La passione per la musica e l’arte della composizione gli sono state sicuramente trasmesse dal padre Giuseppe
Enzo Salvia, insegnante & cantautore | E’ il terzo cd di canzoni che pubblica il cantautore Vincenzo Claudio Eugenio Salvia (in arte Enzo Salvia) nato a Bronte nel gennaio del 1950, primogenito di tre figli: Eugenio, Gino e Melo (quest’ultimo consigliere comunale nella passata amministrazione ed attuale assessore al Turismo della Giunta Firrarello). La madre, Concetta Venia, una donna sempre attiva ed energica, ancora oggi, a quasi ottanta anni, collabora nel lavoro con il figlio minore; il padre, Giuseppe, nato a Bronte nel 1920 e morto nel 1981, era impiegato al Comune. Lavoratore instancabile e uomo di grande spessore morale è stato un grande appassionato di canto, di opere liriche ed autore di romanzi, tragedie, di una raccolta di pensieri, commedie e varie poesie. “Poeti Italiani Contemporanei” (Studio Letterario Editore), così scriveva di lui: “I suoi versi scorrono musicalmente sulle forme tradizionali e , pur avendo i segni di un moderno crepuscolarismo, hanno il piccante sapore dell’iroso classicismo carducciano”. Eugenio è vissuto a Bronte fino al conseguimento della maturità classica e, successivamente, ha frequentato l’Università a Catania dove si è laureato in Filosofia. Dopo la laurea, si è trasferito al Nord, insegnando per diversi anni materie letterarie in provincia di Como. Ottenuto il trasferimento nella provincia di Messina, ha continuato ad esercitare la professione in diverse scuole medie e istituti superiori dedicando con entusiasmo e interesse il suo tempo libero alla musica. E’ stato l’ideatore ed il coordinatore, insieme a Enzo Malinconico e Giuseppe Faranda, della rassegna scolastica “Nuovi Talenti”, una manifestazione artistica che si è svolta per diversi anni presso l’I.P.A. e Ambiente di Capo d’Orlando coinvolgendo, con grande successo di pubblico e di critica, quasi tutte le scuole medie del territorio nebroideo. La musica e l’arte della composizione sono state sempre le principali passioni di Eugenio Salvia, quelle che più di ogni altra hanno ravvivato la sua esistenza, coinvolgendolo intensamente. Gli sono state sicuramente trasmesse dal padre Giuseppe. L’entusiasmo e l’interesse per la musica dei primi anni settanta lo hanno poi spinto a far parte di vari gruppi musicali del catanese, maturando esperienze diverse di significato sul piano umano e su quello musicale. Ha collaborato musicalmente con Sara Ricciardi, un nome noto per la grazia e la professionalità con cui affronta brani anche di notevole difficoltà e con artisti di rilievo, quali Bruno Mancini, poeta e scrittore, Presidente dell’ Associazione “Lenois”, Linda Reale Ruffino, Rosanna Affronte, i brontesi Nicolò Di Bella e Sam Di Bella. Il suo primo cd “Spiagge d’amore” col quale Enzo si è presentato al pubblico nella veste di cantante, autore delle parole e compositore vede la luce nel 2005. Un anno dopo, nel luglio del 2006, pubblica il suo secondo album “I giorni che ci restano” i cui brani hanno fatto registrare un alto indice di gradimento. |
| Due anni dopo, nel 2008, un suo nuovo cd porta il titolo “Viva la vita, viva l’amore”. Stampato, pubblicizzato e diffuso a cura dell’Archeoclub d’Italia “Nebrodi” di Mirto (ME), contiene dieci canzoni che spiccano sia per la loro musicalità che per i testi densi di sentimento e vibranti d’emozioni. Oltre alla voce calda e appassionata del cantautore, vi si apprezza quella melodiosa e dolce della cantante Sara Ricciardi, grazie alla quale alcuni duetti canori diventano veramente unici. Con questo cd – scrive l’Archeoclub – Salvia «vuole sottolineare il grande valore e la forza potente e incontrollabile dell’amore che non ammette limiti, paure o timori, che non si lascia condizionare né pone condizioni. Per i suoni sono state usate le migliori macchine del passato e i più quotati synth del presente, attraverso una miscellanea musicale equilibratamente dosata, nella quale l’azione musicale dell’autore si integra con l’importante contributo del Maestro Giuseppe Faranda.» Enzo Claudio Eugenio Salvia ha lasciato l’insegnamento di lingua e lettere italiane ma non la musica. Ora può dedicarsi totalmente alla sua passione. Sposato con Annamaria, insegnante, ha due figli (Josephal, cardiologo e Isabella, giornalista) e vive a Torrenova in provincia di Messina. (nL), Maggio 2008 Il quarto cd di Enzo Salvia ia è uscito ad Aprile 2011 con il titolo “Brivido d’amore”; contiene dieci brani inediti che l'Autore ha scritto ed elaborato personalmente in questi ultimi due anni. All’interno dell’album è presente anche un brano su Bronte, il suo paese d’origine ed il brano "Vìvimi" che ad ottobre dello stesso anno ha ricevuto a Giardini Naxos il premio speciale della giuria per la sezione "Opera musicata" del premio internazionale di "Poesia, prosa ed arti figurative" organizzato dall'Accademia Culturale "Il Convivio".
Nel maggio del 2012, sul palco del Metropolitan di Napoli, Enzo Salvia, con la sua canzone “Amami” ha conquistato il secondo posto per la Sezione Musica del prestigioso “Premio Albatros”, la vetrina letteraria ed artistica nazionale ed internazionale che premia coloro che hanno contribuito, con il loro lavoro, a dare lustro alla cultura contemporanea. L’ultima sua performance è del 2016, e s’intitola “Nelle bugie dei sogni”. Frutto della collaborazione con amici poeti, quali Bruno Mancini, Linda Reale Ruffino, Rosanna Affronte, Nicolò di Bella. Contiene il singolo, “Furbizia”, il cui testo porta la firma dell’amico Sam Di Bella. Nel 2016 al cantautore brontese è stato assegnato il primo premio di poesia, per la sez. “Amore”, al concorso “I viali del pensiero poetico”, per il testo della sua canzone: “Silenzi d’amore” (vedi riquadro a destra) con la seguente motivazione: “Per la carica emotiva e declamatoria del testo, che con poche e semplici parole riesce a portare l’amore in un’estasi romantica e sentimentale”. Tutti i componimenti poetici presentati al Concorso sono stati valutati, in anonimo, da una Giuria composta da sei poeti, presieduta dallo scrittore e poeta Marino Monti, attivamente collaborato dalla poetessa Anna Cappella. Enzo Salvia
Musica e moti del cuore Troppa freddezza nei rapporti interpersonali, carenza di sentimenti, assenza di emozioni positive vere ed autentiche hanno, purtroppo, caratterizzato molti degli anni che ci lasciamo alle spalle. Adesso, forse, qualcosa comincia a cambiare: un rinnovamento interiore sembra caratterizzare la mentalità dei giovani e un nuovo rigoglio di vibrante sentimento riaffiora negli adulti. Tutti, insomma, giovani e meno giovani, desiderosi di nuove esaltanti emozioni, iniziano ad apprezzare il ritorno al “romantico”, alle forti passioni interiori, ai moti del cuore. Alcune organizzazioni sociali e culturali ritornano a valorizzare le opere che fanno riferimento al periodo romantico o che ad esso si ispirano. Già vengono banditi i nuovi concorsi letterari e musicali secondo questa nuova direzione culturale e spirituale. Forse è questo il motivo per cui la musica del cantautore siciliano, Enzo Salvia, piace e viene apprezzata. I suoi testi, gli arrangiamenti, la sua musica in generale, attraggono tutti, giovani e meno giovani, e la sua melodia fa breccia nel cuore degli ascoltatori. Ultimamente le canzoni di Enzo Salvia stanno raggiungendo punte di ascolto veramente importanti e brani come “Silenzi d’amore” o “L’amore verrà”, quest’ultima composta insieme al suo amico Nicolò Di Bella, puntano decisamente al successo. Belle le parole, ammaliante la musica; ricca di sentimenti l’atmosfera che questi brani effondono nell’ animo degli ascoltatori. Chi vuole fare un pieno di emozioni ascolti le sue belle e romantiche canzoni. (Angelo Santaromita Villa) 27 Aprile 2012 |
| | Due gruppi musicali degli anni '60/'70 di cui ha fatto parte Enzo Salvia. Sopra «The new kins' Stones band». Da destra, Enzo Eugenio Salvia, Nino Imbrosciano, Valerio Saitta, Franco Mavica, Saro La Guzza e Nunzio Lupo. | A destra il gruppo «Le antilopi» con (da destra) Salvatore Alfonso, Biagio Belfiore, Pippo Proietto, Enzo Eugenio Salvia e Salvatore Mascali. | | Pubblicato e diffuso dall’Archeoclub d’Italia “Nebrodi”, il terzo CD di Enzo Salvia contiene 10 canzoni con i seguenti titoli: Dimmi che mi ami, Grazie per tutti quei momenti, Voglio te, Estate d’amore, Prendimi, I giorni che ci restano, Piccola, fragile stella, Amami, Io insieme a te, Viva la vita, viva l’amore. | SILENZI D'AMORE (testo e musica di Enzo Salvia) Ti offro questo cielo, il tempo veloce, la memoria incancellabile, l’amore che non ha mai fine. Ti offro la mia corsa tra i campi, i miei baci di oggi e di ieri, i miei forti abbracci di sempre, il presente ed il mio domani. Fammi sentire brividi dentro, fammi scoppiare scintille nel cuore, fammi gridare silenzi d’amore. Ti regalo le note del cuore, lo sguardo di un amore sincero, la luce di una stella lontana, i colori del mio arcobaleno. Il sapore di cose perdute che rimangono strette nel cuore, mentre cerchi te stesso lontano, tra i volti che bruciano dentro. Fammi sentire brividi dentro, fammi scoppiare scintille nel cuore, fammi gridare silenzi d’ amore. |
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DI ENZO SALVIA ASCOLTA
JOLLJ BAR (la presentazione a Bronte) L'AMORE VERRA' (parole di N. Di Bella) «Con la mia musica, in diversi brani e circostanze, ha inteso ricordare dei momenti indimenticabili, vissuti dai giovani degli anni '60-'70, all'insegna dell'onestà, della lealtà e della più pura e genuina semplicità» |
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Un iniziato siciliano
Nicola Giuseppe Spedalieri di Gaetano Lo Monaco Nicola Giuseppe Spedalieri, nipote del famoso teologo e filosofo Nicola Spedalieri (1740-1795), nacque nel 1812 a Bronte, importante centro agricolo sulle pendici dell’Etna, dal barone Gioacchino Maria Spedalieri, proprietario di vasti vigneti nelle campagne adranesi, e da una nobildonna straniera, Maria Carolina de Grafer. Di perspicace intelletto e grande erudizione (parlava correttamente il francese e l’inglese) lo Spedalieri si consacrò poco più che ventenne allo studio delle dottrine esoteriche, prediligendo, in particolare, il pensiero del Philosophe Inconnu, Louis Claude de Saint-Martin (1743-1803). Nel corso di uno dei suoi numerosi viaggi il giovane aristocratico brontese conobbe a Napoli - ne siamo convinti e pertanto lo affermiamo con certezza - un monaco agostiniano, padre Antonio Marino(1), che sebbene ignorato dalla stragrande maggioranza degli studiosi, fu una figura di grande rilievo nel mondo iniziatico ottocentesco, italiano e non. | Il Marino, nato a Napoli nel 1770, ultimò gli studi ecclesiastici presso il seminario vescovile della capitale del Regno, affiliandosi nel 1772 alla loggia massonica giacobina “I Figli della Libertà” di cui era venerabile Mario Pagano (1748-1799), uomo politico e giureconsulto napoletano, e frequentando nel contempo, con assiduità, il figlio del celebre principe alchimista e mago Raimondo Maria de Sangro di San Severo (1710-1771), Vincenzo (1743-1790), continuatore dell’opera paterna. Col crollo della “Repubblica Partenopea” il nostro personaggio, che era stato uno dei suoi più ferventi sostenitori, fu costretto a fuggire precipitosamente da Napoli ritornandovi soltanto alcuni anni dopo, nel 1806, al seguito delle truppe napoleoniche di Giuseppe Bonaparte. Nel 1814 il Marino aderì alla cagliostrana Massoneria di Rito Egiziano diretta all’epoca dal barone Lorenzo de Montemayor (1767-1841) che ne era Grande Cofto. Coinvolto politicamente nei moti liberali del 1820-21, l’ecclesiastico massone dovette abbandonare nuovamente, all’indomani della restaurazione borbonica, la capitale, stabilendosi dapprima in Spagna, a Barcellona, e da lì, nel 1823, in un primo tempo a Marsiglia e successivamente a Parigi, dove grazie all’amicizia che lo legava all’abbé Frère-Colonna (1786- 1858), profondo studioso del pensiero gioachinita e swedenborghiano, entrò a far parte del corpo insegnanti del piccolo seminario di Saint-Nicolas du Chardonnet di cui il Frère-Colonna era direttore. A Saiht-Nicolas il Marino avviò agli studi occulti un giovane seminarista, Alphonse Louis Constant (1810-1875), destinato negli anni a venire ad acquisire notorietà imperitura nell’orbe iniziatico col “nom de plume” di Eliphas Levi (2). Approfittando dell’amnistia per i reati politici concessa nel 1831 da Ferdinando II di Borbone il Marino rientrò a Napoli lo stesso anno dove gli venne affidata immediatamente la mansione di bibliotecario del convento di San Vincenzo Ferreri. A tale innocua attività l’energico monaco affiancò ben presto quella assai più rischiosa del cospiratore divenendo in breve tempo il capo occulto di una vasta congiura antiborbonica. È all’incirca in questo periodo che il giovane Spedalieri potrebbe avere incontrato, e secondo noi lo incontrò, il Marino - che tra l’altro era divenuto uno dei maestri segreti di una importantissima corrente iniziatica denominata Ordine Egizio(3) (detto Scala di Napoli) - grazie a cui potè essere ammesso in un circolo martinista attivo a Napoli in stretto contatto, a quanto pare, con una società occultistica di Avignone, dedita a studi sul magnetismo. |
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Il Barone Nicola Giuseppe Spedalieri (1812 - 1898) era figlio di Don Gioacchino Spedalieri (sindaco di Bronte nel 1820; nel 1830 trasferitosi a Napoli con l'incarico di Capo della Sezione per gli Affari di Sicilia) e di donna Maria Carolina Graefer figlia di Andrea, il giardiniere chiamato da Horatio Nelson quale primo amministratore della sua Ducea. |
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| Stabilitosi intorno al 1843-44 nella terra che considerava come sua seconda patria, la Francia, lo Spedalieri intrattenne rapporti con alcuni esponenti di organizzazioni iniziatiche locali, specificatamente martiniste. L’acquisto in una libreria di Marsiglia, nel luglio 1861, di una copia del Dogma e rituale dell’Alta Magia di Eliphas Levi, ex sacerdote cattolico e agitatore politico, che come si è detto fu discepolo di Antonio Marino, segnò per il barone brontese l’inizio di un rapporto di discepolato iniziatico e di amicizia che lo legherà al magista francese per ben quattordici anni, ossia fino alla morte di quest’ultimo avvenuta il 31 marzo 1875. Le relazioni tra i due uomini cominciarono, come ha scritto un biografo del Levi; Paul Chaconrnac, “con l’invio che fece il Maestro a colui che, in poco tempo, doveva diventare il suo migliore e più sincero amico, di una copia delle Chiavi Maggiori e Clavicole di Salomone, e di un piccolo rituale, anch’esso manoscritto inserito m un esemplare dell’edizione latina del Trattato delle Cause Seconde dell’abate Tritenio, sorta di commentario occulto alle clavicole salomoniche” (4). La corrispondenza tra il barone Spedalieri ed Éliphas Levi, comprendente più di mille lettere concernenti le più svariate tematiche iniziatiche, cominciò il 24 ottobre 1861 e terminò il 14 febbraio 1874. L’ex sacerdote, tra l’altro, fece dono all’aristocratico brontese di alcuni suoi importanti manoscritti con la promessa di pubblicarli soltanto 20 anni dopo la sua morte. Lo Spedalieri ebbe stretti rapporti iniziatici anche con altri illustri figure esoteriche dell’epoca quali, per non citare che le più famose, Helena Petrovna Blavatsky (1831-1891), fondatrice della “Società Teosofica”, di cui il barone era membro, Anna Bonus Kingsford (1846-1888) personalità di spicco nell’ambiente occultistico inglese, e Papus, al secolo Gerard Encausse (1865-1916), il “papa nero” dello occultismo francese. Inoltre sembra che l’aristocratico brontese fosse affiliato ad una importantissima organizzazione iniziatica neorosicruciana denominata Hermetic Brotherhood of Luxor, a cui pare fossero legate personalità politiche e culturali di prim’ordine (5). Nicola Giuseppe Spedalieri si spense a Marsiglia, dove aveva sempre vissuto da quando si era trasferito in Francia dalla Sicilia, il 16 dicembre 1898, assistito amorevolmente dalla nipote, madamoiselle Laporte, che ereditò l’immensa biblioteca dello zio. Con la scomparsa dello Spedalieri si chiude un altro importante e misconosciuto capitolo della secolare storia dell’occultismo, capitolo che attende ancor oggi di essere dovutamente analizzato. [Gaetano Lo Monaco - da Agorà, periodico di informazione culturale, Anno I, n. 3, Aprile-Giugno 2000]
Note (1) Per le notizie sull'abate Marino riportate qui di seguito vedasi: Historia dell'Ordine R+C Egizio - Osirideo di Misraim - Memphis - Scala di Napoli dal 1745 al 1995, a cura di Michele Di Iorio (dattiloscritto inedito). (2) Su Eliphas Levi vedasi, tra l’altro, il nostro: Eliphas Levi tra rivoluzionarismo e magismo in “Merkur”, anno I n. 7, sett. 1997. (3) Sull’Ordine Egizio vedasi il nostro, L’Ordine Osirideo Egizio e la trasmissione pitagorica, Bassano del Grappa, 1999. (4) P. CHACORNAC, Éliphas Levi, rénovateur de l’occultisme en France, Parigi, 1926, p. 206. (5) Sui rapporti tra lo Spedalieri e la H. B. of Luxor si vedano: C. CHANEL, De la “Fraternite hermetique de Louxor” au “Mouvement Cosmique”: L’Oeuvre de Max Theon. Contribution à l’étude des courants ésotériques en Europe à la fin du XIXème siècle et au début du Xxème siècle. Tesi di dottorato. Paris, 1992/93; J. GODWIN., C. CHANEL, J. P. DEVENEY, The Hermetic Brotherhood of Luxor. Initiatic and Historical Documents oJ an Order of Pratical Occultism. New York, 1995. |
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