La Famiglia Liuzzo è detta dei “Marrani” in
quanto sicuramente il capostipite, di chiare
origini spagnole aveva, nel passato, dovuto
forse cambiare fede da islamica o ebrea a
cristiana, e pertanto considerato dalla comunità
un traditore o marrano o forse meglio, con un
termine moderno “voltagabbana”. Era una famiglia sicuramente di agricoltori,
dato che negli antichi registri della Chiesa Madre a nessuno dei suoi membri è stato mai aggiunto il
termine “mastro” o “don”. Come risulta anche dall'Albero
genealogico, i Liuzzo “Marrani” sono
ben radicati e numerosi nella comunità brontese
ed anche all'estero (specie in Australia, ma
anche in America) tanto da poterne oggi
descrivere ben otto generazioni. Il capostipite in atto
conosciuto risulta dai registri esplorati fin
dalla fine del 1700: quando tale Placido
Liuzzo “Marranu” si unisce in
matrimonio con Rosa Papotto. Risulta anche dai registri che la coppia ha un
unico primo figlio, Sebastiano (numero progressivo 1.1 dell’Albero
genealogico) nato a Bronte nel 1786 che a
venticinque anni, nel 1811, sposa Sebastiana
Filippa Antonina Plastani detta “Liodara”. Da questo matrimonio nascono 5 figli: Grazia
Antonina (1812), Giuseppa Nunzia (1818), Maria
Domenica (1821), Placido Nunzio (1823) e
Francesco (11 ottobre 1826). Soltanto quest’ultimo,
Francesco, (n.
progr. 1.1.5) risulta dai Registri che si sia sposato
a Bronte: nel
1858 si unisce in matrimonio con la ventenne
Rosalia Antonina Costa dando vita all’attuale
numerosa genealogia. La coppia ha quattro figli maschi e due femmine:
- Nunzio (1862, non ci risulta che si sia
sposato);
- Placido (1865-1953) che nel
1892 sposa Teresa Meli (1874-1955) della
famiglia dei “Guardarutari”,
- Mariano
(1867, n. progr. 1.1.5.3) che il 2 maggio 1892
sposa la diciassettenne Maria Marino,
-
Antonino (1871-1961, n, progr. 1.1.5.4)
sposatosi nel 1896 con Ignazia Fallico e che dà
origine ai Liuzzo-Marrani d'Australia,
-
Agata
Angela (1875) e
- Giuseppa (1877, n. progr. 1.1.5.6.) nata nel
1877 sposatasi con Giuseppe Russo.
I discendenti di Placido Liuzzo e Teresa Meli La parte più numerosa della famiglia dei Liuzzo-Marrani,
discende dai coniugi Placido (1865-1953)
e Teresa Meli (n. progr. 1.1.5.2). Generano,
infatti, 10 figli
(7 maschi e 3 femmine), quasi tutti sposati,
abbastanza prolifici e dalla lunga vita (uno,
Salvatore, addirittura ultracentenario): Giuseppe (1893-1979), Salvatore (1896-1997),
Francesco (1898-1966), Nunzia (1901-1986),
Vincenza (1903-1943), Gaetano (1906-1995),
Caterina (1908-1974), Alfio (1910-2004), Nunzio
(1914-1997) e Felice (nato nel 1917 e disperso,
presumibilmente nel 1943-44, nella guerra di
Russia). Dei dieci fratelli non hanno discendenti
soltanto Caterina (non si è voluta sposare) ed
il più giovane, Felice, che, soldato disperso in
Russia, non ne ha avuto il
tempo. Rispettando poi una rigorosa tradizione
dei tempi antichi gli otto figli sposati di
Placido Liuzzo e Teresa Meli hanno voluto
tramandare i nomi dei genitori dando ognuno ad
un figlio maschio il nome di Placido (era anche
quello del capostipite) e di Teresa alla figlia
femmina, così che abbiamo contato ben otto
cugini Placido (o Dino) Liuzzo in altrettanto
famiglie. 1)
Giuseppe (1893-1979, n. progr. 1.1.5.2.1), il primo
figlio di Placido Liuzzo e Teresa Meli, sposa nel 1922-23? Scolastica Nociforo (Nuciforo
sui registri) e, per primo stringe un solido
rapporto di parentela dei Liuzzo con i Nociforo
(altrettanto faranno sua sorella Nunzia ed il
fratello Alfio con i germani Giovanni e
Giuseppina Nociforo ed il fratello Nunzio con la
figlia di Agata, un altra sorella Nociforo). Dal matrimonio di Giuseppe e Scolastica nascono
5 figli: Carmelina (1924-1984, suora), Teresa che sposando Giuseppe Catania (Cullarittu)
imparenta i Liuzzo con i Catania fra i quali
sono da citare Franco Catania (giovane
imprenditore e
deputato
all’Assemblea Regionale per 2 legislature) che sposa Aurora Spanò dei Pasquarini;
Caterina (Rina) (n. progr. 1.1.5.2.1.3) che
sposando Angelo Lupo (per tutti Angelino)
imparenta i Liuzzo con la famiglia Lupo (tra i
discendenti sono da citare Gina (1.1.5.2.1.3.1)
stimata anestesista negli ospedali catanesi, e
Valeria (1.1.5.2.1.3.5) che sposa Vincenzo Chiofalo attuale Preside della Facoltà di
Agraria dell’Università di Messina); Placido
(Placidinu u marranu) e Gino. 2)
Salvatore (il secondo figlio,
n. progr. 1.1.5.2.2), sposa Illuminata Romano
(1904-1980) generando 3 figli: Chinuccia (sposatasi con Biagio D’amico),
Placido
(sposatosi con Nunziatina Gangi) e Ignazio
(sposatosi con Giuseppa Pellegrini). 3) Due anni dopo Salvatore,
nel 1908, nasce Francesco (1.1.5.2.3) che nel 1940
sposa Vita Messineo (1904-1994); da loro nascono
Placido (sposa Concetta Paparo) e Nunzio
(sposa Angela Rinaldo). 4) La quarta figlia di
Placido Liuzzo e Teresa Meli è
Nunzia (n.
progr. 1.1.5.2.4) che segue le orme del fratello
Giuseppe sposando anch’essa un Nociforo
(Giovanni, 1900-1981).) Dalla coppia nascono
Mauro, Placido (n. progr. 1.1.5.2.4.2), uno dei
primi medici di famiglia brontesi che nel 1960
sposa Agata Maugeri, e Carmelina nata nel 1933 e
sposata nel 1956 con Salvatore Petralia
(commerciante in frutta secca) il cui
primogenito, Nicola (n. progr. 1.1.5.2.4.3.1), è
stato mio alummo all’I.T.C. “C. Gemmellaro”
verso la fine degli anni ’60. 5)
Due anni dopo Nunzia, i coniugi Liuzzo-Meli
generano nel 1903 Vincenza (n. progr. 1.1.5.2.5). Sposatasi con Alfio Caudullo ha quattro figli
ma, a quarant’anni la coglie una fine
drammatica: l’8 agosto del 1943 durante un
bombardamento degli alleati, Vincenza, il
marito Alfio, i figli Salvatore (1936) e Nunzio
(1939) più un altro che portava in grembo,
rifugiatisi in un ingrottato lavico ubicato
nella parte alta del Corso Umberto nelle
vicinanze dell’ospedale, vengono colpiti da una
bomba a mano lanciata da un tedesco e muoiono
tragicamente. Riposano nel cimitero di Bronte in
una tomba
posta davanti alla cappella dei Liuzzo. Il
figlio maggiore, Sebastiano, ha lasciato Bronte
e vive negli Stati Uniti. Un altro figlio,
Placido, sfuggito ai bombardamenti, scappa varie volte
dall'orfanotrofio in cui fu accolto ed è salvato da un soldato
tedesco in una delle sue fughe. All'età di circa 8 anni viene poi preso in casa, ma mai
adottato, da una sua cugina di primo
grado da parte di padre, Carmelina Caudullo sposata con un
paternese Fallica Francesco. Placido, che vive a Paternò, sposa Domenica Palumbo
da cui ha 8 otto figli, 7 femmine e uno maschio, Alfio. 6)
Il sesto figlio di Placido e Teresa Meli,
Gaetano (n.
prog. 1.1.5.2.6) nato nel 1906, sposa il
28/12/1927
Maria Venera Longhitano (dei Saranelli). Da questa unione nascono
Teresa (sposa
nel 1964 Vincenzo Meli); Antonino (n. progr. 1.1.5.2.6.2, dal 1972
sposato con Giuliana Russo), attuale presidente
dell’Associazione Bronte Insieme nonché egregio collaboratore alla redazione
della “Genealogia
di Famiglie Brontesi” (un suo nipote, Antonio Petronio, figlio di
Alessandro è
nell’ottava generazione dai capostipiti Placido
Liuzzo e Rosa Papotto l’ultimo arrivato); Placido (Dino) sposatosi con Concetta
Camiola e la quarta, Maria Franca (sposata con Franco Ramistella, primario di
Pediatria nell’ospedale di Gela, dove si è
trasferita). 7) Da Placido e Teresa Meli,
due anni dopo Gaetano, nasce
Caterina
preferisce restare nubile fino alla morte (1974).
8) Ancora due anni e dopo Caterina nasce
Alfio (n. progr. 1.1.5.2.8). Nel
1910, come avevano fatto il fratello Giuseppe e
la sorella Nunzia, sposa una Nociforo,
Giuseppina, che gli da tre figli: Mauro
(Dino) che sposa Maria Milazzo, Antonino
(nel 1971 sposa Rosa Longo) e Felice
(sposa una Saranelli, Antonina
Longhitano). 9)
Nunzio (n. progr. 1.1.5.2.9),
il nono figlio di Placido e Teresa, nato nel
1914 si sposa con Carmela Pannucci (figlia di
Stefano e di un'altra Nociforo, Agata, sorella
di Giovanni, Scolastica e Giuseppina). I suoi
quattro discendenti portano il nome di Placido (sposatosi con Adriana Malaponte),
Agata (lega la famiglia Liuzzo-Marrani
con i romagnoli Tozzi, sposando Quinto), Stefano (sposatosi con Daniela Costanzo) e
Teresa sposatasi prima con Antonino Schilirò
(1956-1986) e, successivamente con Roberto
Cartillone (1961-2007). 10) L’ultimo figlio,
Felice (n. progr. 1.1.5.2.10), il
decimo, nato tre anni dopo Nunzio nel 1917, ha
una tragica fine: chiamato alle armi, è mandato
al fronte in Russia da dove non ritorna più
risultando disperso.
I Liuzzo-Marrani
dell’Australia Numerosi sono anche i discendenti di
Antonino (1871-1961, n.
progr. 1.1.5.4), quarto figlio di Francesco
Liuzzo e Rosalia Antonina Costa (n. progr.
1.1.5), con la particolarità
che questa volta daranno origine ad una nuova ed articolata ramificazione
dei Liuzzo-Marrani in Australia. Antonino («'u zzù 'Ntoni» era chiamato
dai nipoti, figli del fratello Placido) che
sposa nel 1896 la sedicenne Ignazia Fallico
(1881-1962), ha sette figli: Nunziata
(1898-1990), Illuminata (1900-1980), Giosuè
(1906-1993), Nunziato (1911-1997), Antonina
(1914-1998), Ignazio (1917) e Francesco
(1922-2005). Molti di loro ed anche i loro
discendenti
emigrarono in periodi
successivi in Australia dove si stabilirono
definitivamente e dove vivono oggi i loro figli,
nipoti e pronipoti. Il primo a farlo è stata
Antonina (n. progr.
1.1.5.4.5), la quinta figlia: nata nel 1914,
sposa l’amico d’infanzia
Carmelo D’Aquino
(1909-2002, visse fino
alla bella età di 100 anni e 9 mesi). Carmelo, ritornato appositamente a Bronte dall’Australia
dov’era emigrato nel 1926, sposa Antonina ed insieme ritornano
definitivamente a Sidney.
Antonina e Carmelo,
che diventò un affermato viticoltore
noto in tutta l’Australia e pure in vari paesi
asiatici, hanno due figli: Vincenzina e
Illuminato (Leo), noto e benvoluto avvocato
a
Griffith, morto
nel 2005. Fu - scrive Bruno Spedalieri - «il
primo avvocato italiano in Sydney, il solo che
potesse trattare con gli emigrati Italiani senza
bisogno di interpreti.»
Dopo la Seconda Guerra
mondiale lascia Bronte per l’Australia anche
Ignazio Liuzzo (n. progr. 1.1.5.4.6),
fratello di Antonina.
Nel 1953, dalla nave “Sorrento”, sbarcarono a
Sydney l’altro fratello
Francesco
(n. progr. 1.1.5.4.7.),
la moglie Maria Imbrosciano e la
figlioletta di 3 anni Ignazina, attuale moglie
di Bruno
Spedalieri,
collaboratore di
Bronte Insieme, con il quale ho diviso il banco e i pomeriggi a
studiare in quinta ginnasiale al “Capizzi”, anno
in cui mio padre partì per l’Australia (era il
1954) a Sidney
ove rimase per nove anni, rientrando in Italia
nel 1963. Ignazio e Francesco, dopo anni difficili,
riuscirono ad aprire un negozio di frutta e
verdura (il «Liuzzo Bros») a Kirribilli, uno dei
posti più suggestivi di Sydney «... ed
erano fieri -
scrive Bruno Spedalieri - d’essere stati
scelti come fornitori della residenza del Primo
Ministro Australiano in Sydney.» Anche la secondogenita figlia di Antonio Liuzzo ed Ignazia Fallico,
Illuminata, nata a
Bronte nel 1900 (n. progr. 1.1.5.4.2), lascia Bronte per gli Stati Uniti d'America.
E'
stata la prima dei figli di Antonio ad emigrare. E si
stabilì nell’Ohio, dove viveva il fratello di suo padre, lo zio Mariano (chiamato
“Mario” negli Stati Uniti). Illuminata Liuzzo sposó il cugino di primo
grado Antonio Liuzzo, figlio di Mariano che era
antecedentemente emigrato in USA. I loro figli
sono Giuseppe, Carmela, Mary, Tony, Mario e
Nancy ed i loro discendenti.
Nunziatina Liuzzo,
figlia di Giosuè (n. progr.
1.1.5.4.3, terzo figlio di Antonino e Ignazia
Fallico), lascia Bronte per l’Australia nell’ottobre
1962 unitamente al marito Nunzio Imbrosciano
ed al loro figliolo Antonino (ora
professore a Sydney). Questa è la Famiglia Liuzzo (Marrani) per
quanto sono riuscito a ricavare dai registri
parrocchiali e dalle informazioni fornitemi dai
pareti e dai ricordi personali. Nunzio Longhitano Luglio 2008

I Marrani Nella Spagna del XVII
secolo, oppressa e terrorizzata dallo spettro dell’Inquisizione,
Marrani erano chiamati gli ebrei o gli islamici
convertitisi forzatamente al cristianesimo
per sfuggire alla
persecuzione. Dominatrice incontrastata sul resto del mondo per la sua cultura
ed il suo contributo artistico, la Spagna, all’epoca era infatti
soffocata da un violento rigurgito di xenofobia rivolto contro la
sua stessa gente e destinato a inquinare la coscienza nazionale
per più di quattro secoli.
I Marrani?
Erano dei veri cattolici!
Così Fritz Heymann, uno studioso tedesco vittima della Shoah, scrive in un suo libro:
Morte o
battesimo. Una storia dei marrani (Giuntina, pagg.153, euro 13).
Secondo il
ricercatore, gli ebrei battezzati emigrarono da Spagna e Portogallo che li
perseguitavano con l’Inquisizione, per motivi economici e sociali, non
religiosi.
Ma – scrive Adriano Prosperi in una sua recensione al libro apparsa
su Repubblica del 12 gennaio 2008, «c'è solo un particolare da correggere: la
scelta editoriale del titolo. Bisognerebbe scrivere non
«Morte o battesimo»,
ma «Battesimo e morte».
Perché nella storia dei marrani non ci fu un
alternativa se battezzarsi o morire, ma al contrario: proprio in quanto
battezzati il tribunale religioso dell’Inquisizione li poté accusare di
apostasia e condannarli a morte.»
Marrano è anche un insultò, lo si usava allora per indicare ebrei e islamici
all'interno del mondo cristiano, cioè propriamente un ebreo o un islamico
battezzato. Il sospetto e l’odio verso di loro prendevano argomento dal fatto
che quel battesimo era stato originariamente imposto a minoranze in paese
cristiano. Il ricordo di quella violenza alimentava il sospetto e l’odio.
«Si immaginava – continua Prosperi – che tutti gli ebrei battezzati
continuassero a serbarsi segretamente fedeli all’antica religione - tutti, anche
a distanza di diverse generazioni. Così si giustificavano le vessazioni, i
pogrom, le radici dell'antisemitismo.
Oggi, finita l'epoca dei pogrom, il
marrano continua ad essere nei libri di storia ancora quella stessa figura
inquieta, portatrice di un’identità di confine, spinta a muoversi sul crinale di
fedi diverse, perennemente in movimento tra paesi diversi - l'Ebreo errante,
insomma, che battezzato cerca di tornare all’antica fede e intanto abbandona e
tradisce ogni fede. (…)
«Intorno al 1937, Fritz Heymann,
pubblicista affermato, si dedicò a ricerche sulla storia
dei marrani.
Aveva lasciato quella
Germania a cui aveva dedicato tutto se stesso e per la
quale, giovanissimo, era andato volontario nella prima
guerra mondiale. Si era rifugiato ad Amsterdam. |