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Il territorio di Bronte

Escursioni dal Castello Nelson

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Itinerari per escursioni dal Castello Nelson

di Placido Paladino



Castello Nelson Bronte Masseria Lombardo

La città del pistacchio

L’escursione ha una durata di mezza giornata, estendibile ad un tempo maggiore, e prevede innanzi tutto la visita della città di Bronte distante dal Castello Nelson circa 10 Km e famosa in tutto il mondo per il pistacchio (su richiesta ed in alcuni periodi è possibile visitare luoghi di produzione o di lavorazione artigianale del pistacchio o di prodotti lavorati con pistacchio).

Il nome del paese è certamente legato alla mitologia, visto che uno dei ciclopi che abitava sull’Etna si chiamava proprio Bronte, ma la nascita del paese fu, ufficialmente, nel 1535, quando Carlo V fece unificare i 24 Casali che sorgevano sparsi in questo territorio.

La visita del centro storico comincia con la chiesetta di San Blandano, ultima traccia del monastero dove risiederono gli ultimi monaci dell’abbazia di Maniace.

Poi tra le viuzze del centro storico cittadino, passando attraverso il cosiddetto ”Catoio”, si arriva alla chiesa della Madonna Annunziata, patrona di Bronte che salvò il paese dalla lava.

Dopo una breve, ma ripida salita, si arriva alla Matrice, antica chiesa il cui nucleo originale, seppur di poco, è antecedente alla costruzione di Santa Maria di Maniace del 1173.

Da qui, si prosegue fino al corso principale del paese, dove è d’obbligo una sosta presso la biblioteca del famosissimo Real Collegio Capizzi, importante centro per la cultura siciliana del settecento e che ha avuto il merito di formare illustri figure, una su tutte, Luigi Capuana.

La visita prosegue verso la Masseria Lombardo, struttura ripresa da un’antica cartiera araba, successivamente usata dai monaci dell’abbazia di Maniace per produrre drappi di lana e carta che, oggi, ospita un ricco museo dell’antica civiltà contadina.

Si consiglia un accompagnatore soprattutto per le autorizzazioni alle visite della chiese di Bronte.

Il caratteristico "Catoio" di via Mad. di Loreto e le chiese della Matrice e dell'Annunziata



Castello Nelson Ponti Normanni

Il percorso di questa escursione è certamente facile e agevole con diversi mezzi, tenendo in considerazione una distanza dal Castello Nelson di circa 18 Km e, quindi, una durata complessiva di due o tre ore.

Dal Castello Nelson si va in direzione di Bronte e, superato il bivio della contrada Serra proseguendo verso Bronte, si imbocca la strada per Cesarò.

Dopo circa 300 metri, continuando verso la provincia di Messina, si incontra il primo ponte, un ponte normanno sito in contrada Serravalle.

Insieme al ponte normanno, ancora integro e percorribile, si può osservare la chiesa della Placa di Serravalle, con la particolare facciata, ed un vecchio mulino che si trova sotto il ponte, sulle sponde del fiume che attraversa la vallata, il fiume Troina.

Molto interessante, dal punto di vista naturalistico, il caratteristico ingrottato di pietra lavica scavato dal fiume e ben visibile dal ponte.

Risalendo, si prosegue verso l’altro ponte normanno, ben più famoso e denominato “Ponte saraceno”, importantis­sima testimonianza storica sita nel territorio del comune di Adrano.

Infatti proseguendo sulla strada provinciale in direzione di Adrano è possibile rilevare, prima di raggiungere la città, un’indicazione del Ponte Saraceno, ed una volta raggiunto, quest’ultimo si mostrerà in tutto il suo splendore.
Anche qui si potrà ammirare l’ingrottato lavico del Simeto ed osservare, specie nei mesi invernali, i particolari giochi d’acqua che il fiume crea tra le rocce.

Certamente il Ponte saraceno ha un aspetto più “solenne” del ponte di Serravalle, ma entrambi hanno rappresentato per i normanni importanti vie di collegamento in quell’area che sarebbe poi diventata la Ducea dei Nelson.

Lungo il tragitto non si può evitare di ammirare le colture tipiche del luogo: uliveti, mandorleti, campi di grano, pistacchieti , frutteti ecc.. 

Ingrottato lavico
Ponte Saraceno



Castello Nelson Castelli di Torremuzza e di Bolo

Il percorso Il percorso di questo itinerario si presenta di media difficoltà sia che si usi l’auto (meglio il fuoristrada), o il cavallo o che si vada a piedi, nonostante la relativa lunghezza (complessivamente circa 11 Km) ed il relativo tempo di percorrenza che tendenzialmente non dovrebbe superare le due ore circa o poco di più.

Partendo dal Castello Nelson si prosegue per la strada provinciale della contrada Erranteria e si segue la Strada statale 120 andando verso Bronte.

Superata la contrada Serra (tipico e famoso il pane di casa del luogo), si continua in direzione di Cesarò fino a quando non si raggiunge la reggia trazzera Troina–Randazzo presso la contrada Malamogliera, appunto nel comune di Cesarò.

Poiché non esistono indicazioni per raggiungere Torremuzza è necessario affidarsi ad un accompagnatore.

Raggiunta la reggia trazzera, considerando l’ asperità del terreno, è meglio proseguire a piedi od in fuoristrada per circa 1 Km, oltrepassando il fiume Troina che attraversa la vallata.

La trazzera reggia Troina-Randazzo era crocevia fondamentale in epoca normanna per i pellegrini, per gli eserciti e per i mercanti che dall’interno della Sicilia dovevano raggiungere la costa orientale o viceversa.

Inoltre, come testimoniano le fonti, questa vallata aveva un importante valenza come avamposto mamertino subito prima della guerra punica e punto di comunicazione significativo nella Sicilia precoloniale.

Così, mentre ci si trova in mezzo alla natura più selvaggia, con la possibilità d’ incontrare mandrie di bovini che pascolano e si rinfrescano con l’acqua del fiume, si supera il fiume Troina e si prosegue verso il Castello di Torremuzza, ormai ben visibile.

Dal castello di Torremuzza che, come dice il nome stesso, è mutilo per metà e che domina la vallata, si può ammi­rare il fiume Troina che l’attraversa, l’Etna e l’altra rupe dove resta solo un muro dell’altro castello, il Castello di Bolo.

Considerando la disposizione dei due castelli sulle rupi, e tenendo presente che la vallata ha sempre rappresen­tato una via di passaggio strategica, ben si intuisce la valenza delle due torri, sin da quando venne costruito dai bizantini il primo nucleo fino al XII secolo, quando i Normanni li trasformarono in castelli utilizzati almeno fino al ‘400 e fino alla seconda guerra mondiale quando i nazisti usarono Torremuzza come prigione.

Il rientro al Castello consentirà un gradito riposo.

Resti del Castello di Torremuzza. Sotto un'immagine dell'interno


Testi di Placido Paladino (Dicembre 2008)

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