In ricordo di Mons. Antonino Longhitano Serbava tutte queste cose nel suo cuore Nessuno di noi, sacerdoti, avrebbe mai potuto aspettarsi, il 29 dicembre 2012, giornata invernale, ma eccezionalmente limpida e tiepida, la triste notizia, comunicataci a bruciapelo per telefonino, della improvvisa morte del carissimo Confratello Mons. Antonino Longhitano, Rettore del Santuario di Maria SS.ma Annunziata di Bronte. Non era eccessivamente anziano P. Nino, come affettuosamente lo chiamavamo; aveva, infatti, appena festeggiato, il 15 agosto u.s., il suo 50° anniversario di ordinazione sacerdotale, ricevuta nel 1962, in Cattedrale, per le mani dell'Ecc.mo Arcivescovo Mons. Guido Luigi Bentivoglio S.O.C.. Conoscendolo così attivo ed esuberante, non si pensava che Padre Nino Longhitano, patisse di qualche disturbo cardiaco, di un po’ di aritmia, che gli si manifestava di tanto in tanto e che sotto direzione medica, curava sì, ma senza tanti patemi d'animo, senza eccessive preoccupazioni, tanto da rimandare a tempi migliori, un opportuno, quanto mai necessario intervento chirurgico che gli era stato decisamente consigliato dagli specialisti e che gli avrebbe rimesso a regime l'apparato cardiovascolare. Solo alcuni giorni di obbligato riposo! Ma erano molte le attività che pesavano sulle spalle di P. Nino, per cui - direi incautamente - rimandava sempre al domani quello che avrebbe dovuto fare oggi. La vigilia di Natale, però, dopo un improvviso malore, fu ricoverato ed operato dl'urgenza. Operazione bene riuscita, fatale, però, il decorso postoperatorio. P. Nino Longhitano era nato a Bronte il 15 marzo 1937. Aveva calcato le orme, quasi obbligate, di tutti i bravi ragazzini del suo paese, attraverso la seria e disciplinata formazione spirituale e culturale del Piccolo Seminario di Bronte, sotto la illuminata e saggia guida del Can. Salanitri. Superato il terzo ginnasio, era entrato nel Seminario Maggiore di Catania. È inutile dire che era tra i più studiosi e i più preparati della classe. Ordinato sacerdote, fu destinato a rimanere in Seminario per insegnare materie classiche ai giovani seminaristi. Nel 1906 fu nominato Vice Rettore del Seminario Arcivescovile Maggiore ove rimase fino al 1970, quando fu inviato come Rettore al Piccolo Seminario di Bronte. Frattanto aveva conseguito il Diploma di Maturità classica e la laurea in filosofia. Senza togliere nessun merito ai bravi sacerdoti di Bronte, è da dire che Mons. Antonino Longhitano lascia una particolare impronta nel suo paese natale per la sua vita sacerdotale integra e particolarmente carica di zelo pastorale e di fervore apostolico. Gioviale ed allegro, era l'idolo dei giovani e dei ragazzi. Ne passarono tanti sotto la sua guida, esperta ed intelligente: ragazzini del Piccolo Seminario, aspiranti al Sacerdozio, giovani di Azione Cattolica. Si può serenamente affermare che Padre Nino Longhitano fu un vero educatore di giovani. Come presbitero ha lavorato un po' in ogni campo, perché ha ricoperto innumerevoli incarichi uscendone sempre a testa alta e con meritati riconoscimenti. Per due volte, eletto dai Confratelli, fu Vicario Foraneo del 15° Distretto. Dal 1989 al 1999 zelante Arciprete della Chiesa Madre di Bronte e, contemporaneamente, Rettore del Santuario Maria SS.ma Annunziata, una chiesa tanto cara e frequentata assiduamente dai fedeli brontesi. Membro direttivo dell'Istituto Diocesano Sostentamento Clero, più volte Membro del Collegio dei Consultori e del Consiglio Presbiterale. L'attività che lo ha impegnato quotidianamente, sin dall'anno 2000 e certamente con tanti pensieri e preoccupazioni, è stata il dirigere con entusiasmo e sagacia, la provvidenziale Casa di Riposo "Mons. Antonino Marcantonio", una fondazione che fa onore a Bronte; lì. infatti, vengono ospitati molti anziani, anche sacerdoti, che altrimenti non avrebbero dove trascorrere serenamente gli ultimi anni della loro vita. In questo ultimo periodo, poi, gli ha letteralmente tolto il sonno dagli occhi la felicissima idea di far sorgere a Bronte, un Centro moderno e clinicamente attivo per i malati di Alzheimer, il primo, forse, ed ancora unico in Sicilia. Già funzionante, era stato solennemente inaugurato appena qualche mese fa. Per quest'opera di grande portata, il nome di Mons. Antonino Longhitano resterà benedetto per sempre nella nostra Isola e soprattutto fra i poveri sofferenti di così insidiosa malattia. Se ne è andato Mons. Antonino Longhitano e non lo vedremo più e non ci farà più sentire il suo affetto, proprio ora che gli era stato rimesso a nuovo il suo grande cuore di sacerdote e di educatore. Per questo ne sentiremo la mancanza. Purtroppo, però, quel nuovo cuore di carne non gli è servito per niente, né in questa terra e nemmeno gli servirà in Paradiso. Lì, ormai, P. Nino, ama in maniera diversa, perchè tutto intero, è già immerso nell'infinito amore misericordioso di Dio. Mons. Mauro Licciardello (Pubblicato sul settimanale Prospettive, Catania, n. 1, 12 Gennaio 2013) |
Per l'amico Sacerdote Nino Longhitano
La tua Messa non è finita E’ vero, la tua Messa continua oltre il tempo, concelebrata con Cristo, e dà un nuovo respiro alla tua vita sacerdotale. Nino carissimo, non riesco a scrivere di te alla maniera con cui si ricordano i confratelli scomparsi, perché non voglio né posso credere che tu non ci sia più. Lo so che è una ingenua e caparbia convinzione quella che ci porta a credere che le persone a noi più care siano immortali e, dunque, non ci rassegniamo alla fitta nebbia che oscura il loro volto e rende come flebile e lontana la loro voce. Nino carissimo, confratello e amico di una vita, non ti ho mai scritto una lettera perché il raccontarci i nostri giorni sacerdotali avveniva sempre a viva voce, con quella complicità di pensieri e di valutazioni che, sicuramente per me, rendeva ogni nostra conversazione arricchente e gratificante. La nostalgia mi porta ai lontanissimi tempi del nostro primo servizio sacerdotale, i migliori anni del post-Concilio, che abbiamo vissuto in piena sintonia, fino agli ultimi mesi appena trascorsi quando mi hai invitato a dire una parola a te e alla folla numerosa che partecipava al 50° del tuo Sacerdozio ed era lì a manifestarti il suo affetto e il suo grazie. La memoria del passato e il rimpianto di non poter più aggiungere alcuna pagina al diario del tuo specialissimo ministero sacerdotale, si mescolano nel mio animo e, al momento, lo rendono incredulo, amareggiato, niente affatto rassegnato e convinto. Mi aspetto che tu, inaspettato, possa ancora venire in S. Euplio a passeggiare accanto ai mattoni rossi della mia chiesetta per raccontarci fascino e misteri della nostra vita sacerdotale ed ecclesiale e per potere io capire di più e meglio, attraverso le tue argomentazioni e il tuo equilibratissimo buon senso, avvenimenti, tendenze, sviluppi, cronaca civile ed ecclesiastica. Da buon stratega ed efficiente organizzatore quale eri, mi sorprendevi per la tua capacità di capire tempi e momenti e di saper valutare, con buon umorismo e disincantato distacco, avvenimenti e comportamenti. Te lo scrivo adesso, a pieno cuore, quanto ti sono grato, anzi quanto ti siamo tutti noi grati, e quanto la tua assenza peserà sul nostro gruppo sacerdotale che ha appena celebrato, tutti presenti, il 50° di Sacerdozio e che in te aveva un punto di riferimento indispensabile e unificante. Nino carissimo, tu certamente non ti meraviglierai del tono riduttivamente laico col quale mi sto esprimendo. Non ho fatto citazioni bibliche né trascritto passaggi di autori famosi perché non mi va, con un amico, usare parole di circostanza sia pure di altissimo livello, e poi perché tu e noi abbiamo vissuto e viviamo, con tutte le nostre imperizie e insufficienze, un sacerdozio squisitamente laico, cioè terrestre, asciutto, essenziale, senza dispersioni devozionistiche, e indissolubilmente divino, alla stessa maniera di Gesù. Il quale durante il giorno era tutto per gli altri, nessuno escluso, e alla sera in preghiera parlava con Dio, il “Padre mio” come Lui diceva. Non potendoti più né vedere né accogliere la tua presenza e le tue parole né fruire della tua sovrabbondante generosità, mi fermo solo a dirti che celebro ancora con te la S Messa: concelebriamo ancora insieme il 50° di Sacerdozio. Nino carissimo, adesso tu sai tutto. Tu conosci la sovrana risposta al perché dell'evento che ti ha riguardato e che ci ha lasciato sgomenti. Accogli il mio e il nostro grazie per il tanto bene che ci hai voluto e ci hai fatto. A me è ad una infinità di persone. Ti abbraccio. Bruno G. (Pubblicato su Prospettive, Settimanale regionale di attualità, n. 2, 20 gennaio 2013) |
| Padre Nino in occasione dei festeggiamenti in onore della Madonna Annunziata: nella stessa occasione ad agosto 2012 aveva festeggiato i 50 anni di sacerdozio. Sotto, padre Nino con Mons. Salvatore Gristina, in occasione dell'inaugurazione, nel giugno 2004, di un monumento in memoria di padre Antonino Marcantonio, ideatore e fondatore della Casa di riposo S. Vincenzo dei Paoli". |
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