Per lungo tempo i critici e gli ammiratori del rinomato
Filosofo
Brontese, Nicola Spedalieri si sono soffermati su un solo
aspetto del libro “Dei Diritti dell'Uomo”,
travisando o trascurando con ciò stesso quello che era il
pensiero e lo scopo vero del filosofo, e che è espresso nel
sottotitolo del libro stesso: “Dimostrare che la Religione
Cristiana è la più sicura custode dei Diritti Umani.”
Se si parte dal principio che gli uomini sono creati
tutti uguali, non c'è nessuno che per propria natura possa
vantare autorità sugli altri. L'uomo è una creatura razionale,
libera e socievole.
Per sua natura è portato all’egocentrismo e
all’amor proprio. Per questi motivi, per equilibrare cioè i
diritti e i doveri di ciascuno, l’essere umano ha bisogno di una
guida, di un capo, di un difensore, di un giudice.
Questa
autorità è voluta da Dio, in quanto inerente alla natura umana,
ed in questo senso si dice che viene da Dio.
Nel mondo animale l'autorità viene assicurata o affermata con la
forza, nel mondo razionale viene assicurata o eletta con la
scelta. Dio vuole l’autorità, ma è l’uomo che se la sceglie e se
la dà, e Dio la sancisce.
L’uomo che è posto al potere, tuttavia, non ha più diritti degli
altri cittadini e non può usare del potere conferitogli per il
proprio vantaggio a scapito degli altri, o strafare e diventare
tiranno. In questo caso il mandato perde il suo supporto che è
il volere del cittadino. (L1, C17, §29). Gesú si è dimostrato sempre rispettoso dell'autorità sia civile
che religiosa. Ma non si è trattenuto dal tacciare di sepolcri
imbiancati e razza di vipere i farisei che della legge ne
avevano fatto una ragione per opprimere i cittadini. (Mt 23,
13-34). I diritti umani non sono chiaramente elencati ed asseriti in
nessuna carta civile o religiosa, poiché sono vari come vari
sono pure i doveri umani. Che sia la lista di Gian Giacomo
Rousseau o quella proposta nella Dichiarazione di Indipendenza
degli Stati Uniti, non cambia nulla per Nicola Spedalieri.
Nessuno nega, né può negare, che ogni uomo abbia i suoi diritti. Quello che il Filosofo vuole asserire è che il Cristianesimo ed
i suoi princìpi sono la migliore salvaguardia dei Diritti Umani,
semplicemente perché il Vangelo ci dice quali sono i nostri
limiti, i nostri doveri, e tutti si riassumono nel sacrosanto
detto: "Fai agli altri quello che vuoi che gli altri facciano a
te." (Mt 6, 12 e Lc 6,31). Dopo avere presentato i vari tipi di Società, quella Puramente
Naturale (L2), quella dei Senza Dio (L3), quella Deistica (L4) e
quella Cristiana (L5), il Filosofo Siciliano conclude che solo
la Religione Cristiana ha tutta la forza morale e i mezzi per
arginare l’Amor Proprio, vero nemico del benessere umano, per
controllare l’abuso del Potere e per proteggere i Diritti Umani
del Cittadino.
È il Cristianesimo a mettere l'uomo in guardia contro le proprie
passioni che tendono ad infrangere i diritti del prossimo e ne
propone i santi Sacramenti come graziosa forza divina capace di
aiutarci a ben vivere.
Esorta ad amare gli altri come se stessi,
e propone la pratica della virtù fino ad un grado eroico: "Ama
il tuo nemico", (Mt 5, 44). "Se uno ti dà uno schiaffo sulla
guancia destra, porgigli l'altra." (Mt 5, 39). "A chi ti vuole
rubare la camicia dai pure il tuo mantello." (Mt 5,40).
È questo che il Filosofo Brontese esprime nel suo libro. Ma
quanti sono i critici che espongono ed analizzano questa parte
dell'opera Dei Diritti dell'Uomo?
Tutti si fermano a polemizzare
sul concetto di autorità, e le varie fazioni usano l'autore come
cavallo di battaglia per difendere le proprie meschine vedute.
Questo fare ha tradito il pensiero del Filosofo.
Quanti ad esempio hanno notato o annotato come il Filosofo
affronti problemi che sono di attualità ancora in questo 21°
secolo?
- l’intolleranza religiosa (il rispetto delle minoranze comporterebbe il rigetto delle proprie credenze?),
- l'autorità dei genitori verso i figli,
- i poteri reciproci dei coniugi,
- l'autorità dei vescovi e del papa,
- la pena capitale,
- il diritto di proprietà ed anche delle proprietà temporali
della Chiesa,
- la schiavitù e l’oppressione, - la guerra, - il diritto di rivolta, ed altri punti di vitale importanza
anche ai giorni nostri? Si è fatto un gran dire dell’elenco dei Diritti Umani, citati
dal Filosofo Spedalieri, ma non è stato fatto rilevare che
Nicola Spedalieri sia il solo Filosofo che affianca i Doveri ai
Diritti Umani.
La libertà di ciascun cittadino cessa là dove
inizia la libertà degli altri cittadini ed a quel punto inizia
il dovere: dovere di rispettare la persona, la famiglia e i beni
degli altri, la reputazione del prossimo, il pensiero e
l’opinione degli altri. L’incoronazione e l’unzione dei principi e dei papi non è un
sacramento, non è un’investitura divina e intoccabile; è
semplicemente un rito, una preghiera rivolta a Dio chiedendo il
suo beneplacito e la sua divina assistenza, ed una consacrazione
personale del principe al compito per cui è eletto, eletto per
voto o confermato per eredità. Quando il popolo ebreo, stanco del moralismo dei suoi sacerdoti,
volle eleggersi un re, alla maniera dei popoli pagani, Dio
rispettò il volere del popolo, e diede loro Saul come re. Ma non
mancò di mettere gli ebrei in guardia contro le debolezze dei re
(1 Sam 8-11). Non c’e quindi niente di eretico in quello che afferma lo
Spedalieri nel suo concetto di autorità. L’uomo tuttavia, per
natura sua, è debole, ed anche il principe lo è. Colui che è al
potere tende ad abusare della sua autorità. Abbiamo gli esempi
biblici di Saul e di Davide, e quelli che si presentano ai
nostri occhi oggigiorno.
C’è chi si crede investito direttamente
da Dio e quindi autorizzato a fare quel che vuole in nome di
Dio: “Dio me l’ha data e guai a chi me la tocca!” Questo è
eretico! Sebbene lo Spedalieri rigetti il concetto di una elezione
divina, dell’uomo al potere, riconosce che Dio sancisce
l’autorità conferita, ed esorta il cittadino al rispetto del
principe (L1, C17, §31). San Paolo (Ro 13 - 1 Tm 2 - Ti 3) e San
Pietro (1 Pi 2) esortano con insistenza al rispetto di coloro che sono in
autorità. |