraria per poter ottenere nuovamente produzioni apprezzabili. In soccorso degli agricoltori si sono schierati i due sindaci di Bronte e Maniace, il senatore Pino Firrarello e Salvatore Pinzone Vecchio che chiederanno il riconoscimento dello stato di calamità naturale: “Attiveremo tutto quanto possibile – dicono - per venire incontro a coloro che hanno subito questi danni, che oggi, a ragione, definiamo catastrofici. Questo territorio, infatti, spesso viene funestato da eventi atmosferici che rovinano il lavoro di anni”. Poi Firrarello conclude: “Gli agricoltori devono essere maggiormente informati sulle direttive che consentono loro di attivare delle assicurazioni attraverso il contributo dello Stato e della Regione, che in questo caso sarebbero certamente venute incontro. Assicurazione che però oggi non riconoscono i danni i cui effetti si vedono negli anni successivi, per questo io stesso mi farò portavoce di una modifica legislativa affinché l’agricoltore trovi finalmente vantaggioso assicurarsi”.
1 Luglio 2006 BRONTE CAPITALE DELL’UROLOGIA
Convegno al Castello sull'Andrologia Ha riunito i maggiori specialisti del settore il convegno “Andrologia oggi: tra Urologia ed Endocrinologia”, che si è svolto all’interno del Castello Nelson di Bronte, organizzato dall’Unità operativa di Urologia dell’Ospedale “Castiglione Prestianni” di Bronte, diretta dal dott. Giuseppe Salvia, dal Servizio territoriale di Endocrinologia di Bronte, di cui è responsabile il dott. Franz Lanzafame e dall’Asl 3 di Catania. Dopo i saluti del sindaco, grande interesse ha destato la relazione sulla chirurgia del transessualismo tenuta dal prof. Carlo Trombetta della Clinica urologica e scuola di specializzazione in urologia dell’Università di Trieste e quella del prof. Furio Pirozzi Farina della Clinica Urologia di Sassari sulla senescenza maschile e i suoi effetti sulla qualità di vita. “L’infertilità maschile e la disfunzione erettile, - hanno affermato il dott. Salvia ed il dott. Lanzafame – sono patologie che oggi possono essere curate, con una buona prevenzione in età giovanile che è possibile fare attraverso delle visite di controllo nei nostri reparti”. Durante i lavori nutrita è stata la partecipazione delle Scuole catanesi con i professori Motta e D’Agata. Presenti anche numerosi Urologi (Morgia, Giammusso, Nicolosi, Serrao, De Grande, Aragona, Mastroeni, Ranno, Minaudi e Pavone), insieme con endocrinologi (D’Agata, Calogero, Vicari, Vetri, Sidoti, Smedile di Messina, Giacchetto), ginecologi (Falcidia, Bellanca, Meli, Caudullo) e la Biologa Vento.
30 Giugno 2006 PROCESSO D'APPELLO
In primo grado il rito abbreviato si concluse con 11 condanne. Ieri la requisitoria del procuratore generale Bua, la sentenza attesa per il 6 lug1io La mafia di Bronte tra racket e agguati l'accusa chiede la conferma delle pene Bronte. (*albo*) Conferma delle condanne per tutti gli imputati del processo "Tunnel" che in primo grado furono giudicati col rito abbreviato. Ieri in Corte d'Appello si è svolta la requisitoria del procuratore generale Francesco Bua. Per la sentenza si dovrà attendere probabilmente la prossima settimana. Le condanne chieste per gli imputati sono comprese tra i tre e i dodici anni, undici in tutto gli accusati al processo che fa riferimento al blitz scattato a febbraio del 2004 quando i Carabinieri eseguirono venti fermi tra Maniace, Vizzini, Cesarò, San Teodoro e Bronte. In primo grado il processo si concluse con undici condanne e una sola assoluzione. Fu condannato a 14 anni di reclusione (in continuazione con una precedente sentenza) colui che è considerato il boss, Francesco 'Ciccio' Montagno Bozzone per il tentato omicidio di Giuseppe Gullotti, avvenuto il 16 febbraio 2002. La stessa accusa era contestata al fratello Mario Montagno Bozzone, cui furono inflitti dieci anni, un mese e dieci giorni. Dodici anni di reclusione ciascuno a Claudio Reale e Antonino Triscari, accusati dell'agguato ad Alessandro Franco. Otto anni a Signorina Sciacca e Vincenzo Sciacca di Bronte. Cinque anni e due mesi toccarono a Giuseppe Leanza, Peppe a mafia, quattro a Giuseppe Cartillone, u pisciaru, tre anni e quattro mesi a Antonino Sciacca così come a Franco Conti Taguali, di Maniace, (la cui posizione era stata inizialmente stralciata), due anni e otto mesi per Giovanni Pruiti, di Cesarò. Fu scagionato per non aver commesso il fatto Gaetano Ragusa, detto 'Tano Calluvale' di Cesarò. Nel collegio difensivo gli avvocati Isabella Coppola, Mario Brancato, Maria Caltabiano, Maria Lucia D'Anna, Francesco Ciancio Paratore, Stella Rao, Enrico Trantino, Maurizio Abbascià, Carmelo Schilirò, Antonio Managò. Gli imputati avrebbero fatto parte di una vera e propria organizzazione mafiosa che ora è stata riconosciuta anche in un'aula di tribunale. In particolare, la cosca che farebbe capo a Ciccio Montagno Bozzone sarebbe stata un'appendice della cosca catanese di Santo Mazzei u' carcagnusu nella città del pistacchio. La prossima udienza è prevista per il 6 luglio giorno in cui potrebbe essere emessa la sentenza del processo d'appello. (Giornale di Sicilia)
29 Giugno 2006
Bronte, sferra un pugno a carabiniere arrestato (con l’amico) per violenza Innervosito ed arrabbiato per essere stato fermato dai carabinieri, quando si è visto contestare la guida senza casco del proprio motorino, spalleggiato dal compagno, ha sferrato un pugno al militare che chiaramente lo ha immobilizzato èd arrestato. E' accaduto a Bronte; in pieno centro, dove i carabinieri della locale Stazione martedì in tarda serata erano impegnati ad effettuare dei controlli per garantire sicurezza durante le calde estati estive. All'improvviso, L. S. e F. R. due ragazzi di 20 anni che nella vita fanno gli operai, sono arrivati in motorino di gran carriera e senza indossare il casco proprio dove i militari avevano istituito un posto di blocco. Appena hanno visto la paletta che gli intimava l'alt, i due hanno tentato di fuggire, ma bloccati dai carabinieri sono stati costretti a fermarsi ed esibirei documenti: Pensavano di riuscire a cavarsela senza neanche una contravvenzione e quando invece hanno capito che stavano per avvivare delle sanzioni pesanti ai due sono «saltati i nervi». C’è stata qualche parola in più, fino a quando uno dei due, spalleggiato dal compagno ha sferrato un pugno al carabiniere. Il giovane è stato subito immobilizzato e condotto, insieme con il compagno, in caserma dove si è passati dal possibile sequestro del motorino, all’arresto per violenza e resistenza a pubblico ufficiale per entrambi. I carabinieri durante la stagione estiva intensificheranno i controlli nelle strade del centro di Bronte al fine di garantire una estate sicura. (Fonte: La Sicilia) |