IDEE E PROGETTI PER UN NUOVO OSPEDALE Da Gennaio a Settembre 2016 | Ti trovi in: Home-> News da Bronte-> L'ospedale [8] News correlate precedenti | seguenti | |
ANCHE PER L’OSPEDALE DI BRONTE LA MINACCIA DI UN RIDIMENSIONAMENTO Forte disappunto per l'ospedale relegato a “Presidio in zona disagiata” «E solo una casa con l'ambulanza davanti», tuona il sindaco Graziano Calanna La nuova rete ospedaliera siciliana è stata l’argomento del giorno a Bronte. E, se per molti sono rimasti astrusi termini come Hub o Spoke, la maggior parte ha interpretato come una “diminutio” la riconversione dell’ospedale di Bronte in “Presidio in zona disagiata” (Pte). «Non abbiamo capito realmente di cosa si tratta - dicono alcuni anziani, in giro nella centrale piazza Spedalieri - e ci chiediamo se verranno chiusi reparti o meno e se ci si potrà ancora ricoverare o operare. Ci chiediamo quale differenza sussista fra il Pte (Punto territoriale di emergenza) di Randazzo - continuano - che non è più un ospedale e non si può neanche definire pronto soccorso, ma solo il primo passo di assistenza per poi correre verso Bronte, ed il nostro futuro Pte». «Speriamo bene - concludono - ma - siamo scettici, non crediamo che al di là degli slogan, la riconversione porti qualcosa di buono». Ed a chiedersi cosa sia e quali servizi preveda il “Presidio in zona disagiata” sono in molti. «Vi dico io di cosa si tratta», afferma il sindaco, Graziano Calanna, pronto ad impugnare l’ascia di guerra: «E' un servizio più simile ad una casa con l’ambulanza davanti l'ingresso - osserva il primo cittadino - che un ospedale vero. Almeno questo mi hanno riferito alcuni miei informatori che spero si sbaglino, perché non è questa la Sanità che merita questo territorio. | |
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Ospedale: Firrarello scrive ai sindaci del comprensorio «Si addensano molte nubi sull’ospedale» Il senatore indica ai sindaci la strada per salvare il Castiglione-Prestianni «Se non si ridiscute l’intera organizzazione della Sanità, in provincia di Catania, presto rimarranno solo gli ospedali della città». A sostenerlo è il senatore Pino Firrarello, già sindaco di Bronte, che dal coordinamento regionale siciliano dell’Associazione degli ex parlamentari della Repubblica ha inviato ai sette sindaci del versante nord ovest dell’Etna, le cui comunità sono servite dall’ospedale di Bronte, una lettera, prospettando un futuro non proprio roseo per l’ospedale brontese e quale potrebbe essere la: strategia per salvarlo. «Signori sindaci - esordisce Firrarello - mi rivolgo a voi rappresentanti del popolo che avete dimostrato disponibilità verso l’ospedale di Bronte, ritenendo, di dovervi mettere al corrente delle difficoltà del nosocomio. Non si tratta più di battersi per il pronto soccorso, che si trova in locali insufficienti, per il primario di Ginecologia, per la Pediatria che ha una carenza di personale del 50%, per la direzione sanitaria insufficiente o per le carenze generali di personale, attrezzature ed arredi. E neanche per i lavori di completamento che, pur essendoci ancora disponibili 3,5 milioni di euro, ancora non iniziano. Purtroppo, riunire i tre ospedali di Bronte, Biancavilla e Paternò, di fatto, ha determinato la loro fine. Prendersela - continua - con l’attuale dirigenza dell’Azienda sanitaria provinciale di Catania mi sembra riduttivo perché, anzi, in occasione della riapertura del punto nascita di Bronte è stata efficiente». Per Firrarello, quindi, difficilmente i tre ospedali insieme potranno garantire validi servizi nel territorio è per questo indica ai sindaci la strada per contrastare questa scelta, individuando la norma che potrebbe salvare l’ospedale di Bronte: Disagi per la chiusura momentanea di Gastroenterologia L’ospedale perde un altro ‘‘pezzo’’ L’Asp assicura che a breve il reparto tornerà operativo. Il sindaco: «Difenderemo a oltranza il nostro nosocomio» Ormai la trama è quella di una telenovela senza fine, con storie diverse ma con gli stessi protagonisti. In questo caso il sempre più martoriato ospedale di Bronte, unico baluardo sanitario, in un territorio di montagna esteso e distante dai grossi centri, punto di riferimento per diversi Comuni della provincia di Catania e Messina. Dalle ultime informazioni avute, un altro tassello viene momentaneamente tolto ad un mosaico già in parte tagliato, privando così il territorio di un ulteriore servizio essenziale e di grande utilità soprattutto per la prevenzione di tumori, gastrite ed ulcera. Un servizio che manca anche negli ospedali di Paternò e Biancavilla e che costringe i pazienti, durante l’assenza, a recarsi a Catania oppure ad Acireale. Il servizio è quello di Gastroenterologia e in particolare di Endoscopia digestiva, un esame che evidenzia tutti i segni di gastrite, ulcere, ma soprattutto tumori allo stomaco e al colon. Un ambulatorio che mediamente effettua 1.500 o anche più esami annui e che per il momento lavora a scartamento ridotto. L’Asp, interpellata, ha riferito che il disservizio è stato solo in questo periodo, a causa di problemi organizzativi, ma che a breve tutto tornerà nella norma con l’ambulatorio di nuovo a regime, effettuando quattro giorni alla settimana di ricevimento. Ma il problema non è solo questo. Infatti, a breve, tutta la rete ospedaliera siciliana dovrà essere normalizzata in base ai vari decreti. E per Bronte c’è la certezza di perdere qualche “pezzo”, ma anche la grande probabilità che l’ospedale non venga chiuso, ma anzi potenziato in alcuni settori. Certo, il discorso che si dovrà fare è di dividere alcuni servizi con Biancavilla e Paternò, questo per garantire economie alla sanità, ma anche maggiore sicurezza per i pazienti. E il sindaco Graziano Calanna tiene sempre la guardia alta: «Abbiamo avuto diversi contatti con l’Asp – ci ha detto il primo cittadino brontese e stiamo lavorando sia per riprendere i lavori fermi da anni, sia per cercare di capire quello che la nuova rete ospedaliera prevede per il territorio e soprattutto per Bronte. È ovvio che difenderemo ad oltranza l’ospedale, unico baluardo sanitario della zona» [Luigi Saitta, La Sicilia] IL CASO - APPELLO ALL'ASP Ospedale, aumenta l'utenza diminuiscono i medici in servizio Non c’è pace per l’ospedale di Bronte, che sembra come un paziente in coma. Anche in un periodo, come questo, in cui la popolazione aumenta per le presenze dei turisti, e per il rientro di tanti emigrati che intendono trascorrere in zona un periodo delle loro ferie, i servizi del nosocomio diminuiscono. Da alcuni giorni, ad esempio, la Chirurgia d’urgenza lavora a scartamento ridotto, non potendo assicurare al territorio un servizio celere e qualitativo. In poche parole, a causa delle ferie di alcuni medici, e forse un pò anche a causa di un organico con qualche lacuna, la chirurgia d’urgenza funziona perfettamente solo la mattina. «Nel pomeriggio abbiamo la Guardia attiva e la notte si chiama il chirurgo reperibile» è quanto riferito dall’Asp di Catania, da noi contattata per avere delle delucidazioni. Ma purtroppo, con un solo chirurgo, non è possibile operare, bensì effettuare dei trasferimenti verso altri nosocomi, nel migliore dei casi a Biancavilla, nel peggiore a Catania. E’ possibile che in un ospedale isolato, a lunga distanza dagli altri centri si verifichi una situazione del genere? Una operazione di urgenza, si deve effettuare entro poco tempo, non ha senso aspettare o trasferire il paziente, (specie di notte quando l’elicottero non può intervenire), che con determinate patologie sarebbe a grave rischio, con conseguenze gravi anche per gli operatori che lo devono accompagnare. «Osserviamo in maniera attenta tutto ciò che riguarda l’ospedale – dice il sindaco Graziano Calanna – abbiamo già avuto contatti con il direttore dell’Asp 3 Giammanco, e a breve ci incontreremo, insieme agli altri sindaci del territorio, per definire molti aspetti dell’ospedale. Di certo, Bronte, merita molto più attenzione in quanto ospedale isolato e lontano dai grossi centri, spesso difficili da raggiungere soprattutto in inverno». [Luigi Saitta, La Sicilia] OSPEDALE: FILE E TENSIONI AL PRONTO SOCCORSO E LAVORI DI RISTRUTTURAZIONE I sindaci chiedono di essere ricevuti dal direttore dell'Asp Blitz di Calanna e Barbagiovanni al pronto soccorso I pazienti lamentano file interminabili e tensioni in un Pronto soccorso al servizio di un territorio di oltre 50 mila abitanti. Inoltre i lavori di ristrutturazione, a differenza di quanto promesso, ritardano a ricominciare, lasciando l’ospedale Castiglione Prestianni di Bronte un eterno cantiere, con tutti i problemi che possono derivarne. Tanto basta per convincere l’Osservatorio a tutela dei diritti alla Salute del versante nord ovest dell’Etna, costituito dai sindaci di Bronte, Maletto, Maniace, Randazzo, Cesarò, San Teodoro, Malvagna, Roccella Valdemone, Moio Alcantara, Santa Domenica Vittoria e Floresta, a riafferrare l’ascia di guerra. Oggi, infatti, i sindaci di Bronte e Maletto, rispettivamente Graziano Calanna e Salvatore Barbagiovanni, sollecitati dalle continue lamentele dei propri concittadini, hanno effettuato un vero e proprio blitz in ospedale per verificare se quanto segnalato dalla gente rispondeva al vero. “E purtroppo – spiega Graziano Calanna – con amarezza abbiamo dovuto constatare come la gente aveva ragione. Abbiamo trovato il Pronto soccorso dell’Ospedale affollato di pazienti che attendevano soccorso. Questo perché il servizio in quel momento c’era un solo medico con un solo ausiliario. Io ringrazio entrambi perché si davano un bel da fare, ma in un Pronto soccorso di un ospedale di montagna, al servizio di un vasto territorio come il nostro non sono sufficienti. Secondo i dati in mio possesso la pianta organica del Pronto soccorso di Bronte dovrebbe essere composta da 7 medici, invece, in servizio ce ne sono solo 3, più un incaricato. Ma quel che è peggio – ribadisce - è che l’unico medico in servizio per buon a parte della giornata è collaborato da un solo ausiliare. Basta che quest’ultimo vada a consegnare un referto nel laboratorio analisi che il medico rimane da solo”. Per Calanna il Pronto soccorso non è comunque l’unico problema dell’ospedale: “Già – continua – i problemi sono tanti e potrebbero essere affrontati con maggiore energia se ci fosse maggiore collaborazione con l’Asp. Il direttore generale Giuseppe Giammanco, ufficialmente ha detto ai Sindaci che il 15 aprile sarebbero ripresi i lavori di ristrutturazione dell’ospedale fermi da anni. Siamo a luglio e nessuno ha visto un operaio in azione. Per questo i sindaci che compongono l’Osservatorio hanno chiesto un incontro ormai da settimane senza ottenere risposta. Io capisco tutto – conclude – ma non credo che un direttore di un’Asp possa non ricevere i Sindaci che sono i responsabili sanitari nei loro Comuni. Siamo pronti alla battaglia”. | ||||||||||
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