Considerazioni sul
Caso del nostro Ospedale
Coesione e unità per far sentire la nostra voce
Permettetemi alcune considerazioni sul caso del
nostro ospedale.
Innanzitutto, la questione non è partitica ma politica!
La questione riguarda
cioè tutta la comunità brontese. Non si deve cercare chi ha ragione ma
constatare qual’è la qualità e la quantità (intesa come accorpamenti e
trasferimenti ad altri ospedali) dei servizi resi.
Chiedete a chi ultimamente è stato costretto ad utilizzare i servizi
dell’ospedale. Verificate i tempi per conoscere l’esito di un prelievo di sangue
effettuato nel turno serale. Chiedete al personale in servizio in che condizioni
è costretto a lavorare. Verificate i disagi nei reparti per il cantiere aperto
ma con i lavori fermi. In tutto questo, il Direttore Generale è stato più volte
sollecitato a verificare le gravi inefficienze denunciate ed a fare chiarezza
con la ditta appaltatrice dei lavori di ristrutturazione e ammodernamento: le
sue risposte sono state sempre di rassicurazione.
Il problema è che nella realtà, all’ospedale, continua un lento processo di
spoliazione di servizi e personale. Invitato già una volta al Consiglio
Comunale, convocato in seduta aperta per trattare l’argomento ma per impegni già
presi in precedenza impossibilitato a parteciparvi, il D.G.
è andato a
Maniace, dove alle richieste da parte di alcuni Sindaci e di qualche
consigliere, non ha potuto che confermare le evidenti difficoltà dovute
all’allungamento dei tempi per la consegna dei lavori e alla carenza di
personale ma ha, per l’ennesima volta, rassicurato tutti che già dal mese di
gennaio avrebbe provveduto a bandire i concorsi per Bronte e rafforzato i
servizi.
Quindi, secondo il D.G., l’ospedale non rischia la chiusura nonostante i disagi
presenti (per la fine dei lavori occorrerebbero, il condizionale è d’obbligo,
almeno altri 18 mesi!!!).
Come al solito, alle parole di rassicurazione seguono i fatti, allarmanti. Circa
dieci giorni dopo aumentano i disagi al nosocomio: vengono
tagliati di metà i
posti letto nel reparto di Medicina. Inoltre, nel programma di investimenti
dei fondi c.d. ex art. 20, alla struttura di Bronte, dall’Ass. Regionale
alla Salute, non viene destinato un euro (900 milioni previsti per la Sicilia)!
Questi sono dati oggettivi. Ripeto, chi ha ragione poco importa ma alla nostra
comunità interessa avere garantito il diritto alla salute oggi e nel futuro? Se
sì, la risposta che dovremmo dare dovrebbe essere quella di coesione e di unità
per far sentire la nostra voce, a prescindere dagli interessi partitici.
Dobbiamo tutti, come comunità, interessarci di più della res publica,
guardare oltre: l’auspicio è che sempre più persone sentano in prima persona la
responsabilità di ciò che riguarda la cosa pubblica, per il solo fatto di essere
“cittadini”, senza cadere nel facile alibi secondo cui se le cose vanno male è
solo colpa dei politici.
Nunzio Saitta
Consigliere Comunale 08 febbraio 2011
Il degrado della politica
E' passato molto tempo dalle mie ultime considerazioni riguardo la Politica
locale e extracomunale. Leggendo e guardando i continui siparietti che non fanno
altro che accrescere lo squallore e il disgusto da quella che una volta veniva
chiamata Politica. Sto seguendo le lunghe dichiarazioni e smentite da parte di Uomini che non fanno
altro che litigare: la vicenda dell’Ospedale è un segnale d’allarme per la
collettività e Noi stessi dobbiamo farci leva per cercare di capire quella che è
la vera “Verità”. Continue menzogne sentiamo: una volta si diceva che il
presidio Ospedaliero era il fiore all’occhiello della Nostra Bronte; oggi, che è
cambiata la classe politica dirigente dell’USL, l’Ospedale rischia la chiusura.
Da una parte il Sindaco, Sen. Giuseppe Firrarello
che lancia l’allarme,
dall’altra parte il dirigente ospedaliero dottor Calaciura che smentisce. Chi
avrà ragione? Beh d’altronde la Politica italiana dei nostri giorni ci insegna che in Italia
si dice tutto e il contrario di tutto; vedi il caso Ruby e bunga-bunga. A tutto
hanno trovato una soluzione e una mediazione: abbassare la maggiore età a 17
anni (chiamasi Lodo Ruby). Se questa è l’Italia, non venite cari politici a fare
a Noi comuni mortali lezione di vita e non offendeteci nell’organizzare convegni
sulla legalità e sulla fiducia che i giovani devono avere nei confronti delle
Istituzioni. In chiusura faccio una mia personale considerazione: mandiamo tutti questi
“mercenari” e incompetenti politici a casa e, riguardo la Nostra realtà, nelle
vesti di cittadino brontese, invito l’Amministrazione Comunale ad organizzare un
incontro con i dirigenti Ospedalieri al fine di smascherare la vera e reale
situazione dell' Ospedale.
G. S.25 Gennaio 2011
I Sogni dell'Albero
Mia
amata Bronte, mio caro Sindaco, alle porte di una delle due Feste più importanti
per l’intera comunità cristiana e non solo, desidero raccontarvi una Storia
particolare, diversa da tutte le altre storielle natalizie che allietano i sogni
di bambini e adulti, perché questa, diversamente dalle altre, potrebbe ancora
cambiare il suo finale…
Una volta, nel bel mezzo della campagna brontese, c’era un albero, alto e
robusto, che nutriva certamente molti desideri e speranze per la sua
utilizzazione futura… Sperava di diventare uno scrigno per contenere gioielli e
preziosi… oppure l’albero maestro di una imbarcazione… o, nella peggiore delle
ipotesi, l’albero più alto e più dritto fra quelli della zona…
Ma un giorno, alcuni operai, con l’ausilio di emissari comunali, andarono a
tagliarlo e di colpo si ritrovò nel bel mezzo di una splendida, calda e arredata
Piazza cittadina… tutto solo, anzi no, in compagnia di una simpatica fontanella,
certamente più funzionale di quelle già preesistenti nella stessa… per divenire
il simbolo cittadino di una Festa importantissima e fondamentale per la storia
dell’umanità.
Qualcuno pensò pure che molte luci avrebbero infastidito il povero albero, che
per questo motivo venne precauzionalmente rivestito di una misera luminaria
funzionale alla finalità… in questo modo si evitava pure di pesare troppo
sull’erario comunale, così tanto gravato da difficoltà…
Ora, l’albero aveva avuto dei sogni, ma la sua realizzazione è stata di gran
lunga superiore alle sue aspettative…
Miei cari concittadini, quando le cose non sembrano andare nella direzione
giusta, sappiate che esiste sempre una possibilità per rimediare… bisogna solo
avere FIDUCIA e capacità!!!
Affettuosi Auguri di un Santo Natale e Sereno Anno Nuovo
Giuseppe D. D.19 Dicembre 2010
Che fine ha fatto il Parcheggio di via Matteo Selvaggi? Una domanda che formalizzerò come interrogazione in un prossimo consiglio
comunale e precisamente: “che fine ha fatto
il parcheggio di Via Matteo
Selvaggi?” Per chi non conosce tale via cerco di essere più chiaro, esattamente è la strada
che collega il Viale J. Kennedy con l'Istituto Tecnico Commerciale. Ai tempi
dell'amministrazione Zappia era stato concordato la cessione a parcheggio
pubblico dell'area destinata ad un privato, il quale nella parte sottostante ha
realizzato un deposito e nella parte sovrastante doveva cederlo al Comune per
pubblica utilità.
Ad oggi sembra che sia transennato con delle tavole in legno e
non è consentito a nessuno di parcheggiare in questa area sovrastante il
fabbricato.
Considerato l'enorme flusso veicolare verso la scuola tecnico Commerciale e le
varie attività che nella zona si stanno sviluppando perchè non farlo utilizzare
ai nostri cittadini?
Invito il Sindaco e l'ufficio Tecnico del Comune di Bronte ad intervenire subito
prima che il sottoscritto formalizzerà in forma ufficiale tale situazione che
ormai da diversi anni, quasi 10, è stagnante. Nunzio SpanòConsigliere comunale - Gruppo MPA Bronte -
31 Ottobre 2010
INVERSIONE DI TENDENZA
Bronte perde un punto di riferimento
Ancora una volta, purtroppo, la nostra amata
Bronte, con mio grande rammarico, deve registrare una defezione
fondamentale per quanto concerne l’aspetto culturale e socio-educativo.
Infatti, come già risaputo, il
Convento dei Frati Cappuccini con annessa la
Chiesa di San Felice da Cantalice perde, in maniera permanente, i due
“padri” che da parecchi anni ormai ne avevano fatto un punto di riferimento
essenziale per l’educazione alla fede (e non solo) di bambini, giovani e
adulti.
Avrei da dire, anzi, da gridare con rabbia, tante cose riguardo a questa
triste vicenda, ma preferisco re…stare in “religioso” silenzio…
Permettetemi soltanto di rivolgere un semplice grazie a Padre Salvatore
Russo e a Padre Salvatore Seminara, ma soprattutto un arrivederci a
presto e Buona missione!
Cari concittadini, lasciate però che vi ponga due interrogativi profondi,
sui quali riflettere a lungo e seriamente: perché il “meglio” della nostra
amata Bronte continua ad andare via? Perché, nonostante tutti i buoni
propositi e in piena emergenza educativa, si continua a vivere nella quasi
assoluta indifferenza?
Giuseppe D. D. 29 Settembre 2010
Complimenti e …non
Volevo fare i complimenti a tutti i possessori di auto brontesi,
sanno uscire ed entrare in certi vicoli che ha prima vista non entrerebbe
nemmeno una carriola, bravi davvero!! Proporrei per tutto il “nord” di far fare
gli esami di guida a Bronte. Era tanto che non passavo le vacanze a Bronte, sono rimasto negativamente
sorpreso per non aver trovato più “u chian’abbatia”
perché quello che c’e’
adesso è freddo e spoglio (e una mia opinione!!). La sorpresa e’ stata anche quella di
aver visto l’epigrafe “Firrarello Sindaco”. Negli anni 60 il Signor Avvocato
Vincenzo Castiglione Sindaco di quei meravigliosi anni, ha fatto costruire tutte
le strade di Bronte (quasi tutte) e non mi risulta che per “ogni” strada
costruita abbia messo la Sua firma a perenne ricordo. Ma come diceva il saggio
Toto’ “signori si nasce”.
Saluti.
Nino C. 08 settembre 2010 14:20
«Fatti non foste a viver come
bruti…» Una analisi del disagio giovanile brontese Non avrei mai immaginato di ritrovarmi a commentare, nel bel mezzo
dell’estate e delle ferie, un episodio assurdo per l’efferatezza dell’atto,
accaduto nella tarda serata di domenica 1 agosto, che ha visto come tragici
protagonisti tre ragazzi della nostra amata Bronte, di cui uno, Matteo, ci ha
lasciati prematuramente. Tutta la cittadina è piombata nel dolore e nella
rabbia, tra lo sgomento e l’incredulità di quanto accaduto, forte dello spirito
di solidarietà che da sempre ha contraddistinto la nostra comunità, spirito che
affonda le sue radici in una storia fatta di valori, tradizioni, religiosità e
duro lavoro. I Media nazionali e locali hanno fatto di tutto per dare un tale risalto a tutta
questa vicenda al punto che la “nomea” di Bronte, Città della Cultura, del
Pistacchio, dei Parchi e dei Moti del 1860, è stata a dir poco oscurata e messa
da parte, lasciando spazio ad una visione della nostra cittadina che potrebbe
appartenere benissimo alla tragedia greca o all’opera verghiana e che, invece,
non fa assolutamente parte del nostro passato e presente. Quando avvengono questi tragici episodi di violenza giovanile si è soliti andare
a ricercare (e scaricare) le colpe di quanto successo alle tanto famose quanto
maltrattate Agenzie Educative, Famiglia, Scuola, Chiesa, con l’ausilio dello
psicologo, dello psichiatra o del sociologo di turno che elargisce consigli e
suggerimenti utili perché quanto avvenuto non si ripeta mai più.
Certamente questo non mi sembra proprio il momento per fare polemiche… ma la
Società, le Istituzioni, i Servizi Sociali dove li mettiamo? Non hanno anche
loro un ruolo ed una responsabilità, forse anche maggiori, per quanto accaduto?
Cari concittadini, purtroppo, il triste episodio che ci ha visto
involontari protagonisti mediatici, non è altro che il frutto di quel
decadimento e di quella perdita di valori morali di cui tanto si discute, e che
di conseguenza coinvolge “tutte” le agenzie educative, in modo particolare la
famiglia. I genitori, sempre più occupati nel lavoro e nelle faccende domestiche,
dimenticano spesso il ruolo educativo fondamentale che dovrebbero svolgere nei
riguardi dei propri figli, pensando che assecondarli in tutto sia l’unica strada
per ottenere la loro fiducia, mentre non si accorgono che questi figli crescono
da soli, attraverso la logica dell’avere tutto e subito senza alcuna fatica,
seguendo una regola del “branco” che li porta a rinnegare il rispetto per le
regole, accrescendo in loro indifferenza, egoismo, frustrazione, rabbia
incontrollata, che poi sfociano nell’uso di alcol e droghe, e purtroppo anche
nella violenza. Cerchiamo invece di essere loro più vicini, ascoltiamoli, perché
hanno voglia di esserlo, confrontiamoci, per trovare le giuste soluzioni, avendo
anche il coraggio di dire no! La Scuola, dal canto suo, fa quel che può, nonostante la buona volontà di
docenti sempre indomiti ma anche un po’ stanchi e frustrati dai tanti Progetti e
dalle varie Riforme, consapevole che, spesso, la propria azione educativa viene
poi vanificata dal mix famiglia-società. Cari docenti non scoraggiatevi mai,
perché il vostro compito educativo resta comunque essenziale, in quanto avete il
privilegio di poter e sapere orientare positivamente i nostri ragazzi verso le
giuste scelte. La Chiesa, un tempo centro morale privilegiato di aggregazione giovanile
con i tanti oratori presenti nelle varie parrocchie, assiste oggi impotente da
un lato agli attacchi che le vengono portati da più parti, mentre dall’altro
vede diminuire sempre più il numero dei ragazzi presenti, perché attirati da una
società edonistica che mira al soddisfacimento egoistico dei propri bisogni
materiali attraverso l’eccesso e il libero divertimento. Allora, perché le Istituzioni non orientano parte dei finanziamenti
previsti per le politiche giovanili agli oratori e al mondo dell’associazionismo
cattolico e non? In tal modo si potrebbero moltiplicare le iniziative e i
progetti, strappando così i ragazzi alla monotonia della piazza e della strada.
Purtroppo, queste hanno dimenticato già da tempo il proprio ruolo educativo nei
riguardi delle nuove generazioni, pensando che la costituzione di un centro di
aggregazione giovanile comunale, nel quale poi trovano posto come animatori gli
amici e le amiche di turno, o l’organizzazione saltuaria di una manifestazione
sportiva, possano soddisfare a pieno tale ruolo.
Anche per questo motivo non mi sento di condividere il pensiero del
nostro caro Sindaco e Senatore Pino Firrarello, quando afferma che quanto
accaduto «è stata una sconfitta per la città di Bronte». Io non mi considero
tale, e cosi pure la maggior parte dei brontesi, i quali, con grandi sacrifici e
vera onestà morale, portano avanti con coscienza il Bene proprio e quello
altrui, rispettando le leggi e le cose comuni, rinnegando l’indifferenza, la
sfiducia e ogni forma di violenza, cercando invece di dare sempre lustro e
importanza alla nostra amata Bronte, consapevoli che questa cittadina saprà
reagire positivamente anche adesso, cosi come ha sempre fatto in passato nei
momenti di difficoltà, e la storia ne porta pure il segno.
Cerchiamo di andare avanti uniti, fianco a fianco con i nostri ragazzi, nel
perseguire quel Bene Comune che non è da considerarsi utopia bensì realtà. Ben
vengano le fiaccolate, i cortei, i dibattiti in piazza, gli incontri e il
confronto con gli esperti, ma anche le manifestazioni sportive e studentesche, i
cineforum, le rappresentazioni teatrali, le serate musicali e danzanti, tutte
all’insegna del sano e puro divertimento. Altresì, le forze dell’ordine
incrementino i controlli nei punti nevralgici della cittadina, nelle piazze e
nelle vie dove i nostri giovani si ritrovano, prevenendo così ogni possibile
atto delinquenziale.
Ridiamo senso e dignità a tutti i valori, ma più di ogni altro alla Vita Umana,
nella sua integralità e complessità, perché da tutta questa vicenda chi
realmente è uscita sconfitta è stata proprio la Vita. Il mio ultimo pensiero, prima di concludere, lo voglio dedicare sia al ragazzo
che ha commesso questo insensato gesto, in quanto, certamente, questa tragica
vicenda lo ha segnato già per tutta la sua esistenza (non dimentichi mai che il
rimorso e il pentimento rappresentano la via giusta e necessaria per il
possibile perdono umano e divino e per la piena riabilitazione giuridica e
civica); ma soprattutto a Matteo, piccolo in terra ma “grande” in Cielo, e alla
sua famiglia, il cui dolore, indelebile, verrà sicuramente mitigato dalla Fede e
dal tempo… Possa il Tuo sacrificio segnare la vera svolta nelle coscienze…
Giuseppe D. D.
5 Agosto 2010 |