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Attività del Comitato & Rassegna stampa
Pro e contro - Sommario  |  Pro e contro - Gli interventi

Un Terzo Polo Turistico alle pendici dell'Etna

Un'ipotesi di sviluppo economico per la nostra zona: la creazione di un terzo polo turistico nel versante nord ovest dell'Etna


27 Ottobre 2005

Tutto rinviato per i Poli turistici all'interno dei Parchi

L'ARS si è aggiornata al giorno 8 novembre per festeggiare il 100° compleanno dell'on. Alessi. Incomincerà quindi la sessione di bilancio e pertanto il ddl che riguarda le aree protette dovrebbe slittare a gennaio. Un po' di respiro dunque, ma tenendo presente che il sistema di parchi e riserve è minacciato anche dal ddl sulla riforma urbanistica, che riduce il governo del territorio ad un sottoprodotto della pianificazione economica.



25 novembre 2005

Settimanale indipendente di attualità e informazioni (Taormina – Valle Alcantara – Val D’Agrò)

L’ARS CANCELLA DALL'ORDINE DEL GIORNO L'APPROVAZIONE DEL DDL

Stop ai poli turistici

Sorridono gli ambientalisti, delusione fra i politici

Un vero e proprio colpo di scena la cancellazione all'Ars dell'ordine del giorno sull'istituzione dei poli turistici all'interno dei parchi regionali siciliani. Uno stop che ha gettato nello sconforto più nero quanti, sindaci, comitati spontanei e operatori economici in testa, si erano battuti per l'approvazione del Ddl Leanza-Fleres. Il decreto ipotizzava la nascita di un terzo polo turistico sull'Etna (dopo quello di Nicolosi e Linguaglossa) e nel comprensorio dei Nebrodi. Nel primo caso i comuni interessati dovevano essere Castiglione, Randazzo, Maniace, Maletto e Bronte, Nel secondo caso Galati Mamertino, Longi e Tortorici. L'approvazione del Ddl non è più all’ordine del giorno e tutto sembra essere slittato al prossimo gennaio, con una condizionale. Quale? Quella dell'assestamento della politica regionale e nazionale, con il rischio di andare a elezioni anticipate e riparlarne alla prossima legislatura.

Sinistra compatta contro il paventato turismo selvaggio nei parchi e centrodestra che incassa il colpo e minimizza. Non solo una parte della politica però si gode la vittoria. Inneggiano salmi per lo scampato pericolo gli ambientalisti. Il cartello delle maggiori associazioni aveva sfiduciato la Regione invitando a non approvare una legge con la quale veniva trasformato il parco dell'Etna "in un luna park sciistico".

Gli ambientalisti avevano anche chiesto al ministro dell'ambiente, Altero Matteoli, di avviare le procedure per trasformare la stessa area protetta in parco nazionale, così come previsto dalla legge quadro del 1991. E non era piaciuta neanche l'ipotesi che fossero i tecnici del Prusst Valdemone (progetto di riqualificazione urbanistica e di sviluppo sostenibile del territorio), che comprende parte delle province di Catania, Messina ed Enna, a redigere il progetto del terzo polo turistico del versante nord ovest dell'Etna: parti del programma, infatti, non sono mai piaciute agli ambientalisti e spesso le contestazioni si sono levate anche da parte di alcuni sindaci del messinese.

Proprio nelle ultime settimane, ma è solo un esempio, il consiglio comunale di Taormina si sta rendendo protagonista di alcune iniziative volte a chiedere ulteriori lumi sui progetti Prusst riguardanti la Perla dello Jonio. Uguale iniziativa è stata presa dal consiglio comunale di Randazzo, comune capofila del Prusst. Due le considerazioni.

La prima è che la classe politica dei comuni etnei interessati dall'istituzione del polo sul Vulcano ha fatto una pessima figura, dimostrando di non conoscere neanche i basilari delle norme istitutive dei parchi, contribuendo forse a ingenerare false illusioni e speranze nella classe imprenditoriale locale.

La seconda è che il cartello degli ambientalisti dimostra, ancora una volta, il tipico atteggiamento del "comunque contro"; ci si aspettava, infatti, che oltre a bocciare il Ddl sui poli, gli attivisti fornissero controproposte in grado di svegliare economicamente il territorio, magari fornendo proposte concrete per la fruizione dei beni ambientali in maniera sostenibile. Indicazioni che, fino il questo momento, non sono arrivate. [Marcello Proietto di Silvestro, Sette, anno 1, numero 1 del 25 novembre 2005]

27 Ottobre 2005

(…) in tale contesto è saltato anche il disegno di legge che autorizza la realizzazione di poli turistici all’interno dei parchi dell’Etna, dei Nebrodi e delle Madonie. «Stiamo però ben attenti - ha avvertito il deputato di Italia dei Valori Salvo Raiti - alle imboscate notturne. Non vorremmo che, in una delle famigerate notti dei lunghi coltelli, fidando sulla nostra stanchezza, qualcuno non faccia passare i due articoli nella Finanziaria; con gravi e irreparabili danni a parchi e riserve naturali siciliani». (…)


26 Ottobre 2005

REGIONE - Definito il calendario

L'Ars ora accelera prima del Bilancio

L'Ars a passo accelerato verso la chiusura. La Conferenza dei capigruppo, infatti, ha stabilito che la sessione di bilancio, che dura 40 giorni ed al cui interno, per regolamento, non sarà possibile dedicarsi ad altre iniziative, avrà inizio il 10 novembre. Fino ad allora dovrebbero essere esaminati e approvati, oltre al disegno di legge sugli appalti, tornato ieri sera in commissione per l'esame degli emendamenti da parte di un comitato ristretto, il disegno di legge sul rilascio delle concessioni demaniali, quello sull'istituzione di poli turistici all'interno dei parchi dell'Etna, dei Nebrodi e delle Madonie e quello sull'assestamento del bilancio dell'anno in corso. (…) [m.c.]

 

15 Settembre 2005

La commissione regionale "Territorio e ambiente" ha dato il definitivo "sì" al ddl dei deputati Leanza e Fleres che chiedevano l'istituzione di zone C altomontane sul versante nord ovest del vulcano

All’Ars il terzo polo turistico etneo

Convocato un incontro con i parlamentari della provincia

E' arrivato il definitivo sì della quarta commissione regionale «Territorio e Ambiente» presieduta dall'on. Angelo Beninati, sul disegno di leggere presentato dagli onorevoli Lino Leanza e Salvo Fleres che chiedevano l'istituzione di zone C altomontane sul versante nord ovest dell'Etna fra Bronte e Randazzo e su quello est fra Milo Zafferana e Sant'Alfio. La commissione, infatti, dopo una prima votazione e dopo aver ascoltato sindaci e ambientalisti ha approvato con 7 voti favorevoli e due contrari la proposta, che adesso dovrà essere discussa dall'Assemblea regionale siciliana.

«E' un primo passo sicuramente importante, - ci dice il sindaco di Bronte Pino Firrarello, che sull'argomento ha sensibilizzato anche il ministro Gianfranco Miccichè - altri ne compiremo, e fra questi un incontro, con i sindaci della zona e i parlamentari della provincia di Catania». «Il futuro dell'economia e dell’occupazione passa dagli Enti locali. - aggiunge il senatore -, quindi bisogna lavorare per portare avanti iniziative sostenibili per dare occupazione e lavoro. L'incontro previsto per sabato 24 con i parlamentari ha lo scopo di far conoscere il progetto e chiarire che non si intende mortificare ma esaltare il territorio del vulcano, costruendo in armonia un progetto di sviluppo».
«Siamo disponibili - aggiunge Firrarello - a un confro il più limpido e trasparente possibile. Oltretutto lo statuto della Regione siciliana, che promuove i consorzi dei Comuni, ci spinge a lavorare in una prospettiva di armonia con il rappresentanti politici e le popolazioni. Sono certo che questo voto dei parlamentari della quarta commissione, che ringrazio, coglie le aspettative della popolazione».

Soddisfazione anche fra i due deputati che hanno presentato il ddl: «Il disegno di legge - afferma l'on. Salvo Fleres - accoglie i suggerimenti e degli amministratori locali e degli ambientalisti, e assicura contempora­neamente la necessaria cautela nella gestione del territorio, consentendo il suo sviluppo ai fini turistici».
«Il testo - aggiunge l'on. Lino Leanza - prevede l'istituzione in Sicilia di tre Poli turistici: i due dei versanti nord ovest ed est dell'Etna e quello nord est dei Nebrodi. I sindaci avranno la facoltà di individuare le zone di protezione, previo il parere del Comitato tecnico scientifico del Parco dell'Etna, che avrà 30 giorni di tempo per esprimersi, o varrà la regola del silenzio assenso».

«L'approvazione - continua Leanza - è il frutto di una serie di incontri in cui sono stati ascoltati i sostenitori del sì ma anche coloro i quali si oppongono all'iniziativa. Alla fine abbiamo voluto coinvolgere i sindaci e il Comitato del Parco per far capire che non vogliamo saccheggiare il vulcano, bensì, insieme allo stesso Parco dar vita a una fruizione, che nel rispetto dell'ambiente, crei legittime condizioni di sviluppo». [Fonte: La Sicilia]

18 Settembre 2005

LEGAMBIENTE. Interviene Renato De Pietro

Parchi e poli turistici - «Rischi per la natura»

Si rivolgerà al Commissario di Stato, Legambiente, per avere ragione di quello che definisce «un disegno di legge che autorizza e promuove lo scempio delle aree più integre dei parchi e scrive una pagina oscura nella storia politica della gestione dell'ambiente siciliano». Il riferimento è alla recente approvazione, da parte della quarta Commissione territorio e ambiente dell'Ars, del disegno di legge che istituisce quattro nuovi poli turistici nei tre parchi regionali dell'isola. Due sull'Etna, a Bronte e Zafferana, uno sui Nebrodi e un altro sulle Madonie.

«La deroga alle procedure ordinarie - continua il comunicato diffuso ieri e firmato dal responsabile catanese di Legambiente, Renato De Pietro - per la modifica delle perimetrazioni delle aree protette, che si giustificano solo per nuove esigenze di tutela, è in contrasto con le norme costituzionali a salvaguardia dell'ambiente, che consentono alle Regioni di aumentare e non diminuire i livelli di tutela posti dallo Stato, e costituisce di per sè una violazione delle discipline comunitarie a protezione degli habitat». De Pietro sottolinea anche gli appelli al ritiro del ddl da parte delle più importanti associazioni ambientaliste, di centinaia di docenti universitari e di scienziati di tutto il mondo. Critico anche il deputato Ds Giovanni Villari, che dice: "Non ho preconcetti sulla norma che istituisce i Poli turistici all'interno dei Parchi siciliani. Il problema di fondo è quello di non intaccare i regolamenti dei Parchi e i relativi decreti istitutivi». [Ca. Gr., Giornale di Sicilia]

 

L'esultanza di sindaci e imprenditori locali

Soddisfazione nei Comuni interessati per la notizia dell'approvazione in Commissione del disegno di legge Fleres-Leanza.. Per esempio dal consigliere comunale di Zafferana Etnea, Nino Cavallaro e dal presidente del comitato sviluppo Aetna nord ovest Enzo Sgrò: «Per noi - ci dice quest'ultimo - che da anni ci battiamo, quella di oggi è la giornata più bella. Complimenti a Leanza e Fleres e a tutta la Commissione regionale. Ringrazio anche tutti i cittadini che ci hanno appoggiato. Adesso attendiamo il sì dell'Ars e la realizzazione di un Polo turistico che, nel rispetto ambiente, porti sviluppo alle nostre popolazioni».
I sindaci sono già pronti per portare avanti quel progetto che sostengono da tempo: «Speriamo che l'Ars si esprima al più presto. - afferma il sindaco di Maletto, Giuseppe De Luca - Noi sindaci conosciamo il territorio e siamo pronti a individuare le zone di protezione e quelle a maggior vocazione turistica. Esiste un territorio che rivendica il diritto di poter vivere di turismo e tanti turisti che non vedono l'ora di avere in questa fetta dell'Etna, dove la natura e più bella, servizi idonei per poterla vedere e vivere».
«Sono stato favorevole alla realizzazione del terzo polo turistico fin dall'inizio - commenta il sindaco di Randazzo, Salvatore Agati - che non si traduce in una aggres­sione del territorio: questo sarà tutelato e salvaguardato. Ritengo però che debbano essere previste delle risorse economiche per rendere il centro abitato di Ran­dazzo in condizione di poter offrire la giusta ospitalità. Randazzo ha le carte in regola per diventare una città albergo. [L. S.]


20 Agosto 2005

ECONOMIA TURISTICA

Maletto, malia per turisti i rifugi sull’Etna

Il sindaco De Luca chiede alla Regione di far conoscere i lati «oscuri» del vulcano e creare il «terzo polo»

Contrada Burò«Pubblicizziamo al meglio le nostre risorse ambientali. Apriamo ai turisti i rifugi dell'Etna». E' l'appello che il sindaco di Maletto, Giuseppe De Luca, rivolge alla Regione siciliana, convinto più che mai che le bellezze del vulcano più alto d'Europa possano attirare quella massa di turisti che manca. «Attenzione - avverte De Luca - il nostro ambiente va salvaguardato, poiché rappresenta la nostra risorsa principale. Ma in quanti conoscono i pregi dei luoghi che circondano i nostri rifugi?» Il dibattito sullo sfruttamento del Vulcano ai fini turistici è aperto. Ne conviene anche il ministro allo Sviluppo e coesione territoriale Gianfranco Miccichè, ospite del senatore Pino Firrarello e dell'euro­parlamentare Giuseppe Castiglione, il quale si è reso conto che è necessario portare sempre più turisti sull'Etna.

«Ringrazio il ministro - ha affermato De Luca - per aver ancora una volta fatto chiarezza sul terzo Polo turistico. Nessuno vuole cementificare o deturpare l'ambiente, ma sarebbe tuttavia giusto realizzare il Polo dell'Etna nord-ovest e non capiamo l'intransigenza di chi si oppone al progetto. Siamo d'accordo anche noi, infatti, che se accesso al vulcano debba esserci questo deve essere vigilato. Però dobbiamo consentire ai privati di poter anche offrire dei servizi, altrimenti la gente non verrebbe».

Il versante di Maletto è uno dei più belli del vulcano, ricco di panorami e risorse naturalisti che, grazie al lavoro dei privati e dell'Azienda foreste demaniali, è rimasto intatto. Per raggiungerlo basta imboccare la strada rurale «Fontana murata» dalla statale 284; qui il bosco Maletto appare in ottime condizioni. Caratteristici i rifugi, e appena qualche centinaio di metri dal cancello della «Forestale», che impedisce l'ingresso alle auto, incontriamo le case Pappalardo a disposizione di chiunque voglia utilizzarle, basta fare una semplice richiesta all'Azienda forestale di Catania. All'interno gli appassionati escursionisti troveranno una cucina, un bel caminetto, tavoli a volontà. Il sacco a pelo è indispensabile per dormire la notte e godere delle meraviglie dell'alba. Da lì raggiungiamo il rifugio Monte Scavo, e ci sono tanti altri i rifugi da scoprire. Funghi poi, a volontà e qui non è difficile incontrare il profumatissimo porcino. Più in basso, vi sono i rifugi «Sciarelle» e «Trentasalme» dotati di tavoli rustici e barbecue per trascorrere un'intera giornata all'insegna della natura e sembrano fatti apposta per risvegliare l'economia turistica. [La Sicilia] I boschi di Monte Maletto



14 Agosto 2005

OBIETTIVO TERZO POLO

Il ministro allo Sviluppo e coesione territoriale, Gianfranco Miccichè, una giornata ospite del senatore Firrarello e dell'europarlamentare Castiglione alla «scoperta» del versante Nord-Ovest dell'Etna fra sviluppo economico, turismo e Circumetnea

«Il paradiso perfetto del turismo»

Il sindaco di Bronte, da sempre sostenitore del Terzo polo: «Fondamentale per lo sviluppo economico del territorio»

Miccichè: «La Sicilia sta crescendo. Questo territorio non rimarrà indietro, statene certi». «Sono contro ogni tipo di demagogia messa in piedi da chi in nome della salvaguardia di tutto e a tutti i costi impedisce all'uomo di vivere e produrre. Non possiamo continuare a vincolare pesantemente il territorio»

La zona del previsto 3° PoloLo sviluppo economico del territorio, la realizzazione di nuove strade e l'ammodernamento della Ferrovia Circumetnea saranno oggetto di discussione da parte del Governo centrale. A portare a Roma, sul tavolo del Consiglio dei Ministri, le richieste della gente che vive attorno l'Etna, ci penserà il ministro allo Sviluppo e coesione territoriale, Gianfranco Miccichè.
Ospite del senatore Pino Firrarello e dell'europarlamentare Giuseppe Castiglione, il ministro è stato accompagnato sull'Etna dal versante di Linguaglossa, per visitare Piano Provenzana e raggiungere i crateri sommitali del vulcano che Miccichè non aveva mai avuto l'opportunità di vedere. Dopo l'escursione, per nulla stanco, ha chiacchierato con noi di sviluppo turistico e di quelle infrastrutture necessarie in Sicilia per la crescita economica.

«Ho cominciato a parlare dello sviluppo economico vero legato al turismo ed ai prodotti tipici attorno all'Etna - ci dice il Ministro - fin dal 2002, quando la furia del vulcano spazzò via Piano Provenzana. Secondo me bisogna trovare il sistema per far conoscere e visitare ancor di più e meglio questi posti, che emanano un fascino particolare, frutto di una forza della natura che spesso è distruttiva, ma che poi ci regala scorci mozzafiato. Sono stato fino in vetta e sono rimasto estasiato nel vedere questa distesa di sabbia vulcanica che rende tutto molto simile a un paesaggio lunare. Una meraviglia che dobbiamo far conoscere al mondo, consentendo l'accesso a più turisti possibili».

Già, accesso al vulcano consentito solo da Nicolosi e Linguaglossa dove ci sono le piste da sci. Adesso però c'è chi vuole il terzo polo turistico anche sul versante nord ovest. Lei in proposito cosa ne pensa?
«Io sono fortemente a favore del terzo Polo turistico - risponde - Come sono a favore di qualsiasi tipo di progetto di sviluppo concreto che produca crescita economica e sociale. Sono, invece, contro ogni tipo di demagogia messa in piedi da chi in nome della salvaguardia di tutto ed a tutti i costi impedisce all'uomo di vivere e produrre. Non possiamo continuare a vincolare pesantemente il territorio come in- tende fare l'assessore Fabio Granata a Ragusa, ed è assurdo non poter realizzare un albergo sulle Eolie in «nome di una tutela ambientale che, intendiamoci, deve essere sempre tenuta in grande considerazione, ma che spesso non riusciamo a comprendere e giustificare. Io non riesco a capire chi sostiene che il terzo polo sull'Etna penalizzi l'ambiente, mentre ho come l'impressione che si tenti di soffocare le nostre ambizioni, quando invece abbiamo tutto il diritto di crescere socialmente ed economicamente».

Ministro, ma lei ha visto le nostre strade, le nostre Ferrovie. Si vede palesemente che non si investe da decenni. E certamente questo penalizza il decollo del turismo. Cosa proporrà in proposito al tavolo del Consiglio dei Ministri?
«Io senza ancora essere seduto sul tavolo del Consiglio dei Ministri sono riuscito a completare la Palermo-Messina, e sono davanti agli occhi dei siciliani cinque cantieri della Catania Siracusa. Dico pure che alla fine di quest'anno ,inaugureremo il primo maxi lotto della Gela-Siracusa. Abbiamo appaltato e finanziato tante strade in Sicilia che comunque è vero che ha bisogno ancora di infrastrutture. Se lei si riferisce alle strade statali, ai collegamenti dell'hinterland etneo, dove ci troviamo noi, con la costa o con l'area metropolitana, io vi dico che sono pronto a battermi affinché vengano rifatte o ammodernate. So bene che la viabilità è fondamentale per lo sviluppo dell'economia e del turismo come so bene anche che qui più che altrove c'è necessità di nuove infrastrutture. Per questo di fronte a progetti validi da finanziare, la Sicilia e questa zona, avrà certamente voce all'interno delle scelte di Governo».
Un progetto in verità di sviluppo e della mobilità questo territorio lo presenterà fra qualche settimana. La Ferrovia Circumetnea, per esempio, il 30 settembre a Catania renderà pubblico il nuovo piano industriale per trasformare l'intera linea a scartamento ordinario e far viaggiare tutti su treni più veloci.

Lei crede in questo progetto, che avrà necessità di notevoli investimenti da parte dello Stato?
«Mi sono occupato della Fce quando ero sottosegretario ai Trasporti e conosco la sua realtà. Questa Ferrovia va rifatta per intero e deve diventare una linea veloce al servizio di tutti i Comuni dell'Etna, offrendo servizi all'altezza dei tempi che stiamo vivendo. Bene sta facendo il Commissario governativo a presentare al Governo un Piano di sviluppo industriale. La Fce è una delle strutture siciliane di estremo interesse ed è solo quando queste infrastrutture saranno moderne che avrà un senso il ponte sullo Stretto. La Sicilia, invece, sta crescendo e questo territorio non rimarrà indietro. Statene certi». [Gaetano Guidotto, La Sicilia



10 Agosto 2005

Parco dell'Etna. Soddisfazione del Presidente Bellia per la scelta della Commissione Ambiente dell'Ars, che ha scelto il metodo della concertazione per rivedere, alla ripresa dei lavori d'aula dopo le ferie estive, la Legge Quadro siciliana sulle aree protette. "Arrivare ad un testo di modifica della legge che sia condiviso e soddisfacente per tutti"

Etna. È stata disposta l’ultimazione degli immobili che ospiteranno pure la scuola di sci

Nicolosi, il Parco scommette sull’escursionismoBellia e il sindaco di Maletto De Luca

Turismo sostenibile sul vulcano e strutture adeguate per gli escursionisti. Il Comitato Esecutivo dell'Ente Parco dell'Etna, proseguendo la sua azione volta ad una sempre più ampia fruizione sostenibile del territorio, ha approvato gli atti concernenti l'ultimazione dei lavori dell'immobile per l'escursionismo e scuola di sci di fondo, Punto base n. 7, in territorio di Maletto (importo 77.000 euro) e i progetti esecutivi di altri quattro "Punti base", strutture di accesso e divulgazione dei patrimonio naturalistico, scientifico e culturale del Parco espressamente previste dal Decreto Istitutivo dello stesso. I progetti approvati riguardano i lavori di riattamento della Casermetta di Piano dei Grilli, Punto base n. 6, in territorio di Bronte (importo finanziato 258.000 euro); il completamento delle Case Pietracannone, Punto base n. 16, in territorio di Milo (102.000 euro); il completamento e sistemazione esterna delle Case Lanzafame, Punto base n. 20, in contrada Cicirello, territorio di Trecastagni (l'importo di 455.000 euro è oggetto di una richiesta di finanziamento sui fondi Por 2000/2006); i lavori di recupero dell'immobile di contrada Cubania, Punto base n. 25, in territorio di Milo, che consentirà la realizzazione di 50 nuovi posti letto (505.000 euro).

Soddisfatto, per le decisioni del Comitato Esecutivo, il presidente del Parco dell'Etna, Concetto Bellia, che è intervenuto anche in merito al recente dibattito, in seno all'Ars, sulla questione relativa alla fruizione dei Parchi in Sicilia: "Apprendiamo che la Commissione Ambiente dell'Assemblea Regionale Siciliana ha scelto il metodo della concertazione con gli Enti gestori per arrivare, alla ripresa dei lavori d'aula dopo le ferie estive, ad una rivisitazione delle Legge Quadro siciliana sulle aree protette, che risale al 1981. Molte cose sono cambiate da allora - continua il presidente del parco - e siamo perfettamente consapevoli, lo abbiamo sostenuto più volte in questi anni, che la normativa vada adeguata alle nuove esigenze di una maggiore fruizione e di una più ampia e concreta prospettiva di sviluppo, particolar­mente sentite dalle popolazioni che vivono il territorio". Collaborazione tra parchi e comuni per un maggior sviluppo del territorio.

"Riteniamo ed abbiamo sempre ritenuto - aggiunge il Presidente - che il pieno coinvolgimento dei Parchi con i loro organismi istituzionali (Consiglio del Parco, Comitato Esecutivo, Comitato Tecnico Scientifico) e dei sindaci dei Comuni che nei Parchi insistono, sia il metodo ideale per arrivare ad un testo di modifica della legge che sia condiviso e soddisfacente per tutti. Con questa convinzione - chiosa il presidente Concetto Bellia - ci dichiariamo fin da ora disponibili ad offrire la massima collaborazione del Parco dell'Etna, della sua struttura e delle sue competenze per questo percorso di rivisitazione della legge, che sarà certamente complesso". [S. Ma, Giornale di Sicilia]


9 Agosto 2005

Il Parco «apre» le sue porte, via ai lavori in 5 «punti base»

Piano dei GrilliI progetti esecutivi di cinque Punti base del Parco dell'Etna, «porte» di accesso e divulgazione del patrimonio naturalistico, culturale, storico e scientifico del vulcano previsti dalla legge istitutiva dell'Ente, sono stati approvati dal Comitato Esecutivo. Riguardano: i lavori di riattamento della Casermetta di Piano dei Grilli (punto base n. 6) in territorio di Bronte, (importo finanziato 258.000 euro, foto a destra); il completamento delle «Case Pietra-cannone», punto base n. 16 - Milo (102.000 euro); i lavori di recupero dell'immobile in contrada «Cubania» (Punto base n. 25) Milo (505.000 euro); il completamento dell'immobile destinato a punto base n. 7 per l'escursionismo e scuola di sci di fondo - Maletto (77.000 euro) ed il completamento e sistemazione esterna del punto base n. 20, in contrada Ciciriello, nel Comune di Trecastagni (l'importo di. 455.000 euro, è oggetto di una richiesta di finanziamento sui fondi Por 2000/2006).

«Con l'approvazione di questi progetti -afferma l'ing. Agata Puglisi, dirigente tecnico del Parco - si fa un notevole passo avanti nel cammino relativo alla fruizione sostenibile del Parco, in tutti i suoi versanti. In particolare nel versante nord-ovest è previsto il completamento del punto base n. 7, in territorio di Maletto, che verrà dotato di arredi e di una riserva idrica, ed il recupero della casermetta di Piano dei Grilli, in territorio di Bronte, che sarà dotata di impianto fotovoltaico, di cisterna e di un recinto per il ricovero dei cavalli, in modo che la struttura possa essere utilizzata per l'attività escursionistica ed equestre». «Sul versante sud-est - continua l'ing. Puglisi - avvieremo il recupero ambientale dell'immobile di contrada Cubania che consentirà la realizzazione di 50 posti letto, ed il completamento delle «Case Lanzafame», in contrada Ciciriello, a Trecastagni».

E non è tutto. Infatti, come conferma il direttore del Parco, Alberto Tinnirello «degli altri 25 progetti che il Parco ha presentato nell'ambito della Misura 1-11 del Por, ben 15 sono stati ammessi a finanziamento». Soddisfazione per la scelta della Commissione Ambiente dell'Ars, che ha scelto il metodo della concertazione per rivedere, alla ripresa dei lavori d'aula dopo le ferie estive, la Legge Quadro siciliana sulle aree protette, risalente al 1981, esprime il presidente del Parco dell'Etna, Concetto Bellia: «Molte cose sono cambiate dal 1981 ad oggi e siamo consapevoli che la normativa vada adeguata alle nuove esigenze di maggiore fruizione e di sviluppo. Riteniamo che il coinvolgimento dei Parchi, dei loro organismi istituzionali e dei sindaci dei Comuni che sui Parchi insistono, sia il metodo ideale per arrivare ad un testo di modifica condiviso e soddisfacente». [Marisa Mazzaglia, La Sicilia]



17 Luglio 2005

Poli turistici a Bronte e Zafferana

I geologi esprimono parere negativo

«Assolutamente da evitare»

Si conclude cosi la relazione sul rischio geologico nell'area altomontana etnea che due scienziati catanesi hanno consegnato nei giorni scorsi a Palermo alla Commissione ambiente dell'Ars, dove sono in corso le audizioni degli ambientalisti contrari alla creazione di due nuovi poli turistici invernali a Bronte e Zafferana. Gli studiosi sono Carmelo Monaco, docente di geologia dell'Università di Catania, e il vulcanologo Carmelo Ferlito.

Tra i fattori di rischio il primo è quello legato alle eruzioni. «Centinaia - dicono i due scienziati - quelle dal 1971 ad oggi con colate persistenti fino alle basse quote. Come quella dei Monti De Fiore (tra i versanti di Bronte e Adrano) del 1974 con bocche eruttive a soli 1.400 metri. E quella del 1999 quando, tracimando dalla Bocca Nuova, il fiume di lava ha coperto in poche ore 1.500 metri di dislivello raggiungendo la zona di Monte Nunziata nel territorio di Bronte". Senza contare le colate di fango (tecnicamente lahar) dovute allo shock termico quando la lava si riversa su campi di neve. «Pericolosi- sottolineano - per le strutture e soprattutto per l'incolumità umana». Infine, il rischio sismico. «L'area in questione - dicono Monaco e Ferlito - è sede di faglie e di numerose fratture eruttive legate alla dinamica interna del vulcano e alle spinte delle masse di magma». [Carmela Grasso, Giornale di Sicilia]



16 Luglio 2005

AMBIENTE

AGATI CONTRARIO

«Terzo polo turistico», i Comuni sono divisi

Maletto. (lpu) Dopo l'audizione presso la commissione «Territorio e ambiente» dell'Ars, il dibattito sul terzo polo turistico sull'Etna, ieri s'è spostato nella sala consiliare di Maletto, dove si sono ritrovati: comitato promotore, sindaci e assessori del comprensorio, associazioni ambientaliste, docenti universitari e componenti del comitato scientifico del Parco dell'Etna. Il sindaco di Maletto, Pippo De Luca, ha ribadito di non «voler cementificare e deturpare l'ambiente, il rispetto per la natura è nel nostro dna». Il primo cittadino di Randazzo, Turi Agati, invece, ha dissentito dalla previsione del disegno di legge di poter costruire sull'Etna, dicendosi propenso alle città-albergo.

La professoressa Vinciguerra dell'Università, invece, ha precisato di non «avere nulla in contrario sullo sviluppo turistico dei comuni etnei e il parco già offre un patrimonio particolare. Le infrastrutture sconvolgerebbero tutto". Per la Lipu, Giuseppe Rannisi ha detto: "Bisogna creare strutture ricettive nei paesi e sviluppare la cultura dell'ospitalità». Intervenuti pure il consigliere di Maletto, Salvatore Barbagiovanni, e il consigliere provinciale Giovanni Germanà. Sulla risoluzione del conflitto fra chi si dice a favore e chi contro, tuttavia, non è emerso molto. [Luigi Putrino, Giornale di Sicilia]


 

15 Luglio 2005

RANDAZZO: TERZO POLO TURISTICO

«Il Prusst valuterà le proposte per realizzare un progetto organico»

Agati: «Subito una bozza del progetto del terzo Polo turistico, per meglio confrontarci con le associazioni ambientaliste e fornire alla Regione siciliana un documento su cui discutere»

E' già al lavoro il Prusst che ieri ha ascoltato i Comuni ed i comitati a favore del disegno di legge Leanza e Fleres per la realizzazione dei due Poli turistici sull'Etna e di quello dei Nebrodi. Così alla fine i sindaci Salvatore Agati di Randazzo e Pippo De Luca di Maletto in conferenza stampa hanno comunicato quali saranno i compiti precisi del Prusst: "Al Prusst - hanno dichiarato - è stato dato mandato di raccogliere le proposte dei Comuni, individuare le macro-aree interessate dai Poli turistici ed il gap infrastrutturale che queste presentano. Individuare le iniziative, le strutture turistiche e le loro relative modalità d'insediamento. Ma soprattutto verificare la sostenibilità economico-finanziaria e della convenienza economica sociale dei 3 macrosistemi turistici, oltre alla loro verifica della compatibilità ambientale".
Al Prusst anche il compito di individuare il percorso da seguire per raggiungere i risultati attesi e l'analisi del rischio relativamente ad eventuali fattori d'incertezza. A tal proposito secondo i docenti dell'Università di Catania Carmelo Monaco e Carmelo Ferlito del dipartimento di Scienze geologiche, l'istituzione di una zona "C" con costruzione di infrastrutture è da evitare soprattutto per il rischio vulcanico, con Punta Lucia che culmina ad appena un Km. e mezzo dal cratere Bocca nuova.



16 Luglio 2005

MALETTO: RIUNIONE DEI COMUNI ADERENTI AL PROGETTO

Terzo polo turistico, amministratori e ambientalisti a confronto

L'etna da Contrada Difesa (Bronte)Il confronto fra ambientalisti e sostenitori del disegno di legge Leanza Fleres sui poli turistici, tenutosi ieri sera a Maletto, non è servito a eliminare le polemiche. All'incontro hanno partecipato i sindaci di Castiglione di Sicilia, Salvatore Barbagallo (perché è possibile che il Comune alcantarino sia inserito nel disegno di legge), quello di Randazzo, Salvatore Agati, l'assessore di Bronte Vincenzo Sanfilippo, il sindaco di Maniace, Salvatore Pinzone, l'assessore di Sant'Alfio, Alfio Bonanno, il consigliere provinciale Ds Giovanni Germanà ed Enzo Sgrò del Comito sviluppo Aetna nord ovest. Con loro le prof. Nuccia Di Franco Lino, del Fondo siciliano per la natura, e Marisa Vinciguerra, rappresentante il comitato a difesa del territorio, e tanti ambientalisti ospiti del sindaco di Maletto, Giuseppe De Luca. «Saluto i rappresentanti di entrambe le posizioni - ha dichiarato De Luca - Dobbiamo però essere capaci di cogliere la verità per il bene del territorio. Noi sindaci non vogliamo il cemento, vogliamo solo utilizzare il patrimonio Etna ai fini turistici per evitare l'impoverimento del territorio».

«Senza la Forestale, in questa zona - replica Agati - non ci sarebbe economia. Nessuno vuole deturpare l'Etna, ma creare meccanismi lavorativi all'interno del centro storici trasformati in città albergo». Poi gli interventi del consigliere di Maletto, Salvatore Barbagiovanni, che ha sottolineato come ormai sia impossibile sull'Etna anche praticare l'agricoltura e di Salvatore Spadafora, secondo cui l'eccessiva tutela della flora e della fauna rischia di cacciare l'uomo.

«Non abbiamo nulla contro lo sviluppo turistico - ha replicato la professoressa Vinciguerra - Ci preoccupa la trasformazione in zone C di aree protette che sono A e B. Impianti da sci vuoi dire cemento. Vogliamo comunque capire quali sono stati gli ostacoli che hanno impedito il decollo di uno sviluppo alternativo». Per il prof. Monaco i rischi sismici esistono anche in questo versante, con l'ing. Salvatore Grasso ha replicato che sono meno frequenti. Tutti gli ambientalisti hanno rappresentato il rischio di perdere un patrimonio unico ed il dott. Francesco Alaimo del Wwf Italia ha offerto gratuitamente la propria professionalità affinché si realizzi uno sviluppo sostenibile. A Maletto sono intervenuti anche le associazioni Etnaviva, Legambiente, Etna Sci e Italia nostra, con il prof. Ronsisvalle dell'Università di Catania che ha dichiarato: «Siamo qui per opporci al principio di smantellare un area naturale come il Parco dell'Etna».

Alla fine ha risposto De Luca: «Il Parco non approva i progetti rispettosi dell'ambiente, ci uccide con la burocrazia, non ci permette di promuovere turismo alternativo, ed adesso diciamo basta. «Guardiamo al Parco d'Abruzzo - ha concluso la prof. Lino - che in 20 anni ha portato sviluppo». [La Sicilia]



14 Luglio 2005

3° Polo turistico

Progetto affidato ai tecnici del «Prusst Valdemone»

Saranno i tecnici del Prusst Valdemone che comprende parte delle Province di Catania, Messina ed Enna a redigere il progetto del Terzo Polo turistico del versante nord ovest dell'Etna. Lo ha deciso l'assemblea dei sindaci del territorio riuniti a Randazzo, insieme con i componenti dei comitati che sostengono l'iniziativa, Daniele Sindoni, Benedetto Lazzaro, Enzo Sgrò e Cettina Foti, per discutere la proposta formulata a Palermo dal sindaco della medievale cittadina, prof. Salvatore Agati: «Durante l'audizione davanti alla commissione regionale - ci dice il sindaco di Randazzo, prof. Salvatore Agati - ho chiesto di redigere già subito una bozza del progetto del terzo Polo turistico, per meglio confrontarci con le associazioni ambientaliste e fornire alla Regione siciliana un documento su cui discutere».

Così a Randazzo, insieme con Agati i sindaci di Bronte, Maletto, Maniace, Castiglione di Sicilia, Milo, Sant'Alfio, Zafferana ed una rappresentanza di Tortorici hanno deciso di incaricare del compito il Prusst Valdemone che è presieduto proprio da Agati. «Il Prusst - ci dice il senatore Pino Firrarello sindaco di Bronte - garantisce qualità ed affidabilità. Ha già progettato con successo in passato ed abbraccia tutti i Comuni interessati all'iniziativa. E' uno dei pochi Prusst che funziona ed oltre a ciò l'operazione è praticamente a costo zero».

Così oggi i sindaci si recheranno a Randazzo presso la sede del Prusst per proporre le loro idee: «Con noi - aggiunge il sindaco di Maletto Giuseppe De Luca - ci saranno i tecnici comunali». Domani invece a Maletto presso la sala consiliare alle 17 si svolgerà l'incontro che l'onorevole Lino Lenza ed il sindaco Giuseppe De Luca hanno concordato con le associazioni ambientaliste ed il comitato per approfondire l'argomento. Saranno presenti oltre agli aderenti ai comitati spontanei, tutte le Associazioni riconosciute (Etna Sci, Gre Maestri di Sci). [L. S.]



Quotidiano di Sicilia
, Sabato 16.7.05

NUOVI PROGETTI PER PUNTA LUCIA: LE REAZIONI DOPO IL DDL REGIONALE

Un terzo Polo turistico nel Parco dell’Etna?

I sindaci sono a favore, universitari e ambientalisti si oppongono

Recenti iniziative parlamentari hanno riportato alla ribalta la questione del terzo polo turistico nella zona nord-occidentale dell'Etna. Il progetto è stato avanzato nel disegno di legge "Leanza - Fleres" nel 2002 e prevede la possibilità di istituire strutture turistiche e alberghiere in prossimità di Punta Lucia e nei paesi di Bronte, Maletto, Maniace e Randazzo. Il ddl, dopo aver dato vita a numerose polemiche da parte degli ambientalisti e a divergenti pareri, è stato approvato il 22 giugno 2005 dalla Commissione regionale Territorio e Ambiente, presieduta da Angelo Antonino Bennati, creando da una parte grande entusiasmo presso i paesi etnei interessati e, dall'altra, ampie polemiche nel campo universitario e ambientalista. Dopo pochi giorni è arrivato lo stop al sì della Commissione dietro la richiesta di un membro, Salvo Raiti, di dare ascolto ai presidenti del Parco dell'Etna e di quello dei Nebrodi. Adesso, i favorevoli al progetto attendono con impazienza una soluzione.

«Insieme ai sindaci di Bronte, Randazzo e Maniace - ha detto Giuseppe De Luca, sindaco di Maletto – sono favorevole all'istituzione nel nostro territorio del polo sciistico programmato dal ddl Leanza-Fleres. E’ nel nostro Dna conservare incontaminata l'Etna. Non vogliamo sfruttare quello che il Parco dell'Etna ci offre, ma chiediamo le stesse opportunità offerte all'altro versante del vulcano. Qui la disoccupazione è elevatissima lo spopolamento ha raggiunto cifre esorbitanti. L'unico bene che possediamo è l'Etna. Il nostro progetto non prevede di costruire strutture turistiche e alberghiere nella parte più elevata del vulcano ancora incontaminata, ma nei pressi del centro abitato. Ciò sarà d'aiuto ai nostri cittadini e ai nostri figli. Desideriamo utilizzare le strutture già esistenti e mi riferisco alla pista di sci da fondo che il Parco dell'Etna, anni fa, ha istituito a 1800 m..
Questa non è però usufruibile perché è praticamente irraggiungibile sia in auto che a piedi a causa della copiosa neve che cade nel periodo invernale. Vogliamo un'alternativa all'utilizzo dell'Etna, che di certo non può essere cementificata, ma neanche mummificata. Dopo 20 anni non possiamo vivere più di sogni e la popolazione vuole fortemente che questo progetto venga attivato. Attualmente stiamo portando avanti uno studio di fattibilità - continua il sindaco - insieme alla Provincia di Catania e ai tecnici del Comune. Siamo disponibili ad accettare un'alternativa al progetto da parte degli ambientalisti e da coloro che vi si oppongono, poiché vogliamo una soluzione a tale questione».

Sul fronte opposto circa 180 docenti di diverse facoltà universitarie di Catania, che hanno firmato un documento in difesa del versante nord-occidentale dell'Etna. «Le ragioni - spiega Stefano Branca, dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia - della nostra opposizione sono molteplici. In primo luogo il territorio etneo è unico nel continente europeo per la originale coesistenza di ambienti alpini con l'asprezza di un sempre mutevole paesaggio vulcanico. In questo ambiente l'uomo si è storicamente insediato integrandosi con esso e un mutamento di questo rapporto potrebbe turbare quell'equilibrio con l'Etna.

Il vulcano è già in gran parte urbanizzato: sette strade asfaltate si inerpicano fino a superare i millecinquecento metri di quota, cioè la metà della sua altezza, inoltre due strade sterrate ne raggiungono la sommità; due stazioni sciistiche esistono nei versanti meridionale e nord-orientale. Il territorio di Punta Lucia e il versante nord-occidentale rappresentano l'unico lembo ancora incontaminato dando un senso al Parco dell'Etna. Una seconda ragione riguarda la validità della proposta: la scarsità e la breve durata della neve, l'impossibilità di innevamento artificiale, la presenza di costanti attività eruttive che, quando non distruggono le strutture, rendono molto spesso la neve non sciabile vanificherebbero gli obbiettivi della proposta. Gli sciatori locali hanno già ben due possibilità, a Nicolosi e Linguaglossa. Una terza ragione riguarda il rischio rappresentato dall'attività vulcanica.

Dagli anni '50 fino al 1986 la bocca subterminale di Nord-est ha riversato sulle alte quote di quel versante innumerevoli colate di lava, circondando Punta Lucia. L'eccessiva vicinanza di una stazione turistica ai crateri sommitali costituisce un rischio anche per le vite umane a causa di veloci colate di fango che si possono determinare per il rapido ed improvviso scioglimento delle nevi durante le fasi eruttive. Va compreso infine che l' esistenza di luoghi dove sia possibile camminare per alcune ore senza sentire rumore di motori, puzza di gas di scarico e senza incontrare strade asfaltate è un'esigenza di primaria importanza per la mente e per lo spirito dell'uomo. «Le legittime aspirazioni - prosegue Branca - di miglioramento economico espresse dalle popolazioni etnee vanno dunque sostenute dirigendole verso uno sviluppo che non distrugga un bene già in loro possesso e che può essere fonte di ricchezza duratura solo se non alterato. I comuni che si affacciano su quel versante dell'Etna dovrebbero sviluppare una proposta turistica alternativa a quella esistente che, come ormai è ampiamente provato, attira solo i locali. In quest'ottica sollecitiamo l'Ente gestore del Parco dell'Etna a produrre progetti e iniziative che promuovano il turismo sull'Etna nel pieno rispetto del territorio». [Angela Marina Strano]


Maletto, 11 Luglio 2005

TERZO POLO TURISTICO

I sindaci incontrano gli ambientalisti

A Maletto venerdì 15 luglio prossimo, presso l’aula consiliare del Comune, alle ore 17, i sindaci del comprensorio di Bronte, Maletto e Maniace incontreranno gli ambientalisti per discutere del terzo Polo turistico: “Noi siamo certi della legittimità dell’iniziativa. – dice il sindaco di Maletto, Giuseppe De Luca – Vogliamo però anche capire se, nel rispetto dell’ambiente, possiamo utilizzare il vasto patrimonio naturale che ci offre l’Etna ai fini turistici, o se solo il nostro versante deve rimanere imbalsamato a fronte di un aumento della disoccupazione e dell’emigrazione. Chi si ostina – continua - ad opporsi al nostro progetto, sarebbe più giusto che proponga una valida alternativa, tenendo presente che a Maletto abbiamo una pista da sci da fondo realizzata dal Parco dell’Etna, che in nome della salvaguardia ambientale è irraggiungibile e quindi inutilizzata, e quattro sentieri naturalistici che il comitato tecnico scientifico del Parco dell’Etna non ha approvato dopo due anni”. 
 

Rassegna stampa - Attività del Comitato  |  Pro e contro: Sommario  |  Pro e contro: Gli interventi

 

LETTERE A

 12 Ottobre 2005

«Riguardo il versante Nord-Ovest dell'Etna»

Si parla sempre con più insistenza della necessità di istituire il così detto: "Terzo Polo Turistico dell'Etna". A portare avanti questo progetto sono principalmente gli amministratori con in testa i Sig.ri Sindaci dei comuni di Adrano, Bronte, Maletto, Randazzo, ecc.; che nel caso ciò fosse approvato si vedrebbero riversate nelle loro casse comunali, finanziamenti pubblici a pioggia per valorizzare a loro dire il già magnifico versante Nord-Ovest del nostro vulcano che proprio grazie alla poca frequentazione da parte di orde fameliche di vacanzieri ha conservato il misterioso fascino dell'alta montagna con la sua ricca flora e variegata fauna. Vorrei suggerire al contrario ai Sig.ri Sindaci suddetti: perché non porre più attenzione e più cura a ciò che al momento hanno già in gestione?
Con lodevoli azioni quali: manutenzione delle strade di accesso ai boschi, utile segnaletica nei sentieri (onde evitare gli incresciosi episodi di escursionisti che non riescono a trovare la via del rientro) e principalmente curare di più la pulizia dei siti con taglio sistematico dell'erba ai bordi delle strade onde prevenire lo svilupparsi di disastrosi incendi, rimuovere i cumuli di spazzatura che si trovano dappertutto, a tal proposito vorrei segnalare al Sig. Sindaco di Bronte che è veramente uno sconcio la strada che sale verso Piano delle Ginestre e monte Minardo con la parte iniziale (proprio nei pressi del blocco di pietra lavica con le insegne del "Parco dell'Etna"...) adornata da due megadiscariche dove si può trovare di tutto: dalla lavatrice al frigorifero, dal divano al materasso ecc..
Inoltre perché non consentire dietro pagamento di una piccola ma utile cifra la possibilità di percorrere con mezzi a motore le strade che incrociano l'altomontana magari solamente nella bella stagione, oppure organizzare delle visite guidate? In conclusione ribadisco che sarebbe secondo me più utile al fine di valorizzare il territorio curare di più quello già esistente (vedi anche rifugi) onde attrarre un turismo d'elite, veramente amante della natura che non sporca e non danneggia questi luoghi meravigliosi. [Ernesto Micale]


29 Luglio 2005

«Contro i due nuovi poli»

Ancora una volta assistiamo all'aggressione all'ambiente. Due deputati regionali hanno presentato la proposta di costruire altri due poli sciistici, e non turistici come qualcuno vuole erroneamente e strumentalmente far vedere. Eppure già sull'Etna esistono da decenni due poli sciistici, quello di Linguaglossa e quello di Nicolosi, poli che stentano a sopravvivere per il semplice motivo che sull'Etna la neve che permette di poter sciare dura da un mese a due mesi, quando va proprio bene; per non parlare di quegli anni in cui non vi è neve sufficiente per poter sciare o quando a causa delle scosse di terremoto o colate laviche gli impianti sciistici vengono irrimediabilmente distrutti per poi essere ricostruiti di nuovo. Proprio per tali motivi l'Etna non è considerata fuori dalla Sicilia come un luogo dove si possa sciare, tanto è vero che sono solo gli appassionati catanesi e delle province limitrofe che utilizzano, poche volte l'anno, quando è possibile le piste di Liguaglossa e Nicolosi per sciare. Proprio per tali motivi la nascita di altri due poli sciistici porterebbe alla chiusura i due poli già esistenti. La stessa cosa d'altronde avverrebbe per i due nuovi poli sciistici i quali sarebbero costretti anch'essi per sopravvivere a togliere sciatori a Linguaglossa e Nicolosi.
L'Aca, Catania Eco-Animalista, in considerazione della sensibilità politica dimostrata dall'assessore regionale al Turismo, on.le Granata, sui beni culturali e ambientali della Sicilia fa un accorato appello allo stesso affinché intervenga per evitare che le minacce costituite dalla proposta dei due nuovi poli sciistici sull'Etna non si trasformino in una nuova devastazione dell'Etna. [Alfio Lisi]


19 Luglio 2005

«Perché no al Terzo Polo»

Vorrei esprimere un parere, necessariamente personale, in merito alla questione della nascita di una nuova stazione di sci sul versante nord-occidentale dell'Etna. Le ragioni che mi spingono ad essere totalmente contraria a questa proposta sono numerose, e la prima tra queste è che ritengo ridicolo che si parli di nuove stazioni di sci su un vulcano perennemente in attività e che non si trova in Groenlandia ma in Sicilia. Le due stazioni di sci esistenti (Nicolosi e Linguaglossa), già scarsamente attive per l'ovvia rarità ed occasionalità della neve, sono soggette a ripetute distruzioni da parte delle colate di lava (eruzioni 2001-2002). Mi sembra assurdo che si debbano spendere soldi pubblici per ricostruire quanto la natura si ostina a non volere. Ancor più importante, è che le strutture necessarie per le nuove stazioni di sci deturperebbero in maniera irreparabile l'ultimo versante di Etna ancora incontaminato. Una particolare riflessione nasce dall'incontro al quale ho partecipato, venerdì al municipio di Maletto, con il gruppo proponente.
La cosa che mi ha sconvolto di più è che non è stato ancora presentato alcun progetto concreto: solo idee, poche e ben confuse. Infatti: c'è chi vuole la funivia fino a sotto i crateri sommitali (Punta Lucia), in barba ad ogni conclamato rischio vulcanico; c'è chi vuole seggiovia e funivia fino a 2200 m (ma non si capisce quale neve dovrebbe sfruttare); c'è chi vuole la strada d'accesso alle alte quote partendo da Randazzo.
A mio parere, modificare la legge istitutiva del Parco dell'Etna, declassando le zone più belle del nostro vulcano, sulla base di queste discutibili idee sarebbe come firmare un assegno in bianco. E poi, è ormai assodato che non è il turista "mordi e fuggi" a portare ricchezza in una località turistica. Tutti sanno che le stazioni alpine vivono essenzialmente con le settimane bianche, perché è con la ricettività ed i servizi: alberghi, ristoranti, bed and breakfast, ecc, che la ricchezza viene distribuita alle popolazioni locali. Mi chiedo quindi chi mai verrà a programmare una settimana bianca sul versante nord-ovest dell'Etna, con il rischio di non trovare neve a sufficienza.
Credo che i piani di sviluppo, soprattutto se con interventi pubblici, debbano essere finalizzati alla valorizzazione dello stupendo patrimonio naturalistico e paesaggistico etneo, che tutto il mondo ci invidia. Uno sviluppo turistico compatibile con il territorio vulcanico in questione dovrebbe mirare ad accogliere i turisti che vengono sull'Etna per vedere le colate laviche e boschi piuttosto che spianarle per farci piste di sci. D'altra parte di piste, più belle, ce ne sono dappertutto sulle Alpi, ed è impensabile e addirittura grottesco cercare di imitarle e mettersi in competizione. Esorto quindi gli abitanti di Maletto, Maniace, Randazzo e Bronte a schierarsi in prima fila per difendere il loro versante, forse l'ultimo caposaldo di naturalità siciliana. [Dott.ssa Anna Pappalardo, geologo]


16 Luglio 2005

«Etna, quali alternative?»

La diatriba sull'Etna, continua. Leggo oggi, un intervento contrario al III polo. Si conclude che è contro gli intendimenti del Parco la creazione di altri poli turistici! Il Parco non le vuole (parole dell'articolista) mi domando: Cosa vuole il Parco, e gli ambientalisti di maniera? Forse recintarle con il filo spinato percorso da corrente elettrica? Cosi nessuno può andare in montagna, tranne, evidentemente da Nicolosi e Linguaglossa, ah dimenticavo: nessuno di quanti sono contrari ha avanzato una sola proposta alternativa per lo sviluppo socio-economico di quella (bellissima) zona! [Nino Montalto]


15 Luglio 2005

«Poli turistici sull'Etna»

Riguardo la ventilata ipotesi dell'apertura di un terzo o addirittura un quarto polo turistico sull'Etna condivido la posizione espressa dalle associazioni Etnaviva, Stelle e Ambiente, Ente Fauna Siciliana e Lipu. Credo che sia necessario soprassedere, almeno per il momento, e riflettere se vale la pena puntare su questa forma di turismo in un'area ad altissimo rischio vulcanico e sismico che causerà sicuramente la deturpazione e la parziale distruzione dell'ambiente naturale montano etneo, con scarsi profitti reali in termini di afflussi turistici ed economici. Ogni volta che mi reco al Rifugio Sapienza e vedo le colate di cemento e asfalto sparse dall'uomo, decuplicate rispetto a quelle che c'erano prima dell'eruzione di un paio di anni fa, provo una tristezza infinita per la Natura sacrificata sull'altare di un turismo che non produce alcuna ricchezza per i residenti del cosiddetto polo turistico di Nicolosi, perché i turisti i soldi li lasciano a Taormina.
Occorrerebbe, invece, puntare su un turismo residenziale locale, ristrutturando le tante masserie, i palmenti, le case rurali disseminate nelle campagne dei paesi pedemontani. Da qui, i turisti potrebbero raggiungere a piedi, attraverso sentieri adeguatamente attrezzati, le quote più alte del vulcano. [Angelo Rapisarda]


14 Luglio 20055

«A proposito del Terzo e Quarto polo etneo»

Siamo stati positivamente colpiti dalla svolta che l'on. Fabio Granata ha voluto imprimere in pochi mesi all'Assessorato al Turismo. Da qualche tempo sentiamo solo parlare della politica del Grand Tour e della necessità di valorizzare fortemente il patrimonio artistico e ambientale, per offrire la Sicilia sul mercato internazionale con dei "prodotti turistici" effettivamente più qualificati rispetto a tanti concorrenti dell'area mediterranea. Ci piacerebbe quindi conoscere il suo pensiero a proposito delle iniziative parlamentari recentemente discusse in Assemblea regionale riguardanti la istituzione, si badi bene all'interno di un Parco naturale regionale, di due ulteriori poli turistici nei quali realizzare infrastrutture varie, parrebbe al servizio delle attività sciistiche.
Considerato che l'Etna è un patrimonio naturalistico di importanza internazionale, amata e apprezzata non solo da noi siciliani, ma anche da moltissimi stranieri, chiediamo all'assessore Granata di fare conoscere la sua valutazione su dei progetti che anziché lanciare a livello internazionale l'Etna per la sua assoluta unicità paesistica e naturalistica, si propongono di creare una specie di luna park strapaesano dello sci (fondato su impianti posti ad appena sei-sette chilometri l'uno dall'altro) destinato al massimo a fare contenti gli sciatori siciliani per qualche fine settimana all'anno. Secondo noi in gioco c'è la possibilità stessa di presentare e offrire l'Etna come Parco naturale sul mercato turistico internazionale.
Che credibilità avrebbe un Grand Tour dell'Etna in mezzo a sbancamenti e impianti di risalita? Oltretutto gli impegni finanziari che verrebbero richiesti dalla realizzazione del Terzo e Quarto polo turistico ci sembrano francamente sproporzionati rispetto ai benefici che potrebbero ottenere gli appassionati siciliani dello sci, considerato, fra l'altro, che negli ultimi decenni i due poli esistenti non hanno mai funzionato né in maniera continuativa (periodicamente danneggiati dalle manifestazioni sismiche ed eruttive), ne hanno mai assicurato degli elevati livelli di servizio agli utenti, che per tale ragione non potranno certo rinunciare alla classica settimana bianca in nord Italia. Saremmo molto lieti di conoscere, attraverso le pagine de La Sicilia, le valutazioni dell'Assessore regionale al turismo sull'argomento che abbiamo appena esposto. [Giuseppe Riggio, presidente Associazione Etnaviva]


14 Luglio 2005

Sui nuovi «poli» dell'Etna

Condivido le posizioni espresse dall'Ing. Giuseppe Rannisi (LIPU), Giuseppe Riggio (Etnaviva), dal Prof. Salvatore Arcidiacono (Ente Fauna Siciliana) e dal Prof. Giuseppe Sperlinga ("Stelle e Ambiente") contro il terzo e il quarto poli turistici sull'Etna. Tale tipo di sviluppo è certamente non compatibile con ciò che si propone il Parco dell'Etna e soprattutto non da alcun beneficio alle popolazioni etnee interessate. [Dott. Maurizio Siracusa, Dipartimento di Biologia Animale]


12 Luglio 2005
I MOTIVI DEGLI AMBIENTALISTI

«Perché siamo contrari ai nuovi poli turistici sull’Etna»

Noi sottoscritti rappresentanti delle Associazioni Ambientaliste Etna Viva, Lipu, Stelle e Ambiente, Ente Fauna Siciliana, riuniti presso il Dipartimento di Biologia Animale alla presenza di numerose altre associazioni (Fondo Siciliano per la Natura, Sinistra Ecologista, Legambiente, Ariaperta, Gruppo Micologico Bresadola, Difesa Ecologica Ambientale, AIAB Sicilia, Italia Nostra, Amici della Terra), appreso dagli organi di stampa che da parte degli on. Salvo Fleres e Lino Leanza sono stati presentati all'Assemblea Regionale Siciliana due disegni di legge rivolti all'istituzione di due zone di protezione di tipo C altomontane nell'area di riserva integrale del Parco dell'Etna, finalizzate alla realizzazione di impianti "turistici"; appreso, sempre dagli organi di stampa, che in data 21 giugno, la IV Commissione dell'ARS - Territorio ed Ambiente - ha approvato, accorpandoli in un unico disegno di legge, i due disegni relativi all'istituzione dei due nuovi poli turistici; considerato che nella stessa sede ed all'interno dello stesso disegno di legge è stata approvata anche l'istituzione di un ulteriore polo turistico "nord-est dei Nebrodi”, ricadente all'interno del Parco dei Nebrodi; esprimiamo la nostra viva preoccupazione e la nostra più ferma opposizione nei confronti di un'iniziativa che rappresenta un incredibile passo indietro in termini di politica ambientale e che, in caso di sua approvazione, sminuirebbe in modo devastante il valore naturalistico e paesaggistico dei due Parchi.
In particolare, per quanto riguarda il Parco dell'Etna, la realizzazione dei due nuovi poli turistici altererebbe in modo irreversibile gli habitat naturali, ancora integri, presenti nella zona di riserva integrale del Parco in aree che fanno parte della rete ecologica europea Natura 2000. L'Etna, che ha una fascia altomontana notevolmente più ridotta rispetto a quella di qualunque altro rilievo alpino e che è già in gran parte urbanizzata, non potrebbe tollerare un ulteriore impatto di tale portata senza che si compromettano del tutto gli equilibri naturali ed i valori paesaggistici su cui si basa l'esistenza stessa dell'area protetta.
Riteniamo che le rivendicazioni avanzate da parte dei Comuni interessati, in termini di sviluppo economico e turistico dei loro territori, debbano essere prese in considerazione e adeguatamente sostenute attraverso iniziative che non comportino la devastazione delle aree protette ma che utilizzino i valori positivi che tali aree possono esprimere per lo sviluppo di attività turistiche, sportive, ricreative, culturali che invoglino un'utenza sempre più rilevante a soggiornare in tali territori ed a interagire con la loro economia anche agricola e artigianale.
Tali iniziative dovranno, comunque, inserirsi nella zonizzazione prevista dalla legislazione sul Parco, che è stata il frutto di anni di elaborazioni e di un confronto democratico che ha coinvolto tutte le popolazioni locali, oltre che consessi scientifici ed associazioni ambientaliste, e potranno proficuamente svilupparsi secondo le linee previste nel Piano Territoriale di coordinamento del Parco dell'Etna, già approvato da tutti i Sindaci dei Comuni del parco stesso.
Giuseppe Riggio (Etna Viva), Giuseppe Rannisi (Lipu), Giuseppe Sperlinga (Stelle e Ambiente), Salvatore Arcidiacono (Ente Fauna Siciliana)



12 Luglio 2005

RAPPRESENTANTI ISTITUZIONALI ALL’ARS

Maletto, per il terzo polo audizione alla Regione

Audizione presso il presidente della "Commissione Territorio e Ambiente" dell'Ars, dei soggetti interessati al "Terzo Polo Turistico" dell’Etna. A darne notizia è il presidente del comitato promotore di Maletto e vicesindaco, Enzo Sgrò, che dichiara: "Dopo l’approvazione in Commis­sione del disegno di legge sul terzo polo nel versante nord-ovest dell'Etna, presentato dagli onorevoli Lino Leanza e Salvo Fleres, mercoledì il presidente della Commissione, onorevole Nino Beninati, ha voluto ascoltare i soggetti a vario titolo interessati, per approfondire gli aspetti emersi dopo l’approvazione".
"All'incontro - continua Enzo Sgrò - c'erano rappresentati d'associazioni ambientaliste, sfavore­voli al terzo polo così come il comitato dei docenti dell'Ateneo catanese (anch'esso convocato), e il presidente del parco dell'Etna, Concetto Bellia che non si è espresso, in attesa di conoscere la proposta nello specifico. Favorevoli, invece, si sono detti i vari sindaci - conclude Sgrò - convinti dei benefit che ne deriverebbero in termini occupazionali e di fruizione dell'ambiente". Per Bronte c'era il vice sindaco, Nunzio Calanna, per Maletto, Maniace e Randazzo, invece, rispettivamente, i sindaci Pippo De Luca, Salvatore Pinzone Vecchio e Turi Agati. [Luigi Putrino, Giornale di Sicilia]



7 Luglio 2005

TERZO POLO DELL'ETNA

«Strutture sì, ma all'interno dei Prg»

Per discutere sulla costituzione dei "poli turistici nelle zone alto montane" di riserva integrale del Parco dell'Etna lo scorso 10 luglio, a Maletto, si sono riuniti gli organismi esecutivi delle sezioni dei Democratici di Sinistra di Bronte, Maletto e Randazzo, unitamente ai giovani della Sinistra Giovanile, al consigliere provinciale Giovanni Germanà, al deputato regionale Giovanni Villari e ai consiglieri dei tre Comuni. Vi è al vaglio una bozza di disegno di legge discusso dalla quarta Commissione Ars che dovrebbe avere il voto finale dalla stessa commissione per essere trasmesso in aula. L'on. Villari ha rilevato che questo ddl, che accorpa due ddl di iniziativa parla­mentare, prevede che il presidente della Regione con decreto da emanarsi entro 90 giorni individui discrezio­nalmente all'interno del Parco dell'Etna e del Parco dei Nebrodi l'area dove realizzare strutture turistico-ricettive, culturali, aree di parcheggio, nonché trasfor­mazioni edilizie.
Le organizzazioni ambientaliste (tra cui Wwf, Club Alpino Sicilia, Lipu) nonché l'Università di Catania (Dipartimento Biologia animale che ha anche predisposto un documento contro il ddl in discussione alla quarta Commissione firmato da oltre 150 rappresentanti del mondo accademico e ambientalista) hanno chiesto di essere sentiti dalla quarta Commissione che si riunirà oggi.

«Non ho una idea mummificatrice dell'Etna - afferma l'on. Villari - Il Parco deve essere fruito ma stia attento chi pensa di fare azioni speculative o demagogia elettorale. Noi siamo perché ci siano gli impianti e le strutture turistico-ricettive ma queste devono essere previste all'interno dei Prg dei vari Comuni del Parco». (La Sicilia)



Maletto, 5 Luglio 20055

Costituzione dei poli turistici, scendono in campo anche i Ds

Riunione degli organismi esecutivi dei Democratici di Sinistra di Bronte, Maletto e Randazzo unitamente ai giovani della Sinistra Giovanile, al consigliere provinciale Giovanni Germanà, al deputato regionale Giovanni Villari e ai consiglieri comunali dei tre Comuni per discutere e approfondire la problematica della costituzione dei cosiddetti «poli turistici» nelle zone alto-montane di riserva integrale del parco dell'Etna. Com'è noto, gli onorevoli Fleres e Leanza hanno presentato due disegni di legge, per la costituzione del terzo e quarto polo turistico.

In una nota firmata Giuseppe Pignataro, capogruppo alla Provincia, i Ds affermano «di non essere mai stati contrari a proposte concrete e attuabili per lo sviluppo economico, sociale e turistico dei loro Comuni e di quelli interessati dal Parco dell'Etna». Ritengono anzi che «le rivendicazioni avanzate da più parti in termini di sviluppo economico e turistico debbono essere prese in considerazione e sostenute attraverso iniziative che non comportino la devastazione delle aree protette ma che utilizzino i valori positivi che tali aree possono esprimere per lo sviluppo di attività turistiche, sportive, ricreative, culturali, che invoglino un'utenza sempre più rilevante a soggiornare in tali territori».

«Tali iniziative dovranno inserirsi nella zonizzazione prevista dalla legislazione del Parco e svilupparsi secondo le linee previste nel Piano Territoriale di coordinamento del Parco dell'Etna già approvato, ma dimenticato». I Ds non capiscono il perché del ritardo dell'ap­provazione definitiva del suddetto Piano e hanno deciso di sviluppare iniziative utili, compreso un convegno in programma a Bronte entro la fine del mese.



4 Luglio 2005

Bronte, sul polo turistico ambientalisti mobilitati

Minacciano un'occupazione simbolica del Parco dell'Etna le quindici associazioni ambientaliste che da giovedì hanno costituito un fronte comune contro il disegno di legge che vorrebbe istituire due poli turistici invernali a Bronte e Zafferana. In un documento, sottoscritto al termine del forum svoltosi al Dipartimento di Biologia animale dell'Università di Catania, si ribadisce “la viva preoccupazione e la ferma opposizione nei confronti di un'iniziativa che rappresenta un incre­dibile passo indietro in termini di politica ambientale". [Carmela Grasso, Giornale di Sicilia]

, supplemento "Il Venerdì", 8 Luglio 2005

Obiettivi elevati. Forza Italia vuole impianti di risalita sul versante incontaminato del vulcano

Sull'Etna il Polo è turistico

In Sicilia fa discutere il primo via libera dell'Assemblea regionale a un «Polo turistico» sul versante nord-ovest dell'Etna, il solo privo di impianti di risalita. Per gli ambientalisti è una iattura che minaccia da vicino la riserva integrale del parco vulcanico. Gongolano invece a Bronte, ai piedi della «Muntagna», dove il vicesindaco è deputato regionale e autore della legge.
Soddisfatto anche il primo cittadino, il senatore «azzurro» Pino Firrarello, che ringrazia per l'impegno il presidente della commissione regionale Ambiente e l'assessore al Territorio. Forzisti anche loro. Quindi per il «Polo»...


8 Luglio 2005

Gli ambientalisti: no ai poli turistici da realizzare nelle aree protette

Palermo - I rappresentanti delle associazioni ambientaliste Wwf, Lipu, Legambiente, Cai ed Italia nostra sono stati ascoltati dai componenti della commissione dell'Ars Territorio e Ambiente. Al centro dell'audizione la realizzazione di nuovi poli turistici in aree altomontane etnee e dei monti Nebrodi, progetto a cui si oppongono gli ambientalisti. «I deputati regionali Fleres (Fi) e Leanza (Udc), stravolgendo venti anni di politica della Regione Siciliana in tema di aree protette, - si legge in una nota diffusa dalle associazioni, hanno presentato un disegno di legge che prevede che il presidente della Regione individui discrezionalmente, all'interno dei due parchi naturali, le aree in cui realizzare i nuovi poli turistici».
Alla commissione è stato presentato un documento firmato da 200 docenti dell'ateneo catanese, in cui si esprimono dubbi sulla legittimità costituzionale del disegno di legge.
Gli ambientalisti si sono detti contrari «al tentativo di stravolgimento delle carte istitutive dei parchi e del nascituro Piano Territoriale dell'Etna, già approvato dai comuni interessati ed in via di approvazione presso l'assessorato Regionale al Territorio e Ambiente». Il referente Wwf Sicilia per le aree protette, Francesco Alaimo, in particolare, ha illustrato il documento di Fulco Pratesi e Franco Russo.



6 Luglio 2005

SULL'ETNA. CONTESTATO IL DISEGNO DI LEGGE

Poli turistici, scontro alla Regione

Cominciano stamani a Palermo le audizioni di quanti si oppongono ai disegni di legge «Leanza e Fleres» che vorrebbero istituire due nuovi poli turistici sull'Etna. L'appuntamento è in IV Commissione territorio e ambiente presieduta da Nino Bennati. Fra le testimonianze autorevoli è attesa quella dì Concetto Bellia, presidente del Parco dell'Etna, nella cui zona C altomontana ricadrebbero i due poli turistici invernali. In difesa del Parco dei Nebrodi, dove si vorrebbero realizzare alberghi e ristoranti nei comuni di Tortorici, Longi e Galati Mamertino, parlerà il commissario dell'ente Toti Seminara. La Commissione ha anche convocato alcune associazioni ambientaliste come la Lipu, il Wwf, Legambiente e il Cai Sicilia. Da Catania, invitati all'audizione, partiranno anche Guglielmo Longo, direttore del dipartimento di Biologia animale, Maria Teresa Vinciguerra, docente di zoologia e il vulcanologo Carmelo Ferlito, ricercatore del dipartimento di Scienze della terra. Curatori, questi ultimi, di due relazioni tecnico-scientifiche dedicate alla salvaguardia di flora e fauna del Parco e al rischio sismico e vulcanologico che pure interessa quella zona. "Insieme a queste relazioni - spiega Longo - consegnerò anche il documento firmato da 200 docenti dell'Ateneo catanese in difesa del Parco e una copia della delibera del nostro dipartimento che si schiera contro questo tentativo di speculazione e devastazione territoriale". A difesa dell'Etna si leva anche la voce del deputato regionale Gianni Villari (Ds): "La legge istitutiva del Parco prevede campi da golf, sci di fondo, valorizzazione di ruderi, itinerari naturalistici e sportivi con specifici finanziamenti. Perché dall'87 ad oggi non è stato fatto ancora nulla?". [Carmela Grasso, Giornale di Sicilia]



1 Luglio 2005

AMBIENTALISTI E SCIENZIATI BOCCIANO IL PROGETTO. «PERICOLOSO E DANNOSO PER LA NATURA»

Poli turistici invernali, si allarga il fronte del «no»

Sarà quella del professore Guglielmo Longo, direttore del dipartimento di biologia animale dell'Università di Catania, la prima voce che, in una sede ufficiale, dirà i motivi del suo no ai due nuovi poli turistici invernali sull'Etna (Bronte e Zafferana) voluti dai deputati regionali Lino Leanza e Salvo Fleres. Ieri mattina, infatti, è giunta la convocazione da parte della commissione regionale territorio e ambiente che ha fissato per mercoledì l'inizio delle audizioni. E c'è attesa per quella che riguarda il presidente del Parco dell'Etna. Poi toccherà alle associazioni ambientaliste che ieri sera si sono riunite per definire tempi e modi per ribadire che "il Parco dell'Etna non si tocca". C'è il Fondo Siciliano per la Natura con Nuccia Di Franco Lino, Sinistra ecologista con Davide Longhitano, Stelle e Ambiente, l'Ente Fauna Siciliana, Etna Viva di Trecastagni con Giuseppe Riggio e Giuseppe Tomasello di Legambiente Acireale, le guide vulcanologiche e i maestri di sci di Aitne Med e Ariaperta Outdoor Activity. Da Riposto è giunto Giovanni Forzisi della Micologica Bresadola.

C'è Salvo Bella (Wwf Catania), Giovanni Barbera (Difesa Ecologia Ambientale), rappresentanti del Comitato tecnico-scientifico del Parco dell'Etna, il presidente di Legambiente Catania Renato De Pietro, Italia Nostra; la Lipu. Senza contare che lo stesso Longo fa parte di un Comitato composto da duecento docenti universitari contrari alla legge. Fra tanti volti, persino qualche vulcanologo. Quasi a rammentare, soltanto con la sua presenza, che si sta tentando di imbrigliare una vera - sondabile ma non prevedibile -forza della natura. Provenzana docet.
Il testo di legge incriminato - approvato con un colpo di mano ma in posizione di stand-by grazie al tempismo del deputato catanese Salvo Raiti - sta lì sul tavolo. Un semplice foglio A4 che - a detta dei presenti - "racchiude una potenza devastante per un'area che da 18 anni si protegge da abusi e villette". Longo ironizza: "A Palermo si sono preoccupati di approvare un foglietto con due parole piuttosto che il Piano Territoriale del Parco, un volume firmato da tutti e venti i sindaci dei comuni che giace da un anno nei cassetti dell'assessorato". Mercoledì. a Palermo. comincia la battaglia. [Carmela Grasso, Giornale di Sicilia]



30 Giugno 2005
REGIONE. SERVONO PARERI DEI PARCHI DELL'ETNA E DEI NEBRODI

Per i poli turistici di Bronte e Zafferana battuta d'arresto dalla Commissione

Stop ai due nuovi poli turistici sull'Etna (Bronte e Zafferana) e a quello nel Parco dei Nebrodi. Dopo il velocissimo e strategico sì della settimana scorsa da parte della Commissione Territorio e Ambiente - a votare nel giro di pochi minuti erano stati soltanto i deputati regionali di centrodestra - nella seduta di martedì si è deciso di sospendere l'iter e, così come richiesto da uno dei membri - il catanese Salvo Raiti di Italia dei Valori -, di dare ascolto in merito ai presidenti dei due parchi in questione. "Ho scritto una lettera - spiega il deputato Raiti, di Linguaglossa - al presidente dell'Ars, Guido Lo Porto, per esprimere tutto il mio disappunto per la fretta con cui era stato approvato un disegno di legge di questa portata che va a stravolgere i piani territoriali di due aree protette. Gli articoli sono stati votati in due minuti approfittando della momentanea assenza di alcuni componenti del centro sinistra chiamati in aula o in conferenza dei capigruppo. Un vero colpo di mano".

Sospeso, temporaneamente, l'iter per i tre poli turistici, si procederà ora all'audizione del presidente del Parco dell'Etna e di quello dei Nebrodi, attesi entrambi la settimana prossima a Palermo per la nuova seduta della commissione. In programma, cosi come richiesto dallo stesso Raiti, anche le testimonianze delle associazioni ambientaliste, Wwf e Legambiente, che da subito si sono opposte ai progetti.

I disegni di legge - già accorpati a quello per i Nebrodi dove sono previsti alberghi e ristoranti all'interno del Parco - portano la firma dei catanesi Lino Leanza (Movimento per l'Autonomia) e Salvo Fleres (Forza Italia).

 Il primo progetta il cosiddetto terzo polo Bronte, Maletto, Randazzo e Maniace - con piste da sci che sfrutterebbero fino a primavera inoltrata il manto nevoso che a Nicolosi e Linguaglossa si scioglie velocemente per via dell'esposizione. Il quarto polo, invece, punta a dotare Milo e Zafferana di impianti di risalita per rilanciare economia e occupazione. Di certo non mancheranno i colpi di scena. Interrogato nei giorni scorsi sulla questione terzo polo, il presidente del Parco dell'Etna, Concetto Bellia ci aveva detto:  "Anche se non fosse area protetta bisognerebbe studiare la sostenibilità del progetto. Se è vero che il terzo polo può dare sviluppo, qualcuno me lo deve dimostrare. Carte alla mano. [Carmela Grasso, Giornale di Sicilia]
 

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