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(1) Ma nel 1910 era ancora a Palermo, come risulta dalla data apposta alla monografia “Nino Bixio a Bronte” (pag. 122); forse vi andava per finire il lavoro. (2) Questo periodo tra “… ” è stato inserito da me con i dati anagrafici fornitimi dalla Prof. Giuseppina Radice. (3) Radice Benedetto, “Memorie storiche di Bronte”, edito dalla Banca Mutua Popolare di Bronte, 1984 pagg. 9/10. (4) “Il casale e l’abazia di Santa Maria di Maniaci” fu pubblicato più estesamente e con documenti nell’Archivio storico siciliano, anno XXXIII 1909 in Palermo. (5) Idem come sopra; un sunto è stato pubblicato nel 1923. (6) Pubblicato la prima volta nell’Archivio storico siciliano anno 1906 fascicolo I e II. (7) La lunga nota di Leonardo Sciascia (pagg. 407/421) non andava meglio dopo pag. 519? (8) La presente monografia fu pubblicata nel 1910 nell’Archivio storico della Sicilia orientale,Catania anno VII, fasc. III. (9) La monografia fu pubblicata la prima volta nel 1919 nello Stabilimento Tipografico Sociale di Bronte. Si ripubblica con aggiunte. (10) Questa monografia fu pubblicata la prima volta dalla “Nuova Antologia” nel febbraio 1925, e tradotta poi in olandese. E’ dedicata a Renato Fucini. (11) Radice Renato, nato a Bronte il 10 maggio 1910, compì tutti i suoi studi presso il Collegio Capizzi e si laureò in Giurisprudenza presso l’Università degli studi di Roma. Partecipò alla II guerra mondiale e negli anni ’50 si occupò di politica. Invitato a trasferirsi a Roma per avviare una carriera politica di più ampio respiro, rifiutò per non sentirsi costretto a rinunziare ad una sua totale autonomia di pensiero. Morì in Bronte nel 1995. (12) B. Radice, Memorie… cit. pag. 12 (14) Giuseppe Ignazio (de) Luca, in religione Gesualdo, nasce a Cesarò (Messina) il 5.8.1814 da Giosuè e Maria Savoca; muore a Bronte il 26.2.1892 ed è sepolto nella Cappella dell’Ordine Francescano, proprio sotto l’altare. Egli firmerà sempre le sue opere Gesualdo De Luca da Bronte. Le sue pubblicazioni edite vanno dal 1843 e sono oltre 40; quelle di prossima pubblicazione e/o inedite sono una diecina e si trovano a Messina. Gesualdo nel 1887, in occasione della morte di Enrico Cimbali, scrisse l’elogio funebre (che conservo assieme ad altre sue lettere). Autore di numerose e dotte opere: teologiche, canoniche ed oratorie, eccezion fatta per la sua “Storia della città di Bronte“. Cappuccino, Priore, Lettore di Teologia, Professore di diritto canonico c/o la R. Università di Palermo (cattedra che rifiutò per non allontanarsi da Bronte e poter accudire gli anziani genitori), Professore di Filosofia e Letteratura presso il Collegio borbonico di Bronte. Proposto per un Vescovado, venne scartato per il suo carattere focoso (soprannominato mongibello) e attaccaliti; patì pure il carcere allorquando cercò di occupare parte dei locali del Convento che erano divenuti proprietà del Municipio.” I frati, a seguito delle leggi sulla soppressione dei Conventi (Ottobre 1866), dovevano entro 8 giorni sloggiare, per cui il 24.10.1866, di sera, furono buttati sul lastrico ed andarono ad abitare tuguri che poterono procurarsi alla meglio. ”Il libro “Consecratur Cristiani matrimonii” venne messo all’indice, a suo dire, perché: ”La santa chiesa, nostra madre, in quanto retta dagli uomini, veste qualche volta gli stessi difetti degli uomini”. Il ritratto del De Luca, posto all’indice del volume, trovasi nella quadreria del corridoio della direzione (del Collegio Capizzi, nota .dell’A.) ed è stato restaurato a cura del Rettore P. G. Zingale, dietro mio suggerimento. (Franco Cimbali, bibliotecario del Collegio (borbonico) Capizzi). (15) Cimbali Antonino, “Ricordi e lettere ai figli“ edito postumo dai Fratelli Bocca Editori - Roma 1903, ristampato dalla Banca Popolare di Bronte a cura di Biagio Saitta - Tipolito Centrostampa - Bronte 2002. Egli era nato a Bronte nel 1822 da Giacomo e da Nunzia Palermo. “ Rimasto orfano a 13 anni, dopo i primi studi fatti sotto la guida illuminata e severa di mons. Giuseppe Saitta, vescovo di Patti, suo parente per parte materna, e dopo una prima deludente esperienza di lavoro presso il Collegio Capizzi, si recò a Palermo per seguire i corsi, mai potuti completare, di medicina.” Si trasferì a Palermo sperando nella protezione dei suoi due concittadini, l’abate Giuseppe Castiglione e il sacerdote Giacomo Meli, della Congregazione dei Padri Olivetani, ma deluso nelle sue aspettative, si trasferì a Napoli, sperando sempre nella protezione di un altro suo concittadino, Antonino De Luca, il futuro Cardinale, già allora vescovo di Aversa; ma deluso anche da questo, dopo qualche mese, ritornò a Bronte, dove “ fu capitano giustiziere, esercitò, senza i titoli prescritti,per cui fu presto impedito, la professione medica, concorse addirittura per la Cattedra di Patologia Generale presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Catania. Sposatosi nel 1855 con Marianna Leanza, […] divenne Ricevitore del Registro in Bronte. Non smise comunque di interessarsi alla vita pubblica né di indossare i panni del grande mediatore, si attivò nei fatti di Bronte del 1860, giustificando appieno l’intervento di Bixio e segnalandosi come uno degli elementi di spicco del fronte dei “cappelli”, cosa che gli valse, a movimento finito, la carica di Delegato di Pubblica sicurezza. Fu anche Sindaco, e per più anni, […] “tre volte e in momenti difficili, 1848, 1860 e 1870, mi sono messo alla testa della cosa pubblica, ho salvato il paese… ricevendone l’infamia e il più nero tradimento.” Ottenne il Liceo a Bronte, sebbene contrario; “ …e si riesce ad essergli grati per tutte le cose buone fatte per Bronte: dalle provvidenze ottenute in favore del Liceo Capizzi, alla transazione, della quale si rese protagonista nel 1861, con cui si poneva fine al contenzioso tra il Comune e la Ducea di Nelson, un prezioso contributo per rasserenare gli animi dopo le tragiche giornate dell’agosto 1860.” Morì a Bronte il 23 aprile 1897, dopo aver scritto su esortazione del figlio Enrico i “Ricordi…” pubblicati postumi, assieme alle lettere, nel 1903. (Il virgolettato è di Biagio Saitta, Premessa alla ristampa, pag. VI e segg.). (16) Saitta Biagio, è nato a Bronte nel 1939 e ivi ha fatto i suoi studi primari e secondari. Laureatosi presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Catania, ha insegnato Italiano e Latino al Liceo Capizzi e quindi Italiano e Storia all’Istituto Tecnico Commerciale “Benedetto Radice” di Bronte. Passato all’insegnamento universitario, in atto è professore ordinario di Storia medievale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Catania. Nei suoi scritti si è occupato di Storia civile e religiosa. Ha studiato il mondo barbarico e la sua collocazione nell’Europa medievale (vedi le monografie: La “civilitas“ di Teodorico, Rigore amministrativo, “tolleranza” religiosa e recupero dell’Antico nell’Italia ostrogota, L’Erma di Bretschneider, Roma 1993 e, per la stessa Casa editrice, L’antisemitismo nella Spagna visigotica,1995); si è pure interessato con numerose trascrizioni di fonti alla storia di Catania nell’età aragonese (vedi Catania nell’età medievale, CUECM, Catania 1996). Si è occupato della Storia di Bronte con un saggio dal titolo Per una storia di Bronte che è apparso come Premessa al volume di A. Corsaro su Il Real Collegio Capizzi col quale si è celebrata la traslazione dei resti mortali del Venerabile da Palermo a Bronte. Per quanto attiene ai temi più specificamente religiosi, oltre a saggi sul Pontefice Gregorio Magno, ha partecipato, come relatore, su invito della Conferenza Episcopale spagnola, al 1° Congresso Internazionale di Toledo in occasione del 14° Centenario del 3° Concilio di Toledo del 589, anno nel quale avveniva la conversione al cattolicesimo dei Visigoti di Spagna. Per le celebrazioni centenarie dell’Arcidiocesi di Catania, ha partecipato nel 1993 al 2° Convegno Internazionale con un intervento su “La chiesa catanese tra i Martiri e Alfonso il Magnanimo”. (17) Radice Antonino, nato a Bronte nel 1917, storico e scrittore che è vissuto ed ha lavorato a Trento. Ha scritto, fra l’ altro, “Risorgimento perduto - Origini antiche del malessere nazionale” edito dalla De Martinis & C. di Catania - 1995, nel quale, sostenuta dall’ analisi dei documenti giudiziari ed epistolari, dà un’ interpretazione non tradizionale della spedizione garibaldina in Sicilia nell’ambito del Risorgimento che egli definisce “perduto” perché non ha unito socialmente la Sicilia e tutto il meridione al resto dell’ Italia, come emblematicamente indica la copertina che rappresenta l’ Isola molto distaccata dal Continente; e i fatti dell’ agosto 1860 in Bronte rappresentano un libro nel libro, ricalcando e approfondendo le orme del suo omonimo Benedetto. (18) Spanò Pasquale, nato a Bronte il 19 luglio 1918, saggista e poeta, (è stato mio compagno di collegio salesiano a Pedara dal 1930 al 1933, e poi al Capizzi della nostra città) laureatosi in Lettere a Messina, ha insegnato in Italia e in Svizzera, dove ha assorbito l’ ideale di “ libertà democratica” e di “federalismo”. Quindi si è stabilito a Torino dove è stato Preside di un Liceo. Fra i libri di “ricostruzione storica” che egli definisce “ studi particolari”, ci sono: “C’era una volta il Rizzonito (Bronte nella storia d’Europa) Torino 1993, dedicato “Ai ragazzi di Bronte affinché non dimentichino”, e “Uniti nella diversità (La Svizzera vista da un Italiano)” L’Aquila 1998.
(19)
De Luca Gesualdo, Storia della
città di Bronte, edita dalla Tipografia di S. Giuseppe, Via S.
Calogero, 9 Milano 1883, ristampata da Atesa editrice - Bologna 1987
per la Banca Mutua Popolare di Bronte. Essa è divisa in tre parti:
la prima: Epoca storica favolosa capp. I-VIII pagg. 15-84; la
seconda : Epoca luminosa capp. I- XXI pagg. 85-358; la terza: il
Territorio capp. I-VI pagg. 359-440. Contiene 47 illustrazioni
riproducenti luoghi, chiese, personaggi e fregi vari. |
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