25 Gennaio 2014
L’on. Di Giacomo, ieri sera in visita ufficiale nel nosocomio, ha incontrato tra gli altri il sindaco Firrarello, il commissario dell’Asp 3 e diversi medici - «Sono soddisfatto - dice il primo cittadino brontese - ciò ci ripaga degli sforzi fatti negli anni per difendere il nostro ospedale nell’interesse di tutti» «L’ospedale non si tocca anzi sarà potenziato» Rassicurazioni del presidente della commissione Sanità dell’Ars «L’ospedale di Bronte non si tocca, anzi va potenziato». Sono le parole che il presidente della commissione Sanità dell’Assemblea regionale siciliana, on. Giuseppe Di Giacomo, ha pronunciato ieri sera all’ospedale di Bronte durante la sua visita ufficiale. All’incontro hanno partecipato il sindaco di Bronte, Pino Firrarello, che ha introdotto i lavori, quello di Maniace, Salvatore Pinzone Vecchio e gli on. Nino D’Asero, Concetta Raia e Lino Leanza. Con loro il commissario dell’Asp 3 Gaetano Sirna, diversi consiglieri comunali e medici dell’ospedale. «Il vecchio piano sanitario - ha affermato il presidente Di Giacomo - aveva una visione metropolitana della rete ospedaliera che ha mandato in sofferenza gli ospedali di periferia, come quello di Bronte, che invece va potenziato. Vanno completati i lavori e potenziati i reparti carenti di personale. Nessun posto letto - ha concluso - a Bronte può essere toccato». Gli on. D’Asero, Leanza e Raia hanno sottolineato come finalmente si sia compresa la necessità di garantire la presenza degli ospedali nei territori, ma tutti i presenti al vertice hanno ribadito l’importanza dell’ospedale di Bronte per garantire i servizi di base e soprattutto l’emergenza in un vasto territorio montano. «Sono soddisfatto - ha affermato alla fine il sindaco Firrarello - perché dopo l’assemblea fiume di Paternò, il presidente Di Giacomo è venuto assieme a D’Asero, Raia e Leanza a Bronte per ribadire che l’esistenza del nostro ospedale non è in discussione. Anzi, questo va potenziato con uomini e strumentazione. Ciò dimostra che averlo difeso negli anni è stato giusto a difesa dei diritti dei cittadini di questo territorio». Presente all’incontro anche una delegazione di autisti e soccorritori del 118 preoccupati dal paventato rischio di vedere ridotte le proprie ore di lavoro. Il presidente ha rassicurato i lavoratori ribadendo l’impegno suo e dell’assessore Lucia Borsellino. (Fonte: La Sicilia)
19 Gennaio 2014
I LAVORI INFINITI ALL'OSPEDALE «Subito responsabilità e soluzioni» Era ormai il lontano 18 dicembre del 2006 quando furono consegnati all'impresa i lavori di ristrutturazione ed ampliamento dell'ospedale Castiglione Prestianni di Bronte. Secondo programma, in 2 anni e con 7 milioni di euro si dovevano realizzare plessi nuovi e ristrutturare quelli vecchi, per dotare un territorio montano e distante dagli ospedali più grandi, una struttura ospedaliera all'avanguardia. Ancora oggi, invece, i lavori non sono finiti e quel che è peggio non si intravede la fine. “I ritardi nell'esecuzione dei lavori sono dovuti a difficoltà di diverso ordine. - spiega il direttore generale dell'Asp 3, Gaetano Sirna - Parliamo innanzitutto di difficoltà dell'impresa e di tipo logistico, sia perché gli interventi vengono realizzati su un presidio in funzione, sia perché i vari plessi presentano delle lavorazioni anche strutturali che condizionano. Qualora ne ricorrano gli estremi si metterà in mora l'impresa al fine di applicare, eventualmente, quanto previsto in contratto”. Il sindaco di Bronte, Pino Firrarello, che si è sempre battuto per questo ospedale, ha la sua idea: “La verità è che dopo 8 anni un lavoro che doveva durare 2 non è ancora finito. Non si trovano volontà e condizioni per rescindere il contratto con l'impresa e ricominciare daccapo. Ritengo che se tutte le giustificazioni possono essere comprensibili per gli addetti ai lavori non lo sono di certo per la popolazione, che perde ogni buona opinione della pubblica amministrazione. Sarebbe opportuno - conclude - aprire il dibattito per verificare responsabilità e soluzioni per il futuro”. (Fonte: La Sicilia)
5 Gennaio 2014
Appello all'assessore Borsellino. I nove consiglieri di opposizione chiedono aiuto ai sindacati “L’ospedale non va ridimensionato” “Non solo salvato, ma anche potenziato”, disse Crocetta a marzo 2013 Appello all’assessore alla Salute della Regione siciliana, Lucia Borsellino, da parte di tutti i consiglieri comunali di opposizione, affinché nulla dell’ospedale "Castiglione Prestianni" venga in qualsiasi modo ridimensionato. I consiglieri Graziano Calanna, Angelica Catania, Giuseppe Di Mulo, Salvino Luca, Salvatore Proietto, Vincenzo Sanfilippo, Andrea Sgrò, Nunzio Spanò e Vittorio Triscari in occasione del vertice che da lunedì, a Palermo, dovrebbe vedere l’assessore Borsellino discutere la bozza del piano di razionalizzazione della rete ospedaliera regionale con le organizzazioni sindacali, non solo chiedono all’assessore di evitare che l’ospedale di Bronte venga ridimensionato, ma si affidano ai sindacati, affinché la loro voce giunga forte fino a Palermo. “Da lunedì – afferma Calanna a nome di tutti e 9 consiglieri - il piano di razionalizzazione della Sanità pubblica siciliana verrà discusso alla presenza delle organizzazioni sindacali. I 9 consiglieri comunali di opposizione del Comune di Bronte intendono lanciare un appello all’assessore Borsellino, ricordandole quanto importante sia questo ospedale per l’intero territorio. Dalle voci, anche di stampa, che ci giungono – continua – l’ospedale di Bronte comunque non sarà potenziato. Di conseguenza, oltre a lanciare l’appello all’assessore Borsellino, chiediamo alle organizzazioni sindacali di condividere le nostre ragioni e di far emergere le reali necessità di un territorio montano che teme che il Castiglione Prestianni venga ridimensionato”. L’ospedale di Bronte, infatti, è ubicato a 800 metri sul livello del mare, ed è al servizio di una popolazione di oltre 50 mila abitanti di 6 Comuni montani collegati da una viabilità nervosa ed anacronistica. Per molti privare Bronte di un qualsiasi servizio ospedaliero verrebbe dire privare i cittadini del diritto alla Salute.
21 Dicembre 2013
Il distretto s'arricchisce di un altro servizio, «porta unica d'ingresso» ai servizi sanitari Attivato il Piano Territoriale d'Assistenza La medicina del territorio del Distretto sanitario di Bronte si arricchisce di un altro servizio. Nei locali dell'ex Inam, al n. 3 di viale Catania a Bronte, è stato attivato il Presidio Territoriale d'Assistenza (Pta). Definita la «porta unica d'ingresso» ai servizi sanitari, nel nuovo Pta gli utenti troveranno un contenitore centralizzato di servizi che si muove attorno al paziente e lo accompagna nel percorso di cura, soprattutto per le patologie croniche. Inoltre nella nuova struttura sono istituiti: il Punto Unico d'Accesso (Pua) per soggetti fragili; l'Unità di Valutazione Multidisciplinare (Uvm) per le cure domiciliari; la guardia medica; il Punto di Primo Intervento (Ppi) e il Ppi pediatrico; gli ambulatori di gestione integrata per pazienti cardiopatici e diabetici. «Abbiamo attivato questo nuovo servizio - afferma Gaetano Sirna, commissario straordinario dell'Asp Catania - provvedendo al potenziamento della rete assistenziale provinciale e al miglioramento delle modalità di erogazione dei servizi. Un risultato che adegua la produzione di salute alle attese dei cittadini». «Con questo nuovo Pta - ha dichiarato Domenico Barbagallo, direttore sanitario dell'Asp Catania - la nostra azienda ha posto un ulteriore tassello nel programma di consolidamento e sviluppo dei servizi erogati». «È stato facile conseguire questo risultato nel nostro distretto - aggiunge Vito D'Urso, direttore del Distretto sanitario di Bronte - penso infatti che il Pta più che rappresentare un'entità fisica, indichi una concezione dell'assistenza sanitaria. In questo senso con il Pta si perfeziona a Bronte un'organizzazione sanitaria che da decenni ha i suoi punti di forza sia nella prossimità e nell'integrazione dei servizi, sia nella centralità e nella presa in carico integrata del paziente». «E' doveroso - conclude D'Urso - segnalare che per i pazienti cardiopatici è fondamentale la collaborazione con gli specialisti cardiologi dell'Ospedale di Bronte». Fra gli sviluppi assistenziali correlati al Presidio Territoriale d'Assistenza anche il potenziamento di servizi specifici come la prevenzione, i consultori e la salute mentale. [Gaetano Guidotto, La Sicilia]
10 ottobre 2013
Diversi pazienti aspettano circa un mese per conoscere il referto delle biopsie Incubo tumore, attesa troppo lunga L'Asp 3 di Catania punta ad accorciare i tempi per consegnare i referti sugli esami di Anatomia patologica, ovvero quegli esami che informano se un paziente è affetto o meno di patologie gravi come tumori. Per adesso, infatti, i tempi sono troppo lunghi. A lanciare l'allarme sono stati diversi pazienti dell'ospedale di Bronte, sottoposti a biopsie per un esame microscopico dei tessuti e delle cellule. Pazienti che, nonostante la solerzia e la rapidità dei medici dell'ospedale "Castiglione Prestianni", pronti ad effettuare i prelievi ed a inviarli al centro specializzato, spesso prima di ottenere il referto hanno dovuto attendere circa un mese. Un lasso di tempo che per chi teme di essere affetto da un tumore è un enormità. Attualmente tutti i prelievi effettuati negli ospedali dell'Asp 3 di Catania vengono esaminati nell'unico centro di Anatomia patologica che si trova a Caltagirone. Ma non è certo la distanza a provocare eventuali ritardi. «Abbiamo verificato - scrive l'Asp in una nota - già da qualche mese i tempi di consegna dei referti ed è vero che sussiste la criticità addebitabile a fattori organizzativi, logistici e tecnologici. Stiamo lavorando per abbattere questi tempi e potenziare la catena operativa: dal prelievo alla consegna della refertazione al paziente. Abbiamo anche avviato le procedure d'acquisto di nuove tecnologie, fra le quali un modernissimo processore per il campionamento dei pezzi istologici che consentirà di lavorare almeno 180 cassette al giorno». Dalle informazioni avute, abbiamo capito che per essere certi del referto, i medici devono esaminare un campione per più giorni, esattamente dai 7 ad anche i 20 giorni. I tempi per l'esame, di conseguenza, sono lunghi di per sè, ma se ad essi aggiungiamo dei tempi tecnici o dei limiti del centro derivati dalla mancanza di un'opportuna tecnologia, il ritardo diventa inaccettabile. E chi sospetta di essere affetto da un tumore, sperando che la precocità dell'intervento possa salvarlo, vuole sapere prima possibile il risultato, per poter eventualmente iniziare la cura. [Gaetano Guidotto, La Sicilia]
13 Aprile 2013
LA DECISIONE: 2011, un decreto taglia 28 reparti maternità in Sicilia / 29 marzo, la giunta Crocetta grazia 7 dei centri aboliti / L’alt: Il governo ha restituito alla Regione il suo piano. Punti nascita, alt da Roma al salvataggio Il ministero congela il piano Borsellino Il programma per tenere aperti sette centri in Sicilia deve essere presentato di concerto con Veneto e Toscana Il Ministero della Salute rispedisce indietro il piano “salva punti nascita” appena varato dalla giunta Crocetta, Il motivo? Il progetto che grazia sette dei ventotto reparti di maternità chiusi per decreto perché al di sotto degli standard di sicurezza dei 500 parti all’anno andava scritto assieme a Toscana e Veneto, le altre due regioni scelte come capofila che, però, non hanno fatto nulla. Nell’attesa rimangono congelati i 28 milioni di euro messi a disposizione da Roma per rendere sicuri i presidi di frontiera. E così le future mamme che abitano a Pantelleria, Lipari, Mistretta, Santo Stefano di Quisquinia, Bronte, Nicosia e Mussomeli continueranno a partorire in trasferta. La comunicazione è arrivata via fax agli uffici di piazza Ottavio Ziino. Il ministero si congratula per il piano di “ottimizzazione dell’assistenza sanitaria nelle piccole isole e nelle località disagiate” presentato dall’assessore Lucia Borsellino. Ma - ecco la doccia fredda - per ottenere il via libera deve essere concertato con Veneto e Toscana. Sì perché il bando ministeriale per accedere al finanziamento milionario affida alle tre regioni il compito di scrivere un progetto unico articolato in tre sezioni. Alla Sicilia spetta la parte relativa all’assistenza territoriale, mentre alla Toscana l’aspetto dell’integrazione tra ospedale e territorio e al Veneto quello dell’emergenza. Ma solo la Sicilia ha fatto i “compiti a casa”, mettendo subito nero su bianco il progetto, anche sotto la pressione delle proteste di piazza di cittadini e sindaci. Veneto e Toscana, invece, hanno continuato a prendere tempo. Tanto che piazza Ottavio Ziino ha deciso di presentare da sola il piano al tavolo ministeriale. Ricevendo però un altolà. Dall’assessorato spiegano che ieri gli uffici hanno riscritto una nuova scheda progettuale che contiene anche le aree di intervento di Veneto e Toscana e l’hanno già spedita alle due regioni ritardatarie per l’approvazione. Mentre l’iter si allunga, continuano le barricate delle donne di Pantelleria che ormai da settimane presidiano l’ospedale dell’isola contro la chiusura, a dicembre scorso, del punto nascite. Per Monica Modica, che per il movimento “Il Megafono” ha la delega per le problematiche delle isole minori, «tra quanto annunciato e la realtà la differenza è davvero tanta, perché - attacca - se la politica vive di tempi lunghi e spesso anche proclami, le mamme non possono aspettarli. Serve una deroga immediata alla chiusura, per consentire, intanto, a quelle mamme gravide di partorire sulle proprie isole». [Giusi Spica, La Repubblica] 14 Aprile 2013 Progetto da varare con altre due regioni L'assessore Borsellino: punti nascita da salvare «Presto il piano per mantenere i punti nascita minori in Sicilia sarà operativo ». Lo afferma l’assessore regionale alla Salute, Lucia Borsellino, rispondendo alle proteste delle gestanti di Pantelleria. Ieri alcune donne in gravidanza si sono incatenate davanti ai cancelli dell’ospedale dell’isola. (...) L'assessore Borsellino spiega che «il ministero della Salute aveva chiesto alla Regione Siciliana di stilare un piano per il mantenimento dei punti nascita ne i piccoli centri. E – continua l’assessore Borsellino - aveva chiesto di farlo insieme ad altre Regioni italiane. Abbiamo già ricevuto l’ok dal Veneto. Presto avremo anche l'adesione della Toscana e potremo andare cosi all’approvazione del piano in commissione Salute all’Ars» (Sa.Faz., Giornale di Sicilia) | 13 Aprile 2013 Laccoto (Pd): tutto fermo, si sblocchino i concorsi Punti nascita: alle deroghe annunciate non è seguito alcun provvedimento Palermo. Non ci sono ancora novità sui punti nascita: sono state annunciate deroghe ma la relativa decretazione tarda ad arrivare. Lo denuncia il deputato del Pd Giuseppe Laccoto il quale, nel corso dell’ultima riunione della Commissione Sanità ha fatto notare come la precedente Commissione, in merito al mantenimento dei punti nascita, si era già espressa a favore delle deroghe da valutare entro il novembre 2012, deroghe non esitate anche a causa delle sopravvenute elezioni regionali. «Attualmente - ha detto Laccoto - non si conoscono i provvedimenti formali delle deroghe annunciate dal Governo e in che modo possano essere considerati punti nascita dal momento che nemmeno gli ultimi provvedimenti annunciati dalla giunta sono stati trasmessi per l’esame in Commissione.» (…) I punti nascita per essere mantenuti devono avere organici sufficienti e servizi adeguati per la sicurezza delle partorienti. Oggi non vi sono gli standards di sicurezza per cui la situazione può anche diventare esplosiva e drammatica. (…) Laccoto chiede quindi di dare via libera al generale potenziamento degli organici di tutte le Asp sbloccando in tempi brevissimi i concorsi, la mobilità e gli incarichi. | 2 Aprile 2013 L’OSPEDALE DA POTENZIARESalvato il «punto-nascite» si pensa ora agli infartuati Cori di soddisfazioni dopo l’annuncio del presidente Crocetta di mantenere il Punto nascite dell’ospedale. Salvatore Pizzuto, responsabile di zona della Federconsumatori, a nome anche del Comitato a difesa dell’ospedale presieduto da Giuseppe Mancuso, in una nota ringrazia l’assessore regionale alla Salute, Lucia Borsellino, il presidente Crocetta e la Giunta regionale: «Ci hanno ridato - scrive Pizzuto - quanto sottratto». Pizzuto lo scorso febbraio ha presentato un documento alla Regione chiedendo il potenziamento dell’ospedale, firmato anche da Mancuso, dal presidente del Circolo di Cultura “Enrico Cimbali”, Aldo Russo, dal presidente del Club “Donne Insieme”, Antonina Venia, e dal segretario dell’associazione dei medici “Anaao”, Marina Tumino. «Subito dopo - continua Pizzuto - siamo stati ricevuti dal capo di gabinetto dell’assessorato alla Salute, Tatiana Agelao, che oltre a preannunciarci il mantenimento del Punto nascite, ci ha assicurato che a breve entrerà in funzione a Bronte l’assistenza in caso d’infarto miocardico acuto. Presto ci rincontreremo a Palermo per ridiscutere il numero dei posti letto da assegnare». Soddisfatto anche il presidente Mancuso: «Quanto deciso dalla Giunta sul Punto nascite ci soddisfa. Il Comitato continuerà a sensibilizzare le istituzioni per il potenziamento dell’ospedale». |
30 Marzo 2013
CROCETTA TELEFONA A FIRRARELLO PER CONFERMARE LA NOTIZIA «Punto-nascite», la svolta “Non solo salvo ma anche potenziato” Arriva a Pasqua il regalo più bello ed atteso non solo per Bronte, ma per gli oltre 50 mila abitanti dell’intero versante nord dell’Etna. Nel pomeriggio di ieri il presidente della Regione, Rosario Crocetta, ha telefonato al sindaco Firrarello per rassicurarlo sul fatto che il Punto nascite dell’ospedale, Castiglione Prestianni, “non solo sarebbe stato salvato, ma anche potenziato”. Per il suo mantenimento l’intero territorio si batte da oltre un anno, da quando cioè l’ex assessore regionale alla salute, Massimo Russo, ha varato il decreto di rimodulazione regionale che chiude i punti nascita che effettuano meno di 500 parti l’anno. Da allora incontri, cortei e petizioni popolari si sono susseguiti, con Firrarello che ha pure ha presentato un ricorso amministrativo straordinario, indirizzato all’Ufficio legislativo e legale della Regione, contestando la legittimità del provvedimento. Oggi la svolta. «A nome dell’intera comunità – afferma Firrarello in un comunicato – ho ringraziato il presidente Crocetta per la telefonata, ma soprattutto per aver tenuto in grande considerazione le nostre richiese. Devo ringraziare anche il commissario dell’Asp 3 di Catania, Gaetano Sirna, con cui, nell’ultimo mese, mi sono incontrato almeno 3 volte per affrontare i problemi di questo ospedale.» «Sirna – prosegue il sindaco - mi ha assicurato che sarebbe venuto presto a Bronte per inaugurare il Laboratorio analisi finalmente trasferito nei nuovi locali. In quella occasione si sarebbe fatto il punto della situazione non solo sui lavori di ristrutturazione dell’intera struttura ospedaliera che, secondo i piani, dovrebbero essere completati entro la fine dell’anno, ma anche dei servizi che l’ospedale deve offrire in un territorio montano e di periferia come il nostro.» Per il sindaco Firrarello è necessario che vegano mantenute le attuali divisioni, ma anche che vengano potenziate l’Ortopedia ed l’Urologia e a tal proposito porta l'esempio di un paziente che a Bronte nei giorni scorsi ha rischiato la vita per un problema urologico che fortunatamente è stato risolto all’ospedale di Acireale. «Anche Sirna – ribadisce Firrarello – è stato d’accordo con me sulla necessità di mantenerlo, vista la nostra collocazione geografica. Bene ha fatto a trasmettere a Crocetta tutte le nostre reali necessità, convincendolo a rivedere il precedente decreto di soppressione e di prevedere per Bronte una legittima deroga”. Ovviamente la notizia ieri sera è stata accolta con grande soddisfazione soprattutto dai tanti comitati femminili che nei mesi scorsi si sono battuti per continuare far nascere i bambini a Bronte. Crocetta: inaccettabile costringere le gestanti ai disagi del trasferimento, costerà meno la mobilità dei medici.
IL PROVVEDIMENTO La giunta regionale ha deliberato il ripristino e la messa in sicurezza del Punto Nascita di sette centri siciliani. Lo ha reso noto lo stesso presidente Crocetta ieri pomeriggio ai vari sindaci. Dunque è prevalso il tanto invocato buonsenso in conseguenza della specificità territoriale di alcune località. Il provvedimento, nell’ambito del piano di ottimizzazione dell’assistenza sanitaria delle località disagiate siciliane elaborato dall’assessorato regionale alla salute e presentato in giunta dall’assessore Lucia Borsellino, prevede la messa in sicurezza anche dei punti nascita di Lipari, Mistretta, Bronte, Nicosia, Mussomeli e della casa di cura Attardi di Santo Stefano di Quisquina. Tutte località che pure avendo un numero di parti annui inferiore a 500, hanno in comune chi più , come le isole, e chi meno, peculiari caratteristiche di isolamento territoriale o difficoltà di trasferimento dei pazienti alle strutture ostretico-ginecologiche più vicine. «Al centro del provvedimento – ha detto il presidente della Regione Crocetta – il diritto alla salute per i cittadini delle isole minori e dei comuni disagiati della Sicilia. Per la messa in sicurezza di questi punti nascita saranno previsti modelli organizzativi flessibili e integrati tra ospedale e territorio, anche grazie a una rotazione del personale all’interno dei presidi del Dipartimento materno infantile e prevedendo inoltre programmi di formazione professionale ».
13 Marzo 2013
Bronte, nuovo Sos per l’ospedale «No al taglio del “punto nascite”» Tornano prepotentemente i riflettori sull’ospedale «Castiglione Prestianni» di Bronte. I deputati regionali Gino Ioppolo e Nello Musumeci hanno presentato un’interrogazione al Presidente della Regione e all’assessore regionale alla Salute, per chiedere che non venga soppresso il “punto nascite” del presidio ospedaliero. Oltre a ciò il sindaco di Bronte, Pino Firrarello, domani mattina alle 9 incontrerà il commissario straordinario dell’Asp 3 di Catania, Gaetano Sirna, per affrontare alcune emergenze e chiedere un generale potenziamento della struttura ospedaliera. «Affronteremo - afferma il sindaco di Bronte - non solo i problemi che riguardano i reparti di Ostetricia e Ginecologia, ma il funzionamento dell’intero ospedale. E’ accaduto, infatti, che un paziente urologico è stato costretto ad un rischioso trasporto all’ospedale di Acireale per una banalità. Non è possibile che in un ospedale di montagna come quello di Bronte possano accadere cose simili. L’unità operativa di Chirurgia, ed il Pronto soccorso sono senza personale ed è una lacuna che va presto colmata. Esiste una condizione generale dell’ospedale che va rivista. Il Punto nascite noi lo abbiamo sempre difeso. Ben vengano quindi - conclude il sindaco - le iniziative da tutte le parti politiche. La popolazione ha diritto ad essere curata efficacemente non solo a Bronte, ma in tutta la Sicilia che merita ed ha bisogno di una Sanità migliore». E l’interrogazione di Ioppolo e Musumeci chiede alla Regione la rivisitazione del decreto dell’assessore regionale della Salute del 2 dicembre 2011, che ha disposto il «riordino e la razionalizzazione della rete dei punti nascita», prevedendo la chiusura di quelli che abbiano un numero annuo di parti inferiore a cinquecento. Un provvedimento che - secondo i due deputati - provocherebbe un progressivo depauperamento del presidio ospedaliero brontese, anche alla luce della riduzione dei posti letto dell’ospedale, da 140 a 100, disposto con un precedente decreto. Nell’interrogazione si chiede, poi, di ripristinare l’unità ospedaliera di Urologia e il numero di posti letto di Ortopedia, pure questi recentemente ridotti, di potenziare il servizio di Pronto Soccorso e gli annessi laboratori diagnostici e, infine, di stabilire un numero di posti letto totale non inferiore a 120 unità, requisito essenziale per mantenere l’intero presidio ospedaliero di Bronte. [Fonte: La Sicilia]
28 Febbraio 2013
«I locali di Cardiologia sono inadatti» Ospedale «Prestiannì» di Bronte. Il provvisorio spostamento non piace, ma l’Asp minimizza Il reparto di Pediatria dell’ospedale “Castiglione Prestianni” di Bronte trasferito nel nuovo e moderno plesso, mentre il servizio di Cardiologia spostato in un ambiente provvisorio in attesa che vengano ristrutturati nuovi reparti, con Giuseppe Mancuso, presidente del Comitato a difesa dell’ospedale di Bronte che accusa: «Tanti cittadini ci hanno segnalato come i locali dove è stato trasferito l’ambulatorio di Cardiologia non sono idonei alle esigenze del personale che vi deve operare. Noi stessi abbiamo verificato come gli ambienti non rispettino la privacy del pazienti. Gli utenti poi, e molti di questi sono anziani, sono costretti ad attendere in piedi nei corridoi perché non c’è nemmeno un posto dove sedersi. Riteniamo opportuno - conclude - che vengano trovati locali più idonei, anche perché i lavori non termineranno certo presto». Per l’Asp, però, la situazione non è poi così tragica: «Nell’ambito dei lavori di ristrutturazione e messa a norma dell’ospedale - spiega il commissario straordinario Gaetano Sirna - sono stati sgomberati e consegnati alla ditta i tre piani del corpo C. Nonostante la mancanza di superfici libere e la ristrettezza degli spazi, per non sospendere le attività e continuare a garantire le prestazioni, abbiamo trasferito alcuni servizi. Tra questi, la Cardiologia - prima situata in due piccole stanze - che è stata temporaneamente allocata nel plesso centrale del presidio all’interno di un unico ampio locale arieggiato, facilmente accessibile, che nei prossimi giorni verrà anche imbiancato e reso ancor più accogliente». La notizia bella è quella del trasferimento del reparto di Pediatria, oggi ospitato in ambienti idonei con le stanze tutte dotate di servizi. In verità, i posti letto sono solo 6 e ci domandiamo se bastano visto che il territorio conta arca 50 mila abitanti, come ci domandiamo quando l’organico sarà completato con il quarto medico e quando il numero degli infermieri sarà completo. Dovrebbero essere almeno 12 e sono in 9. Meglio pensare ad altre notizie buone che in verità ci sono: «Anche il laboratorio di Patologia clinica - conclude Sirna - verrà ubicato in una struttura interamente di nuova costruzione». [Gaetano Guidotto, La Sicilia]
8 Dicembre 2012
Situazione sempre più difficile al Castiglione Prestianni e ora niente riscaldamento Il gelo al pronto soccorso e i malati in astanteria con le stufe portate da casa La denuncia viene da Giuseppe Mancuso, presidente del Comitato in difesa del nosocomio, che fa presente inoltre come da giorni la sala operatoria è chiusa per un guasto Clima nell’originale tradizione della natività al Pronto soccorso dell’ospedale di Bronte: al freddo e al gelo. Del resto il periodo è quello giusto. Lo denuncia Giuseppe Mancuso, presidente del Comitato nato per difendere l’ospedale di Bronte quando l’intero territorio è sceso in campo per difendere il Punto nascite, di cui, fra l’altro ancora non si conosce il destino. Mancuso inoltre rincara la dose, evidenziando come da giorni le porte della sala operatoria del «Castiglione Prestianni» siamo rimaste chiuse a causa di un guasto che ha provocato più di un problema ai pazienti: «II complesso operatorio - afferma Mancuso - è fermo a causa di un guasto al gruppo di continuità. Tutto ciò ha causato e sta causando notevoli difficoltà alle utenze dell’intero bacino territoriale che a Bronte fa riferimento dal punto di vista ospedaliero. Già perché i pazienti dell’ospedale sono stati costretti a trasferirsi in altre strutture sanitarie come l’ospedale di Paternò e in alcuni casi anche lontano dalla Sicilia». Mancuso denuncia anche che proprio a causa dello stop forzato agli interventi chirurgici, ci sono state mamme che hanno dovuto dare alla luce i propri figli a Biancavilla. Non meno grave il problema del black out nell’impianto di riscaldamento al Pronto soccorso. «Pensate - continua Mancuso - che i medici hanno operato al freddo e i pazienti rimasti sotto osservazione in astanteria si sono portati da casa le stufette. A nome del comitato per la difesa dell’ospedale di Bronte che rappresento - conclude - è evidente che non possiamo più tollerare simili disservizi». Mancuso non è il solo a protestare. Anche il consigliere comunale di Maletto Luigi Saitta, punta il dito contro la gestione dell’ospedale: «Solo oggi - ci dice - ho saputo che la sala operatoria non funziona da più di una settimana, mentre il Pronto soccorso è al freddo da forse più di 10 giorni. Si tratta di un ospedale. Sembrano storie, da terzo mondo». Ma il primo a protestare è il sindaco di Bronte, Pino Firrarello: «Non ci si rende conto - afferma - che qui siamo a 800 metri sul livello del mare e durante l’inverno fa freddo. Come è possibile che l’organizzazione di un ospedale non riesca a rimediare ad un guasto ad un impianto di riscaldamento velocemente? Ma c’è di più. - continua - La riorganizzazione sanitaria, che spero coincida con il completamento dei lavori e l’inaugurazione dei nuovi plessi, deve tener in maggiore conto l’efficienza del Pronto soccorso, che oggi è carente di personale». Per l’Azienda sanitaria provinciale di Catania però i problemi sono ormai alla fine: “Gli interventi sono stati immediati anche se molto complessi. - replica in una nota l’Asp 3 - Per quanto attiene al gruppo di continuità delle Sale Operatorie il guasto è stato riparato ieri. Il gruppo è attualmente in funzione. Per quanto attiene al sistema di riscaldamento al Pronto Soccorso abbiamo subito chiesto l’intervento degli operatori che stanno eseguendo quanto è necessario». Giustificazioni che però non sembrano rasserenare gli animi soprattutto nei pazienti che ritengono che i ritardi nel rimediare ai guasti siano troppo eccessivi per una struttura ospedaliera. [Fonte: La Sicilia] News correlata precedenti | seguenti |