Le carte, i luoghi, la memoria...

Nicola Spedalieri, filosofo

 Personaggi illustri di Bronte, insieme

Ti trovi in:  Home-> Personaggi-> N. Spedalieri->  I diritti dell'uomo

La visuale di Nicola Spedalieri su i Diritti dell’uomo

(di Bruno Luigi Spedalieri, Sydney 2005)


Efficacia dei Poteri Miracolosi

Abbiamo detto che lo Spirito Santo risiede permanentemente nella Chiesa per ispirarla e guidarla. Lo Spirito Santo produce i Santi perchè siano di esempio ed ispirino altri ad imitarli. Lo Spirito Santo esercita pure altri poteri soprannaturali nella Chiesa: i Miracoli.
I Miracoli hanno lo scopo di attrarre l’attenzione degli uomini verso Dio e di indicare in modo visibile quale sia la vera Chiesa di Cristo. Middleton obbiettava che la Chiesa non è in grado di usare questi poteri quando vuole. Ebbene, la Chiesa non lo ha mai preteso. I fedeli credono che Dio opera queste meraviglie tramite il ministero della Chiesa quando Lui vuole, non per decisione della Chiesa. Quale consolazione non prova il credente nel vedere autenticate da Dio le proprie virtù tramite il miracolo o la realizzazione di una profezia. Non può certo rimanere insensibile chi riceve un miracolo o chi sia testimone di un miracolo; non può ignorare l’Autore di tanto favore. (LV, C 11, 1-10).

Non c’è da meravigliarsi che i Protestanti non credono ai miracoli. Accettare il miracolo sarebbe per essi ammettere che la Chiesa Cattolica sia la vera Chiesa di Cristo, quella Chiesa che essi hanno abbandonato. Stranamente tuttavia i Protestanti credono ai miracoli operati da Gesù e dagli Apostoli.

Non tutti possono essere testimoni diretti di un miracolo; ma la Chiesa prende cura di esaminare sotto tutti gli aspetti scientifici un miracolo. Basta quindi credere alla testimonianza della Chiesa per accettare il miracolo. Chi non accetta questa via rigetta automaticamente ogni sorta di autorità che sia di fede, di storia o di scienza.

I Razionalisti moderni considerano Dio come il Creatore dell’Ordine Naturale, ma per essi i miracoli sono eventi stabiliti da decreto eterno di Dio. Cioè per essi questi eventi straordinari non hanno nessuna relazione col comportamento umano e non sono segno di approvazione o disap­provazione divina, conseguentemente non c’è ragione di placare o di ringraziare Dio. (LV, C 11, 11-15).

La Rivelazione ci insegna che Dio utilizza mezzi naturali per premiare o per punire. Nulla impediva a Dio quando stabiliva l’ordine naturale di pianificare fenomeni straordinari o soprannaturali che accadessero in tempi e posti determinati con lo scopo di premiare o punire una data comunità umana. Questo non è cosa inconcepibile se pensiamo che Dio non può rimanere indifferente al bene o al male morale.

Ebbene i miracoli fanno parte di questo piano provvidenziale. La Legge Naturale e le sue eccezioni, i Miracoli, sono stati creati dallo stesso decreto divino. Per Dio l’Ordine Naturale e l’Ordine Soprannaturale sono un’unica cosa. Tutto serve all’Ordine Morale. I Deisti non fanno nulla di buono alla Società Civile rigettando i miracoli e negando la relazione che c’è tra la moralità e gli eventi soprannaturali. (LV, C 11, 16-20).


Beneficio dei Sacramenti

La Religione Cristiana è depositaria di sette Sacramenti, i quali hanno una relazione essenziale con la Società Civile.

Il Battesimo (Mt 28: 18-20, Mc 16: 15-16).
È come la porta per cui si accede nell’Ovile di Cristo. È stato istituito per sradicare il peccato originale, per infondere la grazia soprannaturale della fede, della speranza e della carità e ristabilire nell’uomo il diritto alla vita eterna. (LV, C12, b1).
Prima di amministrarlo ad un adulto la Chiesa si preoccupa di preparare il recipiente e di assicurarsi che questi si impegni a vivere una vita corretta e degna di un discepolo di Cristo. (LV, C12, b2-4)

Questa istituzione per se stessa, senza considerare il suo valore soprannaturale, è sufficiente a coltivare la virtù. Essa inculca una fede solida in Dio e negli attributi divini, la coscienza della debolezza umana e della forza della grazia e la certezza del premio o del castigo dopo questa vita. Essa implica pure una promessa solenne fatta davanti al Vescovo e della congregazione cristiana. (LV, C12, b5).
Nella pratica odierna, la Chiesa si preoccupa di liberare l’essere umano dalla schiavitù del peccato fin dalla nascita e metterlo in condizione di guadagnare fin dalla sua tenera età meriti soprannaturali. Rimane ai genitori e ai padrini il compito di educare i bambini nella fede e nella pratica cristiana.

Non è forse lo scopo delle istituzioni sociali quello di promuovere integrità e onestà tra i cittadini? È quello che il Battesimo fa. (LV, C12, b8-9).

La Cresima (At 1: 4-8, 2: 1-4).
È una riconferma del Sacramento del Battesimo, infonde nuove grazie per aiutare il ricevente a mantenere le promesse battesimali. È conferito agli adulti subito dopo il Battesimo, o ai bambini battezzati quando hanno raggiunto l’età in cui cominciano a mostrare le loro inclinazioni. I pastori indicano la corretta via e ricordano ai genitori e ai padrini i loro doveri cristiani. Anche questo è un Sacramento benefico alla Società. (LV, C12, c).

La Penitenza (Mt 16:18-19, Jn 20: 21-23).
Il battezzato può tuttavia ancora peccare e perdere la Grazia di Dio. Cristo ha provveduto la via alla riconciliazione con Dio. Per autorità di Cristo, il prete può liberare il peccatore dai suoi peccati e restituirlo alla grazia.
Tre condizioni sono tuttavia necessarie per ottenere il perdono: 1/ un sincero pentimento per il male commesso con la promessa di fare il possibile per evitare nuove cadute, 2/ la confessione dei peccati fatta al prete, 3/ la soddisfazione per l’offesa recata a Dio. (LV, C12, p1-3).
Il comportamento della Chiesa verso i peccatori, specialmente i peccatori pubblici, era più severo nel passato che oggi, ma la regola è rimasta immutata. Nei riguardi della soddisfazione, la Chiesa può usare indulgenza, ma non esentare il peccatore dal soddisfare per il male commesso. (LV, C12, p4-15).

Il dovere della confessione deriva dal fatto che il Sacramento di Penitenza è stato istituito in forma di giudizio. Affinchè quindi il prete possa stabilire la giusta soddisfazione da imporre deve conoscere il tipo di offesa commessa. Il peccatore quindi deve accusarsi; ma è appunto in questa umiliante autoaccusa che sta il rimedio. Essa, con l'aiuto della grazia, agisce contro l’amor proprio e sprona a mantenere la promessa di non più peccare. (LV, C12, p16-18).

Il confessore, durante l’amministrazione di questo sacramento apporta un benefico contributo alla Società, con i suoi consigli e con il mezzo della persuasione, allenta prudentemente eventuali tensioni domestiche, e toglie le cause abituali di peccato, osservando con cura il segreto confessionale. È dal confessionale che spesso originano anonime donazioni caritative, riconciliazioni familiari, incoraggiamento e supporto verso persone in bisogno finanziario e morale. Tanti crimini e degradazioni morale sono evitati grazie a questo santo sacramento. Quale beneficio non ne ricava tutta la Società Civile! (LV, C12, p21-23).

L’Eucaristia (Mt 26: 26-29, Mc 14: 22-25, Lc 22:14-20).
L’essenza e la grandezza di questo Sacramento è la Presenza Reale di Gesù Cristo nascosto sotto le specie del pane e del vino consacrati dal Sacerdote. Questa presenza sussiste fino a che le specie non sono distrutte. Il Sacramento Eucaristico è l’anima della Liturgia Cristiana. Il Corpo ed il Sangue di Cristo sono offerti in Sacrificio al Padre Onnipotente. È lo stesso Sacrificio di Gesù sulla Croce che viene rinnovato perennemente, fiduciosi di presentare al Padre la sola Vittima che gli è gradita e che basta a placare la Divina Giustizia ed ottenere ai fedeli dei benefici eterni.

Noi possiamo pure ricevere la Comunione con le Sante Specie. Per riceverla degnamente dobbiamo essere devotamente preparati e purificati, poichè la Comunione stabilisce un’intima connessione tra noi e Dio, diventa sorgente di ispirazione e di gioia spirituale, ci dà forza e perseveranza per obbedire alla legge divina.

Se abbiamo una fede viva, la Presenza Divina ci darà grande aiuto per controllare le nostre passioni. La presenza della Santa Ostia è bastata spesso a placare i riottosi. I non credenti ci accusano di superstizione, ma non possono negare che questa fede è efficace a trattenere l’uomo dal commettere crimini ed ogni sorta di male morale e ad incoraggiare la pratica della virtù. (LV, C12, e1-7).

L’Ordine (Mc 3: 14-15, At 6: 1-6, 13: 1-3).
Questo Sacramento è stato istituito da Gesù per creare e perpetuare i santi Ministri con il compito di attendere ai bisogni spirituali del popolo. La nuova Alleanza tra Dio e l’uomo, l’Alleanza Cristiana, per volontà divina deve estendersi a tutte le generazioni, ecco dunque che il Sacerdozio Cristiano deve essere perpetuo, e può esserlo solo per via di successione.
La Sapienza Incarnata ha voluto che questa perpetuazione non si facesse per via di fisica generazione, come succedeva nel vecchio Testamento, dove il Sacerdozio si trasmetteva da padre in figlio. Nella Nuova Alleanza il Sacerdozio è assicurato per via di chiamata, di elezione.

Questo Sacramento conferisce al Chiamato il potere di trasmutare il pane e il vino nel Corpo e Sangue di Cristo, ed il potere di perdonare i peccati. Questo secondo potere tuttavia è soggetto a giurisdizione, una giurisdizione che solo il Vescovo può concedere al Prete come quella del Vescovo stesso è concessa dal Papa. In questo modo tutto il Corpo Sacerdotale è ordinato in modo gerarchico tale da preservare l’unità e determinare i poteri di ciascun ministro. (LV, C12, o1-5).

I Ministri Sacri devono essere dotti nelle Scienze Sacre ed integri in modo da essere di esempio ai fedeli. Devono avere zelo ed inclinati all’apo­stolato attivo. Il compito di predicare ed insegnare è proprio del Vescovo, i Preti sono solo i suoi assistenti.

È chiaro che i Santi Ministri della Chiesa se esemplari sono di grande servizio alla Società. Il linguaggio della Legge Civile è il comando, ed il criminale può sfuggire alla punizione se il crimine non è provato. La Religione invece, parla al cuore per via di persuasione, e si estende su tutto l’operato umano, il suo scopo non è quello di punire, ma quello di correggere. I Ministri della Chiesa hanno un vero e divino diritto di promuovere le idee religiose in ogni circostanza e a tutti i popoli, si tratta di una educazione perpetua ed universale. (LV, C12, o6-9).

Il Matrimonio (Mt 19: 3-8, Mc 10: 11, Lc 16: 18).
Il Matrimonio è un contratto che è naturale, civile e sacro. Conseguentemente è di competenza della Jus Naturalis, della Legge Civile e della Religione Rivelata. Gesù Cristo ha elevato questo contratto alla dignità di Sacramento. Vediamo i benefici che la Società Civile riceve da questa sacra istituzione.

Il Matrimonio è il seminario della Società Civile. Prima della Società Civile viene la Società Domestica e sono queste Società Domestiche che formano la Società Civile. Se il Matrimonio è ben regolato e funzionale tutta la Società Civile ne trae beneficio.
Gesù ha stabilito che il matrimonio sia indissolubile e perpetuo, ed ha escluso la poligamia proclamando che fin dall’inizio il matrimonio era stato costituito da Dio in questo modo. (LV, C12, m1-3).

Se gli sposi fossero liberi di separarsi quand’essi volessero, quante inconvenienze non ne deriverebbe la Società. Anche l’amore più grande col tempo si intiepidisce lasciando luogo alla noia e al fastidio; l’insaziabile concupiscenza cerca sempre nuovi oggetti e nuove esperienze minando l’armonia familiare. Il prospetto poi di una possibile separazione non aiuta alla costruzione di un’unione duratura.
Se l’amore di un coniuge non è ricambiato dall’altro coniuge, il primo si sentirebbe inschiavito ed insicuro temendo l’abbandono. I figli soffrirebbero e, testimoni di tensioni familiari, crescerebbero insubordinati e indipendenti. L’unità familiare verrebbe quindi ad essere compromessa. (LV, C12, m4-10).
Si argomenta dicendo che se il divorzio fosse legalizzato, certo creerebbe inconvenienze, ma la Società Civile apporrà delle restrizioni. Purtroppo è facile manipolare la Legge Civile, basta guardare alla Roma Antica: quando la corruzione contaminò i capi, le leggi controllanti il divorzio furono rilassate. E quanti artifatti non erano usati per assicurarsi un posto accanto all’imperatore, provocando ripudi se non uccisioni.
L’indissolubilità matrimoniale sradica questi mali dalla radice. No possiamo certo asserire che un’unione matrimoniale sia sempre ideale. La Chiesa non accetta imposizioni nell’unione, ha il potere di annullare un matrimonio che risulti non conforme ai dettami della libera e matura scelta, e in certi casi accetta la separazione per il bene spirituale dei coinvolti.

La poligamia si è rivelata detrimentale per la società e per l’armonia familiare, e Cristo l’ha autoritativamente rigettata per i suoi seguaci. (LV, C12, m11-13).

La Moralità Cristiana, rigetta che l’unione matrimoniale sia usata per puro piacere sessuale. Lo scopo del matrimonio è quello di aumentare la gloria di Dio con la procreazione, affinchè altri esseri umani imparino a conoscere ed amare Dio. La lussuria è proibita dalla legge divina. Questa restrizione, voluta da Dio, aiuta la fecondità, ed incoraggia gli umani a tenere presenti i valori spirituali e rimanere forti per il servizio del paese. (LV, C12, m15).

La Chiesa, guidata dallo Spirito di Dio, ha introdotto delle leggi positive per regolare i matrimoni. Se la Chiesa non si opponesse al matrimonio tra certi gradi di parentela, tra fratelli e sorelle per esempio, quali disordini non ne deriverebbero. E se la Chiesa non si opponesse ai matrimoni contratti per il puro piacere sessuale, cosa impedirebbe il matrimonio tra omosessuali (sic), cosa non solo probabile, ma reale.
Già nel 1778 fu avanzata in Amsterdam una proposta di legge a riguardo. Il proponente sosteneva che l’incesto è soggetto alla legge della decenza, ma che la natura di per sè non lo rigetta. Sosteneva ancora che la sodomia è solo questione di gusto e che di per sè non sia un crimine. Sarebbe da meravigliare se un giorno la Società trasformi l’empietà sodomitica in un matrimonio legale?

Nel luglio del 2005 in Italia, a seguito della recente decisione presa dal governo Spagnolo, fu avanzata la proposta di legge sul matrimonio fra omosessuali. Tanti furono gli oppositori e fra questi il Presidente del Senato Della Repubblica Italiana Onorevole Marcello Pera. Questi il 4 luglio di quello stesso anno a Madrid, nel suo Discorso pronunciato alla Fundaciòn para el anàlisis y los estudios sociales, disse testualmente a riguardo: “... è falso che si tratti di "conquiste civili" o di misure "contro le discriminazioni" o di "estensione dell'uguaglianza"; si tratta piuttosto del trionfo di quel laicismo che pretende di trasformare i desideri, e talvolta anche i capricci, in diritti umani fondamentali.” Dobbiamo ammettere che il Codice Morale lasciato nelle mani degli uomini, sarebbe esposto alle peggiori eccentricità delle passioni umane. Solo la Religione con l’assistenza di Dio è capace di tenere sotto controllo l’amore e proteggere così la Società Civile da tanti mali. (LV, C12, m16-22).

L’Estrema Unzione (Mc 6: 13, Gcm 5:14-15).
Così questo Sacramento era chiamato a quel tempo e Nicola Spedalieri coerente con gli insegnamenti dell’epoca lo chiama il Sacramento dei Morenti. Oggi è chiamato l’Unzione dei Malati. Il Sacramento è stato istituito per aiutare i malati, anche quelli in fin di vita, ad accettare la sofferenza e la morte e a distaccarsi dai beni e dalle affezioni terrestre e a chiedere perdono del male commesso in vita. Non avendo stretta relazione con la vita sociale, il Filosofo non si dilunga nella presentazione di esso.

Concludendo questo capitolo l’autore sottolinea come il Cristianesimo con i suoi Sacramenti aiuti ammirevolmente a purificare la Società Civile dai suoi vizi e ad arricchirla di virtu. (LV, C12, u1-2).


La Correzione Fraterna

La Società Civile non contempla la correzione prima di avere proceduto alla punizione. Di fatto la Legge Civile non ha diritto di interferire con il diritto naturale della libertà umana, fino a che questa libertà non diventa detrimentale per la Società. La sola cosa che la legge può imporre è l’accettazione della punizione, qualora una persona è riconosciuta colpevole.

È impossibile d’altronde convincere legalmente una persona che merita correzione, se non ci sono prove concrete. Lo scopo della legge è di as­sicurare che non venga commesso nessuno dei crimini indicati dalla legge stessa. La legge civile poi può procedere solo per via di comando, non per via di persuasione. Il cittadino da parte sua acconsente di sottomettersi alle direttive di un tribunale a patto che questo operi entro precisi e prestabiliti limiti. Un tribunale che volesse controllare, per via di commando, tutte le azioni umane sarebbe despotico. (LV, C13, 1).

La correzione invece trova posto nel sistema religioso, poichè la Religione procede per via di persuasione non per via di comando. Perchè la Religione parla con l’autorità di Dio e inquadra tutte le azioni umane nel prospetto dell’eterna salvezza. La persona che è oggetto di questa correzione non trova difficile di accettarla sapendo che non si tratta di una sentenza e di una punizione. Non è considerata delinguente ma inferma e in bisogno di cura. Non ha bisogno di evidenza legale, lei stessa, la persona interessata, confessa e riconosce le sue debolezze, chiede ed accetta l’aiuto necessario per correggersi. (LV, C13, 2).

La correzione fraterna è di fatto un precetto imposto dal Legislatore Divino e deve essere condotta con grande carità e con umiltà. Il Vescovo ha la giurisdizione e il compito sacro di vegliare sulla Disciplina dei fedeli. Nei casi di peccati pubblici, il Vescovo ha il diritto e il dovere di intervenire, di ammonire, di imporre pubblica penitenza e di punire se è necessario: rifiutando l’assoluzione e la comunione ed il funerale cristiano. (LV, C13, 4-16).

Questo sistema di censura episcopale, esercitato nello spirito del Vangelo, è efficace a mantenere pura la condotta morale ed opera per il bene della comunità intera. Anche solo con questo sistema, senza l’intervento di leggi civili, di magistrati e di polizia la Società Civile e, aggiungiamo, Cristiana, potrebbe sopravvivere e fiorire. (LV, C13, 18).


La Carità Cristiana

Abbiamo già parlato della Grazia, dice Spedalieri. Nel 14º Capitolo del 5º Libro, specifica che la Grazia non è altro che Carità. Di fatto è l’Amore Divino emanato dallo Spirito Santo e che si diffonde nei cuori umani. La Carità perfeziona la legge naturale, induce l’uomo ad agire in modo puro e santo e così provvede la Società Civile di innumerevoli e benefici vantaggi. (LV, C14, 1-2).

La legge naturale si basa sull’Amor Proprio; infatti la ricerca della nostra felicità non è altro che Amor Proprio. L’amor proprio non è cattivo in se stesso, ma è limitato in quanto non guarda ai valori delle cose o degli atti in modo oggettivo, ma solo in relazione al proprio io, ai propri interessi. Nella legge naturale, pure l’amore degli altri e l’amore di Dio sono orientati al proprio interesse. Gli altri sono presi in considerazione solo per il beneficio che noi otteniamo da loro. La grandezza di Dio e la sua perfezione può suscitare nell’essere umano naturale ammirazione, non amore. (LV, C14, 3-4).

Nella religione soprannaturale, la carità sostituisce l’amor proprio, raffina ed eleva la morale naturale. Il Cristiano ama il suo Creatore non solo per il bene che gli fa, ma lo ama per Se stesso, per la Sua assoluta Bontà, anche se non ne trae beneficio. Il Cristiano ama ancora il suo prossimo non perchè ne ricava un bene, lo ama in quanto creatura di Dio. Se dunque l’Amor Proprio mi dice di amare coloro che mi fanno del bene, la Carità mi insegna ad amare tutti, anche quelli che mi sono indifferenti, e persino coloro che mi fanno del male. La Carità è disinteressata. (LV, C14, 5-8).

I Filosofi parlano di Amore Universale. Essi ignorano di fatto che il solo principio morale della Filosofia è l’amor proprio. Il loro concetto di Amore Universale conseguentemente è vuoto di significato. Solo la Carità Cristiana è capace di realizzare l’Amore Universale. (LV, C14, 9-11).
Come è possibile che un uomo superando l’amor proprio possa praticare la carità. Ebbene l’amor proprio scaturisce dalla nostra stessa natura. L’uomo conseguentemente non può elevarsi ad una pura e disinteressata carità in quanto l’amore puro è al disopra della nostra natura. Ma Dio può bene elevare l’uomo a quel grado di carità. La vera Carità emana dallo Spirito Santo, è la partecipazione dell’Amore Divino. Quindi questa Carità vene dal di fuori della nostra natura, viene da Dio. L’amore naturale è relativo, quello soprannaturale è assoluto, e Dio onnipotente, con un atto soprannaturale, può dare al volere umano la forza di desiderare un bene assoluto. (LV, C14, 12-16).

Consideriamo dunque: Non è forse l’Amor Proprio il vero nemico dei Diritti Umani? Non è forse l’amor proprio il padre di tutti i crimini? L’autore di tanti disastri? L’istigatore di rivolte? L’incendiario? Il sanguinario? Il genocida? Il distruttore della Razza Umana? Ebbene la Carità gli impedisce di manipolare le azioni umane, lo imprigiona, lo paralizza, lo distrugge. La Carità porta ordine, armonia, pace e sicurezza. La Carità incita l’uomo ad amare gli altri in modo disinteressato e con entusiasmo.
Lo aiuta a trovare piacere nel fare del bene. L’Amor Proprio di per sè non è un principio cattivo, ma a motivo della corruzione originale l’uomo ha perso la capacità di elevarsi verso Dio e di osservare tutte le leggi naturali. Togliamo la Carità e vedremo l’umanità precipitare nel disordine. (LV, C14, 18-21).
Andando più a fondo diremo che il Cristiano deve, per obbligo, praticare la Carità. L’egoista non è Cristiano. Chiunque ami il suo prossimo solo per proprio interesse, non è Cristiano. L’amore per gli altri è l’anima dell’istituzione Cristiana. (LV, C15, 1-2).
Le opere di misericordia e di carità non sono legate alla giustizia, conseguentemente nell’ordine naturale non possono essere imposte con la forza. Nel Cristianesimo queste opere sono comandate. Il Catechismo Cattolico specifica che 4 cose sono necessarie alla nostra salvezza: Fede, Speranza, Carità ed Opere Buone. Queste Opere Buone sono catalogate in 7 Opere di Misericordia Corporale e 7 Opere di Misericordia Spirituale. (LV, C15, 3-4).

A cosa servirebbe il Comandamento di Amare il Prossimo, se non fossimo obbligati a fare del bene al prossimo? Solo negli Apostoli troviamo queste calde parole: “Cari, onorate le vedove, prendetevi cura dei bambini, confortate gli sfiduciati, aiutate gli ammalati”. (LV, C15, 5).
È pur vero che il Cristianesimo non impone la carità con la forza. Ma il Precetto della Carità porta il sigillo divino e la certezza del premio per chi lo pratica o del castigo per chi lo contravviene, nella vita avvenire. La dottrina Cristiana considera il dare elemosina un dovere di giustizia. Il “Quod superest date elemosinam” va inteso come un obbligo. Per legge naturale tutti hanno diritto alla propria sussistenza.
Questa sussistenza viene dal prodotto della terra che è stata creata da Dio per tutti. Non si contesta il fatto che il prodotto della terra è pure frutto della partecipazione dell’industria umana, ma il diritto di sussistenza di coloro che non posseggono o che non sono in grado di produrre, rimane reale e sempre valido; e conseguentemente i benestanti hanno l’obbligo di dare ai bisognosi quello che ad essi risulta non strettamente necessario. (LV, C15, 6-8).
Il bisognoso non può tuttavia usare la forza per costringere il benestante ad aiutalo, e la legge civile non ha forza in campo. È qui che si nota il vantaggio della religione Cristiana ed il suo benefico effetto sulla Società. La Religione Cristiana fa un obbligo ai fedeli di sovvenire ai bisognosi e dice loro pure che dovranno renderne conto a Dio. (LV, C15, 8-10).

Lungo i secoli la Chiesa è sempre stata attenta ai bisognosi, non solo Cristiani, ma anche Gentili. Si è sempre preoccupata delle vedove e degli orfani. Tanti Ospedali, case di riposo, orfanotrofi sono stati fondati da membri della Chiesa Cattolica. Cosa hanno fatto gli idolatri e i gentili per i poveri e gli storpi? E cosa hanno fatto i Filosofi Deisti per alleviare la miseria, loro che parlano sempre di amore universale? Sono solo stati capa­ci di espropriare la Chiesa dei beni dati per i poveri e svuotare le mani consacrate a Cristo per aiutare i bisognosi. (LV, C15, 16-22).
 

Nicola Spedalieri

Home PagePowered by Associazione. Bronte Insieme Onlus - Riproduzione riservata anche parziale. Tutti i dirit­ti sono riservati all'Autore che ne è unico titolare. E' vietata ogni riproduzione del testo o di brani di es­so senza l'autorizzazione scritta dell'Autore e senza citazione della fonte.

 La visuale di Nicola Spedalieri su i diritti dell’uomo