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Èlia Longhitano Docente di Lettere, studiosa degli aspetti storici, culturali e naturalistici brontesi
Laureatasi in Lettere Classiche presso l'Università degli studi di Catania si è dedicata con passione all'insegnamento, spaziando dalle lingue classiche, con le quali ha mantenuto sempre una notevole familiarità, alla lingua e letteratura italiana. Durante la sua carriera di docente di Lettere, svoltasi quasi per intero presso la Scuola Media Statale “L. Castiglione” di Bronte, ha manifestato un forte interesse per gli aspetti storici, culturali e naturalistici della sua “Bronte”, spingendo i suoi alunni a partecipare a concorsi e progetti legati alla propria cittadina e scrivendo, per la Sezione brontese della Fidapa, di cui è stata socia, i seguenti saggi: - “Bronte ieri e oggi” (anno sociale 1999 - 2001) in collaborazione con la fidapina Anna Longhitano; - “Il dialetto di Bronte nella cultura dell'isola di ieri e di oggi” (2002 - 2003) e - “Il Parco dell'Etna: un territorio di incomparabile bellezza con un cuore di fuoco” (2004 - 2005). Ne “Il dialetto di Bronte nella cultura dell'isola di ieri e di oggi”, che vi riproponiamo nel nostro sito in formato Pdf, l'Autrice ha voluto sottolineare l'importanza del recupero del dialetto in quanto prodotto della parte viva della popolazione, della gente che lavora e che produce. L’opera è stata pensata, come ha anche scritto nella Prefazione F. Meli, per i Brontesi, per i giovani ma anche e soprattutto per gli appassionati. L’abbiamo scelta per la sua particolarità ed il suo valore. E’ uno dei pochi libri, forse l’unico, che con passione e accuratezza tratta del dialetto di Bronte, «la lingua del rapporto con le cose, con gli utensili, con il lavoro», della parte più viva della nostra società. «Il dialetto – scrive la stessa Longhitano - è la lingua parlata dall’umanità, la lingua parlata dalla gente. Esso resiste nella nostra cittadina soprattutto perché c’è la terra, l’artigianato; e le realtà lavorative come quelle contadine e artigianali, i principali creatori di lingua, sollecitano le fasi creative dell’uomo. Ed ecco, di conseguenza l’attaccamento al dialetto, che è la lingua creata da loro, la lingua della loro vita.» Nato dall’evoluzione del latino parlato, anche il dialetto brontese è una vera e propria lingua. Usa parole e termini derivanti dal greco, dal latino, dall’arabo, dallo spagnolo, dal francese e dall’inglese; «ha - continua la Longhitano - una sua struttura grammaticale, un suo lessico, una sua storia e costituisce un eccezionale patrimonio linguistico e culturale ricco di risorse espressive cui continuamente attingiamo». Dietro la parlata brontese c’è la cultura e la storia locale, c’è il nostro passato ed anche l’Associazione Bronte Insieme, seguendo le orme tracciate da Èlia Longhitano, ha voluto ricordare e raccogliere il parlare della gente comune in un piccolo vocabolario brontese, vera archeologia lessicale (la definizione è di Nicola Lupo), da conservare e trasmettere alle generazioni più giovani. Questo l’obiettivo, comune con la Prof. Longhitano, a cui miriamo riproponendo il suo opuscolo con le sue stesse parole: «rivalutare il dialetto di Bronte attraverso lo studio di esso, non solo quale si presenta oggi ma quale era anche nel passato, poiché tutte le lingue e tutti i dialetti mutano, si evolvono e si rinnovano continuamente nel tempo, risentendo dell’incessante susseguirsi e intrecciarsi degli eventi storici, politici, religiosi, letterari e scientifici.» |
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