25 Gennaio 2005
“Lo sfogarsi dei sentimenti… nel tempo” La poesia di Maria Ausilia Ponzo | Alle ore 17,00 di domenica 30 Gennaio, nella chiesa del Sacro Cuore, sarà presentato il libro di poesie opera-prima di Maria Ausilia Ponzo , edito da “La voce dello spirito” - Edizioni, Catania. Katia Teri leggerà alcune liriche tratte dal libro. Maria Ausilia Ponzo vive a Bronte, dove è nata nel 1980. Ha frequentato la locale Scuola Magistrale ed in atto, iscritta al Corso di Scienze della Formazione dell’Università di Catania, è laureanda in Scienze dell’Educazione. Ha iniziato a scrivere poesie giovanissima, a soli 13 anni, ed il libro raccoglie ottantaquattro poesie scritte proprio da quell’età fino ai vent’anni. «Quando per fa prima volta nel lontano 8 marzo 1993 la mia mano, dopo un profondo sconvolgimento interiore, afferrò la penna per ripetere, inconsapevole, l’opera creatrice della natura non sapevo ancora che da lì sarebbe nata un'intera raccolta di poesie, né tanto meno che queste un giorno avrebbero visto la luce in un libro. «Sono ormai trascorsi undici anni da quel giorno, e seppur la consapevolezza e la maturità con le quali mi trovo oggi a guardare e valutare gli accadimenti e me stessa sono in me mutate, tuttavia rimane inalterato il motivo dì fondo che mi ha spinto a scrivere tutte le poesie qui contenute e cioè la volontà, la "necessità interiore" di "sfogare qualcosa che nel bene e nel male ha per me un’importanza fondamentale: i sentimenti. «In particolare, il dolore, là rimembranza, la speranza sono stati i temi attorno ai quali si sono svolte queste mie poesie nelle quali la mia vicenda umana è cantata.» (Maria Ausilia Ponzo, "L'autrice a chi legge") Poesia al Capizzi
Bronte, versi e sentimenti «Lo sfogarsi dei sentimenti... nel tempo», è il titolo della raccolta di poesie scritte dalla giovane brontese Maria Ausilia Ponzo, presentata ieri sera nella chiesa del Sacro Cuore del Real Collegio Capizzi. All'esordio della neo poetessa, ha partecipato una folto pubblico. Per il rettore del Collegio, padre Giuseppe Zingale, Ponzo nei suoi componimenti «esprime il suo intimo» mentre il professore Mario Grasso non ha esitato ad affermare: «E’ nata una voce che ha qualcosa da dire». Infine, un intervento più familiare, quello della sorella dell'autrice, Serena, che con toni emotivi ha definito questa raccolta «un' apertura verso il mondo per mandare un messaggio di vita e d'amore». Il volume con le ottantatre liriche è stato pubblicato ne «I quaderni della fede» da «La voce dello Spirito». (lpu, Giornale di Sicilia, 31 gennaio 2005) | L'Amore è L’amore è nella rosa che nasce; l’amore è nell'alba che sorge, salutando la notte; l’amore è nel volteggiare lieve dì due bianche farfalle in un magico Walzer. L'amore è nell'usignolo che canta di una dolce melodia e in un bimbo che grida gioioso alla vita. L'amore è... nella gente che ama... dì vero amore. Poesia composta a Bronte il 3 ottobre 1997 |
|
30 Dicembre 2004
"Un Paese del Sud" Il libro di Firrarello scritto negli anni '80 sembra diventato l'evento letterario dell'anno Presentato ai brontesi "Un paese del Sud - Realtà e fantasia", il libro scritto negli anni '70 dal sen. Pino Firrarello ed oggi ristampato dalle Edizioni Greco, è stato presentato oggi anche ai brontesi nell'aula magna della Scuola media statale "Luigi Castiglione". Salone gremito come non mai, distribuzione gratuita del libro ed, anche, un pizzico di commozione e di soddisfazione del senatore nell'apporre autografi e dediche agli amici di Bronte. Dopo i rituali saluti di benvenuto della prof.ssa Cinthia D'Anna e del Provveditore agli studi di Catania, dott. Raffaele Zanoli, la presentazione è stata affidata al prof. Gino Saitta, ordinario di Storia medievale presso l'Università di Catania. Sono intervenuti anche la prof.ssa M. Rita La Spina e il prof. Vincenzo Randazzo. A seguire un concerto degli alunni della sezione ad indirizzo musicale della Scuola e un'esibizione della pianista prof.ssa M. Grosso. | 31 Dicembre 2004 Un diario di emozioni antiche firmate Firrarello CATANIA - Tre sorprese in una serata gradevole, ricca di racconti e di memoria, di emozioni e ricordi. La prima: Raffaele Lombardo presidente della Provincia di Catania, eurodeputato e segretario regionale dell'Udc, stava seduto allo stesso tavolo del leader catanese di Forza Italia, sen. Pino Firrarello, del quale è stato presentato il libro. La seconda: un potente ex Dc come Firrarello abiura l'assistenzialismo (su cui si è ingrassata la Dc) e dice che bisogna finirla col clientelismo dei forestali e mirare allo sviluppo del territorio con le infrastrutture. La terza: il prof. Giuseppe Astuto, docente universitario e politicamente di sinistra, sentenzia che la riforma dei patti agrari per la piccola proprietà contadina non ha mai prodotto sviluppo, né ricchezza (e la sinistra per decenni ha illuso i lavoratori della terra). E poi, l'altra sorpresa - sottolineata dall'altro docente universitario che ha presentato il libro di Firrarello «Un paese del Sud: realtà e fantasia» (Edizioni Greco) - è stata l'enorme affluenza di gente ad assistere, «mai tanta neppure alla presentazione di testi altamente scientifici», in una serata che si è trasformata in evento e in un trionfo per Firrarello che ha incassato anche la generosa proposta accademica di adottare il testo nelle facoltà universitarie. Partiamo col dire che il testo del senatore di Forza Italia, non è un'opera letteraria ma un diario di emozioni antiche che il tempo cancella definitivamente, ovunque, senza l'iniziativa di chi intende mantenere vivi cultura, tradizioni e storia di un paese, tramandandoli con uno scritto. E Firrarello l'ha fatto bene. Parla del suo paese, San Cono, ma il libro si può adattare a qualsiasi altro borgo di civiltà contadina in cui, magari, in assenza di bar e ritrovi, il punto di incontro e di cenacolo era il magazzino del "firraru". Leggendo il libro si ritrovano sensazioni umili, come umile è la malinconia di quando si rivede l'infanzia, la povertà. Un libro in cui non mancano sentimenti forti come l'addio tra la madre e il figlio che parte, così come è partita "la meglio gioventù" ed è anche un'opera in cui si palpa il ribellismo disincantato dei siciliani, soprattutto la ribellione capitanata dall'elemento forte che è la donna, straordinaria nella figura di madre, unica in quella che rischia per amore ed eccellente in quella che "riesce" con lo studio malgrado i giudizi, spesso gratuiti, espressi sul suo conto perchè era andata a studiare "fuori". Ma Pino Firrarello riesce a tracciare con le azzeccate metafore il tracciato dello sviluppo del Mezzogiorno, partendo dai paesi che - come dice Elio Rossitto - sono diventati vecchi senza essere stati mai adulti. Ripetendo che non è più epoca di assistenzialismo su cui si è basato il Mezzogiorno e che la tutela dei forestali non ha nulla a che vedere con lo sviluppo, rimanendo invece, assistenzialismo - a volte necessario - ma sempre tale e demoralizzante se si guarda al futuro. [Domenico Calabrò, La Gazzetta del Sud] | 15 Febbraio 2005 Presentato il libro del senatore Pino Firrarello RANDAZZO - Presentato anche a Randazzo il libro «Un paese del Sud - Realtà e fantasia», scritto negli Anni 80 dal senatore Pino Firrarello. All'interno di un salone Ariston particolarmente affollato, il senatore ha regalato il libro autografandolo con dedica agli amici. Alla presentazione hanno partecipato i sindaci di Moio Alcantara Salvatore Correnti, Santa Domenica Vittoria Antonio Pinzone, Floresta Antonio Bruno e Maletto Giuseppe De Luca. Con loro l'assessore Concetto Stagnitti di Castiglione di Sicilia e il consigliere provinciale Giuseppe Gullotto. Presenti anche il preside della scuola media prof. Enzo Raccuja, il dirigente scolastico Giuseppe Crascì, il presidente della società Sviluppo jonico etneo dott. Ernesto Del Campo e l'amministratore delegato della società Ato «Joniambiente» Francesco Rubino. Con loro anche assessori e consiglieri comunali di Randazzo. A relazionare brillantemente sono stati la professoressa Rita Pagano ed prof. Nino Grasso. «Questo libro - ha affermato il senatore - frutto di un cocktail fra realtà e fantasia, descrive alcuni aspetti particolari della nostra terra e della sua gente, delusa per esempio da una riforma agraria che non portò economia perché già allora anacronistica. Rappresenta - continua - anche una sorta di stimolo per una Sicilia che deve rimboccarsi le maniche se vuole sottrarsi dalla condizione che ancora oggi, per altri versi rispetto al passato, la contraddistingue». [La Sicilia] | 26 Aprile 2005 SPETTACOLO ALL'ISTITUTO «CANNIZZARO» Storia e tradizioni di «Un paese del Sud» Oltre duecento studenti dell'istituto tecnico industriale «Stanislao Cannizzaro» hanno assistito al debutto dello spettacolo teatrale «Un paese del sud», liberamente tratto dall'omonimo libro di ricordi del senatore Pino Firrarello. Alla rappresentazione, oltre ai docenti e al preside, Salvatore Indelicato, erano presenti anche il senatore Firrarello (che si è detto soddisfatto dall'adattamento teatrale fatto dal regista Salvo Valentino, capace di cogliere i passaggi significativi del libro) e Salvo Panebianco, assessore provinciale alle Politiche della scuola. Lo spettacolo al «Cannizzaro», organizzato dalla Provincia regionale di Catania, ha avuto per protagonisti, gli attori Salvo Valentino (nei panni di don Michele, voce narrante e filo rosso che lega i personaggi) e Mirella Turco, i danzatori di tango Dario Felice Calì e Patrizia Finocchiaro, le musiciste Angela Melluso (piano) e Manuele Caserta (violino), che hanno eseguito musiche di Piazzola e melodie della tradizione siciliana. «Lo spettacolo si propone di avvicinare il pubblico degli studenti alla storia e tradizioni popolari siciliane, attraverso un racconto che si snoda tra le vicende di un piccolo paese, S. Cono, all'inizio del Novecento». Così ha affermato l'assessore Panebianco, che ha sottolineato le tematiche che vengono affrontate dal testo, quali la questione meridionale, il problema del latifondo e della mancata riforma agraria, l'emigrazione, il ruolo della donna nella società del tempo, la mafia, il lavoro nelle campagne. A conclusione della recita, gli studenti, traendo spunto dai temi rappresentati, hanno dimostrato di aver colto i tratti salienti della vita in un piccolo centro agrario e, durante un animato dibattito, hanno posto attenzione sulle cause storiche del divario Nord -Sud e sulla condizione degli emigranti italiani all'estero. [La Sicilia] | 28 Dicembre 2004 «Il senatore si racconta» La San Cono di Firrarello I suoi ricordi, la sua vita da bambino, la vita nelle campagne di San Cono. Torna a ritroso nel tempo il senatore Pino Firrarello che veste i panni dello scrittore e presenta la ristampa del libro: "Un Paese del sud tra realtà e fantasia" pubblicato per la prima volta sul finire degli anni Sessanta. Il testo, curato dalle edizioni Greco è un "saggio" su San Cono, paese natio di Firrarello. "Scrissi questo libro nei ritagli di tempo - afferma l'autore che ha presentato il romanzo insieme a Elio Rossitto, docente di economia politica e Raffaele Lombardo, presidente della Provincia - Lo pubblicai per caso. Un giorno incontrai la moglie di colui che sarebbe stato il mio editore. La conoscevo da tempo e le chiesi di leggere le mie follie. Decise di pubblicarle". E Firrarello rivive gli anni della guerra, l'arrivo degli americani in Sicilia, la vita tranquilla svolta per lo più in campagna. "A San Cono non c'era nulla. Mancavano le scuole, le farmacie, i medici. Da bambini si trascorreva molto tempo tra i campi". Ricordi legati anche ai racconti degli anziani che stavano, nelle notti d'inverno, a narrare ai nipoti i tempi andati. "Ricordo uno zio che nacque nel 1885 - aggiunge Firrarello - era un piacere sentirlo parlare". [Al. Bo., Giornale di Sicilia] | 19 Aprile 2005 Firrarello presenta il suo libro BELPASSO. Giovedì prossimo alle 19 nei locali del Circolo Operai, piazza Roma, l'Archeoclub in collaborazione con l'assessorato alla Cultura e Pubblica istruzione presenteranno il libro "Un paese del sud, realtà e fantasia" di Pino Firrarello. Relazionerà l'assessore alla Cultura, professoressa Cettina Rapisarda. (Giornale di Sicilia) | 10 Febbraio 2005 IL LIBRO Fantasia e realtà da Trigona al senatore Firrarello Il senatore Pino Firrarello, che è nato nel cuore di questo paese, si diletta a scrivere, anche. E stavolta ha scritto e descritto San Cono, nel libro intitolato «Un paese del Sud, realtà e fantasia». Appunto, realtà e fantasia, realtà o fantasia. realtà è fantasia? Domande inevitabili, perché Firrarello, scrive nella sua prefazione il prof. Giuseppe Giarrizzo «s'è cimentato in questa ricerca di origini, con questo saggio costruito attraverso la memoria dei vecchi del paese». Già, quanta realtà e quanta fantasia racconta la memoria dei vecchi d'un paese siciliano, tra e con le contaminazioni dell'anima, della coscienza, del dolore e della gioia? Vogliamo parlare di giustizia, per esempio? Nel libro riaffiora, spesso, il concetto. «E' ovvio che la giustizia sia un tema centrale del racconto - spiega Pino Firrarello - come lo è di tutta la storia della nostra isola. C'è, infatti, il marchese Trigona, da cui comincia la storia del paese e quella del libro, un uomo di grande benevolenza e grande cuore, che, però, non manca, puntualmente, di far costruire la forca in paese. Questa è l'immagine con cui cresce il paese, della giustizia, dei buoni e dei cattivi». E San Cono è, curiosamente, anche uno dei primi paesi della Sicilia orientale, che importa il fenomeno mafioso. «Esatto, perché è un paese che si popola di gente che viene da altri centri, dove era già radicata quella mentalità, e la esporta a San Cono, dove verranno addirittura celebrati ad inizio del secolo anche i primi grandi processi di mafia». Tra giustizia, ingiustizia, potere e contro potere, c'è l'odiosa questione dei balzelli, delle imposte sanguisuga. Per esempio con il signor Prizzi, esattore, che si mette in testa di rovinare il povero Mariano Cipolla. Sino a quando non tocca l'intoccabile. «Ovvero, diciamolo subito, la pentola. L'intoccabile pentolone. Perché nelle povere case, stalle spesso, dove i sanconesi vivevano pigiati, coniugi, figli, capre e fame, l'unica fonte di sopravvivenza era quel pentolone che poteva riempirsi di verdure, fave, legumi. Quando l'esattore, dopo aver tolto tutto a Cipolla, cioè quel poco che aveva, pensa di far portare via il pentolone, allora scatta la reazione,la rabbia popolare». Paese dalla cultura patriarcale, impregnato del profumo acre di superstizioni e sacrestia, ma anche paese in cui tre donne diventano tre simboli. «Donne importanti, che fanno capire quanto potessero loro fare autentiche rivoluzioni. Una donna che si ribella al padre per amore, Giovanna. Una che si ribella per poter frequentare le scuole, Rosaria. E una, Rosalia, che alla fine comprende le ragioni del figlio che sogna un futuro migliore, purtroppo lontano dal paese. La forza delle donne, la forza di un paese che voleva cambiare». E per restare anche legati al tema di questo viaggio nel presente di San Cono, c'è la terra, ci sono i contadini. «Che vivendo sulla terra si sentono liberi, perché, del resto, per loro quello è il loro mondo, il loro spazio vitale. Una vita faticosa, difficile, che porterà, più avanti negli anni, anche alle battaglie per dividersi le terre, per superare il feudalesimo ancora imperante. Ma che finirà con l'infrangersi su una riforma agraria che servì solo ad evitare una rivoluzione, proponendo a quella povera gente l'ennesimo inganno». [A. Lod., La Sicilia] | La recensione di Nicola Lupo |
|
|
20 Dicembre 2004
Nasce "No comment" Una nuova rivista (un “mensile di cultura”) ha visto la luce in questi giorni. Dal formato agile, gradevole nella veste editoriale e nell'impostazione dei servizi, è edita dalla Libera Associazione Culturale “L’Impegno” di Trepunti di Giarre. Direttore responsabile e direttore editoriale Isidoro Raciti. In redazione, e con articoli presenti già nella prima uscita, i nostri concittadini Graziano Calanna («Brevi cenni sulla costituzione europea»), Luigi Putrino («L’Europa “matrigna” che unisce e separa gli eurodeputati» e «Cinesi “immortali” e nigeriane prostitute per “magia”») e Nunzio Saitta («I turisti? A casa nostra»). Da segnalare in questo numero un articolo dedicato a un cavalcavia rimasto incompiuto sulla strada provinciale Mareneve (i primi lavori risalgono al 1975) ed un‘intervista ad Adriano Sofri a cura di don Santino Spartà. Questo primo numero della rivista, stampato in 5.000 copie, è a distribuzione gratuita; è stato ben accolto a Bronte dove ne sono state divise numerose copie. “Le sue pagine - scrivono Pietro Guarnotta (redattore capo, e Isidoro Raciti nell’editoriale - ospiteranno, per lo più, rubriche…” ed “anche argomenti sia locali che di portata nazionale e internazionale, tematiche insolite o solitamente bistrattate”. ”Il titolo è nato dalla constatazione che, purtroppo spesso, cadono sotto i nostri occhi (e talora ci offendono) figure, fatti, usi, costumanze e oggetti così straordinariamente illogici da lasciarci senza parole, talmente assurdi che non necessitano di alcun commento, ma solo di una pubblica denuncia o, almeno, di una sottolineatura che faccia riflettere chi ha il potere di cambiare le cose per riportarle così come dovrebbero essere”. Negli intenti dell’Associazione anche un sito web dedicato a No Comment. La rivista viene diffusa in internet, dal sito www.nocomment.biz. La “Libera Associazione Culturale L'impegno" – si legge nello Statuto – “si prefigge di valorizzare l'ambiente antropico e naturale della nostra zona, nonché di dare una immagine poliedrica della Sicilia in modo reale e concreto anche a chi vive fuori dall'Isola …” e “di fare maturare condizioni di vita sempre più validi, muovendosi nel rispetto delle istituzioni e salvaguardando tutti quei valori prioritari indispensabili a farci trascorrere una esistenza accettabile, ricca di stimoli e significati”. L’associazione è senza fini di lucro. Da parte nostra un vivo apprezzamento per l’ottima iniziativa e gli auguri di raggiungere tutti gli scopi. No Comment "Mi è piaciuto!" Così lo vede Nicola Lupo “No Comment” mi è piaciuto prima di tutto per il titolo che vuol dire: noi esponiamo dei fatti o delle tesi e poi lasciamo decidere a “qui habet aures audiat”; poi mi è piaciuto per le sue ispirazioni a “ideali, valori e cultura” per “migliorare con lotte e proposte per il bene comune, e con l’offerta di “reale possibilità di partecipare attivamente, questa esigua fetta che […] ci appartiene…”. Naturalmente, leggendo questa simpatica rivistina locale, non possiamo pensare né alla “Critica di Benedetto Croce”,[1] né al “Belfagor di Luigi Russo”[2], ma ci fa piacere leggere nomi noti e conosciuti come Belfiore (che mi ricorda un mio vecchio compagno delle elementari), Graziano Calanna (che mi ricorda il mio vecchio professore di Latino e Greco a Bronte), Chiarappa (invece è un nome barese del ramo commerciale), Luigi Putrino (un nuovo amico acquisito da poco, ma con cui si è stabilito un rapporto di stima reciproca), Nunzio Saitta (che spero sia il nipote di un grande amico della nostra famiglia e figlio di Placido, Dino per gli amici, che fu anche mio alunno nel 1942/43 al Capizzi di Bronte). Giarre poi è una bella cittadina dove mio padre frequentò la scuola Normale e in cui negli anni 1914/15 conseguì il diploma magistrale; essa (precisamente Riposto) diede i natali ad un mio grande amico e collega, conosciuto a Bari nel ‘46/47, il sac. prof. Salvatore Pugliesi; e anche perché vi fu Preside della Scuola Media il nostro concittadino prof. (?) Scarlata. Non mi è piaciuto il titolo “L’Europa Matrigna che unisce e separa gli Eurodeputati” e, visto che fa l’elenco di questi ultimi, avrei detto: “Gli Eurodeputati che stanno dilaniando Mamma Europa”; mentre condivido il breve e sintetico articolo di Graziano Calanna sulla “Costituzione Europea” che deve rafforzare l’unità e non seminare discordia. Simpatico l’ironico articolo di Bonaccorso “Quel gran co…di mio padre”: evviva la leale onestà elevata a regola pedagogica! Puntuale e documentato l’articolo di Luigi Putrino “Cinesi immortali e Nigeriane prostitute per magia”, che riferisce sull’inchiesta del Procuratore generale antimafia, dottor Pierluigi Vigna. Interessante perché pubblicizza una nuova forma di ospitalità turistica e cioè il Bed & Breakfast, forma di agriturismo semplificato che potrebbe far nascere tante altre piccole aziende familiari dando lavoro a molti giovani d’ambo i sessi. E mi scuso con gli autori di tutti gli altri articoli che ho trovato interessanti per informazioni varie a carattere scientifico, sociale o di costume. Nicola Lupo |
|
18 Ottobre 2004
Bronte ricorda Benedetto Radice “Vices temporum” Giornata di studio nel 150° anniversario della nascita di Benedetto Radice (1854 - 2004) Real Collegio Capizzi, 30 Ottobre 2004 Il Comune di Bronte, l’Azienda Provinciale Turismo, il Real Collegio Capizzi e l’Associazione Pro Loco, in collaborazione con gli istituti d’istruzione secondaria superiore “Benedetto Radice” e “Ignazio Capizzi” e la Scuola Cattolica “Nicola Spedalieri” hanno organizzato nell’auditorium del Collegio una giornata di studio sull’illustre storico brontese Benedetto Radice, nella ricorrenza del 150° anniversario della nascita. Programma Ore 9.00 - Saluto delle autorità Ore 9.30: G. Salmeri (università di Pisa): Storie locali dell’alta valle del Simeto e dell’alta valle dell’Alcantara; F. Cimbali (direttore Biblioteca Real Collegio Capizzi): B. Radice: vita e opere; D. Palermo (università di Catania): L’archeologia dell’alto Simeto e l’opera di B. Radice Ore 10,30 - Cofee break Ore 11.00: E. Galvagno (università di Sassari): Siculi, Greci e Romani nel territorio dell’alto Simeto; G. Saitta (università di Catania): Bronte: nascita di un nuovo centro urbano; L. Longhitano (architetto): Da B. Radice ad A. Di Gaetano connessioni di primo impianto nel tessuto urbano di Bronte. Ore 12.00 - Interventi Ore 13.00 - Pausa Ore 16.00: N. Lo Castro (architetto): B. Radice e il patrimonio artistico di Bronte; B. Longhitano (università di Catania): B. Radice, Bronte e il risorgimento; D. Ventura (università di Catania): Amministratori inglesi in terra di Sicilia: la Ducea di Nelson, Bronte e i Thovez; S. Raffaele (università di Catania): B. Radice: il percorso culturale; C. Mazzamuto (esperta in marketing turistico): Bronte: prospettive per uno sviluppo sostenibile del territorio. Ore 18.00 - Interventi | Celebrare Benedetto Radice, l’uomo che ha reso possibile il recupero del passato della nostra città, è compito di tutti i cittadini di Bronte. È con questo spirito, in rappresentanza cioè di tutto il popolo brontese, che l’Amministrazione Comunale che mi onoro di guidare ha voluto questa importante manifestazione. Mi auguro che i risultati di questa giornata di studio servano da sprone ai cittadini di Bronte per riscoprire il nostro passato e dare il giusto valore all’importante patrimonio culturale della nostra Città, che proprio Radice ha catalogato con competenza ed ordine. Un ringraziamento rivolgo a nome della Cittadinanza all’Associazione Pro Loco di Bronte, che ha promosso l’iniziativa, e al nostro concittadino Prof. Emilio Galvagno, che ha curato l’aspetto scientifico della manifestazione. (Salvatore Leanza, sindaco di Bronte) | Tra gli uomini illustri di Bronte, quelli che hanno dato di più alla loro città natale sono certamente il venerabile Ignazio Capizzi e Benedetto Radice. Quest’anno cade il 150° anniversario della nascita di quest’ultimo: la città di Bronte non poteva dimenticarlo. Questa singolare figura di intellettuale, storico di prim’ordine, ma anche critico e storico dell’arte, raccoglitore paziente e studioso appassionato di tradizioni, miti, leggende e di tutto quanto riguarda il paese di Bronte, ci ha insegnato tante cose, prima di tutto ad amare la nostra Città, la sua gente, il suo patrimonio architettonico e naturalistico. Ogni cittadino di Bronte dovrebbe tenere nella propria abitazione Le memorie storiche di Bronte, l’opera che compendia il complesso delle ricerche che Benedetto Radice condusse appassionatamente (e gratuitamente!) per tanti anni e che ridà dignità al popolo di Bronte. (Antonio Petronaci, presidente dell’Associazione Pro Loco) | Il nostro Nicola Lupo, per rendere omaggio al grande storico di Bronte nel 150° anniversario della sua nascita, ha deciso "di fare delle “Memorie…” un florilegio dal quale si potesse apprezzare dell’Autore lo stile, la sintassi, la punteggiatura nonché le osservazioni che andava facendo su quanto esponeva e sulle sue fonti, documenti o opere altrui, più la critica e l’ironia con cui trattava i suoi interlocutori, passati e presenti, rispetto al suo raccontare". Il lavoro era già pronto il 1° febbraio 2004, 150 anni dopo la nascita di Benedetto Radice ed ora, "per ricordare, il meno indegnamente possibile, il nostro grande concittadino Benedetto Radice", l'autore mette a disposizione dei suoi lettori e dei visitatori di Bronte Insieme il "Florilegio delle Memorie storiche di Bronte". La raccolta sistematica delle monografie che compongono le Memorie storiche di Bronte è ormai introvabile. L'Associazione Bronte Insieme Onlus ve la offre in una edizione integrale, corredata da numeroso fotografie (529 pagine in formato PDF, 9.158 Kb). Liberamente scaricabile dal nostro sito, raccoglie le 10 monografie del I° volume e le 6 del II° così come pubblicate da B. Radice nel 1928 e dal figlio Renato nel 1936. |
|
|
13 Settembre 2004
«Difesa della legalità» Il convegno della «Sinistra» Ambiente, diritto e connivenza fra politica e criminalità organizzata nel convegno «Difesa della Legalità e Sviluppo del Territorio», organizzato dalla «Sinistra giovanile», guidata da Davide Longhitano. Mimmo Fontana, segretario regionale di Legambiente, ha invitato il centrosinistra siciliano a "lavorare unito nella lotta alle illegalità ambientali", mentre il magistrato Nicolò Marino ha evidenziato la carenza nell'ordinamento giuridico di "delitti ambientali". Presenti pure l'eurodeputato Claudio Fava, il deputato regionale Giovanni Villari, il segretario diessino brontese Andrea Sgrò e il vice presidente dell' Ato rifiuti "Ionia-Ambiente", Antonello Caruso. Ha concluso il sindaco di Gela Rosario Crocetta. (lpu, Giornale di Sicilia)
6 Marzo 2004
Una nuova iniziativa editoriale brontese … D’inverno un viaggiatore Un nuovo periodico vede la luce a Bronte “città della cultura e del pistacchio”. E’ stato presentato, sabato 6 marzo, nel luogo più adatto anche se un tantino stretto per accogliere tutti i presenti: l’antica e prestigiosa Biblioteca del Real Collegio Capizzi. Edito dalla Pro Loco e dall’Azienda Provinciale Turismo di Catania, si propone, con cadenza semestrale, di raccogliere “studi sul nostro territorio a livello storico, naturalistico, architettonico e artistico, etnografico, etc.”. Il primo numero (Numero 0 del dicembre 2003), formato A4, 66 pagine, di cui 4 a colori, dall’elegante veste grafica curata dall’«art director e impaginazione», arch. Loredana Scaglione, lascia ben sperare. Il periodico, scrive nella presentazione Antonio Petronaci presidente della Pro Loco, vuole “…servire da stimolo ad un’attività di studio e ricerca da parte dei cultori di storia patria che troveranno in esso un luogo dove far confluire i frutti del loro impegno” e si propone “…di ripubblicare anche studi importanti già stampati ma ormai praticamente introvabili, come anche qualcuna delle tesi di laurea che rientrano nel nostro campo di interesse”. E già il primo numero fa fede a questo impegno. Infatti, fra altri scritti, riporta la relazione presentata dall’arch. Antonino di Gaetano (Bronte 1906 - Firenze 1989) al VII Congresso nazionale di storia dell’architettura, tenutosi a Palermo nel 1950, dal titolo “Possibilità di parziali ripristini di antiche strutture architettoniche nella chiesa Madre della SS. Trinità in Bronte” un articolo tratto dal libro di Giuseppe Galati ,“Bronte. Economia e società agli inizi del XX secolo”, un profilo di Luigi Capuana, “lo studente più famoso del Real Collegio Capizzi”, tratto dal libro di Corrado Di Blasi, “Luigi Capuana: vite, amicizie, relazioni letterarie” una anticipazione da uno scritto di Nunzio Galati dedicato ai “Duchi Nelson” di prossima pubblicazione una “Guida turistica di Bronte” apparsa sul noto, rimpianto, giornale locale “Il Ciclope”, edito sessant’anni fa a Bronte, riproposta con piccole note - “navigando sulle pagine sbiadite” - da Nunzio Lupo e, per concludere, un articolo del nostro Franco Cimbali dedicato ad “Ignazio Capizzi promotore della cultura brontese”. La rivista dovrebbe essere diffusa anche attraverso il sito internet dell’Associazione Pro Loco. Il prossimo numero fra sei mesi. [Il primo ed il secondo numero]
28 Febbraio 2004
Convegno Lions & Rotary sul "Lavoro Giovanile" Un folto e qualificato pubblico ha partecipato al convegno sul "Lavoro Giovanile e Condizionamenti Ambientali - Il Lavoro nelle Strutture Turistiche Alberghiere", organizzato dal "Lions Club Catania Stesicoro" e dal "Rotary Club Aetna NO Bronte". Patrocinato dalla Presidenza dell'Assemblea della Regione Siciliana, si è tenuto sabato 28 Febbraio presso l'Auditorium Calanna del Real Collegio Capizzi. La manifestazione, alla luce di quando prevede la recente Legge Biagi sul futuro dei giovani, ha registrato la partecipazione di magistrati, imprenditori e uomini politici. Dopo i saluti del presidente del Rotary Rotary Club Aetna di Bronte, Salvatore Spitaleri, ha aperto i lavori il coordinatore del convegno l'avvocato Aldo Lazzaro, organizzatore della manifestazione insieme a Pino Santangelo del Lions Club Catania Stesicoro, che ha introdotto il convegno. Ha preso quindi la parola Emanuele Geraci, presidente del Tribunale peri minorenni di Catania, con alcune considerazioni sul "Lavoro giovanile" seguito dal dirigente di una grande società turistica, Salvatore Sidoti Olivo. Giovanni Lucifora, direttore della Cassa Edile di Ragusa, ha svolto una relazione su "Lavoro giovanile e Formazione", mentre Salvatore Pagano, presidente della sezione lavoro della Corte d'Appello di Catania, ha parlato su "Lavoro giovanile e Legge Biagi". Altri interventi quello del dott. Giorgio Pini, del vice presidente della Regione on. Giuseppe Castiglione, del senatore Giuseppe Firrarello, di Gaspare La Rosa, procuratore della Repubblica presso il Tribunale dei minorenni di Catania, di Antonio Mazzeo, direttore della Rinascente di Catania, dell'on. Franco Catania, deputato regionale ed imprenditore e del dott. Paolo Vittorio Lucchese, presidente di sezione della Corte d'Appello di Catania. Ha chiuso la serata il presidente del Lions Club Catania Stesicoro, prof. Michele Lunetta. 5 Marzo 2004 Giudici a convegno con Castiglione: lettera dell'ex pm, è polemica Di Pietro: scelta che inquieta - L'assessore regionale: farneticazioni Palermo. (clre) Botta e risposta fra Antonio Di Pietro e Giuseppe Castiglione sulla partecipazione del vicepresidente della Regione e del senatore Pino Firrarello al convegno organizzato dal Lions a Bronte il 28 febbraio. In una lettera molto dura il leader di Italia dei Valori scrive che «la notizia che nel distretto di Catania i vertici della magistratura etnea trovino naturale partecipare come relatori a un convegno insieme ad imputati eccellenti accusati di reati gravissimi, anche di stampo mafioso, desta inquietudine». Secca la replica di Castiglione: «Sono farneticazioni». Nella missiva, l'ex pm di Mani pulite sostiene che «la gente potrebbe pensare che in prossimità di una tornata elettorale la presenza di tanti magistrati costituisca un attestato di buona condotta per gli imputati, indipendentemente dalla volontà dei singoli magistrati». «Ho partecipato al convegno per parlare di Agenda 2000 e di sviluppo, più in generale di politica - controbatte Castiglione -. Firrarello, invece, ha partecipato solo come relatore. Ma non mi stupisco: le argomentazioni di Di Pietro sono uguali a quelle di Nicolò Marino (il pm che ha chiesto il rinvio a giudizio per Castiglione, ndr); Non mi sorprenderei se questi fosse candidato alle Europee con la lista Di Pietro-Occhetto». Il magistrato catanese non replica: «Non ho nulla da rispondere alle provocazioni di Castiglione», taglia corto. [Cl. Re., Giornale di Sicilia] 6 Marzo 2004
Quel sabato a Bronte… Sabato scorso, nell’auditorium del Real Collegio Capizzi di Bronte, “feudo” del senatore Pino Firrarello, Il Lions Club Catania Stesicoro e il Rotary Club Aetna Nord-Ovest Bronte, col patrocinio della Presidenza dell’Ars, hanno organizzato un convegno dal tema: “Lavoro giovanile e condizionamenti ambientali”. Fra i relatori previsti dal programma ufficiale dell’incontro, oltre al vice presidente della Regione, Giuseppe Castiglione, anche alti magistrati di Catania: Emanuele Geraci, presidente del Tribunale per i Minorenni, il procuratore Mario Busacca, Salvatore Pagano, presidente della sezione lavoro della Corte d’appello, Paolo Vittorio Lucchese, presidente della sezione Corte d’Assise d’Appello. Intervento previsto, dopo quello del senatore Firrarello, di Gaspare La Rosa, procuratore del tribunale per i minorenni di Catania. In sala, il presidente della Corte d’Appello di Catania, Benito Vergari, che non è intervenuto. Una serata dipanatasi con interventi legati alla riforma Biagi e saluti calorosi fra politici e magistrati. Prevista dal programma anche una conviviale, presso un ristorante di Bronte. Conclusioni di Giacomo Scalzo, procuratore generale della Repubblica di Catania. Busacca e Scalzo, però, non si sono presentati: Il primo per motivi familiari (un lutto); le ragioni del secondo non sono state rese note. Ha detto Nicolò Marino al dibattito di tainsieme: “Poco importa se poi qualcuno è stato avvisato in tempo e non è andato, qualcun altro - e questo è veramente doloroso - non è potuto andare per lutti familiari. Ma tutto questo non può avvenire. Un giorno queste persone potranno dire: ‘ma cosa mi state dicendo, io sono una persona perbene. Soltanto qualche pazzo di magistrato mi ha potuto mettere sotto inchiesta. Guardate chi c’era quel giorno’. La cena era prevista poi in un ristorante che apparteneva a persona che era stata anche arrestata, nel passato, per fatti di mafia. Non so come sia finito il processo. A questa cose bisogna stare attenti. Per carità non significa nulla, ma cosa andiamo a raccontare poi alla gente? Dopo che noi facciamo le persone severe e rigide, pretendiamo di insegnare morale? Non possiamo permetterci di comportarci in questa maniera”. [M. B., Centonove] |
|
15 Novembre 2003
Ad aprire i lavori darà il nostro concittadino Biagio Saitta, docente della facoltà di lettere dell'Università di Catania e presidente del comitato scientifico del "Cismed" Convegno internazionale La storia del Mediterraneo Adrano - Un convegno internazionale itinerante che porterà tra Adrano, Palermo, Bronte e Catania, autorevoli studiosi della cultura e delle tradizioni dei Paesi del Mediterraneo. E' la prima uscita ufficiale del CISMed, il "Centro Internazionale di studi mediterranei" costituito ad Adrano nel luglio scorso e presieduto dal sindaco Fabio Mancuso. Dal 18 al 22 novembre prenderà il via il convegno su "Città e vita cittadina nei Paesi dell'area mediterranea: secoli XI-XV"; l'inaugurazione martedì alle 9,30, nell'Auditorium della scuola "Santi Giuffrida". La sessione di studi sarà presieduta da Massimo Miglio, presidente dell'Istituto storico italiano per il Medio Evo. Gli storici Enrico Cuozzo e Ortensio Zecchino, già ministro della Pubblica istruzione, presenteranno è il volume "Studi in onore di Salvatore Tramontana". Nel pomeriggio l'intervento di uno storico internazionale, Hiroshi Takayama, dell'Università di Tokyo. Palermitana la seconda tappa del convegno, mercoledì 19. Giovedì la carovana di studiosi si sposta al Castello di Nelson di Bronte per una doppia seduta del convegno presieduta dallo storico catanese Giuseppe Giarrizzo. Venerdì appuntamento nell'aula magna del Palazzo Centrale dell'Università. Sabato giornata conclusiva del convegno con un incontro che si terrà ad Adrano nell'auditorium della scuola "Santi Giuffrida". Il convegno nelle intenzioni dei promotori sarà a cadenza biennale. Tra i progetti futuri del CISMed l'istituzione di una borsa di studio destinata agli studenti delle scuole medie superiori siciliane per l'approfondimento della storia dei Paesi del Mediterraneo nei suoi vari aspetti culturali, politici e economici. «La larga partecipazione al convegno di studiosi e la loro provenienza (Giappone, Africa, Francia, Spagna, Serbia, Italia) - sostiene Biagio Saitta, presidente del Comitato scientifico del CISMed - conferma, se ve ne -fosse bisogno, che il CISMed intende muoversi nel segno della continuità con la tradizione millenaria della Sicilia, snodo ideale, nell'area mediterranea, sia per la sua collocazione geografica, sia per la sua secolare cultura dell'accoglienza». [Gazzatta del Sud]
22 Ottobre 2003
“Sicilia Mondo” segue con soddisfazione la proposta ed il dibattito politico di questi giorni sulla estensione del voto amministrativo agli immigrati extracomunitari La Sicilia dice sì al diritto di voto agli extracomunitari Su questo tema, la Sicilia è certamente la Regione di avanguardia in Italia. E’ già partito infatti il “via libero” dato dalla proposta del Presidente della Assemblea Regionale Lo Porto al quale ha dato riscontro il “placet” del Presidente della Regione Cuffaro, il quale ha dichiarato: «L’argomento merita grande attenzione. Da parte mia c’è la massima disponibilità a portarlo avanti perché i tempi per il voto agli immigrati sono maturi. Se l’Assemblea Siciliana dovesse decidere di legiferare per estendere il diritto di voto agli immigrati non farebbe altro che applicare il principio di autonomia concesso dal nostro Statuto». Non si sono fatte attendere le dichiarazioni di disponibilità da parte delle opposizioni che hanno assicurato il voto quando il tema giungerà al Parlamento regionale. La Sicilia, da tempo crogiolo di popoli e di civiltà, per la sua lunga tradizione d’accoglienza e di solidarietà nei confronti dei disperati del mondo che attraccano alle sue rive, considera quasi naturale la svolta del voto agli extracomunitari. Nella nostra isola vivono intere comunità perfettamente integrate nelle società locali e non sono nuove le forme di partecipazione e di rappresentanza nella vita civile e nei consigli comunali pur senza diritto di voto. Recentemente la giunta comunale di Delia, paesino con poco più di 4.300 abitanti in provincia di Caltanissetta, ha approvato uno schema di Statuto che prevede il diritto di voto attivo e passivo per gli immigrati. Il provvedimento è stato ora rimesso all’Assemblea consiliare per la sua approvazione, ma non si hanno dubbi sul risultato positivo. Sulla scia di Delia, sono molti i Comuni siciliani in fermento, compreso anche Palermo, decisi ad adottare le modifiche statutarie per concedere il voto agli extracomunitari. Anche se è necessario precisare che la Sicilia è spesso una sosta di passaggio per altri lidi europei rispetto a quanti decidono una residenza lunga. In Europa, altri Paesi come Svezia, Danimarca, Olanda, Islanda, Norvegia e Spagna, hanno scelto la strada della integrazione e della partecipazione con gli immigrati attraverso il voto nelle elezioni amministrative. “Sicilia Mondo”, che da sempre si è battuta per l’integrazione e la promozione dei diritti degli extracomunitari, considera altamente positivo il progetto Fini. «Siamo di fronte ad un fatto di grande civiltà per il nostro Paese - ha affermato Azzia - ma anche ad un ritorno alla politica con un progetto aperto alla collaborazione ed ai rapporti tra Paesi diversi, perfettamente in linea con la recente risoluzione di Strasburgo del 15 gennaio 2003 che raccomanda ai Paesi membri la estensione del diritto di voto e di eleggibilità a tutti i cittadini dei Paesi terzi». |
6 Giugno 2003
Era stato siglato nel luglio 1987 Rinnovato il gemellaggio fra Bronte e Drogheda Una rappresentanza di nostri concittadini, guidata dal vice sindaco Nino Leanza e dall’assessore Vincenzo Sanfilippo, si è recata nella cittadina irlandese per rinnovare il gemellaggio con Bronte. La nostra delegazione, che ha trovato un'accoglienza ospitale, genuina, al di là di ogni convenzione e formalità, è stata accolta dal sindaco di Drogheda, Malachy Godfrey, dai suoi consiglieri e dagli esponenti principali di questa fiorente cittadina irlandese. Il gemellaggio era stato siglato nel luglio 1987 quando una folta delegazione di Bronte, guidata dall'allora sindaco Nino Paparo ed accompagnata dal sen. Pino Firrarello, per sei giorni era stata ospite di Drogheda. Drogheda (Droichead Atha), trentamila abitanti circa, è una bella città, alla foce del fiume più storico d'Irlanda, il Boyne, ricca di monumenti megalitici e di nobili esempi d'arte paleocristiana. Posta, a 53 chilometri da Dublino, quasi a metà strada tra la capitale irlandese e Belfast nell'Irlanda del Nord, ha un porto ed una fiorente zona industriale, che ospita industrie di prodotti diversi. Fa parte della diocesi di San Patrizio, apostolo della verde isola, e nel 1649, ha visto i suoi figli più nobili e più bravi, trucidati dagli inglesi, il nemico della loro cultura e della loro fede, in uno degli episodi più tristi e insieme più glorioso della storia irlandese. È anche la città di Sant'Oliviero Plunkett, arcivescovo e martire di Arrnagh, i cui resti mortali si venerano nella stessa città. Bronte e Drogheda, città-gemelle, hanno molto in comune: ambedue emerse da una storia di repressione e oppressione, ambedue dominate per secoli, con un consimile retroterra agricolo e uguali problemi, ambedue molto ospitali e amichevoli e con potenzialità che potrebbero svilupparsi nei settori turistici, commerciali, umani e non ultimo culturali (tra il nostro Castello Nelson, per esempio, e le scuole e i centri di ricerca di Drogheda). Il nostro pistacchio potrebbe essere molto ben usato nelle numerose pasticcerie della cittadina irlandese, mentre altri prodotti tipici potrebbero colorire la vita di tanti pubs e futuri sviluppi in questo settore sono più che possibili. Gemellaggio ("un patto che suggella un'affinità di tradizioni, di realizzazioni, di propositi fra due città appartenenti a Stati diversi") che dovrebbe rappresentare quindi un valore ed un veicolo culturale, turistico e anche commerciale. Il nome Bronte è famoso nel mondo anglosassone. Particolarmente a Drogheda dove è nato il nonno delle tre sorelle Emily, Charlotte e Anne Brontë, scrittrici di fama internazionale. È stato proprio lui che, lavorando da bracciante nella vicina contea di Down, ha voluto cambiare il suo cognome da Brunty o Prunty a Brontë (limitandosi a porre un segno diacritico sulla "ë"), per la grande ammirazione che portava nei riguardi dell’ammiraglio Horatio Nelson, Duca di Bronte e proprietario della Ducea. Unito alla gloria dell’eroe di Abukir e di Trafalgar ed alla fama conquistata dalle tre sorelle il nome “Bronte” divenne così ben presto popolare in tutto il mondo anglosassone. Nelle due foto: a destra l'insegna eretta a Drogheda (Dhroichead Atha) in onore del gemellaggio con Bronte; A sinistra, il sindaco della cittadina irlandese, Malachy Godfrey, posa con la delegazione brontese. Accanto a lui il vice sindaco Nino Leanza e l'assessore Sanfilippo. Si notano pure (da sinistra) i consiglieri comunali D'Aquino, Prestianni, Di Francesco e, fra gli altri, Benedetto Lazzaro (del comitato «Sviluppo Aetna») ed il dott. Aldo Russo (del reparto di chirurgia del Castiglione Prestianni di Bronte). Vedi pure "Bronte e l’Irlanda nel nome di Nelson", di E. Faninella. | L'articolo che il "Drogheda Independent", quotidiano della cittadina irlandese, ha dedicato alla manifestazione Visitatori italiani Se ultimamente avete visto in giro per la città un gruppo di affascinanti uomini dalla carnagione scura, non preoccupatevi, non sono impiegati della “DI” fuori a passeggiare! Si tratta, infatti, di una delegazione dalla città di Bronte, in Sicilia, che son venuti a trovarci per rinnovare i collegamenti di gemellaggio con Drogheda. La città, all’ombra del monte Etna, è felicissima di far rivivere questo gemellaggio, che era stato istituito alla metà degli anni ottanta. I nostri visitatori stanno godendo in pieno dell’ospitalità offerta dalla nostra città e sono rimasti entusiasti per la loro visita di domenica a Croke Park. Sono rimasti anche impressionati per la performance di Louth, in quanto la partita contro i Meath è stata appassionante. Il gruppo ha portato con se anche tre cuochi, che Lunedì sera hanno preparato un fantastico pranzo brontese per il pubblico che era stato invitato. Bronte è la casa del pistacchio ed il cuoco, meravigliosamente chiamato Biagio Incognito, ha preparato, dal primo all’ultimo piatto, una banchetto basato esclusivamente sul pistacchio. Ed il pubblico è andato assolutamente pazzo per la sua cucina. | Friday, June 6, 2003 Italian visitors IF you have seen a bunch of swarthy handsome men walking around the town over the last few days, don’t worry, it's not the DI staff out for a stroll! They are actually a delegation from the town of Bronte in Sicily, who have travelled over to renew twinning links with Drogheda. The town, in the shadow of Mount Etna, are delighted to have revived this twinning, which started in the mid-eighties. They are enjoying the hospitality of the town and were thrilled to travel down to Croke Park on Sunday. They weren't too impressed with the Louth performance, but though the Meath match was a thriller. The group have brought three chefs with them, and on Monday night prepared a fantastic Bronte meal for an invited audience. Bronte is the home of the pistachio, and from first course until last, the wonderfully-named chef Biagio Incognito provided a feast based around pistachios. And the audience went nuts for his cusine. |
|
|
|
|
9 Giugno 2003
Vittorio, studente del liceo Capizzi, ha vinto uno dei premi raccontando con i suoi compagni di classe la storia degli scavi di Lipari: “E’ stata un’esperienza indimenticabile”. Il retroscena di un piccolo scoop Sul podio salgono sette scuole etnee Il gioco del giornalismo. Grande successo per l’iniziativa che ha coinvolto quasi duecento istituti di tutta la provincia. Sono l'armata Brancaleone dei giornalisti in erba. Coraggiosi, motivati, numerosi. In 600 mila hanno partecipato a NewspaperGame 2003, 50 mila si sono trasformati in reporter, 13 mila i docenti che li hanno seguiti, 1300 le scuole coinvolte nel progetto. L'aria di festa è palpabile durante la premiazione regionale NewspaperGame 2003, all'anfiteatro de "Le Ciminiere".Vittorio Zozzo, II A, liceo classico "Capizzi" di Bronte, l'entusiasmo ce l'ha dipinto nel grande sorriso, negli occhi brillanti: «Indimenticabile», continua a ripetere e chiama a raccolta i suoi compagni (Nunzia Coniglio, Lucia Lupo, Maria Minio, Antonio Ragusa, Fabrizia Zinno) e il prof. Vincenzo Pappalardo, docente di storia e filosofia. Hanno vinto uno dei premi per i migliori articoli raccontando la storia degli scavi di Lipari e si sono pure concessi il lusso di un piccolo scoop, intercettando sull'isola Madame Cavalier che con Luigi Bemabò Brea lì ha fatto le sue più grandi scoperte. «Una donna dalla gentilezza formidabile, ci ha pure regalato dei libri». E il prof. Pappalardo di rincalzo: «Ci sono incontri che ti cambiano la vita: con questo gioco del giornalismo i ragazzi possono scoprire le loro passioni e noi usciamo dagli schemi di una didattica consolidata». (…) (Laura Silvia Battaglia, La Sicilia)
Sabato 14 Giugno 2003
Da Plutia a Meligunis Viaggio nell'archeologia greca e romana di Sicilia Viaggio nei siti dell'archeologia greca e romana di Sicilia, è il titolo del libro redatto dagli studenti del Liceo Classico nell'anno scolastico 2001/2002. Con uno stile sobrio e scorrevole che agevola la lettura ed appaga, gli allievi del Capizzi ci mostrano una splendida carrellata dei siti archeologici della Sicilia, da Mègara e Ortigia ad Aidone e Morgantina, dalla Valle dei Templi a Selinunte, da Marsala a Trapani, da Piazza Armerina alle Isole Eolie. Il libro è stato presentato sabato 14 Giugno nell'aula Magna del Liceo con l'intervento del Vice presidente della Regione, Giuseppe Castiglione, del Sindaco Leanza, del Sovrintendente ai Beni Archeologici di Catania, Maria Grazia Branciforti, e del Presidente regionale di SiciliAntica, arch. Lo Porto. Nell'ambito del "IX Festival Internazionale del Teatro Classico dei Giovani" organizzato dall'INDA, il Capizzi di Bronte presenterà in Piazza Spedalieri, Domenica 15 Giugno, alle ore 20, uno spettacolo teatrale: l'Antigone di Sofocle. La regia è di Orazio Alba, Vittorio Zozzo è Creonte mentre vestirà i panni di Antigone Antonella Longhitano.
"Da Plutia a a Meligunis" Quando lo studio non è solo libri e banchi riesce a meglio catturare le giovani menti. Un esempio ne è stato l'esperienza che ci ha portati in giro per la Sicilia come dei novelli Indiana Jones. Muniti di penne, block notes e macchine fotografiche abbiamo ripercorso la storia dei nostri antenati preistorici, greci e romani, spesso con una situazione meteorologica non troppo favorevole. Il risultato è stato un libretto che si propone di diventare una guida accessibile a tutti, soprattutto ai ragazzi delle scuole italiane che volessero avvicinarsi alla nostra splendida isola. Gli obiettivi delle macchine fotografiche sono divenuti testimoni delle immortali tracce impresse da una parte all'altra della Sicilia, da Lipari a Morgantina, da Solunto ad Agrigento. Tracce che riecheggiano l'opera umana di epoche remote capace di sfidare l'eternità, di lasciare segni di antiche melodie che risuonano nelle nostre orecchie spesso sorde. Duemila anni dopo, in un'epoca di povertà dello spirito, il passato diventa fonte di idee, ispirazioni ad emulare a fare e a creare." [Maria Pia Faia, Alessandra Gatto] |
3 Giugno 2003 La Fidapa parla brontese | Presentato il saggio di Èlia Longhitano Nell'auditorium del Collegio Capizzi, è stato presentato, sabato 3 giugno, il libro "Il Dialetto di Bronte nella cultura dell’Isola di ieri e di oggi ". La pubblicazione, realizzata dalla Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari (Fidapa) di Bronte, è stata curata da Èlia Longhitano. Il prezioso volumetto di 31 pagine, stampato purtroppo (unica pecca) con caratteri minuscoli e a tutta pagina, racchiude un piccolo dizionario di vocaboli ed espressioni tipiche brontesi, espressioni dialettali, parole ormai scomparse nell’uso quotidiano, modi di dire, filastrocche ed una piccola rassegna di proverbi. L'obiettivo è quello di "rivalutare il dialetto di Bronte attraverso lo studio di esso, non solo quale si presenta oggi ma quale era anche nel passato". Il dialetto, “nel suo essere patrimonio di inestimabile ricchezza (come dice infatti l’autrice) ci consente di conoscere i fatti linguistici storici e culturali ad esso connessi” come “l’andare alla radice delle parole, alle forme più antiche e documentate o ricostruite, è un atto di amore verso il nostro paese”. La pubblicazione, scrive Franca Meli che ha curato la prefazione, “è stata pensata per i Brontesi, per i giovani, ma anche per gli appassionati, ... è la testimonianza di un entusiastico ed incessante amore dell’autrice per la “nostra” Bronte, di cui ha già ampiamente parlato nella precedente opera “Bronte ieri e oggi”. Alcune "perle" tratte dal libro di Elia Longhitano
I proverbi, briciole di saggezza popolare "I discorsi dei nostri nonni erano pieni di proverbi. Oggi queste briciole di saggezza popolare sono sempre meno ricordate ed usate anche perché corrispondono poco alle nuove condizioni economiche e sociali. Eppure malgrado il declinare della civiltà contadina e con essa di certi pregiudizi, i proverbi mantengono una loro efficacia ed esprimono ancora oggi il buon senso e l'esperienza di tante generazioni. (…) Essi toccano gli argomenti più svariati come si può vedere dalla seguente rassegna: LA ROBA L'amma a Diu a robba a cu veni (l'anima a Dio la roba a chi spetta) Cu' si vesti ra robba r'atri prestu si spogghia (chi si veste della roba altrui presto si spoglia) Rici u cappillanu a batissa senza rinari non si canta missa (dice il cappellano alla badessa senza denari non si canta messa) U sparagnu è u primmu guaragnu ( il risparmio è il primo guadagno) | | Cu granìa non pinìa (chi si accontenta di spiccioli se non altro non soffre) Megghiu pèddiri ca strapèrdiri (meglio perdere che straperdere) Ogni ficatellu i musca è sustanza (ogni fegatino di mosca è sostanza) Stendi u peri pi quantu teni (fare il passo a misura della gamba) Cu picca havi caru teni (chi ha poco tiene caro) Picca è nenti su parenti (poco e niente sono parenti) O riccu ricchizzi o poveru povertà (al ricco ricchezze al povero povertà) Spassu i fora e trivuru i 'n casa (spasso degli amici e tribolazione dei familiari) (...) |
|
| 15 Giugno 2003 Il dialetto di Bronte nella cultura dell'Isola di ieri e oggi A cura di Èlia Longhitano «Il dialetto, materia di studio per appassionati e intellettuali». E' quanto emerso dalla prefazione della prof. Franca Meli, durante la presentazione del Saggio «Il dialetto di Bronte nella cultura dell'Isola di ieri ed oggi», scritto da Elia Longhitano, componente della Commissione Cultura della Fidapa di Bronte. L'opera, fortemente voluta dalla presidente dell'associazione, prof.ssa Mariella Galvagno Corallo e dal suo direttivo, è stata presentata sere fa nell'Auditorium del Collegio Capizzi, alla presenza delle socie, di un folto pubblico e di una larga rappresentanza del Liceo della Comunicazione, tutti presi dalle riflessioni e dalla analisi attenta e puntuale del libretto, ricco di frasi, modi di dire e parole ormai quasi tutte in disuso, fatte dalle relatrici. Il saggio pone l'accento sull'importanza del recupero del dialetto, «prodotto della parte viva della popolazione», il cui uso, un tempo, era «sintomo di condizione sociale inferiore». A prima vista, in questa società globalizzata, l'appello al recupero del dialetto può sembrare essere in controtendenza, ma come sostiene la prof. Meli, «è imperativo conoscerlo, valorizzarlo, perché costituisce il nostro passato, dunque un mezzo di elevazione culturale». (Fonte La Sicilia del 15.6.2003) | Alcune parole dialettali brontesi in disuso: (...) Cascioru = Cassetto Curunnetta = Comodino Cummogghiu = Coperchio Currìa = Cintura dei pantaloni Cazitira = Mutandoni di tela maschili Carricaturi = Lunga corda per caricare Ciccu = Arnese semisferico di listelli di legno da sistemare sul braciere Cucumellu = Recipiente in terracotta per acqua fresca | Dumundella = Unità di misura per grano | Diminàgghia = Indovinello | Firrioru = Mantello per vecchi | Furrizzu = Sgabello di ferula | Fumeri = Sterco degli animali da soma | Foracchiù = A quel tempo | Foretta = Gonna lunga | Foriri = Grembiule | Frazzata = Coperta pesante | Fazzurittuni = Scialle | Fussu = Arnese per filare | Ganghiri = Mento | Gireccu = Gilè | Gallarizzi = Frutti coloranti del cerro Guindanu = Arnese girevole per raccogliere in gomitolo la lana Guttera= Infiltrazione di acqua piovana | Gunna = Piccolo pantano d'acqua | Ginissi = Carbonella | Grasta = Vaso di creta | Grarigghia = Graticola | Giustenna = Cisterna (.....) |
| |
|