Bibliografia di V. Schilirò
1. L'arte poetica di Orazio FIacco, STS, Bronte 1910. 2. La credenza carducciana e suo valore, STS, Bronte 1912, 1917; ristampato la terza volta come Carducci "pedante" e credente, SEI, Torino 1946. 3. Primavera triste [poesie], STS, Bronte 1912. 4. Il Romanticismo e gli amici pedanti, STS, Bronte 1912. 5. I motivi estetici dell'arte d'annunziana, Giannotta, Catania 1918, ristampato come L'arte di Gabriele D'Annunzio, SEI, Torino 1938. 6. F. T. Marinetti e il Futurismo, STS, Bronte 1919, 1928. 7. Il colpevole [dramma], STS, Bronte 1919. 8. Note dantesche, STS, Bronte 1920, ristampato da Galatola, Catania 1927. 9. Bricciche letterarie, Rinascente, Catania 1921. 10. Il seminatore che non miete [racconto lirico], STS, Bronte 1923, 1927. 11. Appunti di estetica, STS, Bronte 1924, ristampato come Arte = Vita, SEM, Catania 1932. 12. Santo Francesco [poemetto drammatico], STS, Bronte 1926, 1931. 13. Nozioni di letteratura, STS, Bronte 1929. 14. Il Carroccio. Dramma milanese, STS, Bronte 1931. 15. Dall'anarchia all'Accademia. Note sul futurismo, La Tradizione, Palermo 1933. 16. Venerabile Ignazio Capizzi (Il), SEI, Torino 1933. 17. Schemi di concezioni storiche, Off. Graf. Mod., Catania 1933. 18. Il pozzo di Sichem [liriche], La Tradizione, Palermo 1934, ristampato da SEI, Torino 1948. 19. Come vedo Pirandello, SEI, Torino 1935, 1937. 20. Papà Ottocento e il suo rampollo, La Tradizione, Palermo 1936. 21. La Divina Commedia, 3 voll., SEI, Torino 1937. 22. L'itinerario spirituale di Ada Negri, Istituto di Propaganda Libraria, Milano 1938, ristampato da SEI, Torino 1948 con lettere inedite della poetessa. Nella controcopertina di quest'ultima pubblicazione dello Schilirò sono riportate le Opere principali (scelte presumibilmente dallo stesso Autore) suddivise secondo i generi: 8 di critica, 4 di poesia, 4 di agiografia e narrativa, 3 di sociologia e 2 di filosofia (Appunti di estetica e Arte = Vita). Ma, secondo me, e giusta il titolo della prima e il sottotitolo della seconda, sono la stessa opera, riveduta e corretta, in prima e seconda edizione. Come mai l'Autore (o l'Editore) le indicano come due opere distinte? 23. Antologia Mignosiana, SEI, Torino 1939. 24. Nicola Spedalieri, SEI, Torino 1940. 25. Il fondatore della Compagnia di Gesù, SEI, Torino 1940. 26. Gioventù in cammino [romanzo], SEI, Torino 1941. 27. L'epilogo della tragedia leopardiana, SEI, Torino 1943. 28. Sintesi dell'evoluzione storica del problema sociale, SEI, Torino 1945. 29. Autonomia, SEI, Torino 1945. 30. Libertà e democrazia, SELI, Roma 1945. 31. Iadwiga (romanzo), Gastaldi, Milano 1946. |
| Bibliografia su V. Schilirò 1. Enciclopedia popolare Sonzogno, p. 323 2. Antos, Vincenzo Schilirò. Profilo, S. E. Dante Alighieri, Albrighi, Segati e C., Milano 1931, p. 94. Ristampato anche in Luca, Giorgio M., Un uomo di cultura malettese: Sac. Antonino Schilirò, Associazione Prometeo, Maletto 1996 3. Notizie biografiche, in Chi è? Dizionario biografico degli italiani d'oggi, 5/1948 4. Marletta, Paolo, Vincenzo Schilirò, in «Cultura e vita scolastica», anno IV, n. 9/10, settembre-ottobre 1950 5. Sparito, Giosuè, La vita e l'opera di Vincenzo Schilirò, in «La Rupe», anno III, dicembre 1950 6. Vincenzo Schilirò, in Panorama biografico degli Italiani d'oggi, Ed. Vaccaro Gennaro, vol. II, 1956 7. Ruggeri, Gerardo, Vincenzo Schilirò, un sacerdote poeta, in «Synaxis», vol. VI, Catania 1988. 8. Cimbali, Franco, Vincenzo Schilirò, in «Bronte Notizie», ottobre 1991 9. Luca, Giorgio M., Un uomo di cultura malettese: Sac. Antonino Schilirò, Associazione Prometeo, Maletto 1996 Nel 1984 Angelo Sindoni nel suo Chiesa e Società in Sicilia e nel Mezzogiorno, Secoli XVII-XX (Edizioni di Historica, Reggio Calabria 1984, p. 270), parlando dell'organizzazione bianca dice: "Dovendo fare un bilancio finale, bisogna dire dunque che il più duraturo successo dell'organizzazione bianca degli inizi del Novecento fu costituito forse dai piccoli istituti di credito che contrastarono in parte efficacemente il male secolare dell'usura e che, in più di un caso, attraverso varie vicende, sono arrivati fino a tempi molto recenti. Secondo dati forniti dallo Schilirò (e forse un po' superiori alla realtà), le casse rurali cattoliche nel 1910 erano 233, nel 1914 già 362 e 374 nel 1920: a queste si dovette spesso l'acquisto collettivo degli attrezzi di lavoro, di fertilizzanti, di sementi e diverse affittanze collettive di terreni e acquisti di piccole proprietà che consentirono positive trasformazioni agricole in diverse zone del Nisseno, a Ribera (Agrigento), nelle vallate del Simeto (Bronte) e del Salso e a Caltagirone."
Sugli sviluppi della cassa rurale nell'età giolittiana (e fino al 1920 confronta il breve e schematico articolo di Vincenzo Schilirò (che però fu un attivo esponente cattolico negli anni Venti-Trenta) La cassa rurale ed artigiana e la elevazione delle classi lavoratrici siciliane, in «Civitas», VII (1956?) n. 9-10, pp. 197-200. |