Drogheda condivide molti punti in comune con Bronte. Ambedue hanno avuto i loro martiri e ambedue hanno pagato con il sangue della propria gente la conquista della libertà e della dignità dell'uomo. Se la siciliana Bronte adesso potrà aiutare nel compito di ricostruzione della pace tra la loyalista-unionista Banbridge e la cattolica-nazionalista Drogheda, questa sarà un'impresa che potrà passare alla storia, come nei secoli scorsi è successo con la famiglia Bronte. Banbridge, nella Contea di Down, dove ha sede il Centro Culturale Bronte, è una ridente città sul fiume Bann, nell'Irlanda del Nord. Una volta era la culla dell'industria del lino, ma ancora oggi si impone quale nevralgico centro industriale. E' stata immortalata in una famosa canzone popolare irlandese, "Star the County Down" - stella della Contea di Down -, cantata anche da Val Morrison. |
| | | Nella foto a sinistra, un'Insegna eretta a Drogheda (Dhroichead Atha) in onore del gemellaggio con Bronte. A destra, 6 Giugno 2003: rinnovo del gemellaggio fra Bronte e Drogheda. La delegazione brontese posa con il sindaco della cittadina irlandese, Malachy Godfrey. Alla sua sinistra l'allora vicesindaco di Bronte Nino Leanza (con la fascia tricolore), ultimo a destra Enzo Farinella. |
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Situata sull'asse principale Dublino-Belfast, Banbridge offre una ricca storia, un centro commerciale molto attivo, tante amenità e soprattutto il Centro Studi sulla famiglia Bronte. I legami tra Sicilia e Irlanda sono stati molti attraverso i secoli e queste tre cittadine li arricchiscono in modo del tutto unico. Il Re Ferdinando volendo dire grazie agli inglesi, per averlo aiutato a mantenersi nel Regno di Sicilia con sede a Palermo, "graziosamente" - scrive Leonardo Sciascia in La corda pazza - fa dono all'Ammiraglio Nelson, che capeggiava allora le truppe della corona britannica nel Mediterraneo, di un grande feudo, sito a Bronte, "per servizi ricevuti". Più tardi, nel 1799, il re di Napoli lo nominerà Duca di Bronte. Ferdinando IV aveva incontrato Horatio Nelson dopo la battaglia del Nilo, nel 1798, quando l'Ammiraglio inglese distrusse la flotta di Napoleone e fece dell'Inghilterra la più grande potenza del Mediterraneo. In tale battaglia però la nave portabandiera di Nelson, la Vanguard, subì danni seri e si rese necessario salpare subito alla volta di Napoli per ripararla. Nella città partenopea l'eroe inglese venne accolto da trionfatore. Tra le tante personalità che si trovavano nel porto di Napoli c'era anche l'Ambasciatore inglese, Sir William Hamilton, e la sua giovane moglie, Emma, che si invaghì subito dell'Ammiraglio. I due furono amanti per molto tempo. Dalla loro relazione nacque la piccola Horatia, e Nelson le lasciò una pensione ricavata proprio dal ducato di Bronte. Nelson purtroppo non ha potuto dedicare molto tempo alla sua ducea di Bronte, tuttavia vi rimase legato. Nel 1801, partendo per una nuova campagna nel Baltico, scrisse a Emma: «Sono sicuro che questa campagna ci darà pace e dopo potremo partire per Bronte... con la nostra amata piccola». E nel 1803, scrisse di nuovo ad Emma, dopo la morte del marito: «Uno di questi giorni sarai la mia duchessa di Bronte». La connessione dei Nelson con la Ducea durò per altri 175 anni, fin quando Alexander Nelson Hood, 4° Visconte Bridport e 7° Duca di Bronte, ha venduto il feudo al Comune della cittadina etnea, nel 1981. Bronte ha anche altri segreti che la uniscono all'Irlanda. Uno dei suoi figli più famosi, il Cardinale Antonio Saverio De Luca (1805-1883), ha scritto una Storia politica e religiosa d'Irlanda in tre volumi, mai pubblicata e conservata gelosamente nella Biblioteca del Collegio Capizzi. Quest'opera o progetto, mai conclusa, va dal 1536, anno dello scisma del Re Enrico VIII nella vicina e dominante Inghilterra, al 1829, quando gli irlandesi hanno ottenuto la loro lunga e sognata "Catholic emancipation" o libertà religiosa. Tale storia potrebbe esser particolarmente interessante per l'Irlanda, anche se rimasta a uno stato redazionale incompleto in varie lingue che si susseguono: italiano, francese, inglese, tedesco e latino. Il Card. De Luca, infatti, si sarà avvalso della consultazione degli archivi vaticani. Si spera che questa ben presto possa essere rispolverata. La cittadina etnea possiede inoltre una Chiesa dedicata a San Brandano, il famoso monaco navigatore irlandese, che nel IV, V o VI secolo raggiunse, si crede, l'America, a bordo di un "curragh", un'imbarcazione di cuoio. Enzo Farinella (L'articolo di Enzo Farinella è stato anche pubblicato su La Sicilia del 19 Settembre 2005 - Vedi pure di E. Faninella "Bronte e l'Irlanda nel nome di Nelson") |