La famiglia Russo (Acquavitari) Il cognome Russo da secoli è tra i più diffusi
in tutte le regioni d'Italia, particolarmente
nel meridione. Di conseguenza i Russo non
potevano mancare nemmeno a Bronte fin da quando,
su ordine di Carlo V di passaggio a Randazzo
proveniente da Tunisi, i 24 casali si
costituirono in comune. La famiglia Russo di
cui, però, vogliamo qui parlare, è quella
ristretta che ha operato attivamente negli
ultimi 150 anni, lasciando traccia nella memoria
degli anziani e anche in qualche resto
architettonico. Il capostipite attualmente conosciuto è Giuseppe
Russo (n. progressivo 1. dell’Albero
genealogico) che a 22 anni, il 10 gennaio 1762,
sposa la coetanea Rosina Catania. Dalla loro unione nascono
cinque figli: Giovanna Illuminata (1771),
Filippo (1774), Angela (1774), Angelo Graziano
(1776) e l’ultimo, Illuminato Giuseppe Tommaso
(nato l’8 marzo 1779, n. progr. 1.5). Soltanto
quest’ultimo ci risulta essersi sposato: il 6 settembre
1810 si unisce in matrimonio con la coetanea Nunzia Currenti
e dalla loro unione nascono Anna Serafina
Vincenza (28 luglio 1811) e, il 20 dicembre
1812, Mariano Giuseppe Serafino Russo (n. prog.
1.5.2). Permettendoci questo arbitrio selettivo,
possiamo considerare capostipite dei “Russo
Acquavitari” proprio quest’ultimo:
Mariano Giuseppe Serafino Russo. Il 19 settembre 1837 sposa Maria Palermo (1919)
e va ad abitare in Via Firenze (allora Via
Fiorenza), dove ancora rimane un bel cancello in
ferro battuto su cui è scritto “M. R. 1865”,
ossia Mariano Russo e la data in cui il cancello
fu realizzato, forse a conclusione della
costruzione o della ristrutturazione dell'intero
caseggiato (oggi in abbandono e quasi in
rovina). Mariano sicuramente frequentò alcune
classi di un istituto di scuola media superiore,
secondo l'organizzazione scolastica d'allora, e,
giunto a maturità, fu un amministratore di
aziende agricole, professione alla quale
indirizzò i numerosi figli maschi, che fece
tutti studiare, mentre le femmine, secondo l'uso
dei tempi, furono destinate a fare le
casalinghe. Dei sei figli nati dal matrimonio di Mariano
Giuseppe Serafino con Maria Palermo rimane
ricordo, anche per l'attività dei discendenti,
di Anna (n. progr. 1.5.2.5.), Giuseppe
(n. progr. 1.5.2.5.) e Antonino (n.
progr. 1.5.2.6). A) Anna Russo (1842 - ?, terza figlia di
Mariano Giuseppe Serafino e Maria Palermo, n. progr.
1.5.2.3) sposa nel 1867 Mariano Lupo
(1837 - ?), che apparteneva ad una famiglia di
abili artigiani, in prevalenza falegnami e
carpentieri, generando cinque figli, tra cui
Nunziata, Placida e Gaetano. Nunziata Lupo (1868 - 1955, n. progr.
1.5.2.3.1) sposa nel 1885 Vincenzo Serravalle di
Mangone della provincia di Cosenza (1851 -
1921), che fu per molti anni capo officina
presso la Ducea dei Nelson.
Dei nove figli le
sopravvivranno Nunzia Serravalle (1893 – 1982,
n. progr. 1.5.2.3.1.4), che, sposando Giuseppe
Russo (1895 – 1971, n. progr. 1.5.2.6.6), figlio
di Antonino, fratello della nonna materna Anna,
e quindi cugino della madre, riunirà due rami
dei Russo collegandoli a quelli dei Lupo e di
Mariano Serravalle (1904 – 1970, n. progr.
1.5.2.3.1.8). Placida Lupo (1871 - ?, n. progr.
1.5.2.3.3) sposa nel 1890 Nicola Destro (1866 -
?).
Due dei loro otto figli, Luigi Destro (1902
- 1982) e Nunzio Destro (1899 - 1970), saranno i
primi Brontesi ad emigrare a Sidney, in
Australia, dove creeranno importanti attività
imprenditoriali e si distingueranno, coi loro
discendenti, nelle organizzazioni degli italiani
ivi emigrati.
Fino a poco prima di morire la
nostalgia della loro terra li indusse a viaggi
quasi annuali dall'Australia a Bronte.
Gaetano Lupo (1876 - ?, n. progr.
1.5.2.3.5), soprannominato Santamatta per
la frequente intercalazione di questa parola nei
suoi discorsi, sposa nel 1903 Agata Schilirò
(1879 - ?), generando nove figli: Mario (1904),
Anna (1910), Santo (1915), Francesca (1921) ed
altri.
Tra tutti si distinse
Mario Lupo (1904 -
1986), che oggi Bronte annovera tra i suoi
uomini illustri. Chimico, pubblicista, politico
innamorato della sua terra, fu il primo a
parlare di petrolio e di gas a Bronte, e dedicò
tutta la sua vita con un’attività febbrile alla
promozione economico-sociale e culturale della
sua patria.
Ricordo con commozione quando nel
1961 invitò me, suo “caro cugino”, a dargli una
mano nella revisione linguistica del suo
importante libro “Idrocarburi in libertà”, che
doveva andare alle stampe. Allora insegnavamo
insieme al Collegio Capizzi.
Prima di morire
volle farmi avere i suoi ultimi manoscritti che
custodisco gelosamente. B) Giuseppe Russo (1847- ?, quinto figlio
di Mariano Giuseppe Serafino e Maria Palermo, n. progr.
1.5.2.5.) sposa nel 1871 la diciassettenne
Elisabetta Calì dalla quale ebbe i tre figli
Francesco Paolo (1872), Maria Giuseppa (1874) e
Mariano (1877).
Oltre che amministratore di un
feudo, fu anche piccolo proprietario terriero, e
si preoccupò di far studiare fino alla laurea i
figli più inclini allo studio, tra i quali Mariano (1877- ?) sacerdote, professore di
lettere e
Rettore del Real Collegio Capizzi dal
1941 al 1946, e Teresa, professoressa di lettere in un liceo di
Catania. C) Antonino Russo (1850 – 1926, n. progr.
1.5.2.6), il più piccolo dei figli di Mariano
Giuseppe Serafino Russo e Maria Palermo, sposa
nel 1879 Maria Favazza (1959 -
1925), appartenente ad una famiglia di artigiani
con diversi familiari e parenti professionisti. Dalla loro unione nacquero sei figli: Nunzio
(1880), Concetta (1883), Nunzia (1887), Nunzio
(1890), Francesca (1892) e Giuseppe (
1895 – 1971, n. progr. 1.5.2.6.6.).
Concetta
(n. progr.1.5.2.6.2), sposata nel 1902 a
Salvatore Zerbo (1786 - ?), morì giovane di
Spagnola, lasciando tre figli.
Nunzia
(1887 – 1960, n. progr. 1.5.2.6.3), sposa nel
1805 Vincenzo Spitaleri (1870 - ?), ebbe cinque
figli, che ebbero discreta fortuna, prima
lavorando la terra da piccoli proprietari
terrieri, poi emigrando in Piemonte, dove
trovarono lavoro nelle industrie.
Nunzio
(1890 - 1960), dopo aver seguito le orme degli
avi, facendo anche lui il fattore, si trasferì a
Casanova Lerrone in provincia di Savona, dove
divenne impiegato comunale e dove sposò una
donna del luogo, dalla quale ebbe i figli Renato
(1920 - 1995) e Lidia (1924 - 1978).
Giuseppe,
l’ultimo dei figli, quasi da autodidatta ottenne
un diploma equivalente a quello odierno di
perito agrario, e tutta la vita fece
l'amministratore di grosse aziende agricole:
prima dei feudi del cavaliere Pace, poi delle
campagne di un proprietario di Catania, estese
quanto la vasta piana di Agnone di Siracusa,
dove impiantò e curò vigneti pregiati e
agrumeti. Sposò, come detto sopra, Nunzia
Serravalle, figlia della cugina Nunziata Lupo,
dalla quale ebbe sei figli (una morta dopo pochi
mesi di vita). I cinque rimasti Maria (1922, n. progr. 1.5.2.6.6.1), Nunzia (1929, n. progr.
1.5.2.6.6.3), Lina (1931 n. progr. 1.5.2.6.6.4),
Anna (1935, n. progr. 1.5.2.6.6.4), e Nino
(1938, n. progr. 1.5.2.6.6.5), il sottoscritto,
seppe guidarli tutti fino alla laurea e al loro
proficuo inserimento nel mondo del lavoro. Essi
ne hanno seguito l'esempio coi loro discendenti. Secondo legge e consuetudine antica il cognome
si eredita dal padre, donde il titolo che ho
dato, seguendo il mio punto di vista, ai
presenti appunti: “La famiglia Russo”.
Uno scrivente diverso da me, sempre nell’ambito
della stessa progenie, potrebbe intitolare “La
famiglia Palermo”, o “Favazza”, o “Lupo”, o
“Calì”, o “Destro”, ecc.. Così fitto, anche ad
una superficiale lettura dell'albero
genealogico, risulta l'intreccio di matrimoni e
parentele che fa quasi tutti i Brontesi ignari
parenti di tutti. Ovviamente da un’altra
angolazione parentale molto probabilmente
sarebbero messi in rilievo, almeno in parte,
personaggi diversi. Comunque tutti meritevoli,
perché si può generalmente dire dei Brontesi,
che sono lavoratori intelligenti e attivi,
creativi, e tutti legati alla loro terra, anche
quando le vicissitudini della vita li hanno
condotti a vivere lontano.
Nino Russo Febbraio 2009
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