18 Gennaio 2012
Lettera del sindaco all'assessore Russo «Rivedete la scelta politica» Il decreto regionale prevede la chiusura del punto nascite dell’Ospedale Castiglione Prestianni di Bronte, ed il sindaco sen. Pino Firrarello scrive all’assessore regionale Massimo Russo e per conoscenza al commissario dell’Asp 3 Gaetano Sirna: «Intendo – si legge nella missiva - manifestarle la mia preoccupazione per la chiusura del punto nascita dell’ospedale di Bronte, prevista dal decreto pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della Regione Siciliana del 5/1/2012. Non discuto la scelta del parametro dei 500 parti nell’ultimo anno, che considero un numero equo per l’organizzazione di un sistema ospedaliero funzionale. Il bacino di utenza dell’ospedale di Bronte comprende i Comuni di Bronte, Maletto,Randazzo in Provincia di Catania e S. Domenica Vittoria, Cesarò e S. Teodoro in Provincia di Messina per un totale di 50.000 abitanti collocati in un territorio montano che va da 800 a 1000 metri di altitudine tra l’Etna e i Nebrodi. La circostanza che l’Ospedale di Bronte sia annoverabile tra gli unici ospedali alto montani della Sicilia, reputo che non sia stata, opportunamente, valutata». Poi Firrarello sottolinea come il reparto di Ostetricia di Bronte abbia operato benissimo ed ottenuto numeri lusinghieri nonostante le tante difficoltà che attanagliano la struttura ospedaliera ed i suoi servizi: «I 347 parti che il punto nascita ha raggiunto durante il 2011 è un numero altissimo, ove si considerino le difficili condizioni in cui il reparto ha dovuto operare. Infatti la divisione di ostetricia è priva di primario da ormai cinque anni, ha un numero di medici ed ostetriche ridotto ed una ginecologia insufficiente. Tali circostanze in presenza di un servizio che, complessivamente, riesce a soddisfare la domanda degli utenti di un vasto territorio piuttosto che essere soppresso avrebbe dovuto essere potenziato. Intendo altresì precisare che fino a quando il reparto non ha registrato le carenze di personale sopra indicate il parametro dei 500 parti l’anno era abbondantemente superato. L’ospedale di Bronte è peraltro da molti anni un cantiere di lavoro per un progetto di ampliamento e ristrutturazione per somme rilevanti. La lentezza con i quali procedono i lavori non hanno trovato alcuna legittima spiegazione e la parola fine sembra allo stato attuale una chimera. In tali difficili condizioni il personale ha sempre operato con grande abnegazione, superando ogni difficoltà pur di dare una adeguata assistenza alla popolazione. In questi anni non sono mai mancate le mie sollecitazioni, anche scritte ai responsabili dell’ASP della Provincia di Catania nelle persone dei dott.ri Scavone, Calaciura e Sirna. Da uomo delle istituzioni, quale ritengo di essere, mi sono adoperato assieme ad altri per realizzare un piccolo ospedale capace di dare un servizio ottimale ad una popolazione che ha evitato di intasare gli ospedali della città. I 110 posti dell’Ospedale di Bronte garantivano una adeguata funzionalità a fronte di costi di gestione sufficientemente contenuti». Infine il senatore conclude affermando che «sarebbe molto opportuno rivedere la scelta politica della soppressione degli ospedali di comunità che hanno una grande funzione non solo sociale, ma anche economica sul piano del contenimento dei costi». 15 Gennaio 2012
«Salviamo il punto nascite» Calanna (Mpa) ne parlerà con il governatore Lombardo «Sediamoci e vediamo come salvare il punto nascite dell’ospedale di Bronte». E’ in sintesi la proposta che il consigliere comunale dell’Mpa di Bronte, Graziano Calanna, lancia al presidente della Regione, Lombardo ed all’assessore alla Sanità, Russo. «Ben vengano le riforme finalizzate a tagliare tutti gli sprechi ed a creare in Sicilia un sistema sanitario serio ed efficiente. – afferma Calanna - Quanto alla chiusura di reparti disposta dalla normativa regionale, ricordo che tutte le leggi sono generali ed astratte; tuttavia, ciò non toglie che ad esse si possa derogare, quando la particolarità del caso appaia meritevole di tutela da parte dell’ordinamento giuridico». «Ora, - prosegue - considerato che il caso dell’Ospedale di Bronte si presenta, per molteplici ragioni, come uno di quelli meritevoli di deroga, sarà chiesta al Presidente della Regione, Raffaele Lombardo la convocazione di un tavolo tecnico, così da poter esporre le ragioni di un territorio montano che raccoglie almeno 7 Comuni». Calanna immagina già le figure istituzionali da coinvolgere: «Penso ai presidenti dei Consigli comunali del comprensorio ed ai capigruppo consiliari, totalmente rappresentativi delle comunità di riferimento». Poi Calanna aggiunge: «Ritengo che, prima di pensare alle barricate o a fomentare le folle, sia più serio e produttivo cercare il dialogo - tramite il Capo dell’Amministrazione regionale - con l’Assessore Russo, al quale saranno rappresentate le caratteristiche di un territorio che ovviamente non conosce bene come chi ogni giorno lo vive. Si proceda per gradi. – prosegue - Siamo tutti per l’Ospedale di Bronte, a prescindere dalle posizioni politiche. Chi pensasse di insinuare il contrario, offenderebbe le Città, ancor prima degli interessati. Confido, dunque, - conclude - sul senso di responsabilità di tutti, affinché si rifugga dalla tentazione di strumentalizzare un argomento come quello dell’Ospedale che, per definizione, coinvolgendo il diritto alla salute, non può avere connotazioni partitiche».
10 Gennaio 2012
Russo: «Chiudono i punti nascita ma i parti ora saranno più sicuri» «Il piano regionale dei punti nascita non si tocca, andiamo avanti a testa alta». Parola dell’assessore alla Salute, Massimo Russo, che parla per la prima volta dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale della Regione Siciliana del 5 gennaio del decreto “Riordino e razionalizzazione della rete dei punti nascita”. Soltanto il “minimo sindacale” di disponibilità ad ascoltare le deroghe eventualmente proposte dai manager delle Asp sui sette punti nascita (Lipari, Pantelleria, Bronte, Nicosia, Corleone, Mussomeli e Santo Stefano di Quisquinia) dapprima graziati e adesso tagliati comunque. Bronte in trincea: pronti al ricorso Il piano «cancella» anche Paternò. Il commissario dell’Asp: «Verificheremo le deroghe» Sotto il Vulcano c’è chi prepara le barricate. L’ultima versione del decreto dell’assessorato regionale della Saluta ha tagliato un punto nascita inizialmente “graziato”: Bronte. Che guarda caso è il feudo di Pino Firrarello, uno dei più acerrimi nemici politici del governatore Raffaele Lombardo. Ma il sindaco della città del pistacchio non ne fa una questione personale: «Visto lo stato disastroso della sanità siciliana ormai non mi stupisco di nulla, tanto meno del fatto che in extremis Bronte sia stato escluso dalle deroghe dell’assessorato». Il senatore del Pdl annuncia battaglia: «Faremo di tutto per dimostrare, carte alla mano, che si sta commettendo un errore madornale. E se non dovessimo essere convincenti con la ragione e il dialogo allora andremo fino in fondo con qualsiasi mezzo, compresi i ricorsi giudiziari». Firrarello fa propria l’istanza della comunità di Bronte, ma non soltanto: «Il bacino d’utenza del nostro punto nascita serve anche i cittadini di Maletto, Randazzo e Maniace in provincia di Catania, e di San Teodoro, Cesarò e Santa Domenica nel Messinese». È pure vero che il trend di parti a Bronte è in continuo calo: dagli oltre 600 di tre anni fa ai 341 del 2011. «Ma è il frutto di un depotenziamento mirato - spiega Firrarello - che ha visto Bronte perdere il primario di ruolo e due aiuti su quattro. È il cane che si morde la coda...». E adesso la patata bollente viene scaraventata sul tavolo di Gaetano Sirna, commissario straordinario dell’Asp di Catania. Che, se lo riterrà opportuno, potrà inviare all’assessore Massimo Russo una relazione motivata per chiedere una o più deroghe. La questione riguarda anche l’altro punto nascita da riconvertire: quello di Paternò, 440 parti l’anno scorso (Giarre è stato già chiuso da un anno). «Premesso che sono completamente d’accordo sulla chiusura delle piccole strutture - precisa Sirna - e che se mia moglie dovesse partorire non la porterei mai in un posto che non assicura gli standard di sicurezza indicati dalla letteratura scientifica, è anche vero che alcuni punti nascita presentano condizioni orografiche e di comunicazione particolari. E non mi riferisco tanto a Paternò, che a pochi chilometri ha Biancavilla e il Garibaldi di Catania e che quindi non ha ragione di essere mantenuto, quanto a Bronte, che serve anche il bacino montano etneo e messinese, con rilevanti distanze da percorrere in caso d’emergenza e difficoltà nei collegamenti viari. Studieremo una soluzione che possa tenere conto di questi fattori e nelle prossime settimane approfondiremo la questione al meglio. Il personale delle strutture da chiudere sarà inserito nella mobilità aziendale: nessuno perderà il posto». Sirna punta però alla pars construens del decreto: «Un sistema basato su efficienza e sicurezza presuppone un investimento sulla qualità e noi vigileremo affinché tutti i punti nascita corrispondano agli standard». [Mario Barresi, La Sicilia]
11 Gennaio 2012
Il recente decreto regionale che sancisce l'accorpamento delle strutture a quella di Biancavilla suscita polemiche «No alla chiusura dei punti nascita» Paternò e Bronte scendono in guerra I sindaci dei due comuni Pippo Failla per Paternò e Pino Firrarello, annunciano ricorsi e si dicono pronti a dare battaglia in qualsiasi sede (...) Immediata la replica del commissario straordinario dell’ASP di Catania GaetanoSirna: «La sicurezza è il punto strategico per riqualificare l’intero sistema sanitario - spiega il commissario Sirna - le piccole strutture, che hanno un trend negativo di parti annui, non possono garantire infatti la qualità dell’assistenza a tutti i livelli, quella relativa alle mamme e ai neonati prima di tutto». Per quanto riguarda l’Asp Catania, tra i presidi ospedalieri citati nel decreto assessoriale c’è quello di Giarre, dove il punto nascita è già chiuso da un anno, quello di Paternò, che l’anno scorso ha chiuso con 440 parti e Bronte, con 341 nascite nel 2011: «Il punto nascita di Paternò - prosegue Sirna - si trova a pochi chilometri da Biancavilla, dal Nuovo Garibaldi e dal Policlinico ed è preferibile pertanto rinunciare al parto “sotto casa” per recarsi in un presidio con alti standard di qualità, dove sia il personale che le strutture possono rispondere al meglio alle esigenze dell’utenza. Per quanto riguarda Bronte, che presenta invece una condizione orografica e di comunicazione particolare, l’ospedale serve infatti il bacino montano etneo e parte di quello messinese, abbiamo tempo fino a giugno per studiare una soluzione che possa tenere conto di questi fattori.» Ricordiamo che i provvedimento, firmato dall’assessore alla Salute Massimo Russo, prevede 42 centri nascita su 70: a chiudere, perché non raggiungono i 500 parti all’anno, sono 20 unità operative pubbliche e 8 case di cura private. I direttori generali delle aziende sanitarie e le strutture private accreditate avranno tempo fino al 30 giugno per presentare un apposito piano di riconversione delle strutture interessate per l’accorpamento o la disattivazione dei punti nascita e di procedere entro il 30 settembre 2012 all’accorpamento o alla disattivazione. [Orazio Caruso, Giornale di Sicilia]
9 Gennaio 2012 SANITÀ IN SICILIA
Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto sul riordino. Confermati 42 centri su 70. A chiudere i battenti, perché non raggiungono i 500 parti all’anno come previsto dagli standard ministeriali, sono 20 unità operative pubbliche e 8 case di cura private Chiudono 28 punti nascita, è rivolta Ne resteranno aperti 42 in tutta l’Isola, 28 cancellati. Tagli operativi dal prossimo ottobre. Si annunciano mobilitazioni e ricorsi contro il provvedimento dell’assessore Russo pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Si annunciano mobilitazioni, cortei di protesta e soprattutto ricorsi con tanto di carta bollata contro il decreto sul riordino e la razionalizzazione della rete dei punti nascita in Sicilia. Il provvedimento firmato dall’assessore per la Salute, Massimo Russo, che tante critiche nei mesi scorsi ha suscitato, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana alla vigilia dell’Epifania. Infatti, la nuova mappa prevede la conferma di 42 punti nascita nei tre bacini d’utenza: Sicilia Occidentale, Sicilia Orientale e Sicilia Centrale, contro gli attuali 70. Quindi, a chiudere i battenti a partire dall’ottobre prossimo, così come prevede il decreto, saranno 28 unità operative di Ostetricia e Ginecologia: 20 pubbliche e altre 8 case di cura private che non hanno raggiunto i 500 parti l’anno, così come previsto dagli standard ministeriali e dal nuovo piano sanitario 2011/2013. A meno di improvvisi colpi di scena – già sono state annunciate manifestazioni di protesta, mobilitazioni e accese contestazioni – dal prossimo ottobre non si potrà più partorire nei punti nascita di (…), Paternò, Giarre, (…), Bronte, Nicosia e in alcune case di cura private convenzionate. Stando alla nuova «geografia», i 15 punti nascita di II livello saranno (…) le aziende ospedaliere «Garibaldi», «Cannizzaro», Policlinico (Catania) (…). A questi si aggiungono i 27 punti nascita di I livello. Si continuerà a nascere al (…) «Maria Ss Addolorata» di Biancavilla; al «S. Marta e S. Venera» di Acireale; in tre case di cura catanesi: «Gibiino »; «Falcidia»; «Gretter/Lucina» (…). Intanto, il deputato regionale del Pdl, Salvino Caputo ha annunciato ricorso contro il decreto. «Impugneremo davanti il Tar Sicilia il decreto dell’assessore alla Sanità – ha detto – che dispone la chiusura dei centri nascita (…). Ancora una volta sono state disattese le istanza dei sindaci e dei cittadini e gli impegni assunti in commissione Sanità dall’assessore Russo». [Antonio Fiasconaro, La Sicilia]
13 Dicembre 2011
Ospedale, code al Pronto soccorso Protesta del consigliere Di Mulo Pomeriggio di fuoco domenica scorsa al Pronto soccorso dell’Ospedale Castiglione Prestianni. Intorno le ore 15, l’unico medico in servizio sarebbe stato costretto a soccorrere una decina di pazienti, giunti quasi contemporaneamente in ospedale, che di conseguenza sono stati costretti ad attendere prima di essere soccorsi. Qualcuno ha segnalato il problema ed in ospedale è arrivato il consigliere comunale Giuseppe Di Mulo, capogruppo dell’Udc, che ha avvertito il sindaco Firrarello: «Sono sempre più frequenti – afferma Di Mulo – le segnalazioni di disagi all’ospedale. Domenica, ad esempio, al Pronto soccorso c’era un solo medico e due infermieri, che sono da apprezzare per le decine di persone, in attesa per diverse ore, che sono riuscite ad assistere fra tante difficoltà, tra cui il sistema informatico che rallenta le procedure. La tecnologia, - continua - che dovrebbe velocizzare le attività, paradossalmente costituisce un ostacolo, con ripercussioni negative anche sulla qualità del servizio. Pensate che il personale del 118 è costretto a lunghe soste con i pazienti sulle barelle, compromettendo l’efficacia di una attività che ha carattere di urgenza.» Di Mulo sottolinea anche la “irrazionalità della nuova organizzazione ospedaliera in Sicilia: «I posti letto dove c’è maggiore afflusso sono stati tolti. L’assessore regionale alla Sanità Massimo Russo deve prendere atto delle defaillance della sua riforma e dei problemi che sta cagionando. Sulla questione chiederò un intervento dell’onorevole Marco Forzese, componente della commissione Sanità dell’Assemblea regionale, e dei deputati Salvo Giuffrida e Raffaele Nicotra. A Bronte, invece, mi farò promotore di una riunione congiunta della 4ª commissione consiliare servizi sociali, di cui sono vice presidente, con la 1ª commissione Sanità.» 14 Dicembre 2011 Una decina di pazienti ha ingolfato la prima emergenza dell’ospedale: denuncia di un consigliere Un solo medico, Pronto soccorso nel caos Pomeriggio movimentato, domenica scorsa, al Pronto soccorso dell’ospedale Castiglione Prestianni di Bronte. Intorno alle ore 15, l’unico medico in servizio sarebbe stato costretto a soccorrere una decina di pazienti, giunti quasi contemporaneamente in ospedale. Ovviamente, questi non potevano essere soccorsi contemporaneamente e sono stati costretti ad attendere un po’ prima di essere ricevuti dal medico. (…) Ferma la replica dell’Asp di Catania: «Al Pronto soccorso di Bronte da sempre è prevista la turnazione ordinaria con un solo medico - ha spiegato il commissario straordinario dell’Asp di Catania, Gaetano Sirna - la dotazione delle risorse è infatti stabilita dalla pianta organica in base alla registrazione della domanda territoriale ed ai bisogni dell’utenza. Purtroppo, non possiamo prevede i flussi nell’area dell’emergenza, pertanto può capitare, anche se di rado, di vedere congestionato il sistema. Questo modello organizzativo ha sempre funzionato. Ringrazio - conclude il commissario - il nostro personale che, con grande dedizione, svolge al meglio il proprio lavoro, soprattutto al Pronto soccorso, dove le urgenze rappresentano un’ulteriore difficoltà da aggiungere al lavoro ordinario». (La Sicilia) | 14 Dicembre 2011 Denuncia. Di Mulo (UdC): troppe disfunzioni Bronte, pronto soccorso intasato: c'è un solo medico |
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