In segno di tristezza si può ascoltare solo il suono legnoso della “tròccola” (foto a destra) e dei tamburi. La sacra rappresentazione, organizzata col concorso di quasi tutte le chiese e delle confraternite di Bronte (che partecipano secondo un ordine stabilito in base alla data della loro formazione), si sviluppa secondo una successione temporale che ripercorre i momenti più significativi e drammatici della Crocifissione. Con le stessa devozione e la fede di ogni anno, si svolge con una regia e un itinerario secolari che, salvo qualche aggiustamento o trasformazione, sono stati tramandati dai nostri avi. A Bronte comincia più presto che in altri centri. Si cerca infatti di rispettare all'incirca l'ora nona, ora nella quale gli Evangelisti scrivono che il Cristo morì sulla croce. Già nel primo pomeriggio, le strette vie del paese si popolano piano piano di fedeli che a piedi scalzi portano ceri, di antiche confraternite con i loro vessilli (listati a lutto) e i crocifissi adornati con le primizie della terra, di chierichetti, di statue rappresentanti la passione di Cristo, di comparse e di personaggi, singoli o a gruppi, ognuno con una parte ben precisa da recitare. In un clima mesto e penitente, tutta la Città, seguendo ognuno la propria devozione e le tradizioni familiari, si stringe attorno ai simulacri del Cristo alla colonna, del Crocifisso, del Cristo morto e dell'Addolorata. Molti sono coloro che non fanno vedere il proprio volto coperto dai capelli sciolti in segno di lutto e di penitenza. L'inizio
La sacra rappresentazione ha il suo inizio verso le ore sedici dalla chiesa della Madonna del Riparo con l’uscita della prima statua: Cristo crocifisso. Più avanti, alla Chiesa dei Cappuccini s’inserisce nella processione l’urna con il Cristo morto, preceduta dai confratelli del Terzo Ordine di San Francesco (fondato nell’anno 1863 da padre Gesualdo De Luca), recanti come tutte le confraternite il Crocifisso simbolicamente addobbato con fave fresche, la bandiera nera e coperti con una berretta nera in segno di lutto e penitenza. Poco dopo, lungo il corso Umberto, si uniscono alla processione, nella stessa tenuta di lutto e penitenza, dalla Chiesa di San Silvestro la confraternita di Maria SS. della Misericordia (istituita nel lontano 1616) e, dalla chiesa di Maria SS. della Catena, quella di S. Carlo Borromeo istituita rescritto regio del 10 settembre 1830 dal Re borbonico Francesco I. Gradualmente la partecipazione dei devoti e dei personaggi diventa sempre più numerosa. In un susseguirsi di parti di un unico atto, ad ogni chiesa una nuova moltitudine si aggiunge alla processione, che diventa alla fine la rappresentazione completa della passione di Cristo. Circa un’ora dopo l'inizio, davanti alla chiesa della Matrice, prendono parte alla celebrazione religiosa la statua della Madonna Addolorata, i vari personaggi della passione e la confraternita del SS. Sacramento (una delle più antiche, del 1600). La processione prosegue fino a Piazza Gagini, dove, davanti al santuario dell’Annunziata, confluiscono la Statua del Cristo alla Colonna e la confraternita di Gesù e Maria (1700), la cui sede trovasi nell'omonimo Oratorio adiacente alla Chiesa. La statua è portata a spalla da molti uomini per la maggioranza giovani, senza scarpe, inneggianti ed imploranti la divina Misericordia. Con una sapiente regia, seguendo l'ordine temporale e logico della Passione, il fercolo con la statua viene fatto uscire, prima di quello con il Crocifisso. La sacra rappresentazione
La composizione della processione è ora completa. Ognuno svolge con fervore e devozione la propria parte e, fra la folla e l’ondeggiare delle statue, si prosegue lentamente per le strette vie degli antichi quartieri di Bronte. La processione si snoda per le affollate vie del centro storico ripercorrendo, nelle tortuose e strette stradine, con una sequenza di scene, di simboli e di rappresentazioni religiose, tutti i momenti più drammatici della passione di Cristo. I fèrcoli con le statue e i crocifissi delle cinque confraternite sono addobbati con i prodotti tipici della stagione (le fave per tradizione). La sacra rappresentazione inizia con le confraternite che sfilano in base alla data della loro fondazione. Quella della Misericordia, il terzo ordine Francescano, quindi quella di Gesù e Maria e di San Carlo e in ultimo la confraternita del SS. Sacramento; a questa si unisce quella dei sacerdoti sotto il titolo di San Pietro e Paolo. Per l’occasione i membri di ogni confraternita non indossano gli abiti tradizionali ma, in segno di lutto, solamente un berrettino nero; in segno di partecipazione alla morte di Cristo, anche le bandiere sono nere. I sacerdoti non indossano le vesti liturgiche ma partecipano semplicemente con l'abito talare portando a turno un crocifisso. Seguono un folto gruppo di chierichetti provenienti dalle varie parrocchie e dal piccolo seminario e 30 giovinette velate e vestite di bianco. A a ciascuna di essa è affidato un oggetto che trova preciso riferimento nella tradizione evangelica della Passione e della liturgia. Portano e mostrano tutti i simboli della passione (una palma, il calice, la croce, il martello e i chiodi, la spugna, la scala, la lancia, il lenzuolo della Sindone, ed altri oggetti liturgici). Alcune recano fiori e palme benedette la domenica precedente o gli oggetti della Passione stessa confezionati con pasta di biscotti e la sera precedente (Giovedì Santo) portati in chiesa per essere benedetti ed ornare i «Sepolcri». Dopo il gruppo di giovinette velate, segue san Michele Arcangelo (tradizionalmente a rappresentarlo è un bambino di sette-otto anni, vestito secondo gli schemi iconografici dell'Arcangelo Gabriele) che procede lentamente, con un complicato e cadenzato passo scandito dal monotono ritmo di un tamburo. Dietro stanno un Angelo che porta il calice della passione e gli Apostoli (escluso Giuda), vestiti con costumi d'epoca e col capo chino coperto da una parrucca. |