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Il Real Collegio Capizzi

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Real Collegio Capizzi

StoriaStruttura architettonica | Cappella internaBiblioteca | Pinacoteca | Chiesa del Sacro Cuore | Ignazio Capizzi



Struttura architettonica

L’edificio, a pianta quadrata con cortili interni, ha grandi dimensioni ed occupa l’in­tero perimetro di un grande isolato delimitato dalle vie Umberto, Card. De Luca, Attinà e Capizzi. Sorge nell’abitato costruito in massima parte tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo.

Le mutate volumetrie urbane hanno cambiato in parte il rapporto architetto­nico con le costruzioni adiacenti, senza però alterare i punti di vista e le prospettive. La visione ravvicinata, determinata dalla larghezza della sede stradale, consente anco­ra una lettura dettagliata della raffinata decorazione parietale.

La parte più antica del complesso (progettata alla fine del 1700 dall'arch. palermi­tano Salvatore Marvuglia su incarico del ven. Capizzi) ha carattere monumentale ed è costruita su tre livelli di cui uno seminterrato (con una palestra ginnica, le cucine, la lavanderia e le stalle).

Un bel rinfaso orizzontale di pietra lavica sottolinea la separazione dei livelli frontestrada.

Il ritmo regolare delle aperture è alternato alle forme ripetitive e geometriche delle decorazioni parietali. Il coronamento in muratura (finta balaustrata) chiude la facciata in alto sopra un cornicione in aggetto.

Sulle cornici e sulle trabeazioni delle finestre e sulla fascia marcapiano sono scolpiti motivi ornamentali a bassorilievo in pietra lavica di rara finezza.
Ogni finestra, inquadrata da una cornice modanata, è sormontata da una trabeazione con motivi floreali al cui centro emergono festoni con cartiglio e conchiglia di gusto barocco.

Al centro degli architravi risaltano alcune figure di volti umani.

Al piano seminterrato dell’edificio sono collocati i servizi; la palestra apre su uno dei grandi cortili interni; le aule scolastiche e i dormitori sono al piano terra ed al primo piano. Due cortili interni al complesso e la "villetta" determinano l’articolazione delle aule e dei corridoi.

I locali a piano terra prospettanti su via Cardinale De Luca (fino a poco tempo fa ospi­tavano una Banca) sono stati restaurati e trasformati ed ospitano dal 2010 la Pinacoteca Nunzio Sciavarrello.
 

 
Ieri e Oggi

Sopra, una mappa risalente al 1850 della zona del Real Collegio Capizzi e due dei quattro cortili interni del Collegio. Su quello della foto in alto prospettano i locali della Pinacoteca Sciavarrello. Il cortile della foto a destra è il più antico, costruito nell'ala settecentesca.

Nella foto in alto a sinistra, il complesso del Collegio Capizzi oggi, visto dal satellite. Nella mappa sopra del 1875, in colore verdino, la parte più antica del Collegio. E' visibile ancora la pianta della piccola Cappella di San Rocco che sorgeva affiancata in angolo all'edifico con una stradina laterale priva di denominazione.

La cappella fu ab­bat­tuta nel 1907 per la costruzione della chiesa del Sacro Cuore. Si noti anche la par­te sinistra del Collegio addossata alle case, abbattute successivamente per far posto alla via Card. De Luca ('U stratuni novu").

 

   

Il prospetto principale del Real Collegio Capizzi: Sulla destra la parte monu­men­tale più antica, nel centro la Chiesa del Sacro cuore e, sulla sinistra, la nuova costruzione eretta nel 1892, dal rettore sac. Giu­seppe Prestianni, ad uso di botte­ghe e case da affit­tare.  "Sottomet­tendo il bello all’utile, la speculazione uccise l’este­tica" (scrisse Bene­detto Radice).

A sinistra la scala che portava all'antico refettorio, oggi trasfor­mato in parte nella moderna Pinacoteca. A destra la scala che immette nel­la Direzione con la grande tela ad olio "Uomini illustri di Bron­te", di Agostino Attinà del 1874. 

Particolari del pro­spetto prin­cipale del Corso Um­berto:  sulle cornici e sul­le trabeazioni delle fine­stre e sulla fascia marca­piano risal­tano i motivi orna­men­tali a bassorilievo scolpiti in pietra lavica di rara finezza.
Al centro degli architravi sono scolpite alcune figure di volti umani. Il tutto è coronato da festo­ni con cartiglio e conchiglia di gusto barocco. Nella foto in basso a sinistra, un parti­colare della nuova ala costruita alla fine del 1800.

L'Archetipo in legno del 1773

COLLEGIO CAPIZZI, ARCHETIPO IN LEGNOL'archetipo in legno costruito nel 1773 dal mastro legnaiolo brontese Giuseppe Lupo su indicazioni del palermitano Salvatore Marvuglia, sacerdote, matematico e architetto (Palermo 1735-1802), fratello del più noto Giuseppe Venanzio.

«Chiamato a sè il capo mae­stro legnaiuolo Giuseppe Lupo, - scrive Benedetto Radice - consegnatogli il disegno, il Capizzi gli ordinò subito il diroccamento delle case e lo sgombero del mate­riale.»
Ed il I° Maggio 1774 «... primo sulle sue spalle porta la prima pietra che solennemente bene­dice pone e mura. Tutto il popolo segue a gara l’esempio dell’umile e santo vecchio, e tanta copia di pietre fu trasportata quel giorno che bastò per più mesi alla fatica. Le opere grandi sono figlie del popolo.»

Il modellino in legno (nelle 4 foto sopra si vede il piano terra), custodito nel Collegio Capizzi, ricalca quasi in modo esatto il progetto originario e la parte più antica del Real Collegio. E' attualmente in fase di restauro.

L'ingresso

L'ingresso principale del Real Collegio Capizzi dal Corso Umberto e particolari dei motivi ornamentali di alcune finestre. Dopo la scalinata in marmo, immediatamente sulla destra, si trovava la cameretta del portiere (l'ultimo fu l'anziano "don Vincenzo, il portinaio", figura caratte­ristica di "custode incorruttibile"). Attraverso questo varco sono passati decine di migliaia di ragazzi (ed in tempi recenti anche ragazze) provenienti da ogni parte della Sicilia e delle Calabrie.

L'ala nuova del Collegio

«Fu portata a com­pi­mento, - scrive il Radi­ce - sebbene non come l’aves­se ideato il Capizzi e disegnato il Marvu­glia, architetto cele­bre di Palermo, e del quale egli ci lasciò un disegno, che nella semplicità delle sue linee, coi suoi bei rifasci ornamentali di pietra nera, gli avrebbe dato unità architettonica e aspetto veramente monumentale.

Il Prestianni invece, mal­grado forse il parere dell’ingegnere Caselli da Mes­sina, sottomettendo il bello all’utile, fece co­struire parte del novello fab­bricato a uso di botteghe e case d’appigionare.
La speculazione uccise l’estetica; mentre avrebbe potuto sor­gergli accanto l’istituto scolastico ele­mentare, o anche, adat­tando il novello fabbricato a case e botteghe, niente impediva che ne fosse con­servata l’unità architettonica con quelle modifi­cazioni che l’abbassamento della via avrebbe suggerito.

Commesso il primo fallo, si tentò distruggere ogni vestigio dell’antica facciata che goffamente stride colla novella.
Simili fatti sogliono e possono accadere nei piccoli centri e fra popoli igno­ranti ove non è sentimento d’arte ed è spento o mal com­preso quello di patria.

Una protesta fu presentata dallo scrittore della pre­sente memo­ria a firma di parecchi cittadini per im­pedire tale vandalismo; e la vecchia facciata è rima­sta testi­monianza bella dell’arte architettonica.

Del nuovo edificio però non possiamo non lodare con spirito di verità il grandioso dormitorio capace di contenere 100 letti, la corrispondente sala da studio sottostante, le bellissime aule sco­lastiche, e sopratutto la chiesa del S. Cuore, sorta dove era prima quella di S. Rocco, e che corona possiamo dire l’ope­ra indefessa del Prestianni a favore del Collegio

«...La chiesa come opera d’arte è una delle più belle non soltanto del paese, ma anche della Sicilia.»

B. Radice, Memorie storiche di Bronte - (Nella foto l'ala nuova, appena inaugurata, in una foto del 1921)

Il «Colleggetto»

Il "Colleggetto", casa di villeggiatura estiva e polisportivo dei convittori del Collegio si trovava in contrada S. Nicola. Iniziato a costruire nel 1927 su progetto dell'ing. Di Bel­la (il preventivo di spesa era di 86.599,70 lire) fu inaugurato il 26 Maggio 1929 in oc­ca­sione del III cinquantenario di vita del Collegio.

Il progetto era stato pensato dieci anni prima, nel 1919, dopo l'ottima prestazione che i 70 convit­tori della squadra di ginnastica avevano dato a Roma alla presenza dei Sovrani.

Il Polisportivo, "in corrispondenza alle direttive Nazionali" - era composto da "una vasta estens­ione di terreno, ... e un imponente fabbricato, di metri 27 per 12", ... con "palestra coperta pro­priamente detta, un buon numero di vani desti­nati ai diversi servizi (refettorio, cucina, dormito­ri, spogliatoi, cessi, deposito di attrezzi, sala per la direzione ecc.)".

Ecco come riportava l'inaugurazione, avvenuta il 26.5.1929, il quotidiano catanese Corriere di Sicilia (anno 51, numero 121, di Mercoledì 22 Maggio 1929 – VII) in una corrispondenza dal titolo "Bron­te si prepara a celebrare degna­mente il ter­zo cinquan­tenario del R. Collegio Capizzi":
«Bronte, 21 (A. L.) - Bronte vive questi giorni nel­l’attesa ansiosa di un grande avvenimento. Dome­nica 26 corr. il Real collegio Capizzi, la gran­de isti­tuzione che è vanto non solo di questa città ma dell’intera provincia e che ha costituito e costitui­sce tuttavia un centro emer­gente nella Sicilia tut­ta, di formazione religiosa e civile e di studi serii e fecondi, celebrerà il felice compiersi del III cin­quan­tenario di una gloriosa esistenza.

Tale data trova il nostro Collegio non soltanto ad una altezza degna delle sue nobili tradizioni ma anche in un periodo di rapida e felice ascesa.

E' di pochi anni fa il pareggiamento del Liceo, che pur è già circondato, e non in Sicilia soltanto, di tanta e meritata stima; sono di questi ultimi anni i miglioramenti apportati in tanti particolari del gran­dioso edificio; di quest'anno poi è tutta una mole imponente di lavori: la fondazione del Poli­sportivo, di cui parleremo più sotto, la trasfor­ma­zione di tutti gl'impianti elettrici, il riordina­mento e l’amplia­mento della Biblioteca, ricca di volumi e di opere pregevoli, etc.

(…) Nel pomeriggio avrà luogo l'inaugurazione del Polisportivo del Real Collegio, che, ormai comple­to, sorge a breve distanza dalla Città, nella incante­vole valle del Simeto.
E' un magnifico edificio a due piani, dotato di saloni luminosi, di portici vasti e aereati, inondato di luce e di sole, fornito all'intorno di un vasto piazzale che dovrà diventare fra breve un campo magnifico di gare sportive.

Anche per questo lato dunque il Collegio Capizzi si mantiene bene all'altezza dei tempi: oggi che il Governo Nazionale vuole che le nuove generazioni italiane sviluppino in perfetto equilibrio tutte le facoltà fisiche intellettuali e morali, i giovani che le famiglie affidano al Real Collegio troveranno dunque in esso la formazione del loro pensiero alle più pure tradi­zioni classiche, dell'anima loro e del loro cuore allo spirito schietto del Vangelo, delle loro membra per le più grandi fortune della Patria. (…)»

1929: Il «Colleggetto» o Polisportivo del Real Collegio Capizzi il giorno dell'inaugu­ra­zione (22 maggio 1929) e i convittori della squadra di ginnastica "Nova Juventus" all'opera (nel 1930 e 1922).

Il Polisportivo del Real collegio Capizzi sorgeva in contrada San Nicola, a pochi passi da Bronte; è stato raso al suolo e completamente distrutto durante i bombardamenti del 1943. L'adiacente campo sportivo, il "glorioso" San Nicola, fino a pochi decenni fa ospitava ancora i campionati di calcio delle quadre locali. Oggi è di proprietà comunale. 

1919: A destra un attestato rilasciato nel dalla Federazione Ginnastica Nazionale - Corsi premilitari / 1.° Concorso d'Onore / Roma, 30-31 Maggio - 1° Giugno 1919: «La squadra del R. Collegio Capizzi di Bronte al 1° Concorso Premilitare d'Onore è stata classificata OTTIMA».

Mons. Carmello Patanè, di A. Brancato. Sullo sfondo il cortile racchiuso dai corridoi della Pinacoteca«Molti conoscono Bronte per le spietate fucilazioni ordinate da Bixio nel 1860; pochi per le relazioni con l'abbazia di Maniace e la ducea di Nelson; forse pochissimi per la gloria sua maggiore: il fiorire per più di un secolo di un centro irradiatore di cultura in tutta la Sicilia orientale: il collegio-convitto Capiz­zi, unico nella realtà rurale e non cittadina, fondato dal sac. diocesano p. Eustachio Ignazio Capizzi, figlio di quella terra.

Bronte, villaggio agro-pastorale non differente da tanti altri dell'isola, non sede di collegio dei Ge­sui­ti, deve combattere contro la natura (eruzioni devastanti dell'Etna) e contro la Ducea di Nelson, ma trova nella forza organizzativa dei suoi abitanti e nell'ingegno creativo di un suo figlio, p. Capizzi, lo slancio di farlo assurgere all'attenzione ammirata della storia. Merita, pertanto, in assoluto, un cenno particolare.

Non basta, altresì, far nascere un'opera quanto farla crescere e prosperare con una azio­ne continua, organizzativa e culturale, da diventare duratura.
Questo il merito di un’équipe generazionale di Brontesi, colta e impegnata nel ruolo di dirigenti-insegnanti i quali, occorre sottolinearlo, non viene da fuori, ma è unicamente costituita da elementi locali.
Il cammino in salita di quella popolazione, animata sempre da un impegno di riscatto, batte contro macigni che si chiamano Nelson, Bixio o Garibaldi, interessi economici e politici, in un alternarsi di rimescolamento di carte, in una emulsione della vecchia cultura, spesso insensibile alle istanze dei tempi nuovi.»

(Salvatore Cucinotta, "Sicilia e Siciliani", Edizioni Siciliane Messina, 1996)
 

«Basta scorrere le pagine della storia della cultura, non dico sola­men­te di Bron­te, ma dell'in­tera Sici­lia, per com­pren­dere l'impor­tanza del Col­legio Capizzi, per ap­prez­zare il con­tributo che esso ha appor­tato alla vita intel­let­tuale della Sicilia.
Basta avere l'elenco di tutti gli uomini dotti, che uscirono da questo luogo, che illu­stra­rono con il loro sapere le cattedre e le alte cari­che a cui furo­no chiamati, per farsi una giusta idea della sua vitalità attra­verso il suo passato glorioso.»

(Dal discorso tenuto il 14 Novembre 1935 da Mons. Pa­tanè, arcivescovo di Catania, in occasione dell’inau­gu­ra­zione dell’anno scolastico 1935-36-XIV)

1910. La squadra di ginnastica  -  1918: Il Collegio apre alle donne  -  1929: La festa per i 150 anni del Collegio


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