Le carte, i luoghi, la memoria...

Nicola Spedalieri, filosofo

 Personaggi illustri di Bronte, insieme

Ti trovi in:  Home-> Personaggi-> N. Spedalieri->  I diritti dell'uomo

La visuale di Nicola Spedalieri su i Diritti dell’uomo

(di Bruno Luigi Spedalieri, Sydney 2005)


Il Cristianesimo protegge e rettifica il Commercio

Il Cristianesimo loda e raccomanda lo spirito di povertà poichè esso protegge la virtù. Ma ciò non vuol dire che proibisce il possedere e che rigetti i ricchi, e certamente non impone a questi di rinunziare ai loro beni. Fin dagli inizi la Chiesa ha accolto i poveri e i ricchi, i nobili e la gente comune, i deboli e i potenti. È vero che Cristo ha detto che è difficile al ricco di salvarsi. Lo ha detto nel senso che le ricchezze espongono la virtù di chi le possiede a tanti pericoli. (LV, C19, 1).

Il Cristianesimo non vuole che il ricco si faccia povero, così facendo diventerebbe un peso per la società. Vuole che ciascuno lavori per guada­gnarsi il pane quotidiano, come appunto Dio ha prescritto nel Libro Sacro: “Col sudore della tua fronte ti guadagnerai il pane.” (Gen 4,19). Le Sacre Scritture addirittura ci indicano la formica come esempio: “Va, o pigro, dalla formica, considera la sua via e impara...” (Prov 6,6). Quel­l’insetto lavora senza sosta per il presente e per il futuro. In un altro passaggio biblico leggiamo: “Non preoccuparti del domani.” (Mt 6,34). Le due sentenze sembrano contraddirsi. Ebbene Dio vuole che noi lavoriamo per il domani, non vuole che ce ne stiamo oziosi aspettando l’aiuto di Dio. Ma quando abbiamo fatto del nostro meglio, dobbiamo confidare nella Divina Provvidenza, anche se il futuro si presenta problematico. (LV, C19, 2-3).

Dobbiamo pagare le tasse? Certo Gesù ce lo ha comandato e lui stesso le pagava. (Mt 22: 21). Dobbiamo assistere i poveri? Sì e Cristo ce lo comanda: “Quod superest date elemosinam” (Lc 3: 11). Il che vuol dire che dobbiamo dare in elemosina ciò che è superfluo alle nostra vera necessità. Non vuol dire che dobbiamo dare ai poveri quello che è destinato ad essere gettato via perchè non sappiamo cosa farcene. (LV, C19, 4-5).

Nell’Ordine Sociale i poveri sono più numerosi che i ricchi. È virtuoso quindi per chi può guadagnare di guadagnare il più che possa per poi poter così aiutare i poveri. Questa è la Carità Cristiana. ed in questo il Cristiano si pone al di sopra di tutti. L’uomo può operare meraviglie con il suo ingegno: conquistare le montagne, trasformare le paludi in campi fertili, attraversare gli oceani, aprire strade, costruire fattorie. (LV, C19, 6-7).

Purtroppo l’uomo dominato dall’amor proprio non fa nulla per il puro beneficio degli altri, provvede solo a se stesso, mira ad aumentare il proprio benestare.

L’uomo guidato dalla Carità Cristiana si sforza di servire gli altri, dà da mangiare agli affamati, veste gli ignudi, assiste gli ammalati, dà rifugio ai senza tetto, si cura degli orfani e dei vecchi. È ancora la carità Cristiana che ha trasformato i deserti e le paludi in terre fertili per il beneficio dei poveri. (LV, C19, 8-10).

I Missionari non portano solo la religione nei continenti lontani, ma vi portano pure la scienza e il progresso, aiutano gli indigeni a costituirsi in società funzionali ed aprono il commercio tra quelle terre lontane e le nazioni più avanzate.

Con la divulgazione del Cristianesimo popoli diversi e lontani sono diventati vicini ed amici. L’identità della fede e l’uniformità del culto hanno prodotto un’unità universale, e questa universalità si estende dal lato spirituale a quello temporale ed incoraggia il commercio. (LV, C19, 11-12).
È scorretto dire che il Cristianesimo sia nemico del commercio e della felicità umana.
In realtà il Cristianesimo protegge il commercio e lo tiene sulla retta via con la purezza della sua etica. Il Cristianesimo proibisce ciò che è di detrimento ad altri popoli, proibisce tutto ciò che è contrario alla legge di giustizia e ai princìpi della carità; e strenuamente condanna l’usura. Le Sacre scritture insegnano che nessun ladro può essere assolto del suo peccato se non restituisce ciò che ha rubato. La paura della condanna eterna e l’obbligo della restituzione proteggono efficacemente la proprietà di ciascuno contro la prepotenza degli avidi. L’industria degli individui viene esercitata con maggiore libertà quando è protetta dalla speculazione degli avidi e questo aiuta ad aumentare il beneficio del commercio. (LV, C19, 13-19).


Il Cristianesimo promuove l’Arte e le Scienze

L’arte fa parte del commercio e come tale è incoraggiata dal Cristianesimo; anzi la Chiesa Cristiana ha dato e dà sostentamento a gente che l’ordine sociale non è in grado di impiegare. È da dire pure che l’arte all’epoca di Nicola era tenuta in bassa considerazione dalla Società. Offrendo lavoro ai poveri e disoccupati, la Chiesa combatte l’ozio e le sue conseguenze deleterie e contribuisce ad aumentare il prodotto nazionale e ad incrementare il commercio a beneficio di tutti. È cosa encomiabile promuovere le arti, conservarle e collezionarle. I musei sono una vera fonte economica: attraggono visitatori ed aiutano a sostenere gli artisti. (LV, C20, 1-6).

Nessun benestante, per diritto naturale, può essere costretto a dare ai poveri, conseguentemente il povero deve umiliarsi per ottenere in grazia quello che gli è dovuto per giustizia. Questa pratica però degrada la dignità della natura umana. Ma se il povero ha la possibilità di metter al servizio dei benestanti il suo ingegno e il suo lavoro, si eleva al livello del suo datore di lavoro e può esigere per diritto il suo salario. Il ricco in questo caso non può vantare superiorità sul suo impiegato. (LV, C20, 7-8).

Il Cristianesimo promuove l’arte pure per la gloria di Dio. Sappiamo che questo è cosa gradita al Creatore. Le Scritture ci dicono infatti che Dio ha voluto un grande tempio in Gerusalemme. Considerando poi che Dio è l’Ente Supremo è normale che gli si dedichi l’opera più maestosa e bella. Ecco dunque che la Chiesa coltiva e preserva lungo i secoli l’architettura, la scultura, la pittura e la musica. (LV, C20, 9-12).

Dato poi che la Chiesa deve guidare i credenti per via di Autorità, è necessario che i suoi ministri siano coltivati nelle Scienze Sacre, sulla Morale Cristiana, nell’Eloquenza e nella Filosofia Logica, strumento necessario per distinguere il vero dal falso, la certezza dal dubbio; essa dà precisione alle nostre idee e chiarezza alle nostre definizioni. Il Cristianesimo promuove pure lo studio della Legge Civile. Incoraggia le Ricerche Mediche, che apportano sollievo agli ammalati, e gli studi di Fisica poichè il progresso è benefico alla Società. (LV, C20, 13-19).

Durante le invasioni barbariche la Chiesa si è data cura di custodire gli strumenti del sapere. Lungo i secoli ha contribuito pure alla creazione delle Università. Tutto questo prova come e quanto la Chiesa valuti le Scienze; e piazzandole nel contesto della Parola Divina ha evitato che svolazzassero nel firmamento dello scetticismo. (LV, C20, 20-22)


Socialità e Intolleranza Cristiana

La Socialità è un’inclinazione che porta gli uomini a vivere insieme e in pace. Più una persona è socievole e più ama gli altri; è incline ad aiutare gli altri e a non offendere nessuno. Sopporta pazientemente i difetti degli altri ed è rassegnato alla Volontà di Dio negli eventi aversi. Il Cristiano poi con la pratica della carità, della povertà e della mortificazione rimuove la cagione delle discordie, delle rivalità e dei conflitti. Fra i credenti, là dove la differenza di opinioni irrita lo spirito, il Cristianesimo propone la conformità di pensiero tramite la Fede. La Fede è caratteristica della Religione Rivelata. La Filosofia è incapace di promuovere l’unità.
L’Unità inoltre è meglio mantenuta dove c’è un’Autorità unica, ed ancora meglio quando l’Autorità è Divina. L’Autorità Divina non è influenzata dagli umori umani e l’Uomo è più incline ad obbedire a Dio che agli altri uomini. Ebbene la Sede di Pietro è il centro dell’unità Cattolica. È una sola Autorità, poichè la Chiesa di Cristo è una, e si estende su tutti i regni della Terra. È divina poichè istituita da Dio. (LV, C21, 1-8).

È vero che i Cristiani, nella loro storia millenaria hanno a volte causato disturbi alla Società Civile e versato sangue. Per suo carattere, però, la Religione Cristiana non incoraggia di fare il male, e non lo permette. Se un Cristiano ruba, è colpa della Religione? Diciamo invece che certi Cri­stiani hanno idee sbagliate sulla loro Religione. Questo errore può essere causato da ignoranza o, peggio, da cattive coscienze come era suc­cesso già all’epoca apostolica dove falsi cristiani presero a divulgare pratiche contrarie alla purezza della morale e della fede cristiane. (1Gv 2,19). Questi ultimi erano i veri intolleranti. (LV, C21, 9-13).

Se ora il vero Cristiano combatte coloro che creano subbuglio e disordini, gli aggressori cioè, per mantenere pura la fede necessaria alla sua salvezza eterna e al suo bene temporale, può egli essere tacciato di “Intolleranza”? I filosofi laicisti accusano i Cristiani di essere discriminatori e intolleranti verso gli eretici e gli infedeli e pertanto nemici della fratellanza universale. Falso! Il Cristianesimo insegna ad amare tutti.
Il Cristiano esclude chi attenta all’unità e alla buona intesa. L’Intolleranza è di fatto la compagna e la custode della Socialità.

Quando c’è un’epidemia di peste, gli ammalati vengono isolati per proteggere i sani. Quando dei facinorosi insorgono contro il Governo, vengono isolati per preservare la pace. Va da sè quindi che, a volte, l’escludere, il separare e l’isolare sono il solo mezzo per rafforzare, consolidare e proteggere l’unità. Non è intolleranza il “non permettere”. Le stesse Leggi Civili sono argini di intolleranza. Le prigioni, i manicomi non sono che strumenti di intolleranza. Perchè dunque si protesta contro l’intolleranza quando si parla di religione? Ed il nostro Autore va fino a menzionare i Mussulmani e gli Idolatri. L’Intolleranza dunque è il pilastro portante della Socialità. (LV, C21, 14-28).

Se giustamente si punisce chi semina massime sediziose tendenti a turbare la tranquillità dello Stato, per lo stesso principio è punibile chi tenta di corrompere la religione. La stessa Dichiarazione Francese sui Diritti dell’Uomo, all’articolo X, ordina: “Nessuno deve essere importunato per le sue opinioni, anche religiose, purchè però la loro manifestazione non turbi l’ordine pubblico stabilito dalla legge.” (LV, C21, 29).

E qui possiamo soffermarci a considerare quel che sta succedendo nel mondo di oggi. Nel 2004 ad Ofena in Abruzzo, il padre mussulmano di un bambino protesta contro l’affissione del Crocifisso nell’aula scolastica.

Lasciamo da parte la decisione del giudice, che è sfrontatamente anticostituzionale, ma il male è che si accusano i Cristiani di essere causa di disordine opponendosi alla rimozione del crocifisso... Dove sta la logica? E perchè i Cristiani dovrebbero tollerare la soppressione degli oggetti religiosi che fanno parte della loro fede, della loro cultura e del loro diritto, per accomodare una persona di credenza diversa, ed alla quale hanno caritatevolmente dato accomodo?

Questo solo fatto da sè basta a diradare ogni dubbio sulla giustezza delle vedute del Filosofo brontese. Lo Spedalieri termina questo argomento dicendo che la sferza dell’Intolleranza in mano alla Carità non può mai causare del male, me se lasciata in mano dell’Amor Proprio, dell’Egoismo e delle Passioni non può mai produrre buoni frutti. (LV, C21, 14-23).


Il Cristianesimo è nemico del Dispotismo

I princìpi del Cristianesimo sono incompatibili con quelli del dispotismo. La religione cristiana proibisce ogni abuso di potere e offre al Principe forti motivi per indurlo ad esercitare correttamente il suo compito. Cos’è il Dispotismo? È una autorità che non ha altra legge per governare che la volontà del tiranno. Nel Dispotismo, il volere del Principe è la regola di ogni morale. Il Dispotismo non ammette la Proprietà Privata. Tutto è proprietà del Despota e questi è padrone assoluto dei suoi sudditi e della loro vita. Il Dispotismo è uno stato di violenza e governa incutendo paura. (LV, C22, 1-7).

Ebbene tutto questo è contro natura. Dio è Padrone del Creato e Padrone della vita umana. Ogni abuso di autorità è Dispotismo e la Chiesa di Cristo è nemica dichiarata di tutto ciò che è contro natura. La Legge Divina proibisce la superbia, la caparbietà e l’ostinazione e le Scritture Sacre ci insegnano che Dio non ha mai lasciato a nessuna autorità umana il potere di interpretare le Sue Leggi. I Principi come tutti gli uomini sono soggetti alle stesse Leggi Divine e come tutti riceveranno ricompensa o punizione nell’atra vita in misura del bene o del male fatto, indipendentemente dalla carica che coprono. (LV, C22, 8-18).

Le Sacre Scritture ci mostrano casi in cui Dio manda i suoi Profeti a rimproverare i Re delle loro malefatte: Samuele a Re Saul, Nathan a Re Davide, Giovanni Battista a re Erode. Nel Nuovo Testamento il Potere Profetico è associato al Corpo Sacerdotale, e questi ha il dovere di ammonire il Principe qualora contravvenga ai suoi doveri: “Not licet tibi!” (LV, C22, 19-26).


Il Cristianesimo è amico del Principe retto

Il Principato giusto è quello che nell’esercizio delle sue funzioni persegue il fine dell’istituzione conformandosi alle regole stabilite per essa. Questo Principato affonda le sue radici nella Natura. Il Cristianesimo non solo adotta e conferma ciò che è conforme alla Natura, ma eleva e sostiene il Principato. (LV, C23, 1-2).

Le Sacre Scritture ci insegnano che l’Essere Umano, creato perfetto, è stato corrotto dal Peccato Originale. Da questa corruzione sono emersi la Concupiscenza e l’Amor Proprio che hanno preso ad opprimere l’umanità con ogni sorta di inganni e cattive azioni. Per la sicurezza di tutti fu quindi creata la Società Civile con il suo composto di Subordinazione e Principato. Secondo la dottrina Cristiana, dunque, il Principato è stato creato da Dio come rimedio contro le conseguenze del peccato. Non cancella certo il peccato, ma ne controlla i suoi effetti tenendo in ordine le passioni e gli uomini sulla retta via. E questa è una nobile missione. (LV, C23, 3-8).

Non è contrario alla Dottrina Cristiana sostenere, come esposto nel Libro I, che il Principato è creato dal popolo in virtù del Contratto Sociale. Dio ritiene solo il ruolo di approvarlo. Le Scritture sacre tuttavia ci esortano a guardare ai Principi come a Ministri di Dio, poichè “Ogni potere viene da Dio.”

Questa veduta eleva il Principe a più grande dignità e gli imprime un carattere sacro. Questa elevazione fortifica e sostiene il Principato. Le Sacre Scritture inoltre spronano i credenti ad essere sottomessi al Principe e ad obbedirgli. (Rom 13, 5) (1Pt 2,18). Le Scritture Sacre esortano pure alla pazienza davanti a Principi indegni, ma ammettono eccezioni nei casi in cui gli ordini del Principe contravvengono alla legge di Dio.
In questo caso addirittura il Filosofo sostiene con San Tommaso d’Aquino che il Principe perde la sua autorità ed il Cittadino non è più legato al dovere di obbedienza. (LV, C23, 9-26).


La Religione Cristiana è la Custode più sicura dei Diritti Umani

Ebbene, conclude l’Autore, questo è quello che mi sono proposto di provare con questa opera e credo di avere compiuto il mio dovere.

Ho iniziato con l’elencare quelli che sono I Diritti Naturali dell’Uomo e col parlare della formazione della Società Civile. Poi ho dimostrato come i Diritti Umani non possano essere protetti con mezzi puramente naturali. Ho dimostrato pure come l’Ateismo, il Materialismo e il Fatalismo siano deleteri e pericolosi alla Società.

Ho detto pure che il Deismo promette molto, ma è incapace di ottenere quel che promette, non ne ha i mezzi morali.
Infine ho reso evidente come la Religione Cristiana abbia i mezzi per assicurare i benefici alla Società Civile. Il Cristianesimo infatti con l’aiuto dei Sacramenti è in grado di controllare le nostre passioni e l’amor proprio; di rafforzare l’Unità Sociale, scoraggia il Despotismo e dà slancio al giusto Principato.

Tutto questo dimostra quanto mi sono prefisso di fare, e cioè: che la religione Cristiana sia la più sicura Custode dei Diritti Umani nella Società Civile. (LV,C24).
 

Nicola Spedalieri

Home PagePowered by Associazione. Bronte Insieme Onlus - Riproduzione riservata anche parziale. Tutti i dirit­ti sono riservati all'Autore che ne è unico titolare. E' vietata ogni riproduzione del testo o di brani di es­so senza l'autorizzazione scritta dell'Autore e senza citazione della fonte.

 La visuale di Nicola Spedalieri su i diritti dell’uomo